Buona sera. Sono davanti ad un grande bivio e non so come uscirne. Ho una figlia di 8anni che è semp
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Buona sera. Sono davanti ad un grande bivio e non so come uscirne. Ho una figlia di 8anni che è sempre stata cresciuta dal mio attuale marito che però non è il padre biologico. Il padre biologico l'ha solo riconosciuta e nient altro. Non so come procedere. Dirle la verità o aspettare che sia lei ad iniziare a farmi domande quando si accorgerà che il suo cognome è diverso da quello di mio marito e del fratellino. Se dovessi dirle la verità adesso come devo digliela? Da dove iniziare come dirle che suo padre biologico non l'ha mai voluta? Premetto che lei è una bimba molto molto emotiva e ho paura di questo. Spero che sappiate darmi delle dritte in merito.
Salve, è una situazione complessa meritevole di attenzione clinica pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
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Buonasera, sebbene non vi sia una risposta certa a questa domanda sappia che i bambini a volte dimostrano capaicità di adattamento alle situazioni molto superiori a quelle che ci aspetteremmo. Sebbene infatti il tema sia estremamente delicato una verità taciuta può compromettere maggiormente il rapporto di una triste realtà. Le consiglio dunque di non aspettare che sia la bambina stessa a scoprirlo da sola ma cercherei la strategia giusta per comunicare con sua figlia. Un professionista potrebbe forse aiutarla a mediare la complessa discussione e a gestire le inevitabili emozioni che ne seguiranno.
Salve,
è una situazione delicata e come tale va trattata. Si prenda il tempo necessario e, se dovesse sentirne il bisogno, troverà qualcuno che saprà ascoltarla.
Cordialmente,
Cm
è una situazione delicata e come tale va trattata. Si prenda il tempo necessario e, se dovesse sentirne il bisogno, troverà qualcuno che saprà ascoltarla.
Cordialmente,
Cm
Buongiorno, quella che riporta è una situazione molto delicata. Onestamente non le consiglio di prendere una decisione tramite le risposte ottenute in un forum online, sia la situazione che la sua personalità come quella di sua figlia sono fattori da prendere in considerazione, informazioni che ne io ne i miei colleghi possiamo avere. Sicuramente esiste una notevole bibliografia in merito e può avvalersi in un consulto approfondito di uno psicologo infantile o mediatori familiari. In ogni caso lei conosce meglio di chiunque altro sua figlia e quindi agirà per il suo bene.
Buongiorno gentile, il bivio nel quale si trova dev’essere molto intenso, tutte le preoccupazioni, dubbi, scenari, ipotesi che si creano possono essere confusivi e magari anche dare sensazione di loop. Penso che a 8 anni la bimba possa aver cominciato ad accorgersi della differenza dei cognomi e magari a modo suo delle domande le potrebbe avere, o forse ancora no, però i piccoli sono spesso delle spugne di emozioni nel senso che sentono facilmente ciò che arriva dall’ambiente, questo significa anche per esempio, se sente che una domanda “mette in difficoltà la mamma” allora meglio non farla, o altro ancora. Cercherei di non creare segreti e non rendere tabu argomenti che, seppur complicati, sua figlia potrebbe affrontare con modalità e tempistiche coerenti con la sua età: i bambini possono avere risorse che ci stupiscono. In conclusione le consiglio di confrontarsi con uno Psicologo Psicoterapeuta di cui si fida per poi farsi accompagnare nel percorso, in quanto per la delicatezza della situazione si devono avere tutte le informazioni necessarie e dal mio punto di vista non è possibile in questo momento darle indicazioni su come procedere nel dirglielo.
I migliori auguri di cuore
Dott.ssa Helene Vacchero
I migliori auguri di cuore
Dott.ssa Helene Vacchero
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Si faccia affiancare in questo delicato passaggio da una/o psicologo che si occupa di accompagnamento alla genitorialità. Sarete tutti più sicuri. Un caro saluto.
Gentile utente, la sua preoccupazione è assolutamente legittima, in quanto il tema è molto delicato. Tuttavia tenere il segreto a lungo potrebbe essere un arma a doppio taglio. Nascondere delle cose ai figli, per quanto ci sembri il modo migliore per proteggerli e tutelarli, alle volte diventa un modo per creare in futuro una distanza.
