Buonasera, Mi vergogno da morire ma so ke chiedere aiuto e' il primo passo per guarire. All appare

20 risposte
Buonasera,
Mi vergogno da morire ma so ke chiedere aiuto e' il primo passo per guarire.
All apparenza ho una vita normale
Ma soffro di depressione o ansia da ormai 12 anni e ci sono periodi che sembra che non ho nulla invece periodi come per adesso che sto una merda
Questi episodi di depressione o ansia avvengono diverse volte l anno di solito in questo periodo oppure ottobre sono accompagnati da pensieri di fare del male, tipo uccidere qualcuno della mia famiglia, oppure aprire lo sportello della macchina e l'anciarmi, fare del male a chi o vicino ecc.
In più unito a tutto questo o una confusione mentale cioè noto una netta riduzione della memoria a breve termine, e soprattutto (spesso sono al pc) faccio fatica a concentrarmi, e a capire appieno cosa sto realmente facendo o quello che voglio fare, o la gente mi parla e sembro sulle nuvole, o non avere più il piacere di fare le cose che prima mi piacevano, oppure guardarmi attorno e vedere come se non sono connesso una sensazione strana da spiegare.
come ultima cosa non so se si può definire fobia oppure non so ogni tanto mi succede come se ho paura che dentro casa ci sia qualcuno anche se dentro di me so che non c'è nessuno ma quel pensiero melo fa pensare ugualmente... tutto questo da cosa può essere dovuto ? ansia? depressione ? oppure?
Prendo da almeno 10 anni daparox preschitti dal mio medico di famiglia.. perchè detto da lui e depressione..
Anche perchè ci sono periodi che sembra che non ho nulla di tutto ciò come prima di marzo, invece come periodi come questi che mi sento male... grazie
Dott. Giulio Ciccia
Psicologo, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno è molto probabile che la diagnosi del suo psichiatra sia corretta, nei disturbi dell'umore non è infrequente infatti che vi siano periodi dell'anno in cui la situazione sembra precipitare e i sintomi da lei descritti si ricollegano ad emozioni negative che lei vive internamente e che trovano forma in pensieri aggressivi auto o eterodiretti.
La psicologia transazionale parla di tre figure che presiedono il nostro io : il bambino il genitore e l'adulto, nei casi in cui lei si sente afflitto da un momento depressivo molto probabilmente è il bambino a fare da padrone , con le sue paure, le sue fragilità e la sua rabbia distruttiva. È importante che faccia appello in questi momenti all'adulto e al genitore che sono dentro di lei, prendere per mano questo bambino e accompagnarlo verso una maggiore serenità.
Spero di cuore che il suo psichiatra le abbia proposto di intraprendere un percorso terapeutico che possa aiutarla a conoscersi meglio e a non spaventarsi quando si ripresentano queste situazioni, anche perché dopo tanti anni lei potrebbe fare tesoro di un'esperienza utile ad auto rassicurarsi. cordialmente

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Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buonasera! Posso solo provare ad immaginare quanto sia spaventato. Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò a fornire qualche indicazione. Nonostante il farmaco, sembra che l’umore sia sempre stato poco stabile e che di recente si sono presentati nuovi sintomi (confusione, sensazione di non essere connesso, paura che possa accadere qualcosa di brutto). Penso sia indispensabile una visita psichiatrica per valutare l’efficacia e l’eventuale modifica dell’attuale terapia farmacologica. Può rivolgersi con fiducia al Centro di Salute Mentale a lei più vicino (è sufficiente l’impegnativa del medico di famiglia, il quale capirà che uno psichiatra è necessario), troverà personale professionalmente preparato e umanamente dotato. Poiché i farmaci funzionano bene per alcune cose e meno per altre, sarà lo stesso psichiatra a valutare l’opportunità di una psicoterapia e orientarla in tal senso. Non tergiversi, ha diritto a prendersi cura di sé stesso. In bocca al lupo
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buonasera,
grazie per aver trovato il coraggio di scrivere: riconoscere il proprio malessere e chiedere aiuto è davvero un passo fondamentale.

Le esperienze che descrivi – l’alternanza di periodi di apparente benessere a momenti di profondo disagio, i pensieri intrusivi e disturbanti, la sensazione di distacco dalla realtà, la difficoltà a concentrarsi, la confusione mentale, l’anedonia (cioè la perdita di piacere per le cose che prima ti interessavano), insieme a una paura immotivata e persistente – sono tutti segnali importanti, che meritano attenzione.

