Buongiorno dottori da un pò di tempo oramai sto vivendo che mi sento distaccato dal mondo esterno, c

24 risposte
Buongiorno dottori da un pò di tempo oramai sto vivendo che mi sento distaccato dal mondo esterno, come se lo vedo distante, che non sono connesso ecc, una brutta sensazione che non gli auguro a nessuno, solo che oltre questa sensazione h24 che in certi momenti sembra più leggera invece in certi momenti sembra di impazzire, ho anche come pensieri di avere deliri o allucinazioni quando sento qualcosa infatti chiedo sempre assicurazione a gli altri se anno sentito anche loro quel rumore e mi dicono si, oppure pensieri di diventare pazzo oppure di entrare in schizofrenia... solo che sono solo pensieri no convinzioni quindi non so se sono ossessioni o cosa? anche perchè certe volte ho anche pensieri di fare del male o farmi del male... in tutto questo ho il gusto alterato di quello che mangio cioè lo sento poco e nulla... tutto questo può essere schizofrenia o portarmi alla schizofrenia... in tutti questi mesi non ho mai avuto ne deliri ne allucinazioni quindi non so se era schizofrenia già avrei dovuto avere allucinazioni ... grazie
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,
quello che descrive sembra riferirsi a un’esperienza intensa e molto destabilizzante, caratterizzata da sintomi come la derealizzazione (sensazione che il mondo esterno sia irreale o distante) e pensieri intrusivi legati alla paura di impazzire o sviluppare disturbi gravi come la schizofrenia.

È importante sottolineare che il fatto di riconoscere questi pensieri come estranei e disturbanti, e cercare rassicurazione, suggerisce che si è mantenuto un buon contatto con la realtà. Questo differenzia le ossessioni tipiche dei disturbi d’ansia o del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) da veri deliri, che sono invece credenze rigide e non criticate dalla persona.

Anche la paura di fare del male a sé o agli altri può rientrare nel quadro di pensieri ossessivi, soprattutto se vissuti con angoscia e senso di colpa, e non come desideri reali o intenzioni. La sensazione di avere il gusto alterato, infine, potrebbe essere legata allo stress, all’ansia cronica o a un possibile stato depressivo.

Tutto questo non significa necessariamente che si tratti di schizofrenia, soprattutto in assenza di allucinazioni vere e proprie, deliri strutturati o compromissione marcata della realtà. Tuttavia, la complessità e la persistenza dei sintomi meritano un approfondimento attento.

Per questo è fortemente consigliato rivolgersi a uno specialista, come uno psicologo psicoterapeuta o uno psichiatra, per una valutazione clinica dettagliata. Solo un colloquio diretto può chiarire la natura di questi vissuti e orientare verso un percorso terapeutico adeguato e di sollievo.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera gentile Utente, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Da ciò che ha scritto mi sembra che l'area di interesse sia più quella relativa ad un disturbo dissociativo e/o ossessivo, che ad una vera e propria psicosi (di cui può fare parte la schizofrenia). Il fatto che ci sia la paura di impazzire, il continuo chiedere agli altri conferma di ciò che sente, il pensiero di farsi o fare del male (immagino mai agito), la sensazione di distacco dalla realtà, l'assenza di deliri e allucinazioni (tipici della fase attiva della schizofrenia) e il fatto che non abbia riportato altri sintomi simil-depressivi come isolamento sociale e calo dell'umore (tipici della fase negativa della schizofrenia), mi fa propendere per quest'ipotesi. Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad uno psichiatra se ancora non lo ha fatto per avere una diagnosi certa e concordare una terapia farmacologica. Dopodiché, una volta stabilizzata la sintomatologia, dovrebbe intraprendere un percorso psicoterapeutico, per capire come mai siano presenti questi sintomi e imparare a gestirli. Cordialmente, dott. Gianmarco Simeoni
Dott. Michele Scalese
Psicologo, Neuropsicologo
Galatina
Gentile utente,
la sensazione che descrive – di sentirsi distaccato dalla realtà, come “sospeso” o come se tutto fosse irreale – è comunemente associata a stati di derealizzazione e depersonalizzazione, esperienze che possono verificarsi in momenti di intensa ansia, stress o in presenza di un disturbo d’ansia più strutturato.

