Salve, sono una ragazza di 21 anni iscritta al secondo anno dell'università. A marzo di quest'anno m

19 risposte
Salve, sono una ragazza di 21 anni iscritta al secondo anno dell'università. A marzo di quest'anno mi è stato diagnosticato l'ADHD e da circa tre settimane ho iniziato ad assumere strattera. L'adhd non trattato credo sia stato la causa di ansia e depressione che mi porto dietro dalle medie, se non addirittura da prima. Negli ultimi mesi sono peggiorata rispetto agli ultimi anni. Sono molto stanca e ormai l'ansia non compensa più la mia incapacità in merito alla funzione esecutiva, non sono più in grado di studiare, non riesco a lavarmi in modo costante, spesso non ho l'energia di farmi da mangiare o rimando i pasti a quando mi sento troppo affamata. In più quest'anno lavoro anche part time (e devo dire che il lavoro manuale non mi crea disagio, anzi, lo preferisco a quello mentale)..
Da anni ormai vivo desiderando di non esistere e inizio a pensare sempre più spesso a quanto sarebbe meglio se avessi una malattia più "visibile" da poter usare come scusa per potermi fermare un attimo.. purtroppo in Italia non è facile mettere in pausa gli studi universitari, ma credo di essere in un momento di burnout.
Quest'anno sono riuscita a dare 1 esame su 8 e se penso ai prossimi 3 anni che mi mancano vedo tutto nero.
Nella mia testa mi sono convinta che un anno di pausa dallo studio e dall'ansia costante potrebbero aiutare. Purtroppo non credo che sia possibile e non so più che pesci pigliare. Cosa mi consigliereste?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buon pomeriggio,

quello che mi sento di consigliarti è di intraprendere un percorso psicologico per andare a lavorare sulle sofferenze che ci hai descritto a diversi livelli, da un lato il disturbo attentivo e le difficoltà a dare gli esami oltre che sull’ansia dovuta a questa situazione e sulla stanchezza che influisce su tutto questo.
Resto a disposizione per dei colloqui online.
Dott. Michele Arnaboldi.
Gentile utente, emerge chiaramente come questo momento della sua vita si fortemente invalidante e doloroso. Sarebbe utile poter affrontare in maniera più approfondita alcuni aspetti insieme da un professionista.
Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
Salve,

dal testo appena letto emerge molto il disagio che prova nel vivere questa situazione. La sintomatologia che descrive, associata ad ADHD, si manifesta spesso nella pratica clinica e può diventare molto invalidante. Si creano circoli viziosi (Ansia o Depressione) dal quale facciamo fatica vedere una via di uscita. Tuttavia, il percorso per uscirne esiste e, come già consigliato dai colleghi, sarebbe utile affrontare in maniera appropriata e approfondita alcuni aspetti della sua situazione insieme ad un professionista.
Cordiali saluti,
SJC
Salve.
Nelle sue parole si scorge l'urgenza del disagio che sta provando e la sofferenza con cui convive. Sentirsi privi di soluzioni e, forse, incompresi dev'essere doloroso.
In questa fase credo che sia nel suo primario interesse dedicarsi uno spazio di cura quale è la psicoterapia, assieme alla terapia farmacologica che sta seguendo, per potersi sentire accolta, compresa e supportata nel ritrovare un senso di benessere ed equilibrio.
Qualora lo volesse, sono a disposizione per parlarne insieme.
Un saluto,
Dott. Pagliarulo Eugenio
Buongiorno,
l'Adhd spesso si manifesta in comorbidità con ansia e depressione che sicuramente non facilitano la gestione quotidiana e la concentrazione (i pensieri intrusivi, ad esempio, rendendono difficile questo ultimo aspetto).

L'Adhd è una caratteristica neurobiologica e come tale é importante accettarne alcuni aspetti ma anche imparare a valorizzarne altri.

