Buongiorno. Mi sfogo qui e magari trovo qualche risposta al mio disagio. Ho problemi con mia mamma

23 risposte
Buongiorno.
Mi sfogo qui e magari trovo qualche risposta al mio disagio.
Ho problemi con mia mamma fino ad arrivare a mettere in dubbio il suo affetto per me.
Ha 86 anni. Lucidissima e indipendente. Nessuna patologia. Vive da sola nell'appartamento sopra il mio. Ci si è trasferita quasi 2 anni fa con la scusa dell'aria buona lasciando il suo paese natale e gli altri due figli senza neanche chiedere un parere.
Io ero felice perché non lavorando sapevo di poter essere fisicamente più presente rispetto ai miei fratelli (che comunque la chiamano anche più volte al giorno). Cosa le manca? Questo è il dilemma. Continua a dire che è SOLA. Sparge cattiverie. Chiede supporto preventivo ad estranei come se non ne gliene dessimo. Se passi del tempo con lei è apatica e indifferente e sembra che non veda l'ora che te ne vai. Non si fa aiutare da me neanche per le faccende domestiche, chiama una donna e se solo le taglio le unghie cerca di pagarmi! Non ha amicizie e se la chiama qualche conoscente la disturba. Quando chiamano i miei fratelli il massimo sono 2 minuti di telefonata.. però poi dice che è SOLA! insomma cosa ha? Come la faccio felice? E come faccio a non sentirmi così inutile?
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Cara utente, capisco la sua frustrazione e le sensazioni che determinati comportamenti possano generare in lei. Sarebbe importante capire quando sua mamma ha iniziato ad essere così, potrebbe essere una problematica dovuta all'età? Cosa ha spinto sua mamma a trasferirsi e come ha vissuto un cambiamento così grande? Potrebbe rivolgersi ad un professionista per avere alcuni consigli strategici e comprendere meglio la situazione che state vivendo. Le faccio i miei auguri. Se ha bisogno mi contatti pure.
Dott.ssa Federica Leonardi

