buongiorno gradirei un vostro riscontro. Ho perso la fiducia in mio marito. E' sempre stata una per
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buongiorno gradirei un vostro riscontro.
Ho perso la fiducia in mio marito. E' sempre stata una persona che devia nei discorsi, non proprio limpida.
Questo lo constatato con il tempo e in vari avvenimenti.
Non mantiene le promesse e questo avviene anche con i figli.
Esce la mattina e rientra la sera. al massimo fa 2 chiamate, poi quando glielo faccio notare, il giorno dopo chiama più volte, ma poi ritorna sempre come prima.
Perdendo la fiducia ho capito che mi pesa stare con lui. Per 1 anno è riuscito a darmi solo un bacio la mattina poi basta. Diceva che era stressato dal lavoro. Alla fine mi sono fatta avanti io ma ho notato che non c'era quella voglia o desiderio di stare con me. O io o un'altra poteva essere la stessa cosa. Ho anche detto se mi voleva ancora bene e lui ha risposto con un si secco, senza dirmi nemmeno perché avessi posto questa domanda. Ho parlato anche di separazione, ma lui mi guarda, non dice né si né no. Dice solo che il lavoro lo stressa per questo si comporta cosi.
Però quando io non gli faccio notare tutte queste mancanze , lui ne parla bene del suo lavoro dice di non voler lasciare mai il posto dove lavora adesso, viene sereno, anche quando parla con i colleghi è tranquillo.
Con me e con i bambini ci sta al massimo 2 ore la sera. Sono16 anni che non lavoro. Non mi vieta di andare a lavorare ma indirettamente dice che non è il caso che anch'io lavori. Tantissime volte gli ho espresso questo mio desiderio. Lui mi dice: e poi chi li accompagna a scuola, allo sport, a fare terapia? lui lavora; chi li segue con i compiti? lui lavora.
Alla fine io non faccio niente per me, non ho più amicizie perché stò sempre con i miei figli e se non ci sono loro, sto a casa a pulire. Una sola cosa ne sono sicura, come mamma e casalinga mi sento molto fiera di me stessa, ma come donna mi sento 0. Avvolte mi sento in colpa per tutte queste mancanze ricevute. Se già dalla prima volta ero ferma e determinata e non accondiscendevo a queste inadempienze, molto probabilmente non arrivavo a questo punto. Tante volte abbiamo parlato, tante tante, ma alla fine si ritorna sempre al punto di partenza.
Gradirei un aiuto concreto e risolutivo giusto da poter intraprendere una strada.
Ho perso la fiducia in mio marito. E' sempre stata una persona che devia nei discorsi, non proprio limpida.
Questo lo constatato con il tempo e in vari avvenimenti.
Non mantiene le promesse e questo avviene anche con i figli.
Esce la mattina e rientra la sera. al massimo fa 2 chiamate, poi quando glielo faccio notare, il giorno dopo chiama più volte, ma poi ritorna sempre come prima.
Perdendo la fiducia ho capito che mi pesa stare con lui. Per 1 anno è riuscito a darmi solo un bacio la mattina poi basta. Diceva che era stressato dal lavoro. Alla fine mi sono fatta avanti io ma ho notato che non c'era quella voglia o desiderio di stare con me. O io o un'altra poteva essere la stessa cosa. Ho anche detto se mi voleva ancora bene e lui ha risposto con un si secco, senza dirmi nemmeno perché avessi posto questa domanda. Ho parlato anche di separazione, ma lui mi guarda, non dice né si né no. Dice solo che il lavoro lo stressa per questo si comporta cosi.
Però quando io non gli faccio notare tutte queste mancanze , lui ne parla bene del suo lavoro dice di non voler lasciare mai il posto dove lavora adesso, viene sereno, anche quando parla con i colleghi è tranquillo.
Con me e con i bambini ci sta al massimo 2 ore la sera. Sono16 anni che non lavoro. Non mi vieta di andare a lavorare ma indirettamente dice che non è il caso che anch'io lavori. Tantissime volte gli ho espresso questo mio desiderio. Lui mi dice: e poi chi li accompagna a scuola, allo sport, a fare terapia? lui lavora; chi li segue con i compiti? lui lavora.