I bambini spesso sono molto più flessibili e capaci di comprendere di noi adulti. In questo processo potrebbe farsi accompagnare e sostenere da un professionista.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
I bambini spesso sono molto più flessibili e capaci di comprendere di noi adulti. In questo processo potrebbe farsi accompagnare e sostenere da un professionista.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buonasera,
Si tratta indubbiamente di una questione delicata da gestire gradualmente ma con consapevolezza.
I bambini sono molto attenti a ogni aspetto, assorbono e si accorgono di molte cose. Prima che il mondo esterno la ponga di fronte a un dubbio, forse sarebbe meglio che sia lei con suo marito a darle tutte le indicazioni affinché eviti di scoprirlo accidentalmente da sola.
Sono a disposizione anche online.
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Si tratta indubbiamente di una questione delicata da gestire gradualmente ma con consapevolezza.
I bambini sono molto attenti a ogni aspetto, assorbono e si accorgono di molte cose. Prima che il mondo esterno la ponga di fronte a un dubbio, forse sarebbe meglio che sia lei con suo marito a darle tutte le indicazioni affinché eviti di scoprirlo accidentalmente da sola.
Sono a disposizione anche online.
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Gentile utente, la situazione che riporta è molto delicata e concordo con i colleghi nel consigliarle un percorso che la sostenga e l'accompagni in questo fase delicata della vostra vita. Un caro saluto, Dott.ssa Claudia Solfanelli.
Buongiorno, la situazione che riporta è certamente molto delicata. Solitamente è bene non nascondere la verità ai bambini in quanto ciò può compromettere il rapporto di fiducia genitore/figlio. Le consiglio dunque di non aspettare che sia la bambina a scoprirlo. La sincerità è la via migliore, in quanto crea un forte rapporto di fiducia e stima reciproca che sarà solido, utilissimo in futuro quando sua figlia attraverserà l'adolescenza. Tuttavia, è fondamentale che sia lei per prima ad essere tranquilla e sicura riguardo a questo tema e, altrettanto importante, è trovare la strategia giusta per comunicarlo a sua figlia. Se ha difficoltà in questo processo potrebbe farsi accompagnare e sostenere da un professionista. Sono disponibile, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Francesca Facetti
Gentile utente, è una situazione davvero complicata, ma se comunicata nei modi corretti, sono sicura che sua figlia sarà in grado di capire. Molto spesso e in situazioni in cui noi adulti per primi facciamo fatica, i bambini ci sanno stupire e sanno adattarsi in modo veramente meraviglioso. Il fulcro sta nel linguaggio che usiamo per comunicare e nella capacità di fornire loro un discorso coerente e alla loro portata. Rimango a disposizione e le mando un caro saluto
Gentilissima,
l’argomento è delicato non sottovaluti le potenziali risorse di sua figlia, si faccia aiutare da un professionista che aiuta a comprendere il contesto familiare e il modo di affrontare una spinosa verità. Le consiglierei di non aspettare che sia la bambina a scoprirlo potrebbe creare fraintendimenti e minare la fiducia creata tra lei e sua figlia. Un “sano” rapporto genitore-figlio si crea giorno dopo giorno con un dialogo aperto, ciò permette di mettere le basi per affrontare l’adolescenza. Rimango a disposizione on-line Un caro saluto Dr.a Monica Bertolini ( Milano-Lodi)
l’argomento è delicato non sottovaluti le potenziali risorse di sua figlia, si faccia aiutare da un professionista che aiuta a comprendere il contesto familiare e il modo di affrontare una spinosa verità. Le consiglierei di non aspettare che sia la bambina a scoprirlo potrebbe creare fraintendimenti e minare la fiducia creata tra lei e sua figlia. Un “sano” rapporto genitore-figlio si crea giorno dopo giorno con un dialogo aperto, ciò permette di mettere le basi per affrontare l’adolescenza. Rimango a disposizione on-line Un caro saluto Dr.a Monica Bertolini ( Milano-Lodi)
Salve, argomento estremamente delicato che non si può trattare superficialmente con risposte generali. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo che la affiancherà e consiglierà per il meglio. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve gentile utente, grazie per aver condiviso il suo disagio. Non ritengo che esista una modalità giusta o sbagliata per affrontare una situazione così delicata. La invito ad esplorare maggiormente il suo vissuto, insieme a un professionista, con l'obiettivo di trovare gli strumenti e le modalità più "comode" per lei per accompagnare sua figlia nella scoperta del suo papà. Resto a disposizione, anche online, qualora ne sentisse il bisogno. Un saluto, dott.ssa Costanza Zanini.
