Buongiorno allora inizio con il dire che sono in cura con il daparox goccie a sera da quando avevo 2

24 risposte
Buongiorno allora inizio con il dire che sono in cura con il daparox goccie a sera da quando avevo 20 anni adesso ho 32 anni, non sono mai andato da un piscoterapetua perchè a quell'epoca il daparox mi e stato dato dal mio medico di famiglia... però una cosa che vorrei chiedere che sinceramente mi sta facendo preoccupare un pò perchè nei cambi stagioni tipo marzo, ottobre mi viene un senso di distaccamento come se non ho più concentrazione, quello che faccio non provo piacere, la sera nel dormiveglia sento come delle voci, pensieri di fare del male, ecc... tutto questo da cosè dovuto visto che mi viene nei cambi stagione mi dura qualche settimana tipo3, 4 settimane e poi piano piano va via... adesso mi chiedo può essere causa del daparox che assumo goccie da 12 anni oppure non c’entra nulla… grazie
Dott.ssa Gloria Tosi
Psicologo, Psicoterapeuta
Tortona
Buongiorno, le suggerirei di sentire nuovamente il medico di base per quanto riguarda un aggiornamento della terapia, ancora meglio potrebbe fissare una visita con uno specialista (medico psichiatra) al fine di rivedere la terapia farmacologica, essendo trascorso molto tempo, e sentire cosa ne pensa. Partirei da questo.. Saluti

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Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio di rivolgere la domanda allo psichiatra che l'ha in cura e che quindi la conosce. Inoltre, le consiglio di iniziare un percorso psicoterapeutico, in quanto il farmaco cura il sintomo, ma non toglie la causa dello stesso. Cordiali saluti.
Gentile utente buonasera.
Da quel che si evince dal suo messaggio, lei assume un antidepressivo con notevoli effetti collaterali da 12 anni e su prescrizione del medico di famiglia.
Non posso dirle se i suoi sintomi di questo periodo siano associati all'assunzione del farmaco, ma le consiglio vivamente di contattare immediatamente uno psichiatra e valutare insieme a lui se il farmaco è ancora necessario ed eventualmente in quali dosaggi.
Inoltre, la invito a capire meglio e con l'aiuto di uno psicologo quali sono i disturbi psicologici che tempo addietro l'hanno portata a iniziare questa terapia e che ancora persistono. Attraverso il supporto psicologico potrebbe trovare maggior beneficio di quello ottenuto finora con il farmaco.
Un caro saluto, Dott. Antonio Cortese
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Ciao, capisco che questi sintomi, soprattutto nei cambi di stagione, possano essere preoccupanti. La sensazione di distacco, la difficoltà di concentrazione e i pensieri intrusivi potrebbero avere diverse cause, tra cui una sensibilità ai cambi stagionali o altri fattori psicologici.
Non essendo una psichiatra, non posso valutare direttamente l’effetto del Daparox dopo tanti anni di assunzione, ma ti consiglio di parlarne con un medico specialista per capire se la terapia è ancora adatta a te. Da quello che descrivi, sembra che tu stia vivendo episodi di derealizzazione o distacco dalla realtà, accompagnati da pensieri intrusivi che possono essere molto angosciantiInoltre, quello che descrivi potrebbe essere legato a fattori psicologici o biologici, come:
Sensibilità ai cambiamenti stagionali (disturbi dell’umore stagionali)
Livelli di stress o ansia latenti che emergono in certi periodi
Aspetti non elaborati che potrebbero beneficiare di un supporto psicoterapeutico
Detto questo, potrebbe esserti utile anche un percorso psicologico per esplorare meglio questi sintomi e trovare strategie per gestirli. Se vuoi, possiamo approfondire insieme!
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

Quello che descrive potrebbe essere legato a diversi fattori, tra cui il cambio di stagione, che in alcune persone può influenzare l’equilibrio emotivo e la percezione della realtà. È noto che alcune condizioni psicologiche, come i disturbi dell’umore e l’ansia, possano avere una certa stagionalità e manifestarsi con sintomi come distacco dalla realtà, ridotta concentrazione e pensieri intrusivi.

