Buonasera, io vivo distante dagli affetti per motivo di lavoro, sto cercando di allargare le mie con

24 risposte
Buonasera, io vivo distante dagli affetti per motivo di lavoro, sto cercando di allargare le mie conoscenze e crearmi dei legami per vivermi il mio presente, mi ritrovo a frequentarmi con persone che ho conosciuto al lavoro, le quali sono molto cordiali, gentili e almeno in apparenza inclusivi, loro mi cercano quasi quotidianamente, al mio compleanno mi hanno organizzato una cena con tanto di torta, sono venuti a trovarmi in ospedale e mi hanno fatto compagnia 2h finché non sono uscita dalla visita, se qualcuno di noi sta attraversando un periodo negativo ci si impegna per farlo distrarre uscendo per una pizza assieme, se si ha bisogno di aiuto lavorativo sono sempre pronti, insomma mi sembra un bell ambiente e mi trovo molto bene, sono persone educate e per bene, qualcuna anche troppo boccalona di animo a tal punto da fidarmi e io raramente lo faccio almeno all'inizio di una conoscenza..

Poi arriva la parte brutta. I rapporti vengono decisi da loro. Nel senso come se la loro volontà a frequentarmi termina quando loro lo ritengono, così come inizia quando a loro viene lo spiripicchio di stare assieme e quindi mi chiamano per uscire.. Se io chiedo loro di uscire o di vederci e loro non stanno nella stessa fase, mettono una scusa, una volta non è possibile, una volta il periodo covid, adesso il fatto che non stanno più uscendo come prima, poi vengo a sapere che sono usciti con altri colleghi di cui loro non ne parlavano granché e a cui io a quanto pare non sono gradito.

Ok, accetto che si erano affezionati e che quindi mi facevano fare i salti mortali per poter stare assieme, accetto che poi passato il santo passata la festa, lontano dagli occhi lontano dal cuore e blablablabla..

Ma perché adesso che ho deciso io che non mi sta a genio questo modo di fare (una di loro mi ha detto anche che ho ragione sempre accampando altre motivazioni per non vederci) non mi mollano e si risentono pure se ho tolto loro la possibilità di mandarmi messaggini alle festività (l'ultima cosa rimasta e che a me sfianca tra l'altro e trovo ridicola se finalizzata a se stesso), di fatto sganciandomi del tutto da loro e cercando altrove rapporti più salutari seppur purtroppo non a quei livelli di felicità, anzi continuano imperterriti a farmi gli auguri anche se non li rispondo nemmeno più..

Sono io che lo sopravvaluto l'uomo? Possibile che l'essere umano sia così egocentrato che non capisce quanta scorrettezza mette in campo nei rapporti con le persone? È una domanda che mi/vi faccio..

E perché la mia reazione non la accettano? Risulto essere così cattiva ai loro occhi? Io il menefreghismo lo vedo in loro, poi non saprei...
Grazie. Mara 46anni.
Salve Mara,
da ciò che ha scritto mi sembra di capire che il rapporto con i colleghi era iniziato molto bene, ma poi per delle dinamiche di gruppo ci sono stati alti e bassi, fasi differenti, per cui ha deciso di interrompere in qualche modo il rapporto con loro. Posso immaginare che questo atteggiamento nei suoi confronti le dia fastidio e rispetto a ciò ha fatto bene a prendere una decisione che le desse la possibilità di stare meglio e di vivere il rapporto di amicizia con anche le sue regole e non sono quelle degli altri. La sua decisione dalle altre persone poi può essere condivisa, capita e accolta come invece può essere rifiutata e criticata: l'importante è che faccia ciò che si sente di fare e con chi la fa stare bene esattamente come sta facendo ora.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Fontanella

