Buongiorno, io ho 27 anni e soffro da una vita di DOC severo e a volte debilitante e, spero di no

20 risposte
Buongiorno,

io ho 27 anni e soffro da una vita di DOC severo e a volte debilitante e, spero di no, di una forma di ADHD.

Ho avuto rituali spaventosi per tutta la mia vita, ma in buona parte, non so come, li ho superati. Qualcosa rimane e mi provoca fastidio, ma il mio doc principalmente si basa su pensiero ossessivo e rimuginante, e vari altri problemi derivativi da quello. Su cio' credo che siano i farmaci a dover fare il grosso.

So bene, chiaramente, che la terapia di elezione per il Doc è la Congitivo-Comportamentale, ma temo che la sua praticità nel mio caso specifico non sia adeguata.

In generale temo che la Cognitivo sia un eccezionale "tappabuchi", ma se non si vanno ad affrontare i nodi profondi della cosa, non potrò avere risultati stabili e davvero efficaci.

Dunque, sono più orientato per una terapista psico-analitica, che magari potrebbe diagnosticare anche qualcosa di cui al momento sono allo scuro.

Conosco un dottore che fa proprio analisi.

Alcuni mi dicono che risolvere i nodi profondi non porta a un miglioramento del doc mentre altri il contrario.

Vorrei un vostro parere.

Grazie
Dott. Alessandro Arone
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, la psicoterapia cognitivo-comportamentale in realtà ha comprovata efficacia scientifica, sostenuta cioè da una mole non indifferente di studi e dati, per il trattamento del DOC, non fungendo dunque solo da tappabuchi ma andando ad indagare anche le origini dello stesso. Chiaramente se è più orientato ed incuriosito dall'approccio psicoanalitico fa bene ad approfondirlo, ma non escluda sistematicamente la psicoterapia cognitivo-comportamentale, sovente risolutiva o quantomeno di buon aiuto nel trattamento del DOC.

Cordiali saluti

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Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Gentile Paziente, il suo ragionamento è molto elaborato. Il DOC di cui parla, in riferimento al pensiero ossessivo e rimurginante, però, non entra nel dettaglio del contenuto di questo pensiero (che forse spaventa). Per quanto riguarda la terapia cognitivo-comportamentale, vedo che è già orientato verso un altro approccio, e se fossi in lei ascolterei questo istinto. Per quanto riguarda la terapia psico-analitica, non esiste nulla che risolve i nodi profondi come un farmaco magico. Magari fosse così. Mi sento di dirle: si orienti sulla persona, non sul metodo. I terapeuti sono esseri umani, e in quanto tali alcuni sono più evoluti, altri meno. Auguri. E si ricordi: il cambiamento, in ogni caso, è opera sua.
Dott.ssa Giulia Bassi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Sacrofano
I problemi derivati dai pensieri ossessivi che descrive probabilmente sono agiti che servono a ridurre o prevenire l’ansia causata dalle ossessioni. Tuttavia talvolta questi ultimi nel lungo termine finiscono per alimentare quell'ansia e generare fastidio. In tale caso è utile alternare una terapia farmacologica a una psicoterapia. Rispetto all'approccio usato dallo psicoterapeuta esistono anche professionisti con approccio integrato in grado di definire in base al problema e con l'utente le modalità di azione e gestione della situazione più appropriate.
Dott.ssa Elda Valente
Psicologo, Psicologo clinico
Torremaggiore
Salve, benché, in apparenza,possa io scrivere un pensiero in modo non equo, essendo una specializzanda in psicoanalisi relazionale, sento di scriverle che in questi lavori ciò che fa molto è la relazione che si istaura con la/o psicologa/o, benché si innescano dei meccanismi strutturali della terapia che sono talmente personali che ovviamente cambiano da paziente a paziente, ma anche da terapeuta a terapeuta. È una ricerca estremamente importante, ma sa lei sicuramente quale sia la strada giusta da seguire. Se sente che l’approccio cognitivo sia troppo superficiale, e sente l’esigenza di lavorare su qualcosa che va più in profondità, allora ci provi. Sicuramente i risultati non sappiamo quando arriveranno, ma basta avere la prospettiva di darsi una possibilità di conoscere se stesso oltre il sintomo che porta.
Per ogni chiarimento resto a disposizione, anche online. Cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott.ssa Valentina Annesi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, personalmente ritengo entrambi gli approcci validi per il DOC. La differenza sta nell’ approccio del paziente, poiché alcuni possono scegliere una terapia maggiormente centrata sul sintomo per motivazioni legate alla durata del trattamento oppure perché ritengono che basti loro eliminare il sintomo stesso, mentre altri sono più inclini ad una maggiore introspezione.
In generale, poiché i sintomi sono una manifestazione di conflitti interiori, eliminarli non cura quei conflitti e esiste quindi il rischio
Che si ripresentino.
Buona serata, Valentina Annesi
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera, comprendo e condivido il suo dubbio. La terapia cognitivo-comportamentale può essere, talvolta, efficace per gestire i sintomi del DOC, ma nel suo caso – con una storia lunga e profonda – è comprensibile il desiderio di andare oltre.
Un percorso psicoanalitico o psicodinamico può essere utile se il terapeuta ha una buona conoscenza del funzionamento ossessivo e lavora anche sull’ansia nel presente, non solo sul passato. Non esiste un’unica via: l'importante è che si senta accolto e capito, e che il percorso sia adatto a lei. La sua consapevolezza è già un ottimo punto di partenza.
Un caro saluto,Dott.ssa Violeta Raileanu
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
dal disturbo ossessivo compulsivo al pari di altri disturbi d'ansia è possibile guarire attraverso l' ausilio integrato di farmacoterapia e psicoterapia. Si affidi ad uno specialista per la psicoterapia costruendo con lui una buona alleanza terapeutica, vedrà che con il tempo potrà uscire dalla morsa dei suoi sintomi.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

