Salve, sono una studentessa della facoltà di farmacia al quinto anno. Scrivo perché è dall'inizio de

19 risposte
Salve, sono una studentessa della facoltà di farmacia al quinto anno. Scrivo perché è dall'inizio dell'università che ho cominciato ad avere grossi problemi nella gestione dell'ansia e temo che di questo passo mi rovinerò seriamente la salute. Tutto è iniziato il primo anno quando ho cominciato a trovarmi in difficoltà con un paio di materie, tanto da essere costretta a rimandare gli esami. Questo mi ha molto demoralizzata e ha cominciato a farmi sentire non all'altezza della facoltà, al punto che -durante la prima sessione d'esami- ho vissuto un periodo di crisi in cui mangiavo pochissimo, dormivo male e spesso mi capitava anche di vomitare per la troppa ansia. Nonostante stessi male fisicamente e psicologicamente, mi sono costretta a studiare e a presentarmi agli esami ottenendo anche dei buoni voti, al secondo semestre ho iniziato a ricevere ripetizioni nella materie in cui mi ero trovata in difficoltà e ho concluso l'anno con una media vicina al 30. Pensavo, quindi, che il problema si fosse risolto ma così non è stato: nonostante una carriera universitaria brillante continuo a soffrire di crisi d'ansia al minimo intoppo. In questo periodo, ad esempio, sto ripetendo per un esame particolarmente difficile e sento di non ricordare tutto come vorrei. Per questo sono sempre giù di morale, mi è tornata la nausea e mangio poco e niente, passo le nottate a ripetere e in certi momenti mi sento vicina alla disperazione. Non riesco proprio a capire perché viva con questa angoscia la vita universitaria e dia questa importanza spropositata al rendimento agli esami. Tutte le soddisfazioni che ho avuto nella mia carriera universitaria sembrano scomparire dalla mia mente alla minima difficoltà e al minimo dubbio che l'esame non andrà particolarmente bene. Come posso imparare a gestire tutta quest'ansia da prestazione?
Gentilissima, capisco il suo problema, quanto questo possa interferire con la sua carriera universitaria e la vita in generale. Quello dell'ansia è un meccanismo necessario per la nostra incolumità perchè ci avverte della prossimità di un pericolo, quando però si attiva in maniera eccessiva diventa controproducente perchè attiva pensieri e comportamenti che invece di favorire il nostro benessere lo compromettono. Diventa allora importante comprendere come funzioniamo di fronte alle situazioni che ci sentiamo poco attrezzati ad affrontare. E' un percorso di conoscenza del nostro funzionamento cognitivo, delle nostre risorse e del modo in cui le utilizziamo, un percorso non brevissimo ma efficace. Mi contatti se lo desidera, sarò lieta di approfondire con lei il discorso. Un caro saluto, dott.ssa Manuela Leonessa

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Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso e l'impatto sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico alla fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Buongiorno, per quanto ad un primo sguardo possa sembrare che la problematica ansiogena possa semplicemente essere inerente il percorso universitario in realtà e probabile che sottenda significati più ampi a suoi vissuti personali e significati che hanno trovato sfogo, o crisi, nell'ambito di studio e delle prestazioni. Reputo possa essere utile più un percorso teso a prendere maggiore coscienza degli stessi in modo tali da ridimensionarli e permettere di approcciarsi con piglio diverso a quelle esperienze di vita che la mettono sotto stress.
Cordialmente
Ciao, mi dispiace molto sentire che stai lottando con l'ansia e che ti stia influenzando negativamente nella tua vita universitaria. Uno dei trattamenti che potresti considerare è il neurofeedback. Il neurofeedback è una tecnica di allenamento cerebrale che ti aiuta a regolare le onde cerebrali per migliorare il tuo benessere mentale e fisico. Il neurofeedback utilizza tecniche di biofeedback per monitorare l'attività cerebrale e fornirti un feedback in tempo reale su come il tuo cervello sta funzionando. Attraverso questo processo, puoi imparare a controllare la tua attività cerebrale per migliorare l'ansia, la concentrazione e le prestazioni accademiche. Il neurofeedback può essere un trattamento efficace per l'ansia da prestazione, poiché ti insegna a controllare la tua attività cerebrale quando sei sotto pressione. Ti consiglio di parlare con uno specialista in neurofeedback per ulteriori informazioni su come funziona e se potrebbe essere utile per te.
Cordiali saluti, dott.ssa Nicoletta Pinna
Buonasera, mi dispiace per il disagio che stai provando, in quanto l'ansia nonostante si fisiologica in ognuno di noi e ci porta ad attivarci e reagire ancora di più di fronte alla situazione, se eccessiva può, al contrario bloccare!! Ti sarebbe utile un percorso psicologico per indagare in maniera più approfondita il tuo stato emotivo, i tuoi pensieri e così il tuo modo di reagire a determinate situazioni. Potresti migliorare la tua sicurezza e auotostima, cosi da imparare a conoscerti meglio e imparare a vivere le situazioni in maniera più costruttiva e soprattutto funzionale per te stessa.
L'ansia che riscontri durante gli esami probabilmente sottende qualcosa di più profondo. Con un supporto psicologico puoi comprendere davvero la base del tuo stato ansioso.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Carissima, sarebbe bello poter fare un lavoro terapeutico che la porti a vedere quale sia in realtà l'origine di questo malessere che ben poco ha a che fare con l'università. Anzi, i sintomi da lei riportati sono in realtà uno stimolo e un aiuto per poterle dire che qualcosa di più profondo e pervasivo ha bisogno di essere accolto, visto ed elaborato.
Cordialmente, Valentina.
Buon pomeriggio. Penso che per imparare a gestire l'ansia da prestazione di cui parla possa esserle d'aiuto intraprendere un percorso psicologico attraverso il quale permettersi uno spazio di ascolto, di supporto e di comprensione dei propri vissuti, in modo di poter comprendere maggiormente la sua esperienza ed imparare gradualmente ad attivare in modo diverso le proprie risorse personali per migliorare la propria salute ed il proprio benessere. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Carissima, mi dispiace molto per la sua situazione, è faticoso convivere con l'ansia da prestazione. Penso sia molto importante andare a guardare quell'ansia lì con un* professionista. L'ansia è un segnale d'allarme, ci dice sempre qualcosa. E' uno dei sintomi che rientrano più rapidamente, ma è fondamentale capirne insieme le cause.
Le auguro il meglio, un saluto, Dott.ssa Rota
Le suggerisco un breve ciclo di sedute di valutazioni psico diagnostica , finalizzato a mettere a fuoco il disturbo e individuare strategie di soluzione.
Può esserle di aiuto l'ascolto del Podcast LE STANZE DELLA PAURA, disponibile gratuitamente su diverse piattaforme on line.
E' un podcast rivolto alle persone che soffrono di stati di ansia . troverà informazioni, approfondimenti e diversi episodi dedicati a pratiche di auto aiuto che potranno servirle nei momenti di ansia intensa o somatizzata.
Segua la pagina Fb Le Stanze della Paura.
Buona serata. Bruno Ramomndetti
Buon giorno, potresti dover lavorare su un aspetto legato al perfezionismo ed alla paura di fallire. Come hai già notato basarsi sui risultati raggiunti non produce cambiamenti effettivi. Valuterei l'opzione di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buonasera, mi spiace per il disagio che lei sta vivendo in questo momento così delicato. Direi analizzare le sue aspettative e quelle della sua famiglia potrebbe darle qualche risposta, collocare questo suo momento di chiusura di un ciclo potrebbe aumentare la consapevolezza di se. Le consiglio una psicoterapia per trovare un senso al periodo che sta attraversando. saluti cordialmente dottoressa Mirella Pepi
Salve, io credo che, per il suo caso, potrebbe essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico al fine di individuare le cause più profonde della sua problematica. Cordiali saluti
Gentile Utente, mi dispiace molto per il suo malessere, gli anni universitari sono intensi e possono mettere a dura prova le persone. Il suo racconto evidenzia come, pur essendoci delle preoccupazioni reali, che anche i suoi colleghi di università vivono, queste preoccupazione nella sua mente diventano angoscianti tanto da portarla a smettere di mangiare e ad avere problemi nel sonno. Purtroppo per capire da dove viene quest'ansia da prestazione e per imparare a gestirla è necessario del tempo. Rimango disposizione per parlarne insieme, anche online. Un cordiale saluto, Dott.ssa Borello
Buongiorno,

