Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 28 anni, potete chiamarmi Blue, sto vivendo un periodo brutt

20 risposte
Buongiorno a tutti, sono una ragazza di 28 anni, potete chiamarmi Blue, sto vivendo un periodo bruttissimo.
Non sono ancora riuscita a laurearmi e questo mi fa soffrire parecchio, mi fa rabbia perché non mi mancano tantissimi esami ma nel momento in cui devo affrontare un esame lo evito e non mi presento, penso di essere una codarda.
Non riesco a trovare un lavoro (qualche ora fa ennesima mail di rifiuto) e quindi per forza di cose vivo ancora con i miei ma la convivenza ormai mi sta troppo stretta.
Come tutti da bambina e ragazzina avrei immaginato una vita diversa invece…
Durante la pandemia ho iniziato a soffrire di ansia e anche di importanti cambi di umore e possibile depressione, però sottolineo che l’ansia mi è stata riconosciuta da diversi professionisti le altre cose no sono sospetti sia miei che di professionisti. Sospetto di soffrire anche di altro mi rendo conto che qualcosa non va.
Nel 2020 (iniziato nel 2019) lavoravo come allenatrice in una società sportiva portavo a casa molto poco ma finché studiavo andava bene.
Poi quel periodo ha rovinato tutto mentre molte persone ne hanno approfittato per fermarsi e fare esercizi e dimagrire o tornare in forma, imparare cose nuove, studiare e recuperare gli esami io non riuscivo a fare niente. Il covid aveva toccato direttamente la mia famiglia: mia nonna che restò in ospedale per mesi (tornata a casa è venuta a mancare nel 2023) e mia mamma che rimase per un mese chiusa in camera.
In quel periodo io mi sono rotta del tutto. Ho scoperto da alcuni vecchi referti medici che il sospetto di ansia e depressione mi viene riconosciuto dal 2014 ma nessun professionista da cui sono andata me l’ha mai diagnosticata (intendo depressione).
Credo che la pandemia abbia portato a galla qualcosa di inevitabile la mia guerra interiore che a quanto pare dura da tanto tempo.
Prima avevo diversi gruppi di amici ero entusiasta per il futuro ora sono sempre in casa gli amici rimasti sono pochi e penso più per abitudine che per affetto e io vedo tutto grigio.
Negli ultimi tempi ho cercato di trovare qualcosa, non solo un lavoro che non trovo.
Dopo la pandemia ho iniziato a lavorare, ho fatto qualche esperienza ma in particolare uno dei due lavori mi ha praticamente mandata in burnout.
Questo dicembre poi mia mamma si è ammalata dopo un’operazione sta facendo cicli di terapia e non so bene come ho preso la cosa. In questi giorni in particolare mi sto occupando io di lei.
Mi sento inutile, le persone della mia età stanno comprando casa, si sposano hanno figli io sono completamente persa senza una meta.
Mi sembra di essere in modalità sopravvivenza ma forse questo quasi da sempre, non capisco come posso cambiare.
Ho fatto un percorso di terapia in passato ma qualcosa poi non funzionava più e anche per motivi economici ho dovuto smettere.
Sento di aver sbagliato tutto, l’università non era la scelta giusta per me (nonostante io stia amando ciò che studio), sarei dovuta andare a lavorare.
Sento i giudizi della gente, persone intorno a me forse anche persone amiche che credono io sia una nullafacente, una mantenuta (i miei genitori non hanno molti soldi anzi finché lavoravo con spese piccole come la spesa li aiutavo io ora invece sono l’ennesimo peso), io non voglio giustificarmi anche se cerco disperatamente un perché, perché le cose per me sono andate diversamente, perché non riesco a fare quello che fanno gli altri, perché non riesco a essere come gli altri, “più normale” i miei genitori si sarebbero meritati una figlia normale che a venticinque anni si laurea, che ha tanti amici, che ha un fidanzato invece… anche la convivenza con loro sta diventando stretta…
Io cerco di giustificarmi perché qualcosa nella mia vita non funziona e allora forse do la colpa alla mia salute mentale ma penso sia solo un disperato tentativo di trovare una giustificazione, di trovare un motivo per alleggerire questo peso ma alla fine quante persone soffrono di ansia e concludono qualcosa lo stesso.
