Buongiorno a tutti, sono una donna di 35 anni alle prese con l'eterno dilemma diventare o non diven
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Buongiorno a tutti,
sono una donna di 35 anni alle prese con l'eterno dilemma diventare o non diventare madre.
La mia vita lavorativa mi piace molto e ho paura (ma non troppa in realtà) che un figlio possa cambiare tutte le carte in tavola. E lo farebbe - oh se lo farebbe!
Tuttavia il mio cruccio più grande non riguarda tanto l'aspetto lavorativo, quanto piuttosto che genere di madre sarei. Purtroppo ho avuto dei genitori assenti (una mamma psichiatrica e un padre scappato in Messico, letteralmente) e sono cresciuta con i miei nonni, persone meravigliose senza le quali avrei sicuramente preso una bruttissima strada.
Ho avuto modo di assaggiare un po' di psicologia per comprendere che il mio modello operativo interno, purtroppo , è un macello, e non ho la minima intenzione di riproporre a un altro essere umano quell'amalgama di assenza, solitudine e indifferenza che ho vissuto io.
Da giovane ho fatto psicoterapia per qualche tempo, la cosa migliore che abbia fatto in vita. Sono rimasta in contatto con la mia psicoterapeuta ed è capitato nel corso degli anni di farci ancora qualche chiacchierata. Vorrei parlarci ancora un po' perché in questi momenti così delicati sarebbe la cosa più giusta da fare.
Purtroppo però ho avuto una piccola delusione anche da parte sua...un giorno, ormai più di un annetto fa, durante una seduta che avevo prenotato per parlare di episodio che mi aveva turbato, lei più di una volta, mentre parlavo, rispondeva a dei messaggi sul telefono.
L'ho trovato di pessimo gusto, e nonostante mi ripeta che anche lei è un essere umano e può sbagliare, sto facendo una fatica atroce a prendere il telefono e mandarle un messaggio per prenotare una seduta e affrontare con lei un argomento così delicato come la maternità.
Come se mi fosse mancata la fiducia.
Che consiglio mi dareste per affrontare meglio questo periodo così delicato?
sono una donna di 35 anni alle prese con l'eterno dilemma diventare o non diventare madre.
La mia vita lavorativa mi piace molto e ho paura (ma non troppa in realtà) che un figlio possa cambiare tutte le carte in tavola. E lo farebbe - oh se lo farebbe!
Tuttavia il mio cruccio più grande non riguarda tanto l'aspetto lavorativo, quanto piuttosto che genere di madre sarei. Purtroppo ho avuto dei genitori assenti (una mamma psichiatrica e un padre scappato in Messico, letteralmente) e sono cresciuta con i miei nonni, persone meravigliose senza le quali avrei sicuramente preso una bruttissima strada.
Ho avuto modo di assaggiare un po' di psicologia per comprendere che il mio modello operativo interno, purtroppo , è un macello, e non ho la minima intenzione di riproporre a un altro essere umano quell'amalgama di assenza, solitudine e indifferenza che ho vissuto io.
Da giovane ho fatto psicoterapia per qualche tempo, la cosa migliore che abbia fatto in vita. Sono rimasta in contatto con la mia psicoterapeuta ed è capitato nel corso degli anni di farci ancora qualche chiacchierata. Vorrei parlarci ancora un po' perché in questi momenti così delicati sarebbe la cosa più giusta da fare.
Purtroppo però ho avuto una piccola delusione anche da parte sua...un giorno, ormai più di un annetto fa, durante una seduta che avevo prenotato per parlare di episodio che mi aveva turbato, lei più di una volta, mentre parlavo, rispondeva a dei messaggi sul telefono.
L'ho trovato di pessimo gusto, e nonostante mi ripeta che anche lei è un essere umano e può sbagliare, sto facendo una fatica atroce a prendere il telefono e mandarle un messaggio per prenotare una seduta e affrontare con lei un argomento così delicato come la maternità.
Come se mi fosse mancata la fiducia.
Che consiglio mi dareste per affrontare meglio questo periodo così delicato?
