Buongiorno Dottori, Innanzitutto grazie a chiunque vorrà darmi anche solo una breve risposta. Ho 5
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Buongiorno Dottori,
Innanzitutto grazie a chiunque vorrà darmi anche solo una breve risposta.
Ho 53 anni e da tre soffro di una profonda depressione. Sono in cura presso un CSM, seguita da una psichiatra e da una psicologa. Vi chiederete come mai io scriva qui nonostante sia già seguita. In realtà io sono seguita in un ambulatorio pubblico, e per la depressione. Non riesco a porre questa domanda alla mia terapeuta.
Se devo essere sincera so già quelle che saranno le risposte. Ma sto soffrendo moltissimo, vorrei poter parlare di tutto con qualcuno che provasse a capirmi senza risposte esclusivamente da manuale...
È molto molto molto difficile e imbarazzante parlarne...
Nonostante sia sposata e madre, ultimamente sto provando una certa attrazione verso il mondo femminile. Desiderio di contatto psichico ma anche fisico. Potrà essere strano, ma è così... L'attrazione è inizialmente mentale. C'é stata una persona verso la quale provavo grandissimo coinvolgimento.
Putroppo, sottolineo la parola purtroppo, una seconda persona mi ha generato sensazioni identiche, la mia psichiatra...
Lo so, c'è il transfert. Ho letto e riletto articoli e brani da libri che ne parlano. Ho cercato di razionalizzare il tutto, di vedere tutto nella giusta prospettiva. Tutto inutile.
Certe emozioni e certi sentimenti non possono essere gestiti facilmente con la ragione.
Non sono mai riuscita a parlargliene sotto la vera luce. Gliel'ho accennato, ma solo come richiesta di avvicinamento. Sarei anche disposta a cambiare medico pur di poter entrare in contatto con lei almeno in amicizia. È una persona con cui condivido molto, a volte si esce un po' dal seminato parlando, e mi trovo talmente bene che non vorrei che la seduta finisse.
La sua risposta alla mia richiesta è stata quella del transfert, delle regole, dello spazio istituzionale in cui ci troviamo durante le sedute.
Ho chiesto quindi un allontanamento, salvo poi stare ancora peggio e desiderare di tornare a parlare con lei.
Perché non è lecito un sentimento del genere? Perché non può esistere?
Cosa c'è di così sbagliato, così negativo?
Cosa ci posso fare se è nato in me?
Non provo assolutamente nulla del genere nei confronti della psicologa che mi segue. In me quindi si genera un senso di sconfitta che va a sommarsi al mio umore già deflesso...
Solo perché sono una paziente, non sono degna di attenzione? Perché sono in cura psichiatrica? Ma lo sono per depressione non per psicosi differenti..
Perché la dottoressa non pare accettare il sentimento? Perché lo tratta come un disturbo psicologico? Lo deve essere per forza?
Sono "pazza"?
Oltretutto mi ha detto che avremmo potuto parlarne, in realtà ogni volta che l'accenno mi taccia dicendo che c'è poco di cui parlare, è così e basta.
Come posso parlarne alla terapeuta che lavora nello stesso posto e per giunta in équipe con lei?
Perché mi devo sentire così sbagliata e sciocca?
Spero in una vostra cortese risposta e ringrazio.
Innanzitutto grazie a chiunque vorrà darmi anche solo una breve risposta.
Ho 53 anni e da tre soffro di una profonda depressione. Sono in cura presso un CSM, seguita da una psichiatra e da una psicologa. Vi chiederete come mai io scriva qui nonostante sia già seguita. In realtà io sono seguita in un ambulatorio pubblico, e per la depressione. Non riesco a porre questa domanda alla mia terapeuta.
Se devo essere sincera so già quelle che saranno le risposte. Ma sto soffrendo moltissimo, vorrei poter parlare di tutto con qualcuno che provasse a capirmi senza risposte esclusivamente da manuale...
È molto molto molto difficile e imbarazzante parlarne...
Nonostante sia sposata e madre, ultimamente sto provando una certa attrazione verso il mondo femminile. Desiderio di contatto psichico ma anche fisico. Potrà essere strano, ma è così... L'attrazione è inizialmente mentale. C'é stata una persona verso la quale provavo grandissimo coinvolgimento.
Putroppo, sottolineo la parola purtroppo, una seconda persona mi ha generato sensazioni identiche, la mia psichiatra...
Lo so, c'è il transfert. Ho letto e riletto articoli e brani da libri che ne parlano. Ho cercato di razionalizzare il tutto, di vedere tutto nella giusta prospettiva. Tutto inutile.
Certe emozioni e certi sentimenti non possono essere gestiti facilmente con la ragione.
Non sono mai riuscita a parlargliene sotto la vera luce. Gliel'ho accennato, ma solo come richiesta di avvicinamento. Sarei anche disposta a cambiare medico pur di poter entrare in contatto con lei almeno in amicizia. È una persona con cui condivido molto, a volte si esce un po' dal seminato parlando, e mi trovo talmente bene che non vorrei che la seduta finisse.
La sua risposta alla mia richiesta è stata quella del transfert, delle regole, dello spazio istituzionale in cui ci troviamo durante le sedute.
Ho chiesto quindi un allontanamento, salvo poi stare ancora peggio e desiderare di tornare a parlare con lei.
Perché non è lecito un sentimento del genere? Perché non può esistere?
Cosa c'è di così sbagliato, così negativo?
Cosa ci posso fare se è nato in me?
Non provo assolutamente nulla del genere nei confronti della psicologa che mi segue. In me quindi si genera un senso di sconfitta che va a sommarsi al mio umore già deflesso...
Solo perché sono una paziente, non sono degna di attenzione? Perché sono in cura psichiatrica? Ma lo sono per depressione non per psicosi differenti..
Perché la dottoressa non pare accettare il sentimento? Perché lo tratta come un disturbo psicologico? Lo deve essere per forza?
Sono "pazza"?
Oltretutto mi ha detto che avremmo potuto parlarne, in realtà ogni volta che l'accenno mi taccia dicendo che c'è poco di cui parlare, è così e basta.
Come posso parlarne alla terapeuta che lavora nello stesso posto e per giunta in équipe con lei?
Perché mi devo sentire così sbagliata e sciocca?
Spero in una vostra cortese risposta e ringrazio.