Riguardo al Daparox (paroxetina), l’assunzione prolungata di un farmaco antidepressivo dovrebbe essere monitorata periodicamente da un medico specialista, come uno psichiatra, per valutare la sua efficacia nel tempo ed eventuali effetti collaterali o sintomi legati alla sua assunzione. Il fatto che questi episodi si ripresentino in momenti specifici dell’anno potrebbe indicare la necessità di una revisione del trattamento, per capire se sia ancora adeguato o se sia necessario integrarlo con un altro approccio, come la psicoterapia.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, che possa valutare in modo più approfondito la sua situazione, comprendere meglio l’origine di questi sintomi e individuare la strategia più efficace per affrontarli.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Debora Versari
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno, le consiglio un percorso terapeutico per ripercorrere la sua narrazione di vita.
Lo psicoterapeuta a meno che non si anche psichiatra non somministra farmaci, le consiglio di avvisare anche il medico di base sui sintomi. Cordiali saluti. Dottoressa Versari Debora.
Dott.ssa Tatiana Cosci
Psicologo clinico, Professional counselor, Psicologo
Città di Castello
Gentilissimo..lei specifica un mese.. è successo qualcosa nel mese di ottobre?
anche quando era piu piccolo.
comunque sicuramente è un tema che andrebbe affrontato in terapia per capire da dove arrivano questi pensieri intrusivi che non la fanno stare tranquillo.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, darle una risposta precisa e puntuale non è possibile a causa della scarsità dei dati sulla sua storia di vita. Un'attenta valutazione psicodiagnostica ed un consulto psichiatrico potrebbero essere importanti per lei. Inoltre una psicoterapia potrebbe aiutarla a comprendere l'orgine dei suoi sintomi, permettendole così di attraversare questi momenti con consapevolezza, strumenti e strategie funzionali. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione e apprezzo il fatto che stia cercando di comprendere meglio quello che le sta accadendo. Da quello che descrive, sembra che nei cambi di stagione si manifestino alcuni sintomi che influenzano il suo stato emotivo e la sua percezione della realtà, come il senso di distacco, la difficoltà di concentrazione, la perdita di piacere nelle attività e la presenza di pensieri disturbanti prima di addormentarsi. Il primo aspetto da considerare è che i cambi di stagione possono effettivamente influire sull’umore e sul benessere psicologico. Esiste una condizione chiamata "disturbo affettivo stagionale" (SAD) che si manifesta proprio con variazioni dell'umore in determinati periodi dell'anno, spesso in primavera e in autunno. Questi cambiamenti possono essere legati a fattori biologici, come la variazione della luce solare, che influisce sui ritmi circadiani e sulla produzione di neurotrasmettitori come la serotonina e la melatonina, coinvolti nella regolazione dell’umore e del sonno. Un altro aspetto importante riguarda l’uso prolungato del Daparox (paroxetina). Questo farmaco appartiene alla classe degli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) ed è comunemente prescritto per disturbi d'ansia e depressivi. Sebbene sia generalmente ben tollerato, l'assunzione a lungo termine può portare a effetti collaterali o a variazioni nella sua efficacia nel tempo. Inoltre, in alcune persone, la paroxetina può influenzare la qualità del sonno e indurre fenomeni come i pensieri intrusivi nel dormiveglia. Tuttavia, per capire se questi sintomi sono legati direttamente al farmaco o ad altri fattori, sarebbe necessario un confronto con un medico specialista, come uno psichiatra, che possa valutare l’opportunità di un eventuale aggiustamento della terapia. Un elemento che potrebbe aiutarla a gestire meglio questi episodi è osservare con maggiore attenzione il contesto in cui si presentano i sintomi. Ci sono altri fattori che potrebbero contribuire al loro manifestarsi, come periodi di maggiore stress, cambiamenti nella routine, variazioni nell’alimentazione o nella qualità del sonno? Potrebbe essere utile tenere un diario per monitorare le sue sensazioni e capire se emergono schemi ricorrenti. Infine, considerato che da anni assume un farmaco senza aver mai intrapreso un percorso di psicoterapia, potrebbe essere il momento di valutare questa possibilità. La terapia cognitivo-comportamentale ha dimostrato grande efficacia nella gestione dei disturbi d’ansia e depressivi e potrebbe aiutarla a comprendere meglio questi episodi, fornendole strumenti concreti per affrontarli. Un lavoro su pensieri, emozioni e comportamenti potrebbe darle un supporto complementare alla terapia farmacologica e, nel tempo, permetterle di migliorare il suo benessere in modo più stabile. Il mio consiglio è quello di parlarne con un medico specialista, che potrà valutare se il farmaco è ancora la soluzione più adatta per lei o se sarebbe utile un cambiamento, e di considerare un percorso psicoterapeutico per affrontare in modo più profondo le sue difficoltà. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Gabriella Sapienza
Psicologo, Psicologo clinico
Catania
Gentile utente, grazie per aver condiviso con noi i suoi dubbi. Le consiglio di rivolgersi al medico che glielo ha prescritto per cercare di approfondire sulla questione farmaco. Inoltre, accompagnare il farmaco con dei colloqui psicologici è sempre consigliato in quanto va ad approfondire e a sciogliere dei nodi emotivi che talvolta ci fanno provare dei momenti "no". Buona serata =)
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno.
Le sue domande sono molto importanti, ma richiedono risposte che può fornire un medico. E aggiungo che il medico competente è uno psichiatra.
L'ipotesi di rivolgersi anche ad uno psicologo può essere coerente ed eventualmente concomitante con una presa in carico psichiatrica.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive merita attenzione e comprensione. Intanto è positivo che lei sia consapevole di ciò che prova e che stia cercando risposte: questo è un passo importante verso un maggior benessere. Il fatto che lei stia assumendo Daparox da molti anni senza un supporto psicoterapeutico andrebbe valutato con cura da un professionista. Questo farmaco, appartenente alla classe degli SSRI, è generalmente ben tollerato anche in terapie a lungo termine, ma ogni persona ha una sua storia clinica, e dopo 12 anni sarebbe senz’altro utile fare una valutazione aggiornata, possibilmente con uno psichiatra, per comprendere se il dosaggio sia ancora adeguato o se sia il caso di considerare altre opzioni.