Cara, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Se sente che la fiducia con la sua terapeuta è stata minata può parlarne con lei e cercare di capire se è pronta a riprovare, a darsi una nuova opportunità con lei oppure se è il caso di trovare un* nuov* collega con cui intraprendere un nuovo percorso, che avrà basi e direzione differente. Dipende da come si sente lei e da quello che vede più progettuale per i suoi orizzonti. Per quanto riguarda il tema della maternità, capisco la complessità della situazione: desiderio e paura vanno di pari passo. Riconoscere sempre che, sin da subito, abbiamo a che fare con un altro essere umano, diverso da noi è il primo passo, per il resto nessuno, se non l'esistenza, ci può dire che tipo di madre sarà. Sicuramente, però, mi verrebbe da dire una madre consapevole, vista la sua cura nei confronti di un figlio che ancora è nei desideri. Le auguro di trovare la sua strada, un caro saluto.
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Buongiorno gentile utente, ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza e le tue attuali preoccupazioni. Per quanto riguarda la maternità nello specifico ti consiglierei di prendere in considerazione anche la possibilità che effettivamente quando ti troverai in questa situazione, tu possa essere una "brava" madre o meglio una madre sufficientemente adeguata e rispondente alle esigenze di tuo figlio, perchè effettivamente di madri perfette non ne esistano. Il fatto che tu abbia avuto un'infanzia difficoltosa non fa di te un cattivo genitore, anche perchè hai affrontato un percorso di terapia che ti può aver aiutata ad elaborare alcune difficoltà emotive e aver migliorato le tue capacità relazionali. Per quanto riguarda invece lo spiacevole accaduto con la tua terapeuta, in virtù del buon lavoro che in passato avete svolto assieme, io ti consiglierei di parlarle apertamente dell'accaduto, in modo da poter ripartire dove il rapporto si è spezzato e riacquistare fiducia. Buona giornata. Dott.ssa Arianna Magnani
Gentile utente, prendere la decisone di diventare genitore è una decisione importante. La prima cosa che mi sento di dirle è che se lei si sta ponendo la preoccupazione di che genitore potrebbe essere, sta già facendo un pezzo di lavoro importante. Conoscere e riconoscere le propre ferite, la storia da cui si arriva, la rende già un genitore migliore rispetto al suo modello di riferimento. Come lei dice, ha avuto delle figure importanti nella sua vita che le hanno permesso di essere l'adulto funzionale e funzionate che è oggi. Per quando invece concerne la questione di tornare dalla sua terapeuta; lei sente una rottura della fiducia, ogni rottura può essere riparata. Certo è che forse andrebbe esplorato come mai per lei è così complesso accettare che la sua terapeuta in quanto essere umano possa sbagliare. Potrebbe partire proprio da questa fatica per poi aprire al tema che oggi le reca pensiero e preoccupazione. Se poi fosse troppo complesso per lei riprendere il rapporto con la sua terapeuta nulla toglie che si possa dare l'opportunità di iniziare una percorso nuovo. Rimango a disposizione. Cordiali Saluti Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile utente, capisco e comprendo la sua paura, e soprattutto capisco la delusione verso la collega che in qualche modo ha riacceso, con il suo comportamento, il sentimento di sfiducia e di non affidabilità verso le persone che dovrebbero prendersi cura. Il consiglio che posso darle è quello di parlare e comunicare alla collega l'evento e come l'ha fatta sentire. Chissà che questo non possa aprire nuove possibilità di vivere le relazioni e di sperimentarsi in ruoli diversi.
Buongiorno, credo che lei abbia due possibilità: richiamare la sua terapeuta o cercarne una nuova. Richiamare la sua terapeuta potrebbe essere utile perchè la conosce e insieme averte costruito una buona relazione. Bisognerebbe in primo luogo parlare di quella sua delusione per pulire il campo. L'alternativa è quella di cercare un nuovo terapeuta, perchè a volte è utile, un approccio diverso, una persona nuova potrebbe portarle qualcosa di nuovo e non già sentito. Provi ad ascoltarsi e cerchi dentro di sè, nella parte più profonda la risposta. Le auguro il meglio. Dott.ssa Franca Vocaturi
Gentile utente, il suo è vero, è un eterno dilemma. Tuttavia della sua storia mi ha colpita il rapporto con la sua psicoterapeuta: forse tra di voi si è riproposto uno schema a lei noto: una mamma che non riesce ad ascoltarla in modo dedito quando ha bisogno di lei. Ecco perché vederla messaggiare l'ha turbata così tanto, come se avesse di colpo deidealizzato la sua terapeuta ,cosa terribile per il suo vissuto e la sua paura di essere una mamma poco attenta e dannosa ( che messaggia - o lavora- invece di vedere suo figlio) Dunque le suggerisco di affrontare queste tematica con la collega, poiché penso che si stia giocando tra di voi un tema davvero importante e penso possa essere un'occasione preziosa per aiutarla a comprendere meglio il trauma che rievocato dentro di lei. Un cordiale saluto, Giada di Veroli
Gentile utente il tema da lei proposto è molto delicato. Chiede un consiglio, quello che sento di darle è riprendere il percorso di conoscenza di sé, lo spazio psicoterapico le offrirà gli strumenti per comprendersi meglio. Rispetto alla collega comprendo la difficoltà. È vero, anche il terapeuta è fallace e sbaglia. Rispetto a questa evidenza deve ascoltare il suo sentire ed agire rispettandolo. C'è spazio per tollerare, accettare l'errore?
