Buongiorno Mi sono separata da qualche mese e il mio ex marito vive dalla madre. Abbiamo 2 figli a
24
risposte
Buongiorno
Mi sono separata da qualche mese e il mio ex marito vive dalla madre. Abbiamo 2 figli adolescenti( il maschio ha scelto di stare col padre e la femmina con me) e un bimbo di 3 anni. Il problema è che quest’ultimo recentemente ha cominciato a dirmi che non mi vuole, che “sono imbrogliona perché non voglio che stia dalla nonna” , che li sta bene perché mangia dolcetti e guarda tanti cartoni. In effetti la famiglia del padre è molto sedentaria, ha una tv in ogni stanza e abitudini alimentari più goderecce delle mie. L’altro giorno mio figlio mi ha detto, dal nulla “tu non esisti, esiste solo la nonna”. Cerco di controllare la frustrazione ma soffro molto. Grazie del vostro aiuto
Mi sono separata da qualche mese e il mio ex marito vive dalla madre. Abbiamo 2 figli adolescenti( il maschio ha scelto di stare col padre e la femmina con me) e un bimbo di 3 anni. Il problema è che quest’ultimo recentemente ha cominciato a dirmi che non mi vuole, che “sono imbrogliona perché non voglio che stia dalla nonna” , che li sta bene perché mangia dolcetti e guarda tanti cartoni. In effetti la famiglia del padre è molto sedentaria, ha una tv in ogni stanza e abitudini alimentari più goderecce delle mie. L’altro giorno mio figlio mi ha detto, dal nulla “tu non esisti, esiste solo la nonna”. Cerco di controllare la frustrazione ma soffro molto. Grazie del vostro aiuto
Gentile Signora,
è comprensibile che queste parole le provochino dolore, ma è importante ricordare che a tre anni i bambini esprimono emozioni in modo diretto e spesso influenzati dall’ambiente in cui si trovano. Le preferenze per la casa della nonna possono essere legate a stimoli immediati, come dolci e cartoni animati, piuttosto che a un rifiuto reale nei suoi confronti.
La cosa più importante è mantenere la calma e non interpretare le sue parole come un rifiuto personale. Continui a offrire al suo bambino un ambiente stabile e affettuoso, evitando di entrare in competizione con l’altra famiglia. La costanza nel tempo e il legame sicuro che costruisce con lui saranno la base del suo sviluppo emotivo.
Se il disagio persiste, potrebbe essere utile un confronto con un professionista per ricevere un supporto su come gestire al meglio la situazione. Un caro saluto.
è comprensibile che queste parole le provochino dolore, ma è importante ricordare che a tre anni i bambini esprimono emozioni in modo diretto e spesso influenzati dall’ambiente in cui si trovano. Le preferenze per la casa della nonna possono essere legate a stimoli immediati, come dolci e cartoni animati, piuttosto che a un rifiuto reale nei suoi confronti.
La cosa più importante è mantenere la calma e non interpretare le sue parole come un rifiuto personale. Continui a offrire al suo bambino un ambiente stabile e affettuoso, evitando di entrare in competizione con l’altra famiglia. La costanza nel tempo e il legame sicuro che costruisce con lui saranno la base del suo sviluppo emotivo.
Se il disagio persiste, potrebbe essere utile un confronto con un professionista per ricevere un supporto su come gestire al meglio la situazione. Un caro saluto.
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buonasera, mi dispiace molto che la cosa la faccia soffrire. Non mi è ben chiara però quale sia la sua richiesta. In ogni caso i bambini anche quando sono molto piccoli tendono a capire le cose. Sarebbe interessante comprendere cosa è successo nella testa del bimbo tanto da creare questo astio nei suoi confronti. Un incontro da un professionista del settore (età evolutiva) potrebbe aiutare. Spero di esserle stato d'aiuto in qualche modo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto.
Un gentile saluto
Un gentile saluto
Buon Pomeriggio,
Grazie per aver condiviso la sua situazione. Mi sembra che ci sia un conflitto emotivo molto forte, sia legato alla separazione che ai sentimenti di esclusione del suo bambino. È completamente comprensibile che si senta frustrata e addolorata: il suo desiderio di essere vicina a lui e il dolore per le sue parole sono emozioni molto forti, che ogni genitore può sentire in momenti così delicati. Potrebbe essere utile chiedersi: "cosa pensa che mio figlio stia cercando di comunicarmi, oltre a ciò che dice?".
In fondo, quando un bambino si sente attratto da un’altra figura o ambiente, potrebbe esserci un bisogno di rassicurazione o un’espressione di incertezza, che in questo caso sembra anche riflettere il cambiamento che sta vivendo.
Come potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro, senza sentirsi minacciata da ciò che lui esprime?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Grazie per aver condiviso la sua situazione. Mi sembra che ci sia un conflitto emotivo molto forte, sia legato alla separazione che ai sentimenti di esclusione del suo bambino. È completamente comprensibile che si senta frustrata e addolorata: il suo desiderio di essere vicina a lui e il dolore per le sue parole sono emozioni molto forti, che ogni genitore può sentire in momenti così delicati. Potrebbe essere utile chiedersi: "cosa pensa che mio figlio stia cercando di comunicarmi, oltre a ciò che dice?".
In fondo, quando un bambino si sente attratto da un’altra figura o ambiente, potrebbe esserci un bisogno di rassicurazione o un’espressione di incertezza, che in questo caso sembra anche riflettere il cambiamento che sta vivendo.
Come potrebbe aiutarlo a sentirsi più sicuro, senza sentirsi minacciata da ciò che lui esprime?
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Mi dispiace molto sentire quello che stai passando. È normale che una situazione di separazione crei tensioni e che i bambini, soprattutto i più piccoli, esprimano i loro sentimenti in modi forti e talvolta difficili da comprendere. A 3 anni i bambini spesso non sanno ancora esprimere con parole adulte le proprie emozioni. Le frasi forti che ha usato potrebbero riflettere la confusione e il turbamento che prova a causa dei cambiamenti nella sua vita. È possibile che le differenze nelle abitudini familiari e i messaggi che riceve da altre figure (come la nonna o il padre) contribuiscano a creare una visione distorta della realtà. I dolcetti, la TV e un ambiente più permissivo possono apparire attraenti per un bambino, anche se non sono necessariamente salutari a lungo termine.
