Sintomi insoliti Lo psichiatrada cui vado mi sta curando per un presunto doc con SSRI a dosi medio

17 risposte
Sintomi insoliti
Lo psichiatrada cui vado mi sta curando per un presunto doc con SSRI a dosi medio alte; sto facendo tcc sulla stessa diagnosi ; tuttavia, a me qualcosa non torna proprio in merito al disturbo di cui soffro, che fatico ad assimilare al doc, perche non avverto le ossessioni convenzionali tipiche di questo disturbo(pulizia, ordine ecc.). Ad esempio, ho paure strane, ststi angosciosi che mi nascono a seguito di sensazioni che dovrebbero essere molto comuni, normalmente prive di ogni contenuto allarmante' ieri sera, a casa di amici, in balcone, il mio sguardo si sofferma sulle venature del pavimento di marmo che riveste la parete di quell'ambiente : e d'improvviso inizio a fantadticare che quelle pareti si mettano a ruotare in senso concentrico, e che in esse, al di là della loro apparenza insignificante, si nasconda un qualche pericolo, una rivelazione minacciosa, una sorta di presentimento catastrofico... La mia reazione, in casi come questo, è tentare di rimettere i piedi a terra, ribadendomi che quella che sto guardando è solo una parete di mattonelle e niente di 'altro', eppure il dubbil di credere in qualcosa che la razionalità ricpnosce come non reale persiste... Che devo fare quando mi vemgono queste paure? Se fossero'ossessioni', non dovrei discuterle mentalmente altrimenti finirei per alimentarle, ma a me non sembrano ossessioni, bensì spunti deliranti, che mi obbligano non a ignorarle ma a verificare di essere ancora in grado di riconoscerle come assurde e placare così l'ansia. Sta di fatto che ho paura di essere un caso raro, perche i miei sintomi onestamente non li ho mai letti da nessuna parte e credo che i due curanti che mi stanno seguendo siano disorientati quando ne parlo loro, e che mi abbiano classificato fome ossessivo solo per comodità...
Salve, oltre al medico che la segue, ha preso in considerazione l’ipotesi di intraprendere anche un percorso psicologico? Non abbiamo informazioni sufficienti per dirle se lei rientra nei casi rari. Ha pensato a un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Buonasera, perché non parla dei suoi timori apertamente con lo psichiatra che la segue? Sarebbe la soluzione piu logica, non le sembra?
Buona serata, dr.ssa Daniela Benvenuti
Sono del parere che non sia più di tanto utile inserire il suo malessere in una casella o nell'altra ma comprenderlo e dargli un senso. Per cui intraprenda una psicoterapia che le permetta di depotenziare fortemente le cause del suo stato patologico. Cordiali saluti.
Buongiorno, lo psichiatra utilizza le categorie diagnostiche principalmente per inserirla in un quadro che possa dare indicazioni su che tipo di farmaco assumere. Ciò che le servirebbe proprio per uscire da questo rimuginare sui pensieri che ha, sarebbe quello di accedere al suo vissuto emotivo sottostante a questi pensieri, che sono il risultato di come lei si sente in questa o quella situazione. Per esempio essere a casa di amici e distaccarsi dal contesto con pensieri ansiogeni potrebbe essere una direzione da indagare. La sua sofferenza merita approfondimento con dei colloqui psicologici, non per la stranezza di questo o quel pensiero, ma per il suo stato emotivo che genera un sintomo che la blocca.
Non esistono casi rari ma uomini che vivono la vita nel loro modo unico di entrare in rapporto ad esso.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno, non penso sia così essenziale capire la categoria diagnostica precisa che descrive la sua patologia, ma bensì comprendere in toto il suo malessere senza per forza dargli una classificazione. I disturbi psichiatrici poi possano mutare e non è raro vedere in un doc degli episodi simil psicotici. Si confronti con il suo psichiatra e magari pensi di intraprendere un percorso psicologico.
Saluti, dott.ssa Marini
Salve. Dei suoi dubbi ne parli con i professionisti che la stanno seguondo. Nella mia esperienza, non è importante la diagnosi ma il malessere che si vive. Ed è sul vissuto del malessere che bisogna intervenire. Comprendendone la causa, cosa vuole comunicare, vivendo ed esprimendo i vissuti emotivi collegati al problema. Un percorso psicoterapeutico che vada a lavorare su questi aspetti e che stimoli la fiducia in sé per poter affrontare il malessere che vive, può aiutarla. Distinti saluti
Buonasera, si accerti di effettuare un iter diagnostico completo attraverso una anamnesi accurata e incontri di valutazione con relativa somministrazione di una batteria di test utile a effettuare una diagnosi differenziale tra i vari disturbi. Se non l’ha già svolto, si affidi ad una equipe medica di un centro Asl o privato convenzionato con le figure deputate al percorso psico-diagnostico completo. Ne parli al medico di famiglia e al suo terapeuta. Buone Esperienze di Vita.
Dottssa Daniela Guzzino
Salve,
ogni ossessione o rimuginio nasce spontaneamente nella mente umana per creare una risposta psichica e comportamentale difensiva, come se ci si spaventasse per creare uno spazio di vita sempre più angusto, piccolo, misero….tutto parte da uno stato di fragilità che va cercato, elaborato, affrontato, e quasi mai è collegabile all’ossessione in sé. Il suo lavoro in psicoterapia consiste proprio in questo: analizzare e affrontare col suo terapista lo stato di precarietà che c’è a monte, così da evolversi/formarsi/crescere. I termini tecnici che usa (delirio piuttosto che ossessione) sono ininfluenti, e stia tranquillo che ciò che percepisce appartiene alla sfera dell’umano e del comune: come dire che non è un caso raro o extraordinario, ma una persona sensibile che manifesta in questo modo peculiare la sua vulnerabilità, e il suo sacrosanto bisogno di essere ascoltato e capito, nonché aiutato, e questa è la norma. Dunque buon lavoro e un caro saluto!
come giustamente hanno messo in evidenza i colleghi , la diagnosi serve allo psichiatra per l'utilizzo dei farmaci ma sicuramente è necessario un percorso di psicoterapia per portare alla luce questi disturbi e il messaggio che loro portano.
in bocca al lupo
dott.ssa Marina Pisetzky
Buonasera ,comprendo le sue angosce ,nei momenti difficili della nostra vita,la mente ci manifesta la nostra vulnerabilità attraverso le maniere più strane .L obiettivo è recuperare le nostra fiducia nelle nostre risorse e farsi aiutare da bravi terapeuti.Sarebbe utile un percorso psicologico di approfondimento e comprensione della natura del suo malessere Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buongiorno a lei
Quello che le consiglio è di rivolgersi a uno psicoterapeuta per iniziare un percorso personale. Sono certa che con un bagaglio di dati clinici sarà possibile rispondere alle sue domande con puntualità.
Cordiali Saluti
Dott. Tiziana Vecchiarini
Gentile utente, parli dei suoi dubbi con i professionisti che la stanno seguendo, i sintomi si inseriscono prima di tutto all’interno di una persona, portatrice di una storia e di determinati significati. La diagnosi può servire al clinico per comprendere il suo funzionamento ed eventualmente per la cura farmacologica,, ma è comunque importante concentrarsi sul malessere che lei sente e su ciò che potrebbe aiutarla, al di là della diagnosi.
Un cordiale saluto Dott.ssa Paola Trombini
Gentile utente di mio dottore,