Alla fine io non faccio niente per me, non ho più amicizie perché stò sempre con i miei figli e se non ci sono loro, sto a casa a pulire. Una sola cosa ne sono sicura, come mamma e casalinga mi sento molto fiera di me stessa, ma come donna mi sento 0. Avvolte mi sento in colpa per tutte queste mancanze ricevute. Se già dalla prima volta ero ferma e determinata e non accondiscendevo a queste inadempienze, molto probabilmente non arrivavo a questo punto. Tante volte abbiamo parlato, tante tante, ma alla fine si ritorna sempre al punto di partenza.
Gradirei un aiuto concreto e risolutivo giusto da poter intraprendere una strada.
Gentile signora, dalle sue parole intuisco delusione, tristezza, scoraggiamento, mi dispiace... E' chiaro che l'esistenza che conduce non le piace (a parte la gratificazione come madre), non c'è il rapporto di coppia che vuole e non è contenta della donna che è e del fatto che non ha una vita sociale.
Credo sia il momento di cominciare a pensare a se stessa, ai suoi desideri, alle sue aspirazioni, ai suoi interessi, e anche di avere con suo marito uno scambio più significativo, più chiarificatore circa le vostre intenzioni e circa l'impegno che volete prendervi reciprocamente. C'è forse bisogno di rinnovare il vostro progetto iniziale di coppia e di famiglia (non è tanto la presenza fisica che serve quanto la presenza emotiva/affettiva, l'entusiasmo, la condivisione, la partecipazione...), di parlarsi a cuore aperto e con sincerità, prendere delle decisioni sulla vostra relazione facendo in modo di non ritrovarsi al punto di partenza.
Può essere buona cosa per lei fare dei colloqui con un/una psicologo/a per chiarirsi le idee e definire meglio quello che vuole raggiungere in questo vostro rapporto, consapevole che ci sono responsabilità e conseguenze per ogni tipo di scelta che farà. Ugualmente utile sarebbero colloqui di coppia, se suo marito è disponibile e riconosce la presenza di un problema tra voi.
Mi faccia sapere come vorrà orientarsi. Buona vita.
Credo sia il momento di cominciare a pensare a se stessa, ai suoi desideri, alle sue aspirazioni, ai suoi interessi, e anche di avere con suo marito uno scambio più significativo, più chiarificatore circa le vostre intenzioni e circa l'impegno che volete prendervi reciprocamente. C'è forse bisogno di rinnovare il vostro progetto iniziale di coppia e di famiglia (non è tanto la presenza fisica che serve quanto la presenza emotiva/affettiva, l'entusiasmo, la condivisione, la partecipazione...), di parlarsi a cuore aperto e con sincerità, prendere delle decisioni sulla vostra relazione facendo in modo di non ritrovarsi al punto di partenza.
Può essere buona cosa per lei fare dei colloqui con un/una psicologo/a per chiarirsi le idee e definire meglio quello che vuole raggiungere in questo vostro rapporto, consapevole che ci sono responsabilità e conseguenze per ogni tipo di scelta che farà. Ugualmente utile sarebbero colloqui di coppia, se suo marito è disponibile e riconosce la presenza di un problema tra voi.
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Buonasera, leggendo il suo racconto mi sento di dirle che un nodo cruciale del suo malessere risiede nel fatto che non ha spazio per sè come persona, a prescindere dal suo essere madre, moglie e casalinga. E' molto bello e importante che lei si senta fiera di alcuni aspetti di sè, ma evidentemente questi non le sono più sufficienti. Non si dimentichi che ha delle risorse, che fino ad ora ha impiegato come madre e moglie e che ora può decidere di impiegare in altri ambiti.
Buona serata, Valentina Annesi
Buona serata, Valentina Annesi
Buongiorno,
leggere le sue parole restituisce con molta chiarezza la fatica profonda che sta vivendo e l’ambivalenza tra il desiderio di essere ascoltata e compresa e la sensazione crescente di solitudine e svalutazione, soprattutto all'interno del rapporto con suo marito.