Ho provato a ritrovare qualche interesse: la musica, il disegno, la scrittura. Ma appena provo a fare qualcosa mollo perché non sono brava e perché nessuno si interesserebbe a qualcosa creato da me.
Sono perennemente nervosa, arrabbiata, piango spesso sono perennemente stanca, esausta anche il mio corpo sta iniziando a cedere.
Di recente ho avuto un colloquio con lo sportello universitario, purtroppo mi hanno fatto capire che devo iniziare un percorso mirato e non posso fare affidamento a loro. Ma io non posso permettermelo e nessuno vuole farmi lavorare, mi fa ribollire il sangue questo. Non sarò la miglior professionista del mondo ma nemmeno un colloquio? Questo è crudele… conosco persone che dopo il primo colloquio si sono portate a casa un contratto a tempo indeterminato e 1600€ al mese io ogni sei mesi vengo lasciata a casa.
So che c’è chi sta peggio e magari non ho nemmeno il “diritto” di lamentarmi, questo mi è stato detto a volte, una frase che odio mi sento ancora peggio quando penso che il mondo è così pieno di ingiustizia e dolore, ma ora forse sto divagando.
In realtà sono nel torto sto approfittando di questo spazio quando già conosco la risposta: devo tornare in terapia, ma quello che mi chiedo è “come faccio” finché non ho un aiuto economico come faccio… e poi se volessi andarmene di casa come posso fare… pochi euro al mese non posso pagarci un affitto. Mi sento incastrata come in un labirinto o forse nell’oceano che cerco disperatamente di stare a galla mentre rischio di affogare.
Ho provato a rivolgermi al SSN ma le cose sembrano molto complicate… non lo trovo giusto… io sto male…
L’ho capito qualche settimana fa ho dovuto affrontare una discussione sull’università con i miei genitori e ho iniziato a stare male mi ricordo le lacrime continue io che corro nella mia stanza come se fossi ancora un adolescente spaventata e non una donna il respiro che inizia a farsi corto, non era un pianto normale c’era qualcosa di strano i sospiri erano forti e facevo fatica a respirare ho iniziato a tossire. I miei genitori? Mi hanno ignorata come sempre, io sono super sensibile loro il contrario per loro sono capricci o non lo so, avrebbero voluto le cose più facili me ne sto rendendo conto crescendo: gli aiuti economici, i problemi di salute di cui io mi prendevo carico, i passaggi, capisco che essendo la figlia è mio compito ma la mia vita? L’unica persona in quel momento è stata mia sorella, è più giovane di me, e anche questo mi ha fatto stare male, io sono la più grande dovrei essere io a proteggerla a consolarla ad aiutarla e invece è stata lei, così piccola e confusa a calmarmi.
Non so come etichettare quell’episodio so che non era un semplice “pianto”.
Me l’hanno detto spesso che “sento troppo”, “che sono troppo sensibile” o che “sono troppo permalosa”.
La mia domanda è molto stupida e probabilmente so già la risposta: che cosa posso fare? A chi posso rivolgermi? Posso permettermi di stare così ancora qualche mese (nella speranza che un lavoro arrivi).
Forse ciò che è scritto è troppo dettagliato e personale e non verrà pubblicato.
Se invece tutto questo dovesse essere pubblicato ringrazio chiunque mi legga e mi darà una risposta, un aiuto.
Dott.ssa Iulia Murrocu
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno Blue, la tua lunga e accorata richiesta di aiuto fa capire quanto tu soffra e abbia bisogno di aiuto.
Il tuo racconto è costellato di tanti tuoi tentativi di attivarti e fare qualcosa per stare meglio ma la verità è che, alle volte, la cosa più sensata è farsi aiutare ed è la prima cosa da fare perché se non si capisce cosa si è “inceppato” nel percorso di vita non si può davvero andare avanti.
Quindi una psicoterapia sembra necessaria .
Non so dove abiti ma in tutte le città di una certa grandezza ci sono cooperative e associazioni che forniscono servizi di psicoterapia a prezzi accessibili.
Tutto il resto poi si sistema ma bisogna capire tante cose per potersi rimettere “in pista” come vuoi ardentemente.
Tantissimi auguri e buona ricerca