Lo studio è un ambito che reca sempre grandi difficoltà ma è possibile, con l'aiuto di una terapia farmacologica e un sostegno psicologico di tipo cognitivo comportamentale trovare le giuste strategie e una motivazione rinnovata rispetto alle attività quotidiane.

Mi occupo da anni di adhd se serve sono a disposizione, anche online

Dott.ssa Vittoria Savini Zangrandi
Carissima, comprendo perfettamente il disagio e la sofferenza descritta. Sicuramente i vari aspetta della sua situazione, protrattasi per anni senza mai essere adeguatamente trattata, l'hanno portata ad esperire questo stato di "bornout", come l'ha definito lei, determinando un senso di smarrimento e perdita di speranze.
L'ansia e la depressione si trovano molto spesso in comorbidità con l'ADHD e necessitano un'adeguata cura e un giusto trattamento.
Le garantisco che non ha bisogno di un "problema più visibile" per avere una "scusa" per potersi fermare e prendersi cura di sè stessa.
A volte, è giusto e necessario rallentare, concedersi tempo, per ritrovare le forze, la fiducia e la motivazione smarrite. Tuttavia questo non può essere fatto da soli.
Il mio consiglio è senza dubbio quello di intraprendere un percorso psicologico individuale, all'interno del quale poter portare i vari aspetti della sua situazione, comprendendo, elaborando e, eventualmente, modificando, pensieri disfunzionali e schemi comportamentali disadattivi consolidati nel tempo.
In questo modo, potrà acquisire una maggiore conoscenza e consapevolezza del proprio problema, imparare a gestirlo in modo più adattivo e ritrovare l'energia e la motivazione necessarie a portare avanti i propri obiettivi e scopi di vita.
Resto a disposizione per qualsiasi altra necessità, anche per eventuali consulenze online.
Dott.ssa Erika Ragazzini
Ciao, cerca di accompagnare alla terapia farmacologica una terapia psicologica, purtroppo affrontare l'università con una problematica di Adhd è più difficile. Assolutamente ti serve un sostegno psicologico per avere più consapevolezza di te. Sono a disposizione on line. Un caro saluto
Salve, perché non guarda la cosa da una prospettiva diversa? Lei ha un disturbo che le crea problemi e nonostante questo è riuscita a dare degli esami, trovare lavoro e identificare quale sia la causa della sua difficoltà. Dovrebbe farsi i complimenti per la sua forza invece di punirsi. Inoltre non guardi ai risultati a lungo termine ma si focalizzi sui piccoli obbiettivi che la condurranno al risultato finale come la laurea. Si concentri su una cosa alla volta non cadendo nella trappola del lungo termine. Le consiglio inoltre di affiancare alla terapia farmacologica una terapia in modo tale da acquisire gli strumenti necessari per affrontare il suo disagio. Non si demoralizzi perché si può vivere benissimo con il suo problema se si prende la giusta strada. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentilissima, un supporto psicoterapeutico la potrebbe aiutare a scoprire le sue risorse e i suoi obiettivi per il futuro, nonché affrontare questo periodo di profondo sconforto. Lei non è solo la categoria diagnostica di cui soffre, ma ha altre sfaccettature di sé e potenzialità da conoscere per prima lei stessa, una vitalità e piacere nel vivere da rinforzare. Non perda la speranze. Resto a disposizione, un caro saluto
Gentile utente, capisco la sua difficoltà e il suo vissuto. La salute mentale e fisica sono la priorità nella vita di ciascuno, anche perché senza salute diventa difficile muoversi nei diversi contesti. Da quello che ho letto, l'ansia e l'umore depresso sono due aspetti che vanno affrontati per stare bene e per poter portare avanti i propri piani. Rivolgersi ad un professionista sarà un primo passo per permettersi di sviluppare e potenziare le sue risorse personali e per imparare delle tecniche di gestione dell'ansia. Inoltre potrà comprendere che esistono delle tecniche comportamentali per svolgere delle routine quotidiane e per andare avanti anche nello studio.
