Buongiorno , Mi chiamo Andrea e ho 29 anni. Da circa 3 anni sono in un percorso di psicoanalisi

17 risposte
Buongiorno ,
Mi chiamo Andrea e ho 29 anni.

Da circa 3 anni sono in un percorso di psicoanalisi con frequenza settimanale, ho affrontato varie vicende del mio passato ma il mio malessere continua ad intermittenza. Questo danneggia soprattutto le relazioni che intraprendo perchè i miei continui sbalzi di umore e la mia tristezza cronica rendono difficile una relazione stabile. Spesso non riesco nemmeno a individuare quali siano le cause del mio malessere, tendo tanto a svalutarmi anche per vicende del mio passato.
A volte mi convinco di alcune cose e qualche giorno dopo non sento più le stesse emozioni, è stancante.

Negli ultimi 6-7 mesi la mia terapeuta mi ha consigliato di prendere lo zoloft tutti i giorni, inizialmente mi sembrava funzionasse ora meno, sto anche perdendo fiducia nel mio percorso con la mia terapeuta perchè è passato molto tempo ma non riesco a stare bene per periodi lunghi.

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Salve Andrea, la ringrazio per aver condiviso con noi le difficoltà che sta avendo. Per quanto riguarda l’utilizzo dei farmaci si confronti sempre con il suo medico di fiducia. Inoltre, scrive di aver già intrapreso un percorso psicologico; si è mai confrontato con il suo terapeuta? Ha portato il suo vissuto emotivo e i suoi dubbi? Ne parli con lui.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Buongiorno, le consiglio di condividere i suoi dubbi anche sulla sfiducia nei confronti del percorso terapeutico proprio con il/la terapeuta da cui sta andando. In genere dopo le crisi si aprono nuove consapevolezze e quindi dei miglioramenti, la psicoterapia è un processo e come tutti i processi non è esente dalle crisi, bisogna avere la pazienza di affrontarle.
Comprendo il suo scoraggiamento e l attuale sfiducia nella terapia.Ne parli con lei questi pensieri negativi vanno affrontati in terapia , altrimenti rimangono come una nube nera tra di voi ed impediscono una sana evoluzione anche di momenti critici .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera. Mi spiace molto per il suo stare così male. Penso dovrebbe parlarne con il suo terapeuta e trovare insieme una possibile soluzione.
Tenga però presente che momenti di sconforto tornano anche quando vi sono dei miglioramenti generali.
Cordialmente
Dott.ssa Francesca Torretta
Condivido quanto detto dai colleghi.
È opportuno che ne parli con il suo terapeuta affinché la relazione terapeutica rimanga solida e trasformativa e per darsi la possibilità di esplicitare e riflettere in modo analitico sul suo attuale vissuto.
Come detto spesso in un percorso psicoterapico i momenti difficili, di dubbio o di stallo in realtà sono quelli necessari alla trasformazione e alla risoluzione, sebbene possano essere complessi o dolorosi. Cari saluti
Gentile utente di mio dottore,