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Salve paziente anonima la sua lunga email denota uno stato emotivo molto legato a vicende del passato ( malattie ,lutti )scarsa motivazione a raggiungere obiettivi personali che fanno propendere per uno stato ansioso depressivo che sicuramente nel perdurare del tempo non migliora ma piuttosto peggiora
Le dico questo per spronarla a prendersi cura dei malesseri che la abitano
Purtroppo per email anche se dettagliate non si possono approfondire le questioni perché è necessaria la conoscenza della persona per poter procedere a un inquadramento diagnostico corretto a cui possa seguire altrettanto trattamento
Esistono molte tecniche che un terapeuta conosce e che possono portare a un sollievo e nel tempo a una guarigione completa
È importante " ascoltare " i messaggi che il corpo attraverso i sintomi ci manda
Si affidi a un buon terapeuta vedra che in breve risolve
In bocca al lupo
Dott Maria Santa lorenzini
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, mi dispiace per il difficile momento che sta attraversando. é scontato dirle che dovrebbe iniziare un percorso con un terapeuta, si rivolga al pubblico dato che non ha grandi disponibilità economiche. Sembra che nonostante lei si senta un peso per la sua famiglia anche loro lo siano per lei. Non sembra esserci supporto emotivo tra di voi se non da parte di sua sorella. Se le emozioni vengono continuamente svalutate o sminuite dai nostri familiari si è portati a esprimerle in maniera più vistosa e dirompente e ad essere più sensibili o totalmente distaccati, da questo punto di vista sembra che lei abbia bisogno di comprendere e contenere le sue emozioni. Questo la potrà aiutare nel comprendere meglio se stessa e gli altri e di riflesso a migliorare la sua vita in generale.
Cordiali saluti
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Cara Amica,

sta davvero attraversando una situazione dolorosa, in cui è difficile per lei trovare un obiettivo verso cui tendere e che giustifichi l'impegno, lo sforzo e la sofferenza per raggiungerlo. Sente continui giudizi su di sé, e questi giudizi le risuonano dentro, e se li ripete, continuamente, facendola sentire sempre più abbattuta.
Con grande chiarezza, ci dice anche molto dei motivi della sua difficoltà: "appena provo a fare qualcosa mollo perché non sono brava e perché nessuno si interesserebbe a qualcosa creato da me ". Si capisce bene che vorrebbe essere "brava" e la frustrazione di non esserlo, e di non avere l'apprezzamento esterno la demoralizza.
Tutto questo merita uno spazio di ascolto e di elaborazione, una psicoterapia, che le permetta di sentirsi progressivamente più autonoma e indipendente dal giudizio altrui, e le restituisca il senso del valore di se stessa indipendentemente dall'apprezzamento degli altri, ossia un maggior senso di autonomia.
Abbia fiducia: da questo stato di crisi si può uscire.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott.ssa Anna De Luca
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Ciao Blue, da quello che hai scritto è davvero arrivato quello che senti, ti sei spiegata molto bene. Sicuramente c'è più di un fattore scompensante che ti ha portato ad essere come sei oggi, ma sappi che ci puoi lavorare, che ce la puoi fare. Innanzitutto, non sei sbagliata o diversa da altri, tu sei tu, solamente tu puoi valutare se quello che stai facendo è giusto per te, non per gli standard che ti dai. Ripeto, su tutto il resto ci si può lavorare. Dal punto di vista economico, comprendo le difficoltà, ma sappi che ci sono vari professionisti che applicano tariffe sociali per casi particolari, oppure piattaforme online dove esistono "terapie aperte", più sociali. Puoi informarti anche presso i consultori o i servizi sociali del tuo territorio perché a volte esistono progetti ad hoc per persone che hanno necessità di presa in carico professionale ma non hanno disponibilità economiche o sociali, quindi sono servizi al di fuori del SSN. Ti auguro davvero buona fortuna per il tuo percorso.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
solo la psicoterapia potrebbe aiutarla nell affrontare i tantissimi temi qui riportati.
A volte basterebbe anche un piccolo lavoretto, non un lavoro vero e proprio pur di cominciare. Spero possa quanto prima affidarsi ad uno specialista che la aiuterà a trovare le risposte che cerca.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Francesco Paolo Coppola
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
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Mi dispiace che tu stia soffrendo così tanto: è come guardare un campo di battaglia interiore, e più si rimugina, più la mente si stanca. Ti faccio un piccolo esempio che viene dallo yoga indiano.
Un uomo stanco si addormentò sotto un albero dei desideri. Al risveglio ebbe fame, pensò a del cibo e apparve; poi sete, e comparve da bere. Soddisfatto, cominciò a pensare che forse era un sogno… e apparvero i fantasmi. Ebbe paura che lo avrebbero danneggiato… e così accadde. La mente è così: pensa e crea. Se non governi i pensieri, anche la paura diventa realtà.
Tutto questo resta una mera teoria se non si entra nello studio e nello sviluppo di esercizi concreti che potresti iniziare da subito:
Osserva il respiro ogni volta che noti nascere una ruminazione.
Non entrare nel contenuto dei pensieri: riconoscili e lasciali dissolvere.
Dai spazio al silenzio, anche solo 5 minuti seduto a guardare dalla finestra senza fare nulla.
Nei momenti più duri, non sono contrario – per brevi periodi – a un supporto farmacologico prescritto da uno psichiatra, per alleggerire il peso e permetterti di lavorare su di te.
Senza un esercizio costante su di te, una spiegazione non basta. I cambiamenti non avvengono in un giorno, ma passo dopo passo. E io ci sono, se vuoi farli insieme.


Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Cara Blue, ho letto fino in fondo il suo lungo scritto. Si sente tutto il dolore e la fatica. Non stupisce la scelta del nome che mi pare indicare il suo stato d'animo. Certamente sarebbe opportuno riprendere un lavoro su di sè e lei lo sa. Provi a cercare nella sua città se ci sono Centri che offrono percorsi per giovani a prezzi modici, altrimenti non molli la richiesta rivolta al SSN, può essere complicato ma non impossibile. Sembra che lei si tormenti all'idea di come dovrebbe essere la sua vita: già laureata con un lavoro e un fidanzato... Ma la vita non è quella che dovrebbe essere, è quella che è e così va affrontata. Ogni persona è unica e ha il suo unico percorso fatto di tappe che non sono confrontabili! Sono sicura che lei possiede certamente tante risorse a cui attingere, deve solo scoprirle. Faccia cose che la fanno stare bene, se ritrova la fiducia in se stessa finirà gli esami e troverà un lavoro... E ricordi che quello che non è accaduto finora può accadere quando meno se lo aspetta! Le auguro il meglio. Dott.ssa Franca Vocaturi
Buonasera, credo che la risposta se la sia data da sola. Sono anni che vive in questa stagnazione ed in questo mondo di emozioni dolorose. Eppure alle volte, se si decide di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, il passo per un equilibrio emotivo può essere anche breve. Bisogna solo rompere la barriera della resistenza, crederci e soprattutto pretendere di stare bene che io ritengo sia un diritto di tutti. Ed anche il suo. Ciò premesso rispondo alla sua domanda: non aspetti altro tempo, si rivolga ad uno psicoterapeuta. In bocca al lupo.
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, fare una diagnosi qui non è possibile ma posso esporle alcune ipotesi /considerazioni su ciò che lei ha scritto. Non si dovrebbe colpevolizzare sugli esami che non riesce ad affrontare e su scelte di vita che non prende in considerazione. Penso che la situazione abbia origine diverse, emotive, come la difficoltà a distaccarsi dalla propria famiglia e a guardare al futuro in autonomia. Credo che l'unico modo possibile per cambiare lo stato attuale sia iniziare un percorso di psicoterapia. Provveda prima possibile per evitare che la situazione si complichi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Cara Blue,
grazie per aver condiviso la tua storia con tanta sincerità e profondità. Le tue parole raccontano non solo la fatica, ma anche il coraggio di chi riesce a guardarsi dentro e dire “sto male, ho bisogno di aiuto”. Questo è un passo molto importante, e non è affatto scontato.