Se ti sembra il momento giusto, potresti spiegargli, con parole semplici, che i sentimenti possono cambiare e che tutte le persone che lo amano sono importanti. Puoi sottolineare che, nonostante le differenze tra le case, il tuo amore per lui è sempre presente. Considera la possibilità di parlare con uno psicologo infantile o un mediatore familiare. Un professionista potrà offrire strumenti specifici per aiutare il bambino ad esprimere e gestire le proprie emozioni, oltre a supportarti nel tuo percorso. Spesso situazioni come questa sono molto impegnative e non si deve affrontarle da soli. Gruppi di sostegno per genitori separati o consulenze individuali possono offrirti nuove prospettive e strumenti per gestire la frustrazione.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Se ti sembra il momento giusto, potresti spiegargli, con parole semplici, che i sentimenti possono cambiare e che tutte le persone che lo amano sono importanti. Puoi sottolineare che, nonostante le differenze tra le case, il tuo amore per lui è sempre presente. Considera la possibilità di parlare con uno psicologo infantile o un mediatore familiare. Un professionista potrà offrire strumenti specifici per aiutare il bambino ad esprimere e gestire le proprie emozioni, oltre a supportarti nel tuo percorso. Spesso situazioni come questa sono molto impegnative e non si deve affrontarle da soli. Gruppi di sostegno per genitori separati o consulenze individuali possono offrirti nuove prospettive e strumenti per gestire la frustrazione.
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Carissima, il momento che sta attraversando è, al contempo, emotivamente pregnante ed estremamente delicato poiché coinvolge un bimbo molto piccolo che affronta la separazione dai suoi genitori e una nuova situazione familiare. La narrazione descritta è complicata pertanto richiede un approccio delicato che tuteli il benessere bio-psico-sociale del bambino. All’età di tre anni i piccoli sono facilmente influenzati da premi materiali pronti all’uso, come dolcetti e tv, che rappresentano gratificazioni immediate in un contesto parentale permissivo. Le frasi: “Sei un’imbrogliona…tu non esisti…esiste solo la nonna”, sono espressioni di confusione e sofferenza per ciò che gli accade intorno; infatti, i bimbi spesso non riescono ad riferire i loro sentimenti in modo chiaro e possono apparire diretti e aggressivi; questo non significa che suo figlio non le vuol bene. Di fronte a questa situazione frustrante è necessario mantenere la calma e usare la ragione senza cedere alle provocazioni. Compito dei nonni è certamente predisporre un ambiente familiare affettivo e accomodante, mentre quello dei genitori è stabilire regole e routine che abituano i figli alle prime responsabilità. Definisca, in accordo con il padre, regolamenti chiari e coerenti al fine di garantire uniformità educativa. Le sarà utile anche organizzare un tempo di “qualità” per rafforzare il vostro legame in cui stare insieme è piacevole perché vi è amore, cura, serenità. Lo coinvolga in attività all’aperto utili a stimolare l’aspetto creativo e a scaricare la tensione emotiva accumulata; offra al suo bambino alternative salutari e divertenti. Un ulteriore suggerimento che sento di darle è considerare l’opportunità di consultare un professionista della salute mentale come supporto alla genitorialità o un terapeuta infantile per aiutare il bambino ad elaborare le proprie emozioni e acquisire strategie per gestire le situazioni. Sono sicura che con pazienza e determinazione potrà superare questa delicatissima fase di transizione. La saluto con affetto e resto a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento.
Dott.ssa Chiara Lagi
Dott.ssa Chiara Lagi
Cara signora, suo figlio piccolo le sta mostrando il suo sconcerto di fronte alla separazione di voi genitori, una situazione per lui molto pesante da comprendere ed elaborare. Sicuramente si stara’ facendo molte domande a proposito, portandosi dentro un senso di grande disorientamento. La nonna paterna potrebbe percio’ rappresentare un rifugio, una persona stabile ed affidabile, ma anche la persona presso cui ritrovarsi con il proprio papa’. Cerchi di capire cosa gli sta succedendo e non si abbatta. Per i figli e’ sempre faticoso accettare la separazione dei genitori, in questo caso tanto piu’, visto che anche il fratello si e’ trasferito dal padre.
Gentilissima,
posso solo immaginare la difficoltà ed emozioni che sta provando, grazie per averle condivise con noi. E' normale che lei soffra in una situazione come questa, molto difficile da gestire. Sicuramente il colloquio con uno psicologo le potrebbe far bene per comprenderla meglio, capire che cosa le dà più dispiacere (i dettagli e le persone che riguardano questo dispiacere) e come poter reagire. In casi di separazioni è facile che accada una sorta di polarizzazione di alcuni membri della famiglia, spesso per effetto di sentimenti ed emozioni non chiare e delineate o anche per incomprensioni. In questo caso non potendo lei agire sugli altri, è importante che possa agire su se stessa e capire bene come gestire la situazione, sia a livello di propria sofferenza, sia a livello di possibile comunicazione con gli altri. Infatti, si ricordi che lo psicologo è importante anche in casi di incertezza e poca chiarezza comunicativa, aiutando a capire che cosa vuole comunicare, a chi -soggetto specifico-, e in che modo. La comunicazione spesso è sottovalutata, ma molte volte risulta essere anche la chiave che può sbloccare molte porte.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
posso solo immaginare la difficoltà ed emozioni che sta provando, grazie per averle condivise con noi. E' normale che lei soffra in una situazione come questa, molto difficile da gestire. Sicuramente il colloquio con uno psicologo le potrebbe far bene per comprenderla meglio, capire che cosa le dà più dispiacere (i dettagli e le persone che riguardano questo dispiacere) e come poter reagire. In casi di separazioni è facile che accada una sorta di polarizzazione di alcuni membri della famiglia, spesso per effetto di sentimenti ed emozioni non chiare e delineate o anche per incomprensioni. In questo caso non potendo lei agire sugli altri, è importante che possa agire su se stessa e capire bene come gestire la situazione, sia a livello di propria sofferenza, sia a livello di possibile comunicazione con gli altri. Infatti, si ricordi che lo psicologo è importante anche in casi di incertezza e poca chiarezza comunicativa, aiutando a capire che cosa vuole comunicare, a chi -soggetto specifico-, e in che modo. La comunicazione spesso è sottovalutata, ma molte volte risulta essere anche la chiave che può sbloccare molte porte.