Capisco bene i suoi dubbi e le sue riflessioni molto lucide. Il Disturbo Ossessivo-Compulsivo (DOC) è una condizione complessa e, come giustamente ha scritto, la terapia di elezione riconosciuta dalle linee guida internazionali è la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC), in particolare nella sua forma chiamata Esposizione con Prevenzione della Risposta (ERP). Questo approccio è stato ampiamente studiato e ha mostrato grande efficacia nel ridurre la sintomatologia ossessivo-compulsiva, soprattutto nei casi in cui il DOC sia caratterizzato da pensieri intrusivi e rimuginio.

Detto ciò, è vero che alcune persone sentono il bisogno di esplorare aspetti più profondi della loro storia personale o di eventuali conflitti inconsci che possono contribuire al mantenimento del disagio. Tuttavia, ad oggi non esistono solide evidenze scientifiche che dimostrino l’efficacia della sola psicoanalisi o di approcci esclusivamente psicodinamici nel trattamento specifico del DOC. Questo non significa che esplorare “i nodi profondi” sia inutile in assoluto: per alcune persone può essere un arricchimento personale o un lavoro importante su aspetti relazionali e identitari. Tuttavia, sul piano strettamente sintomatologico e funzionale, il DOC tende a rispondere meglio a trattamenti più strutturati e mirati come la TCC, spesso associati (laddove necessario) a una terapia farmacologica.

Un’altra possibilità, se sente il bisogno di un lavoro più integrato, è orientarsi verso un terapeuta che sappia combinare la TCC con approcci più esplorativi o emotivi (per esempio, la Schema Therapy, che integra aspetti cognitivi e dinamici) oppure con tecniche come la Mindfulness o l’EMDR, che possono aiutare nella gestione di emozioni intense o di traumi eventualmente sottostanti.

Riguardo al sospetto di ADHD, è importante valutare questa ipotesi in modo accurato, perché la presenza concomitante di DOC e ADHD può influenzare sia la sintomatologia sia la scelta degli interventi terapeutici e farmacologici più adatti.

