Buongiorno a tutti. Sono una ragazza di 24 anni che è fidanzata con un ragazzo

24 risposte
Buongiorno a tutti. Sono una ragazza di 24 anni che è fidanzata con un ragazzo di 11 anni più grande.abbiamo avuto dei problemi iniziali non tanto per quanto riguarda la differenza di età, perché quella non l’abbiamo mai sentita, ma per quanto riguarda i i miei genitori. Lui venendo da una famiglia diciamo inesistente, perché da parte di madre e padre c’era una violenza sia fisica che mentale, nessun appoggio, solo intralci da parte loro. Quindi inizialmente lui era molto prevenuto sulla figura genitoriale in generale.poi diciamo che pian piano questa cosa si è risolta, perché anch’io con la santa pazienza ho spiegato che effettivamente non tutti i genitori si presentano allo stesso modo.. Devo dire che col passare del tempo e grazie anche all’aiuto della mia famiglia, ma soprattutto di mia madre, si è sentita accolto e si è tranquillizzato.. ora è da quasi due anni che stiamo insieme, ma il rapporto che si è creato tra la mia famiglia e lui è strano. Mi spiego meglio.. da parte di lui c’è effettivamente la voglia di vedersi, la voglia di passare del tempo insieme, di organi (anche se è molto limitata, ma va benissimo così). Da parte della mia famiglia invece, non c’è un rifiuto verso questa persona, ma mettono in evidenza alcune caratteristiche sue che non gli vanno a genio. Che non hanno a che fare con il ruolo di fidanzato, ma come persona proprio, lui comunque ha un carattere molto chiuso, molto introverso, non partecipa molto alle conversazioni, quando capita che c’è una conversazione che a lui va inizia a parlare senza sosta e ho notato che non si rende conto che dall’altra parte c’è una sorta di. ‘ come faccio ad uscire da questa situazione?’.. di disagio ecco. Un’altra cosa è che lui ha il vizio di non salutare.. anche qui mi spiego: quando arriviamo alle parti e ci sono i miei, la mia famiglia, sono sempre loro che lo accolgono, lo baciano, lo abbracciano lui invece tende sempre a stare sulle sue. Queste sono tutte cose di cui mi sono accorta da sola.. anche perché non si comporta così solo con la mia famiglia ma anche con altre persone che non fanno parte della sua cerchia di amicizia, quindi dove c’è molta confidenza… tutte queste cose che ho descritto in breve ne abbiamo parlato con mia madre, con lei mi apro parliamoci confidiamo.. anche perché di queste cose parlo molto raramente anzi mai con amicizie. Ma questa è un’altra storia.. ne ho parlato quindi con mia madre e lei mi ha fatto presente come si sentissero tutti gli altri nei suoi confronti. A volte si sentono proprio in difficoltà e a disagio perché vedono in lui nessun riscontro né positivo né negativo. vorrei specificare dicendo che la mia famiglia non ha mai chiuso la porta a questa persona, e comunque non la chiuderà. È una situazione che fa stare male soprattutto me, perché io effettivamente potrei continuare a stare con questa persona limitando molto le uscite con la mia famiglia, ma questo a me non va bene. Non è così che vorrei una relazione. Agli occhi loro però sempre che lui li sta quasi sulle scatole passare del tempo con loro, quando in realtà non è per niente così perché comunque lui mi chiede di loro, se ci organizziamo a casa di lui per mangiare una cosa. .. quindi vorrei sapere quale sia lo step migliore da fare. Perché vorrei sinceramente parlare con lui di tutte queste dinamiche, ma non andare ad attaccare o a fargli capire che comunque ci sono persone che gli ‘stanno parlando alle spalle’, ma a a fare presente che determinati comportamenti, determinate situazioni non vanno oggettivamente bene. Che si parli di famiglia, di amicizie, di qualsiasi altro essere vivente. Grazie in anticipo
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
La situazione che descrivi è complessa e tocca diversi aspetti relazionali, sia con il tuo partner che con la tua famiglia. È comprensibile che tu voglia trovare un equilibrio tra il tuo rapporto di coppia e il legame con i tuoi cari, senza dover rinunciare a uno per l'altro.

Dal tuo racconto emerge che il tuo fidanzato ha un carattere introverso e alcune difficoltà nel rapportarsi con persone al di fuori della sua cerchia più stretta. Questo può essere influenzato anche dal suo passato familiare, che sembra aver avuto un impatto significativo sul suo modo di relazionarsi con gli altri. Il fatto che lui chieda della tua famiglia vuole e organizzare momenti insieme è un segnale positivo, ma il modo in cui si comporta quando è con loro può creare fraintendimenti e difficoltà.

Parlare con lui è sicuramente un passo importante, ma farlo nel modo giusto è essenziale. È utile affrontare il discorso con empatia, evitando di farlo sentire giudicato o sotto accusa. Puoi partire evidenziando quanto tieni alla tua relazione e quanto sarebbe importante per te che ci fosse un clima più sereno con la tua famiglia. potresti fargli notare, con delicatezza, alcuni dei comportamenti che generano disagio, spiegandogli che non si tratta di critiche personali, ma di modalità relazionali che potrebbero essere migliorate per favorire un'interazione più armoniosa.

