Salve, vorrei chiedere una vostra opinione. Sono una mamma single di 29 anni, il mio bambino ha

18 risposte
Salve, vorrei chiedere una vostra opinione.

Sono una mamma single di 29 anni, il mio bambino ha 4 anni, e frequenta la scuola materna.
Quando sono rimasta incinta, il mio compagno (e papà del bambino) è sparito nel nulla; ho provato a contattarlo infinite volte, sia durante la gravidanza, sia dopo la nascita di mio figlio, ma non c'è stato nulla da fare.
Alla fine mi sono messa l'anima in pace, ma sapevo che questo momento sarebbe arrivato.

Mio figlio inizia a nominare spesso la figura paterna, con frasi come "oggi il mio compagno x è venuto con suo papà all'asilo" o "il papà di x gli ha comprato tale gioco", proprio oggi mi ha chiesto perché i suoi compagni abbiano un papà, non ha aggiunto il tanto temuto "perché io no?", ma ho come l'impressione che presto arriverà una domanda diretta sul suo, di papà, era già sottinteso oggi, ma prima che potessi pensare ad una risposta, si è distratto.
Ho paura di non saper rispondere nel modo giusto.
Non vorrei farlo sentire "abbandonato", né demonizzare la figura del padre. Ma non so come spiegargli la situazione in modo accessibile alla sua età.
Vorrei spiegargli che a volte capita che alcuni papà o alcune mamme non stiano con i loro bimbi, ma sono parecchio in crisi perché non vorrei sbagliare approccio e modalità.
Ha tanti esempi di figure paterne (mio padre, mio nonno, i miei zii), quindi sa che ruolo svolgano i papà, forse adesso ha acquisito più consapevolezza e si è reso conto del fatto che gli altri lo hanno e lui no. Non vorrei gli pessasse la cosa, anche se ho già messo in conto che prima o poi questa assenza diventerà pesante.
Grazie mille
Gentile utente, immagino che sia una situazione molto difficile da gestire in cui lei stessa non sa cosa fare: in questi casi, non esistono cose giuste o sbagliate ma è opportuno spiegare al bambino la situazione per com'è con strumenti adatti alla sua età, per esempio i giochi.
Resto a disposizione, se dovesse ritenere utile un supporto psicologico durante questa fase attraverso consulenze online.
Auguro un futuro sereno a lei ed al suo bambino, un caro saluto!
Dott. Luca Rochdi
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Buonasera,
grazie per aver condiviso i suoi dubbi e le sue incertezze su una situazione così delicata e importante.
Anche se per lei ancora piccolo, suo figlio ha assorbito e assorbe questa assenza del padre. A differenza di una persona adulta, non ha però gli strumenti per eprimere un eventuale malessere e per comprendere appieno la situazione.
Ciò nonostante, come già lei immagina e probabilmente un giorno accadrà, suo figlio non vive su un altro pianeta ed ha davanti a sè diverse esperienze di altre persone con una figura paterna. Chiederà quindi perchè oppure dove si trovi suo padre.
Sarà importantissimo non mentirgli e nascondergli la verità, solo è necessario usare delle parole che siano adeguate per la sua età.
Non so se ci sia una figura psicologica nella scuola materna frequentata da suo figlio. Potrà sicuramente indicarle alcune modalità per poter comunicare a suo figlio la situazione. In ogni caso, da quanto scrive sono certa che come madre saprà rispondere al meglio alle sue domande e non lascerà un vuoto in lui.