In sintesi:

La TCC resta il trattamento più efficace e indicato per il DOC.
Un lavoro più profondo può essere utile per altri aspetti psicologici, ma non sostituisce la TCC per il DOC.
Integrare approcci diversi può essere una buona soluzione, ma è fondamentale che il professionista abbia esperienza specifica con il DOC.
Se sospetta ADHD, è consigliabile una valutazione diagnostica approfondita.

Per il suo caso specifico, data la complessità che descrive e i dubbi legittimi che ha, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott. Simone Marenco
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Gentile Utente, per il suo disturbo è anche consigliata una psicoterapia psicoanalitica, anzi ritengo che possa essere un valore aggiunto rispetto alla terapia cognitivo comportamentale che spesso risulta essere limitata per le dinamiche intrapsichiche più profonde. Le consiglio di provare ad intraprendere un percorso con l'analista che ha già contattato e le auguro di trarne il giusto beneficio. Concludo dicendo che non esiste un approccio terapeutico che vada bene per tutti i pazienti, la terapia è un percorso soggettivo ed individualizzato a cui il terapeuta deve adattare il suo strumento e non il contrario.
Dott. Marenco
Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, mi limito a condividere la sua riflessione, che meriterebbe uno spazio adeguato di accoglienza e approfondimento. Forse, una consultazione (3 - 4 colloqui iniziali) con un* psicoanalista oppure con un* psicoterapeuta ad orientamento psicoanalitico sarebbe l'occasione per dare senso alla "domanda" e valutare il percorso più adatto. Potrebbe anche rivolgersi al Centro Psicoanalitico a lei più vicino. Troverà in rete tutte le informazioni di cui ha bisogno. In bocca al lupo
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buongiorno,
Le scrive una terapeuta che ha un orientamento comparato cioè padroneggia diverse tecniche e le utilizza a seconda del caso in esame.
a mio parere nel suo caso si dovrebbe lavorare su entrambi i fronti , mi spiego meglio, da un punto di vista psicodinamico occorre risalire alle cause della sua sintomatologia ( al trauma ) per risolvere dalla base il problema ma con alcune tecniche cognitivo-comportamentali potrebbe padroneggiare la capacità di alleviare la sintomatologia , almeno nell'immediato.
Consideri il suo problema come una infezione, l'infezione provoca febbre alta, al posto in tal caso sarebbe l'ideale prenderei sia l'antibiotico che la tachipirina per far scendere la febbre !
Spero con quest'ultimo esempio di essermi espressa in maniera chiara.
sono a sua disposizione per qualsiasi chiarimento .
Cordialmente
Dott.ssa Laura Bova
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, il percorso di analisi è un percorso che può sembrare impegnativo, ma è adatto per chi desidera andare oltre la superficie, non accontentandosi di gestire i comportamenti disfunzionali (come nel caso del Doc), ma cercando di capire da dove essi derivino. Quindi, mi sento di dire che è un percorso che potrebbe andare bene per lei, ma che necessita impegno per sentire/vedere dei risultati. Cordiali saluti.
Dr. Paolo Di San Diego
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bari
Gentile utente, una terapia che spazia su argomenti più profondi, più complessi, dà solitamente dei risultati più duraturi nel tempo. La cosa più importante rimane e rimarrà sempre la relazione con il professionista, il che rappresenta la conditio sine qua non di ogni percorso psicoterapeutico a prescindere dall'approccio. La saluto.
Dott. Paolo Di San Diego
Dott.ssa Loredana Scarpelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, l'approccio pratico alle situazioni, nel caso specifico al DOC è importante in quanto si focalizza sulla gestione dell'evento nel momento in cui si presenta. Allo stesso tempo approfondire connessioni dirette e/o indirette cn vissuti pregressi che vanno elaborati è altrettanto importante.
Buongiorno, capisco bene il suo dubbio. Le sue domande denotano spiccata attenzione ed importanza che rivolge alla questione. La terapia CBT (cognitivo comportamentale) viene spesso indicata per il DOC perchè ha dimostrato efficacia a ridurre la sintomatologia grazie a specifiche tecniche come l esposizione con prevenzione alla risposta. Detto questo, il suo desiderio di andare più a fondo è legittimo. Alcuni approcci più analitici o integrativi lavorano anche sulle radici della situazione e della sofferenza. Non è detto che si debba per forza scegliere tra uno o l altro in quanto è possibile individuare un percorso ed un professionista che tengano in considerazione il bisogno (legittimo) di sollievo e di quello della comprensione. Oltre all'importanza dell approccio e delle tecniche utilizzate credo sia importante dare spazio alla sintonizzazione ed alleanza terapeutica che si costruisce tra il professionista ed il cliente. Il sentirsi in un contesto relazionale sicuro, accogliente, facilita la "curiosità intrapsichica" che è gia un ottimo passo per il contenimento dei sintomi e per la comprensione della loro origine e del loro scopo nella storia di vita. Mi rendo disponibile per ulteriori chiarimenti o per vedere assieme qual'èl la direzione che in questo momento sente essere la principale.
Cordiali saluti.
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
La sua riflessione è molto lucida e pone domande fondamentali. Il Disturbo Ossessivo Compulsivo è una condizione complessa, che ha sicuramente componenti neurobiologiche — ma anche una struttura di funzionamento profonda, che può essere esplorata su più livelli.

