Buonasera..vorrei un parere su un comportamento da parte di.un uomo dopo tre anni dalla fine della r
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Buonasera..vorrei un parere su un comportamento da parte di.un uomo dopo tre anni dalla fine della relazione, terminata per volontà sua..Dopo tre anni di distanza, di non vederci, ci siamo incontrati per caso sul luogo di lavoro: io ero a parlare seduta con una mia collega e lui mi passa vicinissimo senza neanche dire un ciao per educazione ma facendo l'indifferente..mi chiedo perché non abbia cambiato strada avendo visto che c'ero io, dato che ha deciso di terminare la relazione? Poi un altro episodio: ci siamo trovati l'uno di fronte all'altro e mentre io sono rimasta immobile, lui mentre era intento ad aprire la porta con le chiavi, era girato verso di me a guardarmi e siamo rimasto a guardarci per qualche minuto senza dire niente, a distanza..vorrei capire il perché di questo suo comportamento ambiguo, infantile quasi dato che lui ha deciso di far finire tutto. Grazie Mille.
Buonasera, quello che descrivi mette in evidenza quanto i comportamenti delle persone, soprattutto in situazioni emotivamente significative come quelle legate a una relazione passata, possano risultare ambigui o difficili da interpretare e gestire. È importante ricordare che, a distanza di anni, ognuno può reagire in modo diverso al reincontro con un ex partner: c’è chi sceglie l’indifferenza apparente, chi prova disagio e non sa come gestirlo, chi resta bloccato in un atteggiamento ambiguo. Il fatto che lui non ti abbia salutata o che ti abbia guardata senza dire nulla non necessariamente indica un’intenzione precisa o un messaggio nascosto. Può trattarsi semplicemente di imbarazzo, di difficoltà a gestire un ricordo emotivo, o semplicemente di un suo modo di affrontare una situazione imprevista.
La domanda che forse può esserti più utile e che dovresti farti non è tanto “perché lui si comporta così?”, quanto piuttosto “come mi fanno sentire questi comportamenti e che significato hanno per me oggi?”. Spostare l’attenzione dalle intenzioni dell’altro alla tua esperienza emotiva può aiutarti a dare un senso a ciò che provi e a trovare modalità più costruttive per elaborarlo e per essere più forte a certi richiami del passato.
Se ti accorgi che questi episodi riattivano emozioni dolorose o domande irrisolte, può essere un’occasione per prenderti cura di te e dare spazio a ciò che senti, magari anche in un percorso di riflessione personale o di supporto psicologico. Resto a disposizione, buonaserata!
La domanda che forse può esserti più utile e che dovresti farti non è tanto “perché lui si comporta così?”, quanto piuttosto “come mi fanno sentire questi comportamenti e che significato hanno per me oggi?”. Spostare l’attenzione dalle intenzioni dell’altro alla tua esperienza emotiva può aiutarti a dare un senso a ciò che provi e a trovare modalità più costruttive per elaborarlo e per essere più forte a certi richiami del passato.
Se ti accorgi che questi episodi riattivano emozioni dolorose o domande irrisolte, può essere un’occasione per prenderti cura di te e dare spazio a ciò che senti, magari anche in un percorso di riflessione personale o di supporto psicologico. Resto a disposizione, buonaserata!
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Buonasera, quello che racconta porta con sé emozioni comprensibili: l’incontro con una persona che ha fatto parte della propria vita, soprattutto dopo una separazione, può risvegliare tante domande. Ognuno, in queste situazioni, può assumere atteggiamenti diversi: c’è chi preferisce l’indifferenza per proteggersi, chi sceglie un contatto, chi resta in silenzio pur comunicando con lo sguardo. Ciò che può essere utile per lei, oggi, è spostare l’attenzione dal “perché lui si comporta così” a “come mi fa sentire tutto questo” e “cosa voglio per me adesso”. Le emozioni che prova nel rivederlo possono darle informazioni preziose su ciò di cui ha bisogno per stare bene nel presente. Se desidera, può essere d’aiuto uno spazio di confronto con un professionista, dove poter dare voce a questi vissuti e trasformarli in nuove risorse per sé.
Salve ,queste dinamiche possono essere fastidiose specialmente se c’è un’elevata possibilità di incontrarsi a causa dello stesso ambiente lavorativo.
Ovviamente non conoscendo bene la vostra storia ,come siano andate le cose, come si sia conclusa la vostra relazione e quali motivazioni abbia portato il suo ex compagno a chiudere é impossibile dare un parere.
Io credo che la cosa più importante sia tra se e se stessa capire se ha realmente accettato a pieno la chiusura della relazione oppure no , se ci sono degli strascichi oppure semplicemente situazioni logistiche che non fanno proprio piacere perché sarebbe più semplice magari avere una separazione più netta .
Buone cose, dott. Marziani
Ovviamente non conoscendo bene la vostra storia ,come siano andate le cose, come si sia conclusa la vostra relazione e quali motivazioni abbia portato il suo ex compagno a chiudere é impossibile dare un parere.
Io credo che la cosa più importante sia tra se e se stessa capire se ha realmente accettato a pieno la chiusura della relazione oppure no , se ci sono degli strascichi oppure semplicemente situazioni logistiche che non fanno proprio piacere perché sarebbe più semplice magari avere una separazione più netta .
