Buonasera a tutti, sono un ragazzotto di 35 anni, da qualche mese in forte difficoltà per la depre

19 risposte
Buonasera a tutti,
sono un ragazzotto di 35 anni, da qualche mese in forte difficoltà per la depressione.
Premetto che fin da piccolo son sempre stato pauroso, i miei genitori e mia sorella però mi hanno sempre supportato ed io li amo molto.
Mi sono sempre fissato sulle funzioni del mio corpo e si sa, quando si cerca di controllare l incontrollabile si fa solo un gran casino.
All età di 20 anni fissandomi sul respiro per paura di perderlo mi è venuto il primo attacco di panico.
Non ne ho mai parlato anche perché venivano con la frequenza di uno al mese e riuscivo a gestirli.
Ho sempre represso le mie emozioni e mai sfogate, ho pianto l ultima volta a 18 anni, da un mese circa invece piango ogni 5 minuti.
Il problema è che, a seguito della vendita della mia casa (ho vissuto 5 anni da solo) sono tornato dai miei e li ho cominciato a star male.
Fissazioni sul respiro costanti, attacchi di panico giornalieri, fino a che non è diventata un ossessione costante.
Inoltre, mi sono cedute pure le gambe un giorno ed ho sviluppato una bruttissima paura nello stare in piedi.
Da due settimane sono in cura con psicofarmaci, Fluvoxamina 50 mg al giorno e Tavor oro in caso di ansia acuta.
Ho iniziato anche un percorso con psicoterapeuta a inizio Marzo (una seduta settimanale)
Le mie ossessioni non mi lasciano mai, mi sento una persona finita.
Non ho mai sentito nessuno con queste due ossessioni assieme e mi stanno rovinando la vita.
Avevo tutto e dico tutto nella vita, non capisco come ho fatto a distruggermi così.
Grazie a chi vorrà darmi un consiglio.
Salve, credo che sia opportuno per lei continuare a confrontarsi con il terapeuta che la segue su queste tematiche, si dia del tempo. Inoltre, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si rivolga sempre al suo medico di fiducia, il quale conosce la situazione.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Salve. Controllare l'incontrollabile... Ha sintetizzato bene la causa del suo malessere. Quando si reprimono le emozioni si reprime anche la vitalità, con perdita sempre maggiore della fiducia in se stessi, con il rischio che la vita possa basarsi prevalentemente sulla forza di volontà.
La volontà senza motivazione, interesse, piacere può pian piano far perdere energia e rendere meno vitali, al punto da sentire la paura di stare in piedi. Continui il percorso psicoterapeutico integrandolo con il supporto farmacologico e ne parli con chi la sta seguendo. Distinti saluti
Buona sera,
capisco la sofferenza, l’incomprensione e la fretta di volerne uscire per stare finalmente meglio. Penso che il percorso intrapreso sia adeguato alle necessità di cui si sta occupando; il tempo le darà modo di perseguire il suo obbiettivo.
Le auguro di trovare un nuovo equilibrio.
Cordiali Saluti
Lei a 35 anni non é un ragazzotto ma un uomo, forse é proprio questo che la disturba: non reputa la sua vita attuale adeguata a come la vorrebbe. Cosa vuol fare con il suo attuale terapeuta? Deve ben fidarsi di qulcuno se vuole avere un aiuto. Se si trova bene, si dia il tempo di verificare e di vedere i risultati, altrimenti scelga un’altra soluzione ma poi si impegni seriamente.
Gentile utente,
non deve essere facile per lei convivere con i vissuti che descrive.
Credo che quello che può fare per cercare di stare meglio, sia continuare a seguire il percorso di psicoterapia intrapreso, affidandosi al suo terapeuta, condividendo con lui l’aspetto farmacologico e ciò che vive nel suo corpo e nelle sue relazioni.
Cordiali Saluti.
Dr.ssa Marta Fuscà
Buonasera, dalla sua domanda emerge quanto sia difficile gestire la sua sofferenza e ha tutta la mia comprensione. Sicuramente è sulla strada giusta se si è già rivolto a dei professionisti: non abbia fretta e si dia tempo, una sofferenza così profonda non si risolve dall'oggi al domani.
Ogni tanto pensiamo di avere tutto, quando nel profondo ci manca qualcosa che è invece essenziale per il nostro benessere emotivo.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Caro utente, mi dispiace molto. Deve essere stato difficile in passato gestire gli attacchi di panico da solo, senza alcun supporto. Lo so che questi episodi sono molto invalidanti, ma abbia fiducia e ne parli con la sua psicoterapeuta. A volte ci vuole del tempo per stabilizzarsi.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Gentilissimo, spero che lei decida di fare un buon percorso di psicoterapia cognitivo comportamentale per affrontare le sue difficoltà'.Un caro saluto dott.ssa Laura Prosdocimo
Buona sera,
ha fatto benissimo ad intraprendere un percorso terapeutico nelle sue condizioni. Ha fatto riferimento a paure, fissazioni sul proprio corpo sia dal punto di vista fisico che del funzionamento. Sicuramente è utile ricostruire l'emergenza dei sintomi in relazione agli accadimenti della sua vita per cercare di dare un senso a questa sintomatologia che altrimenti sembra condannata a restare inspiegabile.
Buonasera,
Leggendo il suo scritto, mi sento, in primis, di dirle che le sue condizioni psicofisiche sono degne di attenzione, ma ci sono persone affette anche da "ossessioni" più numerose delle sue ("non ho mai sentito nessuno con queste ossessioni") ed è possibile risolverle efficacemente.
A tale proposito mi chiedevo come mai abbia scritto qui se già sta seguendo un percorso psicoterapeutico. Come si trova? Le sembra che sia confacente alle sue necessità? Ha narrato quanto ha scritto qui anche al suo Terapeuta? Si fida di lui/lei?
Le consiglio di riflettere accuratemente su questi aspetti perché sono fondamentali ai fini della buona riuscita del suo percorso.
Pertanto se ha dubbi in merito, le consiglio di rivolgerli al suo terapeuta. In caso contrario, sarà necessario interrogarsi a fondo sulla terapia che sta seguendo.
Un caro saluto.
Gentile utente di mio dottore,