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno Mara, capisco il suo bisogno di essere circondata da persone più simili alle sue aspettative. Si tratta però di capire quanto questa sua scelta sia alimentata da una questione legata a valori per lei importanti piuttosto che da motivi diversi che in qualche modo riescono però a lasciarle l'amaro in bocca. Naturalmente tutti desideriamo che le cose vadano secondo le nostre aspettative e questo gruppo di persone non riesce proprio a soddisfare le sue. Lei definisce questo comportamento egocentrato, ma è davvero così? Guardando le cose da una prospettiva diversa non potrebbe essere che il dispiacere di vedere le cose non andare come vorrebbe lei la spinga a giudicare queste persone in maniera eccessivamente severa? Sono davvero persone così brutte? Forse sono solo persone con dei limiti, persone in grado di darle qualcosa ma non tutto. Le propongo questa ipotesi. Un saluto cordiale, dott.ssa Manuela Leonessa
Dott.ssa Maria Carla del Vaglio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buonasera Mara,

Capisco quanto possa essere frustrante vivere una situazione in cui i rapporti con le persone che ha conosciuto al lavoro sembrano guidati dalla loro volontà piuttosto che dalla reciprocità. La sua situazione riflette una dinamica che può essere molto difficile da gestire emotivamente.

È chiaro che queste persone abbiano dimostrato gentilezza e sostegno in diverse occasioni, ma allo stesso tempo sembra che il controllo delle interazioni sia principalmente nelle loro mani. Questo può farla sentire esclusa o trascurata, specialmente quando non rispondono alle sue richieste di uscire o di vedersi.

La sua decisione di distanziarsi da questi rapporti è comprensibile, dato che desidera relazioni più equilibrate e reciproche. È importante ricordare che ha il diritto di proteggere il suo benessere emotivo e di cercare relazioni che la facciano sentire valorizzata e rispettata.

È possibile che i suoi colleghi non si rendano conto di come le loro azioni la facciano sentire, o che non comprendano pienamente la sua prospettiva. La comunicazione aperta può aiutare a chiarire i suoi sentimenti e a stabilire dei confini sani.

Non è affatto cattiva nel voler cambiare questa dinamica. Anzi, sta cercando di prendersi cura di sé stessa, il che è fondamentale. Se queste persone non accettano la sua decisione, potrebbe essere necessario ribadire con calma e fermezza i suoi bisogni e le sue aspettative.

Se desidera parlare più approfonditamente di questa situazione o ricevere supporto per gestirla, sarò lieto di aiutarla come terapeuta. Prendersi cura della propria salute mentale è essenziale e merita di avere relazioni che la sostengano.

