Sto scrivendo questo messaggio perché vorrei intraprendere un percorso per stare bene. Nella mia vit

24 risposte
Sto scrivendo questo messaggio perché vorrei intraprendere un percorso per stare bene. Nella mia vita ho attraversato diversi periodi, ma non ricordo nessuno di questi come un periodo felice. Fin da bambina ho dovuto affrontare situazioni difficili, sia a casa che a scuola, ho persino dovuto fare da madre a mia madre, mentre io ero completamente sola. A scuola venivo bullizzata, e quando ero a casa passavo il tempo a piangere e cercavo di tirarmi su con le mie stesse forze, perché al mio fianco non c'è mai stato nessuno. La situazione è assai più travagliata, ma forse non è il caso di allungare così tanto il brodo solo con questo messaggio. Ho poi trascorso un periodo meno triste, perché in preadolescenza ho sviluppato nuove amicizie, nonostante ciò ricordo ancora la paura che avevo, perché sebbene un po' meno amplificata, ancora oggi la porto dentro. Per spiegarmi meglio, riporto un evento che ricordo particolarmente bene. Ero uscita con i miei amici, ad un certo punto, senza alcun motivo logico, mi sono sentita malissimo, come se in realtà tutti lì mi odiassero, sono fuggita via in lacrime. La mia migliore amica mi ha seguito, io ho pianto a dirotto tutto il pomeriggio. Successivamente, per alcune vicende familiari mi sono trasferita a casa dei miei nonni. Ho passato un periodo di estrema rabbia, qualsiasi parola mi faceva scoppiare, c'è un evento in particolare che però non mi sento di raccontare in questo messaggio. Odiavo mia madre, odiavo mio padre, odiavo il mondo. E non vorrei che si pensasse che fosse una semplice crisi adolescenziale, perché non è così, perché sono dovuta crescere prima del previsto, perché ho dovuto prendere in mano faccende da adulti che non mi spettavano, perché ho dovuto lottare affinché mia madre si comportasse in maniera responsabile e non come una bambina, e neppure sono riuscita a far si che accadesse. Ho dovuto lottare con l'idea di non avere un padre come gli altri, in generale ho dovuto lottare con l'idea di non avere una famiglia normale che ci tenesse a me e a mio fratello, per il quale sono stata altrettanto male siccome veniva cresciuto in maniera inopportuna dai miei genitori e la cosa mi ha fatto male. Nello stesso periodo a scuola non riuscivo a stare bene, non sopportavo il modo in cui i miei compagni si comportassero in maniera così superficiale. Non sopportava quei discorsi frivoli e privi di sostanza, non sopportavo neppure il modo in cui si comportavano con i professori in maniera irrispettosa. Non ero gentile con loro e per questo mi odiavano. Adesso invece mi trovo in uno stato di apatia. Vivo le mie giornate come se fosse tutto ok, ma alcune volte poi scoppio. Dalla rabbia, dalla tristezza, e quando non provo queste emozioni e sto nel mio stato di apatia, sento comunque che questo non va bene perché ad ogni modo sebbene io non sia arrabbiata o triste non sono neppure sicura di essere felice. Io non so se in realtà mi sto sbagliando, perché a dire il vero non sentirsi così tristi o così arrabbiati mi rende confusa anche nel pensare -sto bene o sto male?- Mi rendo conto però di quando io non vada bene in alcune situazioni come ad esempio le amicizie. Che continuano ancora oggi ad essere travagliate. Quando infatti sviluppo una nuova amicizia tendo ad auto sabotarmi, cerco di portare l'altro all'estremo per vedere se resta o se ne va e sono molto gelosa delle persone che mi piacciono (come persone non in senso amoroso). Talvolta mi comporto davvero in maniera estrema anche in modo inconsapevole. Mi rendo conto però poi a casa di quello che faccio, più che altro del perché, ma non so comunque come comportarmi. Io vorrei solo stare bene, vorrei solo vivere una vita più serena. Quindi io chiedo a voi per favore di espormi le vostre ipotesi, il modo in cui avete intenzione di lavorare con me, perché io ho avuto dei trascorsi con degli psicologi, i quali mi hanno solo peggiorato la situazione, quindi prima di intraprendere un nuovo percorso voglio vedere il modo in cui ragiona la persona a cui mi affido e l'approccio scelto.
Dott. Giacomo Caiani
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Nova Milanese
Buongiorno: mi dispiace molto che abbia avuto così tante difficoltà nella sua vita. E' piuttosto difficile rispondere alla sua domanda senza poter approfondire determinati aspetti e quindi arrivare a capire un po' meglio ciò che ha vissuto e il suo funzionamento attuale. Mi rendo conto che i trascorsi evidentemente poco soddisfacenti per lei con degli psicologi possano averla scoraggiata e di conseguenza adesso vorrebbe un po' più di sicurezza rispetto alla persona con cui aprirsi nuovamente, ma suggerire un indicazione di percorso dopo aver letto poche righe della sua storia di vita sarebbe poco appropriato e deontologicamente discutibile.
Se posso darle un suggerimento, provi a guardare nei profili dei professionisti della sua zona che le possono interessare, la sezione dedicata all'approccio teorico: è probabilmente il modo più rapido per farsi un'idea del lavoro che andrebbe a fare, e di conseguenza decidere se le sembra appropriato per lei

