Salve, sono un papà di una bambina di 11 anni e sono divorziato da 9. Viviamo in città diverse e ho

18 risposte
Salve, sono un papà di una bambina di 11 anni e sono divorziato da 9. Viviamo in città diverse e ho sempre cercato nei limiti (economici e temporali) di essere presente. Questa estate durante le vacanze mia figlia ha rimarcato il fatto che non vuole stare con me. Tutte le volte che trascorriamo del tempo insieme le chiedo sempre di giocare, uscire insieme o anche fare i compiti ma ottengo soltanto rifiuti e richiesta di riportarla dalla mamma. Dalla mamma (dopo un confronto vis a vis) ho scoperto che le dice che non la seguo e che la rimprovero continuamente e che per questi motivi non vuole stare con me.

Come posso (ri)cominciare di nuovo a farle capire che non sono un nemico ma soltanto un papà che vorrebbe far parte della sua vita?
Caro utente, essere padre di un preadolescente/adolescente è spesso una grane sfida. Posso solo immaginare quanto faticoso sia per lei vivere questo momento di rifiuto da parte di sua figlia. Ciò che mi sento di dirle e di provare a mettersi in ascolto, la mamma le ha riportato delle informazioni importanti rispetto a come si sta sentendo sua figlia. Provi a riflettere su coma mai sua figlia si potrebbe star sentendo così. Un dialogo aperto con sua figlia potrebbe essere un bel momento per la vostra relazione. Nelle sue parole leggo un grande impegno da parte sua in termini di proposte pratiche, attività cose da fare assieme, ma forse ipotizzo che in questo momento sua figlia ha bisogno di altro; forse ha bisogno di vederla convolta. Immagino non sia facile la sua posizione. Si confronti anche con la madre di sua figlia, in questo il lavoro di squadra è sicuramente una risorsa. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Caro utente, sua figlia si trova in una fase della sua vita molto complessa: la preadolescenza.
Consideri anche che il divorzio di voi genitori sarà stato certamente duro per sua figlia e lo è probabilmente ancora adesso.
Le consiglio innanzitutto di parlare con la mamma, perché il confronto e magari qualche consiglio da parte sua possono essere sicuramente utili.
Proverei inoltre a parlare con sua figlia e suggerisco di farsi vedere molto partecipe e coinvolto in ogni attività insieme, pian piano apprezzerà questi momenti.
Resto a disposizione.
CF
Buonasera,
dal suo messaggio si percepisce una grande volontà e un grande impegno nel voler costruire un rapporto significativo e positivo con sua figlia, e già questo è un ottimo punto di partenza. Credo sia importante prendersi cura delle sue emozioni rispetto al “rifiuto” che sua figlia esprime nel voler passare del tempo con lei, questo le consentirà di affrontare con sua figlia la situazione con consapevolezza e serenità.
Attraverso il dialogo e mettendosi in una posizione di ascolto emotivo e adulto, potrebbe offrire a sua figlia la possibilità di iniziare ad imparare ad esprimere i suoi bisogni e le sue difficoltà, direttamente a lei.
Il supporto della mamma, faciliterà la costruzione di un buon rapporto in un periodo pre adolescenziale che già di per sé è difficile.
Rimango a sua disposizione.

Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentilissimo, comprendo quanto possa essere stato faticoso costruire, alimentare e mantenere saldo un legame in questi 9 anni al netto di tutti gli ostacoli presenti, sopratutto quello della distanza geografica e, pertanto, del tempo limitato. Intanto, mi sembra assolutamente importante valorizzare la sua capacità di mettersi in discussione e porsi dei quesiti su "cosa" potrebbe fare per tenere saldo questo rapporto. I rifiuti che vive da parte di sua figlia, per quanto difficili da metabolizzare, devono rappresentare un'occasione di riflessione su ciò che sta accadendo tra voi: forse, in questo, sua figlia sta comunicando qualcosa di molto importante e a lei spetta l'arduo compito, in quanto Adulto della diede, di tradurre il messaggio implicito che sottendono. Per quanto doloroso, non si abbatta e, se lo ritiene necessario, si faccia supportare in questo lavoro di "traduzione". Ovviamente, in tutto ciò, è auspicabile che la mamma sia collaborativa e partecipativa. Cordiali saluti MP
Gentile Utente, la ringrazio per la sua apertura. Si percepisce tutto l'amore che nutre per sua figlia, tanto da mettersi in discussione nel suo ruolo di padre. Come scrivevano anche i miei colleghi, la pre-adolescenza è una fase delicata. Sarebbe interessante sapere di più sul rapporto che ha avuto con sua figlia fino ad oggi, come ha vissuto la sua lontananza e come la vive tutt'ora. Sarebbe interessante anche capire se sente che la sua ex-moglie è un'alleata per lei nell'evoluzione del rapporto con sua figlia.
Resto a disposizione.
M. Sacco
Salve,

sarebbe interessante sapere di più sul rapporto che ha avuto con sua figlia fino ad oggi e la relazione che tra voi nel tempo si è costruita.
Come accennavano alcuni colleghi, anche il tipo di rapporto che ad oggi c'è tra la sua ex moglie e lei varrebbe la pena approfondire per comprendere meglio la dinamica inter-genitoriale venutasi a creare.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, la questione è delicata e poco si presta ad un consiglio risolutivo. Le consiglierei piuttosto di avvalersi della consulenza di uno/a psicologo/a infantile che le possa spiegare le varie fasi che attraverserete e le dinamiche conseguenti. Lei infatti potrebbe assumere un atteggiamento troppo accondiscendente partendo proprio dal suo limite rispetto alla presenza fisica e la bambina diventerebbe l'elemento dominante della relazione, di fatto approfittandosene, anche inconsapevolmente. Questo è solo un esempio. Con l'adolescenza diventerà tutto più difficile perchè potrebbe cercare più spazio triangolando la relazione tra lei e la madre.
Buongiorno, dal suo messaggio mi arriva il desiderio e la voglia di capire sua figlia e i suoi bisogni. La preadolescenza prima e l'adolescenza poi è un momento molto delicato che coinvolge tutta la famiglia e che richiede anche nei genitori una cambio di postura. Sua figlia le sta dicendo delle cose importanti, in un linguaggio magari per lei poco decifrabile. Mantenere un atteggiamento di apertura e accoglienza anche delle emozioni spiacevoli è il primo passo per raggiungerla. Un caro saluto Sara Genny Chinnici
