Se non chiedi aiuto non stai bene, se chiedi aiuto ti devi impegnare, se sei in terapia ed hai delle

19 risposte
Se non chiedi aiuto non stai bene, se chiedi aiuto ti devi impegnare, se sei in terapia ed hai delle resistenze allora non sei ancora pronto, se molli la terapia o se fallisce la colpa è sempre del paziente.
Perchè nessuno parla della sofferenza?
Seguire una psicoterapia non è mica una passeggiata, non è facile, per certi aspetti equivale ad inserire una lama super affilata all'interno di una ferita ancora aperta.
Chi si deve occupare di questo tipo di emozioni che prova il paziente mentre è in terapia?
Buona sera,
ha perfettamente ragione, la terapia non è una passeggiata ed è spesso doloroso, ma il dolore è parte della vita umana, va compreso e accettato per vivere meglio. In terapia si dovrebbe parlare di questo tipo di emozioni, provi a comunicarlo al suo/sua terapeuta. Spesso al dolore(che è univerale, un fatto umano) procuriamo altro dolore, cercando di controllare i nostri sentimenti, le nostre emozioni, nel tentativo di non provare dolore. Cosa succede? Aumentiamo la nostra sofferenza emotiva. Quindi la risposta alla sua domanda " Chi si deve occupare di questo tipo di emozioni che prova il paziente mentre è in terapia?", non solo è pertinente ma necessaria da affrontare in terapia.

L'argomento è complesso ma spero di essere stata chiara.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Chiara Pavia

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Fa bene a sottolineare che non sia una passeggiata, perché in effetti non lo è affatto! Spesso si pensano cose errate... si pensa che fare psicoterapia sia tipo film, disteso sul lettino, " mi parli dei suoi problemi", pagarece via ... Psicoterapia, secondo l'approccio cognitivo-comportamentale, vuol dire mettersi di fronte al problema, capire i suoi meccanismi di mantenimento e spezzarli, distruggere i pensieri disfunzionali, modificare i comportamenti... si fa fatica, molta a volte. Ma ne vale la pena! Chi si deve occupare di queste emozioni del paziente mentre è in terapia chiede??! Lo/a psicoterapeuta che la segue!!! Ed insieme, se fate una buona squadra, arriverete a meta. In bocca al lupo!
Buongiorno, è vero, un percorso terapeutico spesso implica l' affrontare ed attraversare la sofferenza per arrivare a conoscersi meglio e crescere. "Chi si deve occupare di questo tipo di emozioni che prova il paziente mentre è in terapia?" Naturalmente se ne deve occupare lo psicoterapeuta. L'orientamento che seguo, di tipo psicodinamico, si basa in gran parte sulla relazione terapeutica, ed è proprio grazie ad essa che il paziente riesce ad affrontare le sue difficoltà ed i contenuti più dolorosi. Tralasciando i vari orientamenti, sono convinta che oltre alla competenza sia fondamentale per il terapeuta possedere spiccate capacità di ascolto ed empatiche proprio per accompagnare al meglio il paziente in questo difficile percorso. Un cordiale saluto. Dott.ssa Georgia Silvi
Salve, è vero la terapia non è una passeggiata, ma sicuramente ne vale la pena. Inoltre, non credo che la colpa sia sempre del paziente.
Buona serata.
Dott. Fiori
I dolori della crescita sono naturali ed ognuno di noi deve trovare il proprio modo di poterli tollerare, questo ci rinforza e ci permettere di trovare la nostra autenticità. Nella terapia si ripercorre un po' questo, ed anche se il terapeuta si impegnerà ad essere un sostegno, una presenza, ciò che ci riguarda lo possiamo attraversare solo noi. Buon viaggio
Massimiliano
Gentile Signore/a è sicuramente una buona prassi parlare di questi temi con il terapeuta. Solitamente i percorsi di cambiamento sono accompagnati da momenti di difficoltà. Fa parte del lavoro superarli o integrarli in un nuovo equilibrio. La sofferenza del cambiamento è un evento di questo lavoro ma ci si arriva per gradi lavorando con i tempi che la coppia terapeuta - paziente sceglie a vari livelli di consapevolezza. La consapevolezza a volte può essere non piacevole ma ci si arriva pian piano e poi è seguita da un momento diverso di riorganizzazione delle risorse che fino a quel momento era ferme ad un diverso livello di equilibrio sicuramente più oneroso. Le ripeto forse questo tema molto sentito per lei può trovare uno spazio diverso all'interno della sua terapia e quindi è utile affrontarlo in quel contesto con quella persona che sicuramente le saprà fornire delle indicazioni più specifiche rispetto a quelle generiche legate solo alla sua breve nota. Un cordiale saluto
Buongiorno,
non è detto che la colpa sia sempre del paziente. Ogni cosa va discussa e chiarita insieme e, la sofferenza è sicuramente un tema che viene toccato sia implicitamente, non spingere troppo il paziente in luoghi bui dove non è pronto di andare, che esplicitamente, comprendere che cosa e come lo fa stare male.

