Salve un anno fa mi è stata diagnosticata una depressione maggiore per cui ho svolto una cura con se

18 risposte
Salve un anno fa mi è stata diagnosticata una depressione maggiore per cui ho svolto una cura con sertralina e rizen, per l'insonnia e l'ansia. Adesso va decisamente meglio ma ciò che persiste sono frequenti sbalzi d'umore che hanno picchi d'energia o di malessere. Questi sbalzi arrivano improvvisamente causandomi forte irritabilità e ipersensibilità agli eventi quotidiani e di famiglia. Cosa mi consigliate di fare?
Gentile utente
per quanto riguarda la terapia farmacologica le consiglio di rivolgersi medico che la segue , ciò che però mi preme di sapere è se unitamente a quest'ultima ha intrapreso anche un percorso di psicoterapia, necessario per indagare il vissuto del suo malessere per poter avere cos' più controllo sul sintomo.
resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento anche online.
Distinti saluti
dott.ssa Laura Bova

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Gentile utente, rispetto alla terapia farmacologia è importante che lei consulti il suo psichiatra per valutare insieme se occorre apportare modifiche alla cura.
Accanto alla terapia farmacologia è fondamentale iniziare anche un percorso di psicoterapia che le consenta di prendersi cura della sua sofferenza. I sintomi nascono e si curano nella relazione.
Un caro saluto
Sara Genny Chinnici
Salve, ritengo utile esporre la questione al medico che ha prescritto i farmaci, figura professionale più competente in materia.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere l'efficacia dell'intervento combinato ossia costituito da farmaco più psicoterapia dunque la invito, qualora non lo avesse fatto, a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente,
grazie per aver condiviso con noi il periodo difficile che sta vivendo. Innanzitutto le consiglierei di parlare con il suo medico o con lo psichiatra che le ha prescritto i farmaci per comprendere e valutare insieme a lui se è opportuno ricalibrare il dosaggio. La letteratura e le ricerche fatte fin' ora suggeriscono che in casi di depressione ciò che più crea beneficio è un approccio combinato di farmaci e psicoterapia, in modo non solo da tenere sotto controllo quei sintomi che ci fanno annegare in un buco nero di disperazione o apatia, ma anche comprendere da dove queste sensazioni derivino, come far fronte al senso di impotenza o a quel contesto e quegli eventi di vita che dice sentire in modo ipersensibile. Se qualcosa ci crea malessere e irritabilità o rabbia, dobbiamo comprendere cos'è quel qualcosa per poterne assumere controllo e consapevolezza.
Con i miei migliori auguri,
Dott.ssa Aisha Battelini
Buongiorno, quando si parla di depressione maggiore accade spesso che ci possano essere delle ricadute ed è bene fare attenzione ai possibili sintomi che possono preannunciarle. Per quanto riguarda la parte farmacologica è importante che ne parli con il suo psichiatra per capire cosa sia possibile fare da quel punto di vista. Parallelamente è possibile iniziare un percorso di supporto psicologico per comprendere le cause e dare un significato all'irritabilità ed all'ipersensibilità che sente, in modo tale che trovi anche delle modalità per gestirle. In linea con quanto già detto da altri colleghi solitamente è buona prassi associare entrambe le tipologie di terapie (farmacologica e psicologica). Un saluto.
Gentilissim* utente, ha fatto bene a farsi seguire farmacologicamente in un momento difficile. Quello che mi viene da consigliarle ora è trovare un buon terapeuta che le ispiri fiducia e sicurezza con il quale intraprendere un percorso psicologico. Io faccio sempre l'esempio del farmaco come delle "stampelle" che la sostengono per un periodo, mentre fa un lavoro sulla sua struttura che si deve irrobustire. Probabilmente gli scatti di irrequietezza hanno una radice antica, andando a snocciolare le varie dinamiche potrà leggere gli eventi del quotidiano con altre lenti. Le auguro il meglio, cari saluti, Dott.ssa Roberta Evangelista
Gentile utente, grazie per aver qui condiviso...
Dal momento che la cura farmacologica ha avuto (almeno in parte) i suoi effetti, le consiglierei di poter valutare l'idea di un percorso psicoterapeutico, fondamentale per poter esplorare aree "irrisolte", con l'aiuto di un professionista.
Resto a disposizione, anche online
Cordialmente,
Dr. E. Nola
Gentile utente, la prima cosa che mi sento di dirle e di riportare tali sintomi al suo medico di riferimento, che sicuramente potrà darle un parare rispetto alla terapia farmacologica in atto. Inoltre se non ha già avviato una psicoterapia potrebbe valutare di affiancare un percorso psicoterapeutico. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno.
Avendo lavorato per anni in contesti in cui i farmaci erano un ottimo strumento di intervento, convengo con lei circa i miglioramenti che ha notato. Ma sono anche convinto del fatto che i farmaci debbano essere uno degli strumenti: serve anche un luogo di parola. Le propongo colloqui online in cui approfondire.
Gentile utente, come già indicato dai colleghi, provi a consultare il suo curante di riferimento o lo specialista che la sta seguendo per valutare un' eventuale modifica del piano terapeutico dal punto di vista farmacologico. A fronte della sintomatologia che riporta valuti anche l'opportunità di intraprendere, qualora non l'avesse già in atto, un percorso di psicoterapia per esplorare i vissuti che accompagnano il suo malessere e aiutarla a prendersi cura della sua sofferenza. Con i migliori auguri, dott.ssa Zenucchi Monica
Buonasera, mi sento di suggerirle di parlarne con il suo psichiatra e considerare l'idea di iniziare un percorso di supporto psicologico per poter riuscire a regolare le sue emozioni nei periodi di maggiore vulnerabilità mentale.
Rimango a sua disposizione, anche online.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
È positivo che lei stia sperimentando un miglioramento generale, ma comprendo che gli sbalzi d'umore possano rappresentare ancora una sfida.
Le consiglio di riferire al suo medico i cambiamenti che sta osservando nei suoi sbalzi d'umore. Potrebbe essere necessario rivalutare la sua terapia o apportare aggiustamenti.
Può considerare l'opzione di un supporto psicologico continuativo, come la terapia cognitivo-comportamentale per affrontare in modo più approfondito gli aspetti emotivi.
Ogni persona risponde in modo unico alla terapia, e può richiedere un po' di tempo per trovare l'approccio più efficace per lei.
Parli apertamente con il suo medico e consideri la possibilità di coinvolgere un professionista della salute mentale per una valutazione più approfondita.
Un saluto
Dott.ssa Giulia Cosi
Caro utente vi sono numerosi studi che approfondiscono, non solo l'efficacia (risoluzione dei sintomi), ma pure la durata degli effetti positivi di una cura. In particolare si confrontano gli effetti a medio-lungo termine del'intervento prettamente farmacologico, di quello esclusivamente psicoterapico e di quello integrato. Per quanto riguarda la depressione maggiore è fortemente consigliato l'approccio integrato e, nello specifico, con la modalità: solo farmaco -> entrambi -> solo psicoterapia -> follow up dal terapeuta.
Pertanto non solo non è tardi per intraprendere un percorso di psicoterapia ma, forse, potrebbe essere anche il momento migliore. Consiglio di discutere di questa opzione con lo psichiatra che le ha fatto la prescrizione.
Sono a disposizione per chiarimenti.
Buona giornata
Dott. Luca Frumento
Buongiorno,

