Salve, sono una ragazza di 25 anni. È da circa due anni che provo ansia e angoscia per il mio futuro

19 risposte
Salve, sono una ragazza di 25 anni. È da circa due anni che provo ansia e angoscia per il mio futuro che non mi fanno vivere serenamente. Questi stati interiori si sono accentuati nel periodo precedente alla laurea. Nel periodo in cui studiavo cercavo di non pensare troppo all'inserimento lavorativo e questo mi faceva sentire più tranquilla e mi portava a dare il meglio di me nello studio. Sono una ragazza sempre alla ricerca della perfezione.
Mi sono laureata da meno di un mese, ottenendo il massimo dei voti, ma mi sento incompetente nell'ambito in cui mi sono laureata, tanto che ho paura di cercare lavoro e ho pensato di riiscrivermi in un corso di studi
totalmente opposto. Questo senso di inadeguatezza per ciò per cui ho studiato è cresciuto nel periodo in cui ho svolto il tirocinio per conto dell'università, che mi ha portato a credere di non essere adeguata per la professione per cui ho studiato, ossia diventare maestra. Mi sento poco creativa, non sono brava nei lavori manuali, non sono brava in matematica e non ho fantasia nel pensare attività didattiche formative in maniera ludica. Allo stesso tempo non sono brava a gestire una classe e probabilmente nemmeno i genitori, in quanto credo di essere vista come una persona poco autorevole. Il mio dovrebbe essere un lavoro di grande responsabilità e io sento di non esserne all'altezza in quanto anche io ho bisogno di imparare molte cose, così come i bambini (matematica, creatività, ecc). Il periodo della laurea l'ho vissuto con angoscia e paura, ho procrastinato pur di ritardare l'inserimento lavorativo. Mi sento inadeguata in più situazioni e ho anche paura a cercare lavoro in ambiti totalmente diversi da quello per cui ho studiato, in quanto non ho alcuna reale competenze e temo di risultare poco attrattiva e di essere mandata via dal datore di lavoro; in più non so davvero in quale professione buttarmi, come alternativa. So però che mi piace stare a contatto con le persone, essere loro d'aiuto e in qualche modo prendermi cura degli altri. Ho pensato più volte al suicidio, per mettere fine alla sofferenza che mi porto dentro, ma non ho il coraggio di attuarlo perché non voglio lasciare delle ferite nelle persone a me più care.
Molti dei disagi che provo penso siano dettati da come ho trascorso la mia infanzia. Provengo da una famiglia che in qualche modo mi ha sempre tenuto in una campana di vetro, sono la più piccola di tre figli e mi è sempre stata data poca autonomia e spazio per apprendere realmente qualcosa. Allo stesso da piccola ho ricevuto poco affetto e attualmente il clima familiare non è sereno: i miei genitori spesso litigano, non si vogliono davvero bene e questo non fa che accentuare la mia destabilizzazione emotiva. Agli occhi esterni non do a vedere questa mia sofferenza interiore, appaio semplicemente come una ragazza poco decisa, ma tranquilla, gentile empatica e scherzosa. Penso di avere poca autostima; vorrei essere serena e fare un lavoro che mi piace oltre al diventare indipendente e non pensare al suicidio come soluzione.
Ho bisogno di consigli su come poter riprendere la mia vita in mano ed essere finalmente felice.
Grazie a chiunque risponderà.
Dal suo loungo messaggio traspare molta solitudine, si direbbe che lei non parli di sè con nessuno e che non abbia rapporti affettivi significativi al di fuori della famiglia e che anche il rapporto con i suoi genitori sia difficile e conflittuale e quasi assente la relazione con i suoi due fratelli.
E' molto preoccupata per l'inizio di un'attività lavorativa che qualuque sia, la porterà in ambienti nuovi che, di per sè, le mettono molta paura e angoscia.
Credo che lei si senta un po' come i suoi potenziali allievi, ossia piccola, indifesa, impaurita, con pochissimi mezzi sia affettivi che di conoscenza.
Del resto la sua età, la pone nella fascia delle giovani adulte anche se lei si sente emotivamente molto più piccola.
