Buongiorno dottori purtroppo non ho una bella situazione in casa, perchè mio padre beve, quindi chie

24 risposte
Buongiorno dottori purtroppo non ho una bella situazione in casa, perchè mio padre beve, quindi chiede sempre soldi in casa, esce la mattina alle 10 e torna nel tardi pomeriggio, quindi non vi dico quello che succede appena torna mia mamma che gli urla, io appena sento le urla mi passa anche la voglia di vivere, infatti certe volte mi prendo il piatto con il mangiare e mene vado a mangiare sulla scrivania nella mia stanza e mi chiudo la porta, solo che da 4 mesi circa soffro di confusione come se tutto quello che guardo lo vedo come tramite una bolla, mi vengono pensieri di urlare senza motivo, di fare del male alla gente che ho accanto a me, tipo tirargli quello che mi trovo in mano, in più in questi giorni ho perso anche il gusto nel mangiare come se non gli sento il gusto... volevo chiedere tutto questo sarà stress per la situazione, starò entrando in psicosi, oppure sto entrando in un esaurimento nervoso... cose tutto ciò?
lo so che magari non si può fare una diagnosi online ma da cosa può essere causato tutto ciò?
i pensieri di urlare, oppure di fare del male, o certe volte tipo mi viene di toccare delle cose per un determinato di volte per stare tranquillo sono ossessioni?
in più certe volte ho vampate di calore, paura di morire, di finire in ospedale ecc
Dott.ssa Angela Amodio
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Buongiorno, la situazione che è costretto a subire ogni giorno nelle mura di casa è comunque qualcosa di molto difficile da gestire e soprattutto da sopportare, sarebbe molto importante sapere la sua età...
Quello che sperimenta può essere dato da stress, ansia, depressione, tutte cose che ha ammesso di avere. Un percorso psicologico sicuramente l'aiuterebbe nel cercare di gestire questi sintomi, tipo le vampate di calore e il pensiero e la paura di morire possono essere attacchi di panico. Alla base di tutte queste manifestazioni corporee vi è una causa psicologica da portare a galla per poter tornare a stare bene, in primis con se stesso e poi con ciò che la circonda .
Buona giornata
dott.ssa Amodio

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Dott.ssa Aurora Ciervo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente,
ciò che descrive è certamente una situazione intensa e dolorosa.
Come ha giustamente sottolineato, non è possibile fare una diagnosi online o esprimere opinioni che non risultino riduttive, essendo basate solo su alcune righe.
Il consiglio che posso darle è di iniziare un percorso psicologico che la aiuti a comprendere meglio quello che le sta accadendo e che le genera sofferenza, ma soprattutto che possa sostenerla in questo momento di disagio.
Le auguro il meglio!
Un caro saluto.
Dott.ssa Aurora Ciervo
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Capisco il tuo dolore e la tua frustrazione. La situazione familiare che descrivi, con tuo padre che beve e le urla di tua madre, è estremamente stressante e può avere un impatto profondo sulla tua salute mentale. È comprensibile che tu ti senta sopraffatta e confusa.
Ti incoraggio a cercare supporto da un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psicoterapeuta. Parlare con qualcuno può aiutarti a elaborare le tue emozioni e a trovare modi per affrontare questa situazione difficile. Non sei sola, e meriti di ricevere aiuto e supporto.




Dott. Francesco Currò
Psicologo, Psicoterapeuta
Montevarchi
La situazione che racconti appare molto complessa, ti consiglio di iniziare un percorso non tanto per una diagnosi (che è certamente importante), ma soprattutto per trovare un posto sicuro che possa fornirti contenimento e aiutarti a sviluppare un processo di significazione per tutto ciò che stai vivendo.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
la situazione che descrivi è molto dolorosa e difficile da sostenere, soprattutto quando riguarda la propria famiglia, che dovrebbe essere un luogo di sicurezza e serenità. Vivere con un genitore che ha un problema di dipendenza, come l’alcolismo, può avere un impatto profondo sul benessere emotivo e psicologico, soprattutto quando a questo si aggiungono conflitti familiari costanti e un clima di tensione quotidiana.

