buongiorno, dopo una terapia di 6 mesi con cipralex 20 gg andate ovviamente a diminuire ho avuto pro
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buongiorno, dopo una terapia di 6 mesi con cipralex 20 gg andate ovviamente a diminuire ho avuto problemi con la gestione di piccoli eventi di attachi di panico che ora riesco a gestire grazie al cielo non sempre benissimo, ma ci riesco. Il problema attuale risulta la ciclicità del sonno , faccio per addormentarmi ma non ci riesco o mi sveglio dopo 15 minuti , per fornirvi un quadro completo voglio anche sottolineare che ho alterazioni ormonali carenza di acido folico, vit. d e piccoli sfasamenti glicemici, in più avendo avuto attacchi di notte e spesso nella parte acuta del problema , certamente sono intimorita nell addormentarmi. Fatta questa premessa volevo chiedere ci può essere un alterazione del ciclo del sonno? delle volte ti rendi conto dello sfasamento perchè magari di sera ti senti come se in quel momento devi iniziare al contrario la giornata. Questo scombussolamento come posso risolverlo?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Per quanto riguarda il farmaco credo sia meglio rivolgersi al proprio medico curante, figura professionale più competente in materia.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico.
Cordialmente, dott FDL
Per quanto riguarda il farmaco credo sia meglio rivolgersi al proprio medico curante, figura professionale più competente in materia.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico.
Cordialmente, dott FDL
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Salve, credo che possa essere più utile per lei confrontarsi direttamente con il suo medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buona giornata.
Dott. Fiori
Buongiorno, direi che la cosa più opportuno è rivolgersi al medico che le ha prescritto la terapia e che può darle i chiarimenti che desidera .Non sottovaluti l importanza di un percorso psicologico che prenda in cura parallelamente le cause del malessere Un cordiale saluto dottssa Luciana Harari
Buonasera, per quanto attiene agli effetti farmacologici deve parlarne col medico che gliel'ha prescritto. Non sottovaluti l'opportunità di affiancare all'aiuto farmacologico inopportuna psicoterapua, al fine di indagare l'origine dei suoi disagi e disturbi. Buona serata, dr.ssa Daniela Benvenuti
Buonasera, le consiglio di prendere un appuntamento col medico che le ha prescritto la cura farmacologica, e parlare con lui degli effetti e sensazioni che ha condiviso con noi. Se si da' la possibilità di affidarsi ad un collega psicoterapeuta per un breve percorso, può raggiungere importanti consapevolezze sulle sue ansie attuali e sui movimenti psicologici principali, per imparare ad orientarsi e gestire i suoi equilibri interni.
Auguri,
Dr. Cameriero Vittorio
Auguri,
Dr. Cameriero Vittorio
E’ necessario affrontare il suo disagio e L inquadramento del problema all’interno di un processo psicoterapeutico che possa non escludere le radici del suo disagio.
La psicoterapia può svolgersi in abbinamento con la terapia farmacologica.
Quindi per chiarimenti sui farmaci che assume si rivolga allo psichiatra che la segue mentre per la psicoterapia potrà scegliere uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Un cordiale saluto
La psicoterapia può svolgersi in abbinamento con la terapia farmacologica.
Quindi per chiarimenti sui farmaci che assume si rivolga allo psichiatra che la segue mentre per la psicoterapia potrà scegliere uno psicologo specializzato in psicoterapia.
Un cordiale saluto
Gentile utente di mio dottore,
la manifestazioni sintomatiche da cui è affetto sono tipiche dei disturbi ansioso-depressivi.
La terapia per i Disturbi ansioso-depressivi è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La psicoterapia è ritenuta ad oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i disturbi ansioso-depressivi
L’intervento della psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di viverla appunto.
Si affidi ad uno psicoterapeuta, vedrà la aiuterà a star meglio.
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
la manifestazioni sintomatiche da cui è affetto sono tipiche dei disturbi ansioso-depressivi.
La terapia per i Disturbi ansioso-depressivi è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia.
La psicoterapia è ritenuta ad oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i disturbi ansioso-depressivi
L’intervento della psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di viverla appunto.
Si affidi ad uno psicoterapeuta, vedrà la aiuterà a star meglio.
Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Salve, le consiglio di consultare il suo medico o psichiatra di riferimento, chi le ha prescritto la terapia farmacologica, per quello che riguarda i farmaci.
Per il resto, ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Nessun farmaco porta ad una guarigione assoluta.
