Una domanda ma è vero che con una forte predisposizione genetica alla depressione può bastare poco p
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Una domanda ma è vero che con una forte predisposizione genetica alla depressione può bastare poco per scatenare una crisi depressiva? Inoltre è vero che però con una buona psicoterapia si può rendere una persona forte a sufficienza per evitare che eventi negativi la travolgono e la facciano ri-deprimere? Per quali motivi ci possono essere ricadute di causa biologica? Grazie per le vostre risposte.
gentile utente,
dove ha letto queste notizie? mi riferisco alla "predisposizione genetica", che mi risulta essere un argomento vasto e, ad oggi, non identificabile con una scientificamente certa e individuabile causa genetica.
Si può invece, indubbiamente , parlare di fattori di rischio familiari e di trasmissione intergenerazionale, laddove è possibile indagare la presenza di tratti o episodi di disturbo dell'umore nei propri parenti che possano rendere la persona più esposta allo sviluppo di un episodio di disturbo dell'umore, ma che comunque va contestualizzato nel contesto di vita dello stesso (età. situazione sociale, relazionale, sentimentale, ecc.).
Indubbiamente la psicoterapia ha un valore protettivo, e spesso curativo post episodio,.
Tralasciando però il discorso 'scientifico', mi sembra che la sua domanda sottenda una preoccupazione personale che merita una indagine più approfondita e soggettiva sul tema: cosa riguarda la sua persona e il suo ambiente di vita e quali siano le emozioni passate o presenti e i pensieri associati che la preoccupano.
Saluti
dove ha letto queste notizie? mi riferisco alla "predisposizione genetica", che mi risulta essere un argomento vasto e, ad oggi, non identificabile con una scientificamente certa e individuabile causa genetica.
Si può invece, indubbiamente , parlare di fattori di rischio familiari e di trasmissione intergenerazionale, laddove è possibile indagare la presenza di tratti o episodi di disturbo dell'umore nei propri parenti che possano rendere la persona più esposta allo sviluppo di un episodio di disturbo dell'umore, ma che comunque va contestualizzato nel contesto di vita dello stesso (età. situazione sociale, relazionale, sentimentale, ecc.).
Indubbiamente la psicoterapia ha un valore protettivo, e spesso curativo post episodio,.
Tralasciando però il discorso 'scientifico', mi sembra che la sua domanda sottenda una preoccupazione personale che merita una indagine più approfondita e soggettiva sul tema: cosa riguarda la sua persona e il suo ambiente di vita e quali siano le emozioni passate o presenti e i pensieri associati che la preoccupano.
Saluti
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Sì, è vero che una forte predisposizione genetica alla depressione può rendere una persona più vulnerabile a sviluppare un episodio depressivo, anche in risposta a eventi che potrebbero sembrare relativamente piccoli. Le persone con una predisposizione genetica alla depressione potrebbero avere una reazione più intensa o più duratura a situazioni stressanti, rispetto a chi non ha tale predisposizione. La genetica può influenzare il modo in cui il cervello gestisce i neurotrasmettitori e reagisce agli stress, aumentando il rischio di sviluppare disturbi dell'umore.
Per quanto riguarda la psicoterapia, è sicuramente vero che una buona terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) o la psicoterapia psicodinamica, può fornire strumenti molto efficaci per aiutare le persone a gestire meglio lo stress e a ridurre il rischio di ricadute. Una persona che ha lavorato su se stessa attraverso la psicoterapia può diventare più resiliente, imparando a gestire meglio le proprie emozioni, i pensieri negativi e le difficoltà della vita. Tuttavia, questo non significa che una persona "guarisca" completamente dalla depressione, ma che diventi più consapevole e capace di affrontare gli alti e bassi emotivi in modo più sano.
Le ricadute, nonostante una psicoterapia efficace, possono comunque verificarsi, e questo può essere legato a vari fattori, tra cui:
Causa biologica: La depressione ha un forte componente biologico, legato a squilibri nei neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e norepinefrina) o a modifiche strutturali nel cervello. Questi fattori possono predisporre la persona a ricadere in uno stato depressivo anche dopo aver ricevuto una buona psicoterapia.
Stress e fattori esterni: Eventi traumatici o particolarmente stressanti, come la perdita di una persona cara, problemi finanziari o difficoltà lavorative, possono scatenare una ricaduta anche in persone che hanno fatto progressi significativi.
Interruzione o cessazione della terapia: La depressione può essere una condizione cronica, quindi, anche quando una persona sembra migliorata, la sospensione o l'interruzione della psicoterapia o della terapia farmacologica potrebbe far aumentare il rischio di ricadute. La gestione continua del disturbo è fondamentale.
Fattori genetici e familiari: La depressione tende a manifestarsi più frequentemente nelle persone che hanno una storia familiare di disturbi dell'umore, e questo può essere un fattore di rischio per le ricadute. Le persone con una predisposizione genetica potrebbero avere una vulnerabilità biologica che persiste anche dopo trattamenti positivi.
Comorbidità psicologica: In alcuni casi, la depressione può coesistere con altri disturbi psicologici, come ansia, disturbi dell'alimentazione, o disturbi da stress post-traumatico. La gestione di questi disturbi può essere complessa, e una persona potrebbe essere a rischio di ricadute se altri problemi psicologici non vengono adeguatamente trattati.