Le faccio i miei auguri
Dott. Giacomo Caiani

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Dott.ssa Jennifer Saias
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, rispondere alla sua domanda è complicato, ma credo che lasciarla senza risposta lo sarebbe ancora di più. Ha passato una vita complessa e sicuramente i traumi che porta con sè sono radicati, talmente tanto da influenzarla ancora oggi. Non è difficile da credere, la famiglia sono il nostro primo nucleo, lì dovremmo imparare a regolare le emozioni, a fidarci, a sentirci amati senza un motivo concreto e quando non succede la ferita è enorme.
Non è nemmeno mai stata una bambina, l'adultizzazione nella sua vita arriva quasi fin da subito e anche questo è un trauma.
Purtroppo però, devo essere sincera, nessuno di noi potrà venire qui e dirle cosa farebbe con lei, quale percorso fareste perchè lei non conosce noi e noi non conosciamo lei.
Sono certa che già il fatto di scrivere qui, chiara richiesta d'aiuto, sia il primo passo per un percorso che può aiutarla. Se avesse bisogno sono a disposizione, Dott.ssa Jennifer Saias
Dott.ssa Simona Di Napoli
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
capisco molto bene la tua situazione. Crescere in una famiglia con i ruoli invertiti dove tu, piccola, hai dovuto assumerti responsabilità più grandi di te, rinunciando a vivere la spensieratezza dei tuoi anni, deve essere stato davvero duro. Vivere poi nella mancanza di un certo tipo di accudimento ti ha fatto crescere una rabbia fortissima, verso i tuoi genitori, il mondo intero e forse te stessa.
Chiaramente questo ha comportato tutta una serie di ripercussioni in ogni sfera della tua vita, soprattutto quella relazionale, dove ti ritrovi a mettere continuamente le persone alla prova, a fargli dei test, a volte portandoli all’esasperazione, per decidere se puoi fidarti e affidarti a loro, per capire se ti amano veramente.
Capisco anche che questo stato di appiattimento in cui sei caduta ti faccia sentire confusa, perché è come se non sentissi più emozioni forti, anche se negative, ma allo stesso tempo sai di non stare bene. Ma anche l’apatia è un sintomo.
Nella mia esperienza, quando si ha davvero intenzione di migliorare la propria vita e non essere più alla mercè dei nostri impulsi disfunzionali, il modo più efficace è quello di riattraversare tutto il nostro vissuto, avere il coraggio di guardarlo in faccia fino in fondo, dialogarci, dargli un posto, e piano piano spogliarlo di quelle vesti minacciose, per quanto possa essere stato davvero un pericolo per noi e fonte di grande sofferenza. Il tutto all’interno di un luogo protetto e sicuro, con la guida di un professionista che sappia comprendere profondamente tutto il tuo mondo interiore ed accompagnarti in questo tuo percorso finché ne avrai bisogno.
Se senti che queste parole in qualche modo ti risuonano, io ci sono.
Ti abbraccio.
Dott.ssa Simona Di Napoli
Dott.ssa Cristina Sinno
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno gentile utente, le consiglio di fare un colloquio conoscitivo, perchè qualsiasi ipotesi le possa esporre in questo momento sarebbe riduttivo. La sintonia con il proprio psicoterapeuta si instaura con un dialogo scambievole dove entrambi trovano la giusta compatibilità. Sono una psicoterapeuta con approccio fenomenologico e per qualsiasi informazione non esiti a contattarmi, sono disponibile anche per terapie online. Le porgo i miei cordiali saluti, D.ssa Cristina Sinno
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno. L’unica realistica risposta che le si può offrire è suggerirle di contattare uno specialista per una consultazione preliminare: potrà raccontare la sua complessa esperienza, i tentativi di cura che giudica falliti, ma anche cosa immagina che sia una psicoterapia e ciò che si aspetta da questa. Chiariti un po' meglio questi aspetti preliminari, si potrà valutare l'idoneità per un lavoro psicoterapeutico e, eventualmente, concordarne l'inizio. SG
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, quanto mi dispiace per ciò che ha raccontato! Sento tanta sofferenza nelle sue parole. Deve riconoscersi che possiede tante risorse interne: non tutti riescono ad affrontare dinamiche simili a quelle da lei raccontate. Sicuramente affrontarle è un primo passo per star bene.
Le auguro il meglio.
Se ne avesse voglia, può contattarmi per un primo incontro totalmente gratuito.
Se avesse dei dubbi, può contattarmi cliccando il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.

Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.

Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.

 Resto a disposizione, anche online.

Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Claudia Quaglieri
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Lido Di Ostia
Buon pomeriggio, descrive molto bene la sua situazione: l'essere crescita troppo in fretta, l'essersi sentita di dover far da madre a sua madre e aver provato tanta rabbia e tristezza. La difficoltà nel mantenere le amicizie e l'apatia che spesso emerge. Chiede di poter leggere qualche risposta perchè ha perso fiducia anche negli psicologi che in passato non sono stati all'altezza delle sue aspettative. Posso dire che mi dispiace per il suo vissuto e che mi auguro che non perda la speranza di ritrovare la libertà di essere se stessa.
Dr.ssa Claudia Quaglieri
Dott.ssa Antonella Vita
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Cara ragazza,
dal suo racconto emergono diverse aree su cui si potrebbe lavorare insieme e da cui si potrebbe partire per iniziare un percorso.
Riporta spesso la difficoltà nella gestione delle sue emozioni: ritengo che potrebbe giovarle imparare a riconoscere e gestire in maniera più funzionale le emozioni anche al fine di instaurare migliori e più soddisfacenti relazioni con gli altri.
Per quanto riguarda l'approccio le proporrei un approccio pratico e focalizzato sul presente più che sulla ricerca delle cause della sua sofferenza.
Mi contatti pure privatamente se interessata a valutare un percorso di questo tipo. Avrò il piacere di offrirle un primo colloquio finalizzato ad individuare aree e obiettivi di lavoro.
Un caro saluto
Dott.ssa Vita
Dott.ssa Stefania Ludovici
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Guidonia Montecelio
Carissima, non so quanti anni abbia. Potrebbe essere una giovane donna, anche se dalla lettera mi sembra che chi scrive sia un po’ più adulto, ma questo potrebbe esser dovuto alle esperienze che ha avuto e al fatto che, come scrive lei, è dovuta crescere piuttosto in fretta. In ogni caso posso dirle che la felicità, nonostante sia uno stato dell’essere, è un processo che richiede impegno e responsabilità. È un lavoro che costa fatica e non arriva in un istante o per fortuna. C’è del lavoro da fare. Perciò fa molto bene a cercarla e a volerla conquistare questa felicità. Altrimenti che senso avrebbe vivere la Vita? Quello che so io è che una persona felice sa di essere felice. Perciò se in questo momento non riesce a distinguere se sta più bene o sta più male, è necessario mettersi in viaggio e questo è il momento giusto per farlo. Se sono le relazioni il luogo in cui fa più fatica a trovare un equilibrio, io le suggerirei di cercare uno/una psicoterapeuta relazionale e familiare, più che uno psicologo, perché ha una serie di competenze in più. Il trauma non è qualcosa che avviene in un istante, anche se ci sono episodi traumatici che accadono in un istante come ad esempio un terremoto o un lutto improvviso. Il trauma può essere anche quello che accade un giorno alla volta, piano piano si fa strada nella nostra vita e apre degli squarci che poi vanno ricuciti. Si prenda cura di sé in tutti i modi che conosce. Se vuole fare una chiacchierata orientativa e conoscitiva, io ricevo anche online. Per tutto il resto le faccio i miei più affettuosi auguri di una vita serena è risolta come chiede lei. Un caro saluto. Dott S. L.
Dott.ssa Elisa Folliero
Psicologo, Psicoterapeuta
Spino d'Adda
Buongiorno,
Sebbene da così pochi dettagli e senza un necessario approfondimento sia difficile fare ipotesi corrette rispetto al suo funzionamento,
potrebbe essere che lei, come dice lei stessa, si autosaboti, non riuscendo alla fine mai a cercare quell'oggetto di bisogno capace di soddisfarla. Spesso, accade che, soprattutto nel caso di trascorsi in cui si è sentito di aver subito un qualche danno, ci si chiuda in uno stato in cui ci si aspetta una forma di risarcimento dall'altro. Proprio a causa di questa condizione di chiusura ci si mette nella condizione di non poter soddisfare autonomamente ai propri bisogni, poiché si aspetta illusoriamente qualcuno di esterno che risarcisca dai danni passati, aspettativa ovviamente illusoria. Ripeto che si tratta di una situazione inconscia e ovviamente disfunzionale, che le consiglierei di analizzare in seduta di terapia per comprendere quali strumenti può acquisire per uscirne.

