Buona sera, avevo fatto una domanda però dalle risposte ho capito che non sono stato chiaro nel desc

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Buona sera, avevo fatto una domanda però dalle risposte ho capito che non sono stato chiaro nel descrivere il mio problema,ho 39 anni,oramai sono anni che prendo farmaci, per l'esattezza non saprei quanti anni ma una decina sicuro,da ragazzino facevo uso di cannabis,poi dopo la morte di mia nonna che mi ha cresciuto iniziai a fare uso solo di cocaina (esperienza bruttissima quest'ultima)una sera dopo che avevo sniffato dopo un po' mi sentii male, tachicardia a mille,non riuscivo a parlare e avevo davvero paura di morire,dopo una tazza di camomilla ed un bel po' riuscii a calmarmi tanto da andare a dormire,da allora la mia vita cambiò,non feci più uso di niente,ma la mia vita è cambiata,non ero più io,vedevo tutto girare e vivevo le giornate con paura intensa,mi portarono a fare visite e tutto era apposto,girai dottori e dottori che mi prescrivevano solo psicofarmaci che io non prendevo per paura perché non avevo fiducia, finché un giorno non conoscetti un medico di base che mi inspirò tranquillità e mi convinsi a prendere una compressa di daparox al giorno,ma i miei problemi non si conclusero,un mio amico che mi consigliò di contattare uno psichiatra nello stesso tempo psicoterapeuta,arrivai da lui impaurito e scoppiai a piangere,mi rassicurò che ero sano come un pesce e che non ero un pazzo,mi prescrisse una cura di cipralex e zoloft,mi disse che dovevo avere tanta pazienza e fiducia in lui perché un giorno avrei rivisto la luce,i miei sintomi persistevano e gli attacchi di panico erano all'ordine del giorno,ma pian piano così fu,rividi la luce a tal punto che prendevo solo 5 gocce di cipralex la mattina,stavo benissimo,non avevo più paura di uscire da solo andai anche in palestra,finché un giorno il mio medico mi contattò dicendomi che non poteva più seguirmi perché andava in pensione, questo per me fu un colpo,mi consigliò di farmi seguire da uno che lui conosceva ma io non lo ascoltai perché non avevo fiducia di nessuno,siccome stavo benissimo decisi di testa mia di non prendere più le gocce,dopo un paio di mesi ebbi una ricaduta pazzesca,non uscivo più di casa,se ci provavo i miei giramenti di testa aumentavano e gli attacchi di panico mi assalivano,piangevo perché ero ricaduto nuovamente in quel tunnel,ma di prendere farmaci di nuovo non avevo nessuna intenzione,contattai una psicoterapeuta per provare ad uscirne senza farmaci ma la mia difficoltà economica mi impediva di fare un percorso corretto,a quel punto non ho avuto altra scelta,contattai uno psichiatra che mi prescrisse una compressa si cipralex la mattina e 12 gocce di alprazolam 3 volte al giorno,non sto male come prima ma neanche bene,riesco ad uscire ma mi sento sempre come stordito,una agitazione allo stomaco che si presenta puntuale tutte le mattine a darmi il buongiorno,sono papà di 4 figli tutti piccoli e tutto questo mi fa rabbia,avrei il diritto di vivere serenamente, mi rivolgo a voi dottori con la speranza che qualcuno riesca ad interpretare in pieno il mio problema, aspetto una vostra risposta,Vi Ringrazio in anticipo Buona serata
Buongiorno. Tanta sofferenza. Sembra che il lutto per sua nonna ed il colpo gravissimo di essere stato "abbandonato" dal suo psichiatra-psicoterapeuta l'abbiano portata ad entrare in crisi e da qui quest'ultima la ricaduta. Se ha la possibilità di ricontattare il suo medico per farle dare il nominativo del collega pensato per lei potrebbe intraprendere una nuova relazione di fiducia e di crescita. Un caro saluto e a disposizione anche on line. Maria dr. Zaupa

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Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Carissimo, la sua sofferenza mi arriva dalle parole che ha scritto. Lei ha ragione, ha diritto a vivere serenamente. Per potersi affidare a qualcuno si ha bisogno di sentirsi sicuri nel farlo e non sempre le esperienze della vita ci sostengono in questo. Il lutto di sua nonna è stato un duro colpo e altrettanto lo è stato il ritiro del suo psichiatra.
Esistono altrettante persone preparate e capaci a cui si può affidare e che possono aiutarla a riottenere quella serenità che ricerca.
Chieda consiglio al suo psichiatra, se di lui si fidava avrà visto in lui qualcosa e quel qualcosa è ancora lì. Lui potrà aiutarla a trovare una persona che faccia il suo bene.

