Buongiorno,ho da poco sospeso l'assunzione di un antidepressivo (Citalopram, della classe SSRI), h

15 risposte
Buongiorno,
ho da poco sospeso l'assunzione di un antidepressivo (Citalopram, della classe SSRI), ho fatto una graduale diminuzione cosi come consigliatomi dal medico (da 8 gocce ho iniziato a prenderne 6, poi 4, poi 2 poi ho smesso). L'ho preso in totale per 3 mesi.
Da qualche giorno mi sento strana ossia ho un senso di nausea pesante e sensazioni simili ad uno shock elettrico che consultando degli articoli online mi e' sembrato che possano essere riconducibili proprio alla sospensione del medicinale.
Vorrei chiedere se devo preoccuparmi o se si tratta di disturbi transitori e quanto possano durare.

Ringrazio in anticipo
Erika
Dott. Ruggero Raccah
Psichiatra, Ematologo, Psicoterapeuta
Roma
Sono disturbi non correlati con il farmaco, i dosaggi che lei assume non giustificano la sua sintomatologia. Cordiali saluti

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Dott.ssa Eugenia Cardilli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sarebbe bene che lei si rivolgesse al professionista che le ha prescritto il farmaco, penso uno psichiatra, non so se lei si era già rivolta al medico per scalare il medicinale e se ha seguito l'indicazioni prescritte. Cmq non ci spiega niente di sè, perchè le hanno prescritto un antidepressivo, che ha preso per tre mesi di solito l'antidepressivo riesce a dare i primi risultati dopo sei mesi, cmq le consiglio di eseguire dei colloqui psicologici che la potrebbero aiutare ad elaborare i motivi della sua depressione, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli
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Dott.ssa Elisabetta Zauli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno Erika,probabilmente sono disturbi transitori,ma forse dovrebbe parlarne con il medico che le ha prescritto il farmaco,ha risolto il problema della depressione? Ormai è provato che per avere risultati ottimali occorre associare la psicoterapia al farmaco,potrebbe esserle di aiuto.Le auguro una buona giornata. Elisabetta Zauli
Dott.ssa Annalisa Corlando
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Torino
Salve Erika, mi auguro che affianchi psicoterapia al trattamento farmacolofogico. Confidare solo sugli psicofarmaci non garantisce un miglioramento stabile e progressivo di ansia e depressione, benché tali farmaci, opportunamente usati, siano il più delle volte indispensabili.
Dott. Fabrizio Casuccio
Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Buongiorno Erika, mi permetto di risponderle perché, pur non essendo io uno psichiatra, collaboro spesso in vari ambiti professionali con colleghi psichiatri. Anzitutto vorrei chiederle se il medico cui fa riferimento è uno psichiatra. Non per sminuire il lavoro di un presunto medico di base, ci mancherebbe altro. Tuttavia è vero, tre mesi di assunzione per un inibitore della ricaptazione della serotonina sono davvero pochi per produrre un effetto significativo. Così come, allineandomi a quanto scritto dal Dott. Raccah, è poco probabile che i sintomi attuali siano ascrivibili alla sospensione. Può fare due cose primariamente: rivolgersi a uno psichiatra o a un neurologo, anzitutto. Per monitorare meglio questa assunzione/sospensione e decidere con uno specialista. Quindi approfondire meglio la questione della nausea e della 'sensazione elettrica'. Forse con un altro medico. Ci faccia sapere gli sviluppi della vicenda, se vuole. Cordiali saluti.
Dott.ssa Paola Giovani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno Erika, i colleghi che le hanno risposto hanno già fatto delle osservazioni che la possono orientare. Vorrei solo aggiungere che l'assunzione di qualunque farmaco ha bisogno della guida di un medico e del suo sostegno umano. Non so perchè le abbiano prescritto un antidepressivo. Il medico ha deciso sulla base dei suoi sintomi? Il farmaco cui si riferisce funziona se preso per lungo tempo e dunque c'è qualcosa da chiarire con il suo medico. Si tratta di un episodio depressivo oppure di uno stato depressivo? Comunque eviti di regolarsi da sola perchè sono farmaci da prendere con molta cautela. Soprattutto la invito a fare anche una psicoterapia. Cordiali saluti PG
Dott. Emanuele Lucchetti
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
Buongiorno Erika, sono d'accordo con i colleghi. L'assunzione di un farmaco è legata alla prescrizione da parte di un medico. Ricordi che la parola farmaco deriva dal greco e significa medicinale e veleno. Tutte le medicine hanno effetti collaterali ed è importante che un medico si prenda la responsabilità,