Sperando di esserle stata d'aiuto,
Rimango disponibile anche per colloqui online

Dott.ssa Elisa Folliero
Dott. Luca Valentino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pino Torinese
La ringrazio per aver condiviso le sue difficoltà, immagino possa non essere sempre un passo semplice. 
Riconosco che sta attraversando un momento molto difficile e voglio che sappia che non è sol* in questo percorso. Il disagio che sta sperimentando è significativo e merita tutta l'attenzione e la cura possibili.
La sua domanda è importante, ha un contenuto rilevante, prezioso per amplificare delle riflessioni. Rispondere in questa modalità rischierebbe di semplificare troppo o banalizzare una preziosa opportunità di conoscenza di sé.

La incoraggio vivamente a considerare l'opportunità di iniziare un percorso psicologico. Un professionista qualificato può offrirle supporto e strumenti preziosi per affrontare e superare le difficoltà che sta vivendo. Fare questo passo può rappresentare un importante atto di amore e cura verso se stesso e il suo benessere.

Le invio un caro saluto.
Dott. Antonino Genova
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buonasera, mi dispiace molto per il suo senso di disagio. Tuttavia così su due piedi e con queste informazioni sarebbe difficile portele dire cosa fare o come lavorare. Quello che posso consigliarle, e di pensare a degli obiettivi che vuole raggiungere nell immediato, oltre sicuramente a quello finale dello star meglio, che verrà raggiunto di conseguenza. Piccoli obiettivi a piccoli passi, che uno ad uno la possono portare star meglio e iniziare a lavorare da li.
Se volesse altre informazioni resto a disposizione, anche online, e le auguro di trovare ciò che cerca. Cordialmente Dott. Antonino Genova
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
«Sto bene o sto male?»: imparare ad ascoltarsi, a dare un nome alle nostre emozioni, a investire su questa risorsa per stare con noi stessi e per entrare in contatto col mondo.
Mi sembra un ottimo programma, anche perché ritengo che le emozioni siano uno dei pochi elementi davvero essenziali nella nostra vita.
Penso però che sia più efficace un colloquio conoscitivo online, per verificare di persona quello che sta cercando.
Dott.ssa Elisabetta Secci
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Legnano
Gentilissima, grazie per avere condiviso il modo in cui si sente. Pone una domanda a cui è difficile rispondere in poche parole: ogni approccio terapeutico e di intervento scientificamente approvato è efficace, ma ciò che a volte può fare la differenza è il modo in cui possiamo sentirci accolti dal professionista che incontriamo. La creazione di una buona alleanza terapeutica, che si basa sulla fiducia della persona a cui ci rivolgiamo, è fondamentale per affrontare i vissuti più profondi e stabilire insieme su quali aspetti voler lavorare nello spazio terapeutico, per stare meglio con noi stesse e anche con gli altri. Le direi di continuare ad ascoltare la sua voglia di stare bene e vivere una vita più serena ricercando il/la professionista che fa al caso suo. Dott.ssa Elisabetta Secci