Buongiorno utente,
arriva, dalle sue parole, la frustrazione e la tristezza di questo difficile momento.
All'interno delle separazioni e divorzi essere padri non è semplice.
Sua figlia poi, sta facendo un passo evolutivo molto importante entrando in una fase adolescenziale, periodo che porta con sè difficoltà, contraddizioni ma anche una crescita.
Bisognerebbe capire insieme, intanto, il suo dolore per questa situazione, come è avvenuta la separazione ed il suo rapporto con la figlia prima di questo evento.
Oltre agli incontri individuali, potrebbe valere la pena incontrarvi insieme, come occasione per dialogare e comprendere meglio, accogliere le emozioni e le ragioni per le quali sua figlia le stia comunicando certe cose con questo linguaggio.
Qualora lo vorrà, sono a sua disposizione.
FF
Buongiorno, le separazioni hanno come strascico ltante sofferenze.
Una di queste è quella di notareche i figli sono elemento di contesa. Spesso non sono i figli che parlano con le loro parole, ma bensì riportano ciò che hanno più volte sentito dall'altro genitore.
Sono disponibile ad aiutarvi: prima a creare un buon clima di collaborazione con l'ex coniuge per la gestione della figlia e secondariamente a creare o ripristinare il rapporto tra lei e la figlia.
Mi contatti senza problemi per colloqui online di supporto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta vivendo e immagino il suo dispiacere. Come già detto da alcuni colleghi, l'adolescenza è una fase di vita estremamente delicata e complicata, sia per i ragazzi che per i genitori. L'adolescenza è caratterizzata da innumerevoli scontri tra genitori e figli che tuttavia non devono allarmare troppo. I figli sono in una fase di vita in cui non sono più bambini, ma non possono ancora essere considerati adulti. Si trovano quindi in una sorta di limbo in cui lo scontro con il genitore, ma anche con il mondo esterno, permette loro di definirsi come individui a sè e di iniziare a sperimentare una loro indipendenza e autonomia.
Come ha già fatto, provi a parlarne con la mamma di sua figlia, confrontatevi su ciò che sta succedendo e cercate di trovare una buona collaborazione. Allo stesso tempo può provare a parlare con sua figlia e chiedere direttamente a lei come vorrebbe impegnare le sue giornate, trovando magari un interesse comune da poter condividere.
Rimango a disposizione se lo desidera, anche online.
Cordialmente, Dott.ssa Samanta Mattana
Buongiorno, anche se le separazioni/divorzi sono ancora oggi un tabù, rappresentano un momento difficile e di TRANSITO in primis per la persona interessata ma anche per chi circonda la stessa e chi ne "subisce" le conseguenze. Può essere di aiuto e stimolo il mettersi in una posizione di ascolto nei confronti della figlia rispetto a quello che a lei piacerebbe fare sempre bilanciano il desiderio con ottica di possibilità e applicabilità nella realtà/vita quotidiana. Altresì utile può essere la possibilità di proporre un terapia familiare per poter mediare e dialogare trovando un punto di contro tra le varie parti interessate