i percorsi di psicoterapia hanno una evoluzione imprevedibile e spesso per poter raggiungere il benessere si deve passare per dei momenti e delle fasi molto difficili in cui può sembrare di star peggio. La regressione è un meccanismo che può attivarsi in varie fasi del percorso di una psicoterapia anche perchè il cambiamento spesso risulta esser un processo non lineare. Continui il percorso intrapreso e parli dei suoi dubbi e delle sue perplessità con il suo analista. Potrebbero venir fuori spunti di riflessione importanti per il proseguo del processo psicoterapico.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
salve, la situazione che descrive sicuramente è molto faticosa da vivere quotidianamente. Lei però si trova all'interno di un percorso, quindi sarebbe utile per lei portare all'interno della sua terapia questi pensieri. Alcune volte i cambiamenti necessitano un tempo maggiore di quello che ci aspettiamo.
Dott.ssa Antonella Abate
Salve, dopo un percorso così lungo immagino che la relazione terapeutica si fondi su una salda fiducia, esprima subito i suoi dubbi e le sue insicurezze, non permetta che queste compromettano definitivamente la relazione.
Un caro saluto. G.S.
Salve. Esprima tutto alla sua terapeuta. Nel percorso più ci si rinforza più si possono affrontare i problemi più profondi, più si possono fare i conti con la propria fragilità. Paradossalmente, piu si sta meglio, più si possono affrontare i problemi e i dolori che prima erano insostenibili, con apparente peggioramento. Il tutto va elaborato col terapeuta che l'aiuterà a stare a contatto col suo vissuto emotivo derivante da queste sensazioni e situazioni che vive. Distinti saluti
Buonasera Andrea, anche io credo utile confrontarsi con la sua terapeuta, magari dicendole anche che ha scritto qui perchè si sente scoraggiato. In ogni relazione adulta (come quella terapeutica), è importante potersi sentire liberi di dirsi reciprocamente come ci si sente; questo aiuta a ridefinire le cose e ad aggiustare il tiro per costruire insieme la strada migliore da percorrere. Solo dopo un autentico confronto, lei avrà anche più elementi per decidere se proseguire la sua attuale terapia oppure cambiare percorso. Un caro saluto. Francesca Giovannelli
Gentile Signore i temi che tratta sono molto importanti e per questo motivo è opportuno che ne parli con il suo psicoterapeuta. Riferisca i suoi pensieri e le suo perplessità in quella sede che sicuramente le saranno molto utili per capire sia le resistenze che i desideri inconsci su cui sta lavorando. Un cordiale saluto
Buonasera e grazie per aver condiviso le sue fatiche, immagino non sia facile. Oltre al confronto con il suo terapeuta, come hanno già correttamente suggerito i colleghi, provi a discutere anche della possibilità di cambiare la terapia farmacologica. A volte bisogna avere un po' di pazienza per trovare il farmaco giusto. Le auguro di stare bene e risolvere le proprie difficoltà, non perda la speranza. e tenga duro! Un caro saluto. SV
Buonasera, credo che debba parlare dei suoi dubbi con la sua terapeuta. I cambiamenti non sono lineari e spesso psicologicamente le difese e i vantaggi secondari del malessere creano intoppi. Vederli e analizzarli in terapia aiuta a fare passi in avanti. Non demorda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, presumo che, se la sua terapeuta le ha consigliato lo zoloft, sia un medico. Gli psicologi psicoterapeuti infatti non possono prescrivere farmaci. Personalmente ritengo che qualora siano necessari dei farmaci, sia meglio comunque che la psicoterapia venga affidata ad uno psicologo e pertanto ci si affidi congiuntamente a due professionisti: il medico per i farmaci e lo psicologo per la terapia psicologica, in quanto quest'ultimo è, come dice il nome, più formato in tutto ciò che attiene alla psicologia e alla cura relativa. Infatti lo psicologo, tra l'altro, deve saperle dare una diagnosi sulle radici psicologiche del suo malessere che, a quanto dice, non le appaiono chiare e che lei ha diritto di chiedere. Dalla diagnosi poi può discendere ovviamente una cura orientata e corretta. Cordiali saluti
Caro Andrea, mi spiace per la situazione che si trova ad affrontare. Essendo però già seguito da una psicoterapeuta, la invito a presentare tutti i dubbi e la sofferenza a lei: non esiti anche a porre domande sull'andamento della terapia e a mettere in discussione tutto quanto non le torna. Lo spazio è suo e l'obiettivo è il suo benessere, non lo dimentichi! Saluti
Alla base di ogni relazione sana c'è la fiducia e la condivisione. Essendo gia lei in terapia con una terapeuta le consiglio di portare in seduta questi suoi vissuti. Nela caso la collega lo ritenesse opportuno, potrà consigliarle anche un cambio di terapeuta o orientamento.
Saluti
Gentile Andrea, la variazione della terapia con l'inserimento di un rimedio farmacologico sembra aver destato qualche riflessione sugli obiettivi e sui tempi della psicoterapia. Sembra che la riduzione di eventuali sintomi e la stabilizzazione dei risultati raggiunti abbiano assunto maggior rilievo e può considerarli obiettivi da rivalutare con il suo psicoanalista. Resto a disposizione, dr.ssa M. Di Iorio.

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