Buonasera, fin da quando ero bambina (3-4 anni) ho avuto paura della morte, senza aver subito lutti

24 risposte
Buonasera, fin da quando ero bambina (3-4 anni) ho avuto paura della morte, senza aver subito lutti in famiglia o traumi. Semplicemente mi svegliavo di notte con la paura un giorno di morire. Questa paura si è trascinata fino ad oggi (30 anni) assumendo diverse forme, come panico, attaccamento alla quotidianità e paura del cambiamento. Il problema è che ho fatto del mio fidanzato la mia ancora di sicurezza e ho il terrore di allontanarmi da lui. Questo ovviamente mi sta condizionando la vita privandomi anche di esperienze belle come andare in vacanza da con amiche. Vorrei chiedere se con un percorso di terapia è possibile risalire alla causa della mia paura della morte da bambina o quanto meno fare in modo che io non debba sempre dipendere dalla presenza del mio fidanzato. Grazie
Dott.ssa Laura Bova
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
Buonasera e grazie di aver condiviso il suo vissuto con noi.
La risposta alla sua domanda non può che essere affermativa, Si, con un percorso di psicoterapia si può risalire alla causa di questa sua paura dell'abbandono , della morte e dei cambiamenti in generale.
con l'aiuto di un terapeuta potrà andare a scavare a fondo su queste dinamiche e risalire così al principio di tutto rendendolo consapevole e affievolendo i sintomi.
Le auguro di intraprendere un percorso di questo tipo e la saluto affettuosamente.
Sono a sua disposizione anche online per eventuali approfondimenti.
Dott.ssa Laura Bova

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Dott.ssa Teresa Colaiacovo
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Bologna
Gentilissima,
Spesso nell’altro troviamo/ricerchiamo un porto sicuro e facciamo della persona la nostra copertina di Linus.
Un percorso di supporto psicologico/ psichiatria psicoterapeutico è una sorta di viaggio dentro se stessi e potrebbe aiutarla a vedere le dinamiche che la portano a vivere in questo modo la relazione (l’attaccamento infantile piuttosto che situazioni di vita possono aver contribuito per esempio).
La saluto con una poesia a me cara che spero possa essere motivo di riflessione:
Amatevi, ma non tramutate l’amore in un legame. Lasciate piuttosto che sia un mare in movimento tra le sponde opposte delle vostre anime. Colmate a vicenda le vostre coppe, ma non bevete da una stessa coppa. Scambiatevi il pane, ma non mangiate da un solo pane. Cantate e danzate insieme e insieme siate felici, ma fate in modo che ognuno di voi sia anche solo, come sono sole le corde di un liuto, sebbene vibrino alla stessa musica. Mettetevi fianco a fianco, ma non troppo vicini. Perché la quercia non si rialza all’ombra del cipresso. K Gibran
P.S
Nel rimanere a disposizione la saluto cordialmente
Dott. Teresa Colaiacovo
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Buongiorno, certo. Un percorso di terapia potrà aiutarla ad affrontare queste paure che non le consentono di vivere con serenità
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Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, assolutamente sì, con un supporto psicologico, può superare questi momenti di ansia, soprattutto se è così determinata nel volerlo fare. Il chiedere aiuto, è già un primo passo.
Se avesse dubbi, può contattarmi.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la psicoterapia serve proprio a comprendere i significati personali che stanno alla base delle emozioni che proviamo.
Questi significati sono rintracciabili all'interno della storia di vita personale e compresi alla luce di essa con l'aiuto del terapeuta.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, mi senti di dirle che un percorso di terapia potrebbe essere ciò che fa la caso suo, per riflettere, esplorare indagare l'origine di questo suo profondo timore. Si dia l'opportunità di ritagliarsi un momento per prendersi cura di sé. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Noemi Tribbia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Gentile utente,
l'esplorazione dei significati racchiusi in questo suo sentire così come l'approfondimento di questa tematica e dei tabù che porta con sè potrebbero sicuramente aiutarla nella ricerca di un equilibrio che le permetta di sentirsi "libera". Dunque, per rispondere alla sua domanda, un percorso affiancata da uno specialista potrebbe essere un'ottima scelta per iniziare questo cammino.
Un caro saluto, Dott.ssa Noemi Tribbia
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione. Con la terapia non è possibile solo risalire alle cause, ma è possibile iniziare un processo elaborativo in grado di migliorare la situazione di cui ci ha parlato e non solo. La terapia richiede tempo e motivazione, ma ritagliarsi uno spazio di ascolto potrebbe rendarla più forte, consapevole e libera di fronte a se stessa ed alle proprie scelte.
Cordiali saluti, Andrea Brumana
Dott.ssa Sonia Castagnolo
Psicologo, Psicologo clinico
Arcore
Gentile utente, comprendo la sua difficoltà e quanto questa possa avere ripercussioni nella sua quotidianità e in vari ambiti della sua vita. Un percorso di terapia può sicuramente aiutarla ad analizzare questa sua paura e ad imparare a gestirla e superarla. E' molto coraggioso da parte sua mettere in discussione questa paura e iniziare a pensare di fare qualcosa per riprendere in mano la sua vita. Resto a disposizione qualora volesse approfondire, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Sonia Castagnolo
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno. Grazie della sua condivisione. Sicuramente un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla molto, Tutti i sintomi che lei riferisce hanno un nesso fra di loro e la cui comprensione la aiuterebbe molto a migliorare la qualità della sua vita.
Dott.ssa Irene Moschini
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Un percorso di terapia può sicuramente aiutarla ad esplorare ed approfondire queste sue paure, arrivando alla consapevolezza di come questa paura sia nata e successivamente abbia assunto diverse forme.
Resto a disposizione, anche online. Un caro saluto. Irene Moschini
Dott.ssa Elena Sonsino
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Cara utente, assolutamente sì. Un percorso di terapia può aiutarla a comprendere meglio quanto ci racconta. Un caro saluto e resto a disposizione. Dott.ssa Elena Sonsino
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile utente, un percorso di terapia le darà una lettura al suo disturbo, che da quello che scrive le sta influenzando nel vivere nuove occasioni. Un percorso di psicoterapia le darà le risposte che cerca e un modo per affrontare le paure del presente.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Melania Filograna
Dott.ssa Saveria Ottaviani
Psicologo, Psicologo clinico
Marina di Ardea
Da quello che racconti sarebbe davvero il caso di iniziare un percorso psicologico che ti permetta non solo di capire l'origine dei tuoi problemi ma che soprattutto di permetta di vivere in tutto e per tutto la tua vita. Segui il tuo intuito ed inizia a volerti bene! Un saluto
Dott.ssa Antonella Cramarossa
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bari
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza, espongo alcune riflessioni che spero potranno esserle utili.

