Buongiorno, scrivo questo messaggio per chiedere aiuto, sto insieme ad una ragazza da poco più di du

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Buongiorno, scrivo questo messaggio per chiedere aiuto, sto insieme ad una ragazza da poco più di due anni, con lei mi ci sono trovato subito bene, quando l'ho conosciuta la vedevo come la ragazza perfetta, premurosa ecc. e me ne sono innamorato, sin da quando ci siamo conosciuti è sempre stata sovrappeso (obesità grado I calcolando IMC), inizialmente credevo per una situazione di "mancanza di voglia" nel seguire un percorso da un dietologo/nutrizionista.
Un anno fa mi ha confessato che in passato aveva sofferto di bulimia nervosa con episodi di abbuffate di cibo e che ne era uscita, (è stata in cura da una psicologa per un periodo) poi il discorso è finito lì e non lo abbiamo più riaperto, nel mentre eravamo andati insieme anche da un nutrizionista (che poi a distanza di mesi ha mollato perché a suo dire si era stufata, non aveva risultati, e le cambiava spesso piano alimentare) .

Arrivo al dunque, per aiutare e incoraggiarla a dimagrire le ho regalato un abbonamento e ci alleniamo insieme nella stessa palestra, a novembre sceglie lei una nutrizionista e decide di ricominciare il percorso, io la accompagno ogni volta agli appuntamenti e le sto vicino, la dieta da i suoi frutti all'inizio ottenendo risultati, andiamo al controllo a febbraio e fra feste, compleanni e sgarri vari ha ripreso un pò di peso, io le dico di non demordere e continuo a sostenerla incoraggiandola, fino a quando la scorsa settimana decide di disdire la visita di controllo perché, secondo il suo ragionamento, inutile visto che non l'ha seguita e che non ha avuto risultati durante questo mese. Io, mi sono un pò arrabbiato, anzitutto perché mi aspettavo mi consultasse prima di prendere questa decisione e invece ha deciso di parlarne dopo aver agito, seconda cosa perché le ho fatto notare che è il modo di approcciarsi sbagliato. Lei ha iniziato a chiudersi dicendo che la faccio sentire sempre sbagliata e giudicata, che non la capisco e che l'ho portata a chiudersi ancora di più, mi ha detto che in determinati momenti "no" ha avuto bisogno di mangiare e il cibo l'ha fatta stare bene, che a volte è facile da gestire altre volte no e le ritornano in mente episodi passati, ha provato a dirmelo ma non ci è riuscita per la paura di sentirsi giudicata.
Ora, io non credevo la situazione fosse così grave e magari alcuni miei atteggiamenti possono essere stati sbagliati, ma mi trovo in una situazione di confusione, vorrei aiutarla ma non so come, lei ovviamente non accetta di iniziare un percorso di terapia, dicendo che sa perché succede ciò e sa gestirla, ma in alcuni momenti mancano le forze.
Da come ho capito è una cosa di cui non ne parla con nessuno, (infatti io ne sono venuto a conoscenza solo adesso, dopo due anni che questi episodi continuano) e quindi anche i suoi genitori sono all'oscuro della situazione. Non so se posso aiutarla provando a far presente anche la situazione parlando io con i genitori oppure posso solo peggiorare la situazione.
Non mi sono mai trovato in una situazione del genere e chiedo il vostro aiuto. Grazie
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive. Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Gentilissimo, nessuno può aiutare qualcun altro se questi non percepisce il problema e non intende fare nulla per risolverlo. Credo che lei debba interrogarsi in prima persona se sia disposto a rimanere accanto a questa ragazza sapendo che la stessa ha deciso di permanere nel suo stato.
Forse è questa la domanda reale che sta ponendo e probabilmente lei che qui scrive, in prima persona, necessiterebbe di un supporto psicologico per decidere come orientarsi per il futuro. Le faccio i migliori auguri.
Caro ragazzo, comprendo la sua volontà di sostenere la d aiutare la sua compagna, ma anche se per e con affetto, non possiamo sostituirci al diretto interessato.
Lei può accettare il sovrappeso della sua partner o la vorrebbe diversa?
Cordiali saluti,

Giada Bruni
Salve, una psicoterapia funziona solo se chi la intraprende la desidera. Lei può stare a guardare se vuole, ma non dimentichi mai che la sua vita è diversa da quella della sua compagna. Capisco il suo dolore ma gli altri vanno lasciati liberi, come noi, lo ricordi, siamo liberi. Un saluto
Buongiorno,
posso immaginare il senso di frustrazione che può derivare dal cercare di stare accanto, a modo nostro, ad una persona alla quale vogliamo bene, senza percepire tuttavia che quest'ultima, per certi versi, gradisca il nostro aiuto o che questo sia effettivamente a lei utile.
