Salve, sono una ragazza di 21 anni iscritta al secondo anno dell'università. A marzo di quest'anno m

23 risposte
Salve, sono una ragazza di 21 anni iscritta al secondo anno dell'università. A marzo di quest'anno mi è stato diagnosticato l'ADHD e da circa tre settimane ho iniziato ad assumere strattera. L'adhd non trattato credo sia stato la causa di ansia e depressione che mi porto dietro dalle medie, se non addirittura da prima. Negli ultimi mesi sono peggiorata rispetto agli ultimi anni. Sono molto stanca e ormai l'ansia non compensa più la mia incapacità in merito alla funzione esecutiva, non sono più in grado di studiare, non riesco a lavarmi in modo costante, spesso non ho l'energia di farmi da mangiare o rimando i pasti a quando mi sento troppo affamata. In più quest'anno lavoro anche part time (e devo dire che il lavoro manuale non mi crea disagio, anzi, lo preferisco a quello mentale)..
Da anni ormai vivo desiderando di non esistere e inizio a pensare sempre più spesso a quanto sarebbe meglio se avessi una malattia più "visibile" da poter usare come scusa per potermi fermare un attimo.. purtroppo in Italia non è facile mettere in pausa gli studi universitari, ma credo di essere in un momento di burnout.
Quest'anno sono riuscita a dare 1 esame su 8 e se penso ai prossimi 3 anni che mi mancano vedo tutto nero.
Nella mia testa mi sono convinta che un anno di pausa dallo studio e dall'ansia costante potrebbero aiutare. Purtroppo non credo che sia possibile e non so più che pesci pigliare. Cosa mi consigliereste?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dr. Michele Arnaboldi
Psicologo, Psicologo clinico
Bovisio Masciago
Buon pomeriggio,

quello che mi sento di consigliarti è di intraprendere un percorso psicologico per andare a lavorare sulle sofferenze che ci hai descritto a diversi livelli, da un lato il disturbo attentivo e le difficoltà a dare gli esami oltre che sull’ansia dovuta a questa situazione e sulla stanchezza che influisce su tutto questo.
Resto a disposizione per dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi.
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, emerge chiaramente come questo momento della sua vita si fortemente invalidante e doloroso. Sarebbe utile poter affrontare in maniera più approfondita alcuni aspetti insieme da un professionista.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dr. Stefano Joe Cattan
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Seravezza
Salve,

dal testo appena letto emerge molto il disagio che prova nel vivere questa situazione. La sintomatologia che descrive, associata ad ADHD, si manifesta spesso nella pratica clinica e può diventare molto invalidante. Si creano circoli viziosi (Ansia o Depressione) dal quale facciamo fatica vedere una via di uscita. Tuttavia, il percorso per uscirne esiste e, come già consigliato dai colleghi, sarebbe utile affrontare in maniera appropriata e approfondita alcuni aspetti della sua situazione insieme ad un professionista.
Cordiali saluti,
SJC
Dott. Eugenio Pagliarulo
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve.
Nelle sue parole si scorge l'urgenza del disagio che sta provando e la sofferenza con cui convive. Sentirsi privi di soluzioni e, forse, incompresi dev'essere doloroso.
In questa fase credo che sia nel suo primario interesse dedicarsi uno spazio di cura quale è la psicoterapia, assieme alla terapia farmacologica che sta seguendo, per potersi sentire accolta, compresa e supportata nel ritrovare un senso di benessere ed equilibrio.
Qualora lo volesse, sono a disposizione per parlarne insieme.
Un saluto,
Dott. Pagliarulo Eugenio
Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
l'Adhd spesso si manifesta in comorbidità con ansia e depressione che sicuramente non facilitano la gestione quotidiana e la concentrazione (i pensieri intrusivi, ad esempio, rendendono difficile questo ultimo aspetto).

L'Adhd è una caratteristica neurobiologica e come tale é importante accettarne alcuni aspetti ma anche imparare a valorizzarne altri.