Gentile Utente, mi dispiace per il suo stato di angoscia dal racconto la sua psichiatria sta svolgendo in modo etico la professione, non può pretendere di interrompere la terapia nella speranza di iniziare una relazione amicale anche perché da quello che ha scritto di evince che desidera altro, le sue parole sono state "ultimamente sto provando una certa attrazione verso il mondo femminile. Desiderio di contatto psichico ma anche fisico." non c'è nulla di sbagliato ma lo stesso sentimento nei confronti del medico durante la terapia si chiama transfert e non deve pensare che sia un insulto verso i suoi sentimenti. Le consiglio di farsi coraggio e di parlare con la terapeuta dei suoi dubbi, della sua rabbia, delle sue paure relative all'attrazione verso il mondo femminile. La psicologa Le risponderà in modo adeguato e consono alla situazione e al suo percorso poiché tutti i pazienti sono degni di attenzione nella misura in cui vengono poste domande in particolari momenti del percorso psicoterapico.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Marchiani
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Gentile utente buongiorno.
Cercherò di essere meno scontato e didascalico rispetto a quanto certamente già conosce, come ha gentilmente richiesto.
Innanzitutto, mi preme farle notare che il sentimento che sta provando è vero, reale e indiscutibile. L'amore che sente nasce dentro di lei perché lei desidera il meglio per questa persona, vuole che si senta protetta e amata, si preoccupa perché non le possa accadere nulla di brutto. Ed è normale e naturale anche tale amore sia accompagnato da attrazione fisica, perché il sentimento forte stimola il suo sistema ormonale relativo alla sessualità e le fa desiderare di dimostrare tutto il suo amore anche con attenzioni intime.
Dunque lei non è assolutamente pazza perché ama. Né tantomeno deve sentirsi sciocca o sbagliata perché innamorata di un'altra donna, seppure sia la sua psichiatra, al di là di tutte le motivazioni ambientali che hanno determinato la nascita del sentimento, che ripeto è reale, non immaginario.
E' necessario che lei abbia consapevolezza che una qualsiasi relazione sentimentale, ma anche non sentimentale, debba essere condivisa e che la reciprocità è presupposto fondamentale affinché si abbia un obiettivo comune.
La professionista che la segue, oltre a dover rispondere ad un etica disciplinare, è una persona come lei e potrebbe non provare gli stessi sentimenti, anche perché, qualora fosse così, sarebbe lei stessa a chiudere il rapporto psichiatra-paziente, suggerendole di rivolgersi a un collega.
Il fenomeno del transfert è molto studiato e dibattuto in letteratura ed è una situazione possibile, che bisogna essere in grado di accettare come eventualità. Lei si è già informata a proposito e non sto qui a ribadirle perché accade, ma sull'accettazione può fare sicuramente passi avanti rispetto alla semplice conoscenza del fenomeno. Accettare significa essere consapevoli che le sole emozioni, seppur positive e bellissime, non sono sufficienti a costruire una relazione significativa e che le condizioni ambientali, il rispetto dell'altrui pensiero e comportamento, sono variabili importanti nel decidere cosa è meglio per il benessere proprio e degli altri.
Ci tengo a farle notare un aspetto che riguarda la sua sindrome depressiva: lei sta provando un bellissimo sentimento che le restituisce emozioni positive e coinvolgenti; inoltre, ha la curiosità di capirne di più, si informa con letture anche impegnative; aggiungo anche che il suo livello di impegno e consapevolezza nel voler risolvere il suo disagio psicologico è notevole e nient'affatto scontato. Tutto ciò mi porta a farle i complimenti e ad incoraggiarla a proseguire nei suoi percorsi terapeutici perché le manifestazioni che ho elencato sono tangibili dimostrazioni di guarigione dalla depressione. Ben venga allora amare e sperare nell'amore. In fondo, è il miglior motivo per vivere!
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Cercherò di essere meno scontato e didascalico rispetto a quanto certamente già conosce, come ha gentilmente richiesto.
Innanzitutto, mi preme farle notare che il sentimento che sta provando è vero, reale e indiscutibile. L'amore che sente nasce dentro di lei perché lei desidera il meglio per questa persona, vuole che si senta protetta e amata, si preoccupa perché non le possa accadere nulla di brutto. Ed è normale e naturale anche tale amore sia accompagnato da attrazione fisica, perché il sentimento forte stimola il suo sistema ormonale relativo alla sessualità e le fa desiderare di dimostrare tutto il suo amore anche con attenzioni intime.
Dunque lei non è assolutamente pazza perché ama. Né tantomeno deve sentirsi sciocca o sbagliata perché innamorata di un'altra donna, seppure sia la sua psichiatra, al di là di tutte le motivazioni ambientali che hanno determinato la nascita del sentimento, che ripeto è reale, non immaginario.
E' necessario che lei abbia consapevolezza che una qualsiasi relazione sentimentale, ma anche non sentimentale, debba essere condivisa e che la reciprocità è presupposto fondamentale affinché si abbia un obiettivo comune.
La professionista che la segue, oltre a dover rispondere ad un etica disciplinare, è una persona come lei e potrebbe non provare gli stessi sentimenti, anche perché, qualora fosse così, sarebbe lei stessa a chiudere il rapporto psichiatra-paziente, suggerendole di rivolgersi a un collega.
Il fenomeno del transfert è molto studiato e dibattuto in letteratura ed è una situazione possibile, che bisogna essere in grado di accettare come eventualità. Lei si è già informata a proposito e non sto qui a ribadirle perché accade, ma sull'accettazione può fare sicuramente passi avanti rispetto alla semplice conoscenza del fenomeno. Accettare significa essere consapevoli che le sole emozioni, seppur positive e bellissime, non sono sufficienti a costruire una relazione significativa e che le condizioni ambientali, il rispetto dell'altrui pensiero e comportamento, sono variabili importanti nel decidere cosa è meglio per il benessere proprio e degli altri.
Ci tengo a farle notare un aspetto che riguarda la sua sindrome depressiva: lei sta provando un bellissimo sentimento che le restituisce emozioni positive e coinvolgenti; inoltre, ha la curiosità di capirne di più, si informa con letture anche impegnative; aggiungo anche che il suo livello di impegno e consapevolezza nel voler risolvere il suo disagio psicologico è notevole e nient'affatto scontato. Tutto ciò mi porta a farle i complimenti e ad incoraggiarla a proseguire nei suoi percorsi terapeutici perché le manifestazioni che ho elencato sono tangibili dimostrazioni di guarigione dalla depressione. Ben venga allora amare e sperare nell'amore. In fondo, è il miglior motivo per vivere!
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, non c'è nulla di sbagliato in quello che sente, pensa e descrive. La psichiatra non tratta il suo sentimento come un disturbo psicologico: lo ridefinisce piuttosto.
Può essere possibile, secondo lei, che la psichiatra sia la prima persona che si prende cura di lei, dedicandole spazio ed attenzioni? La invito a dare fiducia alla sua psicologa per poter meglio approfondire l'argomento. Un saluto
Può essere possibile, secondo lei, che la psichiatra sia la prima persona che si prende cura di lei, dedicandole spazio ed attenzioni? La invito a dare fiducia alla sua psicologa per poter meglio approfondire l'argomento. Un saluto
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi i suoi vissuti e le sue emozioni, penso abbia scelto il luogo giusto
Quello che posso dirle, è che le sue paure sono lecite da un lato, ma forse un po' ingigantite dall'altro: non tema quindi di parlare della questione con il personale che la sta seguendo...