In definitiva, anche se una buona psicoterapia può ridurre notevolmente il rischio di ricadute e aiutare una persona a diventare più resiliente, la depressione è una condizione complessa che può essere influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. La gestione continua e una rete di supporto sono essenziali per ridurre al minimo il rischio di nuovi episodi.
Per quanto riguarda la psicoterapia, è sicuramente vero che una buona terapia psicologica, come la terapia cognitivo-comportamentale (TCC) o la psicoterapia psicodinamica, può fornire strumenti molto efficaci per aiutare le persone a gestire meglio lo stress e a ridurre il rischio di ricadute. Una persona che ha lavorato su se stessa attraverso la psicoterapia può diventare più resiliente, imparando a gestire meglio le proprie emozioni, i pensieri negativi e le difficoltà della vita. Tuttavia, questo non significa che una persona "guarisca" completamente dalla depressione, ma che diventi più consapevole e capace di affrontare gli alti e bassi emotivi in modo più sano.
Le ricadute, nonostante una psicoterapia efficace, possono comunque verificarsi, e questo può essere legato a vari fattori, tra cui:
Causa biologica: La depressione ha un forte componente biologico, legato a squilibri nei neurotrasmettitori (come serotonina, dopamina e norepinefrina) o a modifiche strutturali nel cervello. Questi fattori possono predisporre la persona a ricadere in uno stato depressivo anche dopo aver ricevuto una buona psicoterapia.
Stress e fattori esterni: Eventi traumatici o particolarmente stressanti, come la perdita di una persona cara, problemi finanziari o difficoltà lavorative, possono scatenare una ricaduta anche in persone che hanno fatto progressi significativi.
Interruzione o cessazione della terapia: La depressione può essere una condizione cronica, quindi, anche quando una persona sembra migliorata, la sospensione o l'interruzione della psicoterapia o della terapia farmacologica potrebbe far aumentare il rischio di ricadute. La gestione continua del disturbo è fondamentale.
Fattori genetici e familiari: La depressione tende a manifestarsi più frequentemente nelle persone che hanno una storia familiare di disturbi dell'umore, e questo può essere un fattore di rischio per le ricadute. Le persone con una predisposizione genetica potrebbero avere una vulnerabilità biologica che persiste anche dopo trattamenti positivi.
Comorbidità psicologica: In alcuni casi, la depressione può coesistere con altri disturbi psicologici, come ansia, disturbi dell'alimentazione, o disturbi da stress post-traumatico. La gestione di questi disturbi può essere complessa, e una persona potrebbe essere a rischio di ricadute se altri problemi psicologici non vengono adeguatamente trattati.
In definitiva, anche se una buona psicoterapia può ridurre notevolmente il rischio di ricadute e aiutare una persona a diventare più resiliente, la depressione è una condizione complessa che può essere influenzata da una combinazione di fattori biologici, psicologici e ambientali. La gestione continua e una rete di supporto sono essenziali per ridurre al minimo il rischio di nuovi episodi.
Salve,
si, è vero che la vulnerabilità genetica gioca un ruolo: alcune persone hanno un sistema neurobiologico più sensibile, per esempio a livello di neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina) o di circuiti cerebrali legati allo stress (asse ipotalamo-ipofisi-surrene).
In chi ha questa predisposizione, eventi anche non estremamente gravi possono avere un impatto maggiore.
Tuttavia: non significa che la depressione sia inevitabile, ma che c’è una soglia di vulnerabilità più bassa.
La psicoterapia sicuramente può:
Aiutare a riconoscere schemi di pensiero negativi e a gestirli.
Potenziare le risorse personali e la resilienza.
Ridurre il rischio di ricadute, perché facilita l'acquisizione di strategie di “protezione” psicologica e strumenti per fronteggiare stress futuri.
In altre parole: anche se non si può cancellare la predisposizione biologica, si può aumentare la capacità di resistere agli urti della vita.
Perché possono avvenire ricadute di origine biologica
Le ricadute depressive non sempre dipendono da eventi esterni. Alcuni motivi biologici:
Alterazioni croniche nei circuiti cerebrali dell’umore: anche dopo la guarigione, certi sistemi rimangono più instabili.
Neuroinfiammazione e stress cronico: possono contribuire a una riattivazione.
Ciclicità naturale di alcuni disturbi dell’umore (ad esempio, nel disturbo bipolare o in forme ricorrenti di depressione).
Squilibri ormonali o medici (tiroide, menopausa, postpartum, ecc.).
Interruzione precoce di terapie farmacologiche o psicologiche che stavano mantenendo l’equilibrio.
Spero di essere stato esaustivo
si, è vero che la vulnerabilità genetica gioca un ruolo: alcune persone hanno un sistema neurobiologico più sensibile, per esempio a livello di neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina) o di circuiti cerebrali legati allo stress (asse ipotalamo-ipofisi-surrene).
In chi ha questa predisposizione, eventi anche non estremamente gravi possono avere un impatto maggiore.
Tuttavia: non significa che la depressione sia inevitabile, ma che c’è una soglia di vulnerabilità più bassa.
La psicoterapia sicuramente può:
Aiutare a riconoscere schemi di pensiero negativi e a gestirli.
Potenziare le risorse personali e la resilienza.
Ridurre il rischio di ricadute, perché facilita l'acquisizione di strategie di “protezione” psicologica e strumenti per fronteggiare stress futuri.
In altre parole: anche se non si può cancellare la predisposizione biologica, si può aumentare la capacità di resistere agli urti della vita.
