Buonasera, le scrivo per chiederle se è possibile guarire dall'avarizia patologica(la mia migliore

23 risposte
Buonasera,
le scrivo per chiederle se è possibile guarire dall'avarizia patologica(la mia migliore amica ha questo disturbo) e mi irrita molto che la mia amica sia così avara nonostante sia molto benestante e lavora e ha un lavoro a tempo indeterminato...
io mi sento offesa dai comportamenti di avarizia patologica della mia amica( per esempio mi dice facciamo metà e metà con l'acqua, o mi ripete continuamente devi darmi i soldi delle pizze quando sa che gli e li ho sempre dati, è in fastidio a prestarti dei centesimi se ti mancano e non li hai nel portafoglio) oppure se deve acquistare qualcosa per l'abbigliamento va nel bambino fino ai 12 anni e se usciamo a mangiare dice pizza piccola, piadina piccola) io non ne posso più di questi suoi comportamenti tanto che a volte mi passa la voglia di uscire con lei... è molto trascurata nell'abbigliamento e esteticamente(non si trucca non si pettina va in giro con la puzza di sudore) calcoli che anche sua madre deve restituirle i soldi se le compra qualcosa lei per sua madre(ad es. il latte) che le chiede il favore, dice che non va dallo psicologo perchè gli psicologi non valgono niente, caratterialmente è molto chiusa ha solo me come amicizia. Secondo lei ha qualche disturbo psicologico oltre all'avarizia patologica? il padre da piccolina era assente e violento e la madre poco presente causa lavoro. come devo comportarmi con lei quando ha questi comportamenti?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace per la situazione che descrive poiché comprendo il disagio che le genera. Probabilmente questa persona, per suoi motivi personali, e molto attenta nello spendere e forse ha paura di eccedere nelle spese.
Per capire se c'è una reale problematica clinicamente significativa in atto è necessario chiaramente un consulto psicologico che, Da quello che leggo, la ragazza non è interessata a fare Dunque l'unica cosa su cui puoi intervenire e modificare la reazione che questi atteggiamenti possono avere lei stessa.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Valentina De Paola
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Roma
Gentile Utente,
forse la sua amica ancora non ha solo queste di rigidità, forse sono anche altre e magari, come lei ipotizza, legate ad un vissuto che non ha elaborato.
Si può riequilibrare con una psicoterapia, ma lei da amica può fare poco.