Dott.ssa Alessia Vanzi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Buonasera, innanzitutto mi sento di dirle che mi dispiace per questo senso di sofferenza che ci ha raccontato. Mentre leggevo le sue parole ho immaginato la bambina che è stata, che continua ad essere dentro di lei, molto stanca e senza energie. Quella bambina così piccola è cresciuta troppo in fretta e ha dovuto rinunciare troppo presto al mondo dell'infanzia, ed è stato inevitabile quindi che si arrabbiasse. La rabbia ci da molta energia, ma allo stesso tempo ci scarica e dopo aver perso le energie ci sentiamo senza forze e spesso senza forze ci ritroviamo lì a riflettere su ciò che è stato, ed è inevitabile che sia arrivata la tristezza pensando al tempo che l'è stato negato. La crescita precoce che lei ha dovuto affrontare non le ha permesso di avere spazio per sé e per conoscere anche le altre sue emozioni. La rabbia e la tristezza sono solo alcune delle emozioni che sono dentro di lei. Penso che l'approccio giusto sia quello che le permetta di avere innanzitutto uno spazio per far venire fuori quella bambina arrabbiata e triste, iniziare a dialogare con lei ed inoltre ha bisogno dello spazio giusto per prendersi il diritto di arrabbiarsi, essere tristi e scoprire anche le altre emozioni. Ciò che le serve è quindi un professionista che prenda per mano lei e la bambina che è stata e che vi accompagni a raggiungere ciò che desidera, cioè stare bene. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Dott.ssa Alessia Vanzi
Dott.ssa Simona Bisconti
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Mi dispiace per la sofferenza che racconta. Si chiede se sta bene o sta male, eppure da quello che scrive sembra che le sia chiaro che non vuole continuare così e che anzi abbia deciso di prendersi cura di se stessa. Anche la domanda che pone, rispetto al tipo di ragionamento di un eventuale psicologo, è un tentativo di autotutela. Per quanto lei possa avere avuto esperienze difficili che le hanno insegnato delle modalità di relazione nelle quali non si riconosce più, comunque dentro di lei esiste una parte amorevole verso se stessa che sta già cercando di prendersi cura di sè. Un percorso di supporto psicologico o di psicoterapia potrebbero esserle molto utili per approfondire le dinamiche che ha vissuto, esplorare le sue emozioni e ricostruire un rapporto di fiducia con se stessa innanzitutto, che la faccia sentire al sicuro e amata, prima ancora di relazionarsi agli altri. Ricominciare da se stessi è una delle sfide più complesse che affrontiamo come esseri umani, ma è allo stesso tempo una strada che ci permette di toglierci dalle situazioni stagnanti in cui a volte si cade e di avanzare verso una realizzazione di sè più soddisfacente e coerente con quello che vogliamo per noi stessi.
Buonasera, empatizzo molto con il suo dolore e immagino quanta fatica abbia dovuto fare per conquistare un pò di serenità e stabilità. Lei ha vissuto molteplici traumi ed è fondamentale rielaborarli. Potrei dirle molto altro ma le suggerisco di prenotare una consulenza online che le farò gratuitamente in modo da poterle spiegare la mia modalità di lavoro e soprattutto per poterci conoscerci. Buona giornata
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Dott.ssa Maria Graziano
Psicologo, Psicologo clinico
Capaci
Buonasera, grazie per aver condiviso il suo vissuto con cuore aperto. Ho letto con molta attenzione la sua richiesta e percepisco il suo bisogno di aiuto e sostegno, la sua tristezza, il bisogno di ritrovare la fiducia in sé stessa e riacquistare la speranza in una vita appagante per cui vale la pena vivere. Lei si è avvertita sola sin da bambina, non amata e privata del sostegno esterno per questo è rimasta in uno stato di “bisogno continuo” con un vuoto incolmabile. Per di più, lei racconta di essere stata vittima di bullismo da parte dei suoi compagni e ciò la indotta a vivere le relazioni interpersonali con molta