Perché possono avvenire ricadute di origine biologica
Le ricadute depressive non sempre dipendono da eventi esterni. Alcuni motivi biologici:
Alterazioni croniche nei circuiti cerebrali dell’umore: anche dopo la guarigione, certi sistemi rimangono più instabili.
Neuroinfiammazione e stress cronico: possono contribuire a una riattivazione.
Ciclicità naturale di alcuni disturbi dell’umore (ad esempio, nel disturbo bipolare o in forme ricorrenti di depressione).
Squilibri ormonali o medici (tiroide, menopausa, postpartum, ecc.).
Interruzione precoce di terapie farmacologiche o psicologiche che stavano mantenendo l’equilibrio.
Spero di essere stato esaustivo
Caro/a,
la tua domanda è molto importante, perché tocca il legame tra predisposizione biologica e fattori psicologici nella depressione.
È vero che una forte vulnerabilità genetica può rendere alcune persone più sensibili: in altre parole, il loro sistema nervoso ed emotivo reagisce più facilmente agli eventi stressanti, e questo può facilitare l’insorgere di una crisi depressiva anche in situazioni che ad altri sembrano “minori”. Non significa che la depressione sia “scritto nel destino”, ma che la soglia di vulnerabilità può essere più bassa.
Qui però entra in gioco la psicoterapia. Dal punto di vista psicodinamico, la terapia aiuta l’Io a diventare più solido: lavorando sui conflitti interni, sulle ferite affettive e sui meccanismi di difesa, la persona sviluppa maggiore capacità di contenere l’angoscia e di dare significato agli eventi. È come se costruisse un “ammortizzatore interno” che rende meno travolgenti le difficoltà. Quindi sì, una buona psicoterapia può davvero rafforzare la struttura di personalità e ridurre il rischio che eventi negativi portino di nuovo in uno stato depressivo.
Le ricadute, tuttavia, possono avere anche componenti biologiche:
cambiamenti nei neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina), che regolano l’umore;
fattori ormonali (per esempio dopo una gravidanza o in fasi di forte stress fisico);
alterazioni del ritmo sonno-veglia e della regolazione biologica dello stress;
condizioni mediche concomitanti (come patologie croniche o infiammatorie).
In questi casi, anche se la psicoterapia rimane fondamentale, a volte serve un supporto farmacologico per aiutare l’Io a ritrovare equilibrio, così che il lavoro psicologico possa proseguire.
In sintesi: la predisposizione genetica può facilitare l’insorgenza della depressione, ma non la determina in modo assoluto; la psicoterapia può rendere l’Io più forte e capace di affrontare i traumi senza essere travolto; e le ricadute, quando avvengono, possono dipendere sia da fattori interni biologici sia da momenti di particolare fragilità emotiva.
la tua domanda è molto importante, perché tocca il legame tra predisposizione biologica e fattori psicologici nella depressione.
È vero che una forte vulnerabilità genetica può rendere alcune persone più sensibili: in altre parole, il loro sistema nervoso ed emotivo reagisce più facilmente agli eventi stressanti, e questo può facilitare l’insorgere di una crisi depressiva anche in situazioni che ad altri sembrano “minori”. Non significa che la depressione sia “scritto nel destino”, ma che la soglia di vulnerabilità può essere più bassa.
Qui però entra in gioco la psicoterapia. Dal punto di vista psicodinamico, la terapia aiuta l’Io a diventare più solido: lavorando sui conflitti interni, sulle ferite affettive e sui meccanismi di difesa, la persona sviluppa maggiore capacità di contenere l’angoscia e di dare significato agli eventi. È come se costruisse un “ammortizzatore interno” che rende meno travolgenti le difficoltà. Quindi sì, una buona psicoterapia può davvero rafforzare la struttura di personalità e ridurre il rischio che eventi negativi portino di nuovo in uno stato depressivo.
Le ricadute, tuttavia, possono avere anche componenti biologiche:
cambiamenti nei neurotrasmettitori (serotonina, dopamina, noradrenalina), che regolano l’umore;
fattori ormonali (per esempio dopo una gravidanza o in fasi di forte stress fisico);
alterazioni del ritmo sonno-veglia e della regolazione biologica dello stress;
condizioni mediche concomitanti (come patologie croniche o infiammatorie).
In questi casi, anche se la psicoterapia rimane fondamentale, a volte serve un supporto farmacologico per aiutare l’Io a ritrovare equilibrio, così che il lavoro psicologico possa proseguire.
In sintesi: la predisposizione genetica può facilitare l’insorgenza della depressione, ma non la determina in modo assoluto; la psicoterapia può rendere l’Io più forte e capace di affrontare i traumi senza essere travolto; e le ricadute, quando avvengono, possono dipendere sia da fattori interni biologici sia da momenti di particolare fragilità emotiva.
La predisposizione ha bisogno dell'ambiente, il più delle volte, per slatentizzare una problematica. La psicoterapia è senza dubbio un metodo di prevenzione che aiuta a vivere momenti difficili evitando che siano causa di disagi.
È una domanda molto profonda, e ha centrato un punto cruciale riguardo la depressione. È vero, una forte predisposizione genetica può rendere una persona più vulnerabile agli eventi di vita, al punto che diversi eventi, anche di lieve possono innescare una crisi. In un certo senso, la genetica può rendere il nostro sistema di regolazione dell'umore più sensibile alle scosse. Tuttavia, qui entra in gioco il potere della psicoterapia. L'obiettivo non è rendere una persona invincibile, ma piuttosto fornire gli strumenti per diventare resiliente. Attraverso un percorso di psicoterapia, soprattutto CBT, si impara a riconoscere i propri schemi di pensiero e a costruire strategie di coping efficaci, creando una sorta di impalcatura protettiva che permette di affrontare gli eventi negativi della vita senza esserne travolti. È un processo che rafforza interiormente.