Spero di averle dato un po' più di chiarezza, per qualsiasi cosa non esiti a contattarmi. Dott.ssa Tommasini
Buongiorno e grazie per aver condiviso con me questa situazione che certamente ti provoca molta sofferenza. Il comportamento del tuo bimbo, così come le sue parole, è comprensibile in un contesto di separazione e adattamento a nuove dinamiche familiari. Quello che stai vivendo è una fase di transizione difficile, che richiede tempo e pazienza per essere affrontata nel modo migliore.
Ciao, grazie per avermi scritto. Capisco quanto possa essere doloroso sentire il tuo bambino dire queste cose, soprattutto quando è un periodo di grande cambiamento per tutta la famiglia. I bambini piccoli, come il tuo, spesso reagiscono in modo molto diretto e genuino a ciò che percepiscono intorno a loro, ma non hanno sempre la capacità di comprendere completamente le ragioni dietro le scelte o le dinamiche familiari.
Il fatto che tuo figlio abbia iniziato a dire che "non ti vuole" e preferisce stare dalla nonna, con la quale percepisce un ambiente più permissivo e "più comodo" (dolci, cartoni, meno regole), è una reazione tipica. I bambini, soprattutto alla sua età, si sentono attratti dalle situazioni che sembrano più gratificanti e senza le regole più rigide che percepiscono a casa. Non è una mancanza di amore per te, ma una forma di desiderio di qualcosa che sembra più piacevole in quel momento. A questa età, la percezione di "piacere" e "ricompensa" è spesso legata a ciò che è più immediato e visibile (come i dolci o la TV).
Ciò che può aiutarti in questa fase è, da una parte, cercare di non prenderla come un rifiuto personale. Anche se fa male sentire queste parole, il tuo bambino non intende ferirti. Potrebbe esserci anche una fase di confusione per il cambiamento di routine che la separazione ha creato, con la divisione del tempo tra la tua casa e quella del padre. È importante cercare di essere coerente nelle regole e nei limiti che stabilisci, per far capire al bambino che, nonostante le differenze, l'amore e la sicurezza rimangono invariati.
Ecco alcune cose che potresti considerare:
1. **Accogliere le emozioni del bambino senza giudizio**
Quando il tuo bimbo ti dice queste cose, prova a mantenere la calma e a non reagire con frustrazione, anche se è difficile. Puoi rispondere in modo empatico:
"Capisco che ti piaccia stare dalla nonna, ci sono tante cose divertenti là. Ma io voglio che tu stia con me anche quando dobbiamo seguire delle regole, e so che alla lunga ti sentirai bene anche qui."
2. **Creare momenti di qualità**
Cerca di offrire al bambino momenti speciali e unici con te che siano più piacevoli, come fare insieme un’attività divertente o un pasto speciale, per rendere anche la tua casa un posto attraente per lui, anche se le regole sono diverse da quelle della nonna.
3. **Parlare con il padre e la nonna**
Potrebbe essere utile cercare un confronto aperto con il padre e la nonna per coordinare le aspettative. Se possibile, cercate di essere uniti nel far capire al bambino che entrambe le case sono importanti, ma ci sono delle regole che vanno rispettate. È fondamentale che il bambino non percepisca che ci siano conflitti tra le due case.
4. **Incoraggiare l’espressione dei sentimenti**
A volte, i bambini più piccoli non sanno come esprimere la tristezza o la frustrazione per i cambiamenti familiari. Invitalo a parlare dei suoi sentimenti, e anche a disegnare o giocare per esprimere ciò che prova. Può anche essere utile chiedergli come si sente, usando un linguaggio che può capire, come: “Come ti senti quando pensi alla mamma, al papà, e alla nonna?”
5. **Rimanere coerente e paziente**
La pazienza è fondamentale in questo processo. È possibile che la situazione migliori nel tempo, man mano che il bambino si adatta alla nuova routine e alle nuove dinamiche familiari. Continua a mostrargli affetto e sostegno, anche quando le sue parole ti fanno male.
La separazione è un momento di cambiamento e di adattamento per tutti, compresi i bambini. La loro capacità di comprendere pienamente le dinamiche familiari aumenta con l’età, quindi il comportamento che oggi ti sembra rifiuto potrebbe essere una fase passeggera. Stai facendo un grande lavoro nell’essere presente e nell'ascoltare le sue emozioni, e questo è un passo molto importante per aiutarlo a sentirsi amato e sicuro anche in questa nuova situazione.
Se desideri affrontare questi temi più approfonditamente o se senti la necessità di un supporto ulteriore, non esitare a chiedere.
Ciao, grazie per avermi scritto. Capisco quanto possa essere doloroso sentire il tuo bambino dire queste cose, soprattutto quando è un periodo di grande cambiamento per tutta la famiglia. I bambini piccoli, come il tuo, spesso reagiscono in modo molto diretto e genuino a ciò che percepiscono intorno a loro, ma non hanno sempre la capacità di comprendere completamente le ragioni dietro le scelte o le dinamiche familiari.
Il fatto che tuo figlio abbia iniziato a dire che "non ti vuole" e preferisce stare dalla nonna, con la quale percepisce un ambiente più permissivo e "più comodo" (dolci, cartoni, meno regole), è una reazione tipica. I bambini, soprattutto alla sua età, si sentono attratti dalle situazioni che sembrano più gratificanti e senza le regole più rigide che percepiscono a casa. Non è una mancanza di amore per te, ma una forma di desiderio di qualcosa che sembra più piacevole in quel momento. A questa età, la percezione di "piacere" e "ricompensa" è spesso legata a ciò che è più immediato e visibile (come i dolci o la TV).
Ciò che può aiutarti in questa fase è, da una parte, cercare di non prenderla come un rifiuto personale. Anche se fa male sentire queste parole, il tuo bambino non intende ferirti. Potrebbe esserci anche una fase di confusione per il cambiamento di routine che la separazione ha creato, con la divisione del tempo tra la tua casa e quella del padre. È importante cercare di essere coerente nelle regole e nei limiti che stabilisci, per far capire al bambino che, nonostante le differenze, l'amore e la sicurezza rimangono invariati.