È comprensibile sentirsi spaventati e disorientati da pensieri così forti e disturbanti, ma è essenziale sapere che non sei solo e che esistono strumenti e percorsi efficaci per comprendere e affrontare tutto questo. I pensieri aggressivi o autodistruttivi, ad esempio, non significano necessariamente che tu voglia davvero mettere in atto quelle azioni, ma possono essere manifestazioni di un forte disagio psicologico che cerca uno sfogo, spesso amplificato da una condizione di depressione o ansia non completamente elaborata.

Il fatto che tu assuma da molti anni un farmaco come il Daparox (paroxetina), prescritto dal medico di base, indica che già è stato riconosciuto un disturbo depressivo. Tuttavia, quando i sintomi permangono o si ripresentano ciclicamente nonostante la terapia farmacologica, può essere il segnale che è necessario un approfondimento più mirato, magari con un supporto psicoterapeutico, e una valutazione psichiatrica aggiornata.

Sarebbe utile capire, ad esempio, se siamo di fronte a un disturbo dell’umore con caratteristiche cicliche, oppure a un disturbo misto ansioso-depressivo, o ancora a una condizione che coinvolge aspetti dissociativi o ansie più complesse (come le fobie o le ossessioni). Tutto questo può essere chiarito solo attraverso un dialogo approfondito e professionale.

Per questo motivo, sarebbe molto utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista, come uno psicoterapeuta o uno psichiatra, che possa aiutarti a dare un nome preciso a ciò che stai vivendo e guidarti in un percorso di cura su misura per te.

Resto a disposizione,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Buonasera,
grazie per aver trovato il coraggio di scrivermi: non c’è nulla di cui vergognarsi, anzi, chiedere aiuto è davvero un passo importante. Da quello che racconti, è evidente che stai affrontando una sofferenza profonda che merita attenzione e ascolto. Alcuni dei sintomi che descrivi possono essere legati alla depressione e all’ansia, ma per capire meglio cosa ti sta succedendo sarebbe utile parlarne insieme in un contesto protetto. Se ti senti pronto, possiamo fissare un primo colloquio per approfondire e capire come aiutarti nel modo più adatto.