In bocca al lupo!
Per dubbi e domande sarà mia premura risponderle
Dott.ssa Melania Filograna
Buongiorno, mi rendo conto di quanto lei si trovi in una situazione complessa. La terapia farmacologica che ha intrapreso richiede alcune settimane per agire ed è una terapia che ha come effetto collaterale sia gli sbalzi d'umore che i pensieri negativi. In questo momento così delicato inoltre lei vorrebbe essere così performante da studiare e lavorare contemporaneamente. Mi sembrano delle richieste molto stressanti.
Una delle difficoltà principali che noto nei bambini e negli adulti con ADHD è di poter fare una cosa alla volta, scegliendo le priorità e dandosi anche dei tempi giusti.
Forse un'affiancamento psicologico potrebbe aiutarla a creare spazi e tempi che le consentano di riprendere le forze e poi di scegliere con serenità cosa fare, ma soprattutto cosa non fare.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Cordiali saluti.
Cara utente, mi spiace per la situazione di difficoltà che sta affrontando e che affronta già da diverso tempo. Più che fermare la vita intorno a lei credo che sia prioritario dedicarsi uno spazio di cura, ascolto e comprensione, consultando uno specialista e intraprendendo un percorso di psicoterapia, da affiancare alla terapia farmacologica che sta seguendo, anche al fine di decidere come e in che ambiti di vita investire le sue risorse per non sentirsi in uno stato di burn out. Un caro saluto, Dott.ssa Eleonora Donatelli
Gentile utente, ansia e depressione necessitano di trattamento. Non bastano pause e buona volontà. Si affidi ad un bravo professionista per un percorso psicoterapico. L’aiuterà a guardare alle sue emozioni e ad attenuare i sintomi.
Cordiali saluti
Salve, mi spiace molto per la sua situazione e a fronte del disagio esperto le suggerisco di valutare la possibilità di intraprendere un percorso di psicoterapia. Un caro saluto
Buongiorno,
Mi spiace molto per la sua situazione di disagio e di malessere. Non è facile convivere con un disagio poco visibile, come dice lei. Penso che un percorso di sostegno psicologico potrebbe aiutarla a ritrovare una motivazione e a vedersi nella sua totalità, non tralasciando le sue risorse.
Un saluto
Buongiorno cara utente, ricevere questa diagnosi così tardi non dev'essere stato per nulla semplice. I sintomi che descrive, quali mancanza di energia e concentrazione, inappetenza possono avere cause differenti. Mi sento di suggerirle di affiancare alla terapia farmacologica un percorso di sostegno psicologico con lo scopo di approfondire quest'ansia e depressione di cui sembra soffrire da molti anni.
Ha scritto che nel lavoro manuale funziona meglio, ha mai pensato ad un'alternativa per il suo futuro che non sia l'università?
Un caro saluto
Mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Perché non è possibile fermarsi? Credo che fermarsi molto spesso ci aiuti a capire meglio cosa è più “in linea” con noi stessi da ciò che è “più distante”. Molto spesso, fermarsi equivale ad andare più spediti, verso noi stessi. Ho l’impressione che la Sua idea di fermarsi chieda una riflessione. Il suggerimento che sento di darLe è di lasciarsi aiutare psicologicamente. La ringrazio per la Sua domanda. Un cordiale saluto.
Buongiorno, vista la complessità della situazione che descrive, le consiglierei di provare a intraprendere un percorso di supporto psicologico, al fine di concedersi uno spazio in cui poter esplorare in modo più consono e approfondito i suoi vissuti. Allo stesso tempo, mi sento di consigliare anche un percorso di Mindfulness, che potrebbe fornirle qualche risorsa ulteriore per fronteggiare l'ansia e le difficoltà attentive, oltre a darle la possibilità di apprendere e coltivare l'importanza del "fermarsi". Resto a disposizione, dott.ssa Cristina Nove

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