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Via Giuseppe Valentini 10, Prato


Pazienti senza assicurazione sanitaria


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Esperienze

Su di me

Sono PSICOLOGA CLINICA e mi occupo soprattutto di difficoltà affettive, sociali e familiari; problemi di coppia, separazioni e divorzi; di difficoltà...

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Formazione

  • Università degli studi di Firenze
  • Istituto di Terapia Familiare di Firenze

Specializzazioni

  • Mediatore familiare
  • Psicologia Clinica


Competenze linguistiche

  • Inglese,
  • Tedesco

Prestazioni e prezzi

I prezzi indicati sono quelli per pazienti senza assicurazione sanitaria

Prestazioni suggerite


Via Giuseppe Valentini 10, Prato

60 €

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Viale Eleonora Duse 12, Firenze

60 €

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Via Giuseppe Valentini 10, Prato

60 €

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60 €

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60 €

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Da 60 €

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50 €

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60 €

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70 €

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Altre prestazioni


Via Giuseppe Valentini 10, Prato

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Presso: CoMeTe Firenze sud consulenza psicologica

Ho avuto il primo incontro con la Dott.ssa Barlucchi e ho percepito dopo pochi minuti molta connessione ed ascolto.
Ho apprezzato particolarmente gli spunti di percorso su cui poterci concentrare e la chiarezza con cui la Dott.ssa ha dato i suoi messaggi.
Inizia per me un nuovo capitolo di attenzione, cura ed ascolto di me stessa.

P
Presso: CoMeTe Prato colloquio psicologico individuale

Sono molto contenta di questo percorso. Aldilà delle mie aspettative L'avessi saputo lo avrei iniziato prima. Ho sciolto diversi nodi che mi bloccavano. Ora mi sento più leggera e più libera.

Dott.ssa M. Chiara Barlucchi

La ringrazio Paola di questo feedback così positivo.
A volte si è timorosi ad intraprendere un percorso psicologico ma se si ritrova leggerezza e libertà può risultare un'esperienza davvero importante.

C
Presso: CoMeTe Firenze sud colloquio psicologico clinico

Ero scettico in sé e invece è stato molto utile. Mi sono dovuto ricredere. La dottoressa è competente ma anche gentile e accogliente. Fa sentirti a tuo agio. Oggi finalmente riesco a dire quello che penso e a fare quello che desidero a prescindere dagli altri

Dott.ssa M. Chiara Barlucchi

Grazie Carlo delle sue parole e di questo riscontro

G
Presso: CoMeTe Firenze sud colloquio psicologico clinico

Mi sono sentita accolta e compresa,mai giudicata. Mi ha aiutato "vedere con occhi " nuovi. Un'esperienza davvero positiva.

Dott.ssa M. Chiara Barlucchi

Giovanna mi fa molto piacere sentirla in questi termini. Grazie

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Risposte ai pazienti

ha risposto a 16 domande da parte di pazienti di MioDottore

Buonasera, ho sempre pensato di essere un ragazzo geloso ma che la situazione dopo la mia prima ex fosse totalmente cambiata, con lei di fatti ero abbastanza paranoico immotivatamente. Ci siamo lasciati in ottimi rapporti nonostante io inizialmente ho fatto grandissima fatica ad accettare di essere stato lasciato, dopo un paio di mesi però tutto era alle spalle o quasi. Sono stato single per un anno e mezzo, periodo nel quale ho frequentato parecchie ragazze ma senza mai legarmi minimamente… ad Agosto invece mi sono innamorato di nuovo e sembrava andare tutto benissimo, pensavo di essermi lasciato alle spalle quella parte di me e invece dopo un mio periodo di depressione (che probabilmente sto attraversando tuttora ma in forma più lieve) sono tornati quei pensieri paranoici e ne ho parlato con la mia nuova fidanzata chiedendole di lasciarmi… lei non lo vuole fare, dice che riuscirò grazie all’aiuto di una terapia ad essere finalmente felice in una relazione, davvero provo un senso di angoscia continuo e quando non ci vediamo la situazione peggiora e piango spesso sentendomi in colpa per non riuscire a stare bene con me stesso.
Si può risolvere davvero questa situazione e non rovinare il rapporto con la mia ragazza?