Potrebbe essere utile anche capire meglio se lui percepisce queste difficoltà e se si sente un disagio in contesti familiari o sociali più ampi. In alcuni casi, persone con un vissuto simile al suo possono aver sviluppato delle strategie di difesa che li portano a chiudersi oa gestire in modo poco spontaneo le interazioni sociali.

Data la complessità della situazione e l'impatto che queste dinamiche possono avere sul vostro rapporto e sul vostro benessere emotivo, sarebbe utile e consigliato approfondire il tema con l'aiuto di uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Costanza Cattaneo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
carissima non puoi essere ingenua e pensare che un ragazzo che ha alle spalle
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, la situazione che descrive è sicuramente delicata, perché coinvolge sia la sua relazione di coppia che il rapporto con la sua famiglia, due aspetti della sua vita per lei molto importanti. Da quello che racconta, il suo fidanzato sembra avere delle difficoltà nelle interazioni sociali, difficoltà che probabilmente affondano le radici nel suo vissuto familiare. Crescere in un contesto privo di affetto e supporto può averlo portato a sviluppare un atteggiamento difensivo nelle relazioni, specialmente in ambienti in cui non si sente completamente a suo agio.

Il fatto che lui mostri interesse nel passare del tempo con la sua famiglia e che le chieda di loro indica che, nonostante i suoi modi possano risultare distaccati o poco partecipativi, il legame con il suo mondo gli sta comunque a cuore. È probabile che, più che una mancanza di volontà, ci sia una difficoltà nel comprendere le dinamiche relazionali più sottili, come l’importanza di un saluto caloroso o di un coinvolgimento attivo nelle conversazioni.

Parlargliene è certamente la strada giusta, ma come lei stessa ha intuito, è importante farlo nel modo più delicato possibile, senza che si senta giudicato o sotto accusa. Potrebbe partire dal condividere come si sente lei in questa situazione, più che sottolineare le reazioni della sua famiglia. Per esempio, esprimergli che le farebbe piacere vederlo più aperto con i suoi cari perché per lei è importante che ci sia armonia tra i due mondi. Può aiutarlo a comprendere che alcuni atteggiamenti, anche se non intenzionali, possono essere percepiti come distacco o disinteresse e che piccole accortezze, come un saluto più caloroso, potrebbero fare la differenza senza che lui debba snaturarsi.

Dargli tempo e fargli capire che non è una richiesta di cambiamento radicale, ma un’opportunità per migliorare il benessere di tutti, potrebbe aiutarlo a vivere questa conversazione senza sentirsi messo all’angolo. Se il suo fidanzato comprende che questo non è un problema di accettazione o di schieramenti, ma semplicemente un modo per facilitare la convivenza tra realtà diverse, sarà più propenso ad ascoltare e, col tempo, ad adattarsi con maggiore naturalezza.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Roberta Maccarone
Psicologo, Psicologo clinico
Mesero
Gentile utente, mi dispiace della sua situazione. Penso che sarebbe opportuno che lei riesca a parlare con lui di queste sue preoccupazioni e di come la fanno sentire questi suoi comportamenti. Credo che potrebbe esserle utile un percorso individuale su sè stessa per capire cosa desidera chiedere a questa relazione, oppure potreste pensare ad un percorso di coppia se dopo aver provato a parlarne con lui non riusciste a trovare una soluzione da soli. Le auguro il meglio. Resto a disposizione. Dott.ssa Roberta Maccarone
Dott.ssa Alessandra Arena
Psicologo clinico, Psicologo
Grottaferrata
Buongiorno,
La sua attenzione nel voler affrontare questa situazione con sensibilità è un grande punto di forza. Da quello che racconta, sembra che il suo compagno abbia un modo di relazionarsi segnato dal suo vissuto, e questo può rendere più complesso il suo rapporto con la sua famiglia. Il punto da cui partire, però, è capire come lui vive queste situazioni: se prova anche lui un senso di disagio, se si accorge delle difficoltà che emergono nei rapporti con gli altri, e se sente il desiderio di migliorare alcuni aspetti della sua comunicazione.
Se lui stesso avverte un certo malessere in queste interazioni, potrebbe essere aperto ad accogliere un aiuto e un consiglio su come rendere più fluido il rapporto con la sua famiglia e con chi non fa parte della sua cerchia ristretta. In questo caso, parlarne potrebbe aiutarlo a prendere consapevolezza e a trovare un equilibrio che rispetti sia il suo carattere che le dinamiche sociali che lo circondano.
Se invece per lui questo modo di relazionarsi non rappresenta un problema, perché è qualcosa a cui è abituato e in cui si sente a suo agio, allora il margine di cambiamento si riduce. Non tanto perché sia impossibile, ma perché non partirebbe da un suo bisogno personale. A quel punto, più che chiedersi come "migliorarlo", la domanda diventerebbe: lei come sta in questa dinamica? È qualcosa con cui può convivere serenamente, oppure sente che, nel lungo periodo, potrebbe pesarle?
Porsi questa domanda non significa giudicare lui o pretendere che cambi per forza, ma piuttosto capire cosa desidera lei nella sua relazione. Non si tratta di giusto o sbagliato, ma di trovare un punto d’incontro che rispetti entrambi. Un dialogo aperto e sincero, senza pressioni ma con curiosità verso il suo vissuto, potrebbe aiutarla a comprendere meglio cosa sia possibile costruire insieme.
Dott.ssa Alessandra Arena
Dott. Andrea Pappaccogli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve.
Credo che il primo passo sia proprio parlare con lui, non solo per fargli notare certi comportamenti, ma soprattutto per capire come lui si sente in quelle situazioni. È possibile che il suo atteggiamento derivi da un disagio sociale o da esperienze passate, e comprenderlo meglio potrebbe aiutarti a trovare insieme delle soluzioni.

