Buongiorno, Grazie per questo prezioso servizio. Vorrei chiedervi un consiglio, anzi, un aiuto. So

23 risposte
Buongiorno,
Grazie per questo prezioso servizio.
Vorrei chiedervi un consiglio, anzi, un aiuto. Sono una studentessa di 20 anni e non riesco a perdere peso. Sono alta 1.70 e ad oggi peso 90kg. Ero più grassa (quasi 10 kg in più) tre anni fa ma l'anno scorso ero riuscita ad arrivare a 83 kg. Non ci sono problemi di salute, ho fatto ogni esame possibile. Sono stata da 3 diversi nutrizionisti e nel primo periodo perdevo quello che dovevo. Il problema sono io: dopo un mese mollo tutto. Ormai so bene come funziona un piano nutrizionale ma appena passano le prime settimane mangio come prima e torno a dormire ad orari improponibili (poco, male o troppo e comunque male). Non sono abituata a mangiare cibi spazzatura (paesino sperduto, nemmeno esiste il kebab qui), salatini o bibite gassate ma in casa si è sempre fatto del pasto un evento conviviale, dunque credo sia diventato un piacere importante nelle nostre vite. Per questo temo che il mio mollare così sia un problema legato alla mia psiche. Sono in sovrappeso da tutta la vita, non ho mai raggiunto il peso forma nemmeno lontanamente e in famiglia sono tutti sovrappeso, chi più chi meno. Alle volte abbiamo provato tutti insieme a mangiare meno ma c'è sempre la scusa buona per fare un po' più di pasta o un po' più di salumi, una torta salata di rinforzo, ecc. Come posso autoconvincermi a lungo termine di dover dimagrire? Lo voglio fare per la mia salute futura, ho l'ovaio micropolicistico e so che potrei avere problemi con il tempo. Però è un problema che rimane sul "possibile", "più avanti", "nel futuro". Purtroppo non ho mai avuto un imput abbastanza decisivo: non sono mai stata nemmeno derisa, giudicata brutalmente, ho un ragazzo premuroso e amici meravigliosi, sono brava nello studio, sono felice e senza un problema nella vita! Allora perché è così difficile andare fino in fondo? Perché sono così mentalmente pigra? Eppure che sia studio o lavoro faccio sempre il massimo e fino alla fine, consideravo la perseveranza un mio pregio, allora perché con il cibo non riesco?
Come posso motivarmi seriamente?
Scusate per lo sfogo e grazie
Dott. Stefano Minelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, forse ciò che il cibo le dona è più di quello che il cibo le toglie: forse per il momento è un bilancio tutto sommato positivo. Ma, nonostante non ci siano problemi di salute, sembra preoccuparsi di una precisa questione ("l'ovaio") che dice qualcosa in più su di lei e potrebbe aprire a un nuovo discorso. Valuti di parlarne con qualcuno. SM

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Dott.ssa Federica Ciocca
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Gentile utente,
Racconta che da sempre ha problemi con la bilancia. Quando le piace mangiare durante la giornata? Lei prova senso di sazietà? Quali pensieri insorgono quando inizia la dieta e durante? Cosa la porta a mangiare o come dice lei a fare lo "sgarro"?

Ha già valutato in passato di rivolgersi in contemporanea sia ad un nutrizionista o dietologo e svolgere anche una psicoterapia incentrata maggiormente sul corpo, le sue emozioni, i pensieri o le possibili paure associate a questo argomento?

Le consiglierei di rivolgersi ad un professionista di sua fiducia per osservare a 360' le sue difficoltà riferite al cibo.