può capitare nella vita di smarrirsi, ha fatto molto bene ad intraprendere un percorso di psicoterapia, è gia il primo passo verso il voler star nuovamente bene. Vedrà che l'aiuto di uno specialista le consentirà con il tempo di riprendere in mano la propria vita e la renderà consapevole di ciò che la fa star male.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Salve, è interessante che si definisca "un ragazzotto". Nel messaggio che scrive c'è molto materiale su cui si potrebbe lavorare e lei stesso sembra avere una buona capacità di ricostruzione e di associazione che la aiuterebbero in un percorso di psicoterapia. Parla poi di ossessioni e di attenzioni al corpo, ed è interessante come collega le due cose. Per quanto riguarda i sintomi dell'ultima fase possibile che siano legati al rientro presso il domicilio dei suoi genitori che ha forse aperto una questione ancora da comprendere. Putroppo vista la situazione attuale è successo a molte persone, spesso della sua età, che in molti casi ne hanno sofferto nei modi più disparati, decidendo anche di chiedere un aiuto psicoterapeutico. Consideri la crisi come un'occasione e utilizzi le risorse che ha per compiere un percorso che la aiuti a ricostruire il suo presente e, se possibile, migliorare il suo futuro. Per quanto mi riguarda sarei eventualmente disponibile su Milano oppure online. Buona giornata, Marina Montuori.
Gentile utente, la depressione può essere sia un disturbo a se’ stante quanto una reazione che si è innescata su altri problemi come ad esempio un disturbo ossessivo, come nel suo caso. Il percorso da Lei intrapreso la porterà sicuramente a stare meglio, ci vorrà del tempo per consolidare e stabilizzare i progressi.