Quello che descrivi – il sentirsi bloccata, la difficoltà a portare avanti gli studi, il rimuginio, la stanchezza costante, la sensazione di essere “indietro” rispetto agli altri, la rabbia e il pianto che diventa ingestibile – non è segno di debolezza o di “pigrizia”, ma il peso di una sofferenza che dura da tempo e che ti sta consumando energie vitali. Non è colpa tua: spesso ansia e depressione si intrecciano proprio così, togliendo motivazione e facendoci credere di “non valere abbastanza”.

Alcuni punti che possono aiutarti a orientarti:

Non sei sola. Molte persone si sentono esattamente come te, anche se non lo dicono. Il tuo vissuto non è un “capriccio” né un’esagerazione: ha un nome e merita cura.

Quel pianto che descrivi con difficoltà respiratoria somiglia molto a una crisi d’ansia o di panico. Può spaventare, ma non è pericolosa: è il corpo che segnala un sovraccarico emotivo. Imparare a riconoscerle e gestirle fa parte di un percorso di guarigione.

Il confronto con gli altri è ingannevole. Ognuno ha la sua strada e i suoi tempi: non sei “meno normale”, stai solo vivendo una fase difficile, con un peso emotivo che pochi intorno a te sembrano vedere.

Le risorse esistono. Capisco bene le difficoltà economiche, ma ti segnalo che puoi rivolgerti ai centri di salute mentale del SSN (presenti in ogni ASL), dove sono attivi psicologi e psichiatri gratuitamente o con ticket minimo. Esistono anche associazioni e sportelli d’ascolto universitari o territoriali che offrono percorsi gratuiti o a basso costo.

Il primo passo concreto potrebbe essere:

Rivolgerti al tuo medico di base, spiegando quello che hai scritto qui (anche solo facendoglielo leggere). Potrà indirizzarti a uno specialista del SSN.

Cercare un consultorio o centro di salute mentale nella tua città: è un diritto, e serve proprio per situazioni come la tua.

Se ti senti sopraffatta, ricordati che anche i numeri di emergenza psicologica (ad esempio 1522 o 118 in caso di crisi acuta) sono sempre disponibili.

Non devi “resistere ancora qualche mese”: meriti di ricevere aiuto adesso. Hai già fatto molto scrivendo qui, e questo è l’inizio di un cambiamento.

Ti incoraggio a vedere la tua sensibilità non come un difetto, ma come una risorsa: chi “sente tanto” soffre di più, è vero, ma ha anche la possibilità di trasformare quella sensibilità in forza creativa e in relazioni profonde, quando trova lo spazio giusto per curarsi.

Un caro abbraccio virtuale e un augurio sincero: non sei “sbagliata”, stai solo portando un peso troppo grande da sola.
Dr. Salvatore Terralavoro
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Salerno
Ciao Blue, grazie per aver scritto così tanto e così bene. Il modo in cui metti in fila i fatti dice già due cose importanti: stai osservando con lucidità i meccanismi che ti intrappolano; nonostante la stanchezza, stai ancora cercando una via d’uscita. È esattamente da qui che lavora un/una psicoterapeuta strategico integrato: prendiamo ciò che già c’è (pensieri, emozioni, abitudini, tentativi falliti) e lo usiamo per montare piccole manovre che sbloccano il sistema, prima a livello di comportamento, poi di significato.
Nella tua storia si vede un circuito tipico:
Evitamento (mi iscrivo all’esame ma non vado, rimando, mi nascondo) che porta ad un sollievo immediato ma che alla fine conduce a maggiore ansia al giro dopo.
Autocritica dura (“sono codarda/nullafacente”) che in buona fede provi a usare come frusta motivante ma che porta ad un effetto collaterale ovvero la vergogna. Che a sua volta porta al ritiro.
L'Iperconfronto con i coetanei e iper-responsabilità in famiglia ti porta a caricarti di pesi extra proprio mentre stai in modalità “sopravvivenza”.
In terapia strategica non “spieghiamo” soltanto questo giro: lo spezziamo con micro-azioni cucite su misura, facendo leva su tre fronti: regolazione (corpo), azioni anti-evitamento (comportamento), prospettiva più utile (cognitivo/relazionale).