Ecco alcune cose che potresti considerare:
1. **Accogliere le emozioni del bambino senza giudizio**
Quando il tuo bimbo ti dice queste cose, prova a mantenere la calma e a non reagire con frustrazione, anche se è difficile. Puoi rispondere in modo empatico:
"Capisco che ti piaccia stare dalla nonna, ci sono tante cose divertenti là. Ma io voglio che tu stia con me anche quando dobbiamo seguire delle regole, e so che alla lunga ti sentirai bene anche qui."
2. **Creare momenti di qualità**
Cerca di offrire al bambino momenti speciali e unici con te che siano più piacevoli, come fare insieme un’attività divertente o un pasto speciale, per rendere anche la tua casa un posto attraente per lui, anche se le regole sono diverse da quelle della nonna.
3. **Parlare con il padre e la nonna**
Potrebbe essere utile cercare un confronto aperto con il padre e la nonna per coordinare le aspettative. Se possibile, cercate di essere uniti nel far capire al bambino che entrambe le case sono importanti, ma ci sono delle regole che vanno rispettate. È fondamentale che il bambino non percepisca che ci siano conflitti tra le due case.
4. **Incoraggiare l’espressione dei sentimenti**
A volte, i bambini più piccoli non sanno come esprimere la tristezza o la frustrazione per i cambiamenti familiari. Invitalo a parlare dei suoi sentimenti, e anche a disegnare o giocare per esprimere ciò che prova. Può anche essere utile chiedergli come si sente, usando un linguaggio che può capire, come: “Come ti senti quando pensi alla mamma, al papà, e alla nonna?”
5. **Rimanere coerente e paziente**
La pazienza è fondamentale in questo processo. È possibile che la situazione migliori nel tempo, man mano che il bambino si adatta alla nuova routine e alle nuove dinamiche familiari. Continua a mostrargli affetto e sostegno, anche quando le sue parole ti fanno male.
La separazione è un momento di cambiamento e di adattamento per tutti, compresi i bambini. La loro capacità di comprendere pienamente le dinamiche familiari aumenta con l’età, quindi il comportamento che oggi ti sembra rifiuto potrebbe essere una fase passeggera. Stai facendo un grande lavoro nell’essere presente e nell'ascoltare le sue emozioni, e questo è un passo molto importante per aiutarlo a sentirsi amato e sicuro anche in questa nuova situazione.
Se desideri affrontare questi temi più approfonditamente o se senti la necessità di un supporto ulteriore, non esitare a chiedere.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile Utente, sicuramente stanno avvenendo cambiamenti importanti nella vita sua e dei suoi figli, a maggior ragione se ora mi sembra di capire si trovi da sola in casa a gestire un'adolescente e un bimbo piccolo. Aggiungerei che in generale l'adoelscenza é un periodo critico per loro cosí come per i genitori.
Pee questi motivi mi sembra ci siano le basi per valutare seriamente di chiedere un consulto psicologico, sofferenza e frustrazione sono reali e ha tutto il diritto di capire come potersene prendere cura.
Spero di essere stato utile, avesse altri dubbi o curiositá mi scriva pure.
Dotto Mauro Simonetti
Pee questi motivi mi sembra ci siano le basi per valutare seriamente di chiedere un consulto psicologico, sofferenza e frustrazione sono reali e ha tutto il diritto di capire come potersene prendere cura.
Spero di essere stato utile, avesse altri dubbi o curiositá mi scriva pure.
Dotto Mauro Simonetti
Buonasera, suo figlio sta vivendo un momento di sofferenza e cerca attenzioni dicendo frasi che la fanno stare male. Ovviamente non è una cosa consapevole e pensata ma sente quanto la fa stare male. Conoscendo poco la situazione le consiglio solo di stargli vicino e dirgli che non lo lascerà mai nonostante quello che gli dici. Hanno anche bisogno di molto contatto fisico e contenimento emotivo. Se ha bisogno rimango a disposizione soprattutto per supportarla in questa fase in cui la separazione non è mai facile nè priva di dolore.
A disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
A disposizione, Dott.ssa Casumaro Giada
Buonasera,
Capisco quanto questa situazione sia dolorosa per lei. La separazione comporta un grande cambiamento che genera un vero e proprio "terremoto" emotivo che interessa tutti, grandi e bambini. E' naturale sentirsi frustati e feriti quando un figlio sembra rifiutare la propria madre in un momento così delicato ma è importante ricordare che non si tratta di un rifiuto reale, probabilmente sta cercando di dare un senso alle sue emozioni e ai nuovi equilibri familiari. Le differenze tra la casa in cui vive con Lei e quella della nonna con il padre possono confonderlo, ma non per questo deve considerare sbagliate le sue scelte : i bambini preferiscono i contesti in cui ricevono gratificazione immediate e facili ma è fondamentale che ricevano regole, stabilità e soprattutto sicurezza affettiva e coerenza educativa. Provi ad accogliere le sue emozioni senza prenderle come un giudizio personale, lo rassicuri e mantenga sempre un dialogo aperto creando momenti di qualità insieme in modo da rafforzare il legame in questa fase così delicata. Se lo ritiene necessario prenda in considerazione l'idea di un confronto costruttivo con la famiglia del padre e con quest'ultimo, magari anche con l'aiuto di uno specialista, in modo da portare avanti in modo condiviso la coerenza educativa fondamentale per la crescita serena dei figli.
Capisco quanto questa situazione sia dolorosa per lei. La separazione comporta un grande cambiamento che genera un vero e proprio "terremoto" emotivo che interessa tutti, grandi e bambini. E' naturale sentirsi frustati e feriti quando un figlio sembra rifiutare la propria madre in un momento così delicato ma è importante ricordare che non si tratta di un rifiuto reale, probabilmente sta cercando di dare un senso alle sue emozioni e ai nuovi equilibri familiari. Le differenze tra la casa in cui vive con Lei e quella della nonna con il padre possono confonderlo, ma non per questo deve considerare sbagliate le sue scelte : i bambini preferiscono i contesti in cui ricevono gratificazione immediate e facili ma è fondamentale che ricevano regole, stabilità e soprattutto sicurezza affettiva e coerenza educativa. Provi ad accogliere le sue emozioni senza prenderle come un giudizio personale, lo rassicuri e mantenga sempre un dialogo aperto creando momenti di qualità insieme in modo da rafforzare il legame in questa fase così delicata. Se lo ritiene necessario prenda in considerazione l'idea di un confronto costruttivo con la famiglia del padre e con quest'ultimo, magari anche con l'aiuto di uno specialista, in modo da portare avanti in modo condiviso la coerenza educativa fondamentale per la crescita serena dei figli.
