Salve, scrivo per chiedere un vostro parere sul mio percorso terapeutico. Premetto che ho 33 anni, s

19 risposte
Salve, scrivo per chiedere un vostro parere sul mio percorso terapeutico. Premetto che ho 33 anni, sono all'ultimo anno di dottorato e da circa 2 anni sono in terapia per problemi di ansia/attacchi di panico. La terapia é di tipo psicodinamico, é iniziata in maniera tradizionale ma da un anno circa prosegue via Skype causa Covid. Da quando ho iniziato il percorso mi sono sentito subito accolto, ascoltato, compreso ma parallelamente, sin dalle prime sedute, sentivo che qualcosa nella terapia mi feriva profondamente. Inizialmente pensavo fosse normale provare un po' di "dolore" nel portare all'esterno cose profonde della propria vita ma poi col passare del tempo mi sono reso conto che il dolore dipendeva proprio dal rapporto terapeutico. A causa di un rapporto conflittuale con i miei e soprattutto della loro distanza emotiva, non ho mai avuto accanto qualcuno in grado di ascoltarmi davvero e tutte le mie emozioni, i malesseri interiori, non sono mai stati condivisi con loro. Avere adesso accanto una persona molto presente che mi accompagna nei miei vari stati emotivi, dovrebbe darmi sollievo e invece mi fa star male. Ho parlato con lei di questa cosa e lei mi dice che ci vuole tempo per lasciare andare via quello che non abbiamo avuto e accettare quello che la terapia può dare senza dolore. Solo che sono passati due anni e io dopo la seduta vorrei sentirmi meglio e invece mi sento peggio, vedo in lei tutto quello che non ho mai avuto e sto malissimo. Mi chiedo come si possa gestire questa cosa e se dopo tanto tempo é "normale" sentirsi così. Aggiungo che gli attacchi di panico non sono scomparsi del tutto, credo di riuscire a gestirli meglio ma dal momento che mi capitavano spesso quando mi trovavo fuori casa e adesso causa smart working e covid non esco quasi più, non sono in grado di stabilire quanto siano migliorati.
Grazie a chi risponderà.
Salve, quando dice che il dolore dipende dal rapporto terapeutico sta forse proiettando su una relazione finalmente sana la sofferenza legata al senso di abbandono, che è tanto difficile elaborare. La terapia ha portato a galla vissuti ed emozioni probabilmente negati, indicibili e attraverso il sintomo degli attacchi di panico sta forse manifestando il suo reale bisogno. Continui a parlarne con la sua terapeuta, resistere a questo momento, la porterà a vivere più serenamente. Un caro saluto