Buon proseguimento
Dott.ssa De Roni Silvia
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Gentile utente, la ringrazio per aver riportato questa sua difficoltà. Dalle sue parole emerge molto l'amore che prova per sua figlia, e quanto questa situazione la stia mettendo emotivamente alla prova. Come riportano anche i miei colleghi, la fase della preadolescenza (e poi adolescenza) spesso può essere complessa, anche perché i ragazzi non hanno sempre a disposizione le parole per esprimere e/o comprendere quello che provano e sfogano con l'adulto quello che hanno dentro (che poi si trova a interpretare), agendo anche con rifiuti apparentemente senza motivo. In tutto ciò la distanza fisica può rendere più difficile per voi comunicare. Mantenere un atteggiamento di apertura e attenzione alle emozioni di sua figlia potrebbe aiutarla ad avvicinarsi di più a ciò che vive e cogliere degli elementi (che adesso non riesce a vedere) che potrebbero aiutarla a comprendere il senso di questi comportamenti, anche in collaborazione con la madre. Dal suo messaggio traspare la voglia di mettersi in gioco. In tal senso potrebbero esserle utili delle consulenze psicologiche per aiutarla a comprendere questo momento - in rapporto anche a come si è sviluppato il vostro rapporto - e sviluppare delle strategie per "smuovere" la situazione. Rimango a disposizione per approfondimenti qualora volesse. Un cordiale saluto, dott.ssa Arianna Mercurio
Buonasera, provo tenerezza nel leggere le sue parole che comprendo e condivido. È bello che un padre tenga al rapporto con la figlia nonostante il rapporto con la madre sia concluso. Non so in che rapporti sia con la sua ex, aspetto che può avere un impatto su sua figlia. Spesso i figli riportano emozioni sommerse e non esplicitate della storia di coppia. Quello che potrebbe aiutarla, ma ancora di più essere utile a sua figlia, è sentire il parere di uno psicoterapeuta che si occupi di preadolescenti. Un'attenta analisi dei vissuti della ragazza darebbe a lei la serenità di affrontare le future tappe di vita e a voi genitori il modo di affrontarle correttamente, a seconda delle necessità individuali del caso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buon pomeriggio, comprendo la difficoltà che vive in questo momento. Deve essere particolarmente doloroso per lei sentirsi rifiutato da sua figlia, nonostante gli sforzi che mette in campo per starle accanto. Sicuramente la fase di vita in cui si trova sua figlia rende il tutto ancora più complesso.
Il consiglio che le posso dare è quello di tentare di costruire un'alleanza più forte con la madre e allo stesso tempo cercare di costruire un dialogo più aperto con sua figlia, riconoscendo i suoi vissuti, ascoltando quelle che sono le sue aspettative e cercando di capire insieme qual è il modo migliore per strutturare il tempo che avete insieme.
Spesso in fase preadolescenziale e adolescenziale si ha difficoltà ad elaborare sentimenti ed emozioni o questi sono così intensi da rendere difficile la loro gestione. In questa fase della vita tutto è più amplificato e spesso i propri vissuti sono incanalati verso una figura, prevalentemente un genitore, che già può rappresentare un'area conflittuale per la persona. Non si può non tenere in considerazione la storia familiare e il fatto che vostra figlia possa non aver elaborato la separazione e possa avere dei vissuti contrastanti rispetto al continuo cambiamento di città.
Nonostante ciò i vissuti e l'esperienza di sua figlia hanno la stessa valenza e realtà dei suoi. Non esiste una realtà univoca ma i vissuti e le esperienze di ognuno di noi costituiscono la nostra verità.
Cordiali saluti, Dott.ssa Francesca Greco
Gentile Utente,
comprendo il suo dolore e la sua frustrazione nella situazione che sta vivendo, oltre alle tante altre emozioni che la stanno attraversando. La condizione di padre separato è spesso un’esperienza difficile, talora afflittiva. Dopo una separazione, un divorzio o comunque la fine di una relazione importante, con il carico angoscioso e stressante che comportano, infatti si deve rinunciare alla quotidianità con i figli, preoccupandosi, contemporaneamente, del loro dolore e del disagio che patiscono; si può dover affrontare l’animosità dell’ex-partner e si può entrare in una ansia da prestazione rispetto al benessere e al divertimento del figlio/a. Sentirsi poi lontani e rifiutati è sicuramente devastante.
E allora bisogna ripartire innanzitutto da sé stessi e fare il punto della situazione.
Trovare uno spazio di riflessione riservato a lei sarebbe quindi di sicuro beneficio, in quanto le consentirebbe, insieme ad un esperto, di elaborare i vissuti emotivi ed i pensieri legati alla situazione che sta vivendo, di comprendere i suoi bisogni più autentici e trovare in tempi brevi strategie utili per fronteggiare le criticità, evitando così che il disagio possa consolidarsi.
Per questo le suggerisco vivamente un consulto psicologico, per esplorare insieme le problematiche portate, le potenzialità di risoluzione e le sue personali risorse.
Fra le ipotesi che mi sentirei in primo luogo di considerare, ove fosse possibile, vi è tuttavia quella di attivare un percorso di supporto genitoriale / parent training che veda lei e la sua ex-moglie compresenti (online) per rafforzare le vostre competenze di co-genitorialità, ponendo al centro la bambina che si appresta ad entrare nella difficile fase dell’adolescenza.
Un caro saluto
Dr.ssa Laura Tofani

Buongiorno caro utente, la situazione sembra davvero complessa. Sua figlia è entrata nella fase di preadolescenza ora, vivete lontani e avete vissuto così poco insieme prima del divorzio... Le consiglierei di approfondire la vostra storia padre-figlia con un professionista, in modo che si possa confrontare con qualcuno rispetto al suo modo di vivere la paternità, il suo vissuto e il suo modo di stare nella relazione con sua figlia. Potrebbe proprio partire dalle ragioni che ha dato la ragazzina... A disposizione, un saluto dott.ssa Angela Ricucci

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