Cordiali saluti.
Dott. Diego Emmanuel Cordoba
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Dal punto di vista psicologico sistemico relazionale, potremmo analizzare la situazione partendo dal concetto di interazione tra individui all'interno di un sistema. In questo caso, il sistema sarebbe rappresentato dal gruppo di persone con cui interagisci, e il tuo ruolo all'interno di questo sistema è quello di un membro che cerca di creare legami e connessioni significative.
Il comportamento delle persone con cui interagisci sembra essere caratterizzato da dinamiche di controllo e dominio nel decidere i rapporti e le interazioni. Questo potrebbe riflettere alcuni aspetti delle relazioni disfunzionali, come la mancanza di reciprocità e di rispetto per il tuo bisogno di autonomia e libertà nella scelta delle interazioni.
La tua reazione nei confronti di questa dinamica potrebbe essere interpretata come una forma di autoconservazione e di ricerca di relazioni più sane. Il fatto che loro non accettino o si risentano della tua decisione potrebbe essere dovuto alla loro difficoltà nel comprendere e rispettare le tue esigenze e i tuoi confini.
In conclusione, è importante riconoscere la tua legittimità nel cercare relazioni che ti soddisfino e ti rispettino come individuo autonomo. È possibile che il problema risieda nella loro incapacità a comprendere le tue motivazioni e a rispettare le tue scelte, piuttosto che in un presunto menefreghismo da parte tua. Sviluppare consapevolezza delle dinamiche relazionali e comunicare in modo chiaro e assertivo le tue esigenze potrebbe essere un passo importante per favorire una migliore comprensione reciproca all'interno del sistema relazionale in questione. Rimango a tua disposizione per un eventuale colloquio conoscitivo.
Dott. Cordoba
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Dott.ssa Grazia Chianetta
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi spiace per quello che sta vivendo perché si percepisce proprio la sua sofferenza. Vista la delicatezza del problema le consiglio di chiedere un appuntamento con un professionista, se lo desidera anche online, per poterle dedicare tutta l'attenzione, il rispetto e il tempo di cui necessita.
Rimango a disposizione.
Cordiali saluti
Grazia Chianetta
Dott.ssa Giulia Virginia La Monica
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trento
Buon pomeriggio,
spiacente per il disagio che scrive.
Le relazioni possono essere complesse perchè tante sono le persone coinvolte, tante più sono le idee, intenzioni, bisogni, desideri ecc.
Il consiglio è dedicarsi un spazio di confronto con un professionista, in cui poter esplorare il proprio vissuto e calzare strategie a Sua misura.
Quello che in questo contesto può essere interessante è che il modo di porsi influenza la relazione e le credenze-timori-speranze ecc influenzano il modo di porsi.
Saluti
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera Mara, colgo la sua amarezza. L'immagine che mi viene è quella di un grande acquario con tanti pesci, con lei da sola da una parte e tutti gli altri insieme, che si muovono compatti Lei è accettata, ma deve stare alle loro regole, oppure rifiutata. E rimane sola. Quando si vive lontano da un luogo familiare, non è facile crearsi un nuovo giro di amici, soprattutto da adulti. Ci vuole tempo, tentativi che a volte vanno male. Un senso di estraneità. Lei non dice da quanto è lì, nè se è in una città grande o piccola. Ha pensato di "girare e allargare lo sguardo"? e anzichè cercare nel lavoro e nel gruppo, cercare invece conoscenze singole, per affinità, e orientandosi in possibili iniziative della città: (corsi di lingue straniere, (musica, teatro, ceramica, yoga, palestra, visite guidate, viaggi organizzati, escursioni,ecc.ecc.) Magari sono cose che ha già provato, o non ci sono dove vive. Questo non lo so. In questi contesti si conosce gente e si crea un senso di appartenenza.Le auguro di risolvere il suo problema, Rimango a disposizione e le invio cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
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Dott.ssa Anna Verrino
Psicologo, Professional counselor
Milano
Cara Mara, capisco la sua delusione per gli amici che non riesce più a vedere come prima ma forse la sua reazione è amplificata da alte aspettative o un bisogno insoddisfatto. Quando ci sentiamo soli siamo più sensibili alle mancanze degli altri. Potrebbe essere un malinteso che la porta a sentirsi esclusa dal gruppo oppure semplici dinamiche di allontanamento che nel tempo si verificano in ogni relazione. In ogni caso le consiglierei di parlarne con un esperto per ritrovare serenità e lucidità nella lettura della situazione. Sono a disposizione per necessità. Un caro saluto Dott.ssa Anna Verrino
Dott.ssa Sara Vignali
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
dai e non pretendere, del resto se ne parla in psicoterapia, a presto, saluti
Dott.ssa Giorgia Giuliani
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Salve Gentilissima, purtroppo molte persone sono molto egoiste, opportuniste ed è facile cadere in tali trappole mentali. Secondo me dovrebbe far un percorso psicologico per potersi concentrare su di sé al fine da prendere consapevolezza di potersi distanziare dalle persone che ci creano emozioni negative per poter vivere con serenità . Un caro saluto dottoressa Giorgia Giuliani
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
Buongiorno Mara.
E' vero, le relazioni umane sono caratterizzate da una notevole complessità che può anche spiazzare.
Il fatto diventa come ci influenza questa complessità, dato che la nostra visione del mondo può essere anche molto distante da quella di altri.
Se può esserle utile un colloquio psicologico per approfondire questo tema e l'impatto che le deriva, possiamo fissare un appuntamento per un incontro online.
Dott.ssa Cristina Borghetti
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Buonasera Mara,
comprendo la sua frustrazione. Ha cercato di costruire legami significativi con i suoi colleghi, che inizialmente sembravano solidali, ma poi si sono rivelati superficiali e intermittenti. Le sue aspettative di reciprocità e continuità sono legittime e il comportamento dei suoi colleghi, dettato dai loro bisogni, può risultare disorientante. La sua decisione di distanziarsi è comprensibile e non è segno di cattiveria, ma di un sano desiderio di proteggere il proprio benessere emotivo. Potrebbe considerare questa esperienza come un'opportunità per riflettere su sé stessa e sui suoi bisogni in modo da trasformarla in una crescita personale. Resto a disposizione anche online.
 Riccardo Staroccia
Psicologo
Tivoli
Buongiorno Mara,