Inoltre, la invito a riflettere su qualcosa di molto importante: dalla depressione, qualcosa sta premendo per uscire (attrazione verso il mondo femminile?): qualcosa si sta affacciando dentro di lei, un interesse nuovo, che vorrebbe uscire allo scoperto...
La bisessualità/l'omosessualità ecc non sono patologie, ci tengo a ricordarlo: fanno parte del regno animale, vegetale...
Si sintonizzi con le proprie emozioni: non si giudichi, non le giudichi: ma soprattutto, si fidi di coloro che la stanno seguendo!
Le auguro un caro in bocca al lupo!
Cordialmente, Dr E. Nola
Quello che posso dirle, è che le sue paure sono lecite da un lato, ma forse un po' ingigantite dall'altro: non tema quindi di parlare della questione con il personale che la sta seguendo...
Inoltre, la invito a riflettere su qualcosa di molto importante: dalla depressione, qualcosa sta premendo per uscire (attrazione verso il mondo femminile?): qualcosa si sta affacciando dentro di lei, un interesse nuovo, che vorrebbe uscire allo scoperto...
La bisessualità/l'omosessualità ecc non sono patologie, ci tengo a ricordarlo: fanno parte del regno animale, vegetale...
Si sintonizzi con le proprie emozioni: non si giudichi, non le giudichi: ma soprattutto, si fidi di coloro che la stanno seguendo!
Le auguro un caro in bocca al lupo!
Cordialmente, Dr E. Nola
Gentile utente, dal suo scritto emerge una profonda angoscia e sfiducia. La ringrazio per aver condiviso la sua situazione. Penso che sia la Psicoterapeuta che la Psichiatra si stiano comportando in modo etico. La sua nuova tendenza all'omosessualità può essere forse la chiave di uscita dalla sua depressione? La invito ad approfondire la tematica cin seduta di psicoterapia, certa che sarà ascoltata e potrà lavorarci insieme alla sua psicologa.
Un saluto Dr.ssa Francesca Luongo
Un saluto Dr.ssa Francesca Luongo
Buongiorno e grazie per la sua sentita testimonianza. Non c'è nulla di sbagliato ne di strano. Sarà certamente un sentimento forte e confondente, ma non dimentichiamoci che è positivo. Cosa può esserci di più bello e sano dell'affetto e dell'amore? certo, non sempre va come vorremmo, ma non possiamo trasformare un'emozione bella in una brutta. Un caro saluto.
Salve, come avrà compreso dalle risposte precedenti dei colleghi, quello che lei ha definito come transfert non è un disturbo psicologico né tantomeno un essere “pazza”; se ha avuto l’impressione che fosse questa la lettura che ne fanno le due professioniste che la seguono, vale la pena parlarne con loro.
Sì, può essere imbarazzante e, sì, può sentirsi rifiutata, però nel contesto di un percorso terapeutico è una ricchezza poter esprimere ciò che sente e trovare un senso più profondo a questa attrazione che prova, un significato che vada al di là delle risposte “da manuale”.
Cosa ci dice di lei l’attrazione-innamoramento che sta provando? Me ne sembra stupita, travolta, ma anche ravvivata; per certi versi, in un contesto che descrive come dominato da un profondo quadro depressivo, il fatto che lei abbia investito affettivamente in maniera così profonda la sua curante può essere una ricchezza, una risorsa, un intenso elemento di cambiamento, se darà alle due curanti la possibilità di lavorarci su.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Sì, può essere imbarazzante e, sì, può sentirsi rifiutata, però nel contesto di un percorso terapeutico è una ricchezza poter esprimere ciò che sente e trovare un senso più profondo a questa attrazione che prova, un significato che vada al di là delle risposte “da manuale”.
Cosa ci dice di lei l’attrazione-innamoramento che sta provando? Me ne sembra stupita, travolta, ma anche ravvivata; per certi versi, in un contesto che descrive come dominato da un profondo quadro depressivo, il fatto che lei abbia investito affettivamente in maniera così profonda la sua curante può essere una ricchezza, una risorsa, un intenso elemento di cambiamento, se darà alle due curanti la possibilità di lavorarci su.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Gentilissima, è normale avere dubbi, domande e sentimenti che sembrano difficili da esprimere. Quello che stai attraversando riguardo ai tuoi sentimenti verso il mondo femminile e in particolare verso la tua psichiatra rientra nel complesso mondo delle emozioni umane. Non sei né sbagliata né pazza per aver sviluppato queste sensazioni.
La tua menzione del transfert è molto appropriata. Questo è un aspetto importante delle dinamiche terapeutiche, in cui sentimenti ed emozioni vengono proiettati sulla figura del terapeuta. Il fatto che tu stia riconoscendo e cercando di affrontare questa dinamica mostra una grande consapevolezza.
Tuttavia, comprendo che il desiderio di instaurare un contatto più profondo o amichevole con la tua psichiatra stia causando conflitto all'interno di te. È normale desiderare connessioni significative con le persone che ci circondano, ma capisco che la situazione attuale possa sembrare complessa e difficile da affrontare.
La risposta della tua psichiatra potrebbe derivare dalla necessità di mantenere un ambiente terapeutico sicuro e professionale, dove gli obiettivi della terapia possano essere raggiunti senza essere influenzati da dinamiche personali troppo intense. Tuttavia, sarebbe utile trovare uno spazio per discutere di ciò che stai vivendo con lei. Potresti esplorare il desiderio di approfondire alcune di queste tematiche in modo rispettoso e aperto.
Se per qualsiasi motivo senti che la comunicazione con la tua psichiatra non sia sufficiente, potresti valutare l'opzione di cercare un supporto aggiuntivo. Questo potrebbe includere la ricerca di uno psicologo con cui sentirsi più a suo agio nell'esplorare questi sentimenti, o cercare gruppi di supporto in cui puoi condividere esperienze simili con persone che potrebbero capirti.
Ricorda che il tuo benessere emotivo è importante e meritato. Cerca un ambiente e un sostegno che ti aiutino ad affrontare queste sfide in modo costruttivo. Il processo potrebbe richiedere tempo, ma l'obiettivo è sempre il tuo benessere e la tua comprensione di te stessa.
Ti auguro tutto il meglio e spero che tu possa trovare la strada per esplorare queste emozioni e trovare il sostegno di cui hai bisogno. Un caro saluto, dr.ssa Marina Lumento.