Arrivederci
Dott.ssa Maria Elena Cinti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Albano Laziale
Salve signora concordo con i colleghi in merito alla scarsa correlazione fra i suoi disturbi e il farmaco. Piuttosto le chiederei da quanto tempo ha sospeso la terapia? Come mai? I disturbi a distanza di qualche giorno sono ancora presenti? Verifichi col suo medico di base o lo psichiatra di sua fiducia.
Quando a Santo Google... Credo che sia il più grande infusore di timori che abbiano creato ????
Dott.ssa Alessia Rita Candiloro
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Professional counselor
Napoli
Salve Erika, allora le consiglierei di consultare uno psichiatra per comprendere al meglio cosa le sta accadendo e parlare dei suoi sintomi. Inoltre in accordo con i colleghi, assolutamente 3 mesi di ssri non sono tanti e comunque non bastano i farmaci senza una terapia psicologica. Spero che prenda in considerazione la cosa.
Dott.ssa Marta Calderaro
Psicoterapeuta, Neuropsichiatra infantile
Roma
Salve, i sintomi che riporta non sembrano riconducibili alla sospensione del farmaco. Mi rivolgerei però al medico che l’ha prescritto, che conosce sicuramente meglio il suo caso. Buona serata
Buongiorno Erika, in questi casi è sempre bene rivolgersi al medico curante che le ha prescritto il farmaco. Ha sicuramente maggiori informazioni di noi per poterle dare una risposta adeguata. Gli articoli online.. per quanto ammetto che ormai tutti prendiamo informazioni da google, non sono, nella maggior parte dei casi, una fonte attendibile. Le consiglio di essere cauta in merito all'affidarsi alla lettura su internet. Un saluto e buona giornata,
Federica Miccichè
Dott.ssa Enza Marangella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Trebaseleghe
Buongiorno Erika , le cure farmacologiche di questo tipo non si scalano mai senza il controllo del medico proprio per tutte le possibili reazioni ,soggettive e non, che ne possono derivare.
Provi ad affidarsi ad uno psichiatra per valutare seriamente la sua situazione e per orientarsi meglio nella cura più adatta per lei sia a livello farmacologico che psicoterapeutico --- binomio indispensabile per definire la cura "completa" .
Dott.ssa Debora Gilardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, 3 mesi per un SSRI sono un po' pochini... Il medico che la segue è uno specialista in Psichiatria? Sarebbe importante lo fosse, anche se il dosaggio è veramente minimo. Inoltre le consiglio vivamente di affrontare la Depressione con la Psicoterapia cognitivo comportamentale, decisamente efficace e concreta. Cordiali saluti.
Dott. Christian Nasti
Psichiatra, Psicoterapeuta
Milano
Salve,
a seconda di quando sono comparsi questi sintomi è possibile identificarli come conseguenza dell'interruzione oppure no.
Mi spiego meglio: alcuni farmaci possono provocare fastidio all'interruzione, ma è importante distinguere i "fastidi specifici" derivanti dall'interruzione del farmaco da una eventuale ripresa di malattia.
Nel suo caso, ad esempio, i sintomi che ha descritto erano presenti anche prima del trattamento con citalopram? Magari associati ad una quota d'ansia o di agitazione/tensione/preoccupazione? Se sì, potrebbe essere il caso di chiedere nuovamente consulto al suo psichiatra di fiducia.
Occorre, poi, tenere di conto della tempistica con cui sono comparsi: sono comparsi già durante lo scalaggio oppure dopo l'interruzione completa? Dopo quanti giorni?
Se sono comparsi dopo circa 1, o massimo 2 giorni è possibile considerare il Citalopram come causa, altrimenti sarà da individuare in qualche altra condizione.
In generale le consiglio di rivolgersi al suo medico di fiducia, che saprà porle tutte le domande specifiche del caso e trovare, assieme a lei, la strategia migliore d'intervento
Buongiorno, di solito molecole del genere si assumono per periodi più lunghi di 3 mesi, perché oltre al trattamento acuto c'è anche la fase di mantenimento e si scalano in modo molto lento (mesi). Poi molto dipende dal paziente e dalla patologia e da una serie di fattori che si valutano durante visita. Naturalmente terapie o scalaggi troppo rapidi possono dare i sintomi che dice lei, ma la nausea è un sintomo che ha molti fattori. Se perdura oltre qualche settimana il consiglio è parlarne con uno specialista. saluti

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