Buonasera, avrei bisogno di un consiglio riguardo la situazione che sto vivendo. Ho 24 anni, e i mie

15 risposte
Buonasera, avrei bisogno di un consiglio riguardo la situazione che sto vivendo. Ho 24 anni, e i miei genitori hanno deciso di separarsi in maniera piuttosto turbolenta. Questa decisione, che io ho aspettato da tutta la vita, è arrivata dopo una vita fatta di scontri, astio, tensione e dolore. Sono figlia unica, con non poche difficoltà sono riuscita a costruirmi una vita sana ed equilibrata lontana dalla mia famiglia di origine. Il mio problema principale nasce dal rapporto con mia madre, una persona che ha dovuto affrontare delle difficoltà incredibili nella vita, che però l'hanno portata in uno stato di totale negatività, depressione ed aggressività. Io ho sempre dovuto, fin da piccola, cerca di prendermi cura del suo stato mentale, caricandomi di problemi e difficoltà che una bambina non comprendeva, e che ora che sono adulta mi hanno trasformata in una persona molto fredda e distaccata per non cedere ad una tristezza che mi avvolge da sempre. Il suo pesare su di me emotivamente mi ha fatto rinunciare o rovinato la maggior parte delle esperienze che ho vissuto nella mia vita. Ogni volta che mi sono sentita felice, mi sembrava di togliere qualcosa a lei. Mi sento in colpa per la sua tristezza, anche se so che non dipende da me. Faccio di tutto per renderla felice, nel mio piccolo, e lei mi dimostra il suo amore a modo suo, so che mi ama immensamente, ma non è mai stata stabile nella nostra relazione. Io non ho mai imparato quale sia il limite del nostro rapporto, in cui per la maggior parte del tempo sono stata io ad accudire lei. Negli ultimi anni, oltre a un carattere già difficile e intrattabile, si è aggiunto un grave problema di alcolismo, che tira fuori la sua parte peggiore. Mi chiedo quanto io debba stare vicino a una persona che mi fa così del male prima di cadere nel baratro. Questi aspetti del nostro rapporto, pur io vivendo da sola da ormai 5 anni, condizionano ogni mia giornata. Vivo nella perenne ansia e angoscia dei suoi umori, non riesco a vivere dei bei momenti con leggerezza perché mi sento responsabile della sua felicità, e quando le ho fatto presente questo, che tutta la situazione mi procurava una profonda ansia, mi ha risposto che la mia tristezza me la dovevo vedere per conto mio, che non dovevo farla sentire in colpa perché lei soffriva già abbastanza. Purtroppo la razionalità non basta in una dinamica così, so che tutto ciò è profondamente sbagliato, ma non so come uscirne e come incominciare a vivere la mia vita pensando a me per la prima volta. Cosa mi consigliate?
Buongiorno, le consiglierei di contattare uno psicoterapeuta per intraprendere un lavoro su di lei.
Cordiali saluti