Le auguro ogni bene e rimando a disposizione qualora ne avesse bisogno

Dott.ssa Eleonora Carlino
Buongiorno. Comprendo la sua sofferenza e frustrazione. Oltre alla sintomatologia che descrive, ad angustiarla, sembrerebbe esserci anche una sorta di "sfiducia" nella terapia e nella possibilità di stare bene. Non conoscendo altri dettagli l'unica cosa che posso rilevare da quanto scrive è che quando si è affidato alle cure, quando si è permesso arrivare fino in fondo ( la presa in carico dal medico) ha riscontrato dei cambiamenti positivi. Tenga presente che quei cambiamenti, pur coadiuvati dai farmaci e dalla terapia, li ha ottenuti lei! Dunque, dentro di se, lei ha le potenzialità per tornare ad avere la serenità cui legittimamente aspira anche per i suoi figli. Credo che "pazienza e fiducia", come detto dal suo medico, siano gli ingredienti necessari alla ricetta. Provi ad affidarsi al professionista che le era stato suggerito ed è probabile che possa ricreare una spirale positiva. Per ogni eventuale chiarimento sono a sua disposizione.
Dott. Dario Mazzagatti
Gentilissimo, la descrizione della sua storia trasmette tanto la sofferenza che sta vivendo, la fatica di intraprendere un percorso che possa farla stare meglio, guidato da una persona di cui fidarsi. Mi pare non sia facile per lei adesso ri-affidarsi a qualcuno, richiede un grande sforzo e forse soprattutto fiducia nel fatto che lei stesso possa riscoprire la sua serenità. Ma questa serenità ha assolutamente il diritto di trovarla. Resto a disposizione. Dott.ssa Emanuela Inguscio
Salve, comprendo benissimo il suo smarrimento e la sua situazione. L'interruzione del rapporto con il suo terapeuta è ovviamente un colpo duro da sopportare ed è naturale la sua reazione e apprezzabile poi la scelta di rivolgersi a uno psichiatra. Se la cura farmacologica non le sta dando risultati apprezzabili ne parli serenamente con lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci. Non sottovaluterei la possibilità di parlare con il professionista indicatole dal suo vecchio psicologo. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Voglio essere diretta con lei. Non è possibile" interpretare in pieno il suo problema" con questo strumento di domanda/risposta. Proprio non è possibile. Mi chiedo anche con quanta fiducia legge le nostre risposte se ha deciso di non contattare il professionista consigliato dal suo medico con il quale aveva già instaurato un rapporto. Lo prenda come un mio pensiero ad alta voce che può risultarle uno stimolo di riflessione interessante. Nel senso che forse c'è una dimensione relazionale che sostiene, quella della "non fiducia" che merita attenzione. Può riflettere su quali sono i suoi timori e tenerli presenti. Se decidesse di rifare l'esperienza di un percorso di terapia farmacologica o psicoterapica, pensando che le interruzioni nei rapporti possono esserci ed è assolutamente normale che ci siano, come la pensione del suo medico, anche se possono suscitare delle emozioni con le quali si può sentire un po' scosso, potrebbe subito condividere questi suoi timori con il professionista scelto. Le assicuro che sarebbe utilissimo. Ha il diritto di sentire ed esprimere subito le sue preoccupazioni. Fermarsi a scriverle su questa piattaforma potrebbe risultare estremamente riduttivo e non efficace per il suo benessere.
Comunque la situazione ideale potrebbe essere una doppia terapia, farmacologica e psicoterapica. Può contattare il Centro Psicosociale della sua zona se ha problemi economici, è un servizio pubblico. Lì ovviamente ha meno margine di scelta sul professionista ma è lo stesso un'opportunità che può decidere di cogliere.
Resto a disposizione per un eventuale confronto.
Gentile signore,
le hanno dato vari farmaci antidepressivi, ma ultimamente anche un ansiolitico e la sua lettera-fiume mi fa presumere che sia stata una scelta corretta. Le consiglio di curare l'ansia anche con una psicoterapia per avere risultati migliori e duraturi. L'approccio da me utilizzato fa parte delle terapie brevi che, in quanto tali, non le costerebbero molto perché di norma dànno risultati in poche sedute. Cordiali saluti e auguri