Ad esempio, se lei non sa dove il padre sia, risponda che non lo sa, dica la verità.
Se dovesse avere ulteriori dubbi non esiti a scrivermi.
Le mando un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Colombo
Buona sera,
posso consigliarle di concedersi lei un breve spazio dove contattare le sue paure, angosce e timori collegati alla sua scelta di diventare madre single così da potersi mostrare sicura, accogliente ed amorevole a tutte le domande, riflessioni e commenti che suo figlio o altri bambini amici di suo figlio potranno farle. I bambini non subiscono alcun trauma se la realtà che stanno vivendo è serena, accogliente ed armoniosa e la mamma, così come tutta la famiglia che lei ha vicino, avete questo ruolo e funzione e farete così in modo che il bambino cresca in maniera equilibrata. Rimango a disposizione per ogni sua richiesta o chiarimento o anche al supporto psicologico in modalità online o in presenza. La saluto cordialmente, dott.ssa Letizia Muzi
Carissima, ti ringrazio per aver condiviso un pezzetto della tua vita e comprendo che affrontare questa situazione con tuo figlio possa essere un momento delicato e importante. È normale che tu abbia preoccupazioni su come spiegargli la situazione in modo accessibile alla sua età. Ricorda che non esiste un modo esatto o giusto per affrontare queste conversazioni, ma la chiarezza e l'empatia sono fondamentali.
Potresti iniziare ad esempio, spiegando che ci sono diverse tipologie di famiglie e che, a volte, i bambini vivono con entrambi i genitori, mentre in altre famiglie possono vivere solo con la mamma o solo con il papà. Puoi sottolineare che ognuna di queste situazioni è normale e che ciò che conta davvero è l'amore e l'attenzione che ricevono dai genitori o dalle figure di riferimento.
Potrebbe essere utile usare un linguaggio semplice e concreto, adattandoti al livello di comprensione del tuo bambino.
Se lui dovesse fare domande più specifiche, cerca di rispondere in modo onesto e positivo, evitando di demonizzare la figura del padre. Puoi spiegare che le persone fanno scelte diverse nella vita e che, in ogni caso, lui è molto amato e importante per te.
Ricorda di essere disponibile per ulteriori domande e discussioni, adattandoti ai suoi tempi e alle sue esigenze emotive. L'empatia e l'amore che trasmetti saranno fondamentali per farlo sentire sicuro e amato.
Resto disponibile qualora avessi necessità di un chiarimento o un'eventuale sostegno.
In bocca al lupo,
Dott. Moro
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Buonasera, la sua preoccupazione è comprensibile. Questa assenza si sta già palesando e credo che qualche colloquio di sostegno alla genitorialità per affrontare la questione, che la include e comprensibilmente la angoscia potrebbero aiutarla.
Tenga conto anche del fatto che gli zii, nonni e bisnonni possono essere non solo un rimando alla paternità che suo figlio non ha, ma rappresentano una serie di