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Buongiorno, la storia che racconta ha sicuramente un sacco di elementi e spunti di riflessione. Lei è una persona molto consapevole e questo non è scontato. Oggi però, come spesso accade, la consapevolezza non è sufficiente a farla stare meglio. Lei ci chiede fi a quando e quanto è giusto che lei si faccia carico di certe dinamiche, la risposta è fino a quando e per quanto lei sente di poter sostenere tutto ciò. Non c'è una risposta giusta in assoluto. Ciò che è giusto e quello che lei sente giusto per sé e protettivo. Vede spesso dobbiamo essere noi stessi a proteggerci e difenderci da certe dinamiche, anche quando (con quando dolore) riguardano rapporti familiari. Provi a valutare la possibilità di esplorare tutto ciò insieme ad un professionista che la possa accompagnare verso la scelta che sia più adatta a lei. Rimango a sua disposizione
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno, leggendo la sua condivisione colgo molti aspetti che meritano di essere approfonditi. L'abitudine a vivere per l'altro spesso sembra talmente radicata da darci l'impressione di non avere alternative a questo vissuto. In realtà però ognuno ha la possibilità e la responsabilità di cambiare la propria vita. Come poter fare? Una soluzione potrebbe essere quella di iniziare un percorso di psicoterapia che le consenta di permettersi di scegliersi e mettersi al centro del suo vissuto, condividendo le sue fatiche ma anche permettendole di vivere i suoi momenti felici senza colpa. Se desidera, sono disponibile anche online. Un caro saluto, Dott.ssa A.L. Cavagnoli
Gentilissima, la grande consapevolezza che dimostra in merito al suo ruolo all'interno del sistema famigliare, alle emozioni e stati d'animo connessi e all'evolversi negli anni della delicata situazione in cui è cresciuta e maturata, rappresenta una preziosissima base di partenza e Risorsa che la predispongono positivamente verso un percorso di cambiamento migliorativo. In qualche modo, una parte importante del lavoro di "svincolo" emotivo (quello fisico già si è concretizzato) che sembra desiderare ardentemente lei lo ha già iniziato. Questo non significa essere una figlia "meno buona" o "meno responsabile" bensì una figlia che sta facendo il suo mestiere rafforzando la sua parte adulta, la stessa che l'ha portata alla stesura di questo quesito. Tracciare dei confini più definiti in grado di tutelare la sua dimensione individuale, senza per questo ledere il legame importantissimo con sua madre, le permetterebbe di andare avanti senza voltarsi indietro costantemente per apprensione o senso di colpa. Perché ciò avvenga, le suggerirei di darsi la possibilità di essere supportata da uno psicoterapeuta per il tempo necessario a fare quelle "prove di volo" che le permettano poi di proseguire la sua vita autonomamente, con la meritata serenità. Restando a disposizione per ulteriori necessità, le porgo un caro saluto. MP
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissima, vive una situazione molto difficile. Lei è stata davvero brava ad allontanarsi da sua mamma andando a vivere da sola; purtroppo questo da solo non è sufficiente a proteggerla dal “vortice di negatività” che lei ci descrive.
Senz’altro sua mamma ha bisogno di essere aiutata, ma un aiuto lo consiglio anche a lei, perché sicuramente le situazioni difficili che ha vissuto hanno lasciato dei segni, talvolta anche profondi, su di lei.
Le auguro il meglio, e le voglio anche dire che i figli non devono farci felici ma devono essere felici.
Se lo ritiene possibile mi contatti per un appuntamento in presenza o on-line.
Buona serata
Dott.ssa Emanuela Graziano
Buongiorno, lei è giovane ed ha tanta vita davanti a sé. Vivere pensando a come risolvere la vita di sua madre e sentendosi in colpa continuerà a rovinare i suoi momenti di felicità e probabilmente le renderà difficile la costruzione di una vita sua. Ha ragione la razionalità non basta.
Consulti uno psicoterapeuta, investa su di sé per provare a i produrre un cambiamento.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Salve. Descrive con chiarezza e consapevolezza la sua storia. È stata capace di costruirsi una sua vita autonoma andando a vivere da sola. Nonostante ciò, non riesce a mettersi al centro della sua vita e vivere i momenti belli pensando a sé.
Nella mia consolidata esperienza di psicoterapeuta bioenergetica, il contatto con le sensazioni, emozioni, percezione di sé, micromovimenti che stimolano e riattivano la vitalità, lavorare nel qui e ora per recuperare i vissuti emotivi del passato ancora condizionanti, aiuta a liberarsi dai blocchi causati dal senso di colpa o da altro e a sentirsi in diritto di essere liberi di vivere. Sono disponibile per approfondimenti.
Distinti saluti
Salve, colpisce la consapevolezza e la fine capacità di restare in contatto con quello che sente e con le emozioni che la attraversano. Spero che questo la sostenga nell'intraprendere un percorso di psicoterapia che possa accompagnarla nel rendersi libera di vivere la sua vita. Un caro saluto. Sara Genny Chinnici
Buongiorno, come giustamente ha intuito da sola la razionalità non basta, deve poter prima elaborare in un contesto terapeutico tutte le situazioni conflittuali che si porta dentro, solo allora riuscirà a distaccarsi senza senso di colpa. Attualmente l'unico modo in cui può aiutare sua madre è convincere anche lei a cercare aiuto.
Buonasera,

La situazione che descrive è davvero complessa e emotivamente carica. La dinamica tra genitori e figli può diventare estremamente intricata, specialmente quando le linee tra il ruolo di genitore e quello di figlio si confondono, come sembra sia accaduto nel suo caso.

Prima di tutto, mi dispiace che lei abbia dovuto affrontare un carico emotivo così pesante fin da giovane. La responsabilità di prendersi cura del benessere emotivo di un genitore può essere schiacciante e può avere effetti profondi sulla crescita emotiva e psicologica.