Detto ciò, un forte stress prolungato o cambiamenti fisiologici possono alterare nuovamente i neurotrasmettitori, scatenando una ricaduta che non è un fallimento della terapia, ma una manifestazione della natura complessa e biologica del disturbo. In questi casi, il trattamento farmacologico può essere necessario per ripristinare l'equilibrio. In questi casi, la ricaduta non è un passo indietro, ma parte di un percorso che, grazie anche alle competenze acquisite in terapia, può essere gestito e superato nuovamente.
È importante ricordare che la depressione è una malattia complessa, ma anche che esistono strumenti e professionisti qualificati per affrontarla efficacemente, offrendo una speranza concreta per una vita piena e serena.
Detto ciò, un forte stress prolungato o cambiamenti fisiologici possono alterare nuovamente i neurotrasmettitori, scatenando una ricaduta che non è un fallimento della terapia, ma una manifestazione della natura complessa e biologica del disturbo. In questi casi, il trattamento farmacologico può essere necessario per ripristinare l'equilibrio. In questi casi, la ricaduta non è un passo indietro, ma parte di un percorso che, grazie anche alle competenze acquisite in terapia, può essere gestito e superato nuovamente.
È importante ricordare che la depressione è una malattia complessa, ma anche che esistono strumenti e professionisti qualificati per affrontarla efficacemente, offrendo una speranza concreta per una vita piena e serena.
Come fa a definire la forte predisposizione? la depressione è multifattoriale ma, nella mia esperienza, molto influisce, è determinante, la storia di vita. Occorre guardare al come e al quando insorge per inziare un percorso terapeutico, guardare alle fragilità ma anche alle risorse. Si il percorso terapeutico risolve, anche eventuali ricadute non le vedrei in ottica meramente biologica. Rimango a disposizione per ogni approfondimento
Buonasera e grazie della domanda, cercherò di essere chiaro e sintetico.
Influenza genetica e scatenare crisi: è vero che esiste una predisposizione genetica alla depressione. Studi sui gemelli suggeriscono che una parte del rischio è ereditaria, ma non determina in modo assoluto se una persona diventerà depressa. L’ambiente, lo stress, le esperienze di vita e altri fattori biologici e ambientali giocano un ruolo cruciale. Quindi: una predisposizione genetica può aumentare la vulnerabilità, ma non è sufficiente da sola a scatenare una crisi depressiva.
Ruolo della psicoterapia: sì, una terapia psicologica efficace può aumentare la resilienza e fornire strumenti per gestire lo stress, modificare schemi di pensiero negativi, migliorare la regolazione emotiva e le abitudini comportamentali. In questo senso può ridurre la probabilità di ricadute e aiutare una persona a rispondere meglio a eventi negativi. Tuttavia, non “rende invulnerabili” nessuno: la depressione può ripresentarsi anche a seconda delle circostanze di vita, e può riattivarsi anche con buone capacità di coping, soprattutto in presenza di nuovi stress o cambiamenti significativi.
Tuttavia l'obiettivo della psicoterapia non è di "estirpare" la parte lesa ma di fornire gli strumenti necessari a convivere con essa, che sia un'effettiva patologia o un'inclinazione personale a determinati stati interni
Influenza genetica e scatenare crisi: è vero che esiste una predisposizione genetica alla depressione. Studi sui gemelli suggeriscono che una parte del rischio è ereditaria, ma non determina in modo assoluto se una persona diventerà depressa. L’ambiente, lo stress, le esperienze di vita e altri fattori biologici e ambientali giocano un ruolo cruciale. Quindi: una predisposizione genetica può aumentare la vulnerabilità, ma non è sufficiente da sola a scatenare una crisi depressiva.
Ruolo della psicoterapia: sì, una terapia psicologica efficace può aumentare la resilienza e fornire strumenti per gestire lo stress, modificare schemi di pensiero negativi, migliorare la regolazione emotiva e le abitudini comportamentali. In questo senso può ridurre la probabilità di ricadute e aiutare una persona a rispondere meglio a eventi negativi. Tuttavia, non “rende invulnerabili” nessuno: la depressione può ripresentarsi anche a seconda delle circostanze di vita, e può riattivarsi anche con buone capacità di coping, soprattutto in presenza di nuovi stress o cambiamenti significativi.
Tuttavia l'obiettivo della psicoterapia non è di "estirpare" la parte lesa ma di fornire gli strumenti necessari a convivere con essa, che sia un'effettiva patologia o un'inclinazione personale a determinati stati interni
Salve, una forte predisposizione genetica alla depressione può rendere una persona più vulnerabile, al punto che anche eventi di media entità, se percepiti come significativi, possono innescare una crisi depressiva. Tuttavia, la genetica non è un destino immutabile, ma un fattore di rischio tra molti, che interagisce con l’ambiente, la storia personale e le risorse psicologiche. La psicoterapia, specialmente se continuativa e ben calibrata, può rafforzare profondamente la resilienza, cioè la capacità di affrontare eventi negativi senza esserne sopraffatti. Approcci come la psicoterapia umanistica lavorano sull’autenticità e sul valore del sé, mentre l’EMDR può intervenire efficacemente nel rielaborare esperienze traumatiche o sensibili, che altrimenti riattiverebbero circuiti depressivi. Le ricadute depressive possono avere anche una componente biologica, legata a squilibri nei neurotrasmettitori, al funzionamento della regolazione dello stress o al ritmo sonno-veglia. In questi casi, è importante il lavoro sinergico con uno psichiatra, che potrà valutare se e quando è necessario intervenire anche farmacologicamente. Un percorso con uno psicologo psicoterapeuta può aiutare non solo a comprendere questi meccanismi, ma a prevenire il ripetersi degli episodi, rafforzando il senso di efficacia personale e la capacità di leggere precocemente i segnali del corpo e della mente. Anche la Mindfulness, integrata in terapia, può aiutare a riconoscere i pensieri depressivi prima che si trasformino in uno stato pervasivo. Saluti,dott.ssa Sandra Petralli
È una domanda molto importante.
