Buonasera. Ho 27 anni e frequento una ragazza di 19 anni. Viviamo a 1 km di distanza. Io ho finito

15 risposte
Buonasera.
Ho 27 anni e frequento una ragazza di 19 anni. Viviamo a 1 km di distanza. Io ho finito l'università, ho un lavoro più o meno stabile e ho avuto molte relazioni, più o meno importanti, che mi hanno lasciato non pochi strascichi. Lei sta affrontando gli esami di maturità e il prossimo anno andrà all'università.
Questo rapporto mi genera ansia. Lei mi piace molto e mi trovo bene in sua presenza, ma è come se non avesse il mio stesso ordine di priorità.
Inizio a pensare in un circolo vizioso di negatività alle sue vacanze di maturità, al fatto che io non conosca i suoi amici e lei non faccia niente per farmeli conoscere o per avvicinare i due mondi. Non rinuncia quasi mai a loro per dedicare tempo a noi due.

Questa situazione, che apparentemente può essere normale e ovvia, mi genera ansia costante e un misto di emozioni. Non so se non sono abbastanza soddisfatto della vita che faccio (Lavoro, suono, ho delle passioni, ho degli amici e li frequento regolarmente), ma quando vedo lei che è costantemente in presenza dei suoi amici con i quali riesce a organizzare e vivere tante esperienze, scatta in me un meccanismo che mi mi fa sentire molto solo, come se provassi invidia, come se volessi anche io fare parte di quel mondo, come se volessi anche io degli amici quotidianamente presenti, e ho paura che lei alla prima occasione cerchi qualcuno della sua età da poter far entrare nel suo giro di amicizie. Non riesco a vivere questo rapporto serenamente, non capisco se questi pensieri abbiano un potenziale riscontro nella realtà o siano solo paranoie. I miei amici sono persone di 25/26 anni, più o meno come me, ma dal mio punto di vista con un po' meno voglia di me di uscire, divertirsi, organizzare. Mi sento solo, con la paura di perdermi qualcosa, come se volessi preservare la mia gioventù. Frequentare una diciannovenne per quanto speravo mi aiutasse a sentirmi "leggero", mi sta rendendo nostalgico e malinconico.
Buongiorno, ogni età ha le sue priorità e questo è innegabile. Il punto non è tanto che la sua ragazza esca e faccia la vita di una 19enne quanto piuttosto i sintomi che descrive nell'attraversare l'esperienza di non far parte di "quel mondo".
Le questioni da approfondire sono molte, forse le sarebbe opportuno ritagliarsi uno spazio personale di riflessione
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini

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Salve.
Beh iniziamo col dire che cosa è normale in un rapporto (a parte quando le dinamiche dello stesso superano limiti di rispetto fisico e psicologico) è deciso dalla diade. Il chiedersi se è normale che certi atteggiamenti dell'altro ci fanno sentore soli o "strani" è una domanda errata. Dovremmo chiederci perchè ci fanno sentire così e spesso la risposta riguarda poco l'altra persona e tanto noi stessi. La frustrazione per la propria condizione, che lei ha espresso benissimo, dovrebbe essere motore primario per migliorarsi o cambiare, ha 27 anni, può ancora tutto e dovrebbe volere tutto: un rapporto appagante, amici con interessi comuni, la capacità di improvvisarsi amico di se stesso e svolgere attività ludiche anche da solo.
La ragazza in questione credo possa essere un buono slancio per lei ( a prescindere da come andrà la relazione stessa) per capire cosa davvero vuole e se ha scatenato determinate emozioni in lei non le sottovaluti e le indaghi.
Le consiglierei di iniziare un percorso volto a superare un blocco evolutivo, che noi tutti abbiamo ma che pochi affrontano in modo funzionale.
Le auguro buona fortuna e buon lavoro se deciderà di intraprendere una terapia.
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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon giorno e grazie. Concordo con i colleghi che potrebbero esserci più questioni da affrontare. Vero che l’amore non ha età ma è pur altrettanto vero che i bisogni e gli spazi a 19 anni non sono i medesimi a 27. Concordo con i colleghi che potrebbe essere per lei opportuno ritagliarsi un suo spazio di riflessione personale per meglio entrare in contatto con se stesso e le sue emozioni. Per eventuali chiarimenti resto a disposizione. Cordialmente Gian Piero dott Grandi
Buongiorno, da come scrive arriva una certa capacità di riflessione, ha mai pensato di parlarne con un terapeuta? Potrebbe aiutarla ad approfondire.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Salve, la prima cosa che mi verrebbe da chiedere è: ha provato a parlarne con la sua ragazza? Stando al testo della sua richiesta, non sembrerebbe. La giovane età di lei potrebbe almeno in parte spiegare le differenze di priorità a cui lei si riferisce. Oppure potrebbe esserci altro. Ma il punto è come sta lei e il disagio che descrive nella sua domanda. Credo che il primo passo, se lei se la sente, possa essere un sincero confronto proprio con la ragazza. Se non se la dovesse sentire, allora si domandi perché e consideri l'eventualità di farsi aiutare da un professionista. Le auguro buona vita.
Salve, sin dalle prime parole del tuo racconto si avverte in maniera chiara e con grande evidenza il senso di insoddisfazione che provi in questo rapporto. Rapporto che probabilmente stai vivendo, forse, non tanto con l’obiettivo di costruire una relazione di coppia, quanto di prolungare, non riuscendoci, o riuscendoci a fatica, il periodo della spensieratezza dell’esame di maturità. Quel periodo della vita che coincide in genere con la fine della scuola superiore e con tutta una serie di esperienze per le quali si dà avvio alla ricerca del proprio posto nel mondo e dove hanno valore gli amici, la scelta dell’università, la prospettiva di un lavoro futuro appagante. Periodo che alcuni psicologi chiamano “moratoria” e che forse tu probabilmente hai già superato avendo già finito l'università e avendo un lavoro più o meno stabile. La tua ragazza invece deve ancora vivere tutto questo. Forse è il caso che ti fermi a riflettere su questa diversità di tempi sviluppo che esiste tra voi due. Diversità, di fatto, che non è in assoluto un fattore negativo per una relazione di coppia, anzi può essere una risorsa per entrambi, ma va riconosciuta, accettata e vissuta in piena consapevolezza. Credo che tu debba farti aiutare a comprendere cosa è davvero fondamentale vivere per te in questo momento della tua vita, per non sentirti “solo, nostalgico e malinconico”
Ti auguro il meglio
Buongiorno. Ho letto le sue parole con molto interesse e percepisco il suo malessere con molto rammarico. La prima impressione che ho avuto alla fine della lettura è stata di "confusione". Ho l'impressione che in questa relazione lei abbia proiettato una parte di sé che non c'è più e cioè quella della giovinezza e della spensieratezza appunto.
Credo che il primo lavoro da fare, qualora decidesse di iniziare un percorso terapeutico, sia quello di imparare a distinguere cosa è "suo" da cosa è invece della "relazione" e di affrontare questi due aspetti separatamente. Quindi le sue insoddisfazioni con sé stesso e gli aspetti relazionali parlando direttamente con la sua ragazza.
Buona giornata!
L' amore non ha età ma è pur altrettanto vero che i bisogni e gli spazi a 19 anni non sono i medesimi a 27. Concordo con i colleghi che potrebbe essere per lei opportuno ritagliarsi un suo spazio di riflessione personale PER COMPRENDERE meglio ciò di cui ha veramente bisogno! Forse è giusto dedicare un momento a se stesso
Dottssa Marika Fiori
Buonasera, da ciò che ha scritto percepisco una situazione di sofferenza ed irrequietezza. Le suggerisco di rivolgersi ad un professionista dato che accenna a possibili vissuti di insoddisfazione e invidia che ritengo necessario affrontare in un setting idoneo. Un caro saluto
Buongiorno. Uno degli aspetti fondamentali che fanno funzionare una coppia è senza dubbio il dialogo. Vi parlate? Lei ha avuto possibilità di esternare queste "preoccupazioni" alla sua fidanzata? Esiste una condivisione di obiettivi e di intenti? Rispetto anche ai suoi sintomi (invidia, ansia), forse le sarebbe utile prendere in considerazione un percorso psicologico per definire meglio i suoi schemi relazionali e interpersonali. Cordiali saluti
Gentile utente,
Le riflessioni che ha portato alla luce sembrano necessitare uno spazio di dialogo e condivisione sia con la sua ragazza, ma anche probabilmente in un percorso di supporto o di terapia per comprendere i vissuti che lei vive e che la appesantiscono, cercando e sperando nell'altro "leggerezza".
Buon proseguimento,
Cordiali saluti,
Sara Molinaro
Salve, innanzitutto grazie per aver condiviso qua la sua esperienza. Credo che, sia utile soffermarsi sulla "leggerezza" che l' ha portata a scegliere di intraprendere un rapporto sentimentale con una ragazza di 19 anni, approfondendo queste dinamiche, ma soprattutto, provare ad affrontare ciò che sente e prova, intraprendendo un suo percorso psicologico, per comprendere meglio alcune parti di sè.
Saluti
Buongiorno,
la differenza d'età risulta nel vostro caso importante nel far sì che ci siano delle differenze tra voi, anche amicali e nei comportamenti. Una delle cose più importanti in una relazione, sia essa amorosa o amicale è la comunicazione, quindi comunicare sia con lei che con i suoi amici su ciò che sente potrebbe portarla a stare più tranquilli, sentirsi meno solo e maggiormente capito.
Saluti
Dott. Ubaldo Balestriere
Buongiorno, intanto le dico subito che lei mostra di avere una onestà intellettuale spiccata. Questo vuol dire che non ha paura di chiamare le cose con il proprio nome, che può affrontare le questioni senza temere di stare troppo male e che una parte di Sé adulta e consapevole può intraprendere un percorso di auto esplorazione e accoglimento di quelle parti che sono rimaste indietro, che hanno già sofferto e reagito a cose che forse lei non ricorda bene, perché i meccanismi che lei descrive fanno pensare a delle reazioni che mettiamo in atto da bambini, e spesso non resta una memoria di quelle esperienze, ma una memoria emotiva difficile da decifrare. La memoria è un meccanismo complesso. Un odore, una atmosfera, o anche un legame nuovo di attaccamento, può portare alla coscienza ricordi sotto forma di emozioni: paura, invidia, solitudine. E' importante distinguere quanto di ciò che sta provando oggi dipende realmente dal rapporto con la sua ragazza e quanto invece sia il ricordo di insicurezze passate. Nel primo caso è bene che ne parli con la sua ragazza e che troviate un accordo per esempio sullo stile di vita di coppia, altrimenti può cercare uan relazione più soddisfacente. Nel secondo caso può integrare queste memorie emotive nella sua personalità adulta con estrema facilità e in breve tempo sentirsi libero di vivere questa relazione con la giusta leggerezza e con il giusto impegno.

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