Sono Nina, colei a cui dire di dire i miei dubbi alla mia psicoterapeuta, non solo l ho già fatto e

20 risposte
Sono Nina, colei a cui dire di dire i miei dubbi alla mia psicoterapeuta, non solo l ho già fatto e lei mi ha risposto che lei così sa lavorare. Che solo parlare di progetti fa passare l angoscia di morte, ed io che le dico che parlare di un futuro che ora più che mai è lontano non mi aiuta ma mi peggiora, mentre potrebbe aiutarmi nel capire dinamiche che mi portano a certi malesseri. Non solo dice che lei più di ciò non può fare, ma mi ha detto di riflettere se volessi continuare ed io le ho detto che sono confusa e intanto vorrei proseguire e finire febbraio e magari nel mentre mi chiarisco le idee. Lei mi risponde che se no non mi sento sicura, inutile che continui, io non avrei giovamento e per lei è inaccettabile lavorare. Beh mi dispiace di aver creduto per l ultima volta in una professionista. Sono stufa. Mi spiace ma la psicoterapia funziona per chi ha problemi da poco, chi poi si scontra con la realtà, ecco che tutti parlano di concretezza laddove soldi e mezzi non ci sono. E comunque io vole o capire andando avanti e lei mi ha detto no? È folle.
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo in questo periodo.
Comprendo lo sfogo, ma più di questo non può fare.
Le auguro di stare bene.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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I momenti di confusione fanno parte della terapie, che hanno andamenti non regolari. La collega terapeuta che la conosce starà seguendo il percorso utile per lei. I cambiamenti sono lenti...non perda la fiducia.
Buona serata,

Dott.ssa Chiara Pavia
Buonasera Nina. Mi pare di capire che non le piace quello che sta accadendo con la sua terapeuta e che ha perso fiducia nella psicoterapia. Quello che non mi è chiaro è ciò che sta chiedendo in questa sede. In che modo possiamo esserle d'aiuto? Qual è la sua domanda, richiesta o bisogno?mi piacerebbe darle una risposta di una qualche utilità, ma devo avere chiara la domanda
Dr.ssa Violetta Molteni
Credo che non sia una tipologia di psicoterapia in sintonia con i suoi bisogni. Purtroppo in questo caso è meglio chiudere. Non tutte le psicoterapie sono uguali. Penso che per lei sia più opportuna una psicoterapia più accogliente ed empatica e che in cui si lavori seriamente sulle sue dinamiche inconsce che generano malessere. E' opportuno, inoltre, che la psicoterapia sia promossa e supportata da medicinali innocui e naturali. Se vuole sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per ulteriori informazioni. Sono anche disponibile per una terapia on line. Buona giornata!
Salve Nina è difficile comprendere la dinamiche che c'è tra lei e la sua psicoterapeuta. In questo modo è difficile dare qualsiasi indicazione in merito. Siciuramente però le posso dire che la psicoterapia aiuta le persone ad acquisire consapevolezza e libertà di scelta, ed è sempre utile anche in situazioni gravi come conflitti familiari o di coppia o disturbi di personalità. Le indagini di neuroimagining dimostrano che ci sono delle modificazioni di aree cerebrali anche estese in conseguenza di una psicoterapia. Spero di poterla aiutare di più se mi volesse fornire più informazioni. Buona serata
Cara Nina,
può capitare che la psicoterapia subisca variazione, rallentamenti e arresti. È deontologicamente corretto interrompere la terapia se il professionista si rende conto di non riuscire a raggiungere gli obiettivi prefissati con il paziente.
Provo a valutare di cambiare terapeuta.
Dott.sa Francesca Tardio
Salve,