I sintomi che riferisce nei cambi di stagione (sensazione di distacco, perdita di piacere nelle attività, difficoltà di concentrazione, pensieri disturbanti nel dormiveglia) potrebbero essere legati a una sensibilità ai cambiamenti climatici e ormonali tipici di questi periodi. In alcune persone predisposte, infatti, i cambi stagionali possono innescare o accentuare sintomi ansioso/depressivi, o far riemergere vissuti profondi che in altri momenti restano più silenti. Tuttavia, anche la comparsa di pensieri aggressivi o inquietanti, seppur fugaci e nel dormiveglia, non va trascurata: non significa che lei "sia" quei pensieri, ma è importante che non resti da solo a gestirli.

A questo punto, la strada più indicata sarebbe quella di affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicoterapeutico. L’aspetto farmacologico agisce su un piano biochimico, ma spesso i disagi che viviamo hanno radici più profonde, legate alla nostra storia, alla gestione delle emozioni, ai nostri schemi di pensiero. Una psicoterapia le permetterebbe non solo di esplorare queste dimensioni, ma anche di trovare strategie più efficaci per affrontare i momenti di maggiore fragilità. Le consiglio anche di rivolgersi a uno psichiatra per un controllo approfondito del trattamento in corso, proprio per valutare se, a distanza di tempo, vada eventualmente ritarato.