La tua menzione del transfert è molto appropriata. Questo è un aspetto importante delle dinamiche terapeutiche, in cui sentimenti ed emozioni vengono proiettati sulla figura del terapeuta. Il fatto che tu stia riconoscendo e cercando di affrontare questa dinamica mostra una grande consapevolezza.
Tuttavia, comprendo che il desiderio di instaurare un contatto più profondo o amichevole con la tua psichiatra stia causando conflitto all'interno di te. È normale desiderare connessioni significative con le persone che ci circondano, ma capisco che la situazione attuale possa sembrare complessa e difficile da affrontare.
La risposta della tua psichiatra potrebbe derivare dalla necessità di mantenere un ambiente terapeutico sicuro e professionale, dove gli obiettivi della terapia possano essere raggiunti senza essere influenzati da dinamiche personali troppo intense. Tuttavia, sarebbe utile trovare uno spazio per discutere di ciò che stai vivendo con lei. Potresti esplorare il desiderio di approfondire alcune di queste tematiche in modo rispettoso e aperto.
Se per qualsiasi motivo senti che la comunicazione con la tua psichiatra non sia sufficiente, potresti valutare l'opzione di cercare un supporto aggiuntivo. Questo potrebbe includere la ricerca di uno psicologo con cui sentirsi più a suo agio nell'esplorare questi sentimenti, o cercare gruppi di supporto in cui puoi condividere esperienze simili con persone che potrebbero capirti.
Ricorda che il tuo benessere emotivo è importante e meritato. Cerca un ambiente e un sostegno che ti aiutino ad affrontare queste sfide in modo costruttivo. Il processo potrebbe richiedere tempo, ma l'obiettivo è sempre il tuo benessere e la tua comprensione di te stessa.
Ti auguro tutto il meglio e spero che tu possa trovare la strada per esplorare queste emozioni e trovare il sostegno di cui hai bisogno. Un caro saluto, dr.ssa Marina Lumento.
Salve, gentile utente, grazie per aver condiviso i suoi dubbi e paure in questo spazio. Mi dispiace per la situazione delicata e complessa che si trova a vivere e immagino quanto sia faticoso sostenerla e gestirla.
Ha scritto che sa che dovrebbe parlare con la sua terapeuta di quello che sta provando ma non ne trova il coraggio o comunque si immagina le risposte "da manuale" che le verrebbero date. Questo è un suo pensiero che dovrebbe essere verificato: a volte le nostre aspettative vengono deluse e la reazione dell'altro può essere più positiva di quello che si immagina. Se lei comunicasse i suoi sentimenti e pensieri che ha verso la psichiatra alla sua terapeuta entrambe avreste strumenti e materiale su cui poter lavorare moltissimo in terapia e chissà quali altre consapevolezze lei raggiungerebbe!! Le auguro di poter essere autentica fino in fondo e di poter uscire da questa situazione di stallo.
Cordiali saluti
dr.ssa Bellavia
Ha scritto che sa che dovrebbe parlare con la sua terapeuta di quello che sta provando ma non ne trova il coraggio o comunque si immagina le risposte "da manuale" che le verrebbero date. Questo è un suo pensiero che dovrebbe essere verificato: a volte le nostre aspettative vengono deluse e la reazione dell'altro può essere più positiva di quello che si immagina. Se lei comunicasse i suoi sentimenti e pensieri che ha verso la psichiatra alla sua terapeuta entrambe avreste strumenti e materiale su cui poter lavorare moltissimo in terapia e chissà quali altre consapevolezze lei raggiungerebbe!! Le auguro di poter essere autentica fino in fondo e di poter uscire da questa situazione di stallo.
Cordiali saluti
dr.ssa Bellavia
Gentilissima utente, buongiorno. Purtroppo, la nostra professione, ma anche quella di psichiatria e tutto ciò che riguarda la salute mentale deve seguire delle regole deontologiche ben precise, affinché la professione ma soprattuto i pazienti e le terapie raggiungano gli obiettivi prefissati secondo moralità ed eticità. Non si deve sentire non accettata, pazza o inadeguata. Attualmente sta provando una serie di emozioni e sentimenti che molto probabilmente non sono neanche diretti alla sua psichiatra. Si immaginerebbe mai di andare in cura da un proprio o una propria partner ? Secondo lei, le sedute potrebbero essere efficaci come quelle con la sua attuale psichiatra ? Pensi a superare il prima possibile la sua condizione di depressione , pensi che il fatto che se si è riacceso un sentimento o delle emozioni, che forse a causa della malattia faceva fatica a provare, è segno che la terapia sta funzionando. È ovvio che controllare le proprio emozioni e sensazioni è difficile, anzi cozza propria con il concetto stesso di emozione e sentimento. Ma attualmente deve pensare soltanto al fine della terapia e tornare a stare meglio e a liberarsi della depressione. Sempre disponibile per un consulto Dott.ssa Silvia Marcelletti
Gentilissima, essersi innamorata non la rende né sbagliata, né pazza e i suoi sentimenti hanno diritto di esistere, anzi, visto che la depressione comporta apatia, l'insorgenza di sentimenti può essere una lampadina che indica un miglioramento della sua condizione. Certo è che ciò che viene definito transfert non sempre viene gestito in maniera ottimale dai professionisti. Se lei prova questi sentimenti nei confronti della sua psichiatra e non riesce a comunicare con lei del suo disagio perché viene liquidata, le consiglio di cambiare medico di riferimento perché il rapporto di fiducia e collaborazione reciproca si sta intaccando. Se al di fuori vorrà poi approfondire una conoscenza con tale persona, nulla le vieta di proporglielo, sarà poi lei a risponderle secondo i propri desideri.
Un caro saluto.
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Un caro saluto.
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Buongiorno,
Innanzitutto, voglio ringraziarti per aver condiviso con noi un pezzo così intimo della tua vita. La tua sincerità e vulnerabilità sono evidenti e, per quanto possa sembrare cliché, il solo fatto di aver avuto il coraggio di esprimere i tuoi sentimenti e le tue paure è un passo importante.
Ecco alcuni punti che potresti prendere in considerazione:
La Natura del Transfert: Il transfert è un fenomeno comune nella terapia e rappresenta il trasferimento di emozioni e sentimenti dal passato del paziente verso il terapeuta. È possibile che tu stia vivendo un tipo di transfert erotico, dove sviluppi sentimenti romantici o sessuali verso il terapeuta. Questo è un fenomeno ben noto nella psicoterapia.
Regole Professionali e Etiche: I terapeuti sono tenuti a seguire linee guida professionali e etiche che stabiliscono limiti chiari nella loro relazione con i pazienti. Questi limiti sono in atto per proteggere sia il paziente sia il terapeuta e per mantenere l'integrità del processo terapeutico.