Cordiali Saluti.
CS
Per il resto, ha mai pensato di intraprendere un percorso di psicoterapia? Nessun farmaco porta ad una guarigione assoluta.
Cordiali Saluti.
CS
Buongiorno, mi spiace per il disagio espresso. Le consiglio di consultare il medico psichiatra di riferimento per ponderare una terapia in base alle esigenze e contestualmente provare ad intraprendere un percorso che miri a sciogliere i nodi che potrebbero aver causato tale sintomatologia. Le ricerche provano che il miglior trattamento è quello integrato.
Dott.ssa D'urso Teresa
Dott.ssa D'urso Teresa
Buonasera, mi dispiace per la situazione. Dovrebbe, innanzitutto, contattare il suo medico curante che possa indirizzarla su valutazioni di tipo fisiologico. L'ansia e gli attacchi di panico, escluse condizioni mediche particolari, andrebbero trattate con una psicoterapia. I farmaci aiutano ma non risolvono le cause.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi dispiace tanto per la sofferenza che traspare dal suo racconto. Riguardo ai sintomi riportati credo che l'approccio più efficace al problema sia la combinazione di farmaci e psicoterapia, in modo tale da gestire la fase acuta dell'ansia e andare, contemporaneamente, a lavorare sugli schemi cognitivo-emotivi che alimentano i sintomi. Io utilizzo anche l'ipnosi nel trattamento del disturbo, in modo tale da favorire l'autonomia della persona nel gestire il problema e risolverlo.
Cordialmente Dott.ssa Anna Rita Marchi
Cordialmente Dott.ssa Anna Rita Marchi
Buongiorno, mi dispiace per il malessere che ha vissuto e sta vivendo.
Sicuramente l'ansia può e spesso influenza il nostro sonno: durata, qualità, intensità. Quindi queste sensazioni che prova, possono essere legate all'ansia.
Potrebbe esserle utile provare a fare un colloquio con uno psicologo, per avere uno spazio di confronto e sfogo e comprendere come si sente in questi momenti di panico ed ansia.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione,
un caro saluto.
Dott.ssa Alice Carbone
Sicuramente l'ansia può e spesso influenza il nostro sonno: durata, qualità, intensità. Quindi queste sensazioni che prova, possono essere legate all'ansia.
Potrebbe esserle utile provare a fare un colloquio con uno psicologo, per avere uno spazio di confronto e sfogo e comprendere come si sente in questi momenti di panico ed ansia.
Per qualsiasi cosa, sono a disposizione,
un caro saluto.
Dott.ssa Alice Carbone
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta attraversando. Valuterei l'ipotesi di intraprendere un percordo di psicoterapia per indagare le cause dietro a questo malessere. Cordialmente, Dott.ssa Valentina Maccioni
Caro utente, il quadro che descrive in questa domanda riporta a un vissuto che avrebbe sicuramente bisogno di essere discusso e approfondito in maniera più specifica. Come anche lei sostiene, sono certa che il supporto farmacologico può averla in una piccola misura aiutata a gestire i suoi attacchi di panico, ma valutando l'ipotesi di cominciare un percorso psicoterapico potrebbe far luce sull'origine della sua sofferenza, e tale consapevolezza, potrebbe poi fornirle gli strumenti che possano aiutarla a fronteggiare i suoi sintomi nel quotidiano.
Cordialmente, Dott.ssa Dainelli Irina
Cordialmente, Dott.ssa Dainelli Irina
Buongiorno.
Rispetto al farmaco e ai possibili effetti collaterali, ciò è di competenza di chi glieli ha prescritti. Mi sembra molto interessante invece, da un punto di vista psicologico, questa angoscia che avverte "come se in quel momento devi iniziare al contrario la giornata", che potrebbe essere un punto importante di una presa di consapevolezza della propria situazione. La ciclicità, il ripetersi degli eventi, questo modo di concepire la notte, potrebbero essere connessi agli attacchi di panico e all'insonnia.
Saluti.
Greta Tovaglieri
Rispetto al farmaco e ai possibili effetti collaterali, ciò è di competenza di chi glieli ha prescritti. Mi sembra molto interessante invece, da un punto di vista psicologico, questa angoscia che avverte "come se in quel momento devi iniziare al contrario la giornata", che potrebbe essere un punto importante di una presa di consapevolezza della propria situazione. La ciclicità, il ripetersi degli eventi, questo modo di concepire la notte, potrebbero essere connessi agli attacchi di panico e all'insonnia.