Cordialmente

Dott.ssa Federica Ciocca
Dott.ssa Maura Falocco
Psicologo, Professional counselor
Grottaferrata
Buonasera,
Le abitudini alimentari acquisite durante la nostra infanzia sono difficili da scardinare soprattutto se condivise da tutta la famiglia. Perdere peso implica dei cambiamenti sia nel rapporto con la sua famiglia (il pasto come lei ha scritto è per voi un evento conviviale) sia nel rapporto con la sua immagine corporea (perdendo peso il suo corpo cambia). Già questi sono aspetti importanti che possono impedire il mantenimento a lungo termine di un regime alimentare corretto. Poi c'è la componente emozionale che si lega con il cibo in modi diversi. Provi a chiedersi quali motivi la spingono a voler dimagrire e si prefigga tanti piccoli obiettivi, più facili da raggiungere. In alternativa può chiedere un supporto psicologico per superare i momenti "critici", quando ha la tentazione di abbandonare. Un cordiale saluto
Dott.ssa Francesca Barlone
Psicologo, Psicoterapeuta
Latina
Gentile utente
fare una dieta a volte attiva fattori emotivi che possono rendere difficoltoso il raggiungimento e il mantenimento del peso prefissato. Per questo è utile affiancare alla dieta un percorso di psicoterapia che consente di cogliere ed elaborare quegli aspetti psicologici che altrimenti interferiscono con la dieta stessa. L'obiettivo non deve mai essere solamente la perdita di peso ma il benessere fisico e psicologico.
Cordiali saluti!
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile utente,
come sta scoprendo, il "nostro" peso corporeo non è solo "nostro": è il risultato delle spinte che ci arrivano dal contesto, dai nostri desideri, emozioni e convinzioni, e dagli equilibri che il nostro corpo raggiunge.
Per questo non si tratta MAI di cambiare semplicemente taglia, ma di cambiare stile di vita, cambiare contesto, ragionare sui nostri valori, emozioni e desideri. Da quello che scrive, lei lo sta scoprendo: la sua famiglia ha una cultura che valorizza molto i piaceri della tavola, non ha mai percepito il sovrappeso come un problema estetico serio, nessuno l'ha mai denigrata per questo (e per fortuna!), il suo ragazzo non sembra avere problemi con lei per questo, la salute (/ora che è giovane) è qualcosa che non la preoccupa davvero. Non c'è nessuna spinta che possa indurla a credere che questa è una situazione da cambiare... e infatti, quando prova tutte le forze che ha elencato poi la risospingono al "punto di equilibrio", e lei non perde che qualche kilo.
Bene, a questo punto però dovrebbe provare a seguire questo sottile filo, che ogni volta la spinge a provare di nuovo. Ho l'impressione che quel filo sia il SUO filo, il suo desiderio, il suo progetto. Credo che se lo seguirà, potrà trovare altro oltre i kili che spera di perdere, un'insoddisfazione che potrebbe spingerla a cambiare altri ambiti della sua vita in meglio: progetti? una visione della vita che sente più sua?
Ecco, le consiglierei di seguire questo filo, senza necessariamente iniziare una nuova dieta, ma per una volta concedendosi uno spazio di ascolto con uno psicologo o uno psicoterapeuta. Oggi è possibile anche on line, e coglierei l'occasione.

con i migliori auguri
dr. Ventura
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Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che per lei sia arrivato il momento di affiancare alla dieta un percorso di psicoterapia, che potrebbe aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Raffaele Cuomo
Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno. La perdita di peso, come probabilmente lei stessa già sa, non è solo una perdita di chili di troppo, ma anche una perdita di abitudini familiari e personali, oltre ad una perdita dell'immagine che ha di sé. Abbandonare qualcosa che probabilmente è radicato in lei e nel suo modo di approcciare al cibo non è semplice, soprattutto se nella sua famiglie il momento di "stare a tavola" è anche un momento di "stare in famiglia". Oltre a rivolgersi ad un nutrizionista, forse avrebbe bisogno di un sostegno e spazio psicologico nel quale affrontare l'idea e il senso che ha per lei il cibo. Si rivolga ad un professionista (Psicologo o Psicoterapeuta) affinché possa affiancarla in questo delicato percorso di trasformazione. Cordialmente, dott. RC
Dott.ssa Erika Massaccesi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Cara ragazza
penso che la sua consapevolezza riguardo la difficoltà che descrive sia molto importante e possa rappresentare un punto di partenza per comprendere che legame c'è tra lei e il cibo visto che al momento è il controllo del peso il suo problema principale.
Potrebbe avvalersi di una consulenza online per poter approfondire cosa desidera cambiare di sé e come potersi sostenere in un eventuale percorso psicoterapeutico.