I Tuoi Sentimenti Sono Validi: Il fatto che tu stia provando questi sentimenti non significa che tu sia "pazza". La terapia può sollevare molte emozioni, alcune delle quali possono essere confuse o impreviste. È importante che tu possa avere uno spazio per esplorare questi sentimenti senza giudizio.
Parla con la Tua Terapeuta: Anche se potrebbe sembrarti imbarazzante, è essenziale discutere di questi sentimenti con la tua terapeuta. Lei può aiutarti a capire e lavorare attraverso questi sentimenti in un modo che sia costruttivo per te.
Attrazione Verso il Mondo Femminile: La sessualità e l'attrazione possono essere fluide e possono evolversi nel corso della vita. Non c'è niente di intrinsecamente sbagliato o "pazzo" nel provare attrazione per persone dello stesso sesso. Tuttavia, è importante distinguere tra l'attrazione generale per le donne e l'attrazione specifica per il tuo terapeuta.
La Tua Salute Mentale: La tua salute mentale è importante e dovrebbe sempre venire prima di tutto. Se ritieni che questi sentimenti stiano interferendo con il tuo benessere o il tuo trattamento, potrebbe essere utile discutere la possibilità di vedere un altro terapeuta.
Concludendo, ti incoraggio a non giudicarti troppo duramente. La terapia è un luogo per esplorare e capire te stessa in un ambiente sicuro e di supporto. Spero che tu possa trovare la pace e la chiarezza che cerchi.
Innanzitutto, voglio ringraziarti per aver condiviso con noi un pezzo così intimo della tua vita. La tua sincerità e vulnerabilità sono evidenti e, per quanto possa sembrare cliché, il solo fatto di aver avuto il coraggio di esprimere i tuoi sentimenti e le tue paure è un passo importante.
Ecco alcuni punti che potresti prendere in considerazione:
La Natura del Transfert: Il transfert è un fenomeno comune nella terapia e rappresenta il trasferimento di emozioni e sentimenti dal passato del paziente verso il terapeuta. È possibile che tu stia vivendo un tipo di transfert erotico, dove sviluppi sentimenti romantici o sessuali verso il terapeuta. Questo è un fenomeno ben noto nella psicoterapia.
Regole Professionali e Etiche: I terapeuti sono tenuti a seguire linee guida professionali e etiche che stabiliscono limiti chiari nella loro relazione con i pazienti. Questi limiti sono in atto per proteggere sia il paziente sia il terapeuta e per mantenere l'integrità del processo terapeutico.
I Tuoi Sentimenti Sono Validi: Il fatto che tu stia provando questi sentimenti non significa che tu sia "pazza". La terapia può sollevare molte emozioni, alcune delle quali possono essere confuse o impreviste. È importante che tu possa avere uno spazio per esplorare questi sentimenti senza giudizio.
Parla con la Tua Terapeuta: Anche se potrebbe sembrarti imbarazzante, è essenziale discutere di questi sentimenti con la tua terapeuta. Lei può aiutarti a capire e lavorare attraverso questi sentimenti in un modo che sia costruttivo per te.
Attrazione Verso il Mondo Femminile: La sessualità e l'attrazione possono essere fluide e possono evolversi nel corso della vita. Non c'è niente di intrinsecamente sbagliato o "pazzo" nel provare attrazione per persone dello stesso sesso. Tuttavia, è importante distinguere tra l'attrazione generale per le donne e l'attrazione specifica per il tuo terapeuta.
La Tua Salute Mentale: La tua salute mentale è importante e dovrebbe sempre venire prima di tutto. Se ritieni che questi sentimenti stiano interferendo con il tuo benessere o il tuo trattamento, potrebbe essere utile discutere la possibilità di vedere un altro terapeuta.
Concludendo, ti incoraggio a non giudicarti troppo duramente. La terapia è un luogo per esplorare e capire te stessa in un ambiente sicuro e di supporto. Spero che tu possa trovare la pace e la chiarezza che cerchi.
Carissima, quella che lei prova merita rispetto e attenzione, non sta facendo nulla di male anzi, credo che trattare questo argomento possa aiutarla a comprendere meglio sé stessa ed il mondo circostante. Se tuttavia, come mi sembra di capire, questo desiderio non è contraccambiato serve comprendere con attenzione come può e vuole proseguire il lavoro con chi la segue. Il transfert è qualcosa di inevitabile che si instaura sempre, in ogni rapporto, ed in base alla sua natura può essere più o meno utile alla terapia. Quanto è possibile proseguire il lavoro con questa professionista è una valutazione che potete provare a fare insieme. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Non c'è niente di sbagliato in te ma devi fidarti della persona che ti sta seguendo: dovete parlarne, confrontarvi ma poi alla fine devi accettare la risposta che hai ricevuto. Del resto se anche i tuoi sentimenti non fossero solamente legati al transfest, sai perfettamente che non si può "obbligare" nessuno ad esserci amico o ad instaurare una relazione con noi. Il ruolo della professionista che ti segue è molto delicato ed ogni collega deve lavorare all'interno dei paletti della propria professione e ai paletti personali che si è dato. Provate ancora a parlarne a valuta la possibilità, insieme alla tua psichiatra, di trovare un altro suo collega che possa seguirti come meriti, perchè la tua saluta deve essere prioritaria a tutto il resto. Un saluto
Buongiorno, da ciò che scrive emergono chiaramente la sua angoscia ed il suo senso di colpa per una situazione complessa come quella che sta vivendo. E' assolutamente normale farsi delle domande quando si provano sentimenti per una delle figure professionali presso cui si è in cura. I suoi sentimenti non sono sbagliati, ma sarebbe sbagliato se la sua psichiatra accettasse di avere con lei un rapporto al di fuori del contesto lavorativo. La relazione amicale/amorosa e la relazione professionale non possono andare di pari passo, il motivo principale è che l'una influenzerebbe negativamente l'altra. La relazione amicale/amorosa risulterebbe squilibrata, il suo malessere aumenterebbe. E per un professionista della cura, il suo benessere deve essere prioritario. Per questi motivi, per quanto risulti inizialmente doloroso, il comportamento della sua psichiatra è quello più etico e rispettoso della sua persona.
Detto questo, lei non ha nulla di cui vergognarsi. Nonostante le sembri molto difficile, la invito a riflettere attentamente sulla possibilità di parlarne con la sua terapeuta. Esaminare con lei le sue emozioni e i suoi pensieri le permetterà di elaborarli e trovare una soluzione adeguata.
Resto a sua disposizione qualora desideri approfondire alcuni aspetti. Cordiali saluti.
Detto questo, lei non ha nulla di cui vergognarsi. Nonostante le sembri molto difficile, la invito a riflettere attentamente sulla possibilità di parlarne con la sua terapeuta. Esaminare con lei le sue emozioni e i suoi pensieri le permetterà di elaborarli e trovare una soluzione adeguata.