figure affettive che lo e vi potranno supportare nella crescita.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Domanda più che lecita. Quello che posso dirle è possibile sintetizzarlo in due pensieri. Il primo è che NON si può essere genitori perfetti. In quanto genitori ci si trova spesso a fare molti sbagli o a pensare se quello che si fa è "la cosa giusta". Beh, non esiste la cosa giusta. Questo perchè non dipende tutto da lei ma molto da suo figlio. La seconda riflessione è più inerente alla sua richiesta. Un bambino, per quanto piccolo e ai nostri occhi "che non capisce" in realtà è una spugna di informazioni. Acquisisce molte più cose che noi adulti riusciremmo mai a fare. Ma di per se, queste informazioni, non sono positive o negative. Basti pensare a figli di coppie omosessuali no? Quello che le posso consigliare di fare è lavorare su di lei, su se stessa, sui suoi sentimenti e i suoi pensieri. Questo perchè, accettare molto dolore, difficoltà ma anche dubbi la renderà più pronta poi a comunicarle a suo figlio e, con il tempo, a ragionarne con lui. Fingere con il proprio figlio, specialmente se piccolo, è controproducente spesso.
Gennt sig.ra, comprendo le sue preoccupazioni, data la delicatezza dell argomento. Credo che al suo bimbo debba sempre dire la verità, seppure in modo graduale. Le potrebbe essere utile cibfrontarsi con uno psicologo infantile. Un caro saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile signora, come il mio collega le ha risposto ci sono tanti tipi di famiglie e ciascun componente è importante e può dare un contributo unico e non sostituibile. La vostra famiglia, per esempio, ha nonni e bisnonni, figure rare, che non tutti hanno il privilegio di conoscere.
E' importante che questo messaggio venga trasmesso al suo bambino con le parole giuste, ma è importante che anche lei ne sia convinta nel profondo.
Se mi vuole contattare privatamente, le posso indicare alcuni libri per bambini sulla famiglia monogenitoriale.
Potrete leggerli insieme.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cari saluti
Dottoressa Lorena Menoncello
Buonasera, comprendo la difficoltà che vive nel gestire una situazione così delicata con suo figlio e mi rincresce. Credo che non esista una risposta giusta, se non accompagnarLa in ciò che lei sente come opportuno per il suo bambino. E condivido che la verità, per quanto difficile, prima o poi vada affrontata. In questo un accompagnamento psicologico alla maternità sono certa che le gioverebbe.
E' una fase della vita a cui nessuno ci prepara, una seconda nascita, nella quale è molto complesso districarsi. E' naturale, poi, che si trovi ancora più spiazzata in un confronto con suo figlio rispetto a modelli sociali e familiari "tradizionali" verso i quali è normale avere paura di essere manchevole, queste paure, però, hanno necessità di essere accolte ed elaborate perchè se è vero che non esiste un genitore perfetto, sicuramente un genitore felice e più sereno riesce a trasmettere tale tranquillità a suo figlio anche nell'affrontare una realtà di vita dolorosa come la vostra, di cui però non ha nessuna colpa, anzi il coraggio di aver portato avanti con dignità e amore la sua scelta di madre. Ho già avuto pazienti nella stessa situazione e so quanto sia sofferta, ma è possibile uscirne più forti di prima, con quella forza indomita e bellezza nella rinascita che, a volte, solo le madri secondo me hanno.
Resto a disposizione, un cordiale saluto, Dott.ssa Chiara Ballone.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissima,