paura, entrando in uno schema di vittima ha assunto su di sé l’idea di essere odiata da tutti o comunque di non essere amata, questa è una ferita aperta che non si rimargina se non si interviene con un adeguata terapia per riacquistare la fiducia e l’amore verso sè stessi . Non so la sua età, né perché è andata a vivere dai nonni, ma riconoscere la rabbia e i sentimenti di odio verso i propri cari è un fattore assolutamente positivo, è riconoscere la propria individualità, sapere che si ha il diritto ad essere diversi da loro e ad avere un proprio spazio in cui realizzarsi , c’è molto su cui possiamo lavorare. Lei rappresenta il classico caso in cui il bambino viene adultizzato e quindi responsabilizzato, si sostituisce all’adulto assumendosi delle responsabilità da adulto e perdendo la spensieratezza e la spontaneità del bambino…anche su questo si può fare molto in seduta. Vivendo da adulata è normale che in adolescenza non tollerasse la superficialità dei compagni di scuola, è comprensibile il motivo di sentirsi “infastidita”. Forse è arrivato il momento di riprendersi la sua spensieratezza, la libertà di gioire, la spontaneità delle relazioni recuperare le emozioni e la leggerezza delle sensazioni, riappropriarsi dei diritti non riconosciuti, come il diritto ad esistere, ad essere amati, all’autonomia per il gioco, per il lavoro, per l’amore ecc.
Quello che lei adesso definisce fase di “apatia” con “scoppio” è un segnale di un bisogno di cambiamento, dove il Vero Sé vuole esprimersi e realizzarsi nella sua unicità. Coraggio, non perda questo momento di opportunità, è il momento giusto per invertire la rotta della sua vita. Avere la consapevolezza di essere arrabbiati o tristi non è una cosa negativa…anzi, vuol dire riconoscere le proprie emozioni, vuol dire essere reattivi alla vita. L’autosabotaggio nelle amicizie avviene per degli schemi di pensiero e comportamentali collaudati dall’infanzia, ma su cui si può benissimo intervenire per invertire lo schema di comportamento. Mantenga vivo questo suo desiderio di benessere. Lei chiede di sapere il tipo di intervento che si può svolgere, personalmente considero la persona nella sua totalità mente corpo, lavoro sulla sua sicurezza e la fiducia in sé stessa, “dopo che si impara a stare in piedi da soli” si può iniziare un percorso per sviluppare delle relazioni sane, sia nel campo dell’amicizia che sentimentali. Lavorare sui vissuti familiari per elaborare trascuratezze e traumi infantili e nel contempo lavorare sul potenziamento dell’energia psicofisica attraverso vari esercizi di bioenergetica, riacquistare i diritti violati o non riconosciuti e sperimentare l’accettazione del nostro Sé Reale per vivere una vita piena e soddisfacente senza inseguire ideali o imposizioni esterne. Credo che potremmo lavorare bene insieme instaurando un’ottima alleanza terapeutica in quanto i temi che lei ha esposto sono temi professionalmente a me molto familiari. Il mio desiderio è porgerle una mano per iniziare un percorso verso il benessere, può approfittare di un primo colloquio gratuito. Per conoscermi meglio può anche guardare il mio sito on line o richiedere un colloquio gratuito, solo parlando o vedendosi ci si rende conto se si entra in sintonia e vi sono i presupposti per iniziare un percorso terapeutico.
Non so dove abita, essendo il suo consulto anonimo, ma le ricordo che può intraprendere una terapia in presenza o on line comodamente da casa sua con l’utilizzo di una buona connessione internet.