Gentile utente, comprendo profondamente il suo dolore e la sua preoccupazione. La situazione che descrive è molto delicata e richiede un'attenzione particolare. È importante ricordare che i bambini piccoli, soprattutto in un periodo di cambiamento come una separazione, possono esprimere il loro disagio in modi che ci appaiono incomprensibili o addirittura offensivi. Il fatto che suo figlio associ la nonna a un ambiente di gratificazione immediata, come dolci e cartoni animati, è tipico dell'età. A tre anni, i bambini sono attratti da ciò che offre piacere immediato e possono avere difficoltà a comprendere le conseguenze a lungo termine. Le frasi che suo figlio le rivolge, come "sei imbrogliona" o "non esisti", potrebbero indicare un'influenza esterna, anche involontaria, da parte della famiglia paterna. È possibile che il bambino stia ripetendo concetti sentiti in quel contesto, senza comprenderne appieno il significato. Invece di reagire con frustrazione, cerchi di rispondere con empatia e comprensione. Ad esempio, potrebbe dirgli: "Capisco che ti piace molto stare dalla nonna e che ti diverti lì. Anch'io ti voglio bene e mi piace quando stiamo insieme". È fondamentale che lei mantenga la calma e cerchi di rafforzare il legame con suo figlio, dedicandogli tempo di qualità e creando un ambiente sereno e accogliente in casa. Inoltre, le consiglio vivamente di cercare un dialogo costruttivo con il padre del bambino, per concordare linee guida educative comuni e limitare l'influenza negativa della famiglia allargata. Se la situazione dovesse persistere o peggiorare, non esiti a considerare una consulenza familiare, che può aiutarvi a gestire le dinamiche familiari complesse e a supportare il bambino in questo momento di transizione.
Buongiorno,
la situazione che descrivi è molto delicata e comprensibilmente dolorosa. La separazione è un momento difficile per tutti i membri della famiglia, ei bambini, soprattutto i più piccoli, possono avere reazioni emotive complesse.
Suo figlio di 3 anni sta probabilmente cercando di elaborare il cambiamento e di trovare un proprio equilibrio tra le due realtà familiari. A questa età, i bambini non hanno ancora gli strumenti per esprimere in modo articolato i loro vissuti emotivi e spesso utilizzano frasi forti per comunicare ciò che provano. Il fatto che associa la nonna a esperienze piacevoli, come i dolcetti ei cartoni animati, potrebbe essere il suo modo di manifestare un bisogno di sicurezza e di conforto in un momento di cambiamento.
È importante accogliere le sue parole senza viverle come un rifiuto personale. Eviti di entrare in competizione con l'altra parte della famiglia e continuare a offrire al bambino un ambiente affettuoso, con regole chiare ma anche momenti di condivisione e leggerezza. Può essere utile valorizzare i momenti insieme con giochi, racconti e attività che rafforzino il vostro legame.
Detto questo, se il disagio continua e diventa difficile da gestire, potrebbe essere utile un supporto psicologico per comprendere meglio i bisogni emotivi di suo figlio e trovare strategie efficaci per affrontare la situazione. Rivolgersi a uno specialista può essere un passo importante per aiutare sia lei che il suo bambino a superare questo momento nel modo più sereno possibile.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
la situazione che descrivi è molto delicata e comprensibilmente dolorosa. La separazione è un momento difficile per tutti i membri della famiglia, ei bambini, soprattutto i più piccoli, possono avere reazioni emotive complesse.
Suo figlio di 3 anni sta probabilmente cercando di elaborare il cambiamento e di trovare un proprio equilibrio tra le due realtà familiari. A questa età, i bambini non hanno ancora gli strumenti per esprimere in modo articolato i loro vissuti emotivi e spesso utilizzano frasi forti per comunicare ciò che provano. Il fatto che associa la nonna a esperienze piacevoli, come i dolcetti ei cartoni animati, potrebbe essere il suo modo di manifestare un bisogno di sicurezza e di conforto in un momento di cambiamento.
È importante accogliere le sue parole senza viverle come un rifiuto personale. Eviti di entrare in competizione con l'altra parte della famiglia e continuare a offrire al bambino un ambiente affettuoso, con regole chiare ma anche momenti di condivisione e leggerezza. Può essere utile valorizzare i momenti insieme con giochi, racconti e attività che rafforzino il vostro legame.