Per quanto riguarda invece l'affrontare la terapia con costi contenuti, purtroppo le soluzioni sono le solite ovvero;
Bonus psicologo,
Centri di salute mentale,
Croce rossa,
Linee di Ascolto Telefonico.
Spero di esser stato utile!
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
dal suo racconto emerge una fatica profonda, ma anche la capacità di osservare con lucidità ciò che sta vivendo. Lei dice di sentirsi “bloccata”: ma il vero blocco è non riuscire ad andare avanti… o non riuscire a smettere di confrontarsi continuamente con chi sembra “più avanti” di lei?
E ancora: se davvero fosse “la figlia sbagliata” come a volte teme, perché allora continua a cercare con tanta forza un senso, una via, un modo per rialzarsi?
Infine, le chiedo: è più utile domandarsi “perché non riesco a essere come gli altri?”… o “che cosa cambierebbe nella mia vita se smettessi di misurarla con quella degli altri?”
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Ciao Blue, grazie per aver condiviso così tanto di te: dalle tue parole si sente un grande peso, ma anche una grande lucidità nel leggere quello che ti accade. A volte la mente ci fa credere di essere “indietro” o “sbagliati” solo perché non seguiamo i tempi degli altri. Ma ogni vita ha i suoi ritmi, un po’ come una pianta che cresce in stagioni diverse.
Forse può aiutarti non guardare all’università o al lavoro come montagne da scalare tutte insieme, ma come piccoli passi quotidiani: “oggi cosa posso fare per avvicinarmi di mezzo centimetro al mio obiettivo?”. Ti chiedo: qual è una piccola cosa che potresti fare già domani per sentirti più vicina alla tua strada, anche se minima? A volte iniziare da lì ridà fiato quando si sente di stare affondando.
Dott.ssa Maria Teresa Miletta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ha riflettuto tanto sulla sua vita. Noi tutti siamo emotivamente dei bambini, degli adolescenti ma anche degli adulti che ogni giorno affrontano la vita quotidiana fatta di doveri, impegni, progetti e responsbailità. E' ora di imparare a mettersi le sue risorse di adulta a sua disposizione e iniziare a scegliere passo dopo passo la cosa migliore per lei. Niente dà più gioia a un paziente della capacità acquisita di prendersi cura dei propri bisogni emotivi. L'ha detto lei: cosa posso fare? E ' il fare che aiuta a stare meglio, naturalmente dopo aver scoperto quali sono i bisogni emotivi a cui dare una risposta. Cosa vuole ? e' la domanda prioritaria al cosa fare.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Cara Blue, grazie per la sua dolorosa condivisione così ricca e approfondita. Leggendo tutte le fatiche che si porta sulle spalle purtroppo credo che la soluzione più immediata ed efficace sia tornare in terapia, appoggiandosi ad un professionista che possa aiutarla nel trasformare la sua vita: abbiamo sempre la possibilità di cambiare, abbiamo sempre dentro di noi delle risorse e degli strumenti a cui possiamo rifarci, c'è bisogno di qualcuno che ci aiuti a trovare dentro di noi quelle risorse e quegli strumenti, che sono sicura che lei ha dentro di sè. è vero che la psicoterapia non è economica, ma ci sono tante soluzioni: può appoggiarsi ad un CPS, per quanto ci siano delle liste d'attesa lunghe, oppure ci sono tanti portali che offrono dei percorsi a prezzi calmirati, come psicoterapia aperta, oltre al fatto che anche con psicoterapeuti che trova su questa piattaforma ci si può accordare per prezzi calmirati e per una frequenza degli incontri che possa venire incontro alle sue esigenze. Credo che nella sua situazione sarebbe importante provare a chiedere anche un supporto economico ai suoi genitori, perchè invece che occuparsi soltanto di loro e delle condizioni di sua mamma possa cominciare a prendersi cura anche di se stessa. Sono sicura che un cambiamento e un'evoluzione sia possibile. Se avesse bisogno di ulteriore supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Laura Spagnolo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Salerno
Mia cara, qualcuno la deve prendere per mano e portarla su un punto di osservazione assolutamente diverso. Lontano dal punto di vista dal quale guarda ogni cosa. Un punto di vista sbagliato determina l'approccio verso la vita intera e provoca errori d'interpretazione della propria storia che possono portare ad una visione sbagliata di sé, del mondo e del futuro.
Dott. Alessandro D'Addazio
Psicologo, Psicologo clinico
San Benedetto del Tronto
Buonasera, innanzitutto grazie mille per aver condiviso questi vissuti così personali, non dev'essere stato facile.
Per quanto riguarda l'idea di attendere, nella speranza che arrivi un lavoro, mi sento di dire che la speranza non sia una strategia. L'unico modo per risolvere i problemi è quello di agire attivamente.
A tal proposito, le segnalo due possibilità:
1) Potrebbe rivolgersi al CSM, che può erogare dei cicli di psicoterapia brevi. Non sempre si riesce a garantire una seduta a settimana, né ad arrivare al compimento del percorso, ma può essere una strategia iniziale.
2) Può fare ricorso al bonus psicologo, che le consente di coprire fino a €50 di costo per ogni seduta. Il totale riconosciuto dipende dal reddito ed è necessario trovare un professionista che accetti tale modalità, ma potrebbe riuscire ad iniziare e completare un percorso.
 Alessandro Bongiardina
Psicoterapeuta, Psicologo
Torino
Buongiorno Blue