Chiedigli con curiosità e senza giudizio come vive questi momenti con la tua famiglia: si sente a disagio? Ha difficoltà a esprimersi? Prova ansia o semplicemente è il suo modo naturale di relazionarsi? Questo ti permetterà di capire se c’è qualcosa su cui lavorare insieme e come aiutarlo a sentirsi più a suo agio.

L’obiettivo non è cambiarlo, ma trovare un modo per migliorare la relazione con la tua famiglia senza che lui si senta forzato o sotto pressione. Il dialogo aperto e comprensivo sarà la chiave per gestire questa situazione nel modo migliore.
Dr. Andrea Pappaccogli
Dott.ssa Valeria Carolina Paradiso
Psicologo, Sessuologo, Psicologo clinico
Bollate
Buongiorno, da quello che leggo questa situazione la sta mettendo in difficoltà perchè lei si sente un pò "in mezzo". Da un lato la famiglia, con cui ha un forte legame (soprattutto con la mamma confidente) e dall'altra con il suo ragazzo che ama e con cui sta bene ma di cui ha iniziato a notare alcuni comportamenti di chiusura. Forse i comportamenti c'erano anche prima da quello che dice ma non li aveva attenzionati. In parte lo giustifica e cerca di comprenderlo non avendo lui una famiglia solida alle spalle probabilmente non sa bene come comportarsi con chi gli dimostra affetto in maniera spontanea in parte dice che vorrebbe parlargli per sbloccare la situazione ma senza attacarlo. Io credo che la risposta l'abbia già trovata da sola. Anche io consiglio di affrontare in maniera matura il suo ragazzo facendogli presente che ci sono alcuni comportamenti che la fanno soffrire e la mettono in una condizione di difficoltà verso la sua famiglia. Provi a dirgli, facendogli esempi concreti, che queste dinamiche non sono utili al vs rapporto e affrontatele insieme. Lei poi riferisce di voler continuare a stare con questa persona ma anche che questa relazione non è quella che desiderava e che di fatto la pone di fronte a delle rinunce ( vedi tempo da passare con i suoi). Come giustamente dice lei queste modalità relazionali valgono poi nella vita, nel lavoro, nelle amicizie e soprattutto in amore. Potete sicuramente affrontarlo insieme. Forse il suo ragazzo ha bisogno di superare il fatto che non ha avuto una famiglia presente, che forse non gli ha insegnato a relazionarsi in modo corretto. Alla fine ognuno di noi replica l'ambiente e le modalità relazionali che ha vissuto in infanzia. Quindi non c'è da stupirsi se il suo ragazzo appare freddo con gli altri (ma in realtà chiede e si informa). Ha imparato questo. Lei può insegnargli invece altro. Mi scriva se ha bisogno di altre indicazioni. un saluto!
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, capisco quanto questa situazione possa farla sentire in bilico tra due parti importanti della sua vita: il suo compagno e la sua famiglia. Da ciò che racconta, emerge chiaramente quanto lei tenga a entrambi e quanto desideri un'armonia che al momento sembra difficile da raggiungere. Si percepisce il suo desiderio di proteggere e comprendere il suo fidanzato, così come la sua volontà di non trascurare il rapporto con la sua famiglia. Il comportamento del suo compagno sembra riflettere una difficoltà relazionale più profonda, probabilmente legata alla sua storia personale. Crescere in un ambiente familiare segnato da violenza e mancanza di sostegno può portare una persona a sviluppare un atteggiamento di chiusura e di difesa nelle interazioni sociali, soprattutto in contesti che implicano legami affettivi significativi, come quello con la sua famiglia. Se da un lato lui dimostra di voler far parte della sua vita anche in relazione ai suoi cari, dall’altro sembra fare fatica ad adattarsi a dinamiche sociali che gli risultano forse poco familiari o potenzialmente minacciose. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, sarebbe utile analizzare quali siano le convinzioni profonde che influenzano il suo modo di interagire. Potrebbe esserci una parte di lui che si sente insicura o inadeguata nel contesto familiare, oppure che teme il giudizio degli altri e, per proteggersi, preferisce mantenere un atteggiamento distaccato. È possibile che lui stesso non si renda conto dell’effetto che i suoi comportamenti hanno sugli altri, e quindi non agisca con intenzione di chiusura, ma più per automatismo o per una strategia appresa nel tempo. Parlare con lui, come lei stessa ha intuito, è un passo fondamentale. Affrontare la questione con un tono non accusatorio sarà essenziale per non farlo sentire sotto attacco. Può essere utile utilizzare una comunicazione assertiva, basata sull'espressione dei propri bisogni e sentimenti piuttosto che sul sottolineare i suoi errori. Ad esempio, invece di dirgli direttamente che la sua famiglia si sente a disagio con lui, potrebbe partire da come si sente lei in questa situazione: "Mi rendo conto che a volte, quando siamo con la mia famiglia, si crea un’atmosfera un po’ tesa e questo mi fa stare male, perché tengo molto sia a te che a loro. Mi piacerebbe capire come ti senti tu in quei momenti, se magari ci sono cose che ti mettono a disagio o che ti fanno sentire in difficoltà. Ho notato che spesso tendi a rimanere in disparte e mi chiedo se questo ti venga naturale o se invece c’è qualcosa che possiamo fare insieme per far sì che tu ti senta più a tuo agio." Questo approccio evita di farlo sentire giudicato, lasciando spazio al dialogo e alla comprensione reciproca. Inoltre, se emerge che lui stesso riconosce questa difficoltà ma non sa come affrontarla, si potrebbe pensare insieme a piccole strategie per migliorare la situazione, come fare dei passi graduali per essere più partecipe nei momenti di incontro con la sua famiglia. Un altro punto importante è il suo bisogno di equilibrio tra il tempo passato con il suo compagno e quello con la sua famiglia. Lei ha il diritto di desiderare una relazione in cui non debba rinunciare a una parte importante della sua vita. Anche qui, è utile esprimere il suo bisogno in modo chiaro e non incolpante: “Per me è importante poter condividere momenti con la mia famiglia e sentire che tu ne fai parte in modo sereno. Non voglio che tu cambi la tua personalità, ma mi piacerebbe che ci fosse un po’ più di apertura, perché per me sarebbe un segno di maggiore armonia nella nostra relazione." Se dopo aver affrontato la questione con lui dovesse notare un’apertura e una disponibilità a lavorare su questi aspetti, anche con piccoli passi, sarebbe un buon segnale. Se invece dovesse chiudersi ancora di più, negando il problema o non dimostrando alcuna volontà di cambiamento, potrebbe essere utile chiedersi se la relazione sta soddisfacendo davvero anche i suoi bisogni. Lei ha dimostrato molta maturità e sensibilità nell’affrontare questo tema, e il fatto che voglia gestirlo con rispetto e comprensione è un grande punto di forza. Riconoscere e dare valore anche ai propri bisogni è altrettanto importante, e mi auguro che, attraverso il dialogo e una maggiore consapevolezza, possa trovare una soluzione che la faccia sentire serena e soddisfatta della sua relazione. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
La sua situazione è delicata e comprensibilmente la mette in difficoltà, perché si trova a mediare tra due realtà importanti per lei: il suo compagno e la sua famiglia. È positivo che lui si sia aperto nel tempo e che la sua famiglia non abbia mai mostrato un rifiuto nei suoi confronti, ma è evidente che i suoi comportamenti sociali creano una certa distanza e disagio.