Cordiali Saluti

Dott.ssa Tatiana Ganna
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Nosate
Buon giorno, quello che riporta è la forte preoccupazione di una persona verso una cara amica a cui tiene molto. Come da lei scritto la sua amica, per ora, non è interessata ad intraprendere un percorso. L'unica cosa che può fare è capire come mai questi atteggiamenti le portano molto disagio.
Dott.ssa Jessica Maranza
Psicologo, Psicoterapeuta
Urbino
Gentile utente, l'irritazione che descrive è comprensibile e sicuramente può compromettere la relazione di amicizia che ha con questa persona e il suo benessere all'interno della relazione stessa. Considerato che nessuno può cambiare il comportamento di qualcun altro dall'esterno, soprattutto se questo non ha alcun desiderio di modificarlo, penso che sarebbe importante per lei approfondire i propri vissuti e ciò da cui sono causati, per avere la possibilità di stare meglio all'interno di questa relazione e di chiarire a se stessa cosa rappresenta per lei. Cordialmente, dott.ssa Jessica Maranza.
Dott. Gianmarco Simeoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Varese
Buonasera Gentile Utente, non è possibile da parte mia darle una risposta accurata dato che stiamo parlando di una terza persona. È chiaro che i soldi per la sua amica hanno un significato particolare. Non c'è un modo giusto o sbagliato di comportarsi verso la sua amica. Ha mai provato a dirle come si sente quando sta con lei? Potrebbe provare senza colpevolizzarla, ma ponendo l'attenzione su di sé. Cordialmente, dott. Simeoni
Dott.ssa Olga Guardiani
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roseto degli Abruzzi
Buona sera,
le persone assumono diversi, e a volte, contraddittori atteggiamente per i più svariati motivi, tutti sufficientemente motivati da un vissuto che ne determina i significati. Quel che descrive è una situazione che potrebbe avere in se qualche risposta ma da qui ad avere la consapevolezza di quella unica e personale prospettiva, di questa sua amica, è una cosa ben diversa. Questa sua amica porterà in se tutte le risposte di cui lei stessa non saprà dirle se non mettendosi in discussione e chiedendoselo lei per prima, cosa che non mi sembra avere in questo momento possibilità alcuna, non costituendo per lei un problema. Di conseguenza, la inviterei a chiedersi cosa la spinge, oltre l'affetto, a tenderle una mano. Questo, chissà, potrebbe essere di aiuto ad entrambe.
Cordiali Saluti.
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Difficile dare una risposta ad un quesito del genere.Comprendo che sia irritante può provare a comunicare con tatto le sue emozioni personali alla sua amica ,non cambierà la modalità avara della sua amica ma almeno potrà aver maggior consapevolezza di sé e di quello che induce a lei sua unica amica.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, vorrei darle una risposta ma credo che la condizione della sua amica non è un caso solitario; possono emergere dei livelli sottostanti di malessere e un'amica può solo viversi le difficoltà e sentirsi impotente. Mi spiace tanto per questa condizione la sento combattuta. Spero che presto la sua amica se ne renderà conto il rischio è ritrovarsi sola. Potrei fare qualcosa? Mi faccia sapere. Saluti
Dott.ssa Federica Leonardi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, mi dispiace per la sua amica e mi arriva la sua sofferenza legata ad un grande senso di impotenza. La sua amica andrebbe sicuramente aiutata da un professionista, ma la motivazione deve sentirla lei. Purtroppo, da amica, l'unica cosa che può fare è quella di cercare di parlare con calma ma con sincerità, cercando di spiegarle che proprio perché le vuole molto bene crede che abbia il diritto di stare meglio e di non rimanere sola. Cerchi di farla riflettere su alcune situazioni sperando che questo la possa aiutare ad avvicinarsi all'idea di chiedere una mano. In bocca al lupo.
Saluti,
Dott.ssa Federica Leonardi
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,
voler bene ad una persona significa accettare il suo modo di essere in tutto e per tutto. Potrebbe esser utile per lei riflettere cosa le irrita di questa persona quali sono le risonanze emotive che in qualche modo attiva al punto tale da farla star male. Si ritagli uno spazio per poter far questo, potrà aiutarla a vivere con maggior serenità e spontaneità la relazione di amicizia con questa persona.

Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, come hanno giustamente indicato i colleghi, come amica, al momento, le si avvicini con calma ed empatia.