Detto questo, se il disagio continua e diventa difficile da gestire, potrebbe essere utile un supporto psicologico per comprendere meglio i bisogni emotivi di suo figlio e trovare strategie efficaci per affrontare la situazione. Rivolgersi a uno specialista può essere un passo importante per aiutare sia lei che il suo bambino a superare questo momento nel modo più sereno possibile.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Buongiorno, Posso immaginare quanto questa situazione sia dolorosa per lei. Il suo bambino di tre anni, con le sue parole, sta toccando un punto molto sensibile, perché il legame tra madre e figlio è profondo, e sentirsi rifiutata da lui deve essere emotivamente difficile. È importante, però, ricordare che a questa età i bambini non hanno ancora la capacità di comprendere pienamente il significato delle loro parole e spesso esprimono concetti in modo esagerato, senza rendersi conto dell’impatto che possono avere sugli altri. Nel suo caso, il bambino potrebbe semplicemente star manifestando una preferenza momentanea per un ambiente che gli appare più attraente, senza che questo significhi un rifiuto reale nei suoi confronti. A tre anni, i bambini sono molto orientati al piacere immediato: se in un posto può mangiare dolci e guardare molti cartoni animati, è naturale che lo trovi più divertente e che voglia stare lì. Inoltre, in situazioni di separazione, i bambini piccoli possono faticare a gestire il cambiamento e potrebbero cercare di affermare un senso di controllo sulla situazione scegliendo, almeno a parole, una figura o un ambiente che li rassicura. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, un approccio utile potrebbe essere quello di non dare troppo peso alle sue parole in termini emotivi, ma piuttosto di osservarle come un comportamento da interpretare. Più lei si mostra turbata dalle sue affermazioni, più lui potrebbe reiterarle, perché a questa età i bambini sperimentano il potere delle parole e il modo in cui influenzano gli altri. Questo non significa ignorare quello che dice, ma rispondere con calma e fermezza. Ad esempio, se dice "tu non esisti, esiste solo la nonna", potrebbe rispondere con un tono sereno: “Capisco che ti piace stare dalla nonna, ma io sono sempre qui per te e ti voglio bene". Può anche essere utile creare momenti di qualità con lui che non siano in competizione con ciò che trova a casa della nonna. Non è necessario cercare di "battere" l’ambiente più permissivo, ma piuttosto costruire un’esperienza diversa e ugualmente appagante per lui. Attività manuali, giochi interattivi, racconti o semplici momenti di coccole possono aiutarlo a rafforzare il legame con lei in modo naturale. Infine, se nota che questa preferenza espressa dal bambino diventa una costante e non solo un modo per testare i limiti, potrebbe essere utile parlarne con un esperto dell’età evolutiva. A tre anni, i bambini stanno ancora sviluppando la loro comprensione delle relazioni e delle emozioni, quindi con il giusto supporto e con un atteggiamento paziente e coerente da parte sua, questa fase tenderà a ridimensionarsi. Lei sta facendo del suo meglio per affrontare una situazione complessa, ed è importante riconoscere anche il suo valore come madre, indipendentemente da ciò che suo figlio esprime in questo momento. Le auguro il meglio. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente, posso immaginare quanto questa situazione possa essere difficile da gestire. Essere genitori non è semplice, soprattutto quanto intervengono diversi livelli di complessità dettati, ad esempio, dall'essere genitori separati. Potrebbe essere utile per lei, un percorso di sostegno psicologico per comprendere cosa sta accadendo e quali difficoltà incontra nel suo rapporto con i figli, in maniera tale da poter riuscire a interagire con loro in maniera più serena. Se lo vorrà sono a sua disposizione anche online. Le auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Cara utente,
il momento della separazione è un periodo difficile che tocca tutta la famiglia, quindi anche i figli di qualsiasi età. Questa difficoltà può essere più o meno espresso in diversi modi, ognuno ha il suo e il comportamento di suo figlio minore può essere ricondotto a ciò che la famiglia sta attraversando. Potrebbe essere utile avere per lei un supporto, dove possa parlare di questa frustrazione e del suo stato d'animo, in modo che possa avere le giuste energie per gestire la situazione sia a livello personale come donna e sia come madre ed esserci come supporto per i propri figli a trovare un nuovo equilibrio in questa separazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
il momento della separazione è un periodo difficile che tocca tutta la famiglia, quindi anche i figli di qualsiasi età. Questa difficoltà può essere più o meno espresso in diversi modi, ognuno ha il suo e il comportamento di suo figlio minore può essere ricondotto a ciò che la famiglia sta attraversando. Potrebbe essere utile avere per lei un supporto, dove possa parlare di questa frustrazione e del suo stato d'animo, in modo che possa avere le giuste energie per gestire la situazione sia a livello personale come donna e sia come madre ed esserci come supporto per i propri figli a trovare un nuovo equilibrio in questa separazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella
Buongiorno,
La ringrazio molto per aver condiviso la sua situazione. È comprensibile che le parole e l’atteggiamento di suo figlio, specie in un periodo così delicato, possano provocarle molta sofferenza. La separazione è un momento complesso per tutti, adulti e bambini, e ognuno la affronta a modo proprio, cercando di trovare sicurezza e stabilità nei cambiamenti.
Prima di tutto, le suggerisco di prendersi cura di sé e di ciò che questa situazione sta provocando dentro di lei. È importante riconoscere l’effetto che le parole di suo figlio hanno su di lei e dare spazio a queste emozioni, senza giudicarle. La sofferenza che prova è legittima e merita attenzione.
I bambini piccoli, in particolare, possono esprimere il loro disagio in modi diretti, senza piena consapevolezza dell’effetto che le loro parole possono avere sugli altri.
Anche se può essere doloroso, continui a mantenere un dialogo aperto e accogliente con lui, senza svalutare ciò che prova. Aiutarlo a comprendere che l'amore di una mamma è stabile e sicuro, anche quando le abitudini e gli spazi di vita cambiano, può essere fondamentale per lui.
Se sente che questa situazione le sta causando sofferenza o sta influenzando il rapporto con suo figlio, potrebbe valutare un supporto professionale. Avere a disposizione uno spazio sicuro dove esplorare e comprendere i suoi vissuti, potrebbe aiutarla a trovare nuove strategie per affrontare questa situazione, soprattutto in questa nuova fase della sua vita dopo la separazione.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Stella Gelli
La ringrazio molto per aver condiviso la sua situazione. È comprensibile che le parole e l’atteggiamento di suo figlio, specie in un periodo così delicato, possano provocarle molta sofferenza. La separazione è un momento complesso per tutti, adulti e bambini, e ognuno la affronta a modo proprio, cercando di trovare sicurezza e stabilità nei cambiamenti.
Prima di tutto, le suggerisco di prendersi cura di sé e di ciò che questa situazione sta provocando dentro di lei. È importante riconoscere l’effetto che le parole di suo figlio hanno su di lei e dare spazio a queste emozioni, senza giudicarle. La sofferenza che prova è legittima e merita attenzione.
I bambini piccoli, in particolare, possono esprimere il loro disagio in modi diretti, senza piena consapevolezza dell’effetto che le loro parole possono avere sugli altri.
Anche se può essere doloroso, continui a mantenere un dialogo aperto e accogliente con lui, senza svalutare ciò che prova. Aiutarlo a comprendere che l'amore di una mamma è stabile e sicuro, anche quando le abitudini e gli spazi di vita cambiano, può essere fondamentale per lui.
Se sente che questa situazione le sta causando sofferenza o sta influenzando il rapporto con suo figlio, potrebbe valutare un supporto professionale. Avere a disposizione uno spazio sicuro dove esplorare e comprendere i suoi vissuti, potrebbe aiutarla a trovare nuove strategie per affrontare questa situazione, soprattutto in questa nuova fase della sua vita dopo la separazione.