Buone cose, dott. Marziani
Buongiorno, non posso sapere cosa può aver portato a comportarsi in modo ambiguo. Può essere per una miriade di ragioni. Provi a domandarsi per lei che significato ha questo comportamento, e come si sente davanti a questo comportamento. Ma soprattutto perché il comportamento di quest’uomo ha importanza per lei. Sono a disposizione per colloqui psicologici sia in presenza sia online.
Buonasera, quello che descrive è un comportamento che può lasciare perplessi, soprattutto quando si riattivano emozioni legate a un passato affettivo ancora non del tutto elaborato. Il fatto che dopo tre anni il suo ex compagno abbia scelto il silenzio e l’indifferenza apparente, ma allo stesso tempo abbia mantenuto un contatto visivo prolungato, lascia intendere una contraddizione interna non ancora risolta. Molto spesso, chi ha scelto di chiudere una relazione può trovarsi a disagio nel rivedere la persona che ha lasciato, e reagire in modo evitante o distaccato non sempre per freddezza, ma per difendersi da emozioni ancora presenti, come imbarazzo, rimpianto o senso di colpa. Lo sguardo prolungato potrebbe essere stato un momento di contatto emotivo non previsto, ma anche non sufficientemente maturato da portare a una comunicazione autentica.
La psicoterapia umanistica offre uno spazio prezioso per dare significato a questi vissuti e comprendere perché certi comportamenti ci colpiscono profondamente, anche a distanza di tempo. La risposta non è tanto in lui, ma in ciò che il suo atteggiamento riattiva dentro di lei: forse una ferita aperta, un bisogno di chiusura, o una ricerca di coerenza che non è arrivata. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
La psicoterapia umanistica offre uno spazio prezioso per dare significato a questi vissuti e comprendere perché certi comportamenti ci colpiscono profondamente, anche a distanza di tempo. La risposta non è tanto in lui, ma in ciò che il suo atteggiamento riattiva dentro di lei: forse una ferita aperta, un bisogno di chiusura, o una ricerca di coerenza che non è arrivata. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, che tocca corde delicate legate alla chiusura di una relazione e a ciò che può riemergere anche dopo molto tempo. È comprensibile che questi episodi abbiano suscitato in lei interrogativi e sentimenti contrastanti, perché quando ci troviamo di fronte a una persona con cui abbiamo condiviso una parte importante della nostra vita, anche un semplice gesto può assumere un significato profondo e generare confusione. Dal punto di vista psicologico, è importante considerare che il comportamento umano non sempre segue una logica lineare. Una persona può scegliere di chiudere una relazione, ma ciò non significa che smetta di provare emozioni quando si trova di fronte all’ex partner. Ignorare o mostrarsi indifferenti può essere una strategia difensiva, una modalità per proteggersi dal riattivarsi di ricordi o sentimenti che forse non si vogliono affrontare. Guardarla intensamente senza dire nulla, invece, può rappresentare un conflitto interno: da un lato il bisogno di mantenere la distanza, dall’altro l’incapacità di restare completamente impassibili di fronte a lei. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale è utile osservare come la nostra mente, in situazioni simili, cerchi subito un significato chiaro e definito, spesso cadendo nella tentazione di interpretare ogni gesto come un messaggio nascosto. Questo però rischia di amplificare l’ambiguità e di tenerla ancorata a domande che non trovano una risposta certa. In realtà, ciò che conta non è tanto decifrare le intenzioni dell’altro, quanto soffermarsi su come questi episodi hanno fatto sentire lei. L’ha colpita il suo silenzio? Le ha fatto provare rabbia, nostalgia o confusione? Queste emozioni possono dirle molto più di quanto possano farlo i comportamenti di lui, perché le mostrano quali aspetti della relazione passata non sono ancora del tutto elaborati. Tre anni non cancellano necessariamente l’impatto di una storia importante, soprattutto se la chiusura non è stata accompagnata da una chiara elaborazione. Gli incontri casuali possono riaprire ferite, ma rappresentano anche un’occasione per chiedersi che cosa oggi è davvero importante per lei. Continuare a interrogarsi sui suoi comportamenti rischia di spostare l’attenzione verso ciò che non può controllare, mentre la vera libertà nasce dal riorientare lo sguardo su di sé, sui propri bisogni e su come vuole vivere le relazioni future. Non è infantile il suo comportamento, ma probabilmente esprime un’incapacità di gestire l’incontro in maniera diretta ed equilibrata. Ciò non toglie che sia legittimo per lei percepirlo come ambiguo e poco rispettoso. Può essere utile lavorare sulla capacità di accogliere l’imprevisto senza sentirsi destabilizzata, sviluppando strumenti per ridurre il peso emotivo che questi episodi hanno su di lei. Questo le consentirebbe di vivere con maggiore serenità eventuali incontri futuri e di non sentirsi più legata a dinamiche che appartengono ormai al passato. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, capisco quanto possano essere destabilizzanti questi incontri dopo tanto tempo e anche quanto bisogno ci sia di dare un senso a comportamenti che appaiono contraddittori.
Se analizziamo questi comportamenti quello che descrive è effettivamente un pattern ambivalente tipico di chi ha chiuso una relazione ma non ha elaborato completamente il distacco emotivo. L'alternanza tra evitamento ostentato (passare vicinissimo senza salutare) e ricerca di contatto visivo prolungato rivela un conflitto interno irrisolto.