Le consiglio un libro di riferimento molto semplice e chiaro sul tema della depressione, scritto da tre psicoterapeute selezionate del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, Emanuela Muriana, Laura Pettenò e Tiziana Verbitz, si intitola “I volti della depressione. Abbandonare il ruolo della vittima: curarsi con la psicoterapia in tempi brevi” (Milano, Ponte alle Grazie, 2006).
In questo testo, le autrici illustrano le caratteristiche sintomatiche e le modalità di funzionamento delle diverse forme di depressione, mostrando come il modello di Terapia Breve Strategica intervenga con successo su questa patologia fin dalle prime sedute.
Ancora....
“Dedicare dieci minuti al giorno, per un mese, a fare una cosa nuova, mai sperimentata prima”: questa è la prescrizione che la psicologa dà a Chiara, la protagonista del romanzo di Chiara Gamberale: “Per dieci minuti” (Feltrinelli, 2013).Da questo percorso, ha inizio un profondo cambiamento, fatto di piccoli cambiamenti, di piccole azioni quotidiane che portano ad una grande rivoluzione interiore.
Infine, Le consiglio un film italiano coraggioso e semplice, “Easy: un viaggio facile facile”, opera prima del regista Andrea Magnani. Si tratta di un road-movie in cui gli spazi fanno da protagonista, che affronta in modo molto ironico il tema della depressione, facendo ruotare tutto intorno all’unico attore, David di Donatello, Nicola Nocella. Un viaggio, secondo Giulio Fontò, psicologo e psicoterapeuta, che ha commentato il film quando è stato proiettato alla Casa della Psicologia, dal buio alla luce, dalla morte alla vita, da una condizione di immobilismo ad una di apertura. Il tempo vissuto è la prima dimensione che si blocca nella depressione. L’emozione fondamentale è la tristezza e la persona rimane vincolata all’esperienza dei propri fallimenti passati, senza nessuna progettualità futura.
Solo l’individuazione di uno scopo pone il protagonista del film all’interno di un ruolo. Il tempo così comincia a scorrere velocemente, lo spazio si apre e anche il corpo inizia ad animarsi, fino alla catarsi finale, in cui si schiude anche il registro del sentire affettivo.

La saluto, con una frase che ripeto spesso ai miei pazienti: "Si è sconfitti solo quando ci si arrende". Auguri, dr. Germi
Salve ragazzotto,
già sta facendo tutto ciò che deve: si affidi al suo terapista per un buon lavoro di formazione, imparando così a mollare tutte quelle “prese”.
Pianto dopo pianto si diventa adulti.
Buon lavoro dunque!
Caro utente, se ha iniziato da qualche seduta un percorso le suggerisco di affidarsi e fidarsi del suo terapeuta. Utilizzi le sedute anche per confrontarsi rispetti le sue preoccupazioni/dubbi .
Buon lavoro!

Gentile utente, lei si definisce un "ragazzotto" svilendo così la sua persona. Le suggerisco di affrontare in Psicoterapia questa immagine che ha di Sé, probabilmente da diverso tempo. Chi è un "ragazzotto"? Forse colui che ritiene di non essere mai adeguato e che si sente irritabile e carico di tensione? Provi a rispondere a questa domanda in terapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Marina Bellomo
Buongiorno. Capisco la sua sofferenza e il disagio descritto. Lei ha intrapreso i percorsi più opportuni per il ritrovamento della sua serenità. La psicoterapia e il supporto farmacologico. Prosegua con fiducia. Per apportare cambiamenti profondi ci vuole tempo e perseveranza. Cari saluti
Buonasera, capisco la sua sofferenza, penso che abbia fatto bene, dato i disturbi che ci scrive, ad intraprendere la strada per il suo benessere sia la cura con gli psicofarmaci che con le sedute di psicoterapia. Però deve avere pazienza ed aspettare almeno 20 giorni affinchè gli psicofarmaci cominciano a funzionare e certamente anche la psicoterapia. Inoltre dovrà affidarsi al medico che gli ha prescritto gli psicofarmaci e chiedere a lui per qualsiasi dubbio, abbia fiducia, distinti saluti, dott. Eugenia Cardilli.
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Buongiorno, mi ha molto toccato la sua storia, che mi ha fatto comprendere la sua sofferenza. Sono convinta che il percorso psicoterapeutico che ha iniziato porterà i suoi frutti, le consiglio di avere pazienza, i risultati arriveranno.
Per quanto riguarda i farmaci, è importante che si consulti con uno/una psichiatra. Se poi i due professionisti, psicoterapeuta e psichiatra, potessero tenersi in contatto, potrebbe essere un ulteriore aspetto positivo per la sua cura. Le auguro di trovare sollievo alle sue sofferenze. Un caro saluto

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