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Gentile Signore ognuno ha i propri tempi di elaborazione e se da una parte è semplice capire il desiderio di finire dall'altra è interessante la fretta di farlo. Sicuramente è molto utile per lei parlare di questi temi con il suo analista e capire con lei il motivo che la spinge e porre queste domande su questo spazio. Il cambiamento è legato alla sua conoscenza ed alla sua comprensione anche a livello emotivo delle cause, la scomparsa dei sintomi è una conseguenza di questo processo che come le ho accennato precedentemente non ha un tempo prefissato. Un cordiale saluto
Salve, credo che sia opportuno parlare di queste cose direttamente con il terapeuta che la segue.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Salve. Può succedere di vivere ciò che lei descrive di provare. Ne parli con il terapeuta ed elabori il vissuto che prova. Distinti saluti
Gentile Utente, da ciò che trapela dal suo messaggio la storia relazionale con le sue figure di riferimento sembra sia stata sofferta per cui i suoi vissuti di attaccamento potrebbero avere determinato degli automatismi per cui la sua rappresentazione della relazione tra lei e l'altro (chiunque esso sia) ne viene condizionata e paradossalmente diviene difficile accogliere un atteggiamento gentile e accudente senza contraccolpi. Questo è quanto ci viene spiegato dalla Teoria dell'Attaccamento in estrema sintesi. Occorre darsi tempo per crearsi delle rappresentazioni alternative e in questo la terapia l'aiuterà senz'altro. Provi ad approfondire con la sua attuale terapeuta. Cordiali Saluti
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Buon giorno, mi fa molto piacere risponderle; grazie a lei per essere stato molto chiaro nella sua esposizione. Ho l'impressione che l'andamento della sua psicoterapia sia sostanzialmente positivo! Lei sta sperimentando, nella relazione terapeutica, una modalità di rapporto molto nutriente e, quindi, molto diversa da quella con i suoi genitori; può apparirle strano ma, effettivamente, può accadere che questo passaggio, all'inizio, invece di procurare un immediato benessere provochi dolore; ciò può avvenire perché anche tutti i cambiamenti importanti e benefici creano, comunque, fasi critiche che è indispensabile attraversare e metabolizzare con pazienza e determinazione.
Le suggerisco, inoltre, l'opportunità di supportare e promuovere il suo buon lavoro psicoterapeutico con rimedi innocui e naturali inerenti la Floriterapia di Bach, l’Omeopatia, la Nutraceutica, la Fitoterapia e la Psicoprobiotica che permettono di ottenere i seguenti reali valori aggiunti: il lenimento sintomatico, la rivitalizzazione metabolica, il recupero delle forze e del buon umore e una benefica disintossicazione. Sono un medico specialista in psicologia clinica, psicoterapeuta, omeopata ed esperto in terapie naturali; lavoro in questa maniera in cui credo fermamente sulla base degli ottimi risultati raggiunti. Se le interessa approfondire sono a sua disposizione (telefonicamente o tramite messaggi) per ulteriori informazioni. Sono anche disponibile per consulti on line. Cordiali saluti!
Buongiorno credo che questo suo stato d’animo ed emotivo sia legato proprio all’efficacia del percorso terapeutico che sta affrontando ..il passaggio attraverso la sofferenza è necessario quando si sperimentano nuove modalità di relazione e di Conportamento.Si dia tempo ,abbia la costanza di continuare ,rifletta sul fatto che questo uragano che tutti noi stiamo attraversando causa covid ha dilatato un po’ tutto il nostro tempo .Quindi continui con fiducia aspettando che possa sperimentare queste nuove modalità anche all’esterno della sua casa .Cordiali saluti .Drssa Maria Salomone
Gentile utente quello nella relazione terapeutica lei sta sperimentando esattamente quello che ha sempre voluto ma non è abituato a vivere. Anche se viviamo modelli disfunzionali in famiglia ci adattiamo ad essi e sembra che nonostante le difficoltà o i sintomi quei modelli sono più familiari e più "facili" da vivere.
Continui il suo percorso e continui a parlarne con la sua terapeuta soprattutto in questo periodo di pandemia che dilata il tempo e amplifica anche i nostri vissuti.
Le mando un caro saluto.
Dott.ssa Anna Tomaciello
Buonasera, mi sembra assai positivo il ruolo di riparazione affettiva della terapia, ovviamente il dolore inespresso esce fuori, ma credo che ciò sarà infine liberatorio e sicuramente darà buoni risultati nella sua maturazione emotiva. Ne parli con la terapeuta, anche questo contribuisce a far crescere l'alleanza terapeutica. Cordiali saluti, dr.ssa Daniela Benvenuti
Sta sperimentando una relazione buona, forse troppo buona? Fosse così dovrebbe concordare "la dose" tollerabile di relazione affinché possa rielaborare il suo dolore senza soffrire così tanto.
Gentilissimo, mi appoggio all’opinione dei colleghi, si confronti con la sua terapeuta, continui a condividerle quello che prova. La psicoterapia richiede il suo tempo.
I miei auguri
Dssa Riso Maria Lucrezia
Gentile Utente,
è importante che rivolga alla sua terapeuta le sue riflessioni e possa esprimerle ciò che prova, proprio come ha fatto qui con noi. Con l’aiuto della sua terapeuta, costruire dei significati alle sue emozioni può aiutarla a trovare un maggior benessere.
Buona continuazione,
Dott.ssa Valeria Marino
Bene, ha trovato un luogo sicuro in cui sperimentare una sana relazione di affidamento, e la sua fragilità affettiva emerge ma non sommerge: da cui la possibilità di condividere con il terapista il suo vissuto con autenticità.
Continui così!
Un caro saluto
Caro utente,
è proprio così come lei dice: accorgersi che al mondo ci sono cose che non abbiamo avuto per tutta la vita è molto doloroso. Il suo è un dolore antico di forse 30 anni e probabilmente ci vorrà ancora un po' di tempo perché possa pian piano uscire ancora di più e perché lei possa trovare il modo di sostenersi da solo e di cercare negli altri la consolazione di cui sembra abbisognare. La gestione amministrativa del covid a cui siamo sottoposti non favorisce di certo qyesto passaggio e in alcuni casi può rallentare il processo terapeutico.
Da quello che lei mi descrive, mi sembra che il suo percorso sia per lei fruttuoso e mi sembra di poter immaginare che avvertirà, forse non a brevissimo, un cambiamento che la stupirà.
Un caro saluto
Buongiorno, mi spiace molto che lei si senta in gran parte insoddisfatto dopo 2 anni di percorso, senza dubbio anche io mi sentirei così. Parli con la sua terapeuta di questa insoddisfazione e pensi se possa essere il caso di interrompere la terapia con lei e dirigersi invece verso un percorso cognitivo-comportamentale, che è molto efficace nel trattamento degli attacchi di panico.
dott Tealdi
Genitle utente di mio dottore,

