Buonasera, innanzitutto seguo sempre con piacere le risposte ed il supporto che offrite, grazie per

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Buonasera, innanzitutto seguo sempre con piacere le risposte ed il supporto che offrite, grazie per esserci per chiunque ne abbia bisogno.
Vorrei porvi un quesito legato ad un mio disagio che ultimamente è davvero invalidante.
Ho 36 anni appena compiuti, da quando ne avevo 20 ho sempre sofferto di attacchi di panico (o mi si bloccavano le gambe o mi mancava il fiato)
Episodi ad ogni modo con cadenza mensile e che con gli anni ho saputo accettare, avevo sempre la sicurezza di star bene dopo, e questo mi ha aiutato molto.
Lo scorso anno ho venduto casa in quanto volevo avvicinarmi a mia sorella (che non è era stata bene), ho utilizzato casa dei miei come appoggio ma purtroppo è qui che son stato peggio.
Con i miei ho sempre avuto un ottimo rapporto, mi hanno sempre aiutato in tutto, volevo non essergli di peso e purtroppo invece è successo che son stato male.
Una notte mi son svegliato con una tachicardia forte e dolore al fianco destro, respiravo a fatica ed ho impiegato molto a riprendermi.
Da quel giorno è successa una cosa particolare, non ho più avuto attacchi di panico, in compenso il mio malessere è diventato cronico con la costante attenzione sul respiro.
Praticamente è un anno che percepisco il respiro come non proprio, il fatto di non riuscire più a dimenticarmene mi fa stare davvero male, soprattutto ho perso l'unica certezza che avevo, ovvero che quando a volte mi fissavo arrivava l'attacco di panico e poi stavo bene.
Ho tentato di curarlo farmacologicamente inizialmente con Paroxetina, rimasto tutto irrisolto anzi mi mandava fuori giri ed il problema rimaneva.
Al momento ho cominciato una nuova cura con Sertralina, sono all'inizio dunque non riesco ancora a percepire effetti positivi (anzi sto pure peggio)
Sto cercando ora un professionista per andare a scavare le cause scatenanti ma davvero, non so come scegliere e sinceramente per come la vedo la mente registra, penserò sempre a questa cosa, mi sembra una strada senza uscita.
Volevo chiedere un vostro parere sul caso che ho appena descritto.
grazie.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
'Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Aldilà dell'approccio del Professionista, Ritengo comunque fondamentale che lei riesca ad instaurare con lui o lei una solida alleanza terapeutica mediante la quale potersi permettere di esplorare nel profondo le origini del suo malessere.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, la ringrazio per averci contattato; come ha già accennato lei, probabilmente ha la necessità di affiancare un percorso di psicoterapia alla cura farmacologica in modo da comprendere le origini della sua sofferenza. Resto disponibile per un consulto, mi contatti pure. Un caro saluto.
Dott.ssa Beatrice Bicchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che la scelta di iniziare un percorso psicoterapeutico possa rivelarsi utile per la situazione che lei riporta, che merita ascolto profondo. Rispetto al farmaco è importante che gli effetti vengano monitorati da un medico psichiatra che ne valuti la risposta individuale con specifica consulenza.
La scelta del professionista psicoterapeuta che accompagni nella scoperta di se stessi è sicuramente un momento delicato e iniziando a farne esperienza, con i primi colloqui, si farà una propria idea riguardo alla scelta fatta. Cordiali Saluti. Bicchi
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, la ringrazio per aver utilizzato questo portale per porre la sua questione.
Il disagio che sta vivendo merita di approfondimento. Non è possibile dare risposte generiche, le difficoltà relazionali o i sintomi sono sempre collegati e nascono all’interno di una storia di vita del tutto personale e unica. Comprendo il suo dubbio sull'efficacia della psicoterapia, ma le posso assicurare che la mente registra le emozioni più dei pensieri. Su quello stato emotivo si innesca il sintomo e anche la sua concentrazione sul respiro.
Quello che le posso suggerire è di fare una scelta su di sé, cioè prendersi cura di ciò che le accade. La direzione l'ha già intravista, ovvero quello di farsi accompagnare in questo momento difficile da uno psicologo/a.
Un buon percorso di psicoterapia in genere migliora la condizione di disagio che ci ha descritto e permette di valutare come proseguire per rimettere in moto la propria esistenza in una direzione più soddisfacente.
Se ha necessità di approfondimento non esiti a contattarmi o scrivermi.
Qualora decidesse di fare un percorso psicologico le sedute possono avvenire anche online.
Un saluto
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, sarebbe molto le cose che sono degne di approfondimento. Come anche lei ha già detto sarebbe importante affiancare al farmaco il percorso con un professionista che la aiuti a ripercorrere gli episodi di panico, andando a individuare quali pensieri ed emozioni lei sente e prova in quei momenti, lavorando però anche sull'analisi del momento presente. Potrebbe tenere in considerazione un approccio cognitivo comportamentale.
Per quel che riguarda la terapia farmacologica, ciò che mi sento di dirle è di darsi del tempo. La terapia richiede del tempo per assestarsi, ed è vero che alle volte si possa avere la sensazione di stare peggio ma è una condizione transitoria e temporanea.
Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera ,per quanto riguarda la sertralina deve avere un po' di pazienza,il farmaco necessita un po' di tempo per entrare in circolo È altrettanto importante che trovi un ,una brava terapeuta per capire il significato dei suoi sintomi .I sintomi sono segnali importanti che hanno bisogno di essere compresi e curati.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Carla Ferraro
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Firenze
Salve, assolutamente le serve iniziare un percorso di psicoterapia. I farmaci sono importanti, ma la terapia è altrettanto importante. Cerchi un terapeuta che le dia fiducia, provi prima nella zona in cui abita. Nel caso in cui non trovi nessuno, la terapia on line è altrettanto efficace. Mi contatti senza problemi per una consulenza. Cordiali saluti
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, ringrazio per la sua stima mi fa tanto piacere sapere xhe il tempo xhe dedico alle risposte è ben apprezzato. Se vuole mi rendo disponibile per un consulto, effettuo colloqui anche in remoto. Iniziamo così a valutare le varie ipotesi e se è valido considerare una psicoterapia con possibilità di trovare un filo conduttore per sbloccare tale disagio. L'aspetto. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Ritengo che sia molto importante la sua scelta di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per valutare l'inizio di una psicoterapia da affiancare alla terapia farmacologica, al fine di migliorare il proprio benessere comprendendo più in profondità il significato che i sintomi che sta sperimentando hanno per lei e lavorando più in generale sulla consapevolezza di se stesso e della propria esperienza. Le suggerisco di tenere in considerazione fiducia, affidabilità e professionalità nella scelta del professionista. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo d'ansia; in genere per i disturbi d'ansia è fondamentale un approccio di tipo integrato. La farmacoterapia, e la psicoterapia devono camminare di pari passo. Entrambe le cose, possono nel tempo migliorare la qualità della vita del paziente. La chiave del cambiamento sta tutta li. Consulti quanto prima uno psicologo, ed inizi un percorso di psicoterapia, al fine di poter guardare ad un benessere più a lungo termine. Per quanto concerne i farmaci la invito a consultare uno psichiatra, figura che sulla base della sintomatologia descritta potrà somministrarle adeguato piano terapeutico