MT
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno e grazie per la domanda. Concordo con i colleghi di avvicinarsi alla sua amica con calma e atteggiamento empatico. In ogni caso credo sia opportuno per la sua amica trovare il modo di iniziare un percorso di Psicoterapia individuale anche se al momento dai suoi racconti non sembra ritenerlo opportuno. Cordialmente Gian Piero Fort Grandi
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, sicuramente l’atteggiamento della sua amica comunica un certo disagio, ma la mia domanda è: perché lei si trova a doverla sostenere?
Può indagare questo aspetto se lo desidera.
Cordiali saluti.
Giada Bruni
Dott.ssa Viola Barucci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, capisco il fastidio che prova. Sicuramente chi soffre di questa patologia, ha difficoltà “a dare senza niente in cambio”. Ci sono significati più profondi nella difficoltà a dare è la sua amica sposta sul denaro una sua difficoltà ad affidare parti di se. Probabilmente si sente derubata di qualcosa di molto più profondo e farebbe bene a lavorarci su ma la terapia costa e questo rende più difficile iniziare un percorso. Dietro questo comportamento c’è l’idea di non volere sentirsi ‘fregata”, in quale relazioni si è sentita così..? Certamente avrebbe bisogno di una terapia, intanto lei può provare a parlarci e spiegare quanto la fa rimanere male questo comportamento.
Un abbraccio
V. Barucci
Dott.ssa Cristina Mitola
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Buon pomeriggio, io parlerei Direttamente con la sua amica facendole presente che col suo atteggiamento potrebbe allontanare le persone a lei care in quanto la rigidità in qualsiasi ambito può causare frizioni e freddezza. Le parlerei con empatia cercando di farle capire come mi sento e cercando di capire quali sono le sue paure soggiagenti a tale ossessione con i soldi e il controllo di essi. Ovviamente è molto probabile che la sua amica non amerà ammettere nulla anche se in realtà lei ha capito molto bene che avrebbe bisogno di aiuto per capire le vere ragioni del suo atteggiamento cosi rigido.
Dr.ssa C.M
Dott.ssa Franca Vocaturi
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera,
quel che lei può fare è domandarsi che cosa la infastidisce di più, sul piano emotivo, riguardo al comporatmento della sua amica. Dalla sua descrizione si tratta di un fastidio grande, che toglie piacere allo stare insieme. Questo può forse motivare il tentativo di parlare con la sua amica per provare a spiegarle il suo vissuto. Ma, al di là di questo, su quali basi è costruito il vostro legame?
Dott.ssa Franca Vocaturi
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, che cosa la offende di più della sua amica? La mancanza di fiducia nel fatto che lei le possa restituire i soldi? La mancanza di amore che mostra per sè stessa o il fatto che l'avarizia di soldi si mostri ai suoi occhi come egoismo nei confronti degli altri ? Poco può fare per farla cambiare, forse come lei stessa scrive, questa manifestazione potrebbe essere frutto di un disagio che la sua amica non avverte. Sicuramente è per lei utile parlarne francamente e chiedere di morigerare certe manifestazioni che la infastidiscono....se riesce.
D'altronde un rapporto è reciprocità.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Matilde Ciaccia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buonasera, comprendo il malessere che la situazione le genera. Dal suo racconto sembra sentirsi frustrata e probabilmente impotente di fronte ai comportamenti della sua amica, che appaino rigidi su vari aspetti, non solo il denaro. A parte avere un dialogo sincero e aperto con lei spiegandole il suo stato d'animo a dover lei stessa aderire alle sue rigidità e al contempo cercare di comprendere il suo punto di vista, credo che non possa far altro. La sua amica, al fine di comprendere se tale rigidità è invalidante nella sua vita e afferire a una qualche forma patologica, dovrebbe decidere di rivolgersi ad uno specialista per una valutazione opportuna.
Resto a disposizione. Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Dr. Leopoldo Tacchini
Psicologo, Psicologo clinico
Figline Valdarno
Gentilissima, se fosse solo avarizia è molto difficile farci qualcosa, visto che appartiene alla personalità. Però da quello che scrive (trascuratezza nell'igiene e abbigiliamento) è molto probabile che sia affetta da una forma depressiva. In ogni caso ricordi che non possiamo cambiare le persone, è molto meglio accettarle per come sono. Se si sente di aiutarla potrà al massimo sostenerla affettivamente, cercando di soprassedere a questi comportamenti a meno che non la danneggino personalmente. Cordialmente
Dr. Giacomo Villa
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera Signora,


Innanzitutto la ringrazio per la condivisione. Mi rendo conto che la situazione sia stressante.

È difficile stabilire con certezza le motivazioni del comportamento della sua amica. Le persone hanno una vita che è fatta come un puzzle: per capire a cosa serve un pezzo nell'immagine, bisogna vedere come si incastra con gli altri (in questo caso, che significato ha il "risparmiare" nella vita della sua amica).

Spesso le persone che sono vittime di violenza da parte dei genitori (o vengono lasciate sole) imparano che "devono cavarsela per conto proprio" perché anche chi dovrebbe accudirle e prendersi cura di loro non lo fa. Per questo poi mantengono una forte preoccupazione, indipendentemente da quanto vada in alto il conto in banca o da quanto la situazione generale appaia "sicura": si perde completamente la fiducia negli altri, arrivando anche a isolarsi...