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Dott.ssa Serena Facchin
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Montemerlo
Buongiorno.
Mi dispiace che stia attraversando un periodo così difficile; da come la descrive, la situazione sembra essere per lei piuttosto pesante. Da quando sua mamma ha iniziato a comportarsi così? Per caso è successo qualcosa? O si è sempre comportatata così? Da quello che racconta, quelli di sua mamma sembrerebbero essere dei sintomi di depressione, che spesso precedono il decadimento cognitivo. Di recente ha fatto visite neurologiche? Io le consiglierei di rivolgersi al suo medico curante per chiedere delle indicazioni e dei consigli, ed eventualmente recarsi da uno specialista per capire come meglio affrntare la situazione.
Buona fortuna!
Dott.ssa Marianna Genitore
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente, mi chiedo se il comportamento di sua madre si sia modificato nell'ultimo periodo o se rPpresenti una caratteristica costante della sua modalità di relazione. Esprimere anche semplicemente un parere riguardo sua madre risulterebbe improprio e dannoso, è il suo racconto, il suo punto di osservazione e su quello sarebbe importante lavorare. Forse la frustrazione che scaturisce dal sentirsi inadeguati, impotenti ha un effetto sulla sua vita che varrebbe la pena di affrontare. Un saluto
Dott.ssa Maria Cristina Pacella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Mi spiace per le difficoltà che sta vivendo. Mi sento di consigliarle di riflettere sulle dinamiche della vostra relazione e su come mai lei ha bisogno di sentirsi utile.
Potrebbe valutare il supporto di uno specialista per far luce e superare queste difficoltà. Le auguro di riuscire a risolvere presto. Cari saluti
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente, non deve essere facile avere a che fare con il comportamento di sua madre, che ultimamente le sembra incomprensibile. Intanto molti colleghi le hanno scritto che forse ha a che fare con l'età, e potrebbe essere una pista utile da seguire. Tuttavia, sembra che il punto fondamentale sia questa sua lamentela di essere SOLA. E sembra che la vostra copagnia (sua e dei suoi fratelli) non la faccia sentire meno sola... Possiamo sentirci soli perché non abbiamo amici con cui parlare, o perché non abbiamo un compagno o una compagna, o qualcuno da accudire... Ha provato a chiedere a sua madre cosa intende con "sola"? E' una donna adulta, lucida e indipendente, vedrà che le dirà cosa vuole, senza bisogno che lei si maceri nel tentativo di compiacerla. Con i migliori auguri, dr. Ventura
Dott. Stefano Minelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, direi che questa mamma così arzilla, lucida e indipendente la spinge a considerazioni sulla propria condizione (come farla felice? che devo fare? che vuole?) che la mettono a dura prova. E' questo ciò che conta, più che la presunzione di un qualcosa che sua madre "ha".
SM
Dott.ssa Elisa Galantini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, si può leggere nelle sue parole la grande difficoltà che sperimenta nel rapporto con sua Madre. Forse, più che domandarsi da cosa sia “affetta” sua mamma sarebbe utile spostare il focus su se stessa, in una relazione che la mette continuamente alla prova. Provi a consultare uno psicoterapeuta per fare chiarezza e spazio a una relazione possibile, un caro saluto Dottsa Elisa Galantini
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Gentile utente,
i motivi che possono spingere sua madre di 86 a comportarsi così come lei descrive, possono essere tanti, possono riguardare problematiche personali e non per forza comportamenti diretti sui figli. Quello che lei può fare è capire come rapportarsi a sua madre per avere con lei un rapporto più sereno e che non la faccia sentire inutile e in colpa. Per questo potrebbe essere utile il supporto di uno psicologo. Un cordiale saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera dalle sue parole emerge la sofferenza legata alla frustrazione di non riuscire a “bastare” a sua madre.
Credo che sia un tema che va approfondito non solo per trovare risposte al comportamento di sua madre ma soprattutto per comprendere meglio le sue dinamiche relazioni e familiari, spostando in questo modo l’attenzione su di sè. Perché ha così bisogno di renderla felice? Il senso di inutilità di cui ci parla è circoscritto solo alla relazione con sua madre? Perchè si sente inutile se l’altro non mostra di volere il suo aiuto?
Queste sono alcune delle domande che potrebbe porsi per fare chiarezza su quello che sta accadendo ed eventualmente chiedere l’aiuto di uno psicoterapeuta.
Un caro saluto dott.ssa Anna Tomaciello
Dott. Stefano Zenaboni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lainate
Buongiorno.. credo che non possiamo essere i fautori della felicità altrui ma solo essere da modello per gli altri. Penso che la mamma abbia irrisolti che la rendono infelice o che le fanno vivere la solitudine come abbandono ma penso che non sia lei la causa ne i suoi fratelli.
La mamma potrebbe parlare con uno specialista per compensare quel vuoto che trascina anche nelle relazioni familiari.
Buona vita
Buongiorno signora, emerge il suo malessere nel voler supportare sua mamma ma nel non riuscirci. Sarebbe importante sapere come ha vissuto il cambiamento sua madre?, prima com'era il vostro rapporto?, come mai si sente SOLA? Gliel'ha chiesto esplicitamente cosa intende, visto che è una signora lucida e indipendente? Bisognerebbe far luce sulla vostra relazione e su come lei stessa vive questa frustrazione del non essere utile.
Potrebbe richiedere una consulenza psicologica per affrontare il suo disagio e cercare di trovare una risposta alle sue domande.
Resto a disposizione, un caro saluto, dott.ssa Paola De Martino
Dott. Omar Vitali
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Dalmine
Buongiorno,
sembra proprio di capire che la situazione che descrive le arreca parecchio disturbo e sofferenza. Nel suo scritto non dice se il comportamento della mamma sia stato sempre questo. In ogni caso descrive una mamma abbastanza autonoma, indipendente ma allo stesso tempo richiedente di supporto per le attività casalinghe o personali. E' questo un atteggiamento ambivalente che trova il suo culmine quando la mamma offre un compenso economico per il "disturbo" arrecato per la necessità di cura del corpo come il taglio delle unghie. Non ci sono dati sufficienti per supportare questa ipotesi ma attualmente la mamma potrebbe percepire a livello di consapevolezza il suo bisogno di autonomia e indipendenza ma percepire a livello non consapevole il suo bisogno di aiuto e sostegno, la sua percezione di fragilità e debolezza appesantita dall'avanzare dell'età. Infatti anche la richiesta della mamma di venire ad abitare da lei non deriva dalla consapevolezza di "aver bisogno" ma dalla "scusa" (scrive lei) dell' ARIA BUONA. Io penso che gentilissimo/a può affrontare questa problematica con uno psicologo anche solo per comprendere il comportamento materno e accoglierlo così com'è anche attraverso delle buone prassi, per riuscire a fare in modo che questo periodo possa essere vissuto con la massima serenità e con le aspettative corrette. Mi può contattare per una consulenza online. Omar Vitali
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, nella mia pratica clinica capitano spesso situazioni simili. La risposta più banale sarebbe dirle di parlare apertamente a sua madre del comportamento contraddittorio (che probabilmente non noterà) e chiederle come può esserle di aiuto. Ad una lettura più attenta però mi soffermo sul suo sentirsi "inutile" e sulle dinamiche affettive che sua madre ha con lei e con i suoi fratelli. Quest'ultima visione è più profonda e richiede anche del tempo per essere messa a fuoco e per lavorare sulle emozioni connesse. Bisognerebbe conoscere molto di più della sua storia e della storia della sua mamma. Rimango a sua disposizione per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa MORENA CASTAGNA
Psicologo, Sessuologo
Roma
Gentile signora, dalla descrizione emerge in maniera molto chiara il disagio che vive e comprendo lo "sfogo". Ritengo sia necessario un approfondimento su alcuni aspetti nel rapporto con sua madre per comprendere meglio cosa la porta a sentirsi "inutile" e "incapace" di rendere felice. Resto a disposizione. Un cordiale saluto. Dott.ssa Morena Castagna
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, la sua frustrazione e il suo dispiacere sono molto visibili. Sarebbe importante approfondire con lei i rapporti all'interno della sua famiglia di origine per poter contestualizzare questa sua difficoltà nel rapporto con sua madre ed aiutarla a trovare un modo nuovo di gestire e di porsi in quel rapporto. Per quanto riguarda sua madre, potrebbe pensare di contattare un geriatra per chiedere informazioni e ricevere un consiglio da un professionista dei bisogni e dei problemi di salute della terza età. Qualora volesse, mi può contattare. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