Come Le hanno chiarito già altri colleghi, è solo la diretta interessata a poter decidere se e come affrontare un percorso di cura.
Quello che può fare Lei è riflettere su come si sente e porsi eventualmente delle domande.
Cordiali Saluti,
Silvia Sibilio
Gentilissimo,
lei dice che, quando se ne è innamorato, la vedeva la ragazza perfetta ed era già sovrappeso ma poi ha cercato di aiutarla a dimagrire. Forse non era perfetta come lei desiderava? Sicuramente lei ha fatto tutto ciò nel intento buono di aiutarla ma bisogna anzitutto capire di cosa ha realmente bisogno una persona (e non ciò che noi pensiamo sia il suo bisogno. Lei forse ha più bisogno di lavorare sulla sua fatica che non sulla dieta in sé), se lo riconosce e se è disposta a farsene carico. Solo con questi presupposti la sua ragazza potrà prendersi cura di sé . Ma questo aspetto sembra toccare lei in prima persona: provi a capire come mai questa cosa è così importante per lei. Un caro augurio, Laura Mandelli
Buongiorno, la situazione che descrive è sicuramente disagevole per lei e per la sua fidanzata, tuttavia la motivazione al cambiamento non può essere indotta dall'esterno, quindi, come è accaduto per la bulimia la sua fidanzata riuscirà a prendersi cura di sé quando e se ne sentirà la necessità. Ricevere il suo supporto può essere uno strumento importante ma l'esercitare un giudizio o una pressione eccessiva rischia di diventare controproducente poiché, come le ha fatto notare la sua fidanzata questo la fa sentire sbagliata e allo stesso tempo la demotiva e aumenta la voglia di riempire con il cibo il senso di inadeguatezza.
Forse dovrebbe per prima cosa capire se lei sta bene con la sua fidanzata a prescindere dalla sua forma fisica, e se si, lavorare sull'accettare che la ragazza farà il suo percorso se e quando sarà pronta e ne sentirà la necessità. Rimango a disposizione, cordiali saluti Dr.ssa Michela Campioli
Gentile utente, grazie per aver raccontato la sua esperienza. Riesco a sentire la sua frustrazione e quanto sia primario per lei provare ad affrontarla. Purtroppo, anche se animati da buone intenzioni ed affetto, le dico che nessuno può aiutarci veramente se non siamo i primi a essere veramente motivati a farlo. La sua ragazza sta affrontando un momento difficile e probabilmente non sente di volersi rimettere in gioco in un percorso di terapia.
Desidero soffermarmi anche su di lei, nel cercare di sentire cosa è meglio per lei fare e quale strada possa prendere la vostra relazione. L'aiuto di un professionista può essere funzionale a far luce sulla vostra relazione, che sento sia per lei parte della domanda che ci ha posto. Resto a disposizione per qualsiasi informazione, dott.ssa Amelia Capezio
Ciao
È evidente che ti preoccupi profondamente per la tua compagna e vuoi trovare modi per sostenerla nel modo migliore possibile. La situazione che descrive e complessa e richiede delicatezza comprensione. È ragionevole che tu possa sentirti frustrato e confuso, ma è importante affrontare questa situazione con empatia e sensibilità. Innanzitutto, è positivo che tu stia cercando di comprendere la prospettiva della tua compagna e di essere al suo fianco durante questo periodo difficile. Tuttavia, è importante ricordare che la lotta contro i disturbi alimentari come la bulimia nervosa può essere estremamente complessa e può richiedere il supporto di professionisti qualificati.
Potresti incoraggiare gentilmente la tua compagna a considerare la possibilità di tornare a parlare con uno psicoterapeuta specializzato nel trattamento dei disturbi alimentari. Può essere utile sottolineare che la terapia non è una forma di giudizio, ma piuttosto un modo per ottenere sostegno e comprensione mentre affronta le sfide che sta vivendo.
Rispetto alla questione di coinvolgere i genitori, potrebbe essere utile discuterne apertamente con la tua compagna. Potresti esprimere le tue preoccupazioni riguardo alla sua salute e al suo benessere E suggerire la possibilità di coinvolgere i genitori come una risorsa aggiuntiva di supporto. Tuttavia, è importante rispettare la sua privacy e prendere in considerazione il suo desiderio di non coinvolgere i genitori, specialmente se si sente vulnerabile o non pronta a farlo.
Inoltre, potresti trovare utile cercare supporto per te stesso durante questo periodo. Affrontare la situazione insieme a un professionista può aiutarti a trovare modi più efficaci per sostenere la tua compagna e gestire le tue emozioni e preoccupazioni.