Se è qualcosa che minaccia la relazione profondamente può decidere,consapevolmente, di rivolgersi altrove per trovare lo spazio di cui ha bisogno.
Resto disponibile, anche per un videoconsulto.
Saluti, Giuditta Di Meo.
Se è qualcosa che minaccia la relazione profondamente può decidere,consapevolmente, di rivolgersi altrove per trovare lo spazio di cui ha bisogno.
Resto disponibile, anche per un videoconsulto.
Saluti, Giuditta Di Meo.
Buongiorno signora, la sua storia dimostra quanto per lei sia stata importante la psicoterapia. Non lasci, ma riprenda, sarebbe bello provasse a ricucire con la sua terapeuta parlandole dell'accaduto e di quanto ci è rimasta male. Sono sicura che capirebbe!:) Se le può servire qualche seduta per prepararsi a quell'incontro oppure per guardarsi dentro e capire meglio se vuole riprendere il percorso con la sua ex terapeuta o aprire un focus di lavoro con una nuova psicoterapeuta, sono disponibile, anche in modalità online! Ha un desiderio così bello che sarebbe davvero un peccato non trovasse uno spazio da dedicarsi per parlarne e migliorare ancora, così da fare poi questa scelta più risolta e serena.
Un saluto,
dr.ssa Elisa Paganini
Un saluto,
dr.ssa Elisa Paganini
Buongiorno,
capisco quanto possa essere complessa e piena di interrogativi questa fase della sua vita. La decisione di diventare madre è sempre significativa, e il fatto che stia riflettendo in modo così sincero e consapevole dimostra una grande maturità e responsabilità.
È naturale che la sua esperienza con genitori emotivamente assenti abbia avuto un impatto profondo su di lei, ma è fondamentale ricordare che non è obbligata a ripetere i modelli del passato. Al contrario, la consapevolezza dei propri limiti e desideri, insieme al lavoro che ha già svolto su se stessa attraverso la psicoterapia, la rende capace di costruire relazioni più sane e di essere una madre attenta e affettuosa.
Per quanto riguarda la sua terapeuta, è normale sentirsi delusi da un comportamento che ha percepito come poco rispettoso. La relazione terapeutica si basa sulla fiducia, e se questa viene compromessa, è difficile riprendere il percorso. Tuttavia, se sente il desiderio di tornare da lei, potrebbe essere utile affrontare direttamente questo episodio. Esprimere sinceramente come si è sentita potrebbe non solo aiutarla a elaborare questa difficoltà, ma anche permetterle di decidere se continuare con lei o cercare un altro professionista.
Infine, per affrontare questo periodo, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente i suoi sentimenti riguardo alla maternità in uno spazio di ascolto e confronto. Questo potrebbe aiutarla a chiarire le emozioni e a distinguere le paure legate al passato dalle opportunità del presente. Non si tratta di trovare subito una risposta definitiva, ma di concedersi il tempo e lo spazio per capire cosa desidera veramente.
Le auguro sinceramente di trovare chiarezza e serenità in questo percorso. Se ha bisogno di ulteriore supporto, sono qui per aiutarla.
capisco quanto possa essere complessa e piena di interrogativi questa fase della sua vita. La decisione di diventare madre è sempre significativa, e il fatto che stia riflettendo in modo così sincero e consapevole dimostra una grande maturità e responsabilità.