Il fatto che lei si interroghi con lucidità su ciò che sta vivendo, cercando conferme e riflettendo sul senso di questi pensieri, è già un elemento importante: la consapevolezza critica (cioè la capacità di mettere in dubbio i propri pensieri o timori) tende a non essere presente nelle vere psicosi.

Inoltre, ciò che descrive – il timore di “impazzire”, il bisogno di rassicurazioni, il monitoraggio costante del proprio stato mentale – è spesso tipico dei pensieri ossessivi e delle manifestazioni ansiose, piuttosto che di un disturbo psicotico.

Tuttavia, è fondamentale non autodiagnosticarsi: i sintomi che lei riporta vanno approfonditi con un colloquio clinico strutturato. Le consiglio vivamente di rivolgersi a uno psicologo o a uno psichiatra per una valutazione completa, che possa chiarire la natura del suo disagio e indicarle un percorso terapeutico adeguato.

Affrontare questi timori con un professionista può aiutarla a ritrovare un senso di sicurezza e benessere. Non è sola, e il fatto che abbia avuto il coraggio di scrivere è un primo passo importante.

Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Dott. Michele Scalese - psicologo
Dott.ssa Valentina Sciubba
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Il sintomo "sentirsi distaccato dal mondo esterno" è altrimenti chiamato "derealizzazione" ed è abbastanza comune trovarlo nei disturbi d'ansia. Altri sintomi come la paura di impazzire sono tipici dei disturbi di tipo ossessivo che comunque riconoscono anch'essi una base ansiosa. Le consiglio perciò di consultare uno psicoterapeuta esperto in disturbi d'ansia. La Terapia Strategica Breve è particolarmente indicata.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, fare una diagnosi qui non è possibile ma sembrerebbero sintomi da disociazione. Occorre, prima possibile, una valutazione da uno psichiatra o da uno psicoterapeuta. Eventualmente entrambe le figure possono collaborare, in modo da valutare se le sia di aiuto un supporto farmacologico. Provveda prima possibile onde evitare che i sintomi peggiorino.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, provo a rispondere alla questione estremamente complessa che riporta all' interno del messaggio. Innanzitutto, per avere una diagnosi, è necessario svolgere colloqui clinici (e, se necessario, sottoporsi a test specifici) con un professionista del settore. In caso di patologie più gravi, oltre allo psicologo sarebbe opportuno rivolgersi anche alla figura di uno psichiatra.
Al di là di questo, i sintomi che riporta, da come li ha descritti, non sembrano afferire al mondo della schizofrenia. Sembra che il sintomo sia per lo più la "paura" di diventare schizofrenico, o in generale potremmo dire di impazzire. Questa paura intensa unita alla sensazione di percepire un distacco dalla realtà, ritengo siano sintomi da sottoporre a un terapeuta e su cui potrebbe essere una buona idea lavorare in un percorso.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
La sensazione che descrive, quel sentirsi distaccato dalla realtà come se ci fosse una barriera tra lei e ciò che la circonda, è una condizione che molte persone raccontano usando parole simili: è ciò che chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione. Si tratta di uno stato psicologico che può diventare molto angosciante, perché fa sentire come se si fosse spettatori della propria vita, come se tutto fosse irreale o come se ci fosse una sorta di nebbia mentale a separare da ciò che succede fuori. Questo stato spesso è legato a periodi di forte stress, ansia o attacchi di panico. A volte la mente, quando è sottoposta a una tensione continua, mette in atto questa sorta di “distacco” come meccanismo di difesa per proteggersi da emozioni troppo intense. Anche i pensieri ricorrenti di “impazzire” o di perdere il contatto con la realtà sono molto frequenti in chi vive una forte ansia generalizzata o un disturbo ossessivo-compulsivo: sono pensieri intrusivi che la mente produce, non sono segnali di schizofrenia né segni che lei stia davvero per perdere contatto con la realtà. La caratteristica importante è proprio quella che