Le dinamiche che descrive parlano di un legame che nel tempo ha smesso di essere un luogo in cui sentirsi vista, desiderata, riconosciuta come donna, oltre che come madre. Il fatto che lui tenda a sviare, a non rispondere in modo autentico o a minimizzare ciò che lei esprime, può lasciare addosso un senso di confusione, ma anche un lento logoramento dell’autostima, fino a metterla in discussione sul piano della responsabilità: "E se avessi fatto qualcosa di diverso?". È molto comune che in relazioni caratterizzate da mancanze affettive e comunicative si inneschi proprio questa forma di autoaccusa, ma va detto con chiarezza che nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per avere dei bisogni legittimi, come quello di sentirsi amati, ascoltati o valorizzati.
Da ciò che racconta, emerge anche un vissuto di forte isolamento e una rinuncia graduale a parti importanti di sé. Quando il ruolo materno e quello di casalinga diventano l’unico spazio in cui si sente “fiera”, mentre tutto il resto appare svuotato o privo di riconoscimento, si rischia di perdere di vista anche il proprio diritto alla realizzazione personale, all’autonomia, al desiderio. E questo, nel tempo, pesa.
È significativo che, nonostante tutti questi tentativi di comunicazione e le sue richieste espresse più volte, non ci sia stata da parte di suo marito una reale assunzione di responsabilità o un’apertura concreta al confronto. Questo può farle sentire che nulla cambia, qualunque cosa lei faccia o dica, e bloccare anche l’energia necessaria per decidere cosa sia meglio per lei, ora.
Per ritrovare lucidità e forza, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di sostegno psicologico individuale, in cui poter rimettere al centro la sua identità come donna, oltre che come madre e compagna, e ridefinire i suoi bisogni, i suoi confini, e le sue possibilità. Non sempre è possibile "cambiare" l’altro, ma è possibile decidere, con chiarezza e rispetto di sé, quali condizioni si è disposte a tollerare e quali invece richiedono un cambiamento.
Resto a disposizione se desidera approfondire o valutare insieme i prossimi passi.
leggere le sue parole restituisce con molta chiarezza la fatica profonda che sta vivendo e l’ambivalenza tra il desiderio di essere ascoltata e compresa e la sensazione crescente di solitudine e svalutazione, soprattutto all'interno del rapporto con suo marito.
Le dinamiche che descrive parlano di un legame che nel tempo ha smesso di essere un luogo in cui sentirsi vista, desiderata, riconosciuta come donna, oltre che come madre. Il fatto che lui tenda a sviare, a non rispondere in modo autentico o a minimizzare ciò che lei esprime, può lasciare addosso un senso di confusione, ma anche un lento logoramento dell’autostima, fino a metterla in discussione sul piano della responsabilità: "E se avessi fatto qualcosa di diverso?". È molto comune che in relazioni caratterizzate da mancanze affettive e comunicative si inneschi proprio questa forma di autoaccusa, ma va detto con chiarezza che nessuno dovrebbe sentirsi in colpa per avere dei bisogni legittimi, come quello di sentirsi amati, ascoltati o valorizzati.
Da ciò che racconta, emerge anche un vissuto di forte isolamento e una rinuncia graduale a parti importanti di sé. Quando il ruolo materno e quello di casalinga diventano l’unico spazio in cui si sente “fiera”, mentre tutto il resto appare svuotato o privo di riconoscimento, si rischia di perdere di vista anche il proprio diritto alla realizzazione personale, all’autonomia, al desiderio. E questo, nel tempo, pesa.
È significativo che, nonostante tutti questi tentativi di comunicazione e le sue richieste espresse più volte, non ci sia stata da parte di suo marito una reale assunzione di responsabilità o un’apertura concreta al confronto. Questo può farle sentire che nulla cambia, qualunque cosa lei faccia o dica, e bloccare anche l’energia necessaria per decidere cosa sia meglio per lei, ora.
Per ritrovare lucidità e forza, potrebbe essere utile intraprendere un percorso di sostegno psicologico individuale, in cui poter rimettere al centro la sua identità come donna, oltre che come madre e compagna, e ridefinire i suoi bisogni, i suoi confini, e le sue possibilità. Non sempre è possibile "cambiare" l’altro, ma è possibile decidere, con chiarezza e rispetto di sé, quali condizioni si è disposte a tollerare e quali invece richiedono un cambiamento.