Buongiorno,
è importante che sua figlia sappia la verità da lei, anziché scoprirla da sé.
Trattandosi di una situazione delicata e complessa, nella quale bisogna cercare di mettere a fuoco bene il tutto, al fine di trovare un modo di parlare a sua figlia che sia delicato ed efficace, ritengo sarebbe opportuno un consulto psicologico.
Cordialmente, EP
è importante che sua figlia sappia la verità da lei, anziché scoprirla da sé.
Trattandosi di una situazione delicata e complessa, nella quale bisogna cercare di mettere a fuoco bene il tutto, al fine di trovare un modo di parlare a sua figlia che sia delicato ed efficace, ritengo sarebbe opportuno un consulto psicologico.
Cordialmente, EP
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. La situazione che descrive è indubbiamente delicata, si prenda il suo tempo per riflettere a fondo, magari attraverso un percorso psicologico che possa aiutarla ad approfondire la questione e a capire come muoversi in maniera costruttiva e adeguata per sua figlia; se avesse piacere potrei darle qualche consiglio in merito a come comunicare con lei al meglio, in maniera proficua e serena.
Resto a disposizione, anche online, e le auguro una piacevole serata,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Resto a disposizione, anche online, e le auguro una piacevole serata,
Dott.ssa Giulia Voghera.
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione che è sicuramente estremamente delicata. Per questo non penso possa esistere un modo semlice per affrontare la questione, pertanto penso che potersi ritagliare uno spazio in cui cercare di esplorare meglio i propri vissuti possa essere estremamente utile anche al fine della comunicazione della verità alla piccola. Se lo desiderasse resto a sua disposzione anche per dei colloqui online. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Buonasera signora, il suo quesito è tanto complesso quanto delicato. È bene che questa verità venga raccontata nel pieno rispetto dei vostri tempi, suo e di sua figlia. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo per valutare insieme come procedere e per individuare gli strumenti giusti per poter affrontare il discorso nel miglior modo possibile per la sua bambina e per lei. Entrambe infatti dovrete gestire un importante carico emotivo e ritrovare una nuova normalità subito dopo. Come già detto dai colleghi, i bambini molte volte hanno risorse che non immaginiamo nemmeno. È importante però prima di tutto che lei abbia elaborato il vissuto. Se desidera, resto a disposizione. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
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Buongiorno signora, posso comprendere il suo stato d'animo e i molti dubbi a riguardo, si tratta di una situazione delicata. I bambini hanno il diritto di conoscere la verità in merito a ciò che li riguarda. Spesso infatti, quando ciò non accade e quando sentono che alcuni argomenti son dei tabù in famiglia, non provano neanche a fare domande, tuttavia cercano in autonomia delle risposte che, nella maggior parte dei casi, non corrispondono a verità e li vedono come "colpevoli" di qualcosa. E' importante, quindi, che la narrazione della storia di sua figlia sia fatta da lei e con lei, magari accompagnate da un professionista che possa aiutarla a rendere questa narrazione adatta e comprensibile ad una bambina. Come già altri colleghi hanno detto, è necessario che questa narrazione sia stata già elaborata ed esplorata da lei. MI rendo conto che è un compito non semplice, ma credo che se è così attenta e premurosa verso sua figlia da porsi queste domande, sarà certamente in grado di accompagnare la sua bambina in questa "scoperta", rimanendo per lei un porto sicuro. Il mio consiglio è di farsi a sua volta accompagnare, proprio per la delicatezza di questo svelamento.
Rimango a disposizione, Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Colombo
Rimango a disposizione, Un caro saluto
Dott.ssa Elisabetta Colombo
Buonasera,
I bambini sono molto bravi anche più di noi adulti, a cogliere gli stati d'animo e percepiscono i non detti, proprio per questo la invito a dire le cose come stanno precocemente. I bambini cercano, infatti di dare una spiegazione a ciò che non capiscono ( umori, sguardi, mezze parole, espressioni del viso involontarie ecc) ed elaborano delle fantasie che sono spesso peggiori della verità. Inoltre, un racconto tardivo porterebbe inevitabilmente con sé il messaggio " è una brutta cosa da dire " " una cosa spiacevole che ti è successa " o ancora "è difficile da raccontare" oltre a sollecitare il vissuto di essere stato tradito o imbrogliato. Ma prima di affrontare eventualmente questa situazione con sua figlia le chiedo: << Come se la vive lei questa situazione?>>. Consideri che se state sereni voi su questa storia sono certa che passerete tale emozione anche alla bimba.