comprensibile il sentimento di frustrazione derivante dalla relazione presente in questo momento tra lei e sua madre, ma allo stesso tempo con una persona così anziana può esser dato un peso diverso alle cose che vengono dette o fatte.
Molto spesso a quella età si può esser nervosi per svariati motivi e soprattutto si ha una minor tolleranza anche rispetto a piccoli sensi di frustrazione. Proprio per questo, quel periodo della vita, spesso viene affiancato a quella dell'infanzia in quanto gli individui in questione con cui entriamo in contatto necessitano di una relazione di cura più che di un rapporto alla pari. Le manifestazioni comportamenti e verbali di sua madre in fondo potrebbero velare proprio questo genere di significato, ma non perchè lei si disinteressi delle sue richieste, ma semplicemente perchè caratteristico del gioco tra le parti in relazioni familiari di questo tipo.
Nella speranza di aver orientato nel migliore dei modi la sua domanda con queste poche righe.

Un caro Saluto
Dott. Diego Ferrara
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
sarebbe opportuno esplorare il rapporto con sua madre.
Purtroppo non si può aiutare chi non vuol esserlo, e spesso capita che, involontariamente, con la nostra condotta enfatizziamo un problema pur non volendolo.
Un saluto,
MMM
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, mi dispiace per la frustrazione che al momento sta vivendo.
Comunque, vorrei chiederle come mai si sente così inutile, pur dando tutta se stessa.
Per quanto riguarda sua madre non può fare molto, semplicemente non vuole essere aiutata.
Buona serata.
Dott. Fiori
Dr. Davide De Rosa Saccone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Riccione
Buongiorno, direi che all'interno della sua domanda siano presenti in realtà due spunti di riflessione.
Riguardo al primo, centrato su sua madre, è importante capire se questa sintomatologia di apatia sia un elemento stabile o se si è presentata negli ultimi tempi. Questo perché alcuni aspetti depressivi in età avanzata potrebbero essere dei primi indizi di sofferenza cognitiva; sarebbe quindi utile un consulto geriatrico o neuropsicologico.
Il secondo è, invece, incentrato sul peso emotivo che descrive nel non avere il riconoscimento degli sforzi che fa per accudirla. Potrebbe essere utile in questo senso inquadrare le aspettative che nutre rispetto alle risposte di sua madre e che impatto queste abbiano sulla vostra relazione.
dott. De Rosa Saccone
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, mi dispiace per la sua situazione. Consiglierei a sua madre un percorso con un professionista. Tuttavia considerata l’età avanzata non so quanto questo sia fattibile.
Lei può comunque iniziare un percorso psicologico con un terapeuta spiegargli il suo disagio forse potrà aiutarla a capire quali siano in fattori scatenanti di mantenimento del comportamento di sua madre madre
Cordiali saluti: Dottor Luca Ferretti
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Psicologo, Psicologo clinico
Massa
Quello che descrivi è una situazione molto comune quando si ha a che fare con genitori anziani, anche se tua madre è lucida e indipendente. Accetta i suoi limiti senza sentirti inutile: Cerca di non vedere il suo rifiuto come un rifiuto di te, ma piuttosto come una sua lotta per mantenere l'indipendenza.
Puoi offrirle aiuto in modo gentile, ma senza insistere troppo. Ad esempio: “Se mai avessi bisogno di una mano, io sono qui e mi farebbe piacere aiutarti”
Prova a coinvolgerla in qualcosa che non sia necessariamente “aiutarla”, ma fare qualcosa insieme: cucinare, guardare un film, fare una passeggiata.
Se proponi delle attività come un modo per passare del tempo insieme piuttosto che un servizio che le stai offrendo, potrebbe accettarle più volentieri.
Dott.ssa Antonella Bellanzon

