Salve vorrei parlare con voi di questo lio problema che non so dare un nome. Da diversi mesi non ri

24 risposte
Salve vorrei parlare con voi di questo lio problema che non so dare un nome.
Da diversi mesi non riesco ad abbracciare nessuno ... neanche la famiglia quindi non immaginiamo amici o parenti.
Ho paura che che mi venga trasmesso qualcosa, ho subito quella sensazione di sporco . Quando succede di aver un'abbraccio sento l'esigenza di lavarmi il viso , mani , braccia e cambiare almeno la maglietta.
Io ho seriamente paura e ho difficoltà perché vorrei eliminare questo mie paure e di vivere molto più leggera . Perché penso come fanno le altre persone .
Cordiali saluti.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

da quello che descrivi, sembra che stia vivendo un disagio significativo legato al contatto fisico, con la sensazione di "sporcizia" e la necessità di lavarsi subito dopo un abbraccio. Questa esperienza potrebbe essere riconducibile a diverse condizioni, tra cui ansia, pensieri ossessivi o timori legati alla contaminazione.

È comprensibile che questa situazione possa influenzare la sua quotidianità e le sue relazioni, portandola a sentirsi in difficoltà nel vivere in modo più sereno e spontaneo il contatto con gli altri. Il confronto con uno specialista potrebbe aiutarla a comprendere meglio l'origine di queste sensazioni ea trovare strategie efficaci per gestirle, permettendole di riacquistare benessere e libertà nelle sue relazioni.

Sarebbe utile e consigliato approfondire questa difficoltà con l'aiuto di uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott.ssa Erika Livia
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Roma
Salve, capisco quanto possa essere difficile affrontare la situazione che sta descrivendo. Quello che sta vivendo sembra essere un tipo di ansia che si manifesta con una forte paura di contaminazione e un bisogno compulsivo di lavarsi dopo un contatto fisico come un abbraccio. Questo tipo di reazione può essere associato a disturbi come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), che crea disagio e difficoltà nel riuscire a gestire le proprie emozioni e comportamenti, anche se questi vengono percepiti come irrazionali.

So che deve essere frustrante e doloroso cercare di affrontare questi sentimenti da sola. Esistono trattamenti psicologici efficaci, come la terapia cognitivo-comportamentale, che possono aiutare a esplorare le radici di queste paure e a imparare gradualmente a superarle.

Le suggerisco di prendere un appuntamento con uno psicologo o uno specialista per affrontare insieme questa problematica. Con il giusto supporto, potrà lavorare per gestire queste paure e tornare a vivere con maggiore leggerezza e serenità.

Rimango a disposizione per ogni altro chiarimento e Le auguro di cuore di trovare il percorso che possa aiutarLa a superare questo momento.

Cordiali saluti.
Dott.ssa Erika Livia
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, ciò che ci racconta sembra un forte disagio legato al contatto fisico, con pensieri intrusivi sulla contaminazione e la necessità di pulizia immediata. Questo tipo di sintomi può essere associato a forme d’ansia, o la fobia della contaminazione, ma solo un professionista può aiutarla a comprenderne meglio le cause e individuare strategie efficaci per affrontarle.
È positivo che desideri superare questa difficoltà e vivere in modo più sereno. Le consiglio di rivolgersi a uno psicologo specializzato in disturbi d’ansia, che potrà supportarla nel graduale recupero del benessere e della spontaneità nei rapporti interpersonali. Un caro saluto
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Salve Gent.mo,
Comprendo il disagio che descrive. Mi chiedo: cosa pensa che potrebbe accadere se si lasciasse andare all’abbraccio, senza preoccuparsi del “sporco”? Ha mai provato a riflettere su cosa potrebbe esserci dietro questa sensazione di paura? Queste domande potrebbero aiutarla a esplorare meglio il suo vissuto.
Le auguro di trovare presto la leggerezza che desidera.
Mi tengo a disposizione.

