Sono una ragazza di 25 anni e sto vivendo un malessere interiore molto profondo. Non riesco a stare

15 risposte
Sono una ragazza di 25 anni e sto vivendo un malessere interiore molto profondo. Non riesco a stare bene in famiglia (papà, mamma, sorella), lavoro con mio padre da ormai 5 anni, quindi vivo nel contesto familiare tutto il giorno. Sento una profonda insoddisfazione da quando mi sveglio a quando mi corico e questo è sfociato in problemi con il cibo, ho sviluppato una forma di controllo ossessiva; sono arrivata a pesare 32 kg perché mi sono fatta prendere troppo la mano e adesso anche se sono nel mio peso forma, non riesco ad essere serena nei confronti del cibo, perché controllare la mia alimentazione mi rende in un certo senso autonoma dal contesto in cui vivo. So che potrei fare altro lavorativamente parlando, ma non so proprio da dove iniziare e tutti pensano che invece sono fortunata a lavorare in un contesto familiare dove non mi manca niente, ma io ci sto proprio male.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata. Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto. 'Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto. Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL

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Gentile ragazza, sarebbe opportuno per lei poter trovare un suo spazio dove elaborare questo suo malessere e trovare una modalità per capire come meglio agire. Chieda una consulenza psicologica ,vis a vis o anche online, vedrà che sarà un primo importante passo per poter stare meglio con se stessa.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Cara utente, la terapia psicoanalitica potrebbe rappresentare un spazio tutto suo, privo di giudizio, dove poter conoscersi, esprimere liberamente il suo stato d’animo e capire cosa realmente desidera. L’autonomia, che al momento sente possibile attraverso il controllo del cibo, può essere sperimentata e conquistata scoprendo altre modalità relazionali, che possano rispecchiarla e farla sentire più a suo agio.
Immagino possa essere difficile bilanciare il suo bisogno di cambiare contesto lavorativo, con quello che le viene forse rimandato/richiesto dall’esterno, ma con la terapia e l’ascolto attivo da parte della psicoterapeuta, potrà avere modo di trovare un equilibrio che sarà proprio lei a pensare e a costruire passo dopo passo. Resto a disposizione, e se vorrà iniziare un percorso insieme sarò lieta di accompagnarla in questa sua ricerca/scoperta di se stessa.
Un caro saluto
dott.ssa Giulia Simone
Buonasera, mi dispiace per quanto racconta perchè si percepisce una grande sofferenza e un senso di impotenza rispetto al poter cambiare la situazione. Il controllo che esercita sul cibo è l'unica cosa che al momento le permette di sentire che ha potere su qualcosa ma, come saprà, è molto pericoloso perchè potrebbe compromettere la sua salute fisica. Affrontare da sola tutto questo sarebbe troppo difficile pertanto le consiglio di chiedere aiuto ad un terapeuta che possa aiutarla a prendere consapevolezza di sè, delle dinamiche familiari che non la fanno stare bene e a comprendere come poter vivere una vita che la faccia sentire soddisfatta. Le auguro buona fortuna, un caro saluto
Buonasera, ritengo che il disturbo alimentare è espressione del disagio che vive e va trattato anche se ha mantenuto il suo peso forma. Le consiglio di rivolgersi e/o figure professionali specializzati in terapie di disturbi alimentari prima possibile onde evitare che il disagio si cronicizzi ulteriormente.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, alcune cose sono certe, ha voglia di apportare dei cambiamenti nella sua vita. Le nostre esigenze motivano le scelte che prendiamo per continuare l'opera di costruzione di noi stessi. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico che possa accompagnarla in maniera sana verso i suoi obiettivi, ad esempio l'essere autonoma e distinta dagli altri. Potrebbe essere per lei interessante e rivoluzionario realizzare la consapevolezza della sua unicità.
Buonasera. Mi dispiace per le difficoltà che ha attraversato e per quelle che sta vivendo adesso. Mi colpisce in particolare il fatto che nella sua condivisione non è presente alcuna domanda, che sembra però essere implicita.
Il mio suggerimento è di riflettere sulla possibilità di rivolgersi ad un/a professionista per approfondire ed esplorare i propri vissuti, le difficoltà con la famiglia, la profonda insoddisfazione che sente, il rapporto con il cibo ed il significato di autonomia che questo riveste per lei, per valutare l'inizio di un lavoro personale attraverso il quale promuovere il proprio benessere e la propria salute. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gent.ma, prenda in considerazione l’idea di farsi aiutare. Chieda appuntamento ad uno specialista: avrà modo di raccontare meglio la sua esperienza personale, così da poter meglio comprendere le sue difficoltà e valutare con maggiore chiarezza come poterle essere di aiuto. Probabilmente, una psicoterapia può gradualmente aiutarla a trasformare la sua esperienza e sostenerla nel trovare una sua via personale. SG
Gentile utente di mio dottore,