Il modo, il tempo e il luogo opportuno, potrebbe essere poi discusso con l'aiuto di uno psicologo. Un caro saluto,
Dott.ssa GT.
I bambini sono molto bravi anche più di noi adulti, a cogliere gli stati d'animo e percepiscono i non detti, proprio per questo la invito a dire le cose come stanno precocemente. I bambini cercano, infatti di dare una spiegazione a ciò che non capiscono ( umori, sguardi, mezze parole, espressioni del viso involontarie ecc) ed elaborano delle fantasie che sono spesso peggiori della verità. Inoltre, un racconto tardivo porterebbe inevitabilmente con sé il messaggio " è una brutta cosa da dire " " una cosa spiacevole che ti è successa " o ancora "è difficile da raccontare" oltre a sollecitare il vissuto di essere stato tradito o imbrogliato. Ma prima di affrontare eventualmente questa situazione con sua figlia le chiedo: << Come se la vive lei questa situazione?>>. Consideri che se state sereni voi su questa storia sono certa che passerete tale emozione anche alla bimba.
Il modo, il tempo e il luogo opportuno, potrebbe essere poi discusso con l'aiuto di uno psicologo. Un caro saluto,
Dott.ssa GT.
Salve, è una situazione molto delicata e va gestita con attenzione. Mi sento di dirle solo che raccontare del rifiuto del padre biologico non serve, se non a farla sentire non amata. Il mio consiglio è di farvi seguire tutti da un professionista, e procedere a piccoli passi quando sarete pronti.
Un abbraccio.
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Un abbraccio.
Dott.ssa Sabrina Rodogno
Buonasera,
la sua domanda tocca una delle situazioni più delicate e profonde che un genitore possa affrontare.
Quando ci troviamo davanti a una verità importante da raccontare ai nostri figli, la tentazione di rimandare è forte, soprattutto se temiamo che quella verità possa far male. Tuttavia, la verità – se comunicata con amore, rispetto e delicatezza – non ferisce quanto il silenzio o la scoperta improvvisa in un momento non scelto da noi. I bambini, anche quando sembrano piccoli, hanno un’intuizione profonda: spesso percepiscono che qualcosa non torna, anche se non riescono a darvi un nome. E quando le risposte non arrivano da chi li ama, possono iniziare a costruirsi da soli delle narrazioni, che a volte sono più dure della realtà stessa.
Sua figlia ha otto anni, un’età in cui i bambini iniziano a comprendere le complessità delle relazioni, pur mantenendo ancora uno sguardo molto emotivo sul mondo. Dirle la verità adesso può darle il tempo di elaborarla gradualmente, nella sicurezza del vostro legame e con il suo mondo affettivo ben saldo.
Non è necessario raccontare tutto subito, né nei minimi dettagli. Non è necessario, almeno in un primo momento, dire che cose come “non l’ha mai voluta”, perché quelle parole possono ferire profondamente e toccare il suo senso di valore. Piuttosto, può concentrarsi sul fatto che ci sono tanti modi di diventare genitori: alcuni lo sono solo biologicamente, altri lo sono davvero con il cuore, ogni giorno.
Un modo per introdurre il discorso può essere anche attraverso la lettura di un libro adatto ai bambini su temi di adozione o famiglie non tradizionali, lasciando che emergano domande spontanee. E se non le fa subito, va bene lo stesso: l'importante è aver piantato un seme di verità, che potrà crescere con lei.
So che affrontare questo momento fa paura, soprattutto se si teme di toccare corde fragili in una bambina molto emotiva. Ma la verità detta con amore è anche un grande gesto di fiducia: è come dire “ti rispetto abbastanza da raccontarti chi sei, e sarò sempre con te mentre lo scopri.”
Se desidera, posso suggerirle alcune frasi chiave o libri che possono aiutarla a introdurre l’argomento, oppure accompagnarla nel costruire insieme le parole più giuste per sua figlia.
Un caro saluto.
la sua domanda tocca una delle situazioni più delicate e profonde che un genitore possa affrontare.