Quello che le consiglio è di non attaccare la sua amica per la sua tendenza a risparmiare, ma invece di starle accanto il più possibile con dolcezza, facendola uscire mentalmente da una situazione di "emergenza massima" e trasportandola più verso una tranquillità in cui "è anche bello perdere il conto di chi sta offrendo a chi, tra amiche" perché la relazione è basata sulla reciprocità e sull'affetto.

Se desidera consigliare alla sua amica di intraprendere un percorso psicologico, cerchi di capire se effettivamente anche lei si sente triste, limitata o prigioniera del proprio modo di funzionare. Solo quando le persone stanno male, spesso, sono disposte a guardarsi allo specchio e mettersi in gioco per cambiare.

Non è vero che gli psicologi non valgono niente: incontrare un professionista abile nell'aiutarci a stabilire se ci stiamo davvero comportando nel modo più funzionale per noi stessi e per la nostra serenità è (a mio avviso) un'opportunità preziosa.

Spero di averla in qualche modo aiutata o almeno di averle dato qualche utile spunto di riflessione.


Cordiali saluti,
Giacomo Villa
Psicologo Clinico Accreditato
Dott.ssa Cristiana Danese
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, la situazione che ci descrive è molto complessa e comprendo il suo disagio nel relazionarsi a lei. Le questioni da approfondire sarebbero molteplici, al fine di comprendere il significato del denaro nella sua storia personale e perché sia così tanto legata alla dimensione economica. Potrebbe di conseguenza essere davvero utile per lei intraprendere un percorso psicologico. Sembra però che questa questione turbi più lei che la sua amica (cosa la fa soffrire di questo suo comportamento? Che emozioni prova ogni qualvolta si trova di fronte a queste richieste?): anche in questo caso potrebbe essere utile per lei rivolgersi a uno psicologo, in modo da poter comprendere quali questioni attiva in lei questo comportamento, perché si sente così a disagio, quali strategie può adottare per relazionarsi a lei più serenamente. Se lo vorrà, sono a sua disposizione anche online. Le auguro il meglio, Dott.ssa Cristiana Danese psicologa
Dott. Francesco Giampaolo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Grazie per aver condiviso la sua situazione e la preoccupazione per la sua amica. È comprensibile che i comportamenti che descrive la irritino e la facciano sentire offesa, mettendo a dura prova la vostra amicizia.

L'“avarizia patologica”, come lei la definisce, non è un termine diagnostico formale di per sé, ma una marcata tendenza alla parsimonia e alla difficoltà a spendere denaro può essere associata a diversi quadri psicologici, come ad esempio alcuni disturbi di personalità (ad esempio il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità) o essere una manifestazione di ansia profonda o insicurezza. La trascuratezza personale e l'isolamento sociale che menziona sono ulteriori segnali che suggeriscono un possibile disagio psicologico sottostante.

Riguardo alla sua domanda sulla possibilità di “guarire”, il cambiamento è possibile, ma richiede consapevolezza del problema da parte della persona interessata e la motivazione a intraprendere un percorso di supporto psicologico. Spesso, comportamenti come quelli descritti hanno radici profonde, talvolta legate a esperienze passate, come le difficili dinamiche familiari che ha accennato (padre assente e violento, madre poco presente). Queste esperienze possono influenzare profondamente il modo in cui una persona si relaziona con sé stessa, con gli altri e con le risorse materiali, generando un bisogno di controllo che può manifestarsi anche attraverso l'accumulo o la ritenzione di denaro. La sua amica, tuttavia, esprime una chiusura netta verso l'aiuto psicologico (“gli psicologi non valgono niente”), il che rappresenta un ostacolo significativo.

Per quanto riguarda la presenza di altri disturbi psicologici, è impossibile fare una valutazione a distanza e senza un contatto diretto con la persona. I comportamenti che lei descrive – l'avarizia estrema, la trascuratezza nell'igiene e nell'aspetto, l'isolamento sociale (essendo lei l'unica amica), la rigidità nelle relazioni (anche con la madre) e la storia infantile difficile – potrebbero effettivamente indicare la presenza di un disagio psicologico complesso che meriterebbe un approfondimento clinico da parte di un professionista. Tuttavia, solo uno psicologo o uno psichiatra, attraverso colloqui clinici ed eventualmente test specifici, potrebbe formulare una diagnosi accurata.