Gentilissimo, quanto riporta riflette un profondo disagio interiore. E bisogna partire da qui. La gelosia infatti è spesso legata a fattori quali una scarsa autostima, ansia e insicurezza emotiva.
Con l'aiuto di un professionista può capire da dove nasca la sua gelosia così da poterci fare i conti e non ultimo, rafforzare la sua autostima.
Nell'augurarle quindi un buon lavoro su di sé la saluto cordialmente
dott.ssa Chiara Barlucchi

Dott.ssa M. Chiara Barlucchi

Salve, vorrei chiedere una vostra opinione.

Sono una mamma single di 29 anni, il mio bambino ha 4 anni, e frequenta la scuola materna.
Quando sono rimasta incinta, il mio compagno (e papà del bambino) è sparito nel nulla; ho provato a contattarlo infinite volte, sia durante la gravidanza, sia dopo la nascita di mio figlio, ma non c'è stato nulla da fare.
Alla fine mi sono messa l'anima in pace, ma sapevo che questo momento sarebbe arrivato.

Mio figlio inizia a nominare spesso la figura paterna, con frasi come "oggi il mio compagno x è venuto con suo papà all'asilo" o "il papà di x gli ha comprato tale gioco", proprio oggi mi ha chiesto perché i suoi compagni abbiano un papà, non ha aggiunto il tanto temuto "perché io no?", ma ho come l'impressione che presto arriverà una domanda diretta sul suo, di papà, era già sottinteso oggi, ma prima che potessi pensare ad una risposta, si è distratto.
Ho paura di non saper rispondere nel modo giusto.
Non vorrei farlo sentire "abbandonato", né demonizzare la figura del padre. Ma non so come spiegargli la situazione in modo accessibile alla sua età.
Vorrei spiegargli che a volte capita che alcuni papà o alcune mamme non stiano con i loro bimbi, ma sono parecchio in crisi perché non vorrei sbagliare approccio e modalità.
Ha tanti esempi di figure paterne (mio padre, mio nonno, i miei zii), quindi sa che ruolo svolgano i papà, forse adesso ha acquisito più consapevolezza e si è reso conto del fatto che gli altri lo hanno e lui no. Non vorrei gli pessasse la cosa, anche se ho già messo in conto che prima o poi questa assenza diventerà pesante.
Grazie mille

Carissima,
è molto importante che si interroghi. Per suo figlio è essenziale sia sapere ma soprattutto capire, dare una cornice di senso alla sua storia. Si tratta di aiutarlo a diventare un buon decodificatore di eventi. Niente segreti. Le informazioni importanti che vengono omesse possono poi essere scoperte in futuro con effetti destabilizzanti. Bisogna narrare una storia plausibile che aiuti a comprendere: uno scambio di informazioni ed emozioni. Spiegare sì le problematiche ma soprattutto evidenziare le cose positive e cosa ha funzionato, naturalmente con modalità congrue all’età. In genere l’interesse del figlio per la sua storia è fluttuante. E’ importante stimolarlo senza aspettare che sia lui a chiedere di parlare. E’ importante che senta fin da subito l’apertura e disponibilità a parlarne. Se non si sente sicura o ha dei dubbi e paure si confronti con un professionista che la aiuterà ad affrontare al meglio la questione suggerendole magari anche dei libri sulla tematica a misura di bambino da poter leggere insieme a suo figlio. Le famiglie sono di tanti tipi ma ognuno ha bisogno di conoscere la propria storia per crescere e definire la propria identità.
Cari saluti, dott.ssa Chiara Barlucchi

Dott.ssa M. Chiara Barlucchi

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