Saluti.
Greta Tovaglieri
Buon pomeriggio, in generale le alterazioni nel sonno sono dovute a periodi particolarmente stressanti che si stanno verificando nella vita del paziente e che vanno ad attivare dei sintomi proprio nello stesso affinché la persona ne prenda atto e cerchi delle possibili soluzioni. Importante, come sostengono i miei colleghi, sarebbe riconoscere le cause sottostanti al problema o sintoma manifesto. Ciò si può ottenere intraprendendo un percorso psicologico costante e probabilmente settimanale.
Sempre a disposizione
Cordiali saluti
Dr.ssa C.M
Sempre a disposizione
Cordiali saluti
Dr.ssa C.M
Gentilissima/o, credo che la problematica che ha riportato meriti di essere sottoposta alla valutazione sia di un medico sia di uno psicologo. Se è vero che ci possono essere delle cause fisiologiche che sostengono le sue problematiche relativamente al ciclo sonno/veglia, al tempo stesso sarebbe utile indagare anche la possibilità che un malessere di tipo psicologico (di cui attualmente potrebbe anche essere inconsapevole, come accade spesso nelle somatizzazioni) possa impedirle di vivere con serenità il riposo notturno.
Riposare bene è sicuramente una premessa importante per poter affrontare con serenità la giornata, lavorativa e non.
Restando a disposizione, le mando un caro saluto.
Dr.ssa Conti Francesca
Riposare bene è sicuramente una premessa importante per poter affrontare con serenità la giornata, lavorativa e non.
Restando a disposizione, le mando un caro saluto.
Dr.ssa Conti Francesca
Buongiorno,
mi dispiace per lo stress e i vari disagi fisici. Per la complessità della situazione, le consiglio di affidarsi al medico di base per poter approfondire il tema del sonno e dei vari scombussolamenti che sta provando in questo periodo; al tempo stesso, un percorso di sostegno psicologico la può aiutare da un lato nella gestione dello stress e migliorare così anche la gestione dei sintomi fisici.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Castellan
mi dispiace per lo stress e i vari disagi fisici. Per la complessità della situazione, le consiglio di affidarsi al medico di base per poter approfondire il tema del sonno e dei vari scombussolamenti che sta provando in questo periodo; al tempo stesso, un percorso di sostegno psicologico la può aiutare da un lato nella gestione dello stress e migliorare così anche la gestione dei sintomi fisici.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Laura Castellan
Salve,
il sonno può sicuramente subire alterazioni.
Ha avuto modo di parlare con una figura professionale per capire come mai le vengano attacchi di panico?
Se così non fosse le converrebbe farlo, così da poter comprendere cosa stia accadendo nel suo profondo e perché.
Un caro saluto
Lavinia
il sonno può sicuramente subire alterazioni.
Ha avuto modo di parlare con una figura professionale per capire come mai le vengano attacchi di panico?
Se così non fosse le converrebbe farlo, così da poter comprendere cosa stia accadendo nel suo profondo e perché.
Un caro saluto
Lavinia
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Buonasera, la situazione che descrive è sicuramente complessa e capisco quanto possa essere impegnativo affrontare questa difficoltà con il sonno, soprattutto considerando il contesto di preoccupazioni legate agli attacchi di panico e i fattori fisici che ha menzionato. Voglio rassicurarla sul fatto che è normale che il sonno possa risentire di esperienze di ansia e paure legate a episodi notturni, soprattutto quando il nostro corpo associa il momento di andare a dormire a situazioni di disagio o allerta. La ciclicità del sonno è regolata dal nostro "orologio biologico", il ritmo circadiano, che può effettivamente subire alterazioni in periodi di stress o a causa di fattori fisici, come gli squilibri ormonali o carenze che ha menzionato. Quando il ritmo naturale si scombina, è possibile sentirsi più svegli di sera o percepire che il proprio corpo stia "invertendo" i segnali della giornata. Un primo passo potrebbe essere quello di lavorare sull'associazione che il suo corpo e la sua mente hanno creato tra il momento di andare a dormire e il timore degli attacchi. Questo tipo di condizionamento può essere modificato con tecniche mirate. Ad esempio, una strategia utile potrebbe essere creare una routine serale che segnali al corpo e alla mente che è il momento di rilassarsi, come fare attività piacevoli e rilassanti prima di andare a letto, evitare schermi luminosi e ridurre le fonti di stress almeno un'ora prima di coricarsi. Anche le tecniche di rilassamento, come la respirazione diaframmatica o il rilassamento muscolare progressivo, possono essere molto efficaci. Questi metodi non solo