Riguardo a come comportarsi, è una situazione delicata. Ecco alcuni spunti:

Stabilire confini chiari: Lei ha il diritto di proteggere il suo benessere emotivo. Può comunicare assertivamente come si sente di fronte a certi comportamenti, usando messaggi in prima persona (es. “Quando mi chiedi di dividere anche una piccola spesa per l'acqua, io mi sento a disagio” o “Mi sento ferita quando insisti per i soldi della pizza, perché sai che te li ho sempre restituiti”). Non è obbligata ad assecondare ogni sua richiesta se la fa sentire sfruttata o a disagio.

Gestire le aspettative: Non può costringere la sua amica a cambiare né a cercare aiuto se lei non lo desidera. È importante che lei si concentri su ciò che può controllare: le sue reazioni e le sue decisioni.

Comunicare la sua preoccupazione (con cautela): In un momento di calma e apertura, potrebbe provare ad esprimere la sua preoccupazione per il suo benessere generale, senza giudicare o etichettare il suo comportamento come “avarizia”. Potrebbe dirle che si preoccupa per lei quando la vede così isolata o trascurata, e che forse parlarne con qualcuno potrebbe aiutarla a sentirsi meglio. Tuttavia, data la sua chiusura, è importante essere preparata a una reazione negativa.

Prendersi cura di sé: Questa amicizia, così come la descrive, sembra essere fonte di forte stress per lei (“non ne posso più”, “mi passa la voglia di uscire con lei”). È fondamentale che lei si chieda quanto questa relazione sia sostenibile per lei e che si prenda cura del suo equilibrio emotivo, anche valutando se sia necessario prendere le distanze per un periodo o modificare la frequenza dei vostri incontri.

È importante ricordare che il comportamento della sua amica, per quanto frustrante, è probabilmente espressione di una sofferenza interiore. Tuttavia, questo non significa che lei debba subirne passivamente le conseguenze.

Spero queste riflessioni possano esserle d'aiuto.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,

quello che descrive mostra quanto questa relazione di amicizia la stia mettendo alla prova: sentirsi svalutati, o non ricambiati sul piano della generosità, può diventare frustrante e ferire profondamente, soprattutto quando si prova affetto per la persona e non si riceve la stessa apertura.

La sua amica sembra mostrare comportamenti di forte chiusura, controllo e risparmio, che non sempre indicano “avarizia patologica” in senso clinico, ma possono essere l’espressione di un modo di proteggersi dal mondo e dalle relazioni. In alcune persone, atteggiamenti di accumulo o di estrema parsimonia hanno radici in esperienze passate di insicurezza o deprivazione, anche emotiva: se, come riferisce, da bambina ha vissuto un ambiente familiare poco affettuoso o imprevedibile, può aver sviluppato la tendenza a trattenere e a controllare come strategia di difesa.

Naturalmente, senza una valutazione diretta non è possibile parlare di “disturbo psicologico” specifico, ma quello che appare è un modo rigido di gestire i rapporti e il denaro, insieme a un certo ritiro sociale e trascuratezza personale, che potrebbero riflettere un disagio più ampio o una difficoltà a prendersi cura di sé.

Per quanto riguarda lei, la cosa più importante è proteggersi:
– non entri in discussioni sui soldi o sulle sue abitudini, ma stabilisca con calma i limiti (“preferisco non dividere tutto al centesimo, se per lei è un problema possiamo organizzarci diversamente”);
– cerchi di non prenderla sul piano personale: dietro ai suoi atteggiamenti può esserci paura, non mancanza di rispetto verso di lei;
– si conceda la libertà di frequentarla solo quando sente che non le pesa, senza sentirsi in colpa se ha bisogno di distanziarsi un po’.

Il suo disagio è comprensibile: non può cambiare l’altra persona, ma può scegliere quanto spazio darle nella sua vita e come tutelarsi dal senso di frustrazione che questi comportamenti le generano.

Dott.ssa Sara Petroni

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