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), soprattutto nella sua forma evoluta con esposizione e prevenzione della risposta (ERP), è considerata il trattamento d’elezione. Tuttavia, in alcuni casi può risultare insufficiente se il paziente ha bisogno di dare senso a ciò che vive, oltre che imparare a gestirlo. In questi casi, approcci integrati o più esplorativi — come quelli psicodinamici — possono essere utili, non tanto al posto della CBT, quanto in affiancamento o come passaggio successivo.

Nessuna terapia è “tappabuchi” se incontra davvero la persona, la sua storia e la sua struttura interna. Il percorso giusto è quello che le permette di affrontare la sofferenza, ma anche di riconoscere chi è dietro al sintomo. Parlarne con un professionista che sappia muoversi tra i diversi approcci può aiutarla a orientarsi senza dogmatismi.
Dott.ssa Daniela Voza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissimo, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, la terapia cognitiva nasce con l'obiettivo di modificare pensieri disfunzionali, nei loro contenuti e nelle modalità organizzative. Diversi i protocolli che si sono sviluppati nel tempo finalizzati a modificare la qualità delle relazioni dei pazienti, oltre che il processo di adattamento ambientale. Buona in questa direzione la terapia psico-analitica, tipo di psicoterapia orientata a identificare le cause profonde del disagio interiore. Esistono altre proposte sistematiche ed organizzate per affrontare configurazioni sintomatologiche resistenti al cambiamento, come per esempio la Schema Therapy e le terapie umanistiche. In questi approcci si può cogliere l'attenzione per la relazione terapeutica; inoltre viene dato particolare peso alle tecniche immaginative ed esperienziali, sottolineato il valore terapeutico delle esperienze di correzione emotiva. Obiettivo è rendere consapevole la persona che certi schemi si sono strutturati nel corso della vita per soddisfare alcuni bisogni fondamentali umani, in modo necessariamente responsivo ad alcune situazioni ambientali limitanti. Al di là della scelta elettiva e del modello utilizzato, è importante sviluppare strategie di coping personali piu' ampie ed efficaci per crescere ed evolvere e di conseguenza elaborare i vissuti all'origine della sua difficoltà. Il lavoro di ristrutturazione di personalità diventa un lavoro che mette in discussione aspetti cognitivi, esperienziali e relazionali, senza escluderne nessuno. Un caro saluto e in bocca al lupo per il suo processo di cambiamento.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, non si nasce con il disturbo ossessivo compulsivo, quindi ci sono cause che il nostro cervello ha affrontato scatenando sintomi apparentemente risolutivi ma disfunzionali. Andare alle origini è la strategia più proficua. Io le suggerirei un percorso Emdr con uno psicoterapeuta con formazione specifica. In genere si trovano professionisti con formazione psicodinamica che hanno in più questo tipo di formazione. Perseveri nella cura e trarrà beneficio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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