Prima di tutto grazie per aver condiviso tutto questo: il modo in cui ti sei raccontata è già un atto di coraggio. Non sei “troppo” e non stai “approfittando” di questo spazio: stai chiedendo ascolto e supporto, ed è una cosa giusta e sana.

Quello che descrivi non è imputabile alla debolezza o codardia: è il risultato di anni difficili per te. È normale sentirsi svuotati, arrabbiati o “in modalità sopravvivenza” quando per tanto tempo hai dovuto affrontare situazioni difficili senza riconoscimento. Non sei sbagliata, né una fallita: il contesto in cui ti sei trovata ha avuto un peso enorme, e questo non toglie valore alla persona che sei.

Con delicatezza ti posso dire che i sintomi che racconti (difficoltà respiratorie durante il pianto, esaurimento emotivo, burnout, perdita di interessi) non sono “capricci”. Sono segnali di sofferenza psicologica reale, che merita ascolto, cura e attenzione.
La difficoltà ad affrontare esami e colloqui non è pigrizia; ansia, stanchezza cronica e senso di inadeguatezza possono paralizzare. Purtroppo non sei l’unica a viverlo, e non significa che non ce la farai mai. E' bene dare spazio a ciò che senti.
Essere “quella che si occupa degli altri” logora. Non è una colpa sentirsi esausti o aver bisogno di sostegno.

Sul piano pratico, ecco qualche suggerimento:

Sportelli universitari: anche se ti hanno detto che serve un percorso mirato, chiedi se esistono convenzioni con psicologi/psicoterapeuti esterni a prezzo calmierato (molti atenei le hanno).

Centri d’ascolto e associazioni: ci sono associazioni che offrono supporto psicologico gratuito o a contributo simbolico.

Psicologi a costo sociale: puoi cercare su internet diverse associazioni o gruppi che offrono supporto sia a distanza che in presenza a tariffe calmierate.

Non è “stupida” la tua domanda “cosa posso fare?”. È la domanda di chi vuole vivere meglio. E questo desiderio è un primo segnale importante per te.

Un messaggio finale per te: non sei sbagliata, non sei “meno” degli altri, e la tua fatica non è un capriccio. Hai diritto a ricevere aiuto e sostegno. Comincia da un passo alla volta, anche solo informarti su un centro d’ascolto vicino o prendere un appuntamento col medico di base per avere un’impegnativa. È un inizio.

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