La predisposizione genetica alla depressione può effettivamente avere un ruolo: chi ha una vulnerabilità biologica ereditaria può essere più sensibile a fattori stressanti esterni, e talvolta anche eventi che per altri sembrano “gestibili” possono innescare una crisi depressiva. Questo però non significa che la depressione sia inevitabile: la genetica aumenta il rischio, ma non determina da sola il destino di una persona.
La psicoterapia, soprattutto se ben calibrata sulle esigenze individuali, aiuta a sviluppare risorse interne, strumenti di gestione delle emozioni e strategie di resilienza. Questo può rendere più forti e preparati ad affrontare eventi negativi senza esserne sopraffatti. Non significa che non ci saranno mai momenti difficili, ma che si avranno più strumenti per affrontarli in modo più funzionale.
Per quanto riguarda le ricadute, queste possono avere sia cause psicologiche (eventi stressanti, difficoltà non elaborate, carico emotivo elevato), sia cause biologiche (variazioni neurochimiche, alterazioni nei sistemi di regolazione dell’umore, fattori ormonali). In questi casi, può essere utile un approccio integrato che consideri sia il piano psicologico che quello medico.
In ogni caso, è importante sottolineare che ogni storia è unica: per comprendere meglio la propria situazione e ricevere indicazioni personalizzate, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
La predisposizione genetica alla depressione può effettivamente avere un ruolo: chi ha una vulnerabilità biologica ereditaria può essere più sensibile a fattori stressanti esterni, e talvolta anche eventi che per altri sembrano “gestibili” possono innescare una crisi depressiva. Questo però non significa che la depressione sia inevitabile: la genetica aumenta il rischio, ma non determina da sola il destino di una persona.
La psicoterapia, soprattutto se ben calibrata sulle esigenze individuali, aiuta a sviluppare risorse interne, strumenti di gestione delle emozioni e strategie di resilienza. Questo può rendere più forti e preparati ad affrontare eventi negativi senza esserne sopraffatti. Non significa che non ci saranno mai momenti difficili, ma che si avranno più strumenti per affrontarli in modo più funzionale.
Per quanto riguarda le ricadute, queste possono avere sia cause psicologiche (eventi stressanti, difficoltà non elaborate, carico emotivo elevato), sia cause biologiche (variazioni neurochimiche, alterazioni nei sistemi di regolazione dell’umore, fattori ormonali). In questi casi, può essere utile un approccio integrato che consideri sia il piano psicologico che quello medico.
In ogni caso, è importante sottolineare che ogni storia è unica: per comprendere meglio la propria situazione e ricevere indicazioni personalizzate, sarebbe utile e consigliato rivolgersi ad uno specialista.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Anche dopo una buona psicoterapia il rischio di ricaduta non scompare completamente. Le ricadute di origine «biologica» possono avvenire perché depressioni ricorrenti lasciano tracce nel sistema nervoso e nei sistemi regolatori (per esempio alterazioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, processi infiammatori, regolazione monoaminergica e cambiamenti neuroplastici) che rendono più probabile una nuova caduta in condizioni di stress o di degrado delle condizioni di vita.
In molte situazioni cliniche con episodi ripetuti si valuta un approccio combinato: psicoterapia di mantenimento, attenzione a fattori di stile di vita protettivi come sonno regolare, attività fisica e rete sociale, e quando indicato una terapia farmacologica di mantenimento che ha dimostrato di ridurre il rischio di ricaduta in numerosi studi; la scelta va personalizzata in base alla storia, alla gravità e al numero di episodi precedenti.
In molte situazioni cliniche con episodi ripetuti si valuta un approccio combinato: psicoterapia di mantenimento, attenzione a fattori di stile di vita protettivi come sonno regolare, attività fisica e rete sociale, e quando indicato una terapia farmacologica di mantenimento che ha dimostrato di ridurre il rischio di ricaduta in numerosi studi; la scelta va personalizzata in base alla storia, alla gravità e al numero di episodi precedenti.
Buongiorno,
sì, è possibile. Chi ha una predisposizione genetica alla depressione può reagire in modo più intenso a eventi stressanti, per cui anche situazioni relativamente lievi possono scatenare sintomi depressivi.
La psicoterapia può aumentare la resilienza: aiuta a sviluppare strumenti per gestire lo stress, riconoscere i segnali precoci e affrontare le difficoltà in modo più efficace. Questo non significa che elimini del tutto il rischio di ricadute, ma riduce la probabilità che eventi negativi portino a una nuova crisi.