Il primo comportamento, l'indifferenza forzata, spesso maschera il bisogno di mantenere controllo sulla situazione e di non mostrare vulnerabilità. Non cambiare strada potrebbe indicare sia una forma di sfida ("dimostro che non mi fai effetto") sia, paradossalmente, un modo indiretto per creare un'occasione di incontro.
Lo sguardo prolungato del secondo episodio tradisce invece l'impossibilità di mantenere quella corazza di indifferenza. Quello sguardo conteneva probabilmente curiosità, nostalgia, forse rimpianto - emozioni che fatica a gestire e che si manifestano quando viene colto di sorpresa.
Questa incoerenza comportamentale spesso riflette la difficoltà di alcune persone nel mantenere decisioni prese razionalmente quando si confrontano con la realtà emotiva. Lui può aver chiuso la relazione per motivi logici ma non aver mai davvero "chiuso" sul piano affettivo.
Quello che io suggerisco a lei è però di reagire e decidere di trasformare la situazione seguendo un percorso centrato su:
- Elaborazione dell'impatto emotivo di questi incontri casuali
- Rafforzamento della propria stabilità interiore indipendentemente dai comportamenti altrui
- Lavoro sul distacco emotivo sano per proteggersi da queste dinamiche ambigue
- Sviluppo di strategie per gestire futuri incontri con serenità
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Se analizziamo questi comportamenti quello che descrive è effettivamente un pattern ambivalente tipico di chi ha chiuso una relazione ma non ha elaborato completamente il distacco emotivo. L'alternanza tra evitamento ostentato (passare vicinissimo senza salutare) e ricerca di contatto visivo prolungato rivela un conflitto interno irrisolto.
Il primo comportamento, l'indifferenza forzata, spesso maschera il bisogno di mantenere controllo sulla situazione e di non mostrare vulnerabilità. Non cambiare strada potrebbe indicare sia una forma di sfida ("dimostro che non mi fai effetto") sia, paradossalmente, un modo indiretto per creare un'occasione di incontro.
Lo sguardo prolungato del secondo episodio tradisce invece l'impossibilità di mantenere quella corazza di indifferenza. Quello sguardo conteneva probabilmente curiosità, nostalgia, forse rimpianto - emozioni che fatica a gestire e che si manifestano quando viene colto di sorpresa.
Questa incoerenza comportamentale spesso riflette la difficoltà di alcune persone nel mantenere decisioni prese razionalmente quando si confrontano con la realtà emotiva. Lui può aver chiuso la relazione per motivi logici ma non aver mai davvero "chiuso" sul piano affettivo.
Quello che io suggerisco a lei è però di reagire e decidere di trasformare la situazione seguendo un percorso centrato su:
- Elaborazione dell'impatto emotivo di questi incontri casuali
- Rafforzamento della propria stabilità interiore indipendentemente dai comportamenti altrui
- Lavoro sul distacco emotivo sano per proteggersi da queste dinamiche ambigue
- Sviluppo di strategie per gestire futuri incontri con serenità
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Buonasera,
capisco bene il suo disorientamento: quando una relazione si chiude, soprattutto se la decisione non è stata condivisa, alcuni comportamenti dell’altra persona possono apparire contraddittori o difficili da leggere. L’indifferenza apparente, lo sguardo prolungato o il silenzio possono riflettere emozioni ancora non elaborate, ma anche semplici reazioni automatiche a una situazione imprevista o difficoltà a gestire senza imbarazzo l’incontro con chi ha fatto parte della propria vita.
Al di là del significato che può avere per lui, ciò che conta è come questi episodi risuonano dentro di lei. Può essere utile provare a:
- Annotare le emozioni che emergono in lei subito dopo questi incontri, distinguendo tra sentimenti del passato e vissuti del presente.
- Chiedersi cosa rappresenta oggi per lei questa persona e quali bisogni o pensieri riattiva.
- Immaginare un confine interiore, come se delimitasse lo spazio emotivo che desidera proteggere, per non sentirsi travolta da questi gesti ambigui.
Questi piccoli esercizi possono aiutarla a spostare l’attenzione da ciò che “lui pensa o fa” a ciò che lei sente e desidera per sé, riportando il focus su ciò che oggi conta davvero: il suo benessere e la sua serenità.
Buona fortuna!
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Erika Marrafino - Psicologa e Counselor
capisco bene il suo disorientamento: quando una relazione si chiude, soprattutto se la decisione non è stata condivisa, alcuni comportamenti dell’altra persona possono apparire contraddittori o difficili da leggere. L’indifferenza apparente, lo sguardo prolungato o il silenzio possono riflettere emozioni ancora non elaborate, ma anche semplici reazioni automatiche a una situazione imprevista o difficoltà a gestire senza imbarazzo l’incontro con chi ha fatto parte della propria vita.
Al di là del significato che può avere per lui, ciò che conta è come questi episodi risuonano dentro di lei. Può essere utile provare a:
- Annotare le emozioni che emergono in lei subito dopo questi incontri, distinguendo tra sentimenti del passato e vissuti del presente.
- Chiedersi cosa rappresenta oggi per lei questa persona e quali bisogni o pensieri riattiva.