aiutano a calmare il sistema nervoso, ma riducono anche l’ansia anticipatoria che spesso si lega al timore di non riuscire a dormire. Può essere utile praticarle regolarmente, non solo prima di andare a dormire, ma anche durante la giornata, per allenare il corpo a entrare più facilmente in uno stato di calma. Inoltre, è importante prestare attenzione alla gestione dei pensieri intrusivi legati al timore del sonno. Tecniche di ristrutturazione cognitiva possono aiutarla a identificare e modificare quei pensieri automatici che generano ansia, trasformandoli in valutazioni più realistiche e meno spaventose. Questo processo richiede un po' di pratica, ma con il supporto di un terapeuta può diventare uno strumento molto potente. Infine, la sensazione che descrive di sentirsi "scombussolata" è comprensibile, ma voglio sottolineare che è un segnale del fatto che il suo corpo e la sua mente stanno cercando di adattarsi. Con il tempo e con interventi mirati, questa sensazione può ridursi e lasciar spazio a un maggiore equilibrio. Se ha già un terapeuta, potrebbe essere utile condividere con lui/lei queste difficoltà, così da integrare ulteriormente gli strumenti che sta utilizzando. Non è sola in questo percorso, e ogni piccolo passo verso il benessere conta. Mi sembra già che stia facendo molto per affrontare questa situazione, e questo è un segno di grande forza e determinazione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Signora, comprendo la difficoltà che sta vivendo e mi dispiace per il disagio che il suo ciclo del sonno le sta causando. Le alterazioni ormonali, la carenza di vitamine e il quadro glicemico che descrive possono effettivamente influire sulla qualità del sonno, creando uno stato di sfasamento tra il corpo e la mente. Inoltre, l’ansia associata a esperienze passate di attacchi di panico notturni potrebbe amplificare la difficoltà ad addormentarsi.
Le suggerirei innanzitutto di affrontare questo disturbo con una valutazione approfondita da parte del medico curante, che potrà verificare se le alterazioni ormonali o nutrizionali stiano influenzando il sonno e, se necessario, avviare una terapia di supporto integrata. Potrebbe anche essere utile un percorso di supporto psicologico, come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I), che aiuta a ristabilire un ciclo sonno-veglia regolare e a ridurre l'ansia legata al sonno. Inoltre, pratiche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda, da praticare prima di coricarsi, potrebbero contribuire a creare un ambiente più favorevole all'addormentamento.
Le raccomando di non sottovalutare l'importanza di un approccio integrato, che possa considerare sia gli aspetti fisiologici che psicologici del disturbo, per un recupero più completo e duraturo. A sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Le suggerirei innanzitutto di affrontare questo disturbo con una valutazione approfondita da parte del medico curante, che potrà verificare se le alterazioni ormonali o nutrizionali stiano influenzando il sonno e, se necessario, avviare una terapia di supporto integrata. Potrebbe anche essere utile un percorso di supporto psicologico, come la terapia cognitivo-comportamentale per l'insonnia (CBT-I), che aiuta a ristabilire un ciclo sonno-veglia regolare e a ridurre l'ansia legata al sonno. Inoltre, pratiche di rilassamento come la meditazione o la respirazione profonda, da praticare prima di coricarsi, potrebbero contribuire a creare un ambiente più favorevole all'addormentamento.
Le raccomando di non sottovalutare l'importanza di un approccio integrato, che possa considerare sia gli aspetti fisiologici che psicologici del disturbo, per un recupero più completo e duraturo. A sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto
Capisco la tua preoccupazione riguardo alla ciclicità del sonno e alle difficoltà che stai affrontando. Le alterazioni del sonno, come quelle che descrivi, possono essere influenzate da diversi fattori, in particolare dalla gestione dell'ansia, dalla paura legata agli attacchi di panico e anche dalle carenze vitaminiche e ormonali che hai menzionato.
La difficoltà ad addormentarsi e il risveglio frequente, così come la sensazione di "sfasamento" del sonno, sono esperienze abbastanza comuni in periodi di stress o quando ci sono disallineamenti nel ritmo circadiano, il quale regola il ciclo sonno-veglia. Questo tipo di sfasamento può anche essere legato alla paura o al timore di dormire, soprattutto se in passato hai sperimentato attacchi di panico notturni. Il fatto che ti senta come se dovessi "iniziare la giornata" di sera potrebbe essere una manifestazione di un ciclo sonno-veglia che non è più allineato ai tuoi orari biologici.