Parlare con lui è sicuramente un passo importante, ma è fondamentale farlo con tatto e senza farlo sentire giudicato. Potrebbe partire dalle sue emozioni, spiegandogli che ci tiene a far sì che il rapporto tra lui e la sua famiglia sia sereno perché per lei entrambi sono importanti.

Dall’altra parte, potrebbe anche aiutare i suoi familiari a comprendere meglio il carattere del suo compagno. Magari, spiegando che il suo modo di fare non è dovuto a mancanza di interesse, ma da un temperamento introverso e a una storia personale complessa, potrebbero interpretare diversamente il suo atteggiamento e sentirsi meno a disagio.

Spero che queste riflessioni possano esserle d’aiuto. Se vuole approfondire, resto a disposizione.
Dott.ssa Dafne Buttini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Arezzo
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare che meriterebbe di essere condiviso. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto.
Un gentile saluto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buonasera, premetto che è una situazione che andrebbe approfondita ma penso, dalla storia che mi racconta, che il suo fidanzato ha dei comportamenti discutibili. Non sbagliati ma semplicemente è più schivo, come dice lei stessa, probabilmente anche perchè se è un ragazzo dove la famiglia non è stata presente non conosce certe modalità relazionali, non le ha vissute oppure chissà come le ha vissute. Penso che sapere un pò di più delle sue dinamiche familiari possa aiutare a comprendere il perchè si comporta così. non è una colpa è un fatto ed è il clima familiare che ha respirato. Non sa probabilmente come muoversi e non deve essere facile per lui vedere d'altra parte la tua famiglia così affettuosa e accogliente. Puoi provare a chiedergli di raccontare se gli va la sua storia e come si sente con le persone, questo premettendo che è perchè ci tieni a lui e vuoi conoscerlo meglio. Valuta tu come parlargliene, lo conosci meglio.
Rimango a disposizione se vuole fare dei colloqui online per vivere meglio la situazione,
Dott.ssa Casumaro Giada
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile Utente, la situazione che descrive è delicata e richiede un'analisi attenta, pur mantenendo un approccio empatico. Comprendo la sua preoccupazione nel voler creare armonia tra il suo compagno e la sua famiglia, ma è fondamentale affrontare le dinamiche relazionali in modo costruttivo.
È innegabile che i comportamenti del suo compagno, come la difficoltà nel salutare e la tendenza a monologare, creano disagio. Sebbene le sue esperienze passate possano aver contribuito a plasmare il suo carattere, è importante che lui si assuma la responsabilità di lavorare su questi aspetti.
La sua famiglia, nel manifestare il proprio disagio, non sta agendo in modo irragionevole. Stanno semplicemente esprimendo le proprie percezioni e i propri sentimenti, che sono validi e meritano di essere ascoltati.
Invece di interpretare questi comportamenti come un rifiuto intenzionale, potrebbe essere utile considerarli come segnali di una difficoltà comunicativa. Il suo compagno potrebbe non essere consapevole dell'impatto che i suoi comportamenti hanno sugli altri.
Le consiglio di affrontare la questione con delicatezza, ma anche con chiarezza. Esprima i suoi sentimenti e le sue preoccupazioni in modo assertivo, senza accusare o giudicare. Ad esempio, potrebbe dirgli: "Mi rendo conto che a volte ti senti a disagio con la mia famiglia, e capisco che hai avuto esperienze difficili. Però, mi farebbe piacere se tu potessi fare uno sforzo per salutare quando arriviamo e per prestare più attenzione a come gli altri si sentono durante le conversazioni".
Potrebbe anche essere utile suggerirgli di fare piccoli passi, come sforzarsi di salutare per primo o di fare una domanda agli altri durante una conversazione. L'obiettivo è incoraggiarlo a sviluppare abilità comunicative più efficaci, senza farlo sentire attaccato o giudicato.
Se il suo compagno si mostra aperto al dialogo e disposto a mettersi in discussione, potreste considerare di consultare un terapeuta di coppia per ricevere un supporto professionale. In caso contrario, è importante che lei rifletta sui suoi bisogni e desideri, e valuti se questa relazione è compatibile con la sua idea di felicità.