alla base di ogni cambiamento e della guarigione deve esserci una forte alleanza terapeutica. Se diffida della persona a cui si è rivolta per ricevere aiuto, la psicoterapia sicuramente non riuscirà a dare i risvolti sperati. Non è la gravità delle difficoltà a render tortuoso o difficile un percorso psicoterapico, alle volte sono proprio i problemi di relazione che si manifestano all'interno del setting terapeutico stesso a creare i problemi più grandi. Rifletta su questo, magari potra ritrovare fiducia in quello che sta facendo e proseguire con il cammino intrapreso.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, continui a confrontarsi con la sua terapeuta, una cosa è parlare del futuro, e questo può generare ansia, una cosa è parlare di progetti ma stare nel presente e vedere nel qui ed ora cosa si può fare per realizzare un proprio progetto o desiderio. Sono due livelli diversi. Se col pensiero rimane proiettata verso il futuro l'ansia e l'angoscia di morte si alimentano. Provi ad affidarsi. Se, poi, non riesce proprio, può provare a cambiare professionista, ma prosegua nel suo percorso.
Buona giornata,
Rosella Pettinari
Buonasera, è molto importante la relazione terapeutica. Instaurare una relazione di fiducia e parlare dei propri problemi senza sentirsi giudicata.
Dott.ssa Giulia Proietti
Buonasera, mi dispiace per la delusione che ha avuto per quanto riguarda l'incontro con la psicoterapeuta che descrive nella sua domanda. Molte volte non si instaura un feeling giusto fra psicoterapeuta e paziente e quindi niente transfert e controtransfert. Cmq non deve demoralizzarsi, riprovi a cercare una psicoterapeuta con cui instaurare un rapporto di fiducia e che la possa aiutare ad elaborare tutti i suoi dubbi e da dove scaturiscono i suoi malesseri, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Salve, il consiglio che le posso dare è questo: innanzitutto chiedere alla sua terapeuta che tipo di approccio abbia e che tipo di formazione. Molto spesso quando ci si rivolge a un professionista per un percorso di psicoterapia non si fa caso a questa specificità che invece trovo sia molto importante. Potrebbe poi informarsi sui vari tipi di approcci o di metodi (trova ormai diverso materiale su internet) per capire quale può essere o meno congeniale per lei, in base ai suoi bisogni e a ciò che domanda. Spero di esserle stata utile. La saluto cordialmente, Marina Montuori
Buonasera. Se lei e la terapeuta siete ad uno stallo e concordate nell’interrompere il percorso allora si rivolga a qualcun altro. Se poi reputa la terapia non basti, può sempre per dare di rivolgersi ad uno psichiatra per un aiuto farmacologico in accompagnamento alla terapia. Buona serata Chiara Tomassoni
Gentile utente, il fatto che le abbia detto che se non si sente sicura sarebbe il caso che lei sospendesse ; è dovuto molto probabilmente al fatto che nel rapporto di psicoterapia deve esserci fiducia. Spesso arrivano a consulto persone che per la loro storia personale, fatta di esperienze negative, hanno radicato una diffidenza verso tutti. Nel tempo e nel giusto rapporto, riescono a nutrire questo aspetto e operare cambiamenti. I percorsi non sono passeggiate, implicano una quota di dolore, un costo da scottare per arrivare ai cambiamenti. Come il ferro che per essere modellato ha bisogno di calore, tempo e pazienza. Non tutti gli abbinamenti medico-paziente sono proficui. Non dipende solo dalle nozioni, dalla bravura teorica ma da affinità emotive che si possono creare o meno. In quest'ultimo caso una persona potrebbe non trovarsi bene con uno psicoterapeuta e benissimo con un altro. Sta ora a lei riuscire a ragionare su quali alternative abbia in questa o in un'altra relazione terapeutica perché, per i grossi problemi del passato, bisogna pazientare e lavorare...attraversando anche i momenti più bui. Decida cosa fare ma scelga sempre un percorso di psicoterapia.
In bocca al lupo
Cordiali saluti
Dott.ssa Randisi
Salve, credo che il suo scrivere sottolinei la sua voglia di uscirne fuori, provi a chiedere un altro consulto in modo da poter valutare limiti e possibilità del percorso fatto. Oltre ad esserci vari approcci, dietro ogni professionista c'è anche una umanità con le sue fragilità e non è solo il sapere che promuove il percorso terapeutico ma anche l'incontro umano. non demorda.
Saluti
Massimiliano
Buongiorno a volte avere l'impressione di peggiorare è proprio segnale che la terapia sta toccando i tasti dolenti e solo in questo modo si può liberare del disagio che prova. Purtroppo non è sempre un percorso indolore e ci vuole il suo tempo, ma sopra tutto ci vuole fiducia nel suo terapeuta.
Può succedere anche che non si entri in sintonia ma questo lo dovrà valutare lei .
Le auguro di trovare l'equilibrio
Dott.ssa Cinzia Maria Ragusa
Salve Nina, mi dispiace della situazione che sta vivendo e che abbia perso fiducia nella psicoterapia. Ogni terapeuta porta con sè anche le proprie caratteristiche e qualità di essere umano oltre che le proprie competenze e può capitare che non si instauri la giusta fiducia ed alleanza terapeutica. Il lavoro di terapia è un percorso lungo, non sempre fatto di strade lineari, necessita di tempo e impegno. Credo che debba riflettere sulla sua volontà di continuare e sulla possibilità di riporre nuovamente la propria fiducia.
Buona giornata.
Dott.ssa Federica Turrà
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Buongiorno Nina,
il suo disagio è facilmente comprensibile da quanto scrive,
ma non mi è chiaro quale è la richiesta in questo portale, potrebbe specificare meglio?
Un saluto
Dott.ssa Meloni Federica Maura
Guardi Nina, apprezzi la sincerità della terapista: le sta dicendo che oltre questo limite non riesce ad andare; ovviamente non entro nel merito del lavoro svolto insieme, ma sottolineo l’onestà di un professionista che ammette un limite: merce rara.
Ora cerchi di essere anche lei onesta con se stessa, non si lasci travolgere dalla rabbia, e si faccia aiutare ad elaborare questa ennesima delusione.
I terapeuti non sono onnipotenti, ma si possono occupare con lei dello stato di angoscia attuale, laddove i terapeuti non affrontano problemi da poco o grandi problemi, bensì si occupano di creare un contesto con lei in cui la sua difficoltà e la sua angoscia di morte possa trovare la giusta collocazione.
D’altronde, anche una delusione di questa portata è un po’ “come morire”...
Un caro saluto
Gentile Nina,

non è folle, è un atto di onestà da parte della psicologa che sta riconoscendo un proprio limite (lei così sa lavorare, lei più di ciò non può fare, per lei è inaccettabile lavorare altrimenti). Ma anche un atto del genere va gestito e trasformato in un processo utile al paziente, e questo fa parte del lavoro e della responsabilità del professionista, non del paziente. Tale processo può portare alla conclusione del rapporto con indicazioni utili per trovare un aiuto di tipo diverso, oppure può modificare la vostra relazione verso una direzione più proficua, ma è impossibile saperlo in anticipo. Tenga conto che è messo alla prova un metodo di lavoro, non una mancanza sua.

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