Visiti la mia scheda per i miei riferimenti. Un caro saluto sperando di sentirla presto, intanto le auguro serenità.
Dott.ssa Maria Graziano
Dott.ssa Lavinia Sestito
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno,
stia serena, non si può confondere con una crisi adolescenziale.
Lei di adolescenza ne ha vissuta ben poca, la hanno costretta a diventare "adulta" troppo presto.
Da qui il dolore grande che ha provato e che ancora si porta dentro e che mi comunica qui. L'episodio a cui accenna deve essere molto importante e sarebbe giusto parlarne in una sede adeguata, in una valida terapia.
Mi auguro di poterla aiutare a trovare risposte che cerca da tanto tempo.
Un caro saluto
Lavinia
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Dott.ssa Maria Francesca Russo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
credo che veramente lei sia pronta per cominciare un cammino di cambiamento- se vuole può prenotare una visita, sarò lieta di accoglierla
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Il comportamento che descrivi, come l'auto-sabotaggio nelle amicizie e la gelosia, può derivare da un senso di insicurezza e dalla paura di essere rifiutata, un riflesso delle difficoltà emotive vissute nel passato. Il fatto che tu provi a evitare di "sentire" troppo per non affrontare il dolore può spiegare anche l'apatia che descrivi, ma è importante riconoscere che questo stato non è né sano né definitivo.
Un percorso terapeutico che ti consiglio potrebbe essere quello basato su un approccio neuropsicologico e CBT. Questi approcci si concentrano su come i pensieri e i comportamenti influenzano le emozioni e come possiamo imparare a modificarli. Con la CBT, potresti imparare a riconoscere i pensieri negativi automatici che portano alla rabbia o all'auto-sabotaggio, e sostituirli con strategie più adattive, ma se vuoi scavare ancora più affondoUn approccio puramente neuropsicologico potrebbe essere utile per la tua situazione, in particolare per affrontare aspetti legati al funzionamento cognitivo e alle emozioni, e per migliorare la regolazione emotiva. Sebbene l'approccio cognitivo-comportamentale sia molto utile per affrontare i comportamenti disfunzionali, un approccio neuropsicologico potrebbe concentrarsi su come i processi cognitivi e neurologici influenzano le emozioni e il comportamento nel tuo caso. Inoltre potrebbe aiutarti a esplorare eventuali schemi di comportamento che ti impediscono di raggiungere una condizione di benessere, migliorando le tue capacità di autoregolazione emotiva e decisionale. Ti andrebbe di scoprire assieme alcuni degli aspetti su cui potremmo lavorare assieme? Per concludere, il primo passo in questo percorso sarebbe l'acquisizione di maggiore consapevolezza su ciò che provi e come le tue esperienze passate influenzano il tuo comportamento attuale. Se ti senti pronta, ti invito ad un incontro conoscitivo per poterti aiutare a trovare la serenità che cerchi. Un caro saluto!
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e profondità la tua storia, è un passo importante e coraggioso chiedere aiuto in modo così aperto. Da quello che racconti, sembri aver attraversato esperienze di grande sofferenza e responsabilità fin da molto giovane, che hanno lasciato un segno profondo nel tuo modo di vivere le emozioni e le relazioni. Il senso di apatia che descrivi, insieme agli scatti emotivi intensi, alla difficoltà con le amicizie e all’auto sabotaggio, può essere interpretato come un modo in cui la tua mente cerca di gestire e contenere quel dolore, quella rabbia e quella insicurezza che hai dentro.