le auguro buon proseguimento!
Dott. Alessandro Moneta
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno, forse è così pigra perchè si sta focalizzando sul fatto di dover semplicemente e noiosamente correggere un comportamento alimentare, ma l'obesità e le abbuffate ad essa correlate non possono essere ridotte ad un mero difetto del comportamento, sono un sintomo da interrogare, almeno in una psicoterapia ad orientamento psicoanalitico.
Cordialmente
Dott. Alessandro Moneta
Dott.ssa Claudia Sposini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lodi
Carissima, dovrebbe iniziare ad intraprendere un percorso psicoterapeutico: le dinamiche mentali che descrive possono essere affrontate più adeguatamente con l'aiuto di uno Specialista. Ci pensi! Non si perda quest'opportunità per stare meglio con se stessa. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Dott.ssa Giulia Bernardinello
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Bologna
Gentile utente, non è importante solo trovare un regime alimentare che soddisfi la bilancia, ma comprenderlo. E' necessaria un'educazione alimentare che faccia capire cosa è più affine e conforme alla propria persona. Inoltre, una predisposizione psicologica favorevole è determinante per evitare il fallimento, per questo motivo, si chieda cosa significa il cibo per lei? Quanto ascolta veramente il proprio corpo? Quali sono le emozioni che sente mentre mangia?
Rimango a disposizione. Dott.ssa Giulia Bernardinello
Dott.ssa Perla Margherita Amodio
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, cambiare stile di vita non è mai semplice e eventuali difficoltà non possono essere ridotte soltanto ad una questione di mancanza di forza di volontà e pigrizia. Il peso corporeo è frutto di moltissime e complesse variabili interne ed esterne. Mi sembra piuttosto motivata a voler raggiungere un peso più salutare ma si scontra con difficoltà che lei, in parte, riconosce piuttosto bene pur non sapendo come poterle gestire in modo sostenibile per lunghi periodi, portandola così a riprendere il peso e ritornare alle vecchie abitudini. Una buona consulenza psicologica con un professionista specializzato in alimentazione potrebbe aiutarla a trovare strategie alternative che potrebbero aiutarla a sostenere a lungo termine una modifica del suo stile di vita senza dover sacrificare la gioia e la convivialità che il cibo porta con sé. Rimango a disposizione anche per consulenze online. Le auguro il meglio!
Dott.ssa Maria Amati
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Castellaneta
Gentile utente il cibo ha per ognuno di noi un significato emotivo, non rappresenta solo un elemento nutritivo, per questo potrebbe chiedere una consulenza per scoprire quale sia il significato che lei dà al cibo appunto, e sulla base di ciò comprendere il motivo per cui non riesce a concludere un percorso. Inoltre spesso è la motivazione che è alla base del percorso di dimagrimento che non è abbastanza forte da resistere al primo mese, come accade a lei. Resto a sua disposizione per domande o curiosità o per una consulenza. Un saluto.
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Dott.ssa Adriana Fabiani Tijero
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Cuasso al Monte
"Come posso
autoconvincermi a lungo termine
di dover dimagrire?
Lo voglio fare
per la mia salute futura,.. "

gentile scrittrice,
ritaglio questo suo particolare della sua presentazione
in modo che lei possa riflettere, sui verbi presenti.