Resto a disposizione se desidera approfondire o valutare insieme i prossimi passi.
Gentilissima, immagino sia un momento difficile. Io le proporrei di partire da qui "alla fine io non faccio niente per me": probabilmente si è un pò annullata ed è giunto il momento di dare spazio anche alla "donna". In primis le direi di dedicarsi qualche serata in cui uscire (lasciando suo marito con i figli) e di dar voce al suo desiderio di lavorare: capisco non sia facile, ma provi a cercare un lavoro part-time o a chiamata, compatibile con le esigenze familiari (da capire se eventualmente il lavoro di suo marito possa avere flessibilità di orario e/o valutare un aiuto esterno). Nel frattempo, coltivi hobby e amicizie. Questo sarebbe primo passaggio (uscire dall'annullamento) che poi potrebbe aiutarla a chiarire il rapporto con suo marito. Se il malessere persiste, valuti di chiedere un aiuto professionale: anche questo è prendersi cura di sé.
I migliori auguri.
Dott.ssa Annalisa De Filippo, Psicologa Psicoterapeuta
I migliori auguri.
Dott.ssa Annalisa De Filippo, Psicologa Psicoterapeuta
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità il suo vissuto, che trasmette tutta la sua fatica, la sua delusione ma anche la sua grande consapevolezza.
Da quanto racconta, emerge una situazione complessa e dolorosa, in cui la mancanza di comunicazione autentica, di supporto reciproco e di presenza emotiva da parte di suo marito ha compromesso nel tempo la fiducia e il benessere relazionale. È evidente quanto lei abbia cercato, in più momenti, di affrontare le difficoltà, provando a comunicare i suoi bisogni, desideri e sofferenze. Tuttavia, si è spesso trovata sola di fronte a risposte fredde, ambigue o evitanti.
È importante sottolineare che il sentirsi "0 come donna" non è una verità su di lei, ma la conseguenza di un contesto in cui i suoi bisogni emotivi, relazionali e identitari non vengono riconosciuti né valorizzati. Il senso di colpa che a volte prova è un sentimento molto comune in questi casi, ma va compreso per quello che è: un segnale che ci parla del suo bisogno di legittimare finalmente se stessa e ciò che prova.
Il lavoro, l’impegno e la dedizione che ha dedicato alla famiglia sono una risorsa immensa, ma non devono diventare motivo di rinuncia a sé. Il suo desiderio di lavorare, di ritrovare un ruolo sociale, di avere relazioni personali al di fuori della casa è assolutamente legittimo e sano.
Il fatto che suo marito non le impedisca esplicitamente di lavorare, ma che poi le faccia pesare indirettamente questa possibilità, è un comportamento passivo-controllante che finisce per ostacolare la sua autodeterminazione.
In situazioni come questa, dove le parole sembrano non bastare più e dove ogni tentativo di cambiamento viene annullato o ignorato, può essere davvero utile e necessario intraprendere un percorso individuale con uno specialista. Questo le permetterà di rimettere al centro i suoi bisogni, chiarire cosa desidera davvero per sé e per i suoi figli, e soprattutto ritrovare la forza per prendere decisioni consapevoli, che la rendano protagonista della propria vita.
Rivolgersi a uno psicologo o a una psicoterapeuta, in questo momento, non è solo utile: è consigliato.
Un aiuto concreto e professionale può davvero fare la differenza.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità il suo vissuto, che trasmette tutta la sua fatica, la sua delusione ma anche la sua grande consapevolezza.
Da quanto racconta, emerge una situazione complessa e dolorosa, in cui la mancanza di comunicazione autentica, di supporto reciproco e di presenza emotiva da parte di suo marito ha compromesso nel tempo la fiducia e il benessere relazionale. È evidente quanto lei abbia cercato, in più momenti, di affrontare le difficoltà, provando a comunicare i suoi bisogni, desideri e sofferenze. Tuttavia, si è spesso trovata sola di fronte a risposte fredde, ambigue o evitanti.