È naturale che la sua esperienza con genitori emotivamente assenti abbia avuto un impatto profondo su di lei, ma è fondamentale ricordare che non è obbligata a ripetere i modelli del passato. Al contrario, la consapevolezza dei propri limiti e desideri, insieme al lavoro che ha già svolto su se stessa attraverso la psicoterapia, la rende capace di costruire relazioni più sane e di essere una madre attenta e affettuosa.
Per quanto riguarda la sua terapeuta, è normale sentirsi delusi da un comportamento che ha percepito come poco rispettoso. La relazione terapeutica si basa sulla fiducia, e se questa viene compromessa, è difficile riprendere il percorso. Tuttavia, se sente il desiderio di tornare da lei, potrebbe essere utile affrontare direttamente questo episodio. Esprimere sinceramente come si è sentita potrebbe non solo aiutarla a elaborare questa difficoltà, ma anche permetterle di decidere se continuare con lei o cercare un altro professionista.
Infine, per affrontare questo periodo, potrebbe essere utile esplorare ulteriormente i suoi sentimenti riguardo alla maternità in uno spazio di ascolto e confronto. Questo potrebbe aiutarla a chiarire le emozioni e a distinguere le paure legate al passato dalle opportunità del presente. Non si tratta di trovare subito una risposta definitiva, ma di concedersi il tempo e lo spazio per capire cosa desidera veramente.
Le auguro sinceramente di trovare chiarezza e serenità in questo percorso. Se ha bisogno di ulteriore supporto, sono qui per aiutarla.
Buonasera, credo che la scelta di diventare madre, come giustamente ha notato lei, mette in moto i modelli relazionali con cui si è cresciuti. È importante perciò che lei cerchi un supporto. Provi a contattare un'altra terapeuta che la faccia sentire a suo agio e accolta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
È vero, ha ragione, un figlio cambia tutte le carte in tavola, quasi sempre in meglio.
Un caro saluto
Un caro saluto
Buongiorno,
il dilemma che sta vivendo è profondamente umano e comprensibile. Diventare madre è una decisione carica di significati personali, emotivi e relazionali, e le sue riflessioni mostrano quanto seriamente stia considerando le implicazioni di questa scelta. La paura di replicare modelli di attacco disfunzionali è del tutto legittimo, specialmente in presenza di esperienze familiari difficili. Allo stesso tempo, è importante ricordare che l'essere consapevoli dei propri timori e delle proprie vulnerabilità rappresenta già un enorme passo verso la possibilità di costruire relazioni più sane e appaganti.
Per quanto riguarda la difficoltà a riprendere il contatto con la sua psicoterapeuta, è naturale che quell'episodio abbia scalfito la sua fiducia. Tuttavia, potrebbe essere utile parlarne direttamente con lei in un contesto protetto: affrontare il suo disagio potrebbe non solo permettere di chiarire l'accaduto, ma anche rappresentare un'opportunità per rafforzare la vostra relazione terapeutica. Se invece dovesse sentire che non riesce a superare questa difficoltà, valutare di rivolgersi a un altro professionista potrebbe essere un'opzione da considerare.
In ogni caso, la scelta di farsi accompagnare in questo momento così importante della sua vita è estremamente preziosa. Approfondire questi temi con uno specialista le permetterebbe di esplorare in modo sicuro e guidato sia i suoi desideri sia i timori legati alla maternità, aiutandola a costruire maggiore fiducia in sé stessa e nelle sue capacità di essere madre.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
il dilemma che sta vivendo è profondamente umano e comprensibile. Diventare madre è una decisione carica di significati personali, emotivi e relazionali, e le sue riflessioni mostrano quanto seriamente stia considerando le implicazioni di questa scelta. La paura di replicare modelli di attacco disfunzionali è del tutto legittimo, specialmente in presenza di esperienze familiari difficili. Allo stesso tempo, è importante ricordare che l'essere consapevoli dei propri timori e delle proprie vulnerabilità rappresenta già un enorme passo verso la possibilità di costruire relazioni più sane e appaganti.
Per quanto riguarda la difficoltà a riprendere il contatto con la sua psicoterapeuta, è naturale che quell'episodio abbia scalfito la sua fiducia. Tuttavia, potrebbe essere utile parlarne direttamente con lei in un contesto protetto: affrontare il suo disagio potrebbe non solo permettere di chiarire l'accaduto, ma anche rappresentare un'opportunità per rafforzare la vostra relazione terapeutica. Se invece dovesse sentire che non riesce a superare questa difficoltà, valutare di rivolgersi a un altro professionista potrebbe essere un'opzione da considerare.