Infine, continua a essere presente per la tua compagna, ascoltandola e offrendole sostegno in modo amorevole e comprensivo. Anche se può essere difficile, mostra pazienza e comprensione mentre lavorate insieme per affrontare questa sfida.
Con Cordialità Dott. Tiziana Vecchiarini
Noi ci basiamo su quello che uno scrive nella breve descrizione della situazione, quindi, al netto dell'ovvietà che la cosa andrebbe approfondita, si ha quasi la sensazione che il sovrappeso fosse più un problema per te che per lei e che probabilmente in lei sia subentrato il problema di cosa tu potessi pensare di lei.
Quello che però ti posso dire con certezza è che affrontare una bulimia è una delle cose più difficili che ci possa essere e ritrovare un equilibrio con il cibo è davvero complicato. Quindi, il rapporto che ha la tua ragazza con il cibo ora è una cosa molto preziosa da trattare con cura e rispetto.
Prenditi uno spazio per capire cosa vuoi e cosa è giusto fare.
Non parlerei con i genitori della tua ragazza, servirebbe solo ad allontanarti ulteriormente. Affrontare un disturbo alimentare non è solo un fatto di consapevolezza. Oltre che capirne l'origine e i motivi, occorre modificare degli automatismi che vanno oltre la volontà. In questo una psicoterapia potrebbe aiutare la tua ragazza. Ma è un percorso che deve decidere lei; tu puoi solo suggerirlo come mi pare abbia già fatto. Tu puoi solo supportarla, starle accanto e parlarne se ci tieni a lei, come sembra, ma è compito impossibile provare a cambiarla.
Buongiorno, credo che sia molto importante che la sua ragazza sia riuscita a condividere con lei le sue reali difficoltà e soprattutto a dirle come lei si senta nei suoi confronti. Credo che ora sia molto importante sostenerla e ascoltarla senza giudizio, senza farle pressioni di alcun tipo. Potrebbe essere utile che sia lei stesso a intraprendere un percorso con un professionista della salute mentale per supportare nel modo migliore la sua fidanzata e chiarire meglio quale siano i suoi sentimenti nella relazione con lei. In bocca al lupo, rimango a disposizione per dubbi o altro, cari saluti, d.ssa Paola Pellegrino
Buongiorno, grazie per aver condiviso le sue difficoltà e quelle della sua ragazza. Vero, per iniziare una psicoterapia è molto importante la volontà di farsi aiutare e di mettersi in gioco, ma un primo piccolo passo la sua ragazza l'ha compiuto raccontando a lei quanto sta vivendo. Nella convinzione di volerle rimanere accanto per aiutarla a prendere consapevolezza delle sue difficoltà e arrivare poi a rivolgersi a uno psicoterapeuta, potrebbe essere utile spostare l'attenzione dal peso e dal cibo (il suo comportamento alimentare, la dieta, la palestra sono solo la punta dell'iceberg) e concentrarsi sugli episodi in cui la sua ragazza è/si è trovata in situazioni di difficoltà emotive/relazionali perché è lì che potrebbe trovare poi la motivazione a lavorare su sé stessa. Anche farle notare come il suo comportamento alimentare stia influenzando la vostra relazioni e molto probabilmente ha influenzato le altre relazioni passate (con genitori e amici) può essere altrettanto utile.
Grazie della condivisione, capisco come non sia facile capire quale sia la via migliore per aiutare la sua ragazza. Concordo con i colleghi che le hanno detto di considerare che non è possibile sostituirci nelle scelte e nella consapevolezza all'altro. Trovo prezioso che lei possa essersi rivolto a noi intuendo la natura del problema, se intraprende un percorso questo potrebbe aiutare lei a chiarore come si sente e come porsi. Lua ragazza può contare su di lei e nel contempo può avere bisogno di riprendere un percorso specialistico. Un caro saluto.
Caro utente,
Quando si vuole bene ad una persona, la preoccupazione può essere talvolta così forte che ci si dimentica che ognuno ha la responsabilità per se stesso e che se noi vogliamo salvare, in effetti svalutiamo l'altro. questo è il primo problema.
Il secondo è che il comportamento alimentare è un indice, quando è sballato, è solo un sintomo secondario, il vero problema è il corpo, con il quale un soggetto non è in un buon rapporto. Ecco perché non serve alcuna dieta, se non si affronta il sintomo primario, cioè lavorare sul linguaggio del corpo ed integrarlo con le emozioni le fantasie e i pensieri.
Rimango a disposizioni per ulteriori chiarimenti
Dott.ssa Monika Elisabeth Ronge
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