- Immaginare un confine interiore, come se delimitasse lo spazio emotivo che desidera proteggere, per non sentirsi travolta da questi gesti ambigui.
Questi piccoli esercizi possono aiutarla a spostare l’attenzione da ciò che “lui pensa o fa” a ciò che lei sente e desidera per sé, riportando il focus su ciò che oggi conta davvero: il suo benessere e la sua serenità.
Buona fortuna!
Un cordiale saluto.
Dott.ssa Erika Marrafino - Psicologa e Counselor
Quello che racconti è molto umano e capita spesso dopo una relazione importante, anche se chi l’ha interrotta è stato lui.
Provo a offrirti una lettura:
1)Il silenzio e l’indifferenza apparente
Non salutarti passando vicino può sembrare maleducato, ma in realtà è spesso una strategia di difesa. Un “ciao” avrebbe potuto aprire una conversazione che lui, forse, non sapeva come gestire. Quindi sceglie l’indifferenza, non perché non ti abbia notata, ma proprio perché ti ha notata troppo.
2)Lo sguardo prolungato
Quello che descrivi (“restare a guardarvi in silenzio per minuti”) non è indifferenza: è il contrario. Significa che un’emozione è scattata, anche se lui non l’ha tradotta in parole. A volte lo sguardo è un modo di comunicare ciò che non si vuole o non si riesce a dire.
3)Perché comportamenti ambigui?
Forse non ha ancora elaborato del tutto la fine, anche se è stato lui a deciderla.
Forse prova curiosità su di te, su come stai, senza però volersi esporre.
Oppure vuole mantenere le distanze razionalmente, ma il corpo (sguardo, attenzione) lo tradisce.
Infantilismo o difficoltà emotiva?
Può sembrare infantile, sì, ma più che altro è una difficoltà nel gestire un incontro “inatteso” con una persona che ha contato. Non tutti hanno la maturità di affrontare questi momenti con naturalezza.
In sintesi:
Il fatto che non ti abbia salutata non significa disprezzo, ma imbarazzo/difesa.
Il fatto che vi siate guardati a lungo significa che sei ancora una presenza significativa, almeno nella sua memoria emotiva.
Il suo comportamento è ambiguo perché probabilmente anche dentro di lui c’è ambivalenza: tra il desiderio di ignorare e quello di non ignorarti.
La domanda più importante però non è “perché lui si comporta così?”, ma: cosa vuoi fare tu di questi segnali?
Vuoi interpretarli come un residuo del passato da lasciar andare, o senti il bisogno di riaprire un dialogo (anche solo per chiarire dentro di te)?
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Provo a offrirti una lettura:
1)Il silenzio e l’indifferenza apparente
Non salutarti passando vicino può sembrare maleducato, ma in realtà è spesso una strategia di difesa. Un “ciao” avrebbe potuto aprire una conversazione che lui, forse, non sapeva come gestire. Quindi sceglie l’indifferenza, non perché non ti abbia notata, ma proprio perché ti ha notata troppo.
2)Lo sguardo prolungato
Quello che descrivi (“restare a guardarvi in silenzio per minuti”) non è indifferenza: è il contrario. Significa che un’emozione è scattata, anche se lui non l’ha tradotta in parole. A volte lo sguardo è un modo di comunicare ciò che non si vuole o non si riesce a dire.
3)Perché comportamenti ambigui?
Forse non ha ancora elaborato del tutto la fine, anche se è stato lui a deciderla.
Forse prova curiosità su di te, su come stai, senza però volersi esporre.
Oppure vuole mantenere le distanze razionalmente, ma il corpo (sguardo, attenzione) lo tradisce.
Infantilismo o difficoltà emotiva?
Può sembrare infantile, sì, ma più che altro è una difficoltà nel gestire un incontro “inatteso” con una persona che ha contato. Non tutti hanno la maturità di affrontare questi momenti con naturalezza.
In sintesi:
Il fatto che non ti abbia salutata non significa disprezzo, ma imbarazzo/difesa.
Il fatto che vi siate guardati a lungo significa che sei ancora una presenza significativa, almeno nella sua memoria emotiva.
Il suo comportamento è ambiguo perché probabilmente anche dentro di lui c’è ambivalenza: tra il desiderio di ignorare e quello di non ignorarti.
La domanda più importante però non è “perché lui si comporta così?”, ma: cosa vuoi fare tu di questi segnali?
Vuoi interpretarli come un residuo del passato da lasciar andare, o senti il bisogno di riaprire un dialogo (anche solo per chiarire dentro di te)?
Dott.ssa Antonella Bellanzon
Buonasera,
da quanto descrive, il comportamento dell’uomo può essere interpretato in vari modi, ma resta comunque ambiguo. Dopo la fine di una relazione, anche a distanza di anni, alcune persone possono avere reazioni complesse quando si trovano davanti all’ex partner: a volte scelgono l’indifferenza come meccanismo di difesa, altre volte mostrano segnali non verbali di interesse o curiosità, senza però voler riaprire un confronto o una relazione.
Nel primo episodio, ignorarla potrebbe essere stata una forma di evitare un contatto emotivo diretto, oppure un modo per apparire distaccato e “controllato”. Nel secondo episodio, lo sguardo prolungato può indicare curiosità, riflessione, o semplicemente un momento di riconoscimento e sorpresa, ma senza necessariamente implicare intenzioni precise. Spesso questi comportamenti possono sembrare infantili o ambigui proprio perché non sono coerenti con una comunicazione chiara: l’essere umano può provare emozioni contrastanti e agire in modi che non riflettono la razionalità.