In ogni caso, la scelta di farsi accompagnare in questo momento così importante della sua vita è estremamente preziosa. Approfondire questi temi con uno specialista le permetterebbe di esplorare in modo sicuro e guidato sia i suoi desideri sia i timori legati alla maternità, aiutandola a costruire maggiore fiducia in sé stessa e nelle sue capacità di essere madre.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa, Psicoterapeuta, Sessuologa
Salve,
la mia indicazione sarebbe di riprendere il percorso psicologico; nel caso volesse darsi una altra possibilità, e volesse intraprendere un percorso di psicoterapia affidandosi ad un altro specialista, non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.
Cari saluti
Dott. Diego Ferrara
la mia indicazione sarebbe di riprendere il percorso psicologico; nel caso volesse darsi una altra possibilità, e volesse intraprendere un percorso di psicoterapia affidandosi ad un altro specialista, non esiti a contattarmi, ricevo anche on-line.
Cari saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, se ha già parlato alla sua terapeuta di questa sua sensazione e delusione, ma non è riuscita però a risolvere la questione, può provare a cercare un'altra persona per iniziare un nuovo percorso e parlare di questo aspetto delicato come la maternità e tutte le emozioni che scatena in lei. Purtroppo il rapporto paziente-terapeuta è un rapporto 'umano' e come tale può rompersi come tutti gli altri rapporti.
In bocca la lupo
Dott.ssa Lisa saccardo
In bocca la lupo
Dott.ssa Lisa saccardo
Buongiorno! Sembra che il desiderio di maternità si stia facendo strada e chieda di essere ascoltato. Sono comprensibili le ambivalenze, le paure, i dubbi. Certo che ne ha, ci mancherebbe altro. Considerato i limiti dello strumento, nonché la potenziale relazione terapeutica con la collega, mi limiterò ad offrirle un piccolo contributo di pensiero. Accenna al fatto di avere avuto “dei genitori assenti” e sembra questa la paura più grande. Somigliare in qualche modo a loro, mettere attivamente in scena qualcosa che conosce bene e che fa ancora male. Poi ci sono stati i nonni, che l’hanno amata, nutrita sia fisicamente che emotivamente, protetta, accompagnata finché ne ha avuto bisogno. Credo sia sano che senta la necessità di condividere questo suo sentire, probabilmente perché nel lavoro terapeutico precedente non c’è stato modo di esplorare anche la dimensione della maternità e il fermento interno che ne sarebbe potuto scaturire. Ma accade qualcosa tra lei e la collega che resta indigesto e che pare riproponga una sorta di scenario interno particolarmente antico e doloroso. Ho immaginato che la collega “distratta” potrebbe aver riattivato in lei la sensazione che una volta messa al mondo (con la prima tranche di lavoro terapeutico), è stata abbandonata e delegata ad “altri” (terapeuti/nonni). Credo si tratti di una preziosa occasione per approfondire con la collega quanto accaduto e cercare di darvi un senso nuovo e diverso. In bocca al lupo per tutto.
Il tempo della maternità apre una serie di scenari sul mondo interno estremamente vasti, rimescola le carte e l'equilibrio che a fatica si era stabilito. Ci mette di fronte alla rivalutazione della figlia che siamo state e al tipo di famiglia che abbiamo avuto. Sono questioni delicate che meritano uno spazio e un tempo tutto loro, in cui essere approfondite. Comprendo la preoccupazione di non avere l'equipaggiamento giusto per il ruolo di madre ma la possibilità di interrogarsi su di sè e la consapevolezza del proprio vissuto possono essere di grande aiuto per dare vita a modalità nuove di relazione.
Le consiglio di avviare un nuovo percorso, con un terapeuta nuovo, ricominciare stavolta con costanza e continuità e affrontare definitivamente i fantasmi del passato
Le consiglio di avviare un nuovo percorso, con un terapeuta nuovo, ricominciare stavolta con costanza e continuità e affrontare definitivamente i fantasmi del passato
Gentile signora,
mi sento di dirle, in primis, che il modello operativo interno, nonostante possa presentare delle criticità, può essere assolutamente modificato, migliorato.