Cordiali saluti,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile utente, quello che descrive sembra essere un disagio significativo che sta interferendo con la sua quotidianità e con il rapporto con le persone a lei vicine. La sensazione di "sporco" che avverte dopo un abbraccio e il bisogno immediato di lavarsi potrebbero essere riconducibili a un'intensa ansia legata al contatto fisico e alla paura di contaminazione. Questo tipo di vissuto è comune in alcune condizioni ansiose, come il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o l'ansia da contaminazione, ma può anche essere legato a esperienze personali e a una percezione amplificata del rischio.

È importante sapere che non è sola in questa difficoltà e che esistono percorsi efficaci per affrontarla. La terapia cognitivo-comportamentale (CBT), ad esempio, ha dimostrato grande efficacia nel trattamento di queste problematiche, aiutando a ridurre l'ansia legata al contatto fisico e a sviluppare strategie per affrontare gradualmente la paura senza ricorrere ai rituali di pulizia.

Il primo passo è comprendere l'origine di queste sensazioni: è un timore che ha sempre avuto o è qualcosa di recente? Ci sono stati eventi scatenanti che potrebbero aver rafforzato questa paura? Parlarne con uno specialista potrebbe aiutarla a esplorare questi aspetti in sicurezza e a trovare strategie adatte per recuperare il benessere e la serenità nel rapporto con gli altri.

Si dia il tempo necessario e cerchi di essere gentile con se stessa: non è una colpa provare queste sensazioni, ma può diventare un obiettivo lavorare per ridurne l’impatto sulla sua vita.

Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Elisa Cavallini
Psicologo, Psicoterapeuta
Finale Ligure
Salve. Sembrerebbe un pensiero ossessivo rispetto la possibile contaminazione. Da come racconta, parrebbe che il pensiero sia poi seguito dall'impulso compulsivo di lavarsi. La compulsione ha la funzione di "tranquillizzare" il pensiero ossessivo e il vissuto emotivo associato. Purtroppo però non è risolutiva e il pensiero ossessivo generalmente si ripresenta dopo poco tempo. A seconda del grado di interferenza di questi pensieri nelle sue attività quotidiane, sarebbe bene per lei valutare un consulto psicologico per approfondire il quadro e ipotizzare un intervento terapeutico.
Dr. Michele Martino
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Monteroni di Lecce
Buonasera, quello che racconta immagino le provochi forte ansia e disagio, oltre probabilmente a comprometterle momenti di quotidianità. Senza ombra di dubbio andrebbero indagate altre variabili, utili a capire il suo funzionamento, dare un nome a quello che sta vivendo e permetterle di riprendere la quotidianità come la desidera. A tal fine sicuramente sarebbe consigliato un percorso di psicoterapia.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Sara Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ossi
Buonasera, le è mai stato diagnosticato un disturbo ossessivo compulsivo? i suoi sintomi potrebbero indicare la comparsa di tale disturbo. Ovviamente non si può fare una diagnosi su due piedi e da così pochi elementi. Si dovrebbe scendere più a fondo nel problema e capirne l'origine in modo da avere una direzione esatta per poter iniziare un supporto o un trattamento psicologico.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Dott.ssa Adriana Gaspari
Psicologo clinico, Sessuologo
Chieti
Gentile utente comprendo la sua apprensione . Da quello che scrive nella lettera , lei probabilmente ha una fobia......( non le posso fare una diagnosi on line).Questo disturbo e' trattabile con una psicoterapia ad orientamento cognitivo - comportamentista. Sarei lieta di accompagnarla ad un percorso ,visto che sono psicologa , che la porterebbe verso una psicoterapia ( fatta da una psicoterapeuta e non da me ).
Resto a disposizione e la saluto cordialmente
Dott.ssa Adriana Gaspari
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buonasera, le consiglio un consulto psichiatrico e un percorso di psicoterapia che l'aiuti a gestire il suo "disturbo". Cordiali saluti.
Buongiorno,
lei sarebbe disponibile a intraprendere un percorso di supporto psicologico per superare questa paura?
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è importante intraprendere un percorso di supporto psicologico per capire la causa di questi pensieri.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco quanto questa situazione possa essere difficile per lei e quanto le stia causando sofferenza. Da quello che descrive, sembra che negli ultimi mesi abbia sviluppato una sensazione di disagio legata al contatto fisico, in particolare agli abbracci, con una forte necessità di lavarsi subito dopo. Questa sensazione di “sporco” e il bisogno di pulizia immediata possono essere molto invalidanti e, soprattutto, possono alimentare un circolo vizioso in cui più si evita il contatto, più la paura aumenta e diventa radicata. Ciò che sta sperimentando potrebbe rientrare in una manifestazione d’ansia caratterizzata da pensieri intrusivi legati alla contaminazione e da comportamenti di evitamento e rituali di pulizia per ridurre il disagio. Questo tipo di paura può avere diverse origini: potrebbe essere collegata a un evento specifico del passato, a un periodo di maggiore stress o anche a una maggiore attenzione ai temi della salute e dell’igiene. A volte, la mente crea associazioni irrazionali tra contatto e pericolo, portando il cervello a interpretare gli abbracci come una minaccia, anche se razionalmente sa che non lo sono. La buona notizia è che esistono strategie efficaci per affrontare questa difficoltà. Un approccio cognitivo-comportamentale si concentrerebbe sul comprendere e modificare i pensieri alla base di questa paura, aiutandola a ridurre il bisogno compulsivo di lavarsi subito dopo il contatto. Ad esempio, si potrebbe lavorare sulla graduale esposizione agli abbracci, iniziando con situazioni che le generano meno ansia e aumentando progressivamente la tolleranza. Allo stesso tempo, si potrebbe esplorare quali pensieri automatici emergono in questi momenti e trovare strategie per ristrutturarli in modo più funzionale. Le consiglio di non colpevolizzarsi per ciò che sta vivendo. Non è una questione di forza di volontà o di “essere strani”, ma un meccanismo che la sua mente ha messo in atto, probabilmente per proteggerla da qualcosa che, in passato o in un momento di vulnerabilità, ha vissuto come minaccioso. Con il giusto supporto e con un percorso graduale, può riuscire a recuperare una relazione più serena con il contatto fisico, tornando a vivere gli abbracci con leggerezza. Se sente che questa difficoltà sta limitando la sua quotidianità, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo specializzato in terapia cognitivo-comportamentale, che possa aiutarla a lavorare in modo pratico ed efficace su questa paura. Non è sola in questo, e con gli strumenti giusti potrà tornare a vivere con più libertà. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Giorgia Spina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile paziente anonimo,
comprendo l' esigenza di dare un nome a ciò che vive e sente: paura di venir contaminato, esigenza di lavarsi e cambiare maglietta.
Capisco anche quanto possa essere importante "eliminare le paure e vivere più leggera". Alcune situazioni come questa, tuttavia, andrebbero comprese e valutate all'interno di una psicoterapia. Questa può essere un modo di dare un nome, nel caso ci fosse, e di gestire i suoi timori e le sue paure.

Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Spina
Dott. Luca Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Gallarate
Buonasera,

parto dicendo che deve essere davvero complesso per lei sentire che il contatto con l'altro può sporcarla o in qualche modo contaminarla anche da un punto di vista fisico.

Immagino che questo porti con sè una dose di sofferenza connessa alla restrizione nella possibilità di un contatto con l'altro.

D'altro canto lei stess* suggerisce come questa difficoltà sia emersa da qualche tempo e non ci sia sempre stata.

Potrebbe essere utile ripercorrere un po' quanto accaduto.

Un caro saluto,

Luca
Dott.ssa Chiara Chessa
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno,
quello che lei descrive potrebbe avere essere una fobia specifica o qualcosa di configurabile con un disturbo ossessivo compulsivo. Questo tipo di diagnosi però va fatta con calma a analizzando il quadro sintomatologico in maniera ampia e deve essere fatta da un professionista esperti in materia che poi possa aiutarla nella gestione del problema, cercando di comprenderne l'esordio e le ragioni. Le consiglio di affidarsi ad uno psicoterapeuta esperto in materia per una diagnosi adeguata.
Cordiali saluti
Dott.ssa Chiara Chessa
Dott.ssa Daniela Chieppa
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Sembrerebbe che la sintomatologia ossessiva abbia preso spazio nella sua vita.
Un percorso di psicoterapia ad orientamento cognitivo comportamentale potrebbe esserle di aiuto per lavorare sui suoi pensieri, comportamenti ed una migliore gestione della sua emotività.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Daniela Chieppa
Salve, grazie per aver condiviso con me ciò che stai vivendo. Posso immaginare quanto questa situazione sia frustrante e dolorosa per te, soprattutto quando il desiderio di superare questa paura si scontra con la difficoltà di farlo. È importante sapere che ciò che stai descrivendo potrebbe essere legato a una forma di ansia, a un disagio che coinvolge il corpo e le emozioni, ma soprattutto il pensiero e il modo in cui percepisci certe esperienze, come l'abbraccio.