Poichè non riesce a trovare nel suo ambiente uin aiuto per crescere, le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta che sicuramente la potrebbe sostenere e soprattutto darle la possibilità di evolversi e di sviluppare le sue evidenti potenzialità.
Dott. Maria Grazia Antinori, Roma

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Salve, il suo messaggio colpisce molto per la sofferenza che veicola. Per rispondere rapidamente, il modo migliore che vedo per “riprendere in mano la sua vita ed essere felice” (che begli obiettivi!) è un percorso di conoscenza di sé e cura per le sue ferite, che fanno male anche se non si vedono all’esterno. Probabilmente affacciarsi ad una vita adulta a cui non si sente pronta (al di là del lavoro, forse) l’ha messa prepotentemente a confronto con la necessità di risolvere le sue difficoltà. Prenda questo momento come una spinta e un’opportunità, si faccia coraggio e cerchi una terapia.
In bocca al lupo
Marta Calderaro
La sicurezza in se stessi e la consapevolezza delle proprie risorse e delle proprie difficoltà fanno parte del nostro percorso di maturazione interiore.
A volte, il non sentirsi all'altezza potrebbe essere solo una difesa per non dover fare quel salto di crescita.
Un aiuto esterno, un percorso interiore, potrebbe esserle utile per far luce sulla sua vera strada.
Gentile utente, il periodo del primo inserimento lavorativo è assieme entusiasmante e spaventoso, ed è un momento di possibile crisi esistenziale per molti. I Suoi vissuti sono legittimi! Dalla descrizione (molto puntuale) che Lei riporta, sembra trasparire una modalità di essere-nel-mondo poco confortevole: Lei fa esperienza di una non conformità, di una inadeguatezza, di una mancanza di coordinate precise con le quali affrontare un mestiere che è già, per definizione, sempre nuovo e diverso perché coinvolge Altri (e questo è vero in particolare per i bambini!). Questa modalità di fare esperienza è di fatto Sua, e non necessariamente problematica: Lei si racconta come una persona da sempre "alla ricerca della perfezione", che è un modo per Lei funzionale di mantenere il controllo sulla situazione di potersi dire sicura di fare bene. Probabilmente, però, in questo momento della Sua vita questo non basta a permetterLe di affrontare il mondo con fiducia, in quanto la nuova avventura che Lei si trova a vivere la priva di coordinate certe cui guardare per orientarsi in modo chiaro. L'esperienza del tirocinio Le ha fatto toccare con mano la possibilità di non sapere tutto, e di essere, di fatto, ancora in formazione (come giusto che sia) al punto da farLe dubitare delle Sue capacità tout-court e da farLe pensare di cambiare addirittura corso di studi! Questa assenza di relazione simpatetica con il mondo e di familiarità con esso la rende piena di dubbi e paure, Le preclude la progettualità, Le chiude orizzonti di attesa (tanto da pensare alla chiusura definitiva di essi come soluzione). Il migliore aiuto possibile che Lei può regalarsi in questo momento è un percorso psicoterapeutico: con un collega potrà trovare i motivi di questa difficoltà e i perché essi siano emersi proprio adesso, al fine di trovare efficaci strategie per affrontarla e risolverla. La Sua situazione è risolvibile, a patto che Lei si assuma la responsabilità del Suo benessere e contatti, senza procrastinare, uno psicoterapeuta nella Sua zona: il percorso sarà faticoso, ma sembra vi siano tutte le risorse per un successo. In bocca al lupo! cordialità, DMP
Buongiorno dal suo messaggio traspare come in questo momento della sua vita lei non "possa" andare fino in fondo e diventare "adulta" e indipendente, ciò non le è permesso dalla sua storia familiare. Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico ad orientamento sistemico relazionale.