Le ricadute possono comunque verificarsi per motivi biologici: alterazioni neurochimiche, fattori genetici o cambiamenti fisiologici che rendono il cervello più vulnerabile. La combinazione di consapevolezza, strategie apprese in psicoterapia e, se necessario, supporto medico, permette di affrontarle meglio e in modo più tempestivo.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
sì, è possibile. Chi ha una predisposizione genetica alla depressione può reagire in modo più intenso a eventi stressanti, per cui anche situazioni relativamente lievi possono scatenare sintomi depressivi.
La psicoterapia può aumentare la resilienza: aiuta a sviluppare strumenti per gestire lo stress, riconoscere i segnali precoci e affrontare le difficoltà in modo più efficace. Questo non significa che elimini del tutto il rischio di ricadute, ma riduce la probabilità che eventi negativi portino a una nuova crisi.
Le ricadute possono comunque verificarsi per motivi biologici: alterazioni neurochimiche, fattori genetici o cambiamenti fisiologici che rendono il cervello più vulnerabile. La combinazione di consapevolezza, strategie apprese in psicoterapia e, se necessario, supporto medico, permette di affrontarle meglio e in modo più tempestivo.
Rimango a disposizione.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Salve gentile Utente, dagli studi scientifici emerge che i fattori genetici predisponenti hanno sicuramente un ruolo nel rendere più sensibili agli eventi sfavorevoli di vita, che potrebbero conseguentemente suscitare fasi depressive. Non significa però che ogni piccolo problema scatenerà necessariamente una depressione, ma semplicemente che la soglia di attivazione potrebbe essere più bassa: in poche parole, ciò che per una persona generalmente non predisposta genericamente può essere vissuto solo come un dispiacere, in chi ha una predisposizione genetica potrebbe innescare un episodio depressivo.
La psicoterapia, se ben condotta, può avere un effetto “protettivo” nei confronti della depressione. Non elimina la predisposizione genetica, ma insegna a riconoscere i segnali precoci, a gestire meglio le emozioni, a sviluppare strategie di resilienza e a costruire un senso di sé più saldo. In altre parole, rende la persona meno vulnerabile al peso degli eventi negativi, permettendo di affrontarli senza esserne travolti. In molti casi questo riduce significativamente la probabilità di nuove crisi.
Spero di esserLe stato utile. Un caro saluto.
La psicoterapia, se ben condotta, può avere un effetto “protettivo” nei confronti della depressione. Non elimina la predisposizione genetica, ma insegna a riconoscere i segnali precoci, a gestire meglio le emozioni, a sviluppare strategie di resilienza e a costruire un senso di sé più saldo. In altre parole, rende la persona meno vulnerabile al peso degli eventi negativi, permettendo di affrontarli senza esserne travolti. In molti casi questo riduce significativamente la probabilità di nuove crisi.
Spero di esserLe stato utile. Un caro saluto.
Buongiorno, c'è sicuramente una componente genetica dei disturbi dell'umore, tuttavia non è così lineare la relazione causa-effetto. Una predisposizione genetica (qualora ad esempio siano presenti casi in famiglia) non è sufficiente di per sé a rendere la persona affetta da disturbo depressivo. Sicuramente, un percorso di psicoterapia può supportare nelle difficoltà e aiutare la persona a comprendere il proprio funzionamento e, in caso di episodio depressivo, a farvi fronte prontamente. Io sono psicologa psicoterapeuta e mi occupo spesso di disturbi dell'umore, come la depressione; in caso ritenga di avere bisogno di aiuto sono disponibile
Buona sera,
Come per molti disturbi mentali, anche l'esordio di un disturbo depressivo è solitamente legato all'interazione di più fattori: biologici e genetici, psicologici e sociali. La psicoterapia agisce sulle vulnerabilità psicosociali, aiutando la persona a gestire i sintomi, mantenere una buona qualità di vita e delle relazioni soddisfacenti e sviluppare strategie di prevenzione delle ricadute. Alcuni fattori biologici, come squilibri ormonali o neurotrasmettitoriali, possono provocare un esordio depressivo, ma questo spesso avviene se sono presenti anche altri fattori di vulnerabilità (es. isolamento sociale). Su questi fattori la psicoterapia può agire efficacemente.
Cordiali saluti
Come per molti disturbi mentali, anche l'esordio di un disturbo depressivo è solitamente legato all'interazione di più fattori: biologici e genetici, psicologici e sociali. La psicoterapia agisce sulle vulnerabilità psicosociali, aiutando la persona a gestire i sintomi, mantenere una buona qualità di vita e delle relazioni soddisfacenti e sviluppare strategie di prevenzione delle ricadute. Alcuni fattori biologici, come squilibri ormonali o neurotrasmettitoriali, possono provocare un esordio depressivo, ma questo spesso avviene se sono presenti anche altri fattori di vulnerabilità (es. isolamento sociale). Su questi fattori la psicoterapia può agire efficacemente.
Cordiali saluti
Le sue domande toccano un punto molto importante: il rapporto tra predisposizione biologica, eventi di vita e risorse personali.
È vero che una forte predisposizione genetica alla depressione può rendere alcune persone più vulnerabili: questo significa che, a parità di eventi stressanti, possono sviluppare più facilmente sintomi depressivi. Tuttavia la genetica non è mai l’unico fattore in gioco: anche l’ambiente, le esperienze, le relazioni e le strategie di coping hanno un ruolo decisivo.