La paura di entrare in contatto fisico con gli altri e il bisogno di lavarsi subito dopo sono comportamenti che potremmo associare a una sorta di **disgusto corporeo** o **ansia da contaminazione**, che può rivelarsi attraverso sensazioni di "sporco" o paura di contrarre malattie. Questi sentimenti, seppur comprensibili in alcuni contesti, possono diventare opprimenti e influire negativamente sulla tua vita quotidiana, come hai descritto.

In termini psicologici, questo tipo di difficoltà è spesso legato a un **disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)**, che può includere pensieri intrusivi e comportamenti compulsivi (come il lavarsi ripetutamente) per gestire l'ansia. In ogni caso, è fondamentale capire che **non sei sola** in questo e che il fatto che tu stia cercando di comprendere e affrontare il problema è un passo molto positivo.

Alcuni approcci che potrebbero aiutarti a gestire queste paure e ridurre il disagio sono:

1. **Accettare i pensieri senza giudicarli**: A volte la paura di "sporcarti" o di contrarre qualcosa può essere alimentata dalla paura stessa del pensiero. Un primo passo potrebbe essere riconoscere il pensiero senza tentare immediatamente di agire su di esso. Es. "Mi sento spaventata all'idea di abbracciare qualcuno" è solo un pensiero e non deve necessariamente tradursi in un'azione.

2. **Esporsi gradualmente**: Con il tempo, puoi provare a esporsi gradualmente alla situazione che ti provoca ansia. Comincia con piccoli passi, come toccare qualcuno per un breve istante, e poi aumenta lentamente la durata. Non forzarti a fare un abbraccio, ma prova a fare piccoli esperimenti dove ti permetti di sentirti un po' più a tuo agio.

3. **Tecniche di rilassamento e respirazione**: Quando senti l'ansia crescere, tecniche come la respirazione profonda possono aiutarti a gestirla. Prendere qualche respiro profondo e concentrarsi su come il corpo si rilassa può contrastare l'impulso di agire con il comportamento compulsivo di lavarti.

4. **Ristrutturazione dei pensieri**: Un altro passo utile potrebbe essere quello di cercare di ristrutturare i pensieri che ti portano ad avere paura. Ad esempio, chiediti: "Cosa mi fa pensare che un abbraccio possa trasmettermi qualcosa?" o "È davvero probabile che accada?" A volte mettere in discussione questi pensieri può aiutarci a ridurre il loro potere.

5. **Terapia cognitivo-comportamentale (TCC)**: Un approccio terapeutico che potrebbe essere molto utile è la **terapia cognitivo-comportamentale**, che aiuta a identificare e modificare i pensieri e comportamenti disfunzionali. Attraverso la TCC, potresti esplorare insieme a un terapeuta come affrontare gradualmente le tue paure, riducendo le compulsioni.

6. **Supporto psicologico**: Parlare con uno psicoterapeuta, che può guidarti attraverso il processo di affrontare queste paure, è davvero utile. Il fatto che tu stia cercando aiuto e voglia affrontare la situazione è un segno che desideri cambiare e trovare un modo per vivere con maggiore leggerezza e serenità.

Non c’è una soluzione immediata, ma con il giusto supporto e approccio, è possibile ridurre questi sintomi e sentirti più libera. Ricorda che il processo può richiedere tempo e pazienza, e che ogni passo che fai, anche se piccolo, è un progresso.

Se pensi che possa esserti utile parlare con un professionista in modo più approfondito, ti incoraggio a farlo. Non devi affrontare tutto questo da sola.