Salve, la sua storia è ricca di dolore continuo intervallato da farmaci che hanno cercato di stabilizzarla. Ritengo che le possa essere utile affidarsi a una parte della sua psiche che ha la forza di dare e darsi fiducia. Anche solo una condivisione del genere che ha fatto qui prevede la possibilità di fiducia, dato il racconto della sua vita dolorosa. Se vuole potremmo cercare questa fiducia insieme.
Cordiali saluti
Matteo Salvucci Psicologo
Buongiorno, le sue parole trasmettono chiaramente tutto il dolore che lei sta vivendo. È comprensibile che in una situazione così difficile lei senta disperato e non riesca a vedere una via di uscita. Il fatto che lei abbia trovato la forza di curarsi e sia riuscito a vivere serenamente per un periodo significa invece che lei dispone delle risorse necessarie ad risolvere il suo problema e vivere una vita soddisfacente. Una psicoterapia adeguata accompagnata da una corretta terapia farmacologica potrebbe sicuramente aiutarla. Capisco che le difficoltà economiche possano costituire un ostacolo. Credo che la cosa migliore sia quella di rivolgersi alla persona che le aveva suggerito il medico che l'aveva saputa aiutare in passato, probabilmente conoscendo la sua situazione aveva tenuto già conto del fattore economico e le aveva consigliato un professionista disposto a venirle incontro anche da questo punto di vista. Non perda la fiducia nelle sue risorse e nella possibilità di trovare una soluzione, le auguro di trovare al più presto il supporto di cui ha bisogno e resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento. Claudia Cenni Psicologa Psicoterapeuta
Buongiorno. Ho letto la sua breve ma intensa storia; sicuramente sento che sia importante per lei affidarsi a persone che la prendano in cura in maniera costante e non sporadica. Ha bisogno infatti di ripristinare la fiducia in se stesso a partire dalla elaborazione dalle paure abbandoniche presenti nei suoi vissuti. Se ha problemi economici si affidi ad un centro pubblico (ce ne saranno sicuramente nella zona in cui abita: CSM, centro ospedaliero o Consultorio comunale) che possieda entrambe le figure di psichiatra e psicologo, in modo da fare un percorso integrato con le due figure. Le auguro tanta forza e determinazione verso la soluzione del suo disagio. Resto a disposizione, se ne avesse bisogno, per percorsi di accompagnamento psicoterapeutico in presenza e on-line. Rosa Defilippis psicologa-psicoterapeuta con un approccio che integra mente e corpo
La psicofarmacologia è solo un trattamento parziale che va integrato con una psicoterapia. Non esiste un farmaco risolutore. Credo che questa tranquillità potrà raggiungerla solo quando verrà a conoscenza dell'origine dei suoi malesseri e del modo si superarli. E questo è possibile grazie ad indagini mediche e psicologiche.
Buongiorno,
quanta sofferenza dal suo racconto. Mi dispiace molto per la sua situazione e le do ragione, lei ha diritto di vivere serenamente. Dal suo racconto invece emerge che la sua vita è stata molto travagliata e una lotta continua. Il mio parere professionale è che sicuramente c'è stata una forte difficoltà ad elaborare il lutto di sua nonna e questo si è trascinato negli anni e ha comportato tutto quel vissuto di sofferenza e anche difficoltà a separarsi dalle altre figure di riferimento, come ad esempio il suo medico. Ovviamente questo è un parere dato senza conoscere in modo approfondito la sua storia, ad esempio i rapporti con la famiglia di origine, le esperienze scolastiche ecc. Però penso sia per lei importante tornare a quel momento cruciale e cercare di fare una rielaborazione diversa con uno psicoterapeuta. Da quello che lei scrive la terapia farmacologica che le ha prescritto l'ultimo psichiatra a cui si è rivolto la sta aiutando, anche se non del tutto. Penso possa provare a continuare con questo professionista che comunque in parte l'ha aiutata e in parallelo rivolgersi a un psicoterapeuta familiare.
Cordialmente
Dott.ssa Rossana Meloni
Buongiorno, da quanto scrive mi pare che vi siano alcuni elementi ricorrenti del suo modo di funzionare mentale che si traducono poi nelle sue difficoltà. Lei riferisce da una parte difficoltà di fronte alle separazioni da figure affettivamente significative e dall’altra la sua sfiducia negli altri. Intuisco che la perdita della nonna così come quella del suo medico abbiano rappresentato per lei delle “fratture emotive” e dei passaggi difficili che probabilmente hanno attivato delle angosce profonde. Dall’altra parte lei sembra far fatica a fidarsi ed affidarsi nelle relazioni: ne ha bisogno ma ne ha anche paura. Ritengo che questi due aspetti possano essere collegati tra di loro e andrebbero lavorati all’interno di una psicoterapia magari coadiuvata in una prima fase da un supporto farmacologico. Le auguro ogni bene. Cordialmente. Dott.ssa Barbara Garofalo