La psicoterapia, soprattutto se svolta con continuità, può diventare una risorsa potente. Aiuta a conoscere meglio se stessi, a riconoscere i segnali precoci di malessere, a sviluppare strumenti per affrontare le difficoltà senza sentirsi sopraffatti. Non elimina del tutto la vulnerabilità, ma può rendere la persona molto più solida e capace di non farsi travolgere dagli eventi.
Le ricadute possono avere diverse cause. In alcuni casi prevalgono fattori biologici (per esempio squilibri nei neurotrasmettitori, alterazioni del ritmo sonno-veglia, cambiamenti ormonali), in altri pesano molto di più gli eventi di vita stressanti. Spesso la ricaduta nasce da una combinazione di entrambe le dimensioni.
La buona notizia è che, con un lavoro psicoterapeutico e, se indicato, un supporto farmacologico sotto controllo medico, è possibile ridurre molto il rischio di nuove crisi e costruire un equilibrio più stabile.
È vero che una forte predisposizione genetica alla depressione può rendere alcune persone più vulnerabili: questo significa che, a parità di eventi stressanti, possono sviluppare più facilmente sintomi depressivi. Tuttavia la genetica non è mai l’unico fattore in gioco: anche l’ambiente, le esperienze, le relazioni e le strategie di coping hanno un ruolo decisivo.
La psicoterapia, soprattutto se svolta con continuità, può diventare una risorsa potente. Aiuta a conoscere meglio se stessi, a riconoscere i segnali precoci di malessere, a sviluppare strumenti per affrontare le difficoltà senza sentirsi sopraffatti. Non elimina del tutto la vulnerabilità, ma può rendere la persona molto più solida e capace di non farsi travolgere dagli eventi.
Le ricadute possono avere diverse cause. In alcuni casi prevalgono fattori biologici (per esempio squilibri nei neurotrasmettitori, alterazioni del ritmo sonno-veglia, cambiamenti ormonali), in altri pesano molto di più gli eventi di vita stressanti. Spesso la ricaduta nasce da una combinazione di entrambe le dimensioni.
La buona notizia è che, con un lavoro psicoterapeutico e, se indicato, un supporto farmacologico sotto controllo medico, è possibile ridurre molto il rischio di nuove crisi e costruire un equilibrio più stabile.
Grazie per le domande, molto importanti e profonde:
1) Avere una predisposizione genetica alla depressione non significa automaticamente che una crisi sarà sempre grave o difficile, ma nemmeno che "basti poco per superarla". L'intensità e la durata dipendono da molti fattor: biologici, psicologici ed ambientali. La predisposizione può rendere alcune persone più vulnerabili agli episodi depressivi, ma con il giusto accorgimento (farmacologico, psicoterapico e di supporto sociale)molte crisi possono essere contenute e gestite efficacemente, talvolta anche in modo rapido e tempestivo. Tuttavia , non esiste una risposta unica; ogni persona ha un decorso diverso.
2) Si, una psicoterapia ben condotta può rafforzare significativamente la resilienza di una persona . Aiuta a riconoscere schemi di pensiero disfunzionali, a sviluppare strategie di gestione della disregolazione emotiva e a costruire un senso del sè più resiliente e definito.. Questo non significa diventare "invulnerabili" ma sicuramente può ridurre il rischio che eventi negativi travolgano la persona, soprattutto se è predisposta a reagire con noia o ansia.
3) Le ricadute depressive, anche in presenza di un origine genetica , sono spesso influenzati da: a)isolamento sociale o mancanza di supporto affettivo)stress lavorativo c)eventi traumatici o precarietà economica)stigma verso la malattia mentale che può ridurre la motivazione a chiedere aiuto ad un professionista Questi eventi non solo possono incentivare le ricadute ma anche influenzare negativamente il funzionamento del cervello (aumento cronico del cortisolo), aggravando un quadro clinico già predisposto biologicamente.
Un caro saluto.
1) Avere una predisposizione genetica alla depressione non significa automaticamente che una crisi sarà sempre grave o difficile, ma nemmeno che "basti poco per superarla". L'intensità e la durata dipendono da molti fattor: biologici, psicologici ed ambientali. La predisposizione può rendere alcune persone più vulnerabili agli episodi depressivi, ma con il giusto accorgimento (farmacologico, psicoterapico e di supporto sociale)molte crisi possono essere contenute e gestite efficacemente, talvolta anche in modo rapido e tempestivo. Tuttavia , non esiste una risposta unica; ogni persona ha un decorso diverso.
2) Si, una psicoterapia ben condotta può rafforzare significativamente la resilienza di una persona . Aiuta a riconoscere schemi di pensiero disfunzionali, a sviluppare strategie di gestione della disregolazione emotiva e a costruire un senso del sè più resiliente e definito.. Questo non significa diventare "invulnerabili" ma sicuramente può ridurre il rischio che eventi negativi travolgano la persona, soprattutto se è predisposta a reagire con noia o ansia.
3) Le ricadute depressive, anche in presenza di un origine genetica , sono spesso influenzati da: a)isolamento sociale o mancanza di supporto affettivo)stress lavorativo c)eventi traumatici o precarietà economica)stigma verso la malattia mentale che può ridurre la motivazione a chiedere aiuto ad un professionista Questi eventi non solo possono incentivare le ricadute ma anche influenzare negativamente il funzionamento del cervello (aumento cronico del cortisolo), aggravando un quadro clinico già predisposto biologicamente.
Un caro saluto.