Tale flessibilità rientra proprio nella sua intrinseca natura operativa, esperenziale che può essere modificata nel contesto psicoterapeutico, nella relazione col terapeuta.
Quindi, da questo punto di vista, se lo desidera, può sicuramente agire positivamente su ciò.
Rimodulato il suo modello operativo interno, sarà sicuramente una buona madre, proprio perchè ha fatto un lavoro su di sè.
Per quanto concerne la questione relativa alla sua terapeuta, credo che sia utile, proprio al fine di provare a modificare il suo modello operativo interno, provare a parlarne nuovamente con la collega esplicitando le sue perplessità.
Cercando di analizzare insieme il tema dello "sbaglio" che forse è collegato al suo sentirsi abbandonata/ignorata, sensazione sovrapponibile a quanto accaduto con i suoi genitori assenti.
Le auguro il meglio
mi sento di dirle, in primis, che il modello operativo interno, nonostante possa presentare delle criticità, può essere assolutamente modificato, migliorato.
Tale flessibilità rientra proprio nella sua intrinseca natura operativa, esperenziale che può essere modificata nel contesto psicoterapeutico, nella relazione col terapeuta.
Quindi, da questo punto di vista, se lo desidera, può sicuramente agire positivamente su ciò.
Rimodulato il suo modello operativo interno, sarà sicuramente una buona madre, proprio perchè ha fatto un lavoro su di sè.
Per quanto concerne la questione relativa alla sua terapeuta, credo che sia utile, proprio al fine di provare a modificare il suo modello operativo interno, provare a parlarne nuovamente con la collega esplicitando le sue perplessità.
Cercando di analizzare insieme il tema dello "sbaglio" che forse è collegato al suo sentirsi abbandonata/ignorata, sensazione sovrapponibile a quanto accaduto con i suoi genitori assenti.
Le auguro il meglio
Buonasera, comprendo le sue paure nel prendere questa importante decisione, non può sapere oggi che madre sarà, e nonostante ciò che ha vissuto con i suoi genitori, ha avuto la possibilità di avere accanto i suoi nonni che le hanno dato un altro esempio genitoriale.
Iniziare nuovamente una psicoterapia la può aiutare ad affrontare questo periodo delicato. La sua psicoterapeuta ha detto bene, anche noi professionisti possiamo sbagliare, ma se non si sente più a suo agio con chi la conosce già, valuti la possibilità di contattare qualcun altro.
Iniziare nuovamente una psicoterapia la può aiutare ad affrontare questo periodo delicato. La sua psicoterapeuta ha detto bene, anche noi professionisti possiamo sbagliare, ma se non si sente più a suo agio con chi la conosce già, valuti la possibilità di contattare qualcun altro.
l'incontro con lo psicoterapeuta richiede una reciproca guardia bassa, una sintonia, uno scommettere l'uno sull'altro. se non va con questo animo, le consiglierei di parlarne con la sua psicoterapeuta a cuore aperto visto che insieme, in passato, avete fatto cose buone. se il chiarimento porterà alla precedente sintonia, come le auguro, potrà tornare da lei e farsi aiutare/guidare verso una maternità serena, verso un valido "modello operativo interno", come lei dice. quale migliore occasione per realizzare quel rapporto madre-figlio che la malattia di sua madre le ha precluso?
Buonasera,
grazie della condivisione.
Sicuramente condividere con la sua terapeuta questo vissuto potrebbe aiutarla a "chiudere il cerchio", poi spetta a lei scegliere se una volta fatto questo vuole continuare o andare altrove. La mancanza di fiducia non è sicuramente da sottovalutare.
Intraprendere un nuovo tema con un nuovo terapeuta potrebbe aiutarla ad affrontare un nuovo periodo di vita, magari con spunti diversi e creando una nuova relazione terapeutica.
In bocca al lupo!
grazie della condivisione.
Sicuramente condividere con la sua terapeuta questo vissuto potrebbe aiutarla a "chiudere il cerchio", poi spetta a lei scegliere se una volta fatto questo vuole continuare o andare altrove. La mancanza di fiducia non è sicuramente da sottovalutare.
Intraprendere un nuovo tema con un nuovo terapeuta potrebbe aiutarla ad affrontare un nuovo periodo di vita, magari con spunti diversi e creando una nuova relazione terapeutica.
In bocca al lupo!
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