In situazioni come queste, può essere utile concentrarsi su se stessi e sulle proprie emozioni: chiedersi come ci si sente di fronte a questi comportamenti e quali limiti si vogliono mantenere. Cercare di dare un senso razionale al comportamento altrui può essere spesso frustrante, perché non sempre le azioni degli altri seguono una logica chiara o coerente.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire meglio la situazione e gestire eventuali emozioni legate a questi incontri, rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
da quanto descrive, il comportamento dell’uomo può essere interpretato in vari modi, ma resta comunque ambiguo. Dopo la fine di una relazione, anche a distanza di anni, alcune persone possono avere reazioni complesse quando si trovano davanti all’ex partner: a volte scelgono l’indifferenza come meccanismo di difesa, altre volte mostrano segnali non verbali di interesse o curiosità, senza però voler riaprire un confronto o una relazione.
Nel primo episodio, ignorarla potrebbe essere stata una forma di evitare un contatto emotivo diretto, oppure un modo per apparire distaccato e “controllato”. Nel secondo episodio, lo sguardo prolungato può indicare curiosità, riflessione, o semplicemente un momento di riconoscimento e sorpresa, ma senza necessariamente implicare intenzioni precise. Spesso questi comportamenti possono sembrare infantili o ambigui proprio perché non sono coerenti con una comunicazione chiara: l’essere umano può provare emozioni contrastanti e agire in modi che non riflettono la razionalità.
In situazioni come queste, può essere utile concentrarsi su se stessi e sulle proprie emozioni: chiedersi come ci si sente di fronte a questi comportamenti e quali limiti si vogliono mantenere. Cercare di dare un senso razionale al comportamento altrui può essere spesso frustrante, perché non sempre le azioni degli altri seguono una logica chiara o coerente.
Sarebbe utile e consigliato, per approfondire meglio la situazione e gestire eventuali emozioni legate a questi incontri, rivolgersi a uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno,
posso immaginare la sua difficoltà nel comprendere e vivere delle situazioni come queste. Comportamenti come quelli del suo ex possono lasciare interdetti, con mille domande e poche risposte, soprattutto dopo anni dalla fine della relazione. Proprio questo elemento farebbe pensare che ci siano delle cose irrisolte.
Vorrei consigliarle, però, di spostare il focus dai comportamenti del suo ex compagno al suo vissuto personale. Mi spiego meglio: anzichè domandarsi "perchè si comporta così?" provi a chiedersi "perchè mi colpisce così tanto?".
Confrontarsi con i comportamenti altrui è utile a comprendere le proprie reazioni e motivazioni sottostanti.
Le consiglio di affrontare questa tematica con la sua terapeuta, vedrà che la aiuterà a capire e, soprattutto, a capirsi.
Cordiali saluti.
posso immaginare la sua difficoltà nel comprendere e vivere delle situazioni come queste. Comportamenti come quelli del suo ex possono lasciare interdetti, con mille domande e poche risposte, soprattutto dopo anni dalla fine della relazione. Proprio questo elemento farebbe pensare che ci siano delle cose irrisolte.
Vorrei consigliarle, però, di spostare il focus dai comportamenti del suo ex compagno al suo vissuto personale. Mi spiego meglio: anzichè domandarsi "perchè si comporta così?" provi a chiedersi "perchè mi colpisce così tanto?".
Confrontarsi con i comportamenti altrui è utile a comprendere le proprie reazioni e motivazioni sottostanti.
Le consiglio di affrontare questa tematica con la sua terapeuta, vedrà che la aiuterà a capire e, soprattutto, a capirsi.
Cordiali saluti.
Buongiorno gentile Utente. Sono dispiaciuta per la situazione che porta qui e posso comprendere la sua volontà di trovare chiarezza.
Nel suo messaggio parla di due episodi apparentemente poco coerenti tra loro. Se in un primo momento pare che il modo di fare nei suoi confronti sia indifferente, poi sembra ci sia dell'interesse o che ci siano degli insoluti tra voi. Solitamente, quando si giunge alla conclusione di un percorso svolto assieme, la persona che decide di allontanarsi può mettere in atto comportamenti di evitamento, e potrebbero sorgere temi ancora da chiarire o potrebbero emergere delle incomprensioni.
Nonostante questa possibile premessa, forse sarebbe più utile per lei volgere lo sguardo verso quelli che sono i suoi vissuti e i suoi pensieri. Cercare di accogliere e approfondire le emozioni che sta provando, le potrebbe essere di aiuto per acquisire maggior chiarezza e per identificare la strada da seguire. Le dico questo perchè l'unica consapevolezza che possiamo raggiungere riguarda la nostra persona e il nostro sentire. Se lo ritiene, dedicarsi dello spazio di ascolto in cui potersi raccontare potrebbe esserle di aiuto e le consentirebbe di identificare maggiormente le proprie necessità e le strategie per soddisfarle.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Nel suo messaggio parla di due episodi apparentemente poco coerenti tra loro. Se in un primo momento pare che il modo di fare nei suoi confronti sia indifferente, poi sembra ci sia dell'interesse o che ci siano degli insoluti tra voi. Solitamente, quando si giunge alla conclusione di un percorso svolto assieme, la persona che decide di allontanarsi può mettere in atto comportamenti di evitamento, e potrebbero sorgere temi ancora da chiarire o potrebbero emergere delle incomprensioni.