Posso immaginare la difficoltà che vive in questo momento, in una situazione delicata e complessa.

Quello che posso consigliarle è di rivolgersi a un terapeuta per trovare modalità adatte di comunicazione per far sì che lei si senta sicura e convinta quando affronterà un discorso così importante con suo figlio.

Il fatto che lei si ponga tante domande sulla via “giusta” fa immaginare quanto tutto questo sia importante per lei. Non si preoccupi, avrà modo di trovare il SUO personale metodo per dire a suo figlio tutto quello che crede.

Un saluto,

Carissima,
è molto importante che si interroghi. Per suo figlio è essenziale sia sapere ma soprattutto capire, dare una cornice di senso alla sua storia. Si tratta di aiutarlo a diventare un buon decodificatore di eventi. Niente segreti. Le informazioni importanti che vengono omesse possono poi essere scoperte in futuro con effetti destabilizzanti. Bisogna narrare una storia plausibile che aiuti a comprendere: uno scambio di informazioni ed emozioni. Spiegare sì le problematiche ma soprattutto evidenziare le cose positive e cosa ha funzionato, naturalmente con modalità congrue all’età. In genere l’interesse del figlio per la sua storia è fluttuante. E’ importante stimolarlo senza aspettare che sia lui a chiedere di parlare. E’ importante che senta fin da subito l’apertura e disponibilità a parlarne. Se non si sente sicura o ha dei dubbi e paure si confronti con un professionista che la aiuterà ad affrontare al meglio la questione suggerendole magari anche dei libri sulla tematica a misura di bambino da poter leggere insieme a suo figlio. Le famiglie sono di tanti tipi ma ognuno ha bisogno di conoscere la propria storia per crescere e definire la propria identità.
Cari saluti, dott.ssa Chiara Barlucchi
Gentilissima, concordo anch'io con i colleghi che la cosa migliore sia raccontare la verità a suo figlio utilizzando un linguaggio a lui consono ad esempio attraverso i giochi. Comprendo che la situazione non è facile, ma con l'amore, con l'affetto vedrà che suo figlio riuscirà a superare il momento. Un caro saluto, Dott.ssa Francesca Ghislanzoni.
Cara utente, la prima cosa che mi sento di dirle e che già solo per il fatto che lei si stia preoccupando di come diri questa cosa farà si che lei troverà il modo più giusto per comunicarlo. Inoltre provi a spiegare al suo bambino che ogni famiglia è unica e speciale che ci sono famiglie con un solo genitore, o entrambi ecc. Le rimandi che lui è circondato da persone che lo amano e che gli vogliono bene, se lei sarà serena e tranquilla nel raccontargli la vostra storia anche lui lo sarà. Se fosse presente una psicopedagogista nella scuola di suo figlio potrebbe farsi consigliare da lei anche qualche lettura o gioco simbolico che possa aiutarla e aiutarvi ad attraversare questo naturale step di consapevolezza della vostra storia. In bocca a lupo Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Cara utente, innanzitutto grazie per la condivisione. Concordo con quello che è stato già detto dai colleghi, ossia che la cosa migliore è sicuramente quella di raccontare la verità a suo figlio. Esistono anche diversi albi illustrati o giochi che possono aiutare a riguardo. In ogni caso le consiglio anche di sentire uno psicologo dell'età evolutiva per aiutarla in questo momento delicato. Se ha bisogno, io sono a disposizione. Un cordiale saluto. Dott.ssa Elena Sonsino
Buongiorno, la situazione sia per lei che per suo figlio è molto complessa in quanto siamo difronte ad un abbandono vero e proprio. Credo sia importante trovare una formula per poter comunicare a suo figlio quanto accaduto e dirgli la verità. Allo stesso tempo essendo un qualcosa di fortemente angosciante consideri la possibilità di far supportare suo figlio psicologicamente da uno psicologo infantile a seguito di quanto gli comunicherà. E' importante che anche lei possa ricevere sostegno psicologico, sia per elaborare l'abbandono vissuto sia per trovare la forza e sostenere suo figlio. Probabilmente lei dovrà farle sia da madre che da padre. Qualora sentisse il bisogno di affidarsi a qualcuno, non esiti a contattarmi. Cordiali saluti Dott. Diego Ferrara
Buongiorno il fatto che suo figlio inizi a parlare con lei della figura paterna in generale è un elemento molto buono poiché significa che di lei si fida e si sente sicuro di parlarne e che poi sa che esistono due genitori una mamma e un papà. Ottimo anche che ci siano punti di riferimento maschili alternativi al papà. Le consiglio comunque di cominciare a pensare a come raccontare a suo figlio la storia di suo papà magari sottoforma di racconto grazie anche all aiuto di un libro e se dovesse avere necessità fare uno uno incontri con uno psicoterapeuta che la possa aiutare nel trovare le parole giuste. Un abbraccio Rossella Chiusolo
Buongiorno, intanto non può sapere come vivrà questa assenza suo figlio, spesso da esperienze negative possono nascere personalità meravigliose. Certamente è una mancanza che va chiarita e il fatto che non glielo chieda potrebbe essere la "spia" che il bimbo lo senta come un argomento che lei stessa fa fatica a gestire. Può raccontargli tante storie che parlino dell'assenza del padre e gradualmente introdurre con parole semplici la sua storia personale. Non direi che il padre non lo ha voluto ma sposterei l'attenzione sulla relazione fra lei e il padre. Ritengo però che l'aiuto professionale di uno psicoterapeuta possa aiutare lei il bimbo ad affrontare l'argomento e a contenere e rielaborare i vissuti che ne deriveranno.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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