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Psicologo cognitivo-comportamentale.

Sono uno psicologo clinico empatico, ascolto attivamente nel rispetto della privacy e delle informazioni condivise. Riformulo le situazioni in modo chiaro e comprensibile, adattandomi alle esigenze e ai ritmi dei pazienti. Fornisco un ambiente sicuro e non giudicante, di supporto per ragionare, garantendo un approccio pratico.

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Giacomo Villa - Psicologo Clinico Accreditato
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Ho avuto il piacere di essere seguito da Giacomo in un momento molto difficile della mia vita, segnato da problemi legati allo stress e alle relazioni personali. Grazie alla sua professionalità, empatia e capacità di ascolto, sono riuscito a superare ostacoli che mi sembravano insormontabili. Giacomo non solo mi ha fornito strumenti pratici per gestire meglio lo stress, ma mi ha anche aiutato a comprendere e migliorare le dinamiche delle mie relazioni.

Ogni sessione con lui è stata uno spazio sicuro, privo di giudizio, in cui ho potuto esplorare liberamente le mie emozioni e trovare nuove prospettive. La sua dedizione e il suo approccio umano lo distinguono davvero.

Consiglio vivamente Giacomo a chiunque stia cercando un professionista competente e sensibile.

Dr. Giacomo Villa

Grazie, L


Mi fa piacere che si senta meglio e sia contento del lavoro fatto insieme.

La ringrazio ancora e le auguro il meglio per i suoi nuovi obiettivi.


Cordialmente,
Giacomo Villa

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 9 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera,
le scrivo per chiederle se è possibile guarire dall'avarizia patologica(la mia migliore amica ha questo disturbo) e mi irrita molto che la mia amica sia così avara nonostante sia molto benestante e lavora e ha un lavoro a tempo indeterminato...
io mi sento offesa dai comportamenti di avarizia patologica della mia amica( per esempio mi dice facciamo metà e metà con l'acqua, o mi ripete continuamente devi darmi i soldi delle pizze quando sa che gli e li ho sempre dati, è in fastidio a prestarti dei centesimi se ti mancano e non li hai nel portafoglio) oppure se deve acquistare qualcosa per l'abbigliamento va nel bambino fino ai 12 anni e se usciamo a mangiare dice pizza piccola, piadina piccola) io non ne posso più di questi suoi comportamenti tanto che a volte mi passa la voglia di uscire con lei... è molto trascurata nell'abbigliamento e esteticamente(non si trucca non si pettina va in giro con la puzza di sudore) calcoli che anche sua madre deve restituirle i soldi se le compra qualcosa lei per sua madre(ad es. il latte) che le chiede il favore, dice che non va dallo psicologo perchè gli psicologi non valgono niente, caratterialmente è molto chiusa ha solo me come amicizia. Secondo lei ha qualche disturbo psicologico oltre all'avarizia patologica? il padre da piccolina era assente e violento e la madre poco presente causa lavoro. come devo comportarmi con lei quando ha questi comportamenti?

Buonasera Signora,


Innanzitutto la ringrazio per la condivisione. Mi rendo conto che la situazione sia stressante.

È difficile stabilire con certezza le motivazioni del comportamento della sua amica. Le persone hanno una vita che è fatta come un puzzle: per capire a cosa serve un pezzo nell'immagine, bisogna vedere come si incastra con gli altri (in questo caso, che significato ha il "risparmiare" nella vita della sua amica).

Spesso le persone che sono vittime di violenza da parte dei genitori (o vengono lasciate sole) imparano che "devono cavarsela per conto proprio" perché anche chi dovrebbe accudirle e prendersi cura di loro non lo fa. Per questo poi mantengono una forte preoccupazione, indipendentemente da quanto vada in alto il conto in banca o da quanto la situazione generale appaia "sicura": si perde completamente la fiducia negli altri, arrivando anche a isolarsi...

Quello che le consiglio è di non attaccare la sua amica per la sua tendenza a risparmiare, ma invece di starle accanto il più possibile con dolcezza, facendola uscire mentalmente da una situazione di "emergenza massima" e trasportandola più verso una tranquillità in cui "è anche bello perdere il conto di chi sta offrendo a chi, tra amiche" perché la relazione è basata sulla reciprocità e sull'affetto.

Se desidera consigliare alla sua amica di intraprendere un percorso psicologico, cerchi di capire se effettivamente anche lei si sente triste, limitata o prigioniera del proprio modo di funzionare. Solo quando le persone stanno male, spesso, sono disposte a guardarsi allo specchio e mettersi in gioco per cambiare.

Non è vero che gli psicologi non valgono niente: incontrare un professionista abile nell'aiutarci a stabilire se ci stiamo davvero comportando nel modo più funzionale per noi stessi e per la nostra serenità è (a mio avviso) un'opportunità preziosa.

Spero di averla in qualche modo aiutata o almeno di averle dato qualche utile spunto di riflessione.


Cordiali saluti,
Giacomo Villa
Psicologo Clinico Accreditato

Dr. Giacomo Villa

Gentili, ho 52 anni, e una normale relazione; ogni tanto pratico la masturbazione,(6,7 volte all anno), come forma di antistress piu che altro. Essendo, credente, cattolico praticante, ho sensi di colpa dopo che lo faccio e vado regolarmente a confessarmi. Ho studiato e letto tantissimo e la Chiesa non la consente. Da un lato, cerco di non farlo,o farlo il meno possibile, dall altro non vedo perche' debba rinunciarvi ogni tanto.
Il problema e' ,che tutte le volte si verifica questo circolo di sensi di colpa.
Chiedo aiuto, come posso superare i sensi di colpa che mi stanno appesantendo ala mente e lo spirito?

Buongiorno,

Innanzitutto grazie della condivisione.

Da un punto di vista laico (e pratico) le direi di non preoccuparsi: la masturbazione è una pratica lecita e privata che non fa del male a nessuno. L'importante è intraprendere queste pratiche con un minimo di misura, di modo che non finiscano per interferire con il normale svolgimento di tutte le altre attività della vita (lavoro, sonno, relazioni, tempo libero), limitandola e imprigionandola.

Da un punto di vista spirituale invece la situazione è più complessa: le direi che ognuno di noi fa il meglio che può per incontrare gli standard ai quali sceglie di aderire (come del resto, da quanto scrive, sta facendo Lei). Nessuno però è perfetto: se dovessimo scegliere gli standard di riferimento della Chiesa per esempio, di quante persone potremmo dire che hanno rispettato l'astinenza da attività sessuali prima del matrimonio, praticano ogni giorno la carità e la gentilezza oppure vanno a messa regolarmente? Non si senta solo nella sua voglia di migliorare, se proprio lo ritiene necessario, quindi.

Più che sulla masturbazione, eventualmente, mi concentrerei sulle situazioni che la portano ad usare questo metodo come "antistress" per stabilire se esiste qualcosa di clinicamente rilevante su cui ha bisogno d'aiuto. Esplorerei anche i sensi di colpa più in senso lato: le capita spesso di provare questa sensazione? La limita/appesantisce molto?

Spero di averle dato qualche spunto di riflessione utile. In bocca al lupo!

Cordialmente,
Giacomo Villa
Psicologo clinico accreditato

Dr. Giacomo Villa
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