Nonostante questa possibile premessa, forse sarebbe più utile per lei volgere lo sguardo verso quelli che sono i suoi vissuti e i suoi pensieri. Cercare di accogliere e approfondire le emozioni che sta provando, le potrebbe essere di aiuto per acquisire maggior chiarezza e per identificare la strada da seguire. Le dico questo perchè l'unica consapevolezza che possiamo raggiungere riguarda la nostra persona e il nostro sentire. Se lo ritiene, dedicarsi dello spazio di ascolto in cui potersi raccontare potrebbe esserle di aiuto e le consentirebbe di identificare maggiormente le proprie necessità e le strategie per soddisfarle.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Buon pomeriggio. La invito a diffidare del comportamento del suo ex compagno, in quanto spesso, le persone prendono la decisione di interrompere una relazione , ma di fatto non elaborano la separazione emotiva, non riescono a riorientare la loro vita nel senso di riuscire ad accettarsi in solitudine. Questo può spingere a mettere in atto quell'ambiguità che a lei non è sfuggita. Valuti se si tratta di un ripensamento o di una modalità " nè con te, nè senza di te".
Spesso cerchiamo di interpretare i comportamenti altrui secondo una nostra visione o punto di vista. Non possiamo cercare di comprendere ciò che fanno o pensano gli altri, quindi alla volte è meglio non cercare soluzioni ad atteggiamenti che per noi sono ambigui. L'unica soluzione sarebbe che ce li spiegassero i diretti interessati.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Buongiorno, la ringrazio per la sua domanda.
Comprendo la difficoltà nel riuscire a provare a spiegarsi un comportamento da parte di un uomo con cui lei ha avuto una relazione.
Al di là del suo comportamento io credo che possa esserle fondamentale provare a porsi domande diverse non tanto dirette verso l'altro ma verso se stessa.
Questi episodi di cui lei mi parla sembrano comunque averle lasciato qualcosa dentro che lei ancora oggi si porta dietro... provi a chiedersi come mai lei abbia bisogno di trovare risposte nel comportamento di un uomo con cui non ha più contatti?
Grazie
Comprendo la difficoltà nel riuscire a provare a spiegarsi un comportamento da parte di un uomo con cui lei ha avuto una relazione.
Al di là del suo comportamento io credo che possa esserle fondamentale provare a porsi domande diverse non tanto dirette verso l'altro ma verso se stessa.
Questi episodi di cui lei mi parla sembrano comunque averle lasciato qualcosa dentro che lei ancora oggi si porta dietro... provi a chiedersi come mai lei abbia bisogno di trovare risposte nel comportamento di un uomo con cui non ha più contatti?
Grazie
Buonasera,
Quello che descrive è un comportamento che può sembrare ambiguo o contraddittorio, ma spesso non ha tanto a che fare con lei quanto con il modo in cui lui gestisce le proprie emozioni e il contatto con l’altro dopo una separazione. Dal punto di vista strategico, piuttosto che cercare di interpretare ogni gesto, può essere più utile concentrarsi su come questi incontri la fanno sentire e su quali reazioni vuole generare in sé stessa.
Ad esempio, può chiedersi: cosa mi succede emotivamente quando lo incontro? Cosa voglio fare di questa emozione? Qui il focus non è cambiare lui, ma gestire in maniera funzionale la sua esperienza.
Il fatto che lui scelga di ignorarla in un’occasione e poi fissarla in un’altra può indicare tentativi di mantenere un controllo emotivo, senza necessariamente avere un’intenzione chiara nei suoi confronti. In termini pratici, se desidera ridurre ansia o confusione, strategie semplici possono essere: mantenere il proprio spazio, concentrarsi sulle proprie attività e rispondere ai suoi comportamenti in modo coerente con i propri bisogni, senza cercare di decifrarli o giustificarli.
Se vuole, possiamo anche lavorare su alcune tecniche concrete per gestire l’imbarazzo o la tensione in questi incontri casuali, così da sentirsi più tranquilla e padrona della situazione.
Quello che descrive è un comportamento che può sembrare ambiguo o contraddittorio, ma spesso non ha tanto a che fare con lei quanto con il modo in cui lui gestisce le proprie emozioni e il contatto con l’altro dopo una separazione. Dal punto di vista strategico, piuttosto che cercare di interpretare ogni gesto, può essere più utile concentrarsi su come questi incontri la fanno sentire e su quali reazioni vuole generare in sé stessa.
Ad esempio, può chiedersi: cosa mi succede emotivamente quando lo incontro? Cosa voglio fare di questa emozione? Qui il focus non è cambiare lui, ma gestire in maniera funzionale la sua esperienza.
Il fatto che lui scelga di ignorarla in un’occasione e poi fissarla in un’altra può indicare tentativi di mantenere un controllo emotivo, senza necessariamente avere un’intenzione chiara nei suoi confronti. In termini pratici, se desidera ridurre ansia o confusione, strategie semplici possono essere: mantenere il proprio spazio, concentrarsi sulle proprie attività e rispondere ai suoi comportamenti in modo coerente con i propri bisogni, senza cercare di decifrarli o giustificarli.