A disposizione per eventuali chiarimenti
Cordiali saluti
Dr. ssa Condina
Buonasera. È possibile che questo treno in corsa abbia raggiunto una stazione, lei è riuscita a raggiungere un importante obiettivo, ma abbiamo necessità di fermarsi un po', proprio come accade con tutti i treni che devono intraprendere lunghi e faticosi percorsi. Non tema di prendersi il tempo necessario, si è laureata solo un mese fa! Può farsi aiutare da qualcuno per rielaborare le esperienze fatte finora è guardarle da un'ottica meno negativa di quella odierna. Quando siamo confusi la miglior cosa è non agire sull'impulso, ma fermarsi in uno spazio di pensiero
Gentile utente,
Da quello che lei scrive e descrive nel dettaglio, mi sento di dirle che concedersi la possibilità di prendersi cura di se stessa attraverso un percorso di psicoterapia, la può aiutare nella scoperta del suo essere e delle sue qualità di donna, figlia, studentessa e lavoratrice, nonché nel trovare sollievo alla sua sofferenza. Questo, a mio parere, può essere un modo per cercare la felicità a cui aspira.
Le mando i miei saluti.
MF
Lei ha raggiunto un traguardo, la laurea, e poi come molti giovani come lei deve traghettare dallo studio al "fare" ed è un passaggio non semplice, e non solo per lei. Si prenda un periodo di pausa, per far affiorare le risposte che al momento presente non decifra, ma che-le assicuro-sono già dentro di lei. Non sarà tempo perso e la aiuterà a chiarire cosa veramente va bene per lei. Nel frattempo non ceda allo sconforto e magari si faccia aiutare a superare quel senso di scarsa autoefficacia e bassa autostima che ingiustamente l'accompagna, insieme ad un perfezionismo che la ostacola. Mi creda, spesso gli altri non sono più competenti, ma semplicemente hanno il coraggio di buttarsi nella mischia. Tanti cari auguri per la sua vita! Resto a disposizione. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Cara utente, da quello che scrive emerge una grande consapevolezza anche delle origini del disagio e della destabilizzazione emotiva che prova. Il senso di inadeguatezza è un vissuto che abbiamo tutti un diversa misura, e tutti cerchiamo di fuggirlo senza mai riuscirci. Ha origine familiare ed è proprio a partire da quel contesto che si dovrebbe lavorare. L’inadeguatezza ha a che fare con le aspettative, che da ciò che scrive lei sente di non soddisfare.
Leggendo le sue parole alcune domande mi sono sorte: Per chi ha scelto di studiare per diventare maestra? Cosa sentiva di dover dimostrare, e a chi?
Il mio consiglio è quello di rivolgersi ad un terapeuta della sua zona per poter intraprendere un percorso che vada un po’ in questa direzione.
Le auguro il meglio.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti.

Dott.ssa Elisa Paterlini
Gentile Signorina, la ringrazio per essersi messa in gioco e per la chiarezza del quadro esposto. Purtroppo nella vita ci sono momenti di cambiamento che ci trovano impreparati, allora ci vengono in mente gli aspetti peggiori del nostro passato. attraverso la psicoterapia, intesa come essere "presa per mano" e portata verso i propri obiettivi nel migliore dei modi. In quanto psicoterapeuta adleriano ho una particolare predisposizione ai casi di complesso d'inferiorità, su cui Adler ha basato la sua psicoterapia. tutti abbiamo dei complessi d'inferiorità, ma compensiamo a queste presunte mancanze in modo differente, non sempre "sane". con la psicoterapia può ritrovare il meglio di sé. resto a disposizione per ulteriori chiarimenti. Enrico Piccinini
Buona sera, leggendo il suo messaggio ho sentito un forte sentimento di tristezza, probabilmente proprio quella che sta vivendo lei in questa fase di vita estremamente delicata. Mi è allora venuta in mente la frase di una canzone, "sono cambiamenti solo se spaventano". Potrà sembrare banale ma in realtà credo possa risultare anche consolatoria, nessun cambiamento sarebbe tale se non suscitasse dentro di noi una qualche preoccupazione, paura, insicurezza. Diceva che ha sempre cercato di essere d'aiuto agli altri, cercando di non far trasparire il suo mondo interno, anzi forse arrivando a nasconderlo persino a se stessa. E' forse arrivato il momento di sostenere anche se stessa, di instaurare una relazione (terapeutica) all'interno della quale non deve apparire perfetta, non deve sorridere per forza, non è chiamata a dimostrare niente per apparire "attrattiva". In una relazione terapeutica avrà finalmente l'opportunità di essere se stessa, potendosi in tal modo conoscere sempre di più, tirare fuori quella creatività e quelle competenze che teme di non avere ma che sicuramente sono soltanto andate a nascondersi da qualche parte poiché anche queste spaventate.