Resto a sua disposizione qualora desideri approfondire alcuni aspetti. Cordiali saluti.
Mi dispiace sentire che stai affrontando una situazione difficile e che ti senti limitata nel discutere dei tuoi sentimenti con la tua terapeuta. È importante ricordare che ogni terapeuta ha il proprio approccio e il proprio stile di lavoro. Tuttavia, è fondamentale che tu ti senta ascoltata e supportata durante il percorso terapeutico.
Se senti che non riesci a discutere apertamente dei tuoi sentimenti con la tua attuale terapeuta, potresti valutare l'opzione di cercare un nuovo professionista o esplorare altre risorse che possano offrirti un ambiente sicuro per esprimerti liberamente. In alcuni casi, potrebbe essere utile cercare un terapeuta specializzato in questioni legate all'orientamento sessuale o all'identità di genere, poiché potrebbero avere una maggiore comprensione delle tue esperienze e fornirti un supporto adeguato.
Ricorda che i sentimenti e le attrazioni sono esperienze personali e non devi sentirti sbagliata o sciocca per ciò che provi. È importante accettare e comprendere te stessa, anche se i tuoi sentimenti possono sembrare complessi o confusi. Se possibile, cerca un ambiente di supporto, come gruppi di sostegno o comunità online, dove puoi connetterti con altre persone che potrebbero condividere esperienze simili alle tue.
Infine, è importante continuare a lavorare sulla tua salute mentale e sulla tua depressione. Cerca di mantenere il dialogo aperto con i professionisti che ti seguono e condividi con loro le tue preoccupazioni e i tuoi bisogni. Potrebbero essere in grado di offrirti ulteriori risorse o indicazioni utili per affrontare la tua situazione attuale. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Se senti che non riesci a discutere apertamente dei tuoi sentimenti con la tua attuale terapeuta, potresti valutare l'opzione di cercare un nuovo professionista o esplorare altre risorse che possano offrirti un ambiente sicuro per esprimerti liberamente. In alcuni casi, potrebbe essere utile cercare un terapeuta specializzato in questioni legate all'orientamento sessuale o all'identità di genere, poiché potrebbero avere una maggiore comprensione delle tue esperienze e fornirti un supporto adeguato.
Ricorda che i sentimenti e le attrazioni sono esperienze personali e non devi sentirti sbagliata o sciocca per ciò che provi. È importante accettare e comprendere te stessa, anche se i tuoi sentimenti possono sembrare complessi o confusi. Se possibile, cerca un ambiente di supporto, come gruppi di sostegno o comunità online, dove puoi connetterti con altre persone che potrebbero condividere esperienze simili alle tue.
Infine, è importante continuare a lavorare sulla tua salute mentale e sulla tua depressione. Cerca di mantenere il dialogo aperto con i professionisti che ti seguono e condividi con loro le tue preoccupazioni e i tuoi bisogni. Potrebbero essere in grado di offrirti ulteriori risorse o indicazioni utili per affrontare la tua situazione attuale. Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentile utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
È stata coraggiosa a tirare fuori questi contenuti con la sua psichiatra.
Provare sentimenti e/o attrazione fisica verso persone dello stesso sesso non è un disturbo. Tuttavia, mi sembra di capire che la psichiatra abbia messo un confine dicendole di non potervi frequentare fuori dallo spazio di cura. Questo confine, anche se la fa arrabbiare, in realtà la protegge.
La incoraggio a condividere tutti i suoi vissuti con la psicoterapeuta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
È stata coraggiosa a tirare fuori questi contenuti con la sua psichiatra.
Provare sentimenti e/o attrazione fisica verso persone dello stesso sesso non è un disturbo. Tuttavia, mi sembra di capire che la psichiatra abbia messo un confine dicendole di non potervi frequentare fuori dallo spazio di cura. Questo confine, anche se la fa arrabbiare, in realtà la protegge.
La incoraggio a condividere tutti i suoi vissuti con la psicoterapeuta.
Un caro saluto,
Dott.ssa Del Giudice
Salve, la ringrazio per la sua condivisione. È evidente che sta attraversando un momento molto difficile e carico di emozioni, e mi preme innanzitutto sottolineare l'importanza di esprimere ciò che sente e di cercare supporto in queste situazioni.
La sua attrazione verso la sua psichiatra è un tema delicato, e ciò che prova non è affatto raro nel contesto terapeutico. Tuttavia, è cruciale comprendere che le professioniste sono tenute a rispettare rigorosi principi deontologici, che prevedono la separazione tra il rapporto terapeutico e relazioni di natura personale o affettiva. Questo non significa in alcun modo che i suoi sentimenti siano sbagliati o da denigrare, ma piuttosto che è fondamentale preservare l'alleanza terapeutica, che può essere compromessa da queste dinamiche.
Cercare di stabilire un legame al di fuori di quello professionale potrebbe, in effetti, danneggiare il suo percorso di cura e confondere le dinamiche della terapia, che dovrebbero rimanere focalizzate sulla sua salute e sul suo benessere.
Che ne pensa di parlarne con la sua terapeuta? Affrontare questa questione potrebbe aiutare non solo a chiarire le sue emozioni, ma anche a capire meglio il ruolo del transfert nella terapia. Essere trasparenti sulle proprie esperienze e sentimenti potrà consentirle di ricevere un supporto mirato e adeguato. La sua terapeuta, pur lavorando nello stesso ambito, è in grado di aiutarla a esplorare queste dinamiche senza pregiudicare il suo percorso di cura.
Non si senta sbagliata per ciò che prova; le emozioni sono complesse e spesso non seguono logiche razionali. Il suo desiderio di contatto e comprensione è del tutto umano, e affrontarlo con la professionalità giusta potrà essere un passo importante per il suo percorso di guarigione.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori domande, un caro saluto
La sua attrazione verso la sua psichiatra è un tema delicato, e ciò che prova non è affatto raro nel contesto terapeutico. Tuttavia, è cruciale comprendere che le professioniste sono tenute a rispettare rigorosi principi deontologici, che prevedono la separazione tra il rapporto terapeutico e relazioni di natura personale o affettiva. Questo non significa in alcun modo che i suoi sentimenti siano sbagliati o da denigrare, ma piuttosto che è fondamentale preservare l'alleanza terapeutica, che può essere compromessa da queste dinamiche.
Cercare di stabilire un legame al di fuori di quello professionale potrebbe, in effetti, danneggiare il suo percorso di cura e confondere le dinamiche della terapia, che dovrebbero rimanere focalizzate sulla sua salute e sul suo benessere.