Grazie per aver condiviso la tua esperienza. Capisco che sia difficile vivere lontano dagli affetti e che tu stia cercando di costruire nuove relazioni. Le persone che hai conosciuto al lavoro sembrano aver dimostrato molta gentilezza e supporto inizialmente, il che è positivo.

Tuttavia, sembra che ci sia una dinamica nei rapporti che ti fa sentire un po' messa da parte quando non sono loro a decidere di vedersi. È comprensibile che questo ti faccia sentire frustrata, soprattutto quando scopri che si vedono con altri colleghi senza coinvolgerti.

La tua decisione di prendere le distanze è del tutto legittima. È importante sentirsi rispettati e apprezzati nelle relazioni. Anche se loro continuano a cercare di mantenere un contatto, come mandarti messaggi per le festività, capisco che tu possa trovare questo gesto poco significativo.

Non si tratta di sopravvalutare l'uomo, ma forse alcune persone non sono pienamente consapevoli dell'effetto che le loro azioni possono avere sugli altri. Hai il diritto di stabilire confini chiari e cercare relazioni che ti facciano sentire bene.

Ti incoraggio a continuare a cercare nuove amicizie e a comunicare i tuoi sentimenti in modo aperto se pensi che possa aiutare. Prenditi cura di te stessa e cerca di non scoraggiarti. Meriti relazioni basate sul rispetto e la reciprocità.

Parlare con un professionista potrebbe aiutarti a migliorare la consapevolezza di te stessa e a gestire meglio le relazioni, favorendo un maggior benessere personale e una vita sociale appagante.