Lo studio è un ambito che reca sempre grandi difficoltà ma è possibile, con l'aiuto di una terapia farmacologica e un sostegno psicologico di tipo cognitivo comportamentale trovare le giuste strategie e una motivazione rinnovata rispetto alle attività quotidiane.

Mi occupo da anni di adhd se serve sono a disposizione, anche online

Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Dott.ssa Erika Ragazzini
Psicologo, Psicologo clinico
Faenza
Carissima, comprendo perfettamente il disagio e la sofferenza descritta. Sicuramente i vari aspetta della sua situazione, protrattasi per anni senza mai essere adeguatamente trattata, l'hanno portata ad esperire questo stato di "bornout", come l'ha definito lei, determinando un senso di smarrimento e perdita di speranze.
L'ansia e la depressione si trovano molto spesso in comorbidità con l'ADHD e necessitano un'adeguata cura e un giusto trattamento.
Le garantisco che non ha bisogno di un "problema più visibile" per avere una "scusa" per potersi fermare e prendersi cura di sè stessa.
A volte, è giusto e necessario rallentare, concedersi tempo, per ritrovare le forze, la fiducia e la motivazione smarrite. Tuttavia questo non può essere fatto da soli.
Il mio consiglio è senza dubbio quello di intraprendere un percorso psicologico individuale, all'interno del quale poter portare i vari aspetti della sua situazione, comprendendo, elaborando e, eventualmente, modificando, pensieri disfunzionali e schemi comportamentali disadattivi consolidati nel tempo.
In questo modo, potrà acquisire una maggiore conoscenza e consapevolezza del proprio problema, imparare a gestirlo in modo più adattivo e ritrovare l'energia e la motivazione necessarie a portare avanti i propri obiettivi e scopi di vita.
Resto a disposizione per qualsiasi altra necessità, anche per eventuali consulenze online.
Dott.ssa Erika Ragazzini
Dott.ssa Carla Ferraro
Psicologo, Psicoterapeuta, Terapeuta
Firenze
Ciao, cerca di accompagnare alla terapia farmacologica una terapia psicologica, purtroppo affrontare l'università con una problematica di Adhd è più difficile. Assolutamente ti serve un sostegno psicologico per avere più consapevolezza di te. Sono a disposizione on line. Un caro saluto
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, perché non guarda la cosa da una prospettiva diversa? Lei ha un disturbo che le crea problemi e nonostante questo è riuscita a dare degli esami, trovare lavoro e identificare quale sia la causa della sua difficoltà. Dovrebbe farsi i complimenti per la sua forza invece di punirsi. Inoltre non guardi ai risultati a lungo termine ma si focalizzi sui piccoli obbiettivi che la condurranno al risultato finale come la laurea. Si concentri su una cosa alla volta non cadendo nella trappola del lungo termine. Le consiglio inoltre di affiancare alla terapia farmacologica una terapia in modo tale da acquisire gli strumenti necessari per affrontare il suo disagio. Non si demoralizzi perché si può vivere benissimo con il suo problema se si prende la giusta strada. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Gentilissima, un supporto psicoterapeutico la potrebbe aiutare a scoprire le sue risorse e i suoi obiettivi per il futuro, nonché affrontare questo periodo di profondo sconforto. Lei non è solo la categoria diagnostica di cui soffre, ma ha altre sfaccettature di sé e potenzialità da conoscere per prima lei stessa, una vitalità e piacere nel vivere da rinforzare. Non perda la speranze. Resto a disposizione, un caro saluto
Dott.ssa Melania Filograna
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lequile