Se lo desidera, sono a disposizione per accompagnarla in questo percorso.
Un caro saluto,
Dott.ssa Stella Gelli
Gentile, immagino quanto la situazione sia delicata e sofferente. Un percorso di supporto potrebbe essere utile per gestire le dinamiche con il suo ex marito, la sua ex suocera e con i bambini, soprattutto per fare in modo che i figli non finiscano in mezzo a dinamiche di parte o per evitare che debbano “schierarsi” in qualche modo. Le auguro tanta serenità. Resto a disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Non mi è chiaro. Il bimbo di tre anni vive col padre? Come mai non lo tiene lei?
Gentile, mi dispiace per la difficoltà che sta vivendo. La separazione e la gestione dei figli in queste situazioni possono essere particolarmente complicate. È normale che suo figlio di 3 anni si senta diviso tra due mondi che percepisce come molto diversi, e che esprima frustrazione in modo così diretto. Le sue parole, seppur dolorose, sono un riflesso delle sue emozioni e della confusione che può provare nel trovarsi a gestire due ambienti contrastanti. È importante cercare di restare calma e non internalizzare troppo queste frasi, poiché fanno parte di un processo di adattamento. Potrebbe essere utile parlare con il padre per trovare un punto di incontro sulla gestione delle abitudini e cercare di offrire a suo figlio una maggiore stabilità e continuità emotiva. Considerare anche il supporto di uno psicoterapeuta infantile per aiutarlo ad esprimere le sue emozioni potrebbe rivelarsi utile.
Cara mamma,
prima di tutto grazie per aver condiviso una situazione così delicata e dolorosa. Le parole di un bambino – soprattutto quando colpiscono così profondamente il nostro ruolo genitoriale – possono ferire in modo invisibile ma profondo. La tua sofferenza è più che comprensibile.
Quello che sta accadendo
Il tuo bimbo di 3 anni sta vivendo **una separazione importante**, che per lui è probabilmente difficile da comprendere e da gestire emotivamente. A quest’età i bambini **non hanno ancora gli strumenti cognitivi ed emotivi per esprimere cosa provano**, quindi le loro emozioni spesso escono in modo confuso, attraverso frasi forti o provocatorie.
Quando ti dice “tu non esisti” o “sei imbrogliona”, non è un giudizio reale su di te come madre, ma **una manifestazione del suo disorientamento e del suo tentativo di trovare una stabilità affettiva**. In pratica, sta cercando di capire dove si sente sicuro, dove si diverte di più, chi gli dà “subito” quello che desidera — ed è normale che questo coincida con un ambiente più permissivo e "piacevole", come può essere quello della nonna paterna.
A 3 anni i bambini non “scelgono”: reagiscono
Un bimbo di tre anni non ha ancora la capacità di comprendere le conseguenze delle sue parole. Quando idealizza l’altro ambiente (tv, dolci, cartoni), non sta facendo un confronto consapevole o una critica vera. Sta cercando di **regolare il suo mondo interiore** usando ciò che lo fa sentire più in controllo. E magari sente anche, inconsciamente, la tua tristezza o tensione e vi reagisce a modo suo.
Cosa puoi fare, come madre
Ecco qualche spunto per aiutarti a gestire questo momento con dolcezza e fermezza:
1. **Non personalizzare le sue frasi**
Anche se fanno male, cerca di ricordarti che le sue parole non sono il riflesso della realtà né del tuo valore come madre. Lui sta cercando di dare un senso a un grande cambiamento.
2. **Rispondi con empatia, non con scontro**
Puoi dire con calma:
> "Capisco che ti piaccia stare dalla nonna, ci sono tante cose divertenti lì. Ma anche qui con me ci sono cose belle, e io ti voglio tanto bene, sempre."
> Questo lo rassicura senza alimentare il conflitto tra i due ambienti.
3. **Crea piccoli rituali esclusivi con lui**
Costruisci momenti speciali solo vostri, anche semplici: cucinare insieme, leggere una storia, fare un gioco. Non servono dolci o cartoni, serve **presenza affettuosa e stabile**.
4. **Coinvolgi una figura terza se necessario**
Se senti che la famiglia paterna tende a favorire un’alleanza a scapito della tua autorevolezza, potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore familiare o uno psicologo dell’età evolutiva, **per tutelare l’equilibrio psicologico del bambino**.
5. **Tieni vivi il tuo ruolo e la tua autostima materna**
I bambini possono cambiare mille volte il loro modo di vedere le cose, ma ciò che resta è **il legame profondo che costruisci ogni giorno con lui, con pazienza e amore**. Non dimenticarlo mai.
In sintesi
Il tuo bambino non sta scegliendo tra te e la nonna: sta cercando di sopravvivere a un cambiamento che non può ancora comprendere.
Tu, invece, stai facendo il lavoro difficile ma fondamentale di **essere un punto fermo, anche quando lui non lo riconosce ancora**. Questo, nel tempo, farà la vera differenza.
Se vuoi, possiamo anche esplorare insieme strategie comunicative o giochi che rafforzino il vostro legame.
Un abbraccio pieno di stima,
**una psicologa**
prima di tutto grazie per aver condiviso una situazione così delicata e dolorosa. Le parole di un bambino – soprattutto quando colpiscono così profondamente il nostro ruolo genitoriale – possono ferire in modo invisibile ma profondo. La tua sofferenza è più che comprensibile.
Quello che sta accadendo
Il tuo bimbo di 3 anni sta vivendo **una separazione importante**, che per lui è probabilmente difficile da comprendere e da gestire emotivamente. A quest’età i bambini **non hanno ancora gli strumenti cognitivi ed emotivi per esprimere cosa provano**, quindi le loro emozioni spesso escono in modo confuso, attraverso frasi forti o provocatorie.
Quando ti dice “tu non esisti” o “sei imbrogliona”, non è un giudizio reale su di te come madre, ma **una manifestazione del suo disorientamento e del suo tentativo di trovare una stabilità affettiva**. In pratica, sta cercando di capire dove si sente sicuro, dove si diverte di più, chi gli dà “subito” quello che desidera — ed è normale che questo coincida con un ambiente più permissivo e "piacevole", come può essere quello della nonna paterna.