Cordialmente
Dott. ssa Stefania Romanelli
Salve, tutto quanto descrive va riportato all'interno della terapia stessa. Lo scopo di una psicoterapia è innanzitutto quello di disangosciare il paziente e poi di comprendere i motivi della sofferena e ricostruire eventuali connessioni. Ne parli dunque con il suo terapeuta o la sua terapeuta. La saluto cordialmente, Buon Anno, Marina Montuori
La psicoterapia è un percorso di liberazione che può e deve avere come unico obiettivo sostanziale un miglioramento di qualità della vita della paziente. Affinché ciò avvenga, deve, a mio parere, essere praticata come una sorta di laboratorio in cui la persona in difficoltà e il professionista operino con uno spirito di collaborazione, alleanza e condivisione. Salve.
Gentile utente, la psicoterapia è un percorso molto faticoso e talvolta doloroso, ma si tratta di un dolore necessario a raggiungere una maggiore consapevolezza di sé e modalità nuove di relazione con sé stessi e con gli altri. Nessuno ha mai messo in dubbio la difficoltà insita in tale lavoro, né si tende a giudicare chi, di fronte alla sofferenza dell'autoesplorazione, ha come primo istinto quello di fermarsi. Di tutto questo dolore ci si dovrebbe occupare proprio in terapia, perché proprio questo potrebbe avere un grande valore terapeutico. Un caro saluto
Gentile utente, ogni terapia ha i propri tempi, prevede delle pause e momenti di stasi anche lunghi, in cui sembra che niente si stia muovendo. È assolutamente naturale che ciò avvenga, pertanto non parlerei mai di fallimento né tantomeno di colpa.
L'essere umano non è fatto per cambiare, funziona più in un'ottica di risparmio energetico. Per cui se tutto va bene, resto esattamente dove mi trovo. In questa visione la sofferenza e il dolore rappresentano la principale motivazione al cambiamento e sono quindi parte costitutiva di una psicoterapia. Proviamo a crescere perché il posto in cui ci troviamo non ci piace, ci fa soffrire o non ci basta più.
Parli serenamente del suo dolore e di ogni altra emozione al suo terapeuta (soprattutto quelle negative che lo riguardano) lui è lì per questo. Così facendo garantirà il "carburante" giusto per il vostro percorso insieme.
Buon proseguimento
Salve .
Mi colpisce che lei parli di colpa.
Colpa di cosa? Vivere, soffrire?
La psicoterapia non è una passeggiata, è come lei la descrive: "per certi aspetti equivale ad inserire una lama affilata in una ferita ancora aperta".
Ciò avviene perché è importante confrontarsi con il proprio dolore, andando sempre più a fondo, rispettando i propri tempi.
Non si arrenda, ne parli con il suo terapeuta ed esprima la rabbia causata dal senso di colpa che si innesca.
Gentile utente parlare di colpe in psicoterapia è come dire ad una persona che soffre di depressione “cerca di stare su” oppure dire ad un tossicodipendente che deve smettere di abusare delle droghe: è inutile e soprattutto non vero.
Se una persona interrompe la terapia è perché la paura e la sofferenza sono più grandi della sofferenza causata dal problema che si cerca di risolvere.
E allora si deve lavorare sulla paura, sulla sofferenza, se ne deve parlare in terapia perché chi ha paura deve essere rassicurato e chi soffre deve sentire che la sua sofferenza viene accolta e lenita.