Mi dispiace per la sofferenza che trapela dalle sue parole e ha ragione a esprimere con forza il diritto di voler vivere serenamente. Le perdite, i lutti, le assenze non vengono vissuti da tutti allo stesso modo: chi non tollera la distanza, l'assenza, la chiusura ha spesso alle spalle una storia relazionale caratterizzata da un certo tipo di attaccamento alle figure significative della sua infanzia. Le suggerisco davvero di intraprendere una psicoterapia, facendosi suggerire un nome da chi le dà fiducia o trovandolo da sè, fidandosi del suo istinto. In bocca al lupo
Buongiorno, le sue parole sono piene di sofferenza e di fatica...
La letteratura scientifica e l'esperienza dimostrano che abbinare trattamento farmacologico, quando è necessario, e psicoterapia è la scelta vincente. Consideri un perocrso di psicoterapia, poterbbe essre un grande gesto di cura verso se stesso.
Un caro saluto
Massimo Martucci psicologo e ipnoterapeuta a Milano.
Comprendo le tue difficoltà e ammiro il tuo impegno nel cercare soluzioni. È essenziale continuare a lavorare con uno specialista di fiducia, comunicare apertamente i tuoi sintomi e le tue preoccupazioni, e considerare la terapia psicologica. Mantenere uno stile di vita sano, cercare il supporto sociale e monitorare attentamente la medicazione sono tutti passi importanti. Con il giusto supporto, è possibile migliorare la tua situazione e vivere in modo più sereno.
Buonasera, sono molto dispiaciuta per la usa sofferenza e la condizione che descrive, racconta di molta fatica emotiva. Leggo una descrizione molto dettagliata della storia del sintomo, che senz'altro è utile tenere a mente, ma forse c'è un'altra storia da raccontare e su cui lavorare, quella che riguarda le sue relazioni affettive, il rapporto con gli affetti e quello con la perdita. Le auguro di trovare il desiderio, lo spazio e la psicoterapeuta con cui farlo.
Un saluto,
Chiara Petrocchi
Buongiorno, mi dispiace che lei stia vivendo uno stato emotivo così difficile da conciliare con la paternità. Se ha quattro bambini è immaginabile che abbia al suo fianco una compagna, in questo caso il carico del disagio può essere supportato dalla persona con cui ha scelto di condividere la vita.
Svegliarsi tutte le mattine col mal di stomaco è il modo del suo corpo di segnalarle che ci sono molte emozioni ingoiate e forse non elaborate, è probabile che sia la rabbia a farle venire il mal di stomaco e non il contrario, cioè che sia il mal di stomaco a farla arrabbiare. Comunque anche se l'origine è emotiva sono di grande utilità i gastro protettori, ne parli col suo medico di famiglia, tamponare il sintomo potrebbe aiutarla.
Certamente i farmaci non sono sufficienti per uscire fuori dal tunnel d'angoscia che lei a volte prova, lo so che aver perso lo psicoterapeuta col quale aveva una relazione terapeutica da anni è in lutto e che non si ha voglia di ricominciare, ma a volte è necessario, anche solo per una consulenza. Le auguro di trovare un pò di serenità il prossimo anno
Gentile utente, mi dispiace molto, dal suo racconto emerge un'esperienza di sofferenza molto sentita. Sicuramente insieme al suo Psicoterapeuta può valutare di integrare un approccio farmacologico.

Cordialmente

Dr Mauro Vargiu
Buonasera. Ha esposto con molta chiarezza la sua profonda sofferenza, in quanto tale merita di essere accolta e affrontata con la dovuta attenzione. La scomparsa di una figura importante come sua nonna e il distacco dal suo terapeuta hanno innescato entrambe, un forte malessere che probabilmente aveva radici ancorate dentro di lei. Penso che un percorso di psicoterapia possa aiutarla a comprenderne meglio le origini e ad affrontare quelle che sono le sue difficoltà di oggi, anche alla luce del suo ruolo di genitore. Quello che emerge è un forte bisogno di creare una nuova alleanza terapeutica.

Cordialmente

Valentina

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