È importante sottolineare che il sentirsi "0 come donna" non è una verità su di lei, ma la conseguenza di un contesto in cui i suoi bisogni emotivi, relazionali e identitari non vengono riconosciuti né valorizzati. Il senso di colpa che a volte prova è un sentimento molto comune in questi casi, ma va compreso per quello che è: un segnale che ci parla del suo bisogno di legittimare finalmente se stessa e ciò che prova.
Il lavoro, l’impegno e la dedizione che ha dedicato alla famiglia sono una risorsa immensa, ma non devono diventare motivo di rinuncia a sé. Il suo desiderio di lavorare, di ritrovare un ruolo sociale, di avere relazioni personali al di fuori della casa è assolutamente legittimo e sano.
Il fatto che suo marito non le impedisca esplicitamente di lavorare, ma che poi le faccia pesare indirettamente questa possibilità, è un comportamento passivo-controllante che finisce per ostacolare la sua autodeterminazione.
In situazioni come questa, dove le parole sembrano non bastare più e dove ogni tentativo di cambiamento viene annullato o ignorato, può essere davvero utile e necessario intraprendere un percorso individuale con uno specialista. Questo le permetterà di rimettere al centro i suoi bisogni, chiarire cosa desidera davvero per sé e per i suoi figli, e soprattutto ritrovare la forza per prendere decisioni consapevoli, che la rendano protagonista della propria vita.
Rivolgersi a uno psicologo o a una psicoterapeuta, in questo momento, non è solo utile: è consigliato.
Un aiuto concreto e professionale può davvero fare la differenza.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, il suo quesito sembra quasi gridare: sono brava in vari ruoli della mia vita (madre o casalinga…) quindi sempre alla ricerca del benessere altrui e di chi le sta intorno, ma le chiedo, chi si prende cura di lei, partendo da se stessa? Le consiglio di approfondire queste tematiche delicate, con professionisti del settore così da prendere consapevolezza di se stessa e della sua vita. Resto a disposizione, cordialmente.
Dott.ssa Elda Valente
Dott.ssa Elda Valente
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Io sento dalle sue parole che prova tanta insoddisfazione, frustrazione e forse anche rabbia, e ha ragione: non avere uno spazio di vita personale ci rende insoddisfatti, frustrati e infelici. Credo che meriti di recuperare o costruire quello spazio personale che le manca: se desidera lavorare, credo che sia importante che possa portare avanti il suo desiderio, e cominciare a lavorare. Se desidera coltivare delle amicizie, fare qualcosa per sè, credo che sia importante che possa farlo. bisogna capire che cosa prova nella relazione con suo marito: non so se è ancora innamorata, se pensa che questa relazione si possa salvare in qualche modo o che ci siano ancora delle risorse da poter sfruttare, oppure se il suo bisogno è quello di separarsi e di potersi dedicare a sè, in ogni aspetto. Penso che per poter affrontare questo momento e prendere una decisione possa essere utile appoggiarsi ad un professionista di cui si possa fidare, perchè possa aiutarla a fare chiarezza dentro di sè, per capire nel profondo che cosa desidera, e come poterlo realizzare. Se avesse altre domande o avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buonasera,
grazie della sua condivisione.
ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Io sono ESPERTA IN RELAZIONI DISFUNZIONALI, seguo tanti casi di DIPENDENZA AFFETTIVA.
L'obiettivo principale sempre e comunque è raggiungere il proprio benessere, i propri bisogni e stare bene con se stessi. Se lei non sta bene con se stessa che messaggio darà ai figli? Ha mai sentito parlare di copioni familiari?
A disposizione.
Un abbraccio e un caro saluto
Buona presa di cura di sé!
grazie della sua condivisione.
ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Io sono ESPERTA IN RELAZIONI DISFUNZIONALI, seguo tanti casi di DIPENDENZA AFFETTIVA.
L'obiettivo principale sempre e comunque è raggiungere il proprio benessere, i propri bisogni e stare bene con se stessi. Se lei non sta bene con se stessa che messaggio darà ai figli? Ha mai sentito parlare di copioni familiari?