Un caro saluto.
Dott.ssa Giorgia Sapienza
Psicologo, Psicologo clinico
Ivrea
Buongiorno,
La ringrazio di aver condiviso il suo vissuto con noi.
Credo che non esista una risposta definitiva alle sue domande. Noi siamo padroni soltanto dei nostri agiti e pensieri. Dalle sue parole questa esperienza con i suoi colleghi le ha causato una grande delusione per cui ha deciso, per il suo benessere, di allontanarsi da loro. Credo potrebbe giovarle indagare le sue aspettative sulle relazioni e capire cosa le ha provocato questa reazione di allontanamento. Rimango a disposizione.
Cordialmente
dott.ssa Giorgia Sapienza
Dott. Alessandro Pittari
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Mara, prima di tutto ti ringrazio per aver condiviso il tuo vissuto. Comprendo come la situazione che descrivi sia motivo di grande disagio per te. Le relazioni interpersonali possono essere molto complesse, contemplando diversi interessi, motivazioni, umori etc che possono intrecciarsi anche in modo imprevedibile e cangiante. Mi pare di capire che ciò che per te è stato particolare motivo di delusione sono l'incostanza dei comportamenti di questi tuoi colleghi e la loro incapacità di comprendere e incontrare i tuoi bisogni. È comprensibile che questa situazione ti faccia star male. Non posso naturalmente conoscere le motivazioni esatte del comportamento di queste persone. Quello che posso dirti è che è naturale che le relazioni interpersonali possano mutare nel tempo, come è naturale che il tipo e la profondità di coinvolgimento che si genera in un rapporto può dipendere da mille fattori. Fattori su cui abbiamo, spesso, un potere scarso. Ciò su cui abbiamo potere è il modo in cui ci relazioniamo a queste situazioni. Possiamo imparare ad accettare che ognuno è diverso, ha una propria agenda e un proprio repertorio di bisogni e motivazioni, per cui non sempre può incontrare le nostre esigenze come vorremmo. Come spesso noi stessi non siamo presenti per gli altri quanto loro potrebbero aspettarsi da noi. Una volta accettato questo fatto, si può iniziare a riflettere su come migliorare la propria vita sociale, eventualmente modificando il modo in cui ci relazioniamo agli altri. Naturalmente il supporto di un professionista empatico può esserti molto utile nello svolgere un tale lavoro personale. Spero di averti dato una risposta utile e, rimanendo a disposizione, ti auguro il meglio. Un caro saluto, Dott. Alessandro Pittari
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Gentile Mara, nelle sue righe traspare evidente il dispiacere e il disorientamento relativo al comportamento dei suoi colleghi; è difficile dire, senza conoscere bene la situazione, cosa animi questo comportamento tra l'altro messo in atto da un gruppo di persone. Forse la possibilità che lei potrebbe avere è confrontarsi con un professionista e avviare una consulenza psicologica per offrire maggiori dettagli su quanto le sta avvenendo e capire quali strategia mettere in campo e quali emozioni entrano in gioco anche in lei attorno a questa vicenda. Resto a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo ritenesse opportuno. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Le relazioni umane possono essere complesse e spesso coinvolgono dinamiche di potere e reciproco bisogno. È normale desiderare relazioni basate sulla reciprocità e sull'empatia. Se le aspettative reciproche non sono allineate, possono sorgere fraintendimenti e frustrazioni. È importante comunicare apertamente e stabilire confini sani per il proprio benessere emotivo. Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera Mara, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con tanta sincerità. È evidente che si trovi in una situazione complessa riguardante le sue relazioni sociali e il modo in cui viene percepita all'interno di questo gruppo. Da quanto racconta, sembra che all'inizio abbia trovato conforto e affetto nelle nuove conoscenze, ma ora si sente vulnerabile e insoddisfatta, come se i rapporti non rispondessero ai suoi bisogni emotivi. È comprensibile avvertire confusione e disagio quando il modo di relazionarsi degli altri sembra fluttuare in base alle loro esigenze personali. L'idea che le interazioni siano stabilite da loro solo quando lo desiderano, e non in base a un reciproco desiderio di connessione, può far emergere un senso di esclusione e può risultare frustrante. Questa esperienza potrebbe attivare delle ferite legate a dinamiche di attaccamento, risvegliando un senso di invisibilità o di being taken for granted che è doloroso. La sua scelta di ritirarsi ulteriormente per cercare relazioni più equilibrate è comprensibile, ma potrebbe anche portare a sentimenti di isolamento. È importante non giudicarsi troppo severamente per le proprie reazioni e per la propria ricerca di relazioni autentiche e rispettose. La sua reazione, insieme alla decisione di limitare i contatti, può essere vista come un modo per recuperare il senso di auto-rispettabilità, ma le reazioni degli altri possono risultare imprevedibili e portare a ulteriore angoscia. Riflettere su ciò che desidera da una relazione e su come vuole essere trattata può rivelarsi fondamentale. Se sente che non le viene dato il valore che merita, è opportuno cercare amicizie e relazioni che riflettano questo valore. Non esiti a contattarmi se desidera approfondire ulteriormente queste riflessioni o ricevere supporto nel suo percorso di ricerca di relazioni più soddisfacenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Laura Lanocita.