Un percorso di psicoterapia è senz'altro uno strumento indispensabile per affrontare la sofferenza del vivere, comprendere il senso del disagio e trovare strade percorribili per poterne uscire.
Se dice di non aver subito traumi e/o lutti, trovando il tema della morte solo nei sogni, probabilmente i timori di cui parla riguardano tutt'altro, come la vita e il doverla affrontare in tutte le sue sfaccettature, negative e positive.
Inoltre, il fatto che (nonostante dica di soffrire di questo disagio dall'infanzia) si stia ponendo il quesito solo ora, lascia pensare a dei recenti eventi/cambiamenti che possono aver acutizzato la sofferenza che prova.
Le auguro di trovare, in ogni caso e modo, il coraggio di affrontarla.

Cordialmente, Dott.ssa Antonella Cramarossa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Luisa Cirimbilli
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Salve,
sicuramente un percorso terapeutico, attraverso l'elaborazione del suo vissuto, può aiutarla a risalire all'origine di questo suo timore così profondamente radicato. A volte il passato, più o meno consapevolmente, condiziona il nostro presente e il nostro futuro, non permettendoci di vivere a pieno le nostre vite. Comprendendo certe dinamiche possiamo riuscire a liberarci di ancore non funzionali e riprendere il viaggio ad una velocità più spedita, godendo a pieno della quotidianità..
Un caro saluto.
Luisa Cirimbilli
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Dott.ssa Selene Scaramuzza
Sessuologo, Psicologo clinico, Psicologo
Bergamo
Buongiorno, da psicosessuologa che si occupa anche di lutto di morte e malattia, posso dirle che un percorso psicologico sicuramente potrebbe aiutare a fare luce sulle cause di questa paura e potrebbe anche aiutarla ad essere meno "dipendente" dal rapporto col suo fidanzato. Sono argomenti da trattare in modo approfondito, sarebbe prematuro e anche sconsigliato dare giudizi o risposte in questa sede.
Cordiali saluti
Dott.ssa Selene Scaramuzza
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Sicuramente un percorso con un collega la derebbe la possibilità di trovare una risposta alle domande che si sta ponendo.
Dott. Marco Cenci
Dott.ssa Debora Calci
Psicologo, Psicologo clinico
Gallarate
Buona sera, per rispondere alla sua domanda: sì, certo; un percorso di terapia potrebbe indicarle la via di una maggior conoscenza di sè, del suo funzionamento e di conseguenza la possibilità di attuare dei cambiamenti. Il primo passo, ovvero quello di prendere in considerazione l'idea di chiedere un supporto, lo ha già fatto ... ora non le resta che scegliere con quale professionista iniziare questo viaggio. Buon cammino
Dott.ssa Sonia Setti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso qui un vissuto così intimo e delicato. Il pensiero ricorsivo sulla morte e il terrore del cambiamento potrebbero suggerire che talvolta dirsi e sentirsi vivi è qualcosa di ancor più terrificante della morte stessa, poiché apre a un mondo di possibilità a volte spaesanti. Affrontarle con un professionista potrebbe essere la via per accorgersi che vita e morte non sono opposti, bensì due lati della stessa medaglia.
Dott. Giuseppe Gara
Psicologo clinico, Psicologo
Valbrembo
Buonasera, un percorso di terapia può sicuramente essere utile. È importante capire la funzionalità di questa paura nel momento presente individuando lo schema interpersonale che si mette in atto. Oltre a collegarlo alla sua storia di vita per dare una maggiore comprensione a questa strategia automatica. Le consiglio di rivolgersi ad un professionista che la possa aiutare ad affrontare questa paura e a vederla da una nuova prospettiva.
Un caro saluto.
Dott. Giuseppe Gara
Dott.ssa Marianna De Simone
Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
grazie per aver condiviso qualcosa di così personale con tanta lucidità e sensibilità.