I sintomi che riporti — sensazione di confusione, percezione alterata della realtà (come se vedessi “tramite una bolla”), pensieri intrusivi (di urlare o fare del male), perdita del gusto, rituali compulsivi (toccare oggetti un certo numero di volte), vampate di calore, paura di morire o di impazzire — sono segnali importanti. Possono essere legati a un forte stato di stress prolungato, ansia intensa, disturbi ossessivo-compulsivi, o, in alcuni casi, a disturbi dissociativi o somatizzazioni.

Tuttavia, è fondamentale chiarire che solo un colloquio approfondito con uno specialista può aiutare a comprendere meglio la natura di questi sintomi, escludere eventuali problematiche più gravi e trovare un percorso di aiuto efficace. I pensieri aggressivi che descrivi, ad esempio, non significano necessariamente che tu voglia davvero fare del male, ma spesso sono espressione di un disagio che non trova altre vie per essere espresso, e che può far paura, ma che può essere compreso e affrontato.

La sensazione di distacco dalla realtà (“come in una bolla”) è un sintomo che può emergere in contesti di stress acuto o trauma emotivo. Anche il rifugiarsi da solo a mangiare, la difficoltà a sentire il gusto del cibo, e il bisogno di compiere gesti ripetitivi per calmarsi, possono essere strategie di protezione che la mente mette in atto per fronteggiare una situazione insostenibile.

Non sei solo e non devi affrontare tutto questo senza supporto. È molto importante che tu possa parlarne con qualcuno di esperto, che possa ascoltarti senza giudicare e aiutarti a ritrovare equilibrio, sicurezza e benessere.