A 3 anni i bambini non “scelgono”: reagiscono
Un bimbo di tre anni non ha ancora la capacità di comprendere le conseguenze delle sue parole. Quando idealizza l’altro ambiente (tv, dolci, cartoni), non sta facendo un confronto consapevole o una critica vera. Sta cercando di **regolare il suo mondo interiore** usando ciò che lo fa sentire più in controllo. E magari sente anche, inconsciamente, la tua tristezza o tensione e vi reagisce a modo suo.
Cosa puoi fare, come madre
Ecco qualche spunto per aiutarti a gestire questo momento con dolcezza e fermezza:
1. **Non personalizzare le sue frasi**
Anche se fanno male, cerca di ricordarti che le sue parole non sono il riflesso della realtà né del tuo valore come madre. Lui sta cercando di dare un senso a un grande cambiamento.
2. **Rispondi con empatia, non con scontro**
Puoi dire con calma:
> "Capisco che ti piaccia stare dalla nonna, ci sono tante cose divertenti lì. Ma anche qui con me ci sono cose belle, e io ti voglio tanto bene, sempre."
> Questo lo rassicura senza alimentare il conflitto tra i due ambienti.
3. **Crea piccoli rituali esclusivi con lui**
Costruisci momenti speciali solo vostri, anche semplici: cucinare insieme, leggere una storia, fare un gioco. Non servono dolci o cartoni, serve **presenza affettuosa e stabile**.
4. **Coinvolgi una figura terza se necessario**
Se senti che la famiglia paterna tende a favorire un’alleanza a scapito della tua autorevolezza, potrebbe essere utile coinvolgere un mediatore familiare o uno psicologo dell’età evolutiva, **per tutelare l’equilibrio psicologico del bambino**.
5. **Tieni vivi il tuo ruolo e la tua autostima materna**
I bambini possono cambiare mille volte il loro modo di vedere le cose, ma ciò che resta è **il legame profondo che costruisci ogni giorno con lui, con pazienza e amore**. Non dimenticarlo mai.
In sintesi
Il tuo bambino non sta scegliendo tra te e la nonna: sta cercando di sopravvivere a un cambiamento che non può ancora comprendere.
Tu, invece, stai facendo il lavoro difficile ma fondamentale di **essere un punto fermo, anche quando lui non lo riconosce ancora**. Questo, nel tempo, farà la vera differenza.
Se vuoi, possiamo anche esplorare insieme strategie comunicative o giochi che rafforzino il vostro legame.
Un abbraccio pieno di stima,
**una psicologa**
Gentile signora, quello che sta attraversando è comprensibilmente molto faticoso.
È importante tenere presente che la separazione dei genitori è sempre un evento di grande impatto per i figli, e più sono piccoli, meno hanno gli strumenti per comprendere perché mamma e papà non vivono più insieme e per dare un senso alle emozioni che questa situazione fa emergere in loro. Un bambino di 3 anni si trova in una fase dello sviluppo in cui il pensiero è ancora molto concreto e le sue reazioni possono sembrare crude o dirette, ma in realtà sono il modo che ha per esprimere una confusione e un disagio più profondi.
Le parole di suo figlio più che un vero rifiuto verso di lei, sono probabilmente un sintomo della difficoltà nel dare senso a ciò che sta vivendo. I bambini piccoli, quando si sentono spaesati o insicuri, possono aggrapparsi a ciò che in quel momento percepiscono come più rassicurante o gratificante (i dolcetti, i cartoni, l'atmosfera diversa). Non si tratta necessariamente di una scelta "contro" di lei, ma del tentativo di un bambino molto piccolo di gestire qualcosa che è più grande di lui.
Anche il fatto che i suoi figli più grandi abbiano scelto di dividersi tra le due case può aggiungere ulteriore complessità emotiva per il piccolo, che si trova a dover fare i conti con una frammentazione del nucleo familiare su più livelli.
Se questa situazione sta creando disagio sia per lei che per i suoi figli, potrebbe essere davvero importante rivolgersi a un professionista che si occupi di età evolutiva e di supporto alla genitorialità. Uno spazio di questo tipo potrebbe aiutarvi ad elaborare insieme quello che sta accadendo, a trovare parole e modalità per accompagnare suo figlio in questa transizione, e a sostenere anche lei nel gestire la sofferenza che queste dinamiche le provocano.
Le auguro di trovare il supporto di cui avete bisogno. Un caro saluto, dott.ssa Martina Baiocchi
È importante tenere presente che la separazione dei genitori è sempre un evento di grande impatto per i figli, e più sono piccoli, meno hanno gli strumenti per comprendere perché mamma e papà non vivono più insieme e per dare un senso alle emozioni che questa situazione fa emergere in loro. Un bambino di 3 anni si trova in una fase dello sviluppo in cui il pensiero è ancora molto concreto e le sue reazioni possono sembrare crude o dirette, ma in realtà sono il modo che ha per esprimere una confusione e un disagio più profondi.
Le parole di suo figlio più che un vero rifiuto verso di lei, sono probabilmente un sintomo della difficoltà nel dare senso a ciò che sta vivendo. I bambini piccoli, quando si sentono spaesati o insicuri, possono aggrapparsi a ciò che in quel momento percepiscono come più rassicurante o gratificante (i dolcetti, i cartoni, l'atmosfera diversa). Non si tratta necessariamente di una scelta "contro" di lei, ma del tentativo di un bambino molto piccolo di gestire qualcosa che è più grande di lui.
Anche il fatto che i suoi figli più grandi abbiano scelto di dividersi tra le due case può aggiungere ulteriore complessità emotiva per il piccolo, che si trova a dover fare i conti con una frammentazione del nucleo familiare su più livelli.
Se questa situazione sta creando disagio sia per lei che per i suoi figli, potrebbe essere davvero importante rivolgersi a un professionista che si occupi di età evolutiva e di supporto alla genitorialità. Uno spazio di questo tipo potrebbe aiutarvi ad elaborare insieme quello che sta accadendo, a trovare parole e modalità per accompagnare suo figlio in questa transizione, e a sostenere anche lei nel gestire la sofferenza che queste dinamiche le provocano.
Le auguro di trovare il supporto di cui avete bisogno. Un caro saluto, dott.ssa Martina Baiocchi
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.