Ecco alcune considerazioni e consigli:

1. **Stabilire dei Confini**: La prima cosa che mi viene in mente è l'importanza di stabilire dei confini chiari. Questo non significa necessariamente allontanarsi, ma piuttosto stabilire delle regole chiare su ciò che è e non è accettabile in termini di comportamento e di aspettative reciproche.

2. **Cura di Sé**: È essenziale prendersi cura di sé stessa. A volte, quando ci prendiamo cura degli altri per tanto tempo, dimentichiamo di farlo. Potrebbe essere utile trovare modi per gestire lo stress, come la meditazione, la scrittura, la terapia, l'attività fisica o qualsiasi altra cosa che la faccia sentire rilassata e centrata.

3. **Terapia**: Consideri seriamente la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia. Un professionista potrebbe aiutarla a navigare attraverso questi sentimenti complessi e a trovare modi per stabilire confini e prendersi cura di sé.

4. **Supporto Esterno**: Esistono gruppi di sostegno per persone che hanno genitori con dipendenze o problemi psicologici. Questi gruppi potrebbero offrire una prospettiva preziosa e un senso di solidarietà.

5. **Informarsi sull'Alcolismo**: Conoscere di più sull'alcolismo potrebbe aiutarla a capire meglio le dinamiche che sta vivendo. L'alcolismo è una malattia e coloro che ne soffrono spesso agiscono in modi che feriscono se stessi e le persone intorno a loro.

Infine, la invito a ricordarsi che la sua responsabilità principale è verso se stessa. Anche se può essere incredibilmente difficile, a volte è necessario mettere in pausa o ridimensionare una relazione per salvaguardare il proprio benessere.

Concludo dicendole che il suo benessere è fondamentale. Spero che trovi la forza e le risorse per cercare aiuto e per iniziare a costruire un futuro in cui si senta libera di vivere la sua vita pienamente.

Con affetto e stima,
Dott.ssa Laura Sozio
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Buonasera, nelle sue parole colgo molta sofferenza, tanta fatica e tanto amore! Mi sembra che abbia già intrapreso diversi passi di autonomia verso il proprio benessere. Comprendo quanto sia complesso il suo sistema familiare, allo stesso tempo percepisco la sana e amorevole preoccupazione che lei nutre anche per se stessa e ritengo che questa sia una grande risorsa per lei! Insomma credo che la domanda "in che modo iniziare a vivere la sua vita pensando a sè per la prima volta" sia un ottimo punto di partenza e un permesso che si sta dando. Condivido con i colleghi l'opportunità di intraprendere un percorso di psicoterapia che l'accompagni a guardarsi dentro e fare nuove scelte in questo prezioso momento di cambiamento.
Buongiorno,
è molto chiara nel descrivere la sua situazione ed il malessere che ne deriva. Iniziare una psicoterapia potrebbe aiutarla a svincolarsi e a trovare la sua strada pur continuando a sentirsi figlia di questa famiglia. A volte non è semplice e non c'è la si fa da soli. L' aiuto di un professionista potrebbe aiutarla in tal senso a trovare la strada e a riprendere il cammino.
Resto disponibile ad accogliere la sua richiesta di aiuto qualora lo desiderasse.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Gentile utente, mi colpisce la sua piena consapevolezza nel comprendere gli aspetti problematici nel rapporto con sua mamma. Ha ragione nel dire che la razionalità non basta; dovrebbe iniziare ad agire per esprimere i suoi bisogni liberamente, facendo esperienze che la appaghino al di fuori del rapporto con sua mamma. Ha diritto di essere felice. Per gestire eventuali sensi di colpa è opportuno chiedere un aiuto psicoterapico che la sostenga in un cammino verso l’espressione dei suoi bisogni più profondi, autentici, che già da bambina aveva represso.
Gentile Utente, ognuno di noi è responsabile del proprio benessere e anche del proprio malessere. Decidere di aiutarsi e di farsi aiutare è una scelta ma lo è anche decidere di non farlo. La sua mamma avrebbe bisogno di un aiuto specialistico per affrontare le sue difficoltà e solo lei può decidere di cercarlo!
Cara Utente hai tutto il diritto di essere felice. Dalle tue parole emerge un'ottima consapevolezza dei tuoi vissuti, ti consiglio di iniziare un percorso terapeutico che ti possa aiutare ad appropriarti della tua vita e del tuo benessere.
Un caro saluto, Dott.ssa Ramona Borla
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