un cordiale saluto .
Dott. Emanuele Grilli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve. Quello che ci racconta di lei è molto importante per comporre un quadro coerente della sua situazione. Detta in modo più stringato possibile il suo atteggiamento nei confronti delle sue abitudini alimentari è ancora "profondamente" egosintonico. Ciò significa che ciò che fa è ciò che pensa circa il cibo ed il mangiare gode del suo consenso sostenuto da chi le sta attorno, in un clima positivo e non giudicante.
Forse il corpo le sta inviando qualche messaggio per avvertirla che qualcosa dovrebbe profondamente cambiare nel suo comportamento alimentare. I provvedimenti seri e radicali (purtroppo) di prendono spesso quando diventa urgente farlo.
Questo significa che lei dovrebbe seriamente mettere in discussione la sua egosintonia rispetto al mangiare. Se crede si faccia aiutare da uno psicoterapeuta. Le gioverà sicuramente. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
spesso la dieta non basta.
Occorre procedere anche con un supporto psicologico.
Ci faccia sapere.
Un saluto,
MMM
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace per il disagio da lei espresso. Affrontare e seguire una dieta è un percorso difficile e pieno di insidie anche perchè spesso le "tentazioni" arrivano dall'esterno e ciò complica ancora di più le cose.
Comunque ritengo che, al fine di poter valorizzare e rendere al massimo il suo percorso di dieta, un percorso di supporto psicologico possa aiutarla a trovare le risposte che cerca.
In bocca al lupo, dott. FDL
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, spesso i problemi alimentari si affiancano a problematiche emotive, per cui per risolvere le prime bisogna affrontare anche le seconde. Le consiglio di rivolgersi ad un terapeuta e affrontare la sua situazione insieme a lui. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Cara Utente, evidentemente se proprio in questo prova una difficoltà vuol dire che il punto della questione andrebbe approfondito. A volte ci può sembrare di non avere difficoltà perché non ne siamo consapevoli forse, perché ci fa paura poter scombinare un equilibrio che si sembra ottimo. Ad ogni modo, non ritengo la problematica grave se questo può rassicurarla.
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, qualche volta capita che non sia sufficiente un ottimo piano nutrizionale per uscire perdere peso.
Diminuire di peso richiede costanza sacrificio e volontà della persona a e questi elementi possono sussistere sì alla base c’è una buona motivazione.quest’ultima può venir meno e a volte non ne comprendiamo il perché.
Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti (dopo quante perde la motivazione? c’è stato un pensiero ho una situazione che ha innescato questa perdita?) I fattori di mantenimento (quali sono i pensieri e le sue credenze Che spengono la motivazione?) A volte questi elementi possono sembrare non esserci oppure sfuggirci l’aiuto di un professionista puoi aiutarla ad identificarli E a modificarli nel caso fossero disfunzionali.Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Gentile utente, nella sua domanda c'è evidentemente già del sapere. Il cibo svolge per gli esseri umani una funzione che va ben oltre la soddisfazione di un bisogno primario o istintuale.
Il mio consiglio è di portare questo suo impedimento nello studio di uno specialista così che possa accompagnarla a comprendere meglio le dinamiche che ci ha ben descritto e sostenerla nel suo lavoro personale su tali questioni.
Un caro saluto
Dott.ssa Chiara Fabbiano
Psicologo, Psicologo clinico
Buccinasco
Buongiorno a te,

Intanto voglio dirti che il tuo messaggio mi ha colpita molto: per la lucidità, la profondità e anche per la tenerezza che trasmette. C'è già in te una comprensione rara del tuo vissuto, ed è proprio da lì che possiamo partire insieme.

Quello che mi hai scritto mi fa pensare che non ti serva qualcuno che ti dica cosa fare, ma qualcuno che ti accompagni a capire perché, ogni volta, arriva quel punto in cui “molli tutto”, e come quel punto può diventare una svolta invece che una fine.

Io lavoro proprio con persone che, come te, hanno un rapporto complesso con il cibo e con la motivazione. Non si tratta di insegnare regole nuove, ma di ascoltare profondamente quello che il corpo e la mente stanno cercando di comunicare. A volte il cibo diventa un modo per esprimere bisogni, emozioni o fatiche che non trovano spazio altrove.
Insieme possiamo esplorare questo spazio con rispetto, curiosità e senza giudizio.
Dott.ssa Debora Fiore
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, capita molto più spesso di quanto si pensi di non riuscire a mantenere una dieta, e non è una questione di pigrizia o mancanza di volontà. Quando limitiamo il cibo, il cervello reagisce come se fosse in pericolo: rallenta il metabolismo, aumenta la fame e rende i cibi “vietati” ancora più desiderabili. A questo si aggiunge la fatica mentale di controllarsi continuamente, che col tempo porta a cedere.
Ma c’è anche un piano più profondo: il cibo, per molti di noi, è un linguaggio affettivo. In molte famiglie rappresenta amore, accoglienza, appartenenza. Rinunciare a certi gesti, la pasta fatta in più, il dolce condiviso, può farci sentire come se stessimo rinunciando a una parte di noi o del nostro legame familiare.
Per questo cambiare davvero modo di mangiare non significa solo modificare la dieta, ma uscire dai vecchi copioni emotivi e imparare ad ascoltare il corpo con gentilezza. Gli approcci più efficaci, come il mindful o intuitive eating, non impongono regole rigide: aiutano a riconoscere fame, sazietà ed emozioni, restituendo al cibo il suo giusto posto nella nostra vita. Spero di esserle stata utile. Saluti Dr.ssa Debora Fiore

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