Lavorare in psicoterapia per conoscersi ed implementare la sua autostima è sicuramente un buon modo per riprendere la sua vita in mano e tornare ad essere felice, le auguro buona fortuna.
dr.ssa Silvia Findanno
Dal suo messaggio arriva il suo sentirsi sola in un momento difficile di passaggio dove non è più studentessa, ma non si sente neanche pronta a entrare nel mondo del lavoro. Allo stesso tempo, forse, si sente come se fosse passata da una "campana di vetro", come scrive, al non sentirsi vista e sostenuta dai suoi genitori che descrive come coinvolti dai loro litigi. Ci chiede un consiglio per riprendere in mano la sua vita e, come gli altri colleghi, mi sento di suggerirle un percorso di psicoterapia che la accompagnerà verso nuovi orizzonti. Saluti, dott.ssa Grande
Buongiorno, io credo che per il suo caso toccante e complesso potrebbe essere utile intraprendere un percorso trapeutico al fine di individuare le cause originarie delle sue problematiche per poi ridecidere consapevolmente della propria vita. Cordiali saluti
Cara utente, dove ha imparato a sentirsi inadeguata ed incompetente?E' evidente che questo sentimento alberga in lei nonostante gli indubbi successi scolastici e le sue indubbie risorse personali, è probabile che da qualche parte nella sua storia di vita ci siano eventi e relazioni che le hanno passato un profondo senso di insicurezza in sé stessa e nel mondo. Trovo sia giusto che senta che questo è il momento di affrontare e lasciarsi alle spalle l'insicurezza e ciò che l'ha generata, per poter guardare il suo presente con maggiore obbiettività e il futuro con minore angoscia. Una psicoterapia può davvero rappresentare un punto di svolta, trovi uno psicoterapeuta di cui si fida e buona fortuna!
Il pensiero del suicidio come unica soluzione dice molto del suo stato d'animo attuale: non c'è speranza. Purtroppo sappiamo che l'università italiana, nonostante un'eccellente formazione teorica, non prepari realmente al mondo del lavoro. Posso quindi capire il suo senso di smarrimento: l'università è l'ultima propaggine di quella campana di vetro che ha descritto, l'ultimo ambiente "sicuro", in cui bene o male è tutto già pianificato. Dopo la laurea, tutto dipende da noi. Le posso dire che le competenze si acquisiscono anche con l'esperienza, ma che per questo senso di insicurezza e angoscia potrebbe esserle d'aiuto un percorso di psicoterapia, volta a contenere il sintomo, ritrovare la creatività perduta e fare pace con il passato.
Buonasera, provi ad intraprendere un percorso di psicoterapia.
Ottime cose, Dottor Andrea De Simone
Salve. La sua analisi lucida è spietata rivela le sue capacità di introspezione. Dovrebbe iniziare una psicoterapia che la rinforzi nella sua Autostima. Non può che andare meglio per lei. Cordiali saluti Dottor Emanuele Grilli
Salve,
credo che dovrebbe parlare di tutto questo ad uno psicoterapeuta in modo da lavorare su tale senso di inadeguatezza che lei vive e sul suo bisogno di essere sempre perfetta.
Saluti.
Buona sera, lei ha scelto una professione in cui ci si prende cura dei piccoli: le suggerirei di pensare alla ragioni profonde di questa scelta che sembra essere in sintonia con il suo carattere empatico e tranquillo: spesso chi sceglie di prendersi cura degli altri, compresi gli psicoterapeuti, ha una ferita personale da rimarginare; per poter attualizzare la cura nella realtà , possiamo aver bisogno di riconoscere prima le nostre ferite rispetto a quando siamo stati noi stessi oggetto di cura

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