Gentile utente, capisco la sua difficoltà e il suo vissuto. La salute mentale e fisica sono la priorità nella vita di ciascuno, anche perché senza salute diventa difficile muoversi nei diversi contesti. Da quello che ho letto, l'ansia e l'umore depresso sono due aspetti che vanno affrontati per stare bene e per poter portare avanti i propri piani. Rivolgersi ad un professionista sarà un primo passo per permettersi di sviluppare e potenziare le sue risorse personali e per imparare delle tecniche di gestione dell'ansia. Inoltre potrà comprendere che esistono delle tecniche comportamentali per svolgere delle routine quotidiane e per andare avanti anche nello studio.
In bocca al lupo!
Per dubbi e domande sarà mia premura risponderle
Dott.ssa Melania Filograna
Dott.ssa Lorena Menoncello
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi rendo conto di quanto lei si trovi in una situazione complessa. La terapia farmacologica che ha intrapreso richiede alcune settimane per agire ed è una terapia che ha come effetto collaterale sia gli sbalzi d'umore che i pensieri negativi. In questo momento così delicato inoltre lei vorrebbe essere così performante da studiare e lavorare contemporaneamente. Mi sembrano delle richieste molto stressanti.
Una delle difficoltà principali che noto nei bambini e negli adulti con ADHD è di poter fare una cosa alla volta, scegliendo le priorità e dandosi anche dei tempi giusti.
Forse un'affiancamento psicologico potrebbe aiutarla a creare spazi e tempi che le consentano di riprendere le forze e poi di scegliere con serenità cosa fare, ma soprattutto cosa non fare.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Eleonora Donatelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Cara utente, mi spiace per la situazione di difficoltà che sta affrontando e che affronta già da diverso tempo. Più che fermare la vita intorno a lei credo che sia prioritario dedicarsi uno spazio di cura, ascolto e comprensione, consultando uno specialista e intraprendendo un percorso di psicoterapia, da affiancare alla terapia farmacologica che sta seguendo, anche al fine di decidere come e in che ambiti di vita investire le sue risorse per non sentirsi in uno stato di burn out. Un caro saluto, Dott.ssa Eleonora Donatelli
Dott.ssa Zena Ballico
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, ansia e depressione necessitano di trattamento. Non bastano pause e buona volontà. Si affidi ad un bravo professionista per un percorso psicoterapico. L’aiuterà a guardare alle sue emozioni e ad attenuare i sintomi.
Cordiali saluti
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Salve, mi spiace molto per la sua situazione e a fronte del disagio esperto le suggerisco di valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia. Un caro saluto
Dott.ssa Rossella Neri
Psicologo, Psicologo clinico
Appiano Gentile
Buongiorno,
Mi spiace molto per la sua situazione di disagio e di malessere. Non è facile convivere con un disagio poco visibile, come dice lei. Penso che un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare una motivazione e a vedersi nella sua totalità, non tralasciando le sue risorse.
Un saluto
Dott.ssa Angela Ricucci
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Bergamo
Buongiorno cara utente, ricevere questa diagnosi così tardi non dev'essere stato per nulla semplice. I sintomi che descrive, quali mancanza di energia e concentrazione, inappetenza possono avere cause differenti. Mi sento di suggerirle di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di sostegno psicologico con lo scopo di approfondire quest'ansia e depressione di cui sembra soffrire da molti anni.
Ha scritto che nel lavoro manuale funziona meglio, ha mai pensato ad un'alternativa per il suo futuro che non sia l'università?
Un caro saluto
 Ignazio Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Perché non è possibile fermarsi? Credo che fermarsi molto spesso ci aiuti a capire meglio cosa è più “in linea” con noi stessi da ciò che è “più distante”. Molto spesso, fermarsi equivale ad andare più spediti, verso noi stessi. Ho l’impressione che la Sua idea di fermarsi chieda una riflessione. Il suggerimento che sento di darLe è di lasciarsi aiutare psicologicamente. La ringrazio per la Sua domanda. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Cristina Nove
Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, vista la complessità della situazione che descrive, le consiglierei di provare a intraprendere un percorso di supporto psicologico, al fine di concedersi uno spazio in cui poter esplorare in modo più consono e approfondito i suoi vissuti. Allo stesso tempo, mi sento di consigliare anche un percorso di Mindfulness, che potrebbe fornirle qualche risorsa ulteriore per fronteggiare l'ansia e le difficoltà attentive, oltre a darle la possibilità di apprendere e coltivare l'importanza del "fermarsi". Resto a disposizione, dott.ssa Cristina Nove
Buongiorno, oltre alla terapia farmacologica potrebbe esserle di giovamento una psicoterapia cognitivo-comportamentale integrata, che tratti quindi sia gli aspetti specifici dell'ADHD sia gli aspetti più di tipo emotivo. Per quanto riguarda invece la questione universitaria, si è già informata presso la segreteria studenti? Resto a disposizione per dubbi e chiarimenti. Un caro saluto.
Dott.ssa Carla Fortuna Borrelli
Psicologo clinico, Psicologo
Avezzano
Ciao, prima di tutto voglio dirti che il tuo stato d’animo è comprensibile L'ADHD, soprattutto quando diagnosticato tardi, può avere un impatto significativo sulla gestione dello stress, dell’energia e della motivazione, quindi il senso di esaurimento che descrivi non è insolito. Prendere una pausa dagli studi è un'opzione possibile! In Italia, alcune università consentono di congelare l’anno accademico per motivi di salute o personali. Ti consiglio di informarti presso la tua segreteria studenti per capire se puoi richiedere una sospensione o un rallentamento del carico di esami. Un anno di pausa potrebbe essere un’opportunità per recuperare le energie e affrontare meglio il tuo percorso universitario .Il trattamento dell’ADHD con Strattera richiede tempo per dare effetti tangibili, ma è importante che tu possa confrontarti con uno psichiatra per valutare il dosaggio del farmaco o, se necessario, modificarlo. Inoltre, affiancare una psicoterapia strutturata potrebbe aiutarti a gestire ansia, depressione e burnout in modo più efficace.
E importante in questo periodo dare valore ai tuoi bisogni! Il fatto che il lavoro manuale ti dia sollievo è un segnale importante. Forse una pausa dallo studio per concentrarti su qualcosa di più concreto potrebbe essere un'opzione da esplorare, anche senza abbandonare completamente il percorso universitario.
Ti incoraggio a parlare con un professionista, magari un terapeuta esperto in ADHD, che possa supportarti nel trovare un equilibrio e nelle strategie per affrontare questo momento difficile. Non devi fare tutto da sola, chiedere aiuto è già un grande passo!
Se hai bisogno di un supporto, io sono disponibile. Un caro saluto. Dott.ssa Borrelli
Dott.ssa Fiammetta Gioia
Psicologo, Psicologo clinico
Mirano
Buonasera,
grazie per la fiducia e il coraggio con cui ha condiviso un vissuto così profondo e doloroso. Le sue parole sono intense, lucide e sincere: rivelano non solo il peso che porta, ma anche una straordinaria capacità di riflessione e consapevolezza su ciò che le sta accadendo. Questo è già un segnale importante, anche se forse ora non le sembra.
La diagnosi di ADHD in età adulta, o in giovane età adulta come nel suo caso, spesso porta con sé un processo di rilettura del passato: tanti momenti difficili, fraintendimenti, stanchezze croniche, ansie, vengono improvvisamente ricollocati. È come se un velo si sollevasse, ma subito dopo arriva una seconda fase, quella più faticosa: affrontare ciò che quella diagnosi ha lasciato dietro di sé — anni di lotta silenziosa, spesso in solitudine, e un carico di senso di inadeguatezza.