Lavorare insieme partirebbe dall’ascolto attento e senza giudizio del tuo vissuto, per darti uno spazio sicuro dove esplorare quello che senti e che ti succede. Ti aiuterei a riconoscere e comprendere meglio i tuoi schemi emotivi e comportamentali, anche quelli che ti sembrano automatici o difficili da controllare, per poi costruire con te nuove strategie per gestirli, più funzionali e gentili con te stessa. Importante sarà anche affrontare il senso di confusione su come ti senti e cosa significhi “stare bene” per te, per riscoprire insieme cosa può davvero nutrire il tuo benessere.

L’approccio che prediligo è collaborativo e personalizzato: lavoriamo passo passo, con strumenti di ascolto empatico, tecniche psicologiche adatte alle tue esigenze e al tuo ritmo, senza mai forzare nulla, e con l’obiettivo di farti sentire più stabile, sicura e libera di essere te stessa. Prima di iniziare un percorso insieme, ti invito a esprimere tutte le tue domande e dubbi, perché la fiducia e la chiarezza sono fondamentali per un buon lavoro comune.

Se vuoi, possiamo anche parlare del tipo di supporto che ti è stato proposto in passato e capire insieme cosa non ha funzionato, così da evitare di ripetere esperienze negative. Sono qui per accompagnarti con rispetto, pazienza e attenzione, se deciderai di intraprendere questo percorso.
Dott. Damiano Maccarri
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentilissima, la situazione che mi descrive mi sembra quella di una ragazza molto in gamba, che è dovuta crescere troppo in una età in cui aveva bisogno di essere accudita, protetta e amata. Queste emozioni che lei sperimenta, che quasi non riconosce in sé, potrebbero essere il risultato di una mancanza di amore, di riconoscimento, di apprezzamento. Lei, mi corregga che sbaglio, non ha mai avuto nessuno che le dicesse quanto fosse fiero di lei, qualcuno che la conoscesse, che sapesse quali sono le sue priorità, i suoi talenti, i suoi gusti, le sue ambizioni e che apprezzasse tutto questo. Conosce la storia del mostro di Frankenstein? Non le idiote versioni commerciali, ma quell'immenso capolavoro di letteratura di Mary Shelley, dove la scrittrice descrive con una precisione straordinaria ed una rarissima sensibilità artistica, qualcosa di simile a quello che lei vive. In breve, il dottor Frankenstein da vita ad una creatura che, in seguito, rinnega. Addirittura non gli da mai un nome (si chiama "il mostro" di Frankenstein proprio perché non ha un nome); in effetti, dare un nome significa "riconoscere", ovvero conoscere - accettando. Poiché il genitore rinnega e vuole uccidere quello che, a tutti gli effetti, è suo figlio, quest'ultimo genera sentimenti di puro odio verso il genitore stesso, finendo per ucciderlo. L'odio è una forma d'amore distorta, perché implica l'interesse verso l'altro (odiato). L'emozione opposta all'amore non è l'odio, perciò, ma l'indifferenza. Questo per dirle che io credo che i sentimenti di rabbia, di tristezza, di ostilità che lei prova nei confronti degli altri, di cui è consapevole e vorrebbe liberarsi, sono creazioni dovute al suo non sentirsi amata, sono i suoi "mostriciattoli" interiori, ovvero i mostri generati dalla originaria mancanza di amore che forse ha sofferto. Sono convinto che sia possibile, per lei, mettere la parola fine a questi demoni interiori ma, per farlo, deve dare fuoco al nido che li genera. Non è facile darle una soluzione pronta, senza prima capire altri elementi di contesto, altrimenti si rischia di trattare la clinica psicologica come un gioco d'azzardo - e io non gioco mai d'azzardo con i miei pazienti. Tuttavia, la guarigione psicologica avviene quando c'è un cambio di consapevolezza, una revisione del passato sotto una nuova comprensione, ovvero quando si riesce a cambiare i significati. A quel punto, si sperimenta una senso di rinnovata autenticità e padronanza della propria vita e, nel suo caso, penso che si tratti proprio di questo di cui ha bisogno. Se sente di volermi fornire altre informazioni, se sente che posso esserle d'aiuto in qualche modo, mi contatti pure, sono disponibile ad aiutarla. Nel porgerle i miei più cordiali saluti, le auguro in bocca al lupo. Stia bene.

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