A disposizione.
Un abbraccio e un caro saluto
Buona presa di cura di sé!
Buongiorno,
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con suo marito, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei è portatrice di una istanza di coppia, ed è in un percorso di coppia che andrebbero affrontate le problematiche qui riportate. Ne parli anche con suo marito, sarebbe una occasione di crescita per entrambi.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, l'aiuto più grande è cercare dentro di sé quali sono i suoi bisogni veri e assecondarli. Forse la domanda da porsi potrebbe essere: "cosa mi impedisce di essere meno accondiscendente e attivarmi per realizzare ciò che desidero?" Trovare un lavoro, flessibile, con qualche ora a settimana non precluderebbe occuparsi dei figli. Credo che le soluzioni si possano trovare ma forse è necessario rispondere alla domanda.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile Signora, nelle domande spesso ci sono anche le risposte, lei in qualche modo le ha già quando dice "come donna mi sento 0". E' da lì che occorre partire per risintonizzarsi su di Sé. A volte quando ci siamo scordati di noi, si ha la sensazione che si abbia a che fare con uno sconosciuto e si preferisce continuare a occuparsi degli altri, perché in questo modo si è definiti: "sono la madre di.., la moglie di.." A mio parere le occorre intraprendere un Viaggio verso la scoperta di Sé superando la paura di ciò che potrà scoprire; occorre una guida, uno psicoterapeuta che la aiuti a tirare fuori il potenziale che è in questo momento intrappolato o bloccato. Le auguro un Bel Viaggio. Saluti
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire le dinamiche di cui ha parlato. Ho un orientamento analitico transazione e il mio approccio consiste in una prima videocall della durata di 10-15 minuti gratuita a cui far seguire un percorso psicologico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile Utente,
Le sue parole mostrano chiaramente il sentimento di solitudine e insoddisfazione che sta provando.
L'aver rinunciato ad aspetti di sé nel corso del tempo, dedicandosi esclusivamente ad essere madre e moglie, oggi le provocano questo senso di incompletezza che sente come donna.
Potrebbe essere utile cominciare a riconoscere lei stessa i suoi bisogni e desideri, come quello di lavorare e avere una propria autonomia oppure quello di avere delle relazioni personali con persone esterne alla famiglia. Sono bisogni assolutamente legittimi, che forse con l'aiuto di uno specialista potrebbe riconoscersi, chiarendo a se stessa cosa vuole per lei come persona, per poter prendere decisioni più consapevoli per la sua vita individuale e di coppia.
Resto a disposizione, intanto le auguro il meglio.
Le sue parole mostrano chiaramente il sentimento di solitudine e insoddisfazione che sta provando.
L'aver rinunciato ad aspetti di sé nel corso del tempo, dedicandosi esclusivamente ad essere madre e moglie, oggi le provocano questo senso di incompletezza che sente come donna.
Potrebbe essere utile cominciare a riconoscere lei stessa i suoi bisogni e desideri, come quello di lavorare e avere una propria autonomia oppure quello di avere delle relazioni personali con persone esterne alla famiglia. Sono bisogni assolutamente legittimi, che forse con l'aiuto di uno specialista potrebbe riconoscersi, chiarendo a se stessa cosa vuole per lei come persona, per poter prendere decisioni più consapevoli per la sua vita individuale e di coppia.
Resto a disposizione, intanto le auguro il meglio.
Buongiorno, mi spiace per la situazione che sta vivendo. Questo potrebbe essere il momento giusto per per iniziare un percorso di sostegno psicologico volto all' esplorazione dei suoi obiettivi, desideri, alla valutazione delle sue risorse ed allo sviluppo di strategie. Le auguro di ritrovare se stessa.
Gentile utente,
Dispiace molto sentire della sua situazione. È chiaro che sta attraversando un momento molto difficile e complesso. La sua frustrazione e il suo senso di isolamento sono comprensibili, soprattutto considerando quanto lei si è dedicata alla sua famiglia.
Anche se ha già provato a parlare con suo marito, potrebbe essere utile cercare un momento tranquillo per discutere apertamente dei suoi sentimenti e delle sue preoccupazioni. Spiegare come si sente e cosa desideri per il futuro.