lei descrive: sono pensieri, non convinzioni. Lei sa distinguere che sono pensieri spaventosi ma non ci crede davvero fino in fondo, e anzi cerca conferme chiedendo agli altri se hanno sentito davvero un rumore o se vedono ciò che vede lei. Questo indica che la sua capacità di contatto con la realtà è intatta. La schizofrenia, invece, si caratterizza per la perdita di insight, cioè per il fatto che la persona vive convinzioni deliranti o allucinazioni vere senza riconoscerle come tali. Anche i pensieri aggressivi o autodistruttivi rientrano spesso nelle ossessioni. Non significa che lei voglia fare del male a qualcuno o a se stesso, ma che la sua mente, in uno stato di allerta continua, produce pensieri spaventosi come se fossero un test per misurare quanto è in controllo. Questo genera ansia, e più cerca di controllarli o di tenerli lontani, più tendono a ripresentarsi. Il senso di alterazione del gusto può anch’esso avere una base ansiosa o essere legato a uno stato di iperattivazione. Lo stress, infatti, può influire sul modo in cui percepiamo sapori, odori e sensazioni corporee. So bene quanto sia faticoso e logorante convivere con questi sintomi, soprattutto perché alimentano un circolo vizioso: più cerca di capire o di controllare questi pensieri, più diventano invadenti. Il percorso più utile in questi casi è proprio la terapia cognitivo-comportamentale, che aiuta a riconoscere la natura di questi pensieri intrusivi e a spezzare la catena dell’evitamento e del controllo. Lavorare su come affrontare questi pensieri senza combatterli direttamente può davvero ridurre l’ansia e riportare la sensazione di connessione con la realtà. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Michela Gorini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pesaro
Gentile utente, lei si osserva da un esterno. Ascolta ogni segnale, ogni segno. È pieno di questi piccoli segni che ricerca. Sta facendo un’analisi di tutto questo e anche una diagnosi. Da dove le viene questo pensiero sulla schizofrenia ? In effetti, come lei dice, sono pensieri, sulla schizofrenia, non schizofrenia. A meno che lei non abbia avuto una diagnosi psichiatrica su questo, in seguito a un colloquio con uno psichiatra. Presti attenzione al fatto che lei sta usando una etichetta diagnostica. D’accordo, le servirà per mettere un po' di senso e confinare la sensazione di distacco dall’altro e di non controllo del pensiero e sensazioni, ma nulla ci dice che lei le allucinazioni le abbia davvero, a meno appunto di parlarne, in presenza, con uno psichiatra e confrontarsi un poco su ciò che le accade. Altrimenti, le direi di lavorare su questi pensieri che la disturbano, su questa paure che qualcosa si trasformi in. Non resti solo, non chieda rassicurazione ad altri generici. Si porti verso qualcuno che la possa aiutare a vedere la sua situazione un po' più nitidamente così che lei possa capire dove si trova, a che punto e in che momento della sua vita, cosa la attraversa, cosa la turba. È utile, che lei racconti, nei suoi dettagli, ciò che le accade, a un altro che la ascolti, in uno spazio, protetto, solo per lei.
Buongiorno, la ringrazio per la domanda.
Quello che mi rimane dalla sua domanda è un forte senso di confusione che ritrovo anche nelle sue parole.
Per il mio modo di lavorare non amo dare etichette diagnostiche come schizofrenia, allucinazioni in quanto credo che questo limiti molto il lavoro possibile. Sicuramente sono aspetti da tenere in considerazione rispetto alla possibilità di comprendere la funzione che queste hanno nella propria vita.
Credo che sia più importante focalizzare l'attenzione sulle sensazioni che lei mi descrive come "distaccato dal mondo".
La confusione che lei sente potrebbe essere stata funzionale fino ad oggi per permetterle di mantenere un proprio equilibrio personale a cui sotto però sottende qualcosa di più impattate: un percorso di psicoterapia in questo caso potrebbe aiutarla anche a comprendere cosa si trovi nella parte più profonda di questo.
La ringrazio.
Dr. Antonio Zagarese
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Parma
Salve gentilissimo,