Ti consiglio vivamente di rivolgerti a uno psicologo psicoterapeuta, che possa accompagnarti nel comprendere meglio quello che ti sta succedendo e costruire insieme a te un percorso di cura e sollievo.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve,
mi dispiace molto per quello che sta affrontando a casa. Di solito il posto dove si vive e che si chiama casa dovrebbe essere un luogo sicuro e rassicurante. Il mio consiglio è di approfondire quello che in questo periodo sta sentendo e provando, anche con il sostegno di un professionista.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Rizzo
Dott.ssa Filippina Romano
Psicologo, Psicologo clinico
San Casciano in Val di Pesa
Gentilissimo/a,
Credo che dovrebbe parlare con un professionista per cominciare ad affrontare un malessere che può avere la sua origine proprio nel contesto familiare prima descritto. Indipendentemente dalla diagnosi, che richiede tempo e conoscenza, la situazione va presa in mano nel più breve tempo possibile. Resto a Sua disposizione.
Dott.ssa Valeria Riggi
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Buon pomeriggio, La ringrazio per la condivisione, non è facile parlare di certe cose, soprattutto quando si vive in una situazione familiare così difficile, ma il fatto che lo abbia fatto è un passo molto importante. La incoraggio fortemente a rivolgersi ad uno psicologo o psicoterapeuta in presenza o online. Merita di ritrovare la serenità. Cordialmente Dott.ssa Riggi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio di cuore per aver avuto il coraggio e la fiducia di raccontare la sua situazione e ciò che sta vivendo interiormente. Le sue parole trasmettono con grande chiarezza quanto stia attraversando un momento difficile e quanto si senta sotto pressione a causa di ciò che accade in casa. Vivere in un ambiente familiare in cui regnano tensione, litigi e preoccupazioni legate al comportamento di un genitore può rappresentare una fonte continua di stress emotivo, e questo, nel tempo, può portare a sperimentare sensazioni spiacevoli come quelle che lei descrive. La confusione mentale, la sensazione di vedere la realtà come attraverso una bolla, la difficoltà a percepire i sapori, i pensieri intrusivi e fastidiosi, le vampate di calore, la paura di perdere il controllo o di ammalarsi sono sintomi che molto spesso si associano a un quadro di ansia elevata e di forte attivazione emotiva. Non è raro che in condizioni di stress cronico, come può essere la sua, la mente e il corpo inizino a reagire in questo modo, come se stessero cercando un modo per proteggersi o per segnalare un livello di sofferenza che ha bisogno di attenzione. I pensieri che descrive, come l'impulso di urlare o di fare del male, sono tipici dei pensieri ossessivi: non rappresentano ciò che lei desidera davvero fare, e non significano che sta perdendo il controllo o che sta diventando una persona pericolosa. Anzi, il fatto che questi pensieri le creino disagio e che lei voglia allontanarli è un segnale che lei è ben consapevole di sé e dei suoi valori. Le persone che soffrono di ossessioni spesso sperimentano proprio questo: pensieri o immagini indesiderate che sembrano irrompere nella mente e che fanno paura proprio perché sono in contrasto con ciò che si è. Anche il bisogno di toccare oggetti un certo numero di volte per sentirsi più tranquillo può far parte di un tentativo della sua mente di trovare un modo per gestire l'ansia, come se quei piccoli rituali offrissero un momentaneo sollievo. Tutti questi sintomi e sensazioni, quindi, sono compatibili con uno stato di ansia importante e, in alcuni casi, con un disturbo ossessivo-compulsivo, ma non indicano necessariamente che lei stia sviluppando una psicosi o che stia perdendo contatto con la realtà. Tuttavia, è davvero importante che lei non resti da solo ad affrontare tutto questo. Un percorso con uno psicologo, specialmente con un orientamento cognitivo-comportamentale, potrebbe aiutarla a comprendere meglio questi pensieri, a gestire l'ansia in modo più efficace e a trovare strategie più funzionali per convivere con la difficile situazione familiare. Il primo passo è proprio quello che ha già fatto scrivendo qui: riconoscere che sta soffrendo e che c'è bisogno di un supporto. Le suggerirei di parlarne con un medico di fiducia o di rivolgersi a uno psicologo nella sua zona, anche presso i servizi pubblici, dove può trovare ascolto e aiuto. Le assicuro che non c'è nulla di sbagliato o di strano in ciò che prova. È la sua mente che, stanca e sotto pressione, sta cercando di segnalare che ha bisogno di prendersi cura di sé. Con il giusto sostegno, può ritrovare un equilibrio e affrontare meglio la situazione che la circonda. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Chiara Ruggeri
Psicologo, Psicologo clinico
Gela
Buonasera,
capisco quanto possa essere pesante la situazione che sta vivendo. Ciò che descrive dal suo racconto indica un forte livello di stress emotivo, che può avere un impatto significativo sul benessere psicologico.
I pensieri indesiderati e le azioni compulsive che descrive sono sintomi comuni in situazioni di ansia intensa o disagio emotivo cronico, e non sono rari in chi cresce in ambienti instabili o segnati da dipendenze. Il suo corpo e la sua mente stanno probabilmente cercando di adattarsi a una realtà che la mette costantemente sotto pressione.
Non è necessariamente "psicosi" o "esaurimento", ma segnali chiari che ha bisogno di supporto psicologico, e non perché c’è qualcosa di “sbagliato” in lei, ma perché sta reagendo a qualcosa di molto faticoso.
Le consiglio di contattare un terapeuta, anche solo per uno spazio di ascolto: non deve affrontare tutto questo da solo. Il fatto che riesca a descrivere così chiaramente ciò che sente è già un segnale di consapevolezza importante.




Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, intanto desidero ringraziarla per aver trovato la forza e il coraggio di condividere ciò che sta vivendo. La sua situazione familiare, per come la descrive, appare estremamente difficile e logorante. Vivere quotidianamente in un clima di tensione, urla, instabilità e paura può avere effetti molto intensi sulla mente e sul corpo, soprattutto se non si ha uno spazio sicuro dove potersi esprimere o semplicemente trovare un po’ di quiete.

I sintomi che racconta – la sensazione di confusione e irrealtà, i pensieri intrusivi e disturbanti, la perdita di gusto, le vampate di calore, la paura di perdere il controllo o di ammalarsi – sono segnali che meritano ascolto e attenzione. È vero, come giustamente dice lei, che non è possibile fare una diagnosi online, ma posso dirle con chiarezza che le sue reazioni non sono “strane” né “senza senso”: sembrano piuttosto il risultato di uno stato di stress acuto e prolungato, che il suo sistema mente-corpo sta cercando di gestire come può.