sarebbe importante approfondire meglio il disagio qui espresso iniziando un percorso psicoterapico. Si prenda cura del suo malessere cercando col tempo di guardare alla sua vita da un'altra prospettiva. Magari questo potrebbe riconsegnarle maggior consapevolezza e sicurezza in se stessa e iniziare un nuovo cammino e magari anche un nuovo lavoro.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
La situazione che descrive non è di disagio lieve o transitorio. Non rimandi un consulto con un professionista e richieda una valutazione psico diagnostica e un piano terapeutico con aperture anche al supporto farmacologico. Ci sono contraddizioni tra le sue affermazioni sulla idealità della situazione lavorativo / famigliare e il suo profondo disagio che sembra lei stessa metta in relazione al contesto in cui vive.
Può esserle di aiuto ascolta il Podcast Le Stanze della Paura, disponibile gratuitamente su diverse piattaforme on line. Troverà approfondimenti su timi di salute mentale, informazioni e strumenti di auto aiuto finalizzati a ridurre il disagio psico fisico. Segua la pagina Fb Le Stanze della Paura.
Buona serata. Bruno Ramondetti
Gentilissima buongiorno, innanzitutto grazie per la condivisione. Comprendo la situazione, ed immagino la fatica del momento. Parlare con un terapeuta potrebbe aiutare a esplorare ed elaborare a fondo quelle che sono le motivazioni sottostanti questo malessere e difficoltà che vale la pena approfondire.
Resto a disposizione!
AV
Salve, innanzitutto le faccio i miei complimenti per le consapevolezze che da sola ha già maturato rispetto alla sua condizione di malessere e la ringrazio per averle condivise in questo spazio.
Tuttavia ritengo che per quanto da soli ce la si possa fare arriva un momento in cui l'aiuto di un professionista è essenziale per poter elaborare e individuare i significati relativi al proprio malessere e di conseguenza costruire nuove modalità per poter stare bene.
Le consiglio quindi di intraprendere un percorso psicoterapeutico per raggiungere tale fine.
Resto a disposizione.
Un caro saluto,
Annalisa
Salve, dal suo racconto emerge una profonda sofferenza e per questo le sono vicino. Forse mi sbaglio, perchè è difficile farsi un'idea corretta unicamente leggendo poche righe, ma le sue parole mi hanno trasmesso un forte desiderio di libertà, la voglia di trovare una dimensione propria, slegata dal contesto familiare che per quanto amorevole possa essere, probabilmente non le consente di esprimere pienamente la sua identità. Vero è che tutti noi dobbiamo tanto a chi si è preso cura di noi quando eravamo ancora giovani e indifesi, ma è anche vero che spesso per crescere e realizzarsi pienamente è nescessario allontanarsi da chi ci ha sempre protetti con amore. Non si curi di ciò che pensa chi le dice che "è fortunata a lavorare con suo padre", cerchi ciò che vuole dove vuole. Sicuramente cominciare un percorso di psicoterapia le offrirebbe da subito la possibilità di avere uno spazio suo dove potersi esprimere liberamente, per questo mi sento di consigliarle di contattare un professionista che le ispira fiducia. Cordiali saluti
Gentile Utente, si evince dalle sue parole il disagio e la sofferenza che sta provando. Le consiglio di contattare uno psicologo per poter approfondire la sua storia e capire realmente i suoi bisogni di autonomia e i suoi obiettivi futuri.
Farsi condizionare dalla famiglia non la fa sentire padrona della sua vita e probabilmente questa è la causa del controllo ossessivo che esercita sul cibo,
Lo spazio terapeutico potrà essere un luogo in cui potrà sperimentarsi e ritrovare la libertà di essere ciò che vuole veramente.
Resto a disposizione, Dott.ssa Marina Colangelo
Gentilissima, grazie per aver qui condiviso...
Le consiglierei dapprima un consulto specialistico con un medico psichiatra, cosicché possa eventualmente sostenere farmacologicamente, per poi intraprendere anche un percorso psicoterapeutico
Resto a disposizione per altri eventuali chiarimenti,
Cordiale saluto
Dr. E. Nola

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