Inoltre, la carenza di vitamine come la D e l'acido folico, e i piccoli sfasamenti glicemici, possono contribuire a disturbi del sonno e influenzare i tuoi livelli di energia durante la giornata, portando magari a un maggiore disagio notturno. Questi fattori, se non affrontati, possono peggiorare la qualità del sonno.
Per migliorare il sonno e affrontare questo sfasamento, sarebbe utile cercare di stabilire una routine regolare che favorisce il rilassamento prima di dormire. Evitare stimoli troppo forti come l'uso di dispositivi elettronici prima di coricarsi può essere molto utile, così come creare un ambiente rilassante e confortevole nella tua stanza. Le tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda, possono anche aiutarti a prepararti meglio al sonno, abbassando i livelli di ansia.
Inoltre, potrebbe essere utile discutere con il tuo medico riguardo alle carenze nutrizionali, come la vitamina D e l'acido folico, in modo da prendere in considerazione l'integrazione di queste sostanze, che potrebbe avere un impatto positivo sul tuo sonno e sul tuo benessere generale. Se gli attacchi di panico notturni sono un problema persistente, il supporto psicologico o una terapia cognitivo-comportamentale potrebbero essere utili per gestire meglio la paura legata al sonno.
Infine, se queste difficoltà persistono nonostante i cambiamenti nello stile di vita, potrebbe essere necessario rivedere il trattamento farmacologico con il tuo medico, in modo da valutare se il Cipralex sta influenzando il tuo sonno e, se necessario, modificare la terapia. Il supporto psicologico e terapeutico è un aspetto fondamentale, soprattutto quando il sonno è alterato da ansia o da paure persistenti.
La difficoltà ad addormentarsi e il risveglio frequente, così come la sensazione di "sfasamento" del sonno, sono esperienze abbastanza comuni in periodi di stress o quando ci sono disallineamenti nel ritmo circadiano, il quale regola il ciclo sonno-veglia. Questo tipo di sfasamento può anche essere legato alla paura o al timore di dormire, soprattutto se in passato hai sperimentato attacchi di panico notturni. Il fatto che ti senta come se dovessi "iniziare la giornata" di sera potrebbe essere una manifestazione di un ciclo sonno-veglia che non è più allineato ai tuoi orari biologici.
Inoltre, la carenza di vitamine come la D e l'acido folico, e i piccoli sfasamenti glicemici, possono contribuire a disturbi del sonno e influenzare i tuoi livelli di energia durante la giornata, portando magari a un maggiore disagio notturno. Questi fattori, se non affrontati, possono peggiorare la qualità del sonno.
Per migliorare il sonno e affrontare questo sfasamento, sarebbe utile cercare di stabilire una routine regolare che favorisce il rilassamento prima di dormire. Evitare stimoli troppo forti come l'uso di dispositivi elettronici prima di coricarsi può essere molto utile, così come creare un ambiente rilassante e confortevole nella tua stanza. Le tecniche di rilassamento, come la meditazione o la respirazione profonda, possono anche aiutarti a prepararti meglio al sonno, abbassando i livelli di ansia.
Inoltre, potrebbe essere utile discutere con il tuo medico riguardo alle carenze nutrizionali, come la vitamina D e l'acido folico, in modo da prendere in considerazione l'integrazione di queste sostanze, che potrebbe avere un impatto positivo sul tuo sonno e sul tuo benessere generale. Se gli attacchi di panico notturni sono un problema persistente, il supporto psicologico o una terapia cognitivo-comportamentale potrebbero essere utili per gestire meglio la paura legata al sonno.
Infine, se queste difficoltà persistono nonostante i cambiamenti nello stile di vita, potrebbe essere necessario rivedere il trattamento farmacologico con il tuo medico, in modo da valutare se il Cipralex sta influenzando il tuo sonno e, se necessario, modificare la terapia. Il supporto psicologico e terapeutico è un aspetto fondamentale, soprattutto quando il sonno è alterato da ansia o da paure persistenti.
Gentile utente,
la situazione che descrive è piuttosto frequente dopo un periodo di forte ansia o una sospensione farmacologica: il sistema nervoso, dopo mesi in cui ha lavorato in “modalità allerta”, mantiene una sensibilità aumentata, e questo si riflette spesso proprio sul sonno.