le suggerisco di parlare prima di tutto con il medico che le ha prescritto i farmaci per valutare la situazione. Inoltre le propongo di considerare una psicoterpia in affiancamento alla terapia farmacologica.

Cordiali saluti.
Buonasera, le consiglierei di parlarne con il suo psichiatra e pensare anche alla possibilità di affiancare alla cura farmacologica un percorso terapeutico, così che possa avere più strumenti per affrontare questi squilibri emotivi.
Un saluto, dott. Ssa Chiara Carraro
Gentile utente, le consiglio di affiancare alla terapia farmacologica una psicoterapia per indagare da dove deriva il suo malessere. Potrebbe sicuramente stare ancora meglio di come sta ora.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Moro Federica
Gentile utente, le consiglierei di valutare l'idea di un percorso psicoterapeutico per meglio esplorare le tematiche da lei esposte.
Dott.ssa Federica Monte
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Caro utente, capisco il suo stato d'animo e la preoccupazione ma la terapia farmacologica deve essere prescritta da uno psichiatra, con continui controlli e nel frattempo essere seguiti in un percorso di psicoterapia individuale, lei è seguito? Le consiglierei di contattare il medico che le ha prescritto i farmaci e se non sono comunque psichiatra o psicoterapeuta di provare a mettersi comunque in contatto con una delle due figure professionali di riferimento per poter intervenire meglio e al più presto e non vivere più scompensi.
Cordialmente, Dott.ssa Anna Russo

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