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno Mara, grazie per aver condiviso in modo così sincero il suo vissuto e le sue riflessioni. La situazione che descrive tocca temi molto profondi, legati alla gestione dei legami, al bisogno di reciprocità e al rispetto nei rapporti. È evidente che ha investito molto nei rapporti con queste persone, che inizialmente sembravano offrirle un senso di appartenenza e accoglienza, ma che poi, a causa di dinamiche poco equilibrate, l’hanno fatta sentire delusa e forse svalutata. È una sofferenza che merita attenzione e rispetto, perché i legami umani sono essenziali per il nostro benessere e, quando qualcosa si incrina, è normale sentirsi turbati. Le posso dire che la sua lettura dei fatti è lucida e attenta. Da quello che racconta, sembra che ci sia stata una discrepanza tra ciò che lei dava e si aspettava dal rapporto e ciò che gli altri erano disposti a offrire. Questo tipo di squilibrio può nascere non per malizia, ma perché ognuno vive i legami in modo diverso, spesso inconsapevole dell’impatto che i propri comportamenti hanno sugli altri. Tuttavia, non giustifica il fatto che lei si sia sentita esclusa o che i suoi bisogni siano stati ignorati. Quando parla della difficoltà di accettare che queste persone abbiano continuato a comportarsi in modo egocentrato, capisco il suo disagio. Il comportamento che descrive (cercarla solo quando fa comodo a loro o rimanere invischiati in una relazione che lei sta cercando di chiudere) può essere spiegato con il fatto che spesso le persone non si rendono conto di quanto i loro gesti possano risultare incoerenti o invadenti. In molti casi, ciò deriva più da abitudini o dalla difficoltà di accettare un rifiuto che da una reale cattiveria o intenzionalità. Il punto centrale, però, è ciò che tutto questo significa per lei. La sensazione di essere vista solo in funzione dei loro bisogni è dolorosa, perché, come esseri umani, abbiamo bisogno di sentirci considerati nella nostra interezza, non solo per quello che possiamo offrire. La sua decisione di allontanarsi da queste persone e di cercare rapporti più autentici dimostra una grande consapevolezza e una volontà di prendersi cura di sé, anche se questo comporta dei sacrifici. Per quanto riguarda la domanda che si pone su di sé, vorrei rassicurarla. Non c’è nulla di sbagliato nel desiderare rapporti sani, basati sulla reciprocità e sul rispetto. Non è essere "cattiva" il fatto di voler stabilire confini quando sente che questi rapporti non le portano più benessere. Anzi, è un atto di grande forza e autodeterminazione. È importante che lei riconosca il valore di questa scelta: ha diritto a circondarsi di persone che sappiano rispettare i suoi tempi e i suoi bisogni, proprio come lei si è sempre mostrata disponibile verso gli altri. La difficoltà che le persone mostrano nell’accettare la sua decisione potrebbe essere legata al fatto che i cambiamenti spaventano, soprattutto quando rompono schemi consolidati. Forse queste persone si sono abituate a un certo tipo di rapporto con lei e fanno fatica a comprendere o ad accettare il fatto che lei abbia preso una strada diversa. Ma questo non significa che lei sia sbagliata: è semplicemente una dimostrazione di come a volte gli altri non sappiano accettare il fatto che anche noi abbiamo il diritto di scegliere cosa è meglio per la nostra vita. Infine, vorrei invitarla a prendersi il tempo per coltivare rapporti che rispecchino maggiormente i suoi valori. Non è sempre facile trovare persone che condividano la nostra stessa visione dei legami, ma spesso è un processo che richiede pazienza e sperimentazione. Intanto, riconosca il grande coraggio che ha mostrato nel mettere se stessa al centro delle sue priorità: è un passo importante verso un maggiore benessere emotivo e relazionale. Se sente il bisogno di confrontarsi ancora o di approfondire alcuni aspetti di ciò che sta vivendo, sono qui per ascoltarla. Si merita rapporti che la facciano sentire accolta e rispettata per ciò che è. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Cara Mara, la sua esperienza rivela una dinamica relazionale complessa e comune. Da un lato, il desiderio di connessione e appartenenza la spinge a cercare legami significativi nel suo nuovo ambiente lavorativo. Dall'altro, si scontra con la frustrazione di un'amicizia condizionata dai ritmi e dalle esigenze altrui.