Le auguro di potersi prendere cura di sé nel modo più completo possibile. Il disagio che prova può essere affrontato, e con il giusto sostegno potrà trovare nuove risorse per stare meglio.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Lisa Cerri
Psicologo clinico, Psicologo
Soiano del Lago
Gentile utente, capisco che questi sintomi possano preoccuparla, soprattutto perché si ripresentano ciclicamente nei cambi di stagione. Alcune persone possono essere particolarmente sensibili alle variazioni stagionali, che possono influire sull’umore e sul benessere psicofisico. Tuttavia, per comprendere meglio la situazione e valutare se ci possa essere una correlazione con l’assunzione prolungata del farmaco, sarebbe utile confrontarsi con un medico specialista, come uno psichiatra. Inoltre, considerando che assume il Daparox da molti anni senza mai aver affiancato un supporto psicologico, potrebbe essere utile valutare un percorso terapeutico per approfondire e gestire al meglio questi vissuti. Cari saluti
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Caro/a utente,
Dal punto di vista farmacologico, dopo tanti anni di assunzione, il tuo corpo potrebbe aver sviluppato una sorta di adattamento al farmaco, ma solo un medico o uno psichiatra possono valutare se il Daparox sia ancora adatto a te. Se non hai mai fatto un controllo sulla terapia nel corso degli anni, potrebbe essere utile parlarne con uno specialista per capire se le dosi e il farmaco siano ancora quelli più indicati per te.
Fatta questa premessa, c'è da dire che molte persone sperimentano variazioni emotive e cognitive nei cambi di stagione. Questo potrebbe essere dovuto a:
- Fattori biologici: cambiamenti nella luce, nell’equilibrio ormonale e nei ritmi circadiani possono influenzare l’umore.
- Fattori psicologici e relazionali: per alcune persone, il cambio di stagione porta con sé nuove sfide, ricordi o cambiamenti di routine, che possono riattivare vissuti emotivi profondi. Ti sei mai chiesto/a se in questi periodi dell’anno ci siano eventi, situazioni o ricordi che potrebbero avere un impatto su di te?
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Dott.ssa Jessica Furlan
Psicologo, Psicologo clinico
Fiumicino aeroporto
Buongiorno le consiglio di fare una visita di controllo dallo psichiatra presso cui è in cura e lui valuterà la situazione e l'eventuale cambio di posologia.
In parallelo, le consiglio di iniziare un percorso di supporto psicologico per affrontare ed elaborare le sue esperienze di vita che l'hanno portato ad iniziare a prendere degli psicofarmaci. Il suo corpo le sta parlando e lei ha il dovere di ascoltarlo se vuole ritrovare un equilibrio personale di cui lei è il protagonista e non l'osservatore.
Il consiglio è sempre di affiancare psicofarmaci a terapie psicologiche di supporto per evolvere e ritrovare il benessere psico-fisico ricercato.
Spero di esserle stata di aiuto
Saluti
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver condiviso la sua esperienza. I sintomi che descrive, tra cui distacco dalla realtà, ridotta concentrazione e pensieri intrusivi, potrebbero essere influenzati da diversi fattori, tra cui il cambio di stagione, variazioni nel ciclo del sonno, o persino l’effetto a lungo termine dell’assunzione del farmaco. Alcuni antidepressivi, come il Daparox (paroxetina), possono causare effetti collaterali o una sorta di "adattamento" nel tempo. Inoltre, l’assenza di un supporto psicoterapeutico potrebbe aver lasciato irrisolte alcune dinamiche sottostanti. Le consiglio di parlarne con un medico specialista (psichiatra) per valutare l’opportunità di un monitoraggio più approfondito e l’eventuale integrazione con un percorso psicoterapeutico.
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Capisco che questa situazione ti stia preoccupando, ed è positivo che tu stia cercando di capirne le cause. Da quello che descrivi, i tuoi sintomi potrebbero essere legati a diversi fattori, tra cui:

Variazioni stagionali e cicli biologici – Molte persone sperimentano cambiamenti dell'umore e della percezione durante i cambi di stagione. Questo può essere dovuto a variazioni nei livelli di serotonina e melatonina, che influenzano il sonno, l'energia e il benessere mentale.

Effetti a lungo termine del Daparox (paroxetina) – Anche se il tuo corpo si è abituato alla paroxetina, l’uso prolungato di antidepressivi può portare a cambiamenti nella chimica cerebrale. Alcune persone riferiscono effetti come derealizzazione, ansia o sintomi simili a quelli che descrivi, specialmente nei periodi di stress o cambiamento.

Sintomi di ansia o depressione ricorrente – Il senso di distacco, la mancanza di piacere (anedonia) e i pensieri intrusivi potrebbero essere segnali che il tuo stato ansioso o depressivo sta avendo delle oscillazioni stagionali.