grazie per aver condiviso ciò che stai vivendo. Le sensazioni di distacco dalla realtà, i pensieri ricorrenti sulla paura di impazzire o di avere allucinazioni, così come quelli aggressivi o autolesivi, possono essere legati a stati di ansia intensa, più che a una condizione psicotica.

Il fatto che tu riesca a riconoscere questi contenuti come “pensieri” e che cerchi conferme nella realtà è un buon segnale: nelle psicosi vere e proprie, questa consapevolezza tende a venire meno. Anche i sintomi fisici come l’alterazione del gusto o la derealizzazione sono comuni nei momenti di forte attivazione emotiva.

Tuttavia, il livello di disagio che stai vivendo merita attenzione e supporto. In questi casi, un percorso psicoterapeutico può aiutarti non solo a comprendere meglio cosa sta succedendo, ma anche a sviluppare strumenti concreti per accogliere questi stati interiori senza esserne travolto. Le terapie basate sull’accettazione e sulla compassione – come l’ACT e la Compassion Focused Therapy – possono accompagnarti nel costruire un nuovo modo di relazionarti ai tuoi pensieri e alle tue emozioni, coltivando calma, radicamento e sicurezza.

Non sei solo in questo. Ti invito davvero a cercare il supporto di un professionista con cui possa approfondire queste tematiche in modo più personale e continuativo.

Con rispetto e vicinanza,
dott. Zagarese.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Monica Grassi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, non è possibile fare una diagnosi senza un approfondimento diagnostico appropriato. Le consiglio una visita psicologica e / o psichiatrica con associate le relative valutazioni testistiche a supporto.
Salve , mi spiace molto per il disagio che sta vivendo.
Sembra star descrivendo sensazioni di derealizzazione che la portano a star male e questo conduce ad allucinazioni, pensieri ossessivi ecc..
Io suggerirei vivamente di rivolgersi ad una figura di psicologo/terapeuta per indagare la sua sintomatologia , lavorarci insieme e finalmente tornare a star bene.
Buone cose , dott.Marziani
Dott.ssa Serena Castoria
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente,
innanzitutto mi dispiace moltissimo per la situazione di sofferenza in cui si trova.
La sua descrizione rappresenta una condizione di disagio notevole e i sintomi che descrive mi spingono a consigliarle vivamente di chiedere una consulenza. Questo non è il luogo adatto ad una diagnosi, ma il malessere che prova ha diritto di essere ascoltato e visto da un professionista che possa esaminare la situazione insieme a lei e trovare il modo di aiutarla. La invito a farlo per poter trovare uno spazio sicuro dove portare se stesso e la sua esperienza, condividendola e alleggerendosi del peso di provare queste sensazioni in solitudine. Può rivolgersi a un professionista nell'ambito pubblico (CSM del suo territorio); se le attese dovessero essere lunghe, visto il disagio che le creano questi sintomi, le consiglio di cercare in ambito privato per poter avere quanto prima lo spazio che le serve.
A sua disposizione, Dott.ssa Serena Castoria
Dott.ssa Teresa Schillaci
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Gentile utente,
da quanto tempo si protrae questa situazione?
Ha già consultato il medico di base? Quest'ultimo, infatti, potrebbe ritenere opportuno effettuare delle indagini mediche per escludere patologie organiche relative alla sua sintomatologia ed indirizzarla meglio su cosa fare.
Il mio consiglio è quello di indagare attraverso dei colloqui con un professionista psicologo/psicoterapeuta ed eventualmente valutare se è opportuno effettuare anche una visita psichiatrica.
Qualora lo volesse, le offro la mia disponibilità per poterne parlare meglio.
Resto a disposizione e le sono vicina.

