Buona sera Purtroppo la mia esperienza con la psicoterapia è stata pessima e deludente, e credetemi

15 risposte
Buona sera
Purtroppo la mia esperienza con la psicoterapia è stata pessima e deludente, e credetemi mi dispiace tantissimo dirlo perchè credevo davvero in questo percorso, in questo tipo di cura e di rinascita.

Ho chiesto aiuto anni fa per problemi d'ansia che tendo a somatizzare, inizia da lì tutta una serie di lavori sul cercare di capire le cause, di capire come funziono io, il mio passato, il mio presente e il futuro, tante energie, tanti soldi, tanta sofferenza patite inutilmente....
Allora mi dicevo che forse non era la psicologa adatta, forse non era il percorso adatto a me, (non volevo ammettere a me stessa di aver fatto tanto lavoro inutilmente), allora mi butto alla ricerca di nuovi psicoterapeuti e quindi diversi approcci.
Vado per tentativi, passano altri anni, i miei problemi continuano a persistere...
Arrivo al punto che la psicoterapia mi fa più male dei miei stessi problemi, decido di mollare tutto, non sapendo a chi altro chiedere aiuto mi rivolgo ad uno psichiatra (ero arrivata ad essere depressa e a pensare costantemente al suicidio, piangendo davanti ai miei genitori e urlando loro che volevo solo morire), inizio così una cura farmacologica che mi tiene letteralmente in vita e mi aiuta a sopravvivere.
Ad oggi sto continuando con i farmaci e non intendo mollarli, sono l'unica cosa che fin'ora mi ha davvero aiutata, sto seguendo anche una nuova psicoterapia da circa un anno, ma non mi sento...non sento quella serenità che vorrei sentire, vorrei sentirmi davvero capita, aiutata, ma tutto questo non lo sento ed è deprimente e frustrante.....
Non so più se la psicoterapia è un percorso di cura adatto a me, ho i miei dubbi...
Non ci credo più, sono passati tanti, troppi anni e sento e so di non aver imparato nulla, di non aver ricevuto davvero niente che potesse essermi d'aiuto.
Che cosa devo fare?
Io non ce la faccio...la psicoterapia è una sfida troppo grande, più grande di me e dei miei problemi.
Mi rimane attorno un alone di solitudine e disperazione.
Gentile Utente, la psicoterapia ci richiede di mettere mano su ciò che, a torto o ragione, abbiamo costruito in tanti anni, e non è mai qualcosa di facile. Se a ciò aggiungiamo che può capitare di non trovare la persona "giusta", è facile capire che senta di essere alle corde e vorrebbe desistere. Ben venga la cura farmacologica se le sta consentendo di recuperare un equilibrio seppur minimo, ma purtroppo non c'è una vera risposta alla sua domanda. La incoraggerei a tentare di nuovo, perché ogni professionista ha uno stile relazionale diverso e forse non ha ancora trovato quello che fa per lei; ma so che suonerebbe lontano, perché la memoria degli insuccessi è scolpita nella sua mente e teme di farsi male di nuovo. Il mio augurio è che possa tornarle la fiducia. E che possa consentirsi un tentativo che valorizzi la parte di lei che nonostante tutto scrive qui oggi, e che nella terapia vorrebbe trovare aiuto e supporto. Un caro saluto

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Gentile Utente, mi dispiace leggere di questa disperazione e di questa sfiducia e le fa tanto onore aver provato numerose volte, nonostante tutto. Quanto coraggio e quanta voglia di vita che trapela da questi tentativi.
Ha provato a riflettere sull’aspettativa che ha riposto nella terapia e a quanto possa essere largo il divario tra ciò che si aspetta e ciò che è realisticamente possibile raggiungere con essa?
Le auguro di vero cuore di poter trovare la persona che riaccenda la fiducia in lei.
Un caro saluto, Luisa
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Capita purtroppo di non riuscire a trovare in prima battuta l'approccio terapeutico ideale Tuttavia ritengo utile che lei possa non perdere la speranza e che possa continuare a richiedere l'aiuto di un professionista poiché Sono fermamente convinto che possa essere molto utile.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL
Gentilissima,
innanzitutto il suo feedback resta prezioso anche per noi "addetti ai lavori": la relazione psicoterapeutica è fatta di esseri umani, quindi possono essere commessi degli errori, indubbiamente...
Tuttavia, la inviterei a riflettere sulla possibilità che magari, ad oggi, lei non sia pronta ad affrontare questo percorso al 100%: lei la definisce per l'appunto "una sfida troppo grande"; non è da tutti, in effetti, intraprendere un percorso di psicoterapia, quindi accetti il fatto che ad oggi lei non sia pronta...
Ha molto a che vedere con il saper gestire l'incertezza: noi non abbiamo soluzioni ai problemi, possiamo, al più, offrire nuove possibilità di vedute rispetto a sé stessi e al mondo attorno a noi
Buonasera