Quando si vive per lungo tempo in ambienti emotivamente disorganizzati o minacciosi, come può essere una casa con una figura genitoriale che abusa di alcol e genera conflitto, la mente può sviluppare modalità difensive molto intense, che vanno dalla dissociazione (la “bolla” che descrive), all’iperattivazione (paure, pensieri ossessivi, difficoltà a rilassarsi), fino alla comparsa di pensieri aggressivi o spaventosi, che però non vanno confusi con un desiderio reale di far del male. Piuttosto, questi pensieri possono essere espressione della tensione interna che sta vivendo, e del bisogno di “scaricare” un peso che al momento non riesce ad avere voce o via d’uscita.

Le compulsioni (come toccare oggetti più volte per calmarsi) e le ossessioni (pensieri intrusivi e ripetitivi) possono manifestarsi come tentativi – per quanto faticosi – della mente di trovare un minimo di controllo in un ambiente percepito come caotico. In questo senso, sì, potrebbero configurarsi come elementi di un quadro ansioso-ossessivo, ma il contesto in cui tutto ciò si sviluppa ci dice che prima ancora di “curare i sintomi”, c’è bisogno di occuparsi del suo benessere generale, del suo bisogno di sentirsi al sicuro e ascoltato.

Non è sola, anche se ora può sembrarle così. In una situazione come la sua, è importante cercare un aiuto professionale concreto, non solo per affrontare i sintomi psicologici, ma anche per avere uno spazio protetto dove possa finalmente dare voce al dolore, alla frustrazione e alla paura che sta vivendo da troppo tempo. Un percorso psicoterapeutico le permetterebbe non solo di alleggerire i sintomi, ma soprattutto di ritrovare una base interna più stabile, e di capire come proteggersi e ricostruirsi anche in una situazione familiare complessa come quella attuale.