Spero che queste riflessioni ti siano d’aiuto. Se hai altre domande o dubbi, sono qui per supportarti. Un caro saluto.
Da quanto descrive, sembra che la difficoltà con il contatto fisico sia emersa progressivamente negli ultimi mesi, portando con sé un crescente senso di disagio e una necessità di protezione attraverso comportamenti come il lavarsi o il cambiare vestiti. Questo potrebbe indicare un momento di scompenso, in cui un equilibrio precedente è stato interrotto da un aumento della paura e da una maggiore difficoltà nel gestire le emozioni legate al contatto con gli altri.

Ogni esperienza di questo tipo si sviluppa all’interno di una storia personale. Potrebbe essere utile esplorare quali fattori abbiano reso più vulnerabile questo equilibrio: ad esempio, se in passato ci siano state esperienze che hanno reso particolarmente rilevante il timore della contaminazione o la sensazione di non sentirsi al sicuro nel contatto con gli altri. Allo stesso tempo, è importante considerare anche gli elementi attuali che potrebbero aver contribuito all’intensificarsi di queste difficoltà, come momenti di stress, cambiamenti nella routine o eventi che hanno aumentato il senso di vulnerabilità.

Affrontare questa situazione da soli può essere molto difficile, perché i comportamenti messi in atto per ridurre l’ansia, pur offrendo un sollievo immediato, tendono a mantenere e rafforzare il problema nel lungo termine. Un percorso guidato permetterebbe di lavorare su questi meccanismi, esplorando gradualmente modi diversi di rispondere al disagio e riducendo la paura nel tempo. Questo potrebbe aiutarla a recuperare un senso di libertà nelle sue relazioni quotidiane, senza dover ricorrere a strategie di protezione che, pur sembrando necessarie, finiscono per rendere il problema più radicato.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immaginare la fatica che tutto questo le generi. Credo che però un'attenta valutazione, un approfondimento rispetto al suo reale timore, un'esplorazione rispetto hai vissuti sottostanti a tale timore possa essere importante. Qualcosa deve essere accaduto che le ha scatenato tale timore. Si prenda cura di sè. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
gentile utente, i suoi sintomi potrebbero rientrare nelle fobie (del contatto, del contagio, dello sporco), ma non è ancora chiaro in quale tipologia. Sarebbe importante anche sapere la sua età ed alcune altre informazioni anamnestiche inziali.
Le raccomanderei di fare una prima visita psicologica per capire l'entità del problema.
Dott.ssa Stefania Masolini
Psicologo, Psicologo clinico, Sessuologo
Vimercate
Buonasera,

Grazie per aver condiviso il suo vissuto. Anche se il desiderio di non essere abbracciati non costituisce un problema di per sè, dal suo racconto emerge che la situazione le reca profondo disagio e vorrebbe poterla cambiare. Il lavoro con un professionista, attraverso una consulenza psicologica ed eventualmente un percorso, può restituirle un inquadramento del suo problema e fornirle gli strumenti per comprenderla e gestirla.
Dott.ssa Eleonora Scancamarra
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Gentile utente,

Capisco profondamente il disagio che sta vivendo: il contatto fisico è un bisogno umano fondamentale e doverlo evitare per paura, sentendosi "diversi" dagli altri, è molto doloroso.

Senza entrare subito nel merito di diagnosi specifiche, quello che Lei descrive sembra un meccanismo di difesa che è andato un po’ in "tilt". È come se la Sua mente percepisse il contatto come una minaccia (di sporco o contagio) e facesse scattare un allarme, spingendoLa a lavarsi per ritrovare la calma. Il problema è che questo rituale di pulizia Le dà sollievo immediato, ma alla lunga La intrappola, perché conferma l'idea che l'abbraccio fosse davvero qualcosa di pericoloso.

Vorrei rassicurarLa: non c’è nulla di "rotto" in Lei. Semplicemente, il Suo sistema di allerta in questo momento è ipersensibile. La buona notizia è che si può lavorare per "ricalibrarlo", imparando a gestire quella sensazione di sporco senza dover fuggire o lavarsi, fino a ritrovare gradualmente la leggerezza che desidera.

Se volesse un supporto per affrontare questo percorso, resto a Sua completa disposizione, anche online.

Un caro saluto,

Dott.ssa Eleonora Scancamarra

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