Salve, sono un ragazzo di 20 anni e vivo a Milano. Sono ormai due anni che sento di aver subito un

16 risposte
Salve, sono un ragazzo di 20 anni e vivo a Milano.
Sono ormai due anni che sento di aver subito un cambiamento che mi ha portato a vedere ogni cosa in maniera diversa. Da questo momento è però iniziato un periodo di declino nel quale mi sento sempre più, triste e nervoso (soprattutto in alcuni periodi della giornata) che ha avuto ripercussioni anche nel relazionarmi con le persone sia a livello affettivo che comunicativo (trovo sempre più difficoltà nel continuare una conversazione, anche solo per messaggio perché ogni volta devo sforzarmi per pensare a qualcosa da poter dire).
Credo inoltre di essere un narcisista covert (non voglio diagnosticarmi dei disturbi da solo ma in questa patologia ho trovato tutte le risposte ai perché dei miei comportamenti e del mio carattere).
Sono inoltre consapevole del fatto che tutto sia dovuto all'ambiente famigliare in cui sono cresciuto e agli episodi che ho vissuto da quando sono nato ad oggi.
Che ne pensate?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto al fine.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, innanzitutto faccia attenzione nel cercare le riposte del suo malessere nei manuali psicodiagnostici, è pericolo, lo lasci fare a chi lo fa di lavoro. La famiglia, le esperienze di vita che ha affrontato certamente hanno influenzato il suo sviluppo ma a mio parere dovrebbe cominciare fin da subito un percorso in cui rivedere e guardare in maniere più profonda la sua storia di vita per capire il motivo e le cause del suo malessere degli ultimi anni e per cominciare a stare bene.
Un saluto
Antonella Cecca
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Salve, si dice che l'occhio non puó guardare sè stesso.
Se sente di avere un malessere, un problema, si rivolga ad un esperto, prima lo fa meglio è, eviterà inutile sofferenza
Saluti
Dott. Vincenzo Cappon
Buonasera, definirsi attraverso una etichetta non la porta sulla via della conoscenza di se. Lei necessita invece di riappropriarsi di ciò che le accade, i sintomi ed il disagio non provengono mai dal nulla ma sono generati da ciò che ci accade concretamente nell'esistenza. Le assicuro che nulla determina in un senso o in un altro la nostra esistenza per sempre, le scelte su di sé possono generare nuove vie. Si dia la possibilità di approfondire con l'aiuto di un professionista la sua situazione.
Rimango a disposizione, può scrivermi o contattarmi.
Le sedute possono avvenire anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Gent.mo, all’interno di un rapporto terapeutico, a volte, le storie personali si modificano, divenendo meno ingombranti e lasciando più libera la persona. Questo implica però un lavoro, in cui non è sempre semplice imbarcarsi, ma che col tempo può portare a significativi benefici. SG
Non credo sia una buona idea quella dell'auto diagnostica con dott. Google.
I sintomi che descrivi potrebbero segnalare tratti depressivi. Le suggerisco di richiedere una valutazione psicologica al fine poi di individuare percorsi di risoluzione e recupero di salute e serenità psicologica. Buona serata. Bruno Ramondetti.
Buongiorno Bruno, comprendo il suo bisogno di risposte in un momento di cambiamento, tuttavia concordo sulla "pericolosità" delle autodiagnosi, in questo modo si rischia di appiccicarsi un'etichetta che potrebbe anche non definire bene lo stato in cui ci si trova, piuttosto visto che in questo momento ha necessità di comprendere meglio alcuni aspetti di sé potrebbe essere utile fare un percorso con un professionista che la aiuti a lavorare anche sulle sue relazioni familiari, che evidentemente lei avverte come parte del suo malessere. Un cordiale saluto Dr.ssa Michela Campioli
Buongiorno. Credo possa esserle d'aiuto rivolgersi ad un professionista per esplorare maggiormente sia i vissuti di tristezza e di nervosismo che riferisce, sia le difficoltà relazionali e comunicative che sta sperimentando. Non credo le sia utile né di aiuto fare auto-diagnosi per dare significato alla propria esperienza, ritengo invece possa essere molto importante per lei poter realmente lavorare sulla consapevolezza di sé rivolgendosi ad un professionista con il quale valutare l'inizio di un percorso attraverso il quale poter dar voce alla sua storia familiare e a tutto ciò che ritiene significativo in relazione a ciò che sta vivendo, con l'obiettivo di ritrovare il proprio benessere e la propria salute. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Ciao, ragazzo di Milano. È comprensibile che cerchi informazione su Google per venire a capo di quello che le succede, Oggi tutti facciamo così quando abbiamo bisogno di capire, ma fare una diagnosi è qualcosa di diverso. Si evince che hai bisogno di aiuto e lo stai cercando e questo è veramente importante, perché si inizia proprio dal riconoscere che da soli forse non ce la facciamo più. Ti consiglio vivamente di contattare uno psicoterapeuta nella tua zona che ti possa aiutare a stare meglio. In bocca al lupo. 
