Dott.ssa Stefania Susca

Buonasera, esistono diversi tipi di digiuno intermittente, tra cui il digiuno breve e il digiuno modificato.
In ogni caso, diversi studi hanno dimostrato che il digiuno intermittente è efficace sulla perdita di peso allo stesso modo della restrizione calorica continua. Invece, il digiuno intermittente sembrerebbe essere una valida alternativa nei casi di patologie come la sensibilità all'insulina perché agisce sulle vie metaboliche del glucosio, dell'IGF-1 (che ha attività insulino simile) e dell'insulina. Inoltre, sembrerebbe che queste diete riducano l'infiammazione, l'ipertensione, il colesterolo e i trigliceridi nel sangue. C'è da precisare però che diversi studi sono stati condotti solo sugli animali e quelli sugli umani non sono ancora completati e non sono stati condotti su lungo termine. Inoltre, ci tengo ad indicare che questo tipo di diete, qualora si sia valutato di seguirle, non sono da effettuare per periodi prolungati di tempo perché potrebbero compromettere la funzionalità dell'organismo. Concludo dicendo che come primo approccio consiglio sempre la dieta mediterranea perché risulta tutt'ora l'approccio migliore nel paziente sovrappeso o obeso e solo in casi particolari di procedere eventualmente con altro. Nel caso fosse interessato a seguirla, consiglio sempre di affidarsi ad un professionista della nutrizione. Spero di esserle stata utile, saluti. Dott.ssa Stefania Susca

Buonasera, premetto che i calcoli per rilevare il fabbisogno giornaliero sono davvero tanti. Per esempio, si possono considerare il metabolismo basale, che tiene conto del sesso, del peso, dell'età e dell'altezza, la termogenesi, ossia il dispendio energetico in seguito a digestione e assorbimento, che in genere si aggira intorno al 7-15% ed, infine, il livello di attività fisica, che si distingue in sedentario, poco attivo, attivo e molto attivo. Quindi il fabbisogno energetico giornaliero si può calcolare sommando questi tre parametri oppure, più solitamente, si può moltiplicare il metabolismo basale per il livello di attività fisica, che può andare da 1,40 a 2,10. Tengo a precisare che quanto detto non sostituisce una vista da un professionista della nutrizione perché ci sono tanti altri fattori da tenere in considerazione oltre il semplice calcolo. Un errore che fanno in tanti, per esempio, è sovrastimare il livello di attività fisica col rischio di introdurre una quantità molto maggiore di Kcal. Inoltre, le Kcal giornaliere non sono tutto, ancora più importante è considerare la qualità degli alimenti perché oggigiorno capita sempre più spesso che un prodotto venga denominato "fit" o "light" ma vedendo i valori nutrizionali sono del tutto sbilanciati. Le consiglio quindi di essere seguita da un professionista della nutrizione ed evitare il fai da te. Spero di essere stata d'aiuto, saluti. Dott.ssa Stefania Susca