Se ne ha la possibilità, la invito a rivolgersi quanto prima a uno psicologo o a un centro di salute mentale sul territorio: i suoi sintomi meritano ascolto e trattamento, non perché “sta impazzendo”, ma perché sta vivendo qualcosa che nessuno dovrebbe affrontare da solo. Chiedere aiuto in questo momento non è debolezza, è un gesto profondo di cura verso se stesso.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Gessica Turiello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso un frangente così delicato e doloroso della sua vita. Può sembrare banale, ma è importante per lei recarsi a visita. Fare una diagnosi o stabilire l'eventuale trattamento psicologico, è possibile solo attraverso colloquio clinico ed attenta valutazione psico-diagnostica da parte del professionista. Ciò che descrive non ha una sola causa e potrebbe facilmente venire confuso con altre condizioni di malessere. Stare meglio si può. La sua salute psicologica è preziosa ed è quella che le sta permettendo in questo momento di mantenere un equilibrio e di non finire in ospedale, per cui va tutelata. La sua storia merita di essere ascoltata con la giusta calma e attenzione. Se ha bisogno, mi rendo reperibile. Auguri per la sua vita.
Dott.ssa G.T.
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver scritto con così tanta sincerità. Quello che stai vivendo è molto difficile e la tua preoccupazione è più che legittima. Cercherò di aiutarti a fare un po’ di chiarezza, anche se — come detto giustamente — non posso fare diagnosi online.
I sintomi che descrivi — confusione mentale, derealizzazione (la “bolla”), pensieri intrusivi aggressivi, perdita del gusto, vampate, ansia intensa, paura di morire, bisogno di toccare cose più volte — fanno pensare a un mix di stress acuto, ansia intensa e sintomi ossessivo-compulsivi.
Il comportamento di tuo padre e i litigi continui a casa sono forme di stress cronico e possono avere un impatto molto profondo sul tuo equilibrio mentale.
Quando la tua mente è continuamente sottoposta a tensioni forti e costanti, è come se rimanesse sempre in "modalità emergenza".
Da quello che descrivi non sembra che tu abbia un psicosi vera e propria: i pensieri che descrivi sembrano essere percepiti da te come disturbanti e indesiderati e questa consapevolezza è un buon segno.
Nella psicosi vera, chi ne soffre spesso perde il contatto con la realtà e non si rende conto che i suoi pensieri sono strani o pericolosi.
Cosa puoi fare ora?
Ti suggerisco caldamente di parlare con uno specialista (psicologo/psichiatra) il prima possibile, soprattutto se i sintomi persistono da 4 mesi. Serve una valutazione clinica accurata che non si può fare online.
Se hai una figura di riferimento parlane con lui/lei. È importante che tu non tenga tutto dentro. Il solo fatto di aver scritto qui è già un primo passo enorme.
Ti invito anche ad adottare questa tecnica che ti descrivo di seguito quando senti di “scoppiare” o di avere pensieri aggressivi - Concentrarti sul respiro: inspira lentamente per 4 secondi, trattieni per 4, espira per 6.
Oppure metti le mani in acqua fredda: serve a “riportare” il corpo nel presente e a calmare il sistema nervoso.
Spero di esserti stato d'aiuto. Resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott. Stefano Recchia
Dott.ssa Serena Vitale
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Pescara
Caro anonimo,
la sensazione di vivere in una bolla, i pensieri intrusivi, la paura improvvisa, il bisogno di fare gesti ripetitivi per calmarti possono essere manifestazioni di uno stress profondo e prolungato. Non è esaurimento o psicosi come potresti temere, ma piuttosto una mente stanca che cerca di porre controllo dove è difficile sentirsi al sicuro. I pensieri che ti spaventano (come quello di fare del male o urlare senza motivo) sono spesso sintomi di un sistema nervoso in costante stato d’allarme. Li riconosci come estranei e ti spaventano proprio perché non rispecchiano chi sei davvero; già questa è una cosa molto importante da sapere.
Quanto al bisogno di toccare le cose un certo numero di volte, le vampate, il senso di irrealtà… sembra più vicino a una forma di ansia molto forte, magari con tratti ossessivi, che andrebbe ascoltata con cura.
Credo che ti sarebbe utile uno spazio tuo, sicuro, e sono convinta che un percorso psicologico potrebbe aiutarti moltissimo a rimettere ordine e dare un nome alle sensazioni che stai provando.
Ti mando un abbraccio sincero.
Dottoressa Serena Vitale – psicologa clinica
Dott.ssa Giulia Prinzis
Psicologo, Psicologo clinico
Olbia
Salve, mi dispiace per la difficile situazione che sta vivendo. Non si puo' fare una diagnosi da una domanda online e senza prima conoscerla, ma probabilmente la situazione che sta subendo a casa sua e' molto pesante e di difficile gestione pertanto i suoi pensieri e comportamenti possono essere una conseguenza di tutto cio'. Se ne ha la possibilita' le consiglio di intraprendere un percorso in cui abbia uno spazio di ascolto e supporto tutto per se. Un saluto
Dott.ssa Angelica Guido
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Gentile utente, grazie per aver trovato il coraggio di raccontare ciò che sta vivendo. Le sue parole restituiscono con forza un vissuto di grande sofferenza emotiva, tensione familiare continua e senso di solitudine. Nessuno dovrebbe trovarsi a crescere in un ambiente dove il conflitto e l’instabilità sono la normalità. Il suo malessere non è “esagerato” né “inspiegabile”: è una risposta umana a una situazione profondamente stressante e destabilizzante.
Quello che descrive – la confusione visiva, la sensazione di essere “in una bolla”, i pensieri intrusivi, il calo del gusto, le vampate, le paure improvvise – non sono necessariamente segnali di una psicosi, ma potrebbero essere espressioni corporee e cognitive di uno stato ansioso profondo, carico di tensione emotiva e vissuti dissociativi legati allo stress familiare.
I pensieri di urlare o di fare del male non significano che lei lo farà davvero: sono pensieri intrusivi, spesso legati a stati di allerta e iperattivazione, in cui la mente cerca disperatamente di “scaricare” un’emozione troppo intensa per poterla reggere. Allo stesso modo, il bisogno di ripetere gesti o toccare oggetti può essere una strategia di regolazione ansiosa, un tentativo (inconsapevole) di ritrovare un senso di controllo.
No, non sta impazzendo. Sta reagendo, con gli strumenti che ha, a un ambiente che la sovraccarica e non la protegge. È il suo corpo che parla, che cerca una via per esprimere un malessere che forse per troppo tempo ha dovuto restare in silenzio.
Le consiglierei di cercare, se possibile, un supporto psicologico. Non è debole chi chiede aiuto: è forte chi decide che merita di stare meglio.
Quello che sta provando ha un senso, e può essere compreso, accolto e trasformato.
Un caro saluto.
Resto qui se vuole continuare a parlarne
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
È vero, non si possono fare diagnosi così su due piedi, ma online si può sicuramente aiutare chi ne sente il bisogno.
La situazione che vive in casa sicuramente non aiuta a stare tranquilli e sereni, determinando anche i sintomi che Lei stesso descrive.
La consapevolezza di questo malessere e il coraggio di chiedere aiuto rappresentano i Suoi punti di forza.
Mi rendo disponibile ad aiutarLa a fare chiarezza e a capire come affrontare tutto ciò che Le sta capitando.
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità e coraggio ciò che sta vivendo. Quello che descrive non è facile da raccontare, e il solo fatto che lo abbia fatto dimostra quanto bisogno sente di essere ascoltato — e accolto — in un momento così complesso.