Quello che lei descrive — la fatica nello studio, nella cura di sé, nei ritmi quotidiani — non è pigrizia, non è disinteresse, e non è debolezza. E in questo momento, ogni funzione esecutiva – concentrazione, organizzazione, attivazione – viene messa alla prova senza più il “sostegno dell’ansia” che per anni, paradossalmente, ha forse tenuto in piedi il sistema.

L’uso di Strattera è un passo importante, ma gli effetti possono richiedere tempo per stabilizzarsi, e vanno spesso affiancati a un percorso psicologico strutturato (idealmente con uno specialista che conosca l’ADHD in età adulta).
Il fatto che il lavoro manuale le dia sollievo è un’indicazione preziosa: il corpo, il fare, il movimento possono diventare risorse attive nella sua regolazione emotiva. In un cervello neurodivergente, l'azione concreta spesso ha un effetto terapeutico che la concentrazione mentale prolungata non riesce a offrire.
Quanto al pensiero di voler “una malattia visibile”, non è un desiderio da banalizzare: è la richiesta umana, profondissima, di essere visti, legittimati nel dolore, ascoltati senza il bisogno di dover sempre “funzionare”.
Il desiderio di fermarsi non è un fallimento: è un bisogno legittimo: una pausa dagli studi può avere senso, non come fuga, ma come cura. Il nostro sistema universitario non sempre lo rende facile, ma è importante sapere che esistono opzioni: il congedo temporaneo per motivi di salute, le certificazioni per DSA o ADHD con diritto a strumenti compensativi, i servizi per studenti con disabilità o bisogni educativi speciali, a seconda degli atenei. Non è detto che si debba per forza lasciare tutto: ridurre il carico, cambiare il ritmo, potrebbe essere già un primo sollievo.
Le consiglio di rivolgersi allo sportello di supporto psicologico universitario e al servizio per l’inclusione del suo ateneo: possono accompagnarla nella richiesta formale di aiuto, anche con la documentazione già in suo possesso.

Se vuole, possiamo anche costruire insieme una possibile strategia: come parlare con l’università, come chiedere aiuto, come costruire un piano per non mollare tutto… ma alleggerire il peso.

Le auguro davvero di trovare presto un punto di sollievo.
Saluti.
Dott.ssa Luciana Bastianini
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
empatizzo molto con lo stato di difficoltà emotiva che sta attraversando in questo momento. L’ADHD è una condizione che, se non riconosciuta per tempo, può incidere in modo significativo sui livelli di umore e di autostima. Vorrei innanzitutto dirle che, con un adeguato supporto all’interno di un percorso mirato, è possibile gestire gli aspetti dell’ADHD anche in età adulta, con l’obiettivo di sviluppare strategie utili a raggiungere i propri obiettivi.

Il percorso terapeutico volto al trattamento dell’ADHD, come ogni percorso di psicoterapia, è costruito e adattato su misura per il paziente. Non prevede strategie preconfezionate, ma interventi specifici elaborati a partire dal funzionamento particolare di quel singolo ADHD. Ha già iniziato un percorso in questa direzione?

Spesso è presente un’elevata comorbidità tra ADHD e disturbi dell’umore, soprattutto quando la condizione non viene diagnosticata e trattata tempestivamente. Desidero sottolineare che, durante le fasi di valutazione, emerge come gli aspetti legati al quoziente intellettivo siano indipendenti dalla presenza di un eventuale disturbo dell’apprendimento o dell’attenzione con iperattività. In un gran numero di casi, le persone con ADHD presentano un QI assolutamente nella media o talvolta anche superiore. Questo significa che possiedono tutte le capacità cognitive e il potenziale per affrontare con successo un percorso come quello universitario, ma la presenza dell’ADHD può interferire con il funzionamento quotidiano, riducendo la produttività e influendo negativamente sul senso di autoefficacia e sull’autostima, fino a favorire l’insorgenza di disturbi d’ansia o depressivi.

Lavorare sugli aspetti legati all’ADHD consente di migliorare non solo la produttività, ma anche il benessere emotivo.

Qualora desiderasse approfondire, resto a disposizione.
Cordialmente
Dott.ssa Luciana Bastianini

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