Dott.ssa Teresa Schillaci
Dott.ssa Enrica Longo
Psicologo, Psicoterapeuta
Bologna
Buongiorno,
Posso solo immaginare il disagio che può provare accompagnato da questi sintomi.
Quello che posso fare in questa sede è di invitarla a parlare prima di tutto con il suo medico di base che successivamente può magari valutare di inviarla ad uno psichiatra.
Le auguro il meglio,
Buona giornata
Dott.ssa Enrica Longo
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che descrive è un vissuto molto complesso, che la sta certamente mettendo a dura prova. La sensazione di essere distaccato dal mondo, come se lo osservasse da fuori, e l’impressione di non essere pienamente connesso con la realtà circostante, sono manifestazioni che rientrano in un quadro che in psicologia chiamiamo derealizzazione o depersonalizzazione. Si tratta di esperienze soggettive intense, che possono spaventare molto, ma che spesso si riscontrano in condizioni di forte stress, ansia cronica o stati dissociativi legati a un disagio psicologico profondo, più che a una vera e propria psicosi.

I pensieri che riferisce, come la paura di avere allucinazioni, i dubbi ricorrenti su ciò che ha percepito, il bisogno continuo di rassicurazioni e il timore di “impazzire”, sembrano più associati a una sintomatologia ansiosa di tipo ossessivo, piuttosto che a un disturbo psicotico come la schizofrenia. Nella schizofrenia infatti, quando presenti, deliri e allucinazioni non sono vissuti come “dubbi” o pensieri intrusivi, ma come convinzioni assolute, spesso non messe in discussione. Lei invece mostra una chiara capacità di osservare e interrogarsi criticamente su ciò che vive, e questo è un elemento importante che va tenuto in considerazione.

Anche i pensieri aggressivi o autolesivi, se non accompagnati da impulsi irrefrenabili o perdita di contatto con la realtà, rientrano spesso nel campo dei pensieri ossessivi, cioè immagini o idee intrusive che non rappresentano un reale desiderio, ma che generano grande angoscia proprio perché sono in contrasto con ciò che lei desidera o sente come giusto. In questi casi, ciò che alimenta il disagio non è tanto il contenuto del pensiero, quanto il modo in cui lo si vive e la difficoltà nel lasciarlo andare senza ingaggiarsi in un tentativo di controllo o rassicurazione.

Il fatto che da tempo lei conviva con questi sintomi senza che siano sfociati in un vero e proprio episodio psicotico è un ulteriore elemento che porta a pensare più a una sofferenza di tipo ansioso-ossessivo, che in alcune forme può essere molto invalidante ma che, fortunatamente, può essere affrontata in modo efficace con un intervento psicoterapeutico mirato e, se necessario, con un supporto farmacologico.