Vivere in un ambiente familiare instabile, in cui ci sono tensioni continue, urla, e situazioni di dipendenza, può avere effetti molto profondi sulla mente e sul corpo. La confusione che avverte, il sentirsi come "in una bolla", la perdita di gusto, i pensieri che la spaventano (come l'impulso a urlare o a fare del male), le compulsioni e le vampate di calore, sono segnali importanti. Non significano che lei stia “impazzendo”, ma che sta portando un carico di stress, ansia e sofferenza che non può più essere ignorato.

Non è solo. E non deve affrontare tutto questo da solo.

È molto probabile che questi sintomi siano legati a uno stato di forte stress psico-emotivo, che può manifestarsi anche con pensieri intrusivi o comportamenti compulsivi (come il toccare oggetti più volte per sentirsi tranquillo). Questi vissuti vanno ascoltati con attenzione e possono trovare spazio in un percorso psicologico mirato, che la aiuti a ritrovare sicurezza e centratura, passo dopo passo.

Le consiglio caldamente di iniziare un percorso di supporto psicologico il prima possibile. In un colloquio, potremo esplorare con calma e rispetto tutto ciò che sta vivendo, senza giudizio, e costruire insieme un modo per uscire da questo stato di confusione e disagio.

Mi scriva quando si sente pronto.
Sono qui per accoglierla e per aiutarla.
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Chiara Biasi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, non so se sia maggiorenne o meno, ma non cambia molto, la situazione che stai vivendo è sicuramente pesantissima emotivamente e difficile da gestire da sola. Tutto quello che descrive può essere causa di questo stress intenso che non si sa da quanto tempo vada avanti. Ovviamente per rispondere a tutte queste domande dovrebbe rivolgersi a un professionista che valuterebbe il suo caso, per quanto riguarda gli ultimi sintomi potrebbe essere riconducibile a un attacco di panico.
Dott.ssa Ambra Bottari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
la situazione familiare difficile e lo stress prolungato possono influire molto sul benessere psicologico e fisico, generando sintomi come confusione, pensieri intrusivi, perdita di gusto, ansia intensa e sensazioni di disagio corporeo. I pensieri di fare del male o le azioni ripetitive possono essere espressione di ossessioni legate all’ansia, non necessariamente segnali di psicosi.

È importante non sottovalutare questi sintomi e cercare supporto, anche perché uno spazio di ascolto professionale può aiutarti a comprendere meglio cosa stai vivendo e a trovare strategie per affrontare la situazione. Se ti fa piacere, possiamo organizzare un incontro per valutare insieme un percorso di sostegno.

Un caro saluto
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Lei sta vivendo in un ambiente carico di tensione e dolore, e il suo corpo e la sua mente stanno cercando un modo per adattarsi, forse anche per proteggersi. Si è mai chiesto cosa sta cercando di contenere con quei pensieri e quei gesti? Cosa sente davvero di volere, oltre la fuga o la rabbia? Come sarebbe per lei sentirsi al sicuro, ascoltato, accolto?
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Cara, prima di tutto voglio dirti che è davvero coraggioso da parte tua scrivere e condividere quello che stai vivendo. Non sei sola, e quello che stai attraversando merita attenzione, ascolto e cura. Quello che descrivi – la confusione mentale, il sentirti come in una “bolla”, i pensieri aggressivi e le sensazioni fisiche – non sono segni che sei “pazza”, ma indicatori di un profondo **stress psicologico**, probabilmente legato a una situazione familiare molto difficile e dolorosa.