Cordiali saluti.
Dott Diego Ferrara
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Salve sicuramente su questo sito potrà facilmente trovare un esperto che le fornisca le doverose garanzie di capacità sia sul piano tecnico-scientifico che su quello legale. Con estrema facilità può verificare sia l'iscrizione nei relativi albi professionali che le relative competenze universitarie e post-universitarie. Fatta questa doverosa premessa si può mettere in evidenza un possibile evento ovvero che lei molto probabilmente già aveva conoscenza di questi fatti, forse in modo non così dettagliato ma sicuramente sapeva che per svolgere determinate attività occorrono delle specifiche competenze. Quindi forse il tema di fondo non è solo legato alle competenze ma può essere connesso anche alla difficolta di decidere se iniziare o meno questo percorso di cambiamento. L'uso di farmaci e il trovare da solo delle strategie per contenere il malessere, possono portare ad ipotizzare la presenza di un suo desiderio di trattare solo sintomaticamente la situazione senza guardare i temi psicologici. Forse adesso sta maturando l'idea che è arrivato il suo momento di lavorare con una persona sui temi emotivi ma ovviamente questa è una scelta che spetta solo a lei. Pertanto in relazione alla sua domanda "Sto cercando ora un professionista per andare a scavare le cause scatenanti ma davvero, non so come scegliere" si può ritenere che ora sia in possesso di maggiori elementi, su più piani, per operare una sua eventuale scelta. Diversamente in relazione alla sua richiesta di chiarimenti sul fatto che lei " penserò sempre a questa cosa, mi sembra una strada senza uscita" si può solo notare che la letteratura scientifica afferma che esistono fondate possibilità di cambiamento connesse alla psicoterapia. In ogni caso è doveroso mettere in luce che i risultati si vedono solo alla fine e variano in funzione di come la cosiddetta coppia terapeuta - paziente riesce a lavora. Ora sicuramente ha più elementi per fare la sua scelta ovvero se rimanere in questa condizione o lavorare per modificarla. Adesso visto che è uscito allo scoperto o meglio ha parlato di se ovvero ha già fatto la cosa più difficile sul piano emotivo, valuti lei la presenza o meno di eventuali ragioni per cui non può andare oltre chiedendo un consulto. Un cordiale saluto
Dott. Matteo Mossini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Buongiorno, è fortemente consigliato nel suo caso un percorso psicoterapeutico in quanto i farmaci, qualora funzionassero perfettamente, non rimuoverebbero le cause del suo malessere. Togliere il sintomo è comunque un sollievo ma rimuovere il problema la farebbe sentire più libero. Un approccio cognitivo-comportamentale è indicato per i disturbi d'ansia, anche se un lavoro più completo ed approfondito le permetterebbe di modificare le cause scatenanti che possono produrre sintomi diversi in diverse fasi della vita. Per quanto riguarda l'esperienza vissuta potrebbe risolverla facilmente con un trattamento EMDR che permette di elaborare le memorie traumatiche. Può trovare molte informazioni a riguardo sul sito ufficiale italiano. Ho provato a linkarlo ma MioDottore non permette l'inserimento di indirizzi web in questa sezione, lo trova facilmente con Google
Dott.ssa Marina Ceruti
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Sessuologo
Como
Dopo 16 anni di convivenza e rassegnata "accettazione" di un disturbo da attacchi di panico, questo è il momento ideale per rivolgersi ad una/o psicoterapeuta, che la aiuti ad uscire da quella che, probabilmente, ha sempre considerato una "comfort zone" ma che, in realtà, è una "isolation zone".
Un terapeuta di fiducia la può aiutare a comprendere i fattori scatenanti i suoi attacchi di panico e, soprattutto, a superare la sua ansia anticipatoria (respiro male=avrò un attacco di panico).
L'integrazione di una psicofarmacoterapia non è fuori luogo, purchè la terapia farmacologica sia prescritta e attentamente monitorata da uno psichiatra.
E' vero che il farmaco aiuta a togliere i sintomi, che in questo momento della sua vita, sono particolarmente invalidanti, il che, a mio avviso, ne legittima l'assunzione. Ciò non significa, tuttavia che, grazie ad una psicoterapia efficace, lei debba assumerli vita natural durante e che non possa ridurli, fino a sospenderli, sotto stretto controllo medico.