Dott.ssa Sabrina Rinaldi
Psicologo, Psicologo clinico
Monza
Buonasera, è importante che lei rifletta su come sta nella relazione col suo fidanzato e su cosa questo rapporto le stia dando. Da quello che posso capire dai suoi racconti quest'uomo fatica nell'affidarsi all'altro, probabilmente perché l'adulto di riferimento per lui non c'è stato e non gli ha permesso di maturare un senso di sicurezza e di fiducia. Mostrare all'altro ciò che sente è difficile e se ne difende perché ne è poco capace e lo fa per come riesce e magari maldestramente. Parlare con lui di come lei si sente e di cosa la stia turbando credo che sia necessario per costruire una relazione più appagante.
Dott. Michele Mulè
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Palermo
Gentile utente, dalla descrizione che offre del suo partner, si evidenziano una serie di aspetti piuttosto interessanti; Nello specifico, il ragazzo sembrerebbe essere intrappolato nella sua introversione, presenta un passato piuttosto traumatico e la difficoltà di adattarsi ad una relazione sana ed equilibrata. Quello che non è evidente è se questi comportamenti si riflettono o meno anche su di lei come partner. Per il resto sulla base di quanto descrive le ipotesi che si possono realizzare sono molteplici e variano da una personalità evitante a possibili tratti dello spettro autistico, ma senza la volontà della persona è del tutto impossibile scoprirlo, tutto al più potrebbe essere utile per entrambi affrontare un percorso di coppia per riscoprirsi e comprendere meglio qualcosa l'uno dell'altro. Cordialità Dott. M.M.
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno cara utente, la tua situazione è comprensibile e mostra un forte desiderio di armonia tra il tuo fidanzato e la tua famiglia. Potresti parlare con lui e spiegargli che hai notato alcune difficoltà nelle sue interazioni e con la tua famiglia, e che insieme potreste iniziare un percorso di psicoterapia, prima di coppia e poi individuale, per riuscire a elaborare i traumi passati e sviluppare abilità sociali. L’obiettivo è creare un ambiente in cui tutti si sentono a proprio agio e rispettati. Con pazienza potrete raggiungere obiettivi comuni e soddisfacenti. Per qualsiasi informazione, non esitare a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, Dott.ssa Cristina Sinno.
Dott.ssa Floriana Ricciardi
Psicologo, Psicologo clinico
Venegono Inferiore
Gentile utente, tutti meritiamo che la gente ci parli in modo sincero e questo vale anche per il suo ragazzo: se saprà capire, capirà. L'importante, come lei ha già ben intuito, è cercare un dialogo costruttivo, che non vada ad elencare i difetti o le situazioni spiacevoli, ma le opportunità che si perdono. E' altresì importante ragionare con la propria testa e ricordarsi che se le cose non vanno bene, è giusto dirlo. Credo che la sua famiglia c'entri ben poco nel conflitto in cui lei si trova ora e non sarebbe una buona idea utilizzarla nel confronto con il suo ragazzo: la vostra relazione riguarda solo voi due e voi due ne avete la responsabilità.
Detto ciò, il suo ragazzo l'ha messa a conoscenza del fatto che ha subito violenze fisiche e mentali: se decide di stare con lui, sceglie anche di accettare la sua storia. Questo non vuol dire "accettare un destino ineluttabile", ma vuol dire che bisogna avere molta pazienza e comprensione. Se la sente?
Cordialmente.
dott.ssa Floriana Ricciardi
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
Sembra che la situazione stia creando un certo malessere, sia per lei che per il suo fidanzato, ma anche per la sua famiglia. È interessante notare come i comportamenti di una persona possano essere letti in modi molto diversi, soprattutto quando si inseriscono dinamiche familiari così complesse. Cosa potrebbe cambiare se il suo fidanzato riuscisse a comprendere che anche piccoli gesti, come un saluto o un maggiore coinvolgimento nelle conversazioni, potrebbero favorire una connessione più armoniosa con la sua famiglia? E se fosse possibile esplorare insieme, con calma, come ciascuno di loro vive la relazione con l’altro e quale impatto hanno certi atteggiamenti?
Se queste riflessioni le danno spunto per nuove domande o se ha bisogno di un aiuto per esplorare meglio la situazione, sono qui per una consulenza.