Nel suo caso si combinano più fattori:
la memoria corporea degli attacchi di panico notturni, che genera una vigilanza anticipatoria al momento di coricarsi (“e se succedesse di nuovo?”);
le alterazioni ormonali e carenziali (vitamina D, acido folico, glicemia instabile) che possono influire sul tono dell’umore, sui livelli di energia e sui ritmi circadiani;
il cambiamento neurochimico legato alla sospensione del Cipralex, che in alcuni soggetti produce un periodo di riassestamento del sonno e dell’equilibrio emotivo.
Tutto ciò può determinare un vero e proprio sfasamento del ritmo sonno–veglia, cioè una difficoltà del corpo a “capire” quando è il momento di rilassarsi. La sensazione di sentirsi attivi la sera e stanchi al mattino è una spia di questo disallineamento.
Ecco alcuni suggerimenti pratici per aiutarla a regolarizzare il ciclo:
Stabilire orari costanti: andare a letto e svegliarsi più o meno alla stessa ora, anche nei weekend.
Esporsi alla luce naturale appena sveglia e ridurre la luce artificiale (schermi, luci forti) almeno un’ora prima di dormire.
Ritualizzare la sera con attività calme e ripetitive: una tisana, respirazione lenta, musica rilassante o lettura leggera.
Limitare caffeina e zuccheri nel pomeriggio, per evitare oscillazioni glicemiche che mantengono l’attivazione.
Se sente la tensione salire a letto, non forzare il sonno: alzarsi, fare qualcosa di tranquillo e tornare a coricarsi solo quando la sonnolenza torna.
Può essere utile, in questa fase, confrontarsi sia con il suo medico o psichiatra, per valutare se le carenze e i livelli ormonali debbano essere corretti farmacologicamente, sia con uno psicologo per lavorare sulla paura di addormentarsi e sui residui dell’ansia anticipatoria.
Con il giusto equilibrio tra intervento medico e supporto psicologico, il ritmo del sonno tende progressivamente a ristabilirsi e il corpo a ritrovare fiducia nella quiete notturna.
—
Dott.ssa Sara Petroni
la situazione che descrive è piuttosto frequente dopo un periodo di forte ansia o una sospensione farmacologica: il sistema nervoso, dopo mesi in cui ha lavorato in “modalità allerta”, mantiene una sensibilità aumentata, e questo si riflette spesso proprio sul sonno.
Nel suo caso si combinano più fattori:
la memoria corporea degli attacchi di panico notturni, che genera una vigilanza anticipatoria al momento di coricarsi (“e se succedesse di nuovo?”);
le alterazioni ormonali e carenziali (vitamina D, acido folico, glicemia instabile) che possono influire sul tono dell’umore, sui livelli di energia e sui ritmi circadiani;
il cambiamento neurochimico legato alla sospensione del Cipralex, che in alcuni soggetti produce un periodo di riassestamento del sonno e dell’equilibrio emotivo.
Tutto ciò può determinare un vero e proprio sfasamento del ritmo sonno–veglia, cioè una difficoltà del corpo a “capire” quando è il momento di rilassarsi. La sensazione di sentirsi attivi la sera e stanchi al mattino è una spia di questo disallineamento.
Ecco alcuni suggerimenti pratici per aiutarla a regolarizzare il ciclo:
Stabilire orari costanti: andare a letto e svegliarsi più o meno alla stessa ora, anche nei weekend.
Esporsi alla luce naturale appena sveglia e ridurre la luce artificiale (schermi, luci forti) almeno un’ora prima di dormire.
Ritualizzare la sera con attività calme e ripetitive: una tisana, respirazione lenta, musica rilassante o lettura leggera.
Limitare caffeina e zuccheri nel pomeriggio, per evitare oscillazioni glicemiche che mantengono l’attivazione.
Se sente la tensione salire a letto, non forzare il sonno: alzarsi, fare qualcosa di tranquillo e tornare a coricarsi solo quando la sonnolenza torna.
Può essere utile, in questa fase, confrontarsi sia con il suo medico o psichiatra, per valutare se le carenze e i livelli ormonali debbano essere corretti farmacologicamente, sia con uno psicologo per lavorare sulla paura di addormentarsi e sui residui dell’ansia anticipatoria.
Con il giusto equilibrio tra intervento medico e supporto psicologico, il ritmo del sonno tende progressivamente a ristabilirsi e il corpo a ritrovare fiducia nella quiete notturna.
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Dott.ssa Sara Petroni
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