Cordialmente. MC
Dott.ssa Barbara Bucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, la terapia combinata per i disturbi d’ansia è una buona strada da percorrere ma deve darsi il tempo necessario perché avvenga un reale cambiamento. Il fatto che siano scomparsi gli attacchi di panico ma che sia apparso un nuovo sintomo non è affatto una rarità in clinica. Molto più significativo mi sembra il fatto che in tutti questi hanno abbia attuato strategia compensative senza pensare ad un consulto con un psicoterapeuta. Mi sembra un’ottima notizia quella di essersi fermato ora per riflettere su questo punto e cercare un terapeuta che possa seguirlo. Le suggerisco di seguire questa strada sapendo che il disturbo d’ansia risponde molto bene alla psicoterapia e non deve essere semplicemente controllato ma progressivamente imparare a liberarsi da questa sensazione costante di stato d’ansia. Dr. Barbara Bucci
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, tenterò di essere il più breve e chiaro possibile per evitarle informazioni oppure tecnicismi che poco la aiuteranno. La consapevolezza del suo disturbo è già un ottimo passo ma lei deve fare un passo in avanti. L'uso di farmaci può essere molto utile ma per un breve periodo quando la sintomatologia è importante ma lei deve risolvere ciò che le procura il disagio. Per questo motivo le consiglio vivamente un percorso psicologico per cancellare le motivazioni del problema e avere una qualità di vita finalmente serena. Oramai esistono terapie brevi e strategiche per gli attacchi di panico, per i disturbi ossessivi e l'ansia quindio non esiti ancora. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, probabilmente questi cambiamenti nella sua vita hanno attivato emozioni e pensieri incontrollati che hanno portato alle manifestazioni che descrive. L'uso del farmaco va bene se monitorato da uno psichiatra che periodicamente valuterà posologia e farmaci. Meglio affiancare, come lei stesso ha scritto, un percorso di psicoterapia. Per la scelta direi di cercare sul portale "mio dottore" gli specialisti più vicini scegliendo quello che più la ispira. Saranno i colloqui che le diranno se è la persona con la quale si sente più a suo agio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Gent. Utente, grazie per aver condiviso apertamente la sua situazione. La transizione da attacchi di panico acuti ad una sensazione cronica di difficoltà respiratoria può accadere nei disturbi d’ansia, qualora l’attenzione si focalizzi su una sensazione fisica specifica, amplificandone la percezione. Affrontare questa “trappola” è possibile. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) ad esempio si è rivelata efficace per gestire questo tipo di attenzione, interrompendo quindi il ciclo di iper-monitoraggio. La terapia farmacologica con sertralina che ha cominciato, come accenna anche lei nel suo messaggio, potrebbe richiedere alcune settimane per stabilizzarsi. Intanto, potrebbe esserle di beneficio effettuare pratiche di rilassamento come esercizi di respirazione o mindfulness, per attenuare la tensione. Cordialmente, Dott.ssa Arianna Moroni, Psicoterapeuta cognitivo-comportamentale
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Ciao, grazie per la tua fiducia. Quello che descrivi sembra essere un caso di ansia generalizzata che ha preso una forma più cronica dopo l'episodio di tachicardia, e può essere legato al fatto che il tuo corpo ha iniziato a concentrarsi costantemente sul respiro, rendendo difficile "dimenticarsene" e interrompere il ciclo di attenzione. È molto comune che, quando un attacco di panico viene associato a sintomi fisici intensi (come il dolore al fianco e la difficoltà respiratoria), la mente diventi ossessionata da questi sintomi, e ciò può portare a un'ansia costante. Il fatto che tu non abbia più avuto attacchi di panico, ma abbia sviluppato questo focus sul respiro, indica che la tua mente sta cercando un nuovo "scopo" per la tua ansia. È positivo che tu stia cercando un professionista per esplorare più a fondo le cause, ma è importante anche lavorare sulla gestione dell'ansia in modo diretto, per esempio con tecniche di rilassamento, mindfulness e respirazione consapevole, che possono aiutarti a interrompere il ciclo di preoccupazione sul respiro.