Possibile sensibilità al cambiamento di dosaggio o assorbimento – Anche senza modificarne la dose, il corpo potrebbe reagire diversamente a seconda del periodo dell'anno, dell'esposizione alla luce solare o di altri fattori fisiologici.

Cosa puoi fare?
Parlare con un medico o psichiatra: Dopo 12 anni di assunzione, potrebbe essere utile fare un check-up con uno specialista per valutare se il dosaggio è ancora adeguato o se ci sono altre alternative.

Valutare la psicoterapia: Nonostante il farmaco, il supporto di un terapeuta potrebbe aiutarti a gestire meglio queste sensazioni di distacco e ansia.

Monitorare il tuo stato: Se noti che questi episodi seguono sempre lo stesso schema stagionale, potrebbe essere utile annotarli e parlarne con il medico per capire se c’è un pattern preciso.

Ti senti a tuo agio a parlarne con il medico che ti ha prescritto il Daparox o preferiresti consultare uno specialista?
Dott.ssa Francesca La Monaca
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera!
Sono una psicologa quindi non posso dare informazioni rispetto ai farmaci, posso però dire che è bene rivalutare la terapia che si assume periodicamente, ovviamente con uno psichiatra! A maggior ragione che prendi la stessa ormai da tanti anni; i farmaci e le loro composizioni cambiano nel corso degli anni e ci sono farmaci sempre più all'avanguardia che danno ottimi risultati! Ti consiglierei inoltre di iniziare un percorso con uno/a psicologo/a per utilizzare le risorse, che sicuramente hai, per stare meglio !
In bocca al lupo!
Dott.ssa Sara Di Ienno
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Caro Anonimo,
visti i sintomi, e dopo 12 anni di utilizzo del farmaco, sarebbe opportuno un consulto specialistico. In questo caso è opportuna la visita di uno psichiatra (terapia farmacologica) prima ancora che di uno psicoterapeuta (terapia non farmacologica). Alcuni psichiatri sono anche psicoterapeuti.
Buongiorno, immagino stia vivendo un momento difficile e per questo le consiglio di fare riferimento a un medico specialista psichiatra per poter individuare la terapia farmacologica più adeguata per lei. In seguito, potrebbe valutare di intraprendere un percorso psicoterapico, insieme al supporto farmacologico, per comprendere meglio la situazione che sta attraversando e individuare con il terapeuta degli strumenti e delle modalità per poter stare meglio.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Jessica Aschieri
Dott.ssa Naomi Davola
Psicologo, Psicologo clinico
Vibo Valentia
Buongiorno, Utente!

È chiara la sua difficoltà ed ha fatto molto bene a portare la sua perplessità a degli specialisti. Se capisco bene la sua richiesta, la cosa più utile per lei potrebbe essere cominciare dalle basi: I farmaci che assume necessitano del supporto continuativo di un medico specialista, in particolare di uno psichiatra. Questi farmaci, infatti, non devono essere semplicemente presi, ma è fondamentale valutarne l'adeguatezza mese per mese.

Le sconsiglio vivamente, quindi, di continuare a gestirli o interromperli autonomamente.

Un incontro con uno psichiatra potrebbe anche aiutarla a fare chiarezza rispetto ai sintomi che descrive e che sembrano preoccuparla molto.
una volta fatto questo passaggio fondamentale, potrebbe essere lo specialista stesso ad indirizzarla verso una psicoterapia, o comunque può pensare di intraprendere un percorso se sente sia arrivato il momento di fare chiarezza sul suo malessere!
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Ciò che descrivi potrebbe essere legato a una sensibilità stagionale che acutizza sintomi ansiosi e ossessivi, più che a un effetto diretto del Daparox. Tuttavia, dopo 12 anni di assunzione, una valutazione clinica approfondita sarebbe utile per riconsiderare dosaggio o affiancare una psicoterapia. Non sei in pericolo, ma meriti attenzione e ascolto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Lucia Mattia
Psicologo, Psicologo clinico
Potenza
Buonasera, i cambi di stagione spesso possono elicitare situazioni di disagio psicologico che andrebbero indagate in un contesto terapeutico. Se i sintomi sono invalidanti e interferiscono con la sua quotidianità le suggerisco di rivolgersi anche ad uno psichiatra.
Saluti

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