Se vuole, possiamo anche lavorare su alcune tecniche concrete per gestire l’imbarazzo o la tensione in questi incontri casuali, così da sentirsi più tranquilla e padrona della situazione.
Gentile utente,
la chiusura di una relazione può essere dolorosa, sia per il partner che lascia, che per quello che viene lasciato, in quanto si tratta di porre fine ad un legame di forte investimento emotivo reciproco. Può capitare che nel rincontrarsi a distanza di tempo, possa scattare una sorta di imbarazzo reciproco, in cui non si sa bene come comportarsi, come allo stesso tempo possa smuoversi anche della curiosità per quella persona che ci è stata accanto. Le mie ovviamente sono delle ipotesi, qualora avesse bisogno di ulteriori chiarimenti rimango a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Arianna Poncetta
la chiusura di una relazione può essere dolorosa, sia per il partner che lascia, che per quello che viene lasciato, in quanto si tratta di porre fine ad un legame di forte investimento emotivo reciproco. Può capitare che nel rincontrarsi a distanza di tempo, possa scattare una sorta di imbarazzo reciproco, in cui non si sa bene come comportarsi, come allo stesso tempo possa smuoversi anche della curiosità per quella persona che ci è stata accanto. Le mie ovviamente sono delle ipotesi, qualora avesse bisogno di ulteriori chiarimenti rimango a disposizione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Arianna Poncetta
Buongiorno signora,
grazie per la sua condivisione. Da quello che descrive i comportamenti di questa persona possono sembrare contraddittori. È possibile che per lui questi incontri ravvicinati riattivino emozioni o ricordi che non sa come gestire, e che il suo modo di comportarsi rifletta proprio questa difficoltà. Allo stesso tempo, ciò che più conta è notare l’effetto che questi episodi hanno avuto su di lei e chiedersi: “Che emozioni hanno risvegliato in me i comportamenti del mio ex? E che significato hanno per me oggi?".
A volte non possiamo dare un senso pieno ai comportamenti dell’altro, ma possiamo dare valore a ciò che accade dentro di noi quando ci troviamo in queste situazioni.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Valentina Sartirana
grazie per la sua condivisione. Da quello che descrive i comportamenti di questa persona possono sembrare contraddittori. È possibile che per lui questi incontri ravvicinati riattivino emozioni o ricordi che non sa come gestire, e che il suo modo di comportarsi rifletta proprio questa difficoltà. Allo stesso tempo, ciò che più conta è notare l’effetto che questi episodi hanno avuto su di lei e chiedersi: “Che emozioni hanno risvegliato in me i comportamenti del mio ex? E che significato hanno per me oggi?".
A volte non possiamo dare un senso pieno ai comportamenti dell’altro, ma possiamo dare valore a ciò che accade dentro di noi quando ci troviamo in queste situazioni.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Valentina Sartirana
Capisco bene il tuo disorientamento: dopo tre anni senza contatti, incontrarlo e vedere atteggiamenti così contrastanti lascia inevitabilmente delle domande.
Il suo comportamento ha due facce. Da una parte c’è l’indifferenza apparente: passarti accanto senza salutare, come se volesse negare qualsiasi riconoscimento della vostra storia. Questo atteggiamento può essere una difesa, un modo per evitare un contatto che lo metterebbe a disagio. Non salutare può sembrare maleducato, ma a volte è il segnale di chi non sa come gestire l’imbarazzo e sceglie la strada del distacco freddo.
Dall’altra parte, però, c’è lo sguardo prolungato. Se davvero fosse del tutto indifferente, avrebbe distolto lo sguardo rapidamente. Restare a guardarti, senza dire nulla, rivela che un’emozione c’è ancora: curiosità, nostalgia, forse persino conflitto interiore. Non è necessariamente un desiderio di ricominciare, ma dimostra che la vostra storia non gli è del tutto “indifferente”, anche se lui ha deciso di chiuderla.
Definirlo ambiguo è giusto: è come se oscillasse tra il voler confermare la sua scelta di allontanamento e il non riuscire a ignorarti completamente. Questo può sembrare infantile, ma in realtà è un modo poco maturo di gestire emozioni che evidentemente prova ancora, anche se non vuole o non sa esprimere.
La cosa importante per te è non leggerci dentro un messaggio chiaro. Non è detto che ci sia un’intenzione precisa, ma piuttosto una difficoltà sua nel gestire l’incontro con te. Quello che conta è come vuoi gestirlo tu: se preferisci la chiarezza, puoi decidere che al prossimo incontro un saluto neutro e gentile (anche solo “ciao”) basta a ristabilire educazione e confini. In questo modo non resti in balia dei suoi silenzi o dei suoi sguardi, ma riprendi tu la misura del rapporto.
Dott.ssa De Pretto
Il suo comportamento ha due facce. Da una parte c’è l’indifferenza apparente: passarti accanto senza salutare, come se volesse negare qualsiasi riconoscimento della vostra storia. Questo atteggiamento può essere una difesa, un modo per evitare un contatto che lo metterebbe a disagio. Non salutare può sembrare maleducato, ma a volte è il segnale di chi non sa come gestire l’imbarazzo e sceglie la strada del distacco freddo.