Un caro saluto,

Dr. De Giorgi Giorgio
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Cara utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso con noi delle riflessioni tanto personali.
Da quello che racconti sembra che il tuo ragazzo, per il suo vissuto familiare, possa avere una modalità relazionale più chiusa e selettiva, probabilmente perché ha imparato a proteggersi nelle interazioni con gli altri. Questo non significa che non tenga alla tua famiglia, anzi, il fatto che chieda di loro e voglia vederli suggerisce il contrario.
Alcune soluzioni pratiche che mi vengono in mente potrebbero essere:
- Parlare con lui con empatia e non con critica (es. ‘Ho notato che quando arriviamo dai miei sei più riservato, mentre loro sono più espansivi. Come vivi questi momenti?’) anziché riferire il punto di vista della tua famiglia, che potrebbe farlo sentire sotto giudizio.
- Aiutarlo a comprendere l’impatto che ha sugli altri. Senza metterlo sulla difensiva, potresti spiegargli che alcune sue abitudini (es. non salutare o parlare molto a volte) potrebbero essere interpretate dagli altri in modo diverso da ciò che lui intende comunicare. A volte chi è più introverso non si accorge di come viene percepito e può aver bisogno di una chiave di lettura esterna.
- Capire cosa è davvero modificabile. Non tutti sono a proprio agio con le stesse modalità relazionali. Piuttosto che cercare di farlo "cambiare", potrebbe essere utile trovare un punto d’incontro: per esempio, fargli sapere che un piccolo gesto (come un saluto più caloroso) potrebbe aiutare molto la relazione con la tua famiglia, senza forzarlo a diventare una persona diversa.
- Trovare un tuo equilibrio. È comprensibile che tu voglia vivere serenamente sia la relazione con lui sia il rapporto con la tua famiglia, senza dover rinunciare a una delle due parti. Potresti chiederti: cosa mi fa sentire serena in questa situazione? Come posso trovare un equilibrio che tenga conto anche del mio benessere?
Rimango a disposizione
Un caro saluto
Dott.ssa Maria Francesca Cusmano
Ciao, grazie per aver condiviso la tua situazione. Capisco quanto possa essere difficile affrontare una dinamica familiare così complessa, specialmente quando si tratta di un partner che sembra non riuscire a connettersi pienamente con la tua famiglia, anche se la tua famiglia stessa non sta mostrando un rifiuto diretto. La cosa più importante è la tua intenzione di affrontare il problema in modo costruttivo, cercando di trovare una soluzione che non crei conflitti inutili ma che allo stesso tempo migliori il rapporto tra il tuo ragazzo e la tua famiglia.

Ecco alcuni spunti che ti potrebbero aiutare a gestire la situazione con maggiore serenità:

1. **Approccio empatico**: Quando decidi di parlare con lui riguardo a questi comportamenti, il primo passo è farlo in modo empatico. Evita di attaccarlo o di farlo sentire sotto accusa. Potresti iniziare la conversazione dicendo qualcosa come: *“Mi sono accorta che a volte sembra che ci siano momenti di disagio quando siamo con la mia famiglia, e so che non è facile per te, ma mi piacerebbe capire se possiamo lavorare insieme per far sì che tu ti senta più a tuo agio con loro, così possiamo continuare a passare del tempo insieme in modo sereno.”*

2. **Esplora il suo punto di vista**: Il tuo ragazzo ha avuto un passato molto difficile con la sua famiglia, quindi è comprensibile che possa essere più introverso o disinteressato nel socializzare con la tua famiglia. Quello che potrebbe sembrare un comportamento poco affettuoso o disinteressato, per lui potrebbe essere una difesa emotiva. Fagli sapere che capisci da dove viene, ma spiegagli anche che il suo comportamento potrebbe essere interpretato in modo diverso dalla tua famiglia. Potresti anche chiedergli se ci sono modi per farlo sentire più a suo agio o se ci sono paure o blocchi che ha quando si trova con loro.