La disposizione genetica è una fragilità che si puo riscontrare nelle diverse generazioni sia per fattori neurofisiologici e bio chimici ( scarsa - mancata produzione di un neurotrasmettitore e/o o altri meccanismi legati alla ricattura sinaptica del mediatore chimico) vengono poi affiancati a fattori educativi. Crescere da figli con un genitore che nel corso della sua vita ha manifestato la depressione come patololgia che ha un andamento ciclico ( poi anche nella diagnosi le sfumature andrebbero fatte tra le diverse tipologie) è sicuramente difficile e in parte sensibilizza il soggetto verso determinate carenze anche affettive ed emotive ( ricordiamo che tra i sintomi depressivi esiste l'anedonia, la difficoltà a manifestare una emotività e affettività che sono normali nella popolazione). Detto cio oggi sono presenti dei protocolli di intervento Mindfulness sulla prevenzione della ricadute nei soggetti con storia di depressione da affrontare nei periodi in cui è presente una stabilizzazione clinica della malattia. Il protoocollo in questione è MBCT e fornisce nelle 8 sedute di pratiche in sessione ( circa due ore a settimana) e esercizi a casa, la possibilità proprio di gestiore i prodromi della ricaduta e di apprendere come trattare i pensieri che ci assalgono quando ci convinciamo che tutti i pensieri che noi sperimentiamo siano reali. Occorre cercare un priofessionista ( meglio se psicologo psicoterpaeuta) specializzato in protocolli Mindfulness che segua le eprsone sia singolarmente ma meglio in gruppo
Ciao, grazie per le tue domande. È vero che una predisposizione genetica può rendere alcune persone più vulnerabili alla depressione, e che anche piccoli eventi stressanti possono far emergere sintomi.
Tuttavia, la psicoterapia può aiutare molto a rafforzare le proprie risorse interiori, migliorare la gestione delle emozioni e sviluppare strategie per affrontare le difficoltà, riducendo significativamente il rischio di ricadute.
Le ricadute possono comunque avvenire anche per motivi biologici: fattori genetici, squilibri neurochimici nel cervello (come serotonina, dopamina o noradrenalina) o alterazioni ormonali possono rendere alcune persone più vulnerabili, anche quando hanno acquisito strumenti psicologici. Questo non significa essere “condannati”: avere strategie pratiche, supporto sociale e, se necessario, farmaci, aumenta la capacità di affrontare le difficoltà senza essere travolti e di riprendersi più rapidamente.
Tuttavia, la psicoterapia può aiutare molto a rafforzare le proprie risorse interiori, migliorare la gestione delle emozioni e sviluppare strategie per affrontare le difficoltà, riducendo significativamente il rischio di ricadute.
Le ricadute possono comunque avvenire anche per motivi biologici: fattori genetici, squilibri neurochimici nel cervello (come serotonina, dopamina o noradrenalina) o alterazioni ormonali possono rendere alcune persone più vulnerabili, anche quando hanno acquisito strumenti psicologici. Questo non significa essere “condannati”: avere strategie pratiche, supporto sociale e, se necessario, farmaci, aumenta la capacità di affrontare le difficoltà senza essere travolti e di riprendersi più rapidamente.
Gentilissimo/a, la sua ansiosa domanda muove dall'assunto che il presupposto per sviluppare una depressione sia una predisposizione genetica "forte". Ammesso e non concesso che si possa parlare di disposizioni genetiche "forti" o "deboli", consideri che un'eventuale disposizione genetica (tutta da dimostrare!) verso un disturbo psichico, inclina ma non determina il soggetto che soffre di quel disturbo: potrebbe rappresentare un fattore che agevola l’insorgenza di una malattia come la depressione, ma in nessun caso la provoca fatalmente. Mi pare che lei presupponga una visione del rapporto mente-corpo, in cui il termine forte, dotato di efficacia determinante e necessaria, è il corpo, e la mente è destinata a seguire passivamente, come un’ombra, le disposizioni corporee. Eventi negativi, lei conclude, possono determinare "ricadute di causa biologica", e ripiombare nella depressione il soggetto geneticamente segnato, che faticosamente aveva alleviato il suo disturbo grazie al lavoro psicoterapeutico. Che dirle? Se affermassi che la sua descrizione dell’origine della depressione è supportata da evidenze scientifiche, mentirei. Ho parlato, all’inizio, di una domanda ansiosa da parte sua: e l’ansia, infatti, non un sereno ragionamento, mi pare il vero agente di questa sua descrizione. Forse lei, o persona a lei vicina, soffre di depressione, o, meglio, nutre l’ansiosa preoccupazione di soffrirne, e considera se stessa come marchiata inesorabilmente da predisposizioni genetiche che presume immodificabili. Trapela dalla sua domanda una sorta di pessimismo, per cui, nonostante i risultati del lavoro condotto insieme a uno psicoterapeuta, il soggetto che sarebbe geneticamente predisposto potrebbe ricascare nella depressione, come lei dice, per cause biologiche. Io invece mi sento di invitarla caldamente a intraprendere un percorso psicoterapeutico (ed eventualmente psichiatrico), senza darsi pensiero di presunte tare biologiche: esplori con coraggio e partecipazione, insieme al terapeuta che lei sceglierà per sé, la sua storia personale e la sua vita presente, onde ricercare le cause prossime e più recondite (personali, famigliari e sociali, non neurologiche!) dei suoi stati depressivi. La consapevolezza di sé e della sua vita in generale potrebbero trarne gran giovamento. In bocca al lupo, Antonio Di Mauro, psicologo e psicoterapeuta a Milano e online
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