Dall’altra parte, però, c’è lo sguardo prolungato. Se davvero fosse del tutto indifferente, avrebbe distolto lo sguardo rapidamente. Restare a guardarti, senza dire nulla, rivela che un’emozione c’è ancora: curiosità, nostalgia, forse persino conflitto interiore. Non è necessariamente un desiderio di ricominciare, ma dimostra che la vostra storia non gli è del tutto “indifferente”, anche se lui ha deciso di chiuderla.
Definirlo ambiguo è giusto: è come se oscillasse tra il voler confermare la sua scelta di allontanamento e il non riuscire a ignorarti completamente. Questo può sembrare infantile, ma in realtà è un modo poco maturo di gestire emozioni che evidentemente prova ancora, anche se non vuole o non sa esprimere.
La cosa importante per te è non leggerci dentro un messaggio chiaro. Non è detto che ci sia un’intenzione precisa, ma piuttosto una difficoltà sua nel gestire l’incontro con te. Quello che conta è come vuoi gestirlo tu: se preferisci la chiarezza, puoi decidere che al prossimo incontro un saluto neutro e gentile (anche solo “ciao”) basta a ristabilire educazione e confini. In questo modo non resti in balia dei suoi silenzi o dei suoi sguardi, ma riprendi tu la misura del rapporto.
Dott.ssa De Pretto
Buonasera, credo che il suo ex fidanzato abbia capito che può comportarsi così perchè consapevole di avere ancora un certo effetto su di lei. Forse riscontrando ciò continua a nutrire il suo ego. Se lei non nutre alcun sentimento per lui rafforzi la sua sicurezza e dignità, più che altro per avere per sè le energie per vivere una vita serena, andando incontro a relazioni in cui sentirsi valorizzata, evitando così di disperderle per una persona che ha scelto già tempo fa.
Gentilissima, salve.
Sicuramente, ritrovarsi dopo tre anni faccia a faccia con qualcuno che ha fatto parte della sua vita in modo importante e che ha deciso di chiudere il vostro rapporto può riaprire interrogativi, emozioni sospese, e richieste di senso. È normale voler capire.
Il fatto che lui le sia passato vicino senza salutarla non è necessariamente una dimostrazione di cattiveria o superiorità. Potrebbe semplicemente derivare da disagio o imbarazzo. A volte, chi ha chiuso una relazione preferisce evitare il contatto per non riaprire dinamiche che teme di non riuscire a gestire.
Guardarsi per alcuni minuti in silenzio, soprattutto dopo anni, è un atto carico di non-detto. Dà l’idea di una forma di comunicazione silenziosa, dove lo sguardo dice più delle parole che non riesce o non vuole pronunciare.
Se vuole parlarne, mi contatti pure.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Sicuramente, ritrovarsi dopo tre anni faccia a faccia con qualcuno che ha fatto parte della sua vita in modo importante e che ha deciso di chiudere il vostro rapporto può riaprire interrogativi, emozioni sospese, e richieste di senso. È normale voler capire.
Il fatto che lui le sia passato vicino senza salutarla non è necessariamente una dimostrazione di cattiveria o superiorità. Potrebbe semplicemente derivare da disagio o imbarazzo. A volte, chi ha chiuso una relazione preferisce evitare il contatto per non riaprire dinamiche che teme di non riuscire a gestire.
Guardarsi per alcuni minuti in silenzio, soprattutto dopo anni, è un atto carico di non-detto. Dà l’idea di una forma di comunicazione silenziosa, dove lo sguardo dice più delle parole che non riesce o non vuole pronunciare.
Se vuole parlarne, mi contatti pure.
Dott.ssa Elena Brizi, psicologa
Gentile utente,
farsi domande sulle motivazioni dell'altro ha poco senso. Nessuno può rispondere del comportamento degli altri, sarebbe tra l'altro poco professionale (e di poco senso) in questa sede. Ciò che può chiedersi è cosa può fare lei in questa situazione: perché si sta concentrando sul comportamento dell'altro? Perchè è così importante decifrarlo dopo tre anni dalla rottura?
Se le domande diventano pressanti e di difficile gestione, potrebbe prendere in carico come sta e iniziare un percorso psicologico.
Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri
farsi domande sulle motivazioni dell'altro ha poco senso. Nessuno può rispondere del comportamento degli altri, sarebbe tra l'altro poco professionale (e di poco senso) in questa sede. Ciò che può chiedersi è cosa può fare lei in questa situazione: perché si sta concentrando sul comportamento dell'altro? Perchè è così importante decifrarlo dopo tre anni dalla rottura?
Se le domande diventano pressanti e di difficile gestione, potrebbe prendere in carico come sta e iniziare un percorso psicologico.
Resto a disposizione, Dott.ssa Martina Panzeri
Buonasera, i motivi possono essere diversi e penso che, anche con maggiori informazioni sulla vostra passata relazione, sia difficile se non impossibile avere un quadro preciso e indiscutibile di cosa passi nella mente di un'altra persona. Credo però che, da come la racconta, questa cosa l'abbia in qualche modo turbata e che quindi sarebbe importante come sia stato e cosa abbia voluto dire, per lei, trovarsi in queste situazioni.
Buona serata
dott. Federico Bartoli
Buona serata
dott. Federico Bartoli
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