Resto a disposizione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Cinzia Pirazzini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Concesio
Gentile Utente, dispiace davvero sapere che stia attraversando un periodo così difficile. Credo che sia fondamentale sottolineare che non è solo e che vi sono professionisti pronti a offrirle assistenza. I sintomi da lei descritti potrebbero essere indicativi di diverse problematiche psicologiche, ma soltanto un esperto della salute mentale può appore una diagnosi corretta.
I sintomi descritti potrebbero altresì essere influenzati da altri fattori, come lo stress o l’assunzione di farmaci, quindi credo che sia di primaria importanza discuterne con un terapeuta che l'aiuterebbe a esplorare le sue esperienze e a fornirle un supporto adeguato.
Inoltre, potrebbe rivelarsi utile rivedere il suo piano di trattamento con il suo medico in merito ai farmaci attualmente assunti.
Ricordi che richiedere aiuto rappresenta un passo importante e coraggioso. Non esiti a cercare il supporto di cui ha bisogno e che merita!
Cordialmente
Dott.ssa Pirazzini Cinzia
Dott.ssa Giada Valmonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Genova
Caro utente,
innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua situazione.
Mi dispiace per quel che sta passando da così tanti anni; ha mai provato ad associare un percorso terapeutico a quello farmacologico? Penso che potrebbe esserle utile un tipo di approccio cognitivo-comportamentale.
Spero di esserle stata di aiuto,
Dott.ssa Giada Valmonte
Dott.ssa Rossana Meloni
Psicoterapeuta, Terapeuta, Psicologo
Terralba
Salve, il quadro sintomatico da lei descritto è molto ricco, penso che per avere una diagnosi esaustiva e una cura adeguata sia importante che inizi un percorso con un medico psichiatra. Lo specialista una volta definito il suo quadro clinico potrà indirizzarla verso il trattamento più adeguato per lei. In bocca al lupo
Dott.ssa Michela Campioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Modena
Buongiorno, dato che scrivendo ha trovato il coraggio di parlare del suo malessere, adesso potrebbe essere utile pensare ad un percorso con uno/a psicoterapeuta per affrontare insieme le varie tematiche da lei descritte approfonditamente e quindi lavorare sulla causa e non solo sul sintomo. Inoltre mi permetterei di suggerire un consulto psichiatrico per ciò che riguarda la farmacologia poiché una migliore conoscenza della materia può portare ad una maggiore efficacia della cura, essendo che comunque lei già fa uso di terapia farmacologica meglio che questa sia mirata. Rimango a disposizione, cordiali saluti Dr.ssa Michela Campioli
Dott.ssa Emanuela Solli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Frosinone
Innanzitutto, Grazie per aver avuto il coraggio di scrivere. Non c’è nulla di cui vergognarsi, anzi. Il fatto che tu riesca a raccontare così bene quello che vivi è già un atto profondamente umano, e anche terapeutico. Spesso le emozioni più difficili diventano più leggere quando vengono accolte da qualcuno senza giudizio, e io sono qui per questo.
Da quello che racconti, sembra che tu stia affrontando da molto tempo una sofferenza che si riattiva a fasi, con momenti in cui riesci a tenere tutto in equilibrio e altri in cui senti di sprofondare. È una cosa che succede a tante persone che convivono con una depressione a decorso ricorrente, come forse (sottolineo forse) nel tuo caso. I pensieri aggressivi o autodistruttivi che descrivi possono spaventare molto, ma è importante distinguere tra “pensieri intrusivi” e reali intenzioni. I pensieri intrusivi sono proprio questo: immagini, idee, impulsi che si insinuano nella mente senza che tu li voglia, e che spesso sono l’esatto contrario di quello che una persona desidera o farebbe mai. Proprio il fatto che ti spaventano così tanto è un segnale importante: significa che non fanno parte del tuo vero sé, ma che sono espressione del disagio che stai attraversando.
La confusione mentale, le difficoltà di concentrazione, il senso di irrealtà, il non riuscire a godere delle cose che prima ti piacevano, tutto questo può essere parte di un episodio depressivo, magari misto a componenti ansiose o a un affaticamento psichico importante. Anche la sensazione che descrivi — "come se non fossi davvero presente, come se fossi staccato da ciò che vivi" — è qualcosa che molte persone raccontano quando vivono stati dissociativi legati allo stress o alla depressione.
Riguardo alla paura che ci sia qualcuno in casa, pur sapendo che non c’è, potrebbe essere legata a un’iperattivazione del sistema d’allerta, tipica degli stati ansiosi. È come se il cervello, sotto pressione, iniziasse a vedere minacce anche dove non ce ne sono, per un bisogno di protezione, anche se irrazionale.
Il fatto che tu stia assumendo Daparox da molti anni merita una riflessione con un* psichiatra, perché a volte, con il tempo, i farmaci vanno rivalutati, modulati, o associati a un percorso psicoterapeutico. La sola farmacoterapia, in certi casi, non basta a contenere tutto il malessere o a impedirne il ritorno ciclico.
Hai già fatto molto aprendo questo dialogo. Quello che vivi ha un senso, anche se ora sembra solo dolore. Il mio consiglio è di non restare da solo in questo momento. Cerca un*psicolog*/ psicoterapeuta che possa aiutarti a esplorare tutto questo in modo profondo, e magari anche un* psichiatra che possa rivalutare la terapia farmacologica con uno sguardo aggiornato e specialistico.
Non sei sbagliato, e non sei solo.
Dott.ssa Valentina Maisano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Castellanza
Buongiorno, immagino che questo malessere oltre ad essere molto faticoso da gestire possa anche spaventarla. Non capire bene cosa ci succede e quale sia la causa non aiuta a calmarsi ma piuttosto alimenta il malessere. Il farmaco può essere utile a contenere i sintomi ma è importante accostare anche una presa in carico psicoterapica per affrontare poi il cuore del problema. Credo sia importante per lei chiarire dentro di sé cosa le succede. Assume un farmaco per la depressione, ma perché lo è depressa? Cosa significa essere depressi, che significato ha nella sua storia personale?Come mai ha iniziato a stare male 12 anni fa, cosa può essere successo? Come mai ancora oggi il sintomo persiste?
In ugual modo le domande valgono per l’ansia, o qualunque altro sintomo.. perché esistono e da cosa la stanno proteggendo (eh sì, seppur fastidiosi, tutti i sintomi raccontano qualcosa e ci stanno proteggendo nel momento in cui agiscono. Bisogna però capire da cosa ci si protegge, cosa ci fa paura o spaventa, ecc..). La terapia psicologica è molto utile in tal senso, capire l’origine del problema e valutare le risorse interne, le nostre capacità, diventa utile per poi capire quali strumenti utilizzare per affrontare i sintomi e via via accompagnarli verso una gestione consapevole.
Spero possa trovare la sua strada verso un cammino più sereno. Un caro saluto.
Dott.ssa Ramona Borla
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Orbassano
Gentile utente, non c'è motivo di provare vergogna anzi, come ha detto, riconoscere le proprie difficoltà e cercare i giusti strumenti per affrontarle è il primo passo per superarle. Ci vuole coraggio e va valorizzato. Per la situazione che descrive le consiglio di iniziare un percorso terapeutico in cui poter affrontare quanto le sta accadendo. Poter dar voce ai suoi vissuti è la strada per poterli liberare e superare. Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amica o Amico,