i suoi pensieri e le sue angosce possano riguardare l'espressione sintomatica di un disturbo d'ansia. La terapia per i Disturbi d’ansia è sia di tipo farmacologico che psicoterapeutico. L’approccio farmacologico è utile per alleviare i sintomi o per meglio controllarne alcune fasi più acute, o come supporto alla psicoterapia. La farmacoterapia deve esser seguita e monitorata da uno psichiatra, specialista che ritengo abbia già consultato. La psicoterapia è ritenuta a oggi la forma di intervento più efficace per affrontare con successo i Disturbi d’ansia. Chi soffre di ansia interpreta erroneamente le proprie sensazioni e ve ne attribuisce una pericolosità esagerata rispetto alla realtà. L’intervento di psicoterapia è volto a scoprire le funzionalità relazionali dei sintomo ed i suoi significati più profondi. Il paziente, intrapresa la psicoterapia, viene guidato attraverso un percorso atto a renderlo maggiormente consapevole dei suoi processi mentali, dei meccanismi che governano il suo comportamento. Con l’aiuto del terapeuta vengono individuati i circoli di mantenimento del disturbo e le sue ripercussioni su aspetti comportamentali, con un graduale miglioramento della qualità della vita, fino a quel momento compromessa dal timore di viverla appunto. Non perda altro tempo contatti quanto prima uno psicoterapeuta ed inizi una psicoterapia,vedrà che con il tempo riuscirà ad allentare la morsa dei suoi sintomi.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara

Gentile utente, come lo psichiatra che la segue anche a me sembra un DOC, se fossero spunti deliranti non li metterebbe nemmeno in dubbio, invece quel pensiero che le mette ansia ha le caratteristiche di un ossessione come anche il controllare e cercare prove di non aver perso il senno è la compulsione che riduce momentaneamente l'ansia.
Cordiali saluti
Dott. Alessandro Gasperi
Buonasera,
non si preoccupi quale sia l'etichetta della diagnosi, fa parte del linguaggio tra specialisti e serve al suo psichiatra per dosare e prescrivere un farmaco adatto ai suoi sintomi. Sarebbe opportuno affiancare alla terapia farmacologica un percorso psicoterapeutico per analizzare le caratteristiche dei pensieri che scatenano in lei un forte disagio. Con l'aiuto della terapia "la catena di pensieri insensati" si romperà per darà spazio a pensieri leggeri e aderenti alla realtà, avrà modo inoltre di apprendere un equilibrato vocabolario emotivo, un caro saluto dr.a Monica Bertolini
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Gentile utente, se fossero spunti deliranti, non ne avrebbe consapevolezza, e sarebbe in egosintonia con essi, credendoci profondamente senza averne coscienza critica. La caratteristica della sua esperienza è "il dubbio" non sano, che la àncora a dover verificare, e questa caratteristica rientra nel pensiero ossessivo. Tenga presente, inoltre, che non esistono categorie perfettamente da manuale, ogni disturbo risente della soggettività della persona che veste tale disturbo. Per affrontare tale paura, le consiglio di imparare ad accettare l'idea che il nostro "pensare" può a volte produrre pensieri bizzarri, ma che sono solo "pensieri", prodotti della nostra mente, nient'altro, anche se possono essere a volte sgradevoli. Quindi non verità assolute che si tramutano in realtà. Poi le consiglierei di non affidarsi ad internet per cercare conferme riguardo alla sua esperienza, troverà solo ulteriori dubbi, scatenando circoli viziosi sempre più difficili poi da sbrogliare. Cordiali saluti. Dott.ssa Papi
Gentile utente, il contenuto dei pensieri come i suoi non è univoco, quindi non si tratta di un caso raro o inesistente ma di un malessere che va ascoltato e inquadrato nella sua unicità. Mi sembra che sia sfiduciata, per questo è importante parlarne con chi la segue. Necessita, in questo momento, di essere rassicurata.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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