Se si viene a creare un rapporto di reciproca fiducia e, perché no, di affetto quello diventa il luogo e il modo in cui affrontare tutto quello che rende difficile e dolorosa la vita.
Buon lavoro.
Daniela Benvenuti
La psicoterapia è un percorso complesso e articolato, spesso emergono resistenze del paziente e spesso i percorsi vengono interrotti, ma non è sempre colpa dei pazienti, il percorso si basa sulla relazione terapeuta/paziente, rapporto non sempre semplice nel quale il terapeuta si deve occupare durante le sedute della sofferenza, parte integrante del percorso utile al raggiungimento di una maggior consapevolezza.
Dott. Marenco Simone
Gent.le Utente,
il suo quesito è più che lecito considerando che sentimenti come quelli da lei descritti possono caratterizzare un percorso terapeutico molto più di quanto si possa immaginare. Chi ha il compito di accogliere queste emozioni contrastanti e la sofferenza che si può provare durante il viaggio in noi stessi, è proprio il terapeuta. Se lei ha la sensazione che ciò non avvenga, evidentemente non si è costruita una solida alleanza con il terapeuta che è condizione imprescindibile per una terapia efficace. La terapia è innanzitutto una relazione, e come ogni relazione che si rispetti le responsabilità sono reciproche.
Un cordiale saluto
Ovviamente è il lavoro dello psicoterapeuta occuparsi e preoccuparsi delle emozioni del paziente. Non è solo questione di impegno e resistenze ma anche di accoglienza e sostegno.
Resto a sua disposizione.
Dott. Salvatore De Costanzo
Gentile utente, colgo nelle sue poche righe tutto il disagio, il dolore e il senso di solitudine che il paziente spesso vive e che naturalmente emerge anche nel lavoro di psicoterapia. Ha ragione: seguire una psicoterapia non è una passeggiata. Di questo dolore di cui lei parla se ne devono occupare insieme terapeuta e paziente all’interno del lavoro terapeutico. La sofferenza determinata dal contatto con le emozioni, dalla consapevolizzazione di aspetti di sè e altrui, dall’emersione delle antiche ferite o traumi è parte integrante della psicoterapia e non va intesa invece come qualcosa di accessorio o fonte di disturbo alla psicoterapia stessa. È il cuore della psicoterapia e va lavorato in psicoterapia. Non credo, come sostiene lei, che sia sempre colpa del paziente. Anzi non parlerei nemmeno di colpa... La responsabilità della riuscita di una buona terapia è di entrambi, terapeuta e paziente, perchè la psicoterapia è un lavoro comune, a quattro mani.
In alcuni momenti questo lavoro può essere anche difficile e doloroso. Ma questa, fortunatamente, è solo una delle fasi della psicoterapia...
Se avesse bisogno sono a disposizione. La saluto cordialmente. Dott.ssa Barbara Garofalo
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente di mio dottore,
condivido con Lei tutta la fatica e il dolore che si prova quando si sceglie di seguire un percorso Terapeutico.
Non è da tutti, non è per tutti.
Solo chi si mette veramente in gioco, chi riesce a lavorare nel profondo, chi mette a nudo le proprie ferite, chi mette in discussione le proprie modalità e i propri agiti “comodi” e consolidati, può dire di fare veramente un lavoro di Se.
Non si spaventi.
Continui il suo percorso perché il gusto della Libertà ritrovata non ha eguali!!
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara

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