Che ne pensa di parlarne con la sua terapeuta? Affrontare questa questione potrebbe aiutare non solo a chiarire le sue emozioni, ma anche a capire meglio il ruolo del transfert nella terapia. Essere trasparenti sulle proprie esperienze e sentimenti potrà consentirle di ricevere un supporto mirato e adeguato. La sua terapeuta, pur lavorando nello stesso ambito, è in grado di aiutarla a esplorare queste dinamiche senza pregiudicare il suo percorso di cura.
Non si senta sbagliata per ciò che prova; le emozioni sono complesse e spesso non seguono logiche razionali. Il suo desiderio di contatto e comprensione è del tutto umano, e affrontarlo con la professionalità giusta potrà essere un passo importante per il suo percorso di guarigione.
Resto a disposizione per eventuali ulteriori domande, un caro saluto
Buonasera gentile utente.
La ringrazio per la condivisione della sua storia.
Dalle sue parole mi sembra di cogliere molto dispiacere per non sentirsi accolta nel suo sentire. La invito a parlarne con la psicologa che la segue, in quanto il nostro mestiere si fonda anche sull'assenza di giudizio, e credo che possa aiutarla davvero moltissimo in questo momento così importante del suo percorso.
Un caro saluto,
Giulia Burgalassi
La ringrazio per la condivisione della sua storia.
Dalle sue parole mi sembra di cogliere molto dispiacere per non sentirsi accolta nel suo sentire. La invito a parlarne con la psicologa che la segue, in quanto il nostro mestiere si fonda anche sull'assenza di giudizio, e credo che possa aiutarla davvero moltissimo in questo momento così importante del suo percorso.
Un caro saluto,
Giulia Burgalassi
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con me qualcosa che sente così delicato e difficile da esprimere. È evidente quanto stia soffrendo e quanto si senta incompresa in questo momento, e voglio dirle che quello che prova non è né sbagliato né assurdo. È umano, autentico e merita di essere ascoltato con rispetto e comprensione. L’attrazione che sta provando, sia emotiva che fisica, non è qualcosa che la rende “sbagliata” o “pazza”. L’esperienza del transfert è reale, e sebbene sia un fenomeno ben noto in psicoterapia, non significa che i sentimenti che ne derivano siano meno profondi o meno importanti per lei. Non si tratta solo di una definizione da manuale, ma di qualcosa che sta vivendo in prima persona e che sta avendo un impatto significativo sulla sua vita. Da ciò che racconta, sembra che la frustrazione più grande nasca dal modo in cui questa esperienza viene trattata: come se fosse un qualcosa da ricondurre esclusivamente a una spiegazione tecnica, senza il giusto spazio per essere accolta e compresa nella sua interezza. È naturale che si senta rifiutata o svalutata se percepisce che ciò che prova non viene preso sul serio come un’esperienza umana, ma solo come una dinamica clinica da archiviare e liquidare. Ciò che potrebbe aiutarla in questo momento è provare a spostare lo sguardo da cosa significa per l’altra persona questo sentimento a cosa significa per lei. Cosa rappresenta per lei questo legame? Cosa le offre a livello emotivo, mentale, persino spirituale? È un bisogno di vicinanza, di comprensione, di protezione? O forse è qualcosa che le sta mostrando un aspetto di sé che fino ad ora non aveva esplorato? Non si colpevolizzi per ciò che sente. I sentimenti non possono essere “giusti” o “sbagliati”, esistono e basta. Il punto non è giudicarli, ma comprenderli. Se in questo momento sente che non può parlarne apertamente con la terapeuta attuale per timore del contesto in cui si trovano, potrebbe comunque provare a esplorare questi vissuti in un altro spazio terapeutico, dove si senta libera di esprimersi senza paura di essere etichettata o invalidata. Parlare di ciò che sente con qualcuno che possa accogliere il suo vissuto senza ridurlo solo a una definizione tecnica potrebbe aiutarla a trovare un senso più ampio a ciò che sta vivendo. Quello che sta provando non la rende meno degna di attenzione o di rispetto. Non è il suo problema a definirla, ma il modo in cui lo affronta. E già il fatto che stia cercando un confronto dimostra una grande consapevolezza e il desiderio di capire sé stessa in profondità. Se c’è qualcosa che posso dirle con certezza, è che lei merita di essere ascoltata con empatia, senza sentirsi sbagliata per ciò che prova. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
Prima di tutto, voglio dirti che quello che stai vivendo non ti rende "sbagliata" né "sciocca", e non sei affatto "pazza". Le emozioni che descrivi sono complesse e umane, e non sono qualcosa di cui dovresti sentirti vergognosa. Essere in cura psicoterapeutica per la depressione non significa che tu non possa provare sentimenti di vario tipo, anche quelli complessi come l'attrazione. È importante ricordare che le emozioni non sono qualcosa che possiamo scegliere, ma sono parte di noi, e talvolta emergono in momenti in cui non ce lo aspettiamo.
Il fenomeno che descrivi riguardo al transfert è un aspetto molto comune nelle relazioni terapeutiche. Il transfert si verifica quando il paziente proietta sui propri terapeuti emozioni e desideri che derivano da esperienze passate, in particolare da legami emotivi con figure significative (genitori, per esempio). Questo non è "sbagliato" in sé, ma è visto come una parte normale del processo terapeutico, da esplorare, comprendere e utilizzare per lavorare sulle proprie dinamiche interiori. È comprensibile che possa essere doloroso o confuso, ma non implica che ci sia qualcosa di "pazzo" in te.
La tua difficoltà a parlarne con la tua psichiatra o terapeuta è altrettanto comprensibile. La relazione terapeutica è intrinsecamente una relazione asimmetrica, e i confini stabiliti sono molto importanti per il benessere di entrambi. La tua psichiatra sta cercando di mantenere la professionalità e i confini necessari per il processo terapeutico. Se non si è mostrata disponibile a esplorare a fondo il tema del transfert, potrebbe essere che stia cercando di proteggerti dall'intensificarsi della situazione, o forse non si sente in grado di affrontarlo in quel momento. Questo non vuol dire che i tuoi sentimenti siano sbagliati, ma che il momento per discuterli potrebbe non essere quello che immaginavi, o che necessiti di un altro approccio.
A proposito della tua domanda su come parlarne con la terapeuta che lavora nello stesso team: potrebbe essere utile prendere un po' di tempo per riflettere su cosa ti senti pronta a condividere e in quale contesto. Se senti che la relazione terapeutica con la tua psichiatra è importante per il tuo benessere, potresti iniziare con una conversazione franca sul trasferimento e chiedere se c'è un modo per esplorarlo senza che comprometta la relazione terapeutica. In alternativa, se senti di non poter parlare con la psichiatra per via del legame che si è creato, forse potresti esplorare con la psicologa, che potrebbe offrire una prospettiva diversa o aiutarti a elaborare ciò che stai vivendo in modo più funzionale.