3. **Fai una riflessione sul comportamento sociale**: Spiegagli che certi comportamenti, come non salutare o non partecipare alle conversazioni, potrebbero far sentire le altre persone a disagio, anche se non è la sua intenzione. Sottolinea che non si tratta di un giudizio su di lui, ma piuttosto di come le sue azioni influenzano gli altri. Potresti dirgli: *“Voglio che tu sappia che capisco la tua difficoltà, ma la mia famiglia potrebbe interpretare il tuo comportamento come un segno di disinteresse o di chiusura, e questo li fa sentire un po’ a disagio.”*

4. **Supporto reciproco**: Per lui, potrebbe essere utile sapere che la tua intenzione non è solo quella di “correggerlo”, ma che lo stai supportando nel cercare un equilibrio tra il suo mondo e quello della tua famiglia. Potresti dire qualcosa come: *“Io ti voglio bene per come sei, ma mi piacerebbe che tu potessi sentirti più a tuo agio con la mia famiglia, perché per me è importante che noi possiamo passare del tempo insieme senza tensioni.”*

5. **Fornire spazi per piccoli miglioramenti**: Non c'è bisogno di aspettarsi cambiamenti immediati o grandiosi. Ogni piccolo passo conta. Forse potrebbe iniziare a salutare più calorosamente quando arrivate, o a partecipare a una conversazione più brevemente, senza forzarsi. Aiutalo a rendersi conto che non si tratta di essere perfetti, ma di fare piccoli aggiustamenti che possano migliorare la qualità delle relazioni con gli altri.

6. **Impegno nella comunicazione aperta**: La comunicazione è la chiave in questa situazione. È essenziale che tu esprima chiaramente ciò che ti fa sentire a disagio, ma anche che tu ascolti le sue difficoltà. Una relazione sana si costruisce attraverso il dialogo onesto e aperto, dove entrambi i partner si sentono compresi e supportati.

7. **Flessibilità e pazienza**: Infine, è importante ricordare che ogni persona ha i propri tempi e limiti. Non tutti sono pronti a socializzare o a interagire come vorremmo, soprattutto se ci sono blocchi emotivi. Quindi sii paziente, ma continua a lavorare insieme per trovare soluzioni che soddisfino entrambe le parti.

In sintesi, affrontare questa situazione con delicatezza, empatia e apertura può fare una grande differenza. Parlando apertamente con il tuo ragazzo, cercando di capire le sue difficoltà e spiegando gentilmente gli effetti che il suo comportamento ha sugli altri, potreste riuscire a migliorare il rapporto con la tua famiglia e rendere la situazione più serena per tutti.

Se hai bisogno di ulteriore supporto o di strategie per gestire la situazione in modo più specifico, sono qui per aiutarti!
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Ciao,
se come dici tu ha avuto una famiglia "disastrata" alle spalle, non può capire alcune dinamiche che si innescano con la tua famiglia. Povero, nessuno gli ha mai insegnato "come si sta nei rapporti"...
Anche il fatto che parte nel colloqui a "manetta" implica molta ansia e soprattutto un discorso del tipo "che bello qualcuno mi ascolta e si interessa a me...", per ciò possiamo comprendere la sua voglia di comunicare no?
Sicuramente una terapia valida aiuterebbe e non solo lui.
Un caro saluto
Lavinia
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Capisco quanto questa situazione possa farti sentire divisa e preoccupata, soprattutto perché desideri mantenere un rapporto armonioso non solo con il tuo partner, ma anche con la tua famiglia. È evidente il tuo impegno nel cercare un equilibrio e nel voler migliorare le dinamiche relazionali.
Mi chiedo solamente, quali sono i momenti specifici in cui ti senti maggiormente a disagio nel vedere la reazione della tua famiglia? E, dal canto tuo, come immagini l'approccio ideale per esprimere le tue preoccupazioni a lui, in modo da non farlo sentire attaccato?
Potrebbe essere utile pensare a un momento tranquillo per avere una conversazione aperta e onesta, spiegando come certe dinamiche influiscono sul tuo benessere e su quello della relazione. Come ti sentiresti a condividere i tuoi sentimenti, sottolineando il desiderio di creare un ambiente accogliente per tutti, piuttosto che focalizzarti solo sui comportamenti specifici?
Sono qui per aiutarti a esplorare insieme queste domande, per capire quali passi possano guidarti verso una comunicazione più efficace e un maggior equilibrio tra le esigenze tue, della tua famiglia e del tuo partner
Cara, grazie per la tua condivisione così profonda e sincera.
Quello che stai vivendo è una situazione delicata ma anche molto comune nelle relazioni in cui uno dei due partner ha avuto un passato difficile e fatica a entrare in contatto con dinamiche familiari nuove, diverse o più affettuose.