La psicoterapia ,come qualsiasi altra terapia , non ha un efficacia al 100 % .
Probabilmente non è la sua strada .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Un approccio integrato (psicofarmacologico e psicoterapeutico) sarebbe il più indicato. In ogni percorso psicoterapeutico si affrontano gli aspetti più profondi di se’: è faticoso. È doloroso.
Se non riesce ad evitare ciò che la fa stare peggio (che è funzionale a stare meglio), l’alternativa è la terapia farmacologica a tempo indeterminato.
Ci rifletta.
MC
Buon giorno e grazie per le sue riflessioni e quesiti posti. Come le è stato detto la psicoterapia non è detto che funzioni al 100% soprattutto se da parte sua ci sono motivati vissuti di sfiducia e paura per la difficoltà che richiede un percorso clinico. Quello che le posso dire sperando che le possa essere utile è che la psicoterapia si fa sempre in due. Il terapeuta da solo non è in grado di risolvere certe situazioni così come lei da sola può riscontrare difficoltà. È opportuno instaurare una certa e funzionale sinergia tra terapeuta è utente sino a che lei riesca letteralmente ad affidarsi al suo terapeuta. Forse così sarà più facile. Ma Lei si fida? Ha fiducia in se stessa e nel lavoro clinico. Vede gentile signora spesso per giungere a un cambiamento è necessario passare dalla sofferenza. Ma quanto l’uomo è disposto ancora a soffrire? Cambiare delle modalità radicate e costruite negli anni è tutt’altro che semplice. Si sente pronta? Cordialmente e coraggio. Gian Piero dott Grandi
Gentile utente,
Ha mai pensato ad una terapia di orientamento psico-dinamico?
Potrebbe trarre giovamento da un percorso che rispetti i tempi di elaborazione e porti ad una comprensione profonda attraverso la relazione con il terapeuta.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Un approccio che integri psicofarmacologia e psicoterapia sarebbe il più indicato. In un percorso psicoterapeutico si affrontano gli aspetti più profondi di sé e più dolorosi possibilmente!! È molto faticoso! Bisogna farsi attraversare dal dolore. Rifletta molto su ciò che le ho scritto. Sono a sua disposizione. Saluti Dott.ssa Barbara Gizzi
Buongiorno,
Mi spiace per questa situazione.
Sono disponibile ad aiutarla anche online.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Gentile utente, mi spiace leggere tanto sgomento. Purtroppo la psicoterapia è un incontro, non sempre piacevole, con le nostre parti emotive, la nostra storia e le nostre delusioni. Richiede molte risorse e in primis il far pace con il nostro lato giudicante per poter comprendere cosa ci è capitato, accettar(ci) e perdonar(ci). Non sentirsi pienamente compresa dal proprio terapeuta non è affatto piacevole…Ha provato a parlargliene? Molte volte empasse già vissuti si risolvono proprio parlandone in terapia, per quanto difficile.
Le auguro di continuare a lavorare su di sè con coraggio, come ha fatto sinora, e individuare la terapia “giusta” per lei, a cui affidarsi serenamente, in cui sentirsi protetta, “comoda”…
Un caro saluto,
Dott.ssa Daniela Canosa
Buongiorno, credo che la sua sfiducia e la stanchezza facciano parte di un percorso di crescita personale. Non ci sono soluzioni magiche ne tanto meno gli approcci psicoterapeutici sono infallibili. Possiamo aggiungere a tutto questo che ogni esperienza di psicoterapia è unica e irripetibile perché legata a quella relazione composta da quelle persone e da qui si comprende bene che i fattori della sue riuscita sono molteplici; per non parlare poi del tipo di approccio metodologico che contribuisce a connotarla. Personalmente in questo caso penso che un approccio integrato sia il più adatto. Le auguro che il "vento" della speranza torni a motivare le sue scelte.
Cordiali Saluti
Gentile paziente, mi dispiace molto per il suo disagio e la sua delusione.
E' la terapia che deve calzare al paziente, ogni interazione umana, anche quella terapeutica, risulta essere unica ed irripetibile, all’interno della quale, sta al terapeuta, adattare la propria logica ed il proprio linguaggio a quello del paziente procedendo, in tal modo, nell’indagine delle caratteristiche del problema da risolvere, sino alla rilevazione della sua specifica modalità di persistenza.
Per l'approccio breve strategico “di fronte ad una serratura ciò che interessa non è la serratura in se, la sua natura e costituzione intrinseca, ma solo il riuscire a trovare la chiave che la apre”. Quindi cercare nel passato cause, perchè... non aiuta a risolvere il problema.
Dai risultati della ricerca sugli esiti positivi dell’applicazione del modello strategico breve si attestano sul 88% dei casi trattati con efficacia ancora più elevata per i disturbi fobici-ossessivi dove raggiunge il 95%.
L’efficienza relativa alla completa guarigione dal disturbo (che include tre incontri di follow-up) si attesta su una media di 7 sedute per l’intero trattamento.
Risultati di efficacia dei protocolli di trattamento:
Disturbi fobici e ansiosi (95% dei casi)
Disturbi ossessivi e ossessivo-compulsivi (89% dei casi)
Disordini alimentari (83% dei casi)
Disfunzioni sessuali (91% dei casi)
Disturbi dell’umore (82% dei casi)
Disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza (82% dei casi)
Disturbi legati alla dipendenza da internet (80% dei casi)
Presunte psicosi, disturbo borderline e di personalità (77% dei casi)
Come si può può ben intendere, il fatto che le psicopatologie possano essere decisamente sofferte e persistenti da anni non significa che la terapia debba essere altrettanto sofferta e prolungata nel tempo . Con le parole di William Shakespeare ci piace ricordare, “non c’è notte che non veda il giorno”.
Attualmente Lei ha trovato beneficio con la terapia farmacologica, questo non esclude la possibilità di integrare con la psicoterapia con l'obiettivo però di eliminare entrambi gli aiuti.
Saluti,
a disposizione
dr. Germi
Salve grazie per aver condiviso la sua situazione, sofferenza, delusione riguardo alla psicoterapia, percorso sicuramente, difficile e faticoso. Quello che le suggerisco e continuare con i farmaci e mi auguro che lei possa trovare la persona giusta con cui iniziare una una nuova terapia. Ha provato l'approccio interpersonale?. Non perda a speranza. Resto a sua disposizione
Dott.ssa Lina Robertielo
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