Ecco alcuni spunti da una prospettiva psicologica:

**Ambiente familiare instabile**

Crescere in una casa con un genitore che ha problemi con l’alcol può generare un costante stato di **allerta, paura e impotenza**. Le urla, i conflitti e l’imprevedibilità ti costringono a vivere in uno stato di **tensione continua**, che può causare:

* Derealizzazione o depersonalizzazione (la sensazione di vivere come in una bolla).
* Perdita di piacere (come il gusto nel cibo).
* Pensieri intrusivi (come l’impulso a urlare o a compiere gesti impulsivi).
* Sintomi fisici come vampate di calore, ansia, paura di morire.

**Pensieri aggressivi o ossessivi**

Quelli che descrivi **non significano che sei una persona pericolosa**, ma che stai cercando disperatamente una via di uscita dal dolore. I pensieri di fare del male o toccare oggetti più volte sono tipici delle **ossessioni legate all’ansia** o a **disturbi ossessivo-compulsivi (DOC)**. Non indicano che lo farai davvero: sono segnali di un sistema nervoso sovraccarico.

**Possibile esaurimento emotivo**

Quando l’ansia diventa cronica e non si ha modo di elaborarla o scaricarla in modo sano, può evolvere in un **esaurimento emotivo** o in una **reazione ansioso-depressiva**. Questo può dare anche sintomi fisici e cognitivi, come confusione, senso di disorientamento, mancanza di energia, o paura costante.

Il mio consiglio da psicologa:
1. **Non tenerti tutto dentro.** Parlane con qualcuno di fiducia: un amico, un parente, o se possibile, uno psicologo. Hai bisogno di uno spazio sicuro dove sentirti accolta e ascoltata.
2. **Chiedi aiuto professionale.** Questi sintomi meritano attenzione clinica. Un\* psicoterapeuta può aiutarti a distinguere cosa viene dallo stress, cosa è ansia, e se ci sono sintomi dissociativi o ossessivi.
3. **Proteggi i tuoi confini.** Quando ti chiudi in stanza per mangiare, stai cercando di difenderti da un ambiente troppo pesante. Non sentirti in colpa per questo: è un meccanismo di sopravvivenza. Ma non rimanere sola con il dolore.
4. **Non giudicarti per i tuoi pensieri.** I pensieri non sono azioni. Avere pensieri aggressivi o paura non significa essere cattiva o instabile. Significa che sei esausta.

Ti suggerisco anche:
* Se sei minorenne o in grave disagio, puoi chiamare il numero gratuito **114 Emergenza Infanzia** o **Telefono Azzurro**.
* Se sei maggiorenne, puoi contattare il **Centro di Salute Mentale (CSM)** della tua zona: spesso è gratuito e offre psicoterapia anche senza ricetta medica.

Se vuoi, posso aiutarti a scrivere un messaggio da mandare a uno psicologo per iniziare a chiedere supporto.

Hai già fatto un passo molto importante. Ora il prossimo è **non rimanere sola** con tutto questo.

Un abbraccio sincero.
Buongiorno,
la situazione che descrive è molto carica di tensione emotiva: vivere quotidianamente in un ambiente segnato da conflitti, urla e alcol può generare un forte stress e un costante stato di allerta.
La “confusione”, la sensazione di vedere come attraverso una bolla, la perdita del gusto e i pensieri intrusivi possono essere reazioni allo stress prolungato e all’iper-attivazione emotiva. Non indicano necessariamente una psicosi, ma sono segnali che corpo e mente stanno facendo molta fatica, ed è importante che vengano ascoltati.

In questi casi può essere utile un confronto con un professionista della salute mentale, per avere uno spazio sicuro in cui raccontare ciò che sta vivendo e ricevere un supporto nel gestire questa situazione.

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