Le suggerirei di non rimanere da solo in questo momento, perché ciò che sta vivendo merita ascolto, contenimento e un percorso clinico che possa aiutarla a ritrovare fiducia nei suoi pensieri e nella sua esperienza. Affrontare tutto questo insieme a un professionista può fare una grande differenza.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Non è possibile fare diagnosi sulla base di così pochi dati. Le consiglio di rivolgersi ad un collega per comprendere meglio le sensazioni che sta provando.
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bruino
Buongiorno,
grazie per aver trovato il coraggio di scrivere. Le sensazioni che descrive — come il sentirsi distaccato dal mondo, il bisogno continuo di conferme, i pensieri ricorrenti su malattie mentali e sulla possibilità di fare del male o farsi del male — possono essere estremamente spaventose, ma nella maggior parte dei casi non indicano una psicosi o una schizofrenia, soprattutto se, come lei scrive, non ci sono mai state allucinazioni o deliri reali.
Molto più spesso si tratta di sintomi legati a stati ansiosi intensi o a fenomeni dissociativi, che generano una forte derealizzazione e pensieri intrusivi. Anche il bisogno di controllare continuamente la realtà o chiedere conferme può rientrare in un quadro ossessivo, e non significa “stare impazzendo”.
È importante però non restare da soli con questi vissuti. Le consiglio di rivolgersi a uno psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia e regolazione emotiva, o a uno psichiatra per un primo inquadramento, in modo da valutare insieme il miglior percorso per lei.
Con il giusto supporto, questi stati possono migliorare sensibilmente. Non è una condanna, ma un segnale che è arrivato il momento di prendersi cura di sé.
Resto volentieri a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo ansioso. Si affidi ad uno psicoterapeuta, potrà con il tempo uscire dalla morsa dei suoi sintomi.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Buongiorno,
quello che racconta è un disagio che merita la giusta attenzione. Le consiglio di prenotare una visita da uno specialista, psicoterapeuta ed eventualmente una visita psichiatrica. Comprendo che possa spaventarla l'idea di iniziare un percorso, ma questi pensieri possono celare un disagio che merita di essere ascoltato.
Le consiglio, inoltre, di non saltare ad autodiagnosi che potrebbero aumentare pensieri o ossessioni. Con uno specialista può indagare la natura di questi disagi e metterli alla luce.
Coraggio!
Dott.ssa Alessandra Arena
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
ha già fatto qualcosa di molto importante: ha dato voce, con lucidità e coraggio, a un vissuto che spesso si fatica perfino a nominare. Questo distacco dalla realtà, la paura di impazzire, i pensieri indesiderati... sembrano costruire una prigione nella sua mente. Ma è proprio il fatto che lei li osservi e li metta in discussione a dire che non ha perso contatto con la realtà. Al contrario, sembra essere in uno stato di iper-controllo, come se ogni sua percezione dovesse essere continuamente verificata, validata, rassicurata.
Gentile utente, mi dispiace molto per ciò che sta provando. Prenda in considerazione di effettuare una visita dallo psichiatra per avere una diagnosi completa. Potrebbe optare anche per un percorso psicologico associato per capire e avere un giusto supporto in questa sua fase della vita. Resto a sua disposizione Dott.ssa Valentina Pisciotta.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
i sintomi che descrive — la sensazione di distacco dalla realtà, la paura di impazzire, i pensieri intrusivi e la costante necessità di rassicurazione — sono molto spaventanti ma non indicano necessariamente la presenza di una psicosi o di una schizofrenia. Spesso queste manifestazioni si riscontrano in condizioni di forte ansia o stress, in cui la mente entra in uno stato di allerta costante e la percezione del mondo può apparire “ovattata” o “irreale”, fenomeno che in psicologia si definisce derealizzazione o depersonalizzazione.

Anche i pensieri di poter perdere il controllo o di fare del male, a sé o agli altri, possono essere espressione di un’ansia molto elevata o di pensieri ossessivi: non sono desideri reali, ma immagini o idee che spaventano proprio perché indesiderate. Il fatto che lei le riconosca come tali è un segnale importante di consapevolezza, che differenzia nettamente queste esperienze da un vero episodio psicotico.

Tuttavia, la sofferenza che emerge dal suo racconto merita attenzione e un ascolto professionale: un colloquio con uno psicologo o uno psichiatra potrà aiutarla a comprendere meglio l’origine di questi vissuti e a intervenire in modo mirato, sia sul piano emotivo che fisiologico.

Nel frattempo, è importante che si prenda cura di sé con regolarità, evitando l’isolamento e prestando attenzione a sonno, alimentazione e attività quotidiane, perché lo stress prolungato tende ad amplificare le percezioni e i pensieri che descrive.

Cordiali saluti,
Dott.ssa Sara Petroni

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