sta attraversando un periodo davvero difficile! Da quello che scrive sembra ci possano essere i sintomi di una depressione - ma non solo. Le consiglio di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, e - in accordo con il collega - di fare una visita psichiatrica per capire se la cura farmacologica che segue da 10 anni sia ancora adeguata.
Dalla depressione e dalla sofferenza psicologica si può uscire: abbia fiducia!

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, le consigliere di chiedere aiuto a professionisti specializzati sui problemi che pensa di avere. Prende da 10 anni uno psicofarmaco prescritto dal suo medico di famiglia, non potrebbe chiedere una rivalutazione ad uno psichiatra e poi intraprendere un percorso di psicoterapia?
Dott.ssa Samuela Carmucco
Psicologo, Psicoterapeuta
Palermo
Buon pomeriggio,
è significativo che lei scriva che assume psicofarmaci da 12 anni, ma non sa se per ansia o depressione, e mi pare di capire che non abbia mai avuto una consulenza psichiatrica e psicologica.
Mi sembra urgente che chieda un aiuto specialistico oltre ai farmaci. I sintomi che descrive hanno bisogno di essere ascoltati, raccolti e accolti da uno psichiatra per consentirle di comprendere cosa le accada e ricevere la cura corretta che le dia la possibilità di uscire dalla sopravvivenza, per tentare di vivere iniziando da un approccio psichiatrico e psicoterapeutico.
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
affianchi al trattamento farmacologico un percorso di psicoterapia. Vedra che la aiuterà a trovare un benessere più a lungo termine.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Daniela Voza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Buongiorno, la sua è una situazione complessa che a mio parere deve essere affrontata prima da un punto di vista medico. Il mio consiglio è quello di farsi visitare da uno specialista neurologo o psichiatra, gli unici in grado di fare una diagnosi neurologica corretta anche attraverso accertamenti specifici. Appena avrà contezza della diagnosi clinica, ed avrà iniziato una terapia adatta al suo caso, potrà iniziare un psicoterapia mirata. In bocca a lupo.
Dott.ssa Valeria Sicari
Psicologo, Psicoterapeuta
Vicenza
Gentile utente la ringrazio per averci scritto ed esposto il suo malessere dalle poche righe e informazioni inserite e stando ciò che scrive e i periodi in cui si presentano l'acuirsi di alcuni sintomi e la definizione di periodo in cui si sente male sembrerebbe coincidere con i cambi d stagione che per chi soffre di depressione e ansia sono sempre problematici. Le consiglierei di parlare con il suo medico se è il caso di valutare la farmacoterapia e sopratutto le consiglierei di intraprendere un percorso personale che le permetta di essere supportato anche in questi periodi di down. Le auguro di trovare l'equilibrio e di tornare ad essere sereno un caro saluto dott.ssa Valeria Sicari
Dott. Marco Romani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Molte mie pazienti si sono spaventate quando hanno avuto pensieri aggressivi pensando che potessero portarle ad agire all’esterno questa distruttivita’. Le cose non vanno così ma fino a che non si capisce quello che c’è sotto queste paure rimangono e rischiano di rovinare la vita. Mi contatti pure quando vuole e stia tranquilla. Buona serata
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Salve, capisco il suo bisogno di comprendere cosa le stia succedendo per poter intervenire ma per risponderle in modo accurato è molto utile approfondire la sintomatologia attraverso un colloquio psicoterapico per individuare se si tratti di un disturbo dell'umore o altri ancora in modo tale da stabilire un piano di trattamento psicoterapeutico personalizzato al suo stato psicologico.
Da quello che riferisce ha dei pensieri che la disturbano e che teme possano concretizzarsi. Vanno esplorati all'interno di un colloquio per inquadrarli in modo preciso.
Se ha bisogno di ulteriori indicazioni mi può contattare anche online.
Le auguro una buona giornata
Dott.ssa Melania Filograna, Psicologa-Psicoterapeuta

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