le problematiche di natura ansiosa possono esser risolte attraverso una buona psicoterapia. Quest'ultima la potrebbe aiutare nel ritrovare maggior sicurezza in sé approfondendo meglio le funzioni di questi suoi sintomi ansiosi cosi forti quando c'è da far fronte ad una prestazione. Con l'aiuto di uno specialista potrebbe acquisire consapevolezze importanti e guardare ad un benessere più a lungo termine. Resto disponibile ad accogliere una sua eventuale richiesta, ricevo anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, non credo che la strada sia la gestione ma la strutturazione, tramite un percorso di psicoterapia, di un valore di sé e di fiducia nelle sue capacità di affrontare i momenti difficili e l'eventuale frustrazione. Valuti l'opportunità per sé, di contattare un professionista con il quale si trovi a suo agio.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, mi dispiace per questo suo malessere. Com'è per lei provare questi sentimenti di ansia? Cosa sta provando in questo momento? Come la fa sentire essere giu di morale? Se ha piacere di condividere con me le sue risposte, resto in attesa. Un caro saluto, Giada
Gentile utente, comprendo il disagio. Il mio suggerimento è quello di valutare di intraprendere un percorso di psicoterapia, dove poter affrontare in maniera approfondita la questione. Rimango a disposizione. Un saluto, dott.ssa Marcella Boscolo
Carissima, grazie per la condivisione. L'ansia è un meccanismo fisiologico, serve al nostro cervello per prepararsi di fronte ad una minaccia incombente. Razionalmente non siamo sempre in grado di comprendere quale stimolo (emozione, sensazione fisica, pensiero) stia davvero condizionando la nostra attivazione, a prescindere dall'evento che abbiamo dinanzi (come ad esempio un esame). Tenga presente che non è tanto l'evento in sé a determinare la sua attivazione ma il significato che la sua mente gli attribuisce, spesso correlato a cognizioni o credenze che si sono venute a formare in situazioni passate.
Le suggerirei di intraprendere un percorso psicologico per inquadrare questo processo in atto ed esplorare migliori strategie adattive.

Un caro saluto
Dott. Francesco Mangiafico - Psicologo
Buongiorno,

ho letto con attenzione il suo messaggio, al termine del quale chiede quale sia il modo possibile per "gestire tutta quest'ansia da prestazione".
Trovo molto interessante la sua richiesta, in quanto mi sembra contenga un importante spunto di riflessione, ovvero: qual è il rapporto che esiste tra il suo desiderio di gestire l'ansia, e la sua ansia? Qual è il rapporto che intrattiene con la prestazione? provare a perseguire l'obiettivo di gestire l'ansia rischia di contenere già nelle sue intenzioni una delle possibili ragioni di un suo scatenamento, piuttosto che una sua possibile risoluzione.

La invito allora a provare a mettersi in ascolto della sua ansia, e chiedersi quale possa essere il messaggio che, in quell'ansia, richiede, più che una sua gestione, un suo ascolto.

Un saluto,
Dott. Bagnato Giacomo

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