Il fatto che tu stia cercando di comprendere cosa stia accadendo in te è un grande passo, e la difficoltà di affrontare questi temi con il tuo terapeuta non è in sé un motivo di preoccupazione, ma può essere solo una parte naturale del processo di crescita e comprensione di sé. Non sei sbagliata, e il fatto che tu stia cercando di confrontarti con questa esperienza in modo riflessivo è già un buon segno.
Ti consiglio di continuare a lavorare su questa situazione con la tua terapeutica, e forse sarebbe utile anche discutere di come ti senti riguardo alla gestione del transfert, anche se ciò richiederà tempo e un approccio graduale. Cercare aiuto, esplorare questi sentimenti e chiedere supporto non ti rende né debole né sbagliata, anzi, è un segno di cura verso te stessa.
Spero che queste riflessioni possano esserti d'aiuto.
Prima di tutto, voglio dirti che quello che stai vivendo non ti rende "sbagliata" né "sciocca", e non sei affatto "pazza". Le emozioni che descrivi sono complesse e umane, e non sono qualcosa di cui dovresti sentirti vergognosa. Essere in cura psicoterapeutica per la depressione non significa che tu non possa provare sentimenti di vario tipo, anche quelli complessi come l'attrazione. È importante ricordare che le emozioni non sono qualcosa che possiamo scegliere, ma sono parte di noi, e talvolta emergono in momenti in cui non ce lo aspettiamo.
Il fenomeno che descrivi riguardo al transfert è un aspetto molto comune nelle relazioni terapeutiche. Il transfert si verifica quando il paziente proietta sui propri terapeuti emozioni e desideri che derivano da esperienze passate, in particolare da legami emotivi con figure significative (genitori, per esempio). Questo non è "sbagliato" in sé, ma è visto come una parte normale del processo terapeutico, da esplorare, comprendere e utilizzare per lavorare sulle proprie dinamiche interiori. È comprensibile che possa essere doloroso o confuso, ma non implica che ci sia qualcosa di "pazzo" in te.
La tua difficoltà a parlarne con la tua psichiatra o terapeuta è altrettanto comprensibile. La relazione terapeutica è intrinsecamente una relazione asimmetrica, e i confini stabiliti sono molto importanti per il benessere di entrambi. La tua psichiatra sta cercando di mantenere la professionalità e i confini necessari per il processo terapeutico. Se non si è mostrata disponibile a esplorare a fondo il tema del transfert, potrebbe essere che stia cercando di proteggerti dall'intensificarsi della situazione, o forse non si sente in grado di affrontarlo in quel momento. Questo non vuol dire che i tuoi sentimenti siano sbagliati, ma che il momento per discuterli potrebbe non essere quello che immaginavi, o che necessiti di un altro approccio.
A proposito della tua domanda su come parlarne con la terapeuta che lavora nello stesso team: potrebbe essere utile prendere un po' di tempo per riflettere su cosa ti senti pronta a condividere e in quale contesto. Se senti che la relazione terapeutica con la tua psichiatra è importante per il tuo benessere, potresti iniziare con una conversazione franca sul trasferimento e chiedere se c'è un modo per esplorarlo senza che comprometta la relazione terapeutica. In alternativa, se senti di non poter parlare con la psichiatra per via del legame che si è creato, forse potresti esplorare con la psicologa, che potrebbe offrire una prospettiva diversa o aiutarti a elaborare ciò che stai vivendo in modo più funzionale.
Il fatto che tu stia cercando di comprendere cosa stia accadendo in te è un grande passo, e la difficoltà di affrontare questi temi con il tuo terapeuta non è in sé un motivo di preoccupazione, ma può essere solo una parte naturale del processo di crescita e comprensione di sé. Non sei sbagliata, e il fatto che tu stia cercando di confrontarti con questa esperienza in modo riflessivo è già un buon segno.
Ti consiglio di continuare a lavorare su questa situazione con la tua terapeutica, e forse sarebbe utile anche discutere di come ti senti riguardo alla gestione del transfert, anche se ciò richiederà tempo e un approccio graduale. Cercare aiuto, esplorare questi sentimenti e chiedere supporto non ti rende né debole né sbagliata, anzi, è un segno di cura verso te stessa.
Spero che queste riflessioni possano esserti d'aiuto.
Gentile Signora,
innanzitutto desidero dirle con chiarezza che non c’è nulla di sbagliato in ciò che prova. Non è “pazza”, non è “sciocca”: è una donna che, a 53 anni, sta vivendo un passaggio complesso della vita, in cui stanno emergendo nuove parti di sé, e queste parti meritano di essere ascoltate e accolte senza giudizio.
Scoprire di provare attrazione verso persone dello stesso sesso, anche in età adulta, non è un segno di malattia, ma fa parte della naturale fluidità e ricchezza dell’esperienza umana. L’affettività e la sessualità non sono fisse una volta per tutte: possono cambiare, aprirsi a dimensioni nuove, a volte proprio in momenti di crisi o di trasformazione. Non è lei a essere sbagliata, né i suoi sentimenti lo sono. È una donna che, in un momento difficile, sta incontrando aspetti nuovi e intensi della propria vita affettiva. L’attrazione verso la psichiatra non è patologica: è l’intreccio di vitalità, bisogni emotivi profondi e qualità simboliche che lei vede in quella persona. La psichiatra non la rifiuta: rispetta un confine necessario. Il passo successivo per lei non è reprimere o sentirsi in colpa, ma trovare uno spazio alternativo in cui poter parlare liberamente di queste emozioni, così da trasformarle in comprensione e crescita personale.
innanzitutto desidero dirle con chiarezza che non c’è nulla di sbagliato in ciò che prova. Non è “pazza”, non è “sciocca”: è una donna che, a 53 anni, sta vivendo un passaggio complesso della vita, in cui stanno emergendo nuove parti di sé, e queste parti meritano di essere ascoltate e accolte senza giudizio.
Scoprire di provare attrazione verso persone dello stesso sesso, anche in età adulta, non è un segno di malattia, ma fa parte della naturale fluidità e ricchezza dell’esperienza umana. L’affettività e la sessualità non sono fisse una volta per tutte: possono cambiare, aprirsi a dimensioni nuove, a volte proprio in momenti di crisi o di trasformazione. Non è lei a essere sbagliata, né i suoi sentimenti lo sono. È una donna che, in un momento difficile, sta incontrando aspetti nuovi e intensi della propria vita affettiva. L’attrazione verso la psichiatra non è patologica: è l’intreccio di vitalità, bisogni emotivi profondi e qualità simboliche che lei vede in quella persona. La psichiatra non la rifiuta: rispetta un confine necessario. Il passo successivo per lei non è reprimere o sentirsi in colpa, ma trovare uno spazio alternativo in cui poter parlare liberamente di queste emozioni, così da trasformarle in comprensione e crescita personale.
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