Quello che descrivi – la paura della morte presente fin da piccolissima, l’ansia legata al distacco, il bisogno di una figura rassicurante come il tuo fidanzato – è molto comune tra chi sviluppa, in età precoce, un'ipersensibilità all’imprevedibilità e alla perdita. Anche in assenza di traumi evidenti o lutti reali, alcuni bambini interiorizzano molto presto l’idea che *la vita sia fragile*, e questo può diventare un punto centrale nella loro esperienza emotiva.
Svincolarsi dalla dipendenza affettiva è possibile!
Il fatto che tu senta di aver fatto del tuo fidanzato una "ancora di salvezza" è comprensibile: quando la paura è forte, il bisogno di sicurezza si concentra su una figura stabile. Il problema, come dici bene tu, è che questo *limita la tua autonomia e la tua libertà personale*.
Con l’aiuto di un terapeuta e un percorso di terapia puoi superare questa paura!
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buonasera a lei. Innanzi tutto mi permetta di farle i miei complimenti per la sua decisione di iniziare un percorso di aiuto psicologico. Per esperienza, posso dirle che chi ha questo tipo di problematica è sempre un po' restio ad aprirsi con uno psicologo (proprio per l'ansia che genera l'apertura interiore ad un estraneo); si tende a preferire un trattamento esclusivamente farmacologico, invece che usare i farmaci come coadiuvante ad una terapia psicologica. È invece fondamentale, per una situazione come la sua nello specifico, capire le ragioni della sua ansia costituzionale. Questo problema, ora alle soglie dell'età adulta, le sta seriamente minando felicità e tranquillità fin dalle fondamenta, alimentandole insicurezze che non dovrebbe avere e paure che le distruggono le esperienze significative. Quando riporta il contenuto della sua paura, ovvero la morte, mi sembra che sia possibile fare un'analisi un po' più precisa: forse non è tanto la paura della morte "in sé", quanto del dolore, di essere aggredita, del caos. Assume la forma della morte, per la prima volta, ad una età (3-4 anni) in cui si inizia a concepire il "pericolo" - e questo di declina nel concetto di morte. Mi permetto di suggerirle questa ipotesi - puramente ipotesi - perché capita che persone che manifestano questa ansia costituzionale, precoce, a tema di morte, che hanno paura di esplorare il mondo e di cambiare ambiente, siano anche molto religiose - ma questo sembra non funzionare. La spiritualità e la fede sono veri e propri antidoti alla paura della morte ma, in alcuni casi, sembra non funzionare, proprio perché la spiritualità in sé, ovvero l'antidoto, si basa sulla stessa sensibilità che scatena l'ansia e l'insicurezza. In altre parole, si può notare come questa paura agisca come una vera e propria malattia autoimmune, sabotando all'origine ciò che potrebbe alleviare l'angoscia della morte. In ogni caso, sarebbe comunque necessario saperne di più, per capire di cosa si tratta nel suo caso, se volesse intraprendere un percorso psicologico. Se ritiene che possa aiutarla, mi faccia pure sapere, sono a disposizione. Le porgo i miei più sinceri saluti e stia bene.

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