Gentile utente di mio dottore,

visto il profondo senso di tristezza da cui sono accompagnate le sue giornate in questo periodo potrebbe esser opportuno contattare uno specialista per poter intraprendere un percorso di psicoterapia. Un spazio tutto suo, le consentirebbe di poter riconoscere la provenienza di tutta questa sofferenza e di assumere una posizione differente all'interno delle relazioni di cui fa parte. Ci pensi. Qualora sentisse l'esigenza di un consulto non esiti a contattarmi in privato.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno,
rinunciare alla ricerca di risposte in termini psicodiagnostici è il primo passo da fare. Può essere, infatti, inutilmente etichettante e fuorviante cercare definizioni per sé stessi nei manuali diagnostici. Le risposte per sé stessi non si trovano mai all'interno dei manuali.
Valuti la possibilità di un percorso psicoterapeutico nel quale poter elaborare all'interno di uno spazio accogliente questi suoi vissuti. Potrà certamente aiutarla
Cordialmente, EP
Buonasera, per rispondere al suo quesito finale sarebbe consigliato un percorso di psicoterapia familiare al fine di potere analizzare cosa ci sia sullo sfondo ai suoi disturbi.
Buona serata
Dott.sa Luisa Anibaldi
Dott. Raffaello Di Monte
Salve, comprendo e immagino la sua preoccupazione. Da quello che scrive posso indicarle che uno dei primi passaggi su cui mi soffermerei in un ipotetico percorso terapeutico con lei, sarebbe capire cosa è successo due anni fa: come si è configurato quel periodo della sua vita e come ha vissuto emotivamente quel cambiamento. Può succedere che nella vita di ognuno si verifichino degli eventi o dei cambiamenti che non vengano percepiti come identitari, come una sorta di "bolle" all'interno della nostra storia di vita che ci fanno soffrire. Alcuni eventi, chiaramente, sono più significativi di altri. Il non riconoscersi più, un abbassamento del tono dell'umore, sentimenti di tristezza, difficoltà nelle relazioni, ansia e preoccupazioni eccessive possono essere delle manifestazioni di questa sofferenza. Un altro passaggio su cui rivolgerei attenzione è la contestualizzazione della sua sofferenza: ad esempio, in quali momenti della giornata e mentre sta facendo cosa si manifesta; in modo da poterne comprendere le sfumature emotive e mettere in campo opportunatamente quelli che sono i suoi punti di forza o aprire nuove possibilità. In definitiva, la invito a non trascurare la situazione che ci ha descritto, soprattutto alla luce del fatto tale situazione è presente da circa due anni. Un aiuto ed un supporto nel guardare sé stesso e la sua storia di vita è ciò che le consiglio e le auguro per il suo benessere. Al di là della diagnosi, quello che si fa in psicoterapia è proprio un progetto di cura e cambiamento. Qualora fosse interessato ad approfondire, mi rendo disponibile. Cordialmente, LF
Buonasera, sembra che lei abbia chiaro su cosa deve lavorare per poter superare questo momento di blocco. Farsi accompagnare da un professionista le permetterà di avere una guida e un sostegno in questo percorso.
Salve, la prima cosa che le suggerisco è di evitare diagnosi autonome dettate dalla consultazione in rete o messaggi sbagliati di persone non competenti che spesso purtroppo sentiamo nelle tv. Lei avverte un malessere e l'unica strada utile è consultarsi con un/una psicologo/a per analizzare con precisione e attenzione il suo disagio e decidere come affrontarlo. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, credo che la spinta che mostra nel cercare risposte e nello spiegarsi i suoi stati emotivi debba essere utilizzata in un percorso di psicoterapia. Da soli non si va molto in là. Un percorso la aiuterebbe a trovare risposte, chiarezza ed anche un maggiore equilibrio emotivo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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