Potresti provare a dirle come ti senti, senza incolparla. Per esempio: “Mamma, io ci tengo a te e voglio che tu stia bene. Quando dici che ti senti sola, mi sento impotente perché non so come aiutarti. Come posso renderti più felice?”.
Non colpevolizzarti:

Ricorda che non puoi risolvere tutto da sola. Il tuo amore e la tua presenza sono già un grande dono. Se lei non riesce a riceverli nel modo in cui speri, non è una tua mancanza.
Ciao,

Quando una persona anziana ripete di essere sola nonostante ci sia presenza concreta attorno, spesso sta comunicando un vuoto interiore che non ha necessariamente a che fare con la compagnia fisica.
A 86 anni, anche se lucida e autonoma, tua madre potrebbe vivere una forma latente di depressione senile o una crisi profonda di identità, in cui:

- non si sente più “utile” per nessuno
- non riconosce il proprio valore nel presente
- ha perso i legami simbolici con la propria storia (luogo d’origine, rete amicale, ruoli familiari)

Parliamone. Rimango a disposizione per un ulteriore approfondimento... c'è tanto di cui parlare.

Dott.ssa Janett Aruta,
Psicologa - ricevo su MioDottore e in Studio a Palermo
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

la sua lettera trasmette insieme amore, frustrazione e senso di impotenza — tre emozioni che spesso convivono quando si ha a che fare con un genitore anziano, lucido ma emotivamente distante. Non è facile accettare che, nonostante la presenza e la dedizione, una madre possa continuare a dire di sentirsi “sola”.

Quello che descrive non dipende da qualcosa che lei sta sbagliando. A volte, nelle persone anziane, soprattutto dopo un trasferimento o un cambiamento importante, subentrano forme di malinconia o chiusura affettiva che non corrispondono realmente a un disamore verso i figli, ma a una difficoltà nel tollerare la perdita di ruoli, spazi o autonomie. Dire “sono sola” può voler dire “mi sento inutile”, “non mi riconosco più nella mia vita” o anche “vorrei qualcosa che non so più nominare”.

Le cattiverie o l’atteggiamento distaccato che la madre mostra potrebbero essere un modo per difendersi dal bisogno di affetto: quando la vicinanza fa paura (perché ricorda ciò che si è perso, o perché mette a confronto con la propria vulnerabilità), si reagisce prendendo distanza.

Per sé stessa, ecco alcuni spunti che possono aiutarla:

Non interpreti il suo comportamento come un fallimento personale. Lei sta offrendo presenza, disponibilità e cura: se sua madre non riesce ad accoglierli, non è perché valgono poco, ma perché per lei — ora — ricevere è difficile.

Cerchi di mantenere confini chiari, dedicandole del tempo ma senza farsi travolgere dal bisogno di “salvarla”: la distanza rispettosa, in questi casi, aiuta più della costante attenzione.

Provi a spostare il focus da “come renderla felice” a “come restare serena accanto a lei”. La felicità di un genitore anziano non dipende più da noi, ma dalla sua capacità di accettare il tempo che vive.

Accolga la sua frustrazione senza colpa: è normale sentirsi inutili o respinti, ma non lo è davvero. È semplicemente il riflesso del fatto che ha amato tanto, e continua a farlo.

A volte un breve percorso di sostegno psicologico per il caregiver (chi si occupa di un familiare anziano) può essere molto utile per imparare a gestire il senso di colpa e la rabbia che questi rapporti suscitano.

Non è inutile, al contrario: la sua presenza costante è ciò che permette a sua madre di vivere ancora in autonomia e sicurezza. Anche se lei non riesce a dirlo, quel legame c’è, solo che oggi si manifesta in un modo più silenzioso e difensivo.

— Dott.ssa Sara Petroni

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