Potrebbe essere utile cercare l'aiuto di un consulente matrimoniale. Un professionista può aiutare a facilitare la comunicazione tra lei e suo marito e a trovare soluzioni pratiche ai problemi che state affrontando.
Dedicare anche del tempo per se stessa può essere anche un momento importante per il proprio benessere. Cordiali saluti
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Dispiace molto sentire della sua situazione. È chiaro che sta attraversando un momento molto difficile e complesso. La sua frustrazione e il suo senso di isolamento sono comprensibili, soprattutto considerando quanto lei si è dedicata alla sua famiglia.
Anche se ha già provato a parlare con suo marito, potrebbe essere utile cercare un momento tranquillo per discutere apertamente dei suoi sentimenti e delle sue preoccupazioni. Spiegare come si sente e cosa desideri per il futuro.
Potrebbe essere utile cercare l'aiuto di un consulente matrimoniale. Un professionista può aiutare a facilitare la comunicazione tra lei e suo marito e a trovare soluzioni pratiche ai problemi che state affrontando.
Dedicare anche del tempo per se stessa può essere anche un momento importante per il proprio benessere. Cordiali saluti
Dott.ssa Carla Otilia Sno
Buon Pomeriggio Signora. Comprendo la sua frustrazione rispetto alla situazione. Dalle cose che ha scritto sembrerebbe che siate in difficoltà sia come coppia coniugale che a livello genitoriale. Sarebbe utile per voi un percorso di sostegno genitoriale (insieme a suo marito) o un percorso individuale per comprendere come uscire da questo momento. Qualsiasi aiuto concreto via chat da parte del professionista sarebbe fuorviante e assolutamente errato...
Un caro Abbraccio
Dott.ssa Jacqualine Rindone
Un caro Abbraccio
Dott.ssa Jacqualine Rindone
Buongiorno grazie per la sua condivisione.
Le sue parole raccontano un grande senso di fatica, delusione e solitudine, vissuti che è comprensibile provare in una situazione così complessa. È importante che lei abbia trovato il coraggio di esprimere ciò che sente e desidera. A volte, prendersi uno spazio tutto per sé, accompagnati in un percorso di psicoterapia, può essere un primo passo per ritrovare chiarezza, forza e nuove direzioni possibili.
Sono a disposizione per eventuali chiarimenti
Dottoressa Livia Sterza
Le sue parole raccontano un grande senso di fatica, delusione e solitudine, vissuti che è comprensibile provare in una situazione così complessa. È importante che lei abbia trovato il coraggio di esprimere ciò che sente e desidera. A volte, prendersi uno spazio tutto per sé, accompagnati in un percorso di psicoterapia, può essere un primo passo per ritrovare chiarezza, forza e nuove direzioni possibili.
Sono a disposizione per eventuali chiarimenti
Dottoressa Livia Sterza
Buongiorno, comprendo il disagio e la frustrazione per non riuscire a modificare una dinamica di coppia che la fa star male. Le consiglierei di intraprendere una terapia di coppia che potrebbe aiutarvi a comunicare in maniera più efficace facendo emergere nuove risorse, creando un nuovo equilibrio nella relazione.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Pasquadibisceglia
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Pasquadibisceglia
Buonasera. Questa esperienza e sensazione di cui parla la riscontro spesso con le pazienti che hanno dedicato molto tempo e una parte cospicua della loro vita ad essere madri e mogli lasciando da parte il loro essere donne.
Alla base c'è spesso il senso di colpa anche solo a pensare di potersi dedicare del tempo anche solo per lavorare, ad esempio.
Ha mai pensato che potrebbe iniziare da un tempo 0 da cui ri-cominciare facendosi aiutare da un professionista?
Grazie per la sua condivisione.
Alla base c'è spesso il senso di colpa anche solo a pensare di potersi dedicare del tempo anche solo per lavorare, ad esempio.
Ha mai pensato che potrebbe iniziare da un tempo 0 da cui ri-cominciare facendosi aiutare da un professionista?
Grazie per la sua condivisione.
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