È comprensibile che si senta confusa e ferita da questo modo di fare. L'altalena emotiva tra l'iniziale calore e la successiva esclusione può generare un senso di precarietà e svalutazione. Le persone che ha incontrato sembrano oscillare tra un'apparente apertura e un'indifferenza di fondo, manifestando un comportamento che può essere interpretato come egocentrico.
Tuttavia, è importante considerare che le motivazioni umane sono spesso sfaccettate e non sempre consapevoli. Forse i suoi colleghi agiscono mossi da una combinazione di fattori: il desiderio di compagnia, la difficoltà a gestire l'intimità, la paura del rifiuto o semplicemente la mancanza di consapevolezza delle proprie dinamiche relazionali.
La sua reazione, il bisogno di stabilire confini chiari e di allontanarsi da una situazione che la fa soffrire, è del tutto legittima. La sua decisione di interrompere i contatti, inclusa la rimozione dei messaggi di auguri, è un atto di auto-protezione e di affermazione del proprio valore.
È possibile che i suoi colleghi non comprendano appieno le sue ragioni, interpretando il suo distacco come un atto di ostilità. Tuttavia, la sua priorità deve essere il suo benessere emotivo. Non è sua responsabilità educare gli altri alle dinamiche relazionali sane.
In merito alla sua domanda sulla natura umana, è vero che l'egocentrismo è una tendenza comune, ma non universale. Esistono persone capaci di empatia, reciprocità e rispetto per i confini altrui. La sua ricerca di legami autentici è un segno di forza e di fiducia nella possibilità di relazioni appaganti.
Le suggerisco di concentrarsi su attività che le portano gioia e soddisfazione, e di coltivare i legami con chi la fa sentire apprezzata e rispettata. Non si scoraggi, le relazioni sane esistono e lei merita di farne parte.
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao Mara, grazie per aver condiviso così apertamente la tua esperienza, è una situazione che può far sentire davvero confusi e feriti.
Quello che descrivi è molto comune: spesso nelle amicizie (e nei rapporti sociali in generale) le dinamiche non sono sempre equilibrate o corrisposte. È normale che le persone abbiano ritmi diversi, fasi diverse, e modi diversi di esprimere interesse e affetto. Però, quando la scelta di stare con te o meno dipende solo da loro e quando ti senti esclusa o messa da parte senza una vera spiegazione, è comprensibile che tu ti senta usata o svalutata.
Il fatto che ti facciano gli auguri anche quando tu hai deciso di prendere le distanze può essere una forma di controllo o un modo per mantenere un minimo contatto senza impegnarsi davvero, oppure semplicemente un gesto automatico di cortesia che però per te suona come insistenza o non rispetto dei tuoi confini.
Non sei tu che sopravvaluti le persone: a volte noi diamo molto, e dall’altra parte arriva molto meno, o arriva in modo discontinuo. Può essere davvero doloroso. L’essere umano può essere egocentrico e avere difficoltà a mettersi nei panni degli altri, soprattutto quando si tratta di amicizie "di comodo" o legami meno profondi. E spesso quando qualcuno stabilisce dei confini chiari, può essere visto come “cattivo” o “difficile”, perché mette in crisi una relazione che invece piacerebbe mantenere solo a senso unico.
La tua reazione è più che comprensibile, e non sei cattiva: sei una persona che si protegge e vuole rapporti autentici e rispettosi. Spesso è proprio chi mette dei limiti a subire giudizi, ma questi limiti sono fondamentali per preservare il proprio benessere.
Hai fatto benissimo a cercare rapporti più salutari, anche se più rari o meno festosi. Meglio pochi legami di qualità che tanti pieni di ambiguità e dolore.
Se vuoi, posso aiutarti a riflettere su come mantenere questi confini in modo sereno e trovare modalità per costruire relazioni più autentiche, senza sentirti in colpa o “cattiva”. Ti va?
Dott.ssa Veronica De Iuliis
Psicologo, Psicologo clinico
Cogliate
Buonasera Mara,
quello che descrive è un dinamismo relazionale più frequente di quanto sembri: gruppi o persone che si mostrano molto accoglienti, ma che organizzano le relazioni secondo i propri tempi e bisogni. Questo può creare confusione e far sentire esclusi, soprattutto quando lei ha dato fiducia e presenza.

La sua reazione — prendere distanza per proteggersi — non è cattiveria, ma un atto di cura verso di sé. Non tutti riescono a capirlo perché, nelle dinamiche di gruppo, chi si è abituato ad averla “a disposizione” può faticare ad accettare un cambiamento di ruoli.

Non è lei ad aver sbagliato. Sta solo ponendo un limite là dove non c’era reciprocità. Continuano a cercarla perché forse per loro quel legame era comodo, ma ciò non significa che fosse equilibrato.

Proteggere il proprio spazio non è egoismo: è maturità emotiva.
Un abbraccio,
dott.ssa Veronica De Iuliis

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