Hai già fatto un lavoro importante: sei consapevole dei comportamenti, li osservi con lucidità e ne parli apertamente con tua madre, il che denota una grande maturità affettiva. Il tuo desiderio di trovare un equilibrio tra il tuo rapporto di coppia e quello con la tua famiglia è sano, naturale e merita ascolto.

Da un punto di vista psicologico, il tuo compagno potrebbe ancora portare con sé delle difese emotive legate alla sua storia personale. Una persona cresciuta in un contesto di violenza o trascuratezza può sviluppare un atteggiamento di chiusura, diffidenza o difficoltà nell'esprimere affetto in modo “socialmente atteso” (salutare, sorridere, conversare). Non è una giustificazione, ma può aiutarti a comprendere che ciò che agli altri appare come indifferenza o maleducazione, può essere una forma di protezione inconsapevole.

Cosa puoi fare concretamente?
1. **Scegli un momento sereno per parlare con lui**, non quando c’è tensione o subito dopo un episodio scomodo. Usare un tono calmo, privo di giudizio, e partire dai tuoi sentimenti può fare una grande differenza. Ad esempio:

> *"Voglio parlarti di una cosa importante per me, perché tengo alla nostra relazione e anche alla mia famiglia. Ho notato che a volte, quando siamo insieme ai miei, si crea un po’ di disagio, e mi piacerebbe trovare un modo per far stare tutti più a proprio agio, anche te.”*

2. **Evita di riferire direttamente quello che dice tua madre o la tua famiglia.** Non per mancanza di trasparenza, ma perché il rischio è che lui si senta giudicato o sotto esame, rafforzando le sue difese.

3. **Sottolinea ciò che di positivo ha già fatto**, ad esempio il fatto che ti chieda della tua famiglia, che partecipi volentieri quando organizzate qualcosa. Questo aiuta a non farlo sentire “sbagliato” e ad aprirsi di più.

4. **Proponi piccoli cambiamenti graduali**, come salutare con un semplice sorriso o un gesto, partecipare anche solo per poco tempo a un pranzo. Cambiare abitudini sociali può essere difficile per chi non le ha mai vissute con naturalezza, ma può impararle, se sente di essere in un contesto sicuro.

5. **Dai tempo, ma con chiarezza.** È giusto rispettare i suoi tempi, ma anche far comprendere che per te il rapporto con la tua famiglia è importante e che trovare un minimo punto d’incontro è necessario.

Infine: prenditi cura anche di te.
Se ti accorgi che questa fatica nel fare da "ponte" tra due mondi inizia a pesarti troppo, valuta l'idea di confrontarti con una psicologa/o. Non perché ci sia qualcosa che non va, ma perché può essere un aiuto prezioso per capire come portare avanti i tuoi bisogni affettivi senza sentirti "divisa".

Hai già dentro di te la sensibilità, l'intelligenza emotiva e l'intento costruttivo per affrontare questa situazione. A volte basta solo trovare le parole giuste e i tempi giusti.

Un caro abbraccio,
**una psicologa**
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
le dinamiche che descrive sono molto comprensibili alla luce della storia del suo compagno. Chi cresce in un ambiente familiare ostile o violento spesso sviluppa modalità relazionali molto protettive: poca spontaneità, difficoltà nell’aprirsi alle nuove conoscenze, timore di sbagliare, fatica nel leggere le aspettative sociali. Non si tratta di mancanza di volontà o di interesse verso la sua famiglia, ma di schemi appresi negli anni che richiedono tempo per essere modificati.

Dall’altra parte, la sua famiglia sembra accoglierlo ma vive un disagio legato alla sua chiusura e alla difficoltà a mostrare reciprocità. È normale che Lei si senta nel mezzo e che questo Le crei confusione: ama il suo compagno, riconosce le sue fragilità, ma desidera anche una relazione che possa integrarsi serenamente con la sua vita familiare.

In queste situazioni lo “step” più utile non è confrontarlo con ciò che gli altri percepiscono, ma aiutarlo a capire l’effetto che alcuni suoi comportamenti hanno sulle relazioni, senza giudizio. Ciò che può dirgli è ciò che riguarda il suo vissuto:

– che alcune situazioni sociali diventano faticose per Lei perché le persone non capiscono i suoi silenzi;
– che piccoli gesti (un saluto, un segno di presenza, uno scambio breve) aiuterebbero tutti a sentirsi più a proprio agio;
– che la sua chiusura non viene interpretata come timidezza, ma come distanza non voluta.

Parlare da questo punto di vista — dei fatti e dei vissuti, non dei giudizi altrui — permette di non farlo sentire attaccato o messo sotto osservazione.

Se lui è motivato, con il tempo può imparare a modulare la sua introversione e trovare un modo personale ma più aperto di stare nelle relazioni familiari. E Lei potrà capire, passo dopo passo, quale equilibrio è realmente possibile costruire insieme.

Dott.ssa Sara Petroni

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