Quando ci troviamo davanti a una verità importante da raccontare ai nostri figli, la tentazione di rimandare è forte, soprattutto se temiamo che quella verità possa far male. Tuttavia, la verità – se comunicata con amore, rispetto e delicatezza – non ferisce quanto il silenzio o la scoperta improvvisa in un momento non scelto da noi. I bambini, anche quando sembrano piccoli, hanno un’intuizione profonda: spesso percepiscono che qualcosa non torna, anche se non riescono a darvi un nome. E quando le risposte non arrivano da chi li ama, possono iniziare a costruirsi da soli delle narrazioni, che a volte sono più dure della realtà stessa.
Sua figlia ha otto anni, un’età in cui i bambini iniziano a comprendere le complessità delle relazioni, pur mantenendo ancora uno sguardo molto emotivo sul mondo. Dirle la verità adesso può darle il tempo di elaborarla gradualmente, nella sicurezza del vostro legame e con il suo mondo affettivo ben saldo.
Non è necessario raccontare tutto subito, né nei minimi dettagli. Non è necessario, almeno in un primo momento, dire che cose come “non l’ha mai voluta”, perché quelle parole possono ferire profondamente e toccare il suo senso di valore. Piuttosto, può concentrarsi sul fatto che ci sono tanti modi di diventare genitori: alcuni lo sono solo biologicamente, altri lo sono davvero con il cuore, ogni giorno.
Un modo per introdurre il discorso può essere anche attraverso la lettura di un libro adatto ai bambini su temi di adozione o famiglie non tradizionali, lasciando che emergano domande spontanee. E se non le fa subito, va bene lo stesso: l'importante è aver piantato un seme di verità, che potrà crescere con lei.
So che affrontare questo momento fa paura, soprattutto se si teme di toccare corde fragili in una bambina molto emotiva. Ma la verità detta con amore è anche un grande gesto di fiducia: è come dire “ti rispetto abbastanza da raccontarti chi sei, e sarò sempre con te mentre lo scopri.”
Se desidera, posso suggerirle alcune frasi chiave o libri che possono aiutarla a introdurre l’argomento, oppure accompagnarla nel costruire insieme le parole più giuste per sua figlia.
Un caro saluto.
Salve,
la situazione che descrive è delicata e comprensibilmente fonte di preoccupazione. Dire la verità a una bambina emotivamente sensibile richiede attenzione, gradualità e un linguaggio adatto alla sua età.
Alcuni punti utili:
scegliere un momento sereno e senza fretta, in cui la bambina si senta sicura e accompagnata
usare un linguaggio semplice e chiaro, evitando dettagli eccessivamente dolorosi
spiegare prima il concetto di famiglia: che ci sono persone che ci amano e ci crescono, e che il papà che l’ha accudita e amata è il suo vero riferimento
introdurre poi la storia del padre biologico in modo neutro, sottolineando che l’ha riconosciuta, ma che la persona che l’ha cresciuta è il suo papà
rassicurarla costantemente che è amata e che questa informazione non cambia l’affetto e la protezione che riceve
ascoltare le sue emozioni e rispondere con calma alle domande, senza minimizzare i suoi sentimenti
Non esiste un unico modo giusto, ma prepararsi e eventualmente parlarne prima con uno psicologo infantile può aiutare a gestire la comunicazione nel modo più sereno possibile, riducendo ansia e confusione per la bambina.
Saluti
la situazione che descrive è delicata e comprensibilmente fonte di preoccupazione. Dire la verità a una bambina emotivamente sensibile richiede attenzione, gradualità e un linguaggio adatto alla sua età.
Alcuni punti utili:
scegliere un momento sereno e senza fretta, in cui la bambina si senta sicura e accompagnata
usare un linguaggio semplice e chiaro, evitando dettagli eccessivamente dolorosi
spiegare prima il concetto di famiglia: che ci sono persone che ci amano e ci crescono, e che il papà che l’ha accudita e amata è il suo vero riferimento
introdurre poi la storia del padre biologico in modo neutro, sottolineando che l’ha riconosciuta, ma che la persona che l’ha cresciuta è il suo papà
rassicurarla costantemente che è amata e che questa informazione non cambia l’affetto e la protezione che riceve
ascoltare le sue emozioni e rispondere con calma alle domande, senza minimizzare i suoi sentimenti
Non esiste un unico modo giusto, ma prepararsi e eventualmente parlarne prima con uno psicologo infantile può aiutare a gestire la comunicazione nel modo più sereno possibile, riducendo ansia e confusione per la bambina.
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