Per quanto riguarda la cura farmacologica, la Sertralina è un trattamento comune, ma può richiedere tempo per avere effetti positivi. L’aumento iniziale del disagio che stai vivendo potrebbe essere una parte normale dell’adattamento ai farmaci, quindi è importante continuare a monitorare la situazione con il tuo medico. In ogni caso, il supporto psicoterapeutico può essere altrettanto importante, soprattutto per lavorare su come gestire le preoccupazioni e le percezioni legate al respiro.

Ti consiglio di parlare apertamente con il tuo medico della difficoltà che stai riscontrando con la sertralina, così da capire se è necessario un aggiustamento del dosaggio o esplorare un altro approccio terapeutico. Continuare a cercare un terapeuta con cui ti senti a tuo agio è fondamentale per lavorare su questo malessere persistente. Non sei solo in questo percorso e c’è sempre la possibilità di migliorare con il supporto giusto.
Dott.ssa Anna Bruti
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buonasera,
Da quello che racconta, sembra che il suo disagio si sia evoluto da attacchi di panico episodici a una forma di focalizzazione costante sul respiro, che la fa sentire intrappolato in un circolo vizioso di iper-consapevolezza e ansia.

Questa condizione è nota come un meccanismo per cui l’attenzione si concentra su una funzione corporea automatica (come il respiro) fino a renderla percepita come innaturale. Questo può essere molto invalidante perché dà la sensazione di non poter "spegnere" il pensiero.

Sta già facendo passi importanti cercando un professionista con cui lavorare sulle cause sottostanti. Questa sensazione di "strada senza uscita" è comune quando il sintomo sembra prendere il sopravvento, ma con il giusto supporto può gradualmente riprendere il controllo del suo benessere.

Se ha bisogno di ulteriori consigli, resto a disposizione. Un caro saluto.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, la sua consapevolezza e la capacità di osservare nel dettaglio ciò che le accade indicano già una direzione importante. Ciò che sta vivendo, la focalizzazione cronica sul respiro, è una condizione che in ambito Mindfulness viene definita iper-consapevolezza ansiosa: un meccanismo in cui il tentativo di controllare una funzione automatica come il respiro finisce per intensificare il malessere. Il respiro, da gesto spontaneo, diventa “bloccato”, e questo può essere molto angosciante. Il fatto che non arrivino più gli attacchi di panico come prima, ma si sia “cristallizzata” una forma di controllo costante, suggerisce che il suo sistema nervoso ha cambiato strategia difensiva. L’urgenza acuta ha lasciato spazio a un’ansia diffusa e silenziosa, ma più invadente. In un percorso di psicoterapia bioenergetica, ad esempio, si lavora proprio sul corpo e sul respiro, per restituirgli fluidità e autonomia, sciogliendo le tensioni profonde che trattengono l’energia vitale e creano blocchi cronici.Ha riconosciuto il bisogno di approfondire con uno psicologo psicoterapeuta. Non serve trovare “quello perfetto”, ma qualcuno con cui possa sentirsi accolto, con cui iniziare un dialogo vero. Il resto verrà nel processo. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

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