mi sento di rassicurarla in tal senso, durante un percorso psicoterapeutico può succedere di attraversare momenti dolorosi.
La psicoterapia fa emergere vissuti ed emozioni sconosciute e questo spesso puo esser causa di turbamento ma allo stesso tempo non è un qualcosa che invalida la terapia stessa, anzi. Sarebbe opportuno confrontarsi con lo specialista da cui è in cura al fine di poter riflettere su quanto le stia accadendo, sicuramente i suoi dubbi e le sue perplessità potranno esser accolte ed orientate. Continui pure con il precorso iniziato, vedrà che con il tempo riuscirà a star bene

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentile utente, come la maggioranza dei miei colleghi, sento di sostenerla nel proseguire la terapia, parlando con la sua terapeuta di queste insoddisfazioni e dubbi rispetto ai suoi sintomi, in luce alle espressioni positive che utilizza nel descrivere la sua relazione terapeutica. Costruire una relazione sana e nutriente l'avrà resa più consapevole delle sue relazioni passate, come cita anche lei, e ci vorrà anche un tempo "fisiologico" perchè la sua ferita si rimargini. Ci sono orientamenti terapeutici che vanno più in profondità, altri che si orientano verso il sintomo: quello che ha scelto lei richiederà più tempo, ma vedrà che avrà anche effetti più duraturi, nel lungo termine, vista la sua giovane età.
Saluti
Gentile utente, credo che sia corretto ciò che le ha riferito la collega che la segue. Le suggerisco però di parlarne nuovamente con lei ma stavolta esaminando meglio prima quali emozioni si nascondono dentro al suo malessere nell'essere finalmente accudito: rabbia? Nostalgia? Rancore?
Dare parola a queste emozioni potrebbe essere una spinta in avanti nel suo percorso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno Gentile Utente, dalle sue parole emergono le difficoltà e la sofferenza che sta vivendo. Dalle poche righe sembrerebbe che le proietti sul suo rapporto terapeutico le precedenti relazioni che ha sperimentato fin qui e questo la porta ad avere queste emozioni contrastanti. Il percorso psicoterapeutico va a scavare molto in fondo e permette di affrontare faccia a faccia le nostre problematiche le loro cause e questa spesso non è una strada indolore. Le consiglierei di continuare la sua terapia affrontando ancora questa problematica con la sua terapeuta al fine di poterla gestire, comprendere e soprattutto darle un significato. Per qualunque informazione o approfondimento sono a disposizione.
Buona giornata, Dott.ssa Federica Turrà

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