Salve, mio marito mi ha lasciata dopo un lungo periodo di incomprensioni. Dice di non amarmi più ma

20 risposte
Salve, mio marito mi ha lasciata dopo un lungo periodo di incomprensioni. Dice di non amarmi più ma io so che sta molto male a causa di una delusione lavorativa che lo ha portato a rinunciare al suo più grande desiderio, realizzarsi professionalmente in ciò in cui crede. Da allora per lui nulla ha più senso e mi ha anche detto di volerla fare finita. Io scioccamente invece di supportarlo ho attivato un meccanismo di difesa non sentendomi abbastanza per lui da dargli la forza di superare quel momento difficile e ci siamo allontanati. Non vuole essere aiutato da nessuno, non so che fare, io lo amo tanto. Cosa mi consigliate? Grazie
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Salve,

Comprendo quanto questa situazione sia dolorosa per lei. Quando una persona attraversa un periodo di profonda sofferenza, come sembra accadere a suo marito, può succedere che rifiuti l’aiuto e si chiuda in se stessa, arrivando persino a mettere in dubbio i legami affettivi. È possibile che la delusione lavorativa abbia scatenato un malessere più profondo, portandolo a perdere interesse non solo nella carriera, ma anche nella vita di coppia e nel futuro in generale.

È importante che lui possa ricevere il supporto adeguato per affrontare il suo stato d’animo e il senso di fallimento che sta vivendo. Anche se in questo momento rifiuta l’aiuto, il suo ruolo può essere quello di fargli sentire che non è solo, che la sua sofferenza è valida, ma che ci sono alternative per affrontarla. Tuttavia, è fondamentale che non si faccia carico da sola di questa situazione, perché il rischio è di logorarsi emotivamente senza riuscire davvero ad aiutarlo.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista, sia per supportare suo marito, qualora fosse possibile coinvolgerlo, sia per aiutare lei a gestire questo momento difficile e comprendere come affrontare la situazione nel modo più sano ed efficace possibile.

Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott. Gianluca Pignatelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso questo momento così delicato. Capisco quanto possa essere difficile da affrontare, sia a livello personale che relazionale. È comprensibile e segno di maturità il fatto che si stia mettendo in discussione, ma c'è il rischio di addossarsi troppe responsabilità, e questo potrebbe non aiutarla. Potrebbe esserle d’aiuto iniziare un percorso di psicoterapia, sia per prendersi cura di sé in questo momento delicato, sia per comprendere in che modo poter supportare suo marito. Se desidera, possiamo approfondire insieme questo aspetto. Resto a disposizione, sia online che in presenza. Un saluto, dott. Gianluca Pignatelli.
Dott. Febbraro Jacopo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Parma
Ciao, anzitutto credo che sia importante discostarti dalla colpa e dal giudizio che sembra essere forte anche 'tra le righe'. In una situazione così complicata come quella che racconti credo che sia necessario anzitutto recuperare te stessa, forse è anche e soprattutto per questo che scrivi. Solo da qui, qualora lui riesca ad accettare la possibilità di essere aiutato, puoi pensare di diventar risorsa e sostegno. Probabilmente, in termini di consiglio, potrebbe essere di valore inestimabile per te in questo momento riservarti un tuo spazio di crescita e di benessere. Buona giornata!
Dott.ssa Chiara Quinto
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buonasera, il fatto che lui stia attraversando un periodo di profonda crisi, sia personale che professionale, potrebbe averlo portato a chiudersi emotivamente e a rifiutare ogni forma di aiuto, ma questo non significa che tu debba sentirti in colpa per non essere stata "abbastanza" per lui.
Quando una persona si sente persa, spesso proietta il proprio malessere anche sulle relazioni più importanti, ma questo non è sinonimo di mancanza di amore. Piuttosto, potrebbe essere il suo modo di dire che non riesce più a provare nulla, perché dentro di sé sta vivendo un grande vuoto. Il tuo istinto di proteggerlo e di stargli accanto è naturale, ma se lui non vuole essere aiutato, l’unica cosa che puoi fare è fargli sentire che ci sei, senza pressioni, senza forzarlo, ma con una presenza costante e discreta. Fagli capire che lo capisci, che non deve affrontare tutto da solo e che il suo valore non è legato solo ai successi lavorativi.
Se lui ha espresso pensieri suicidari, è importante che non venga lasciato solo e che qualcuno di fidato, magari un professionista, possa intervenire. Potresti provare a parlargli con calma, senza insistere, cercando di fargli vedere che non è tutto perduto e che può ancora trovare una via d'uscita. Ti consiglio di prendere in considerazione anche un supporto per te stessa, perché gestire questa situazione da sola è molto pesante, e tu meriti di avere uno spazio in cui sentirti ascoltata e aiutata. Non sei responsabile del suo dolore, ma puoi essergli accanto senza annullarti. Se hai bisogno di confrontarti più a fondo, mi tengo disponibile su Roma ed online.
Dott. Nicolò Paluzzi Monti
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Firenze
Capisco quanto tu stia soffrendo e quanto desideri aiutare tuo marito. Tuttavia, il primo passo per aiutarlo davvero potrebbe essere quello di prenderti cura di te stessa. Solo se ti senti in equilibrio, riuscirai a offrire un supporto sano e consapevole. Riconosci che, sebbene tu voglia aiutarlo, lui deve essere pronto ad accettare quel supporto. Forzare la situazione potrebbe allontanarlo ulteriormente.

Cerca di essere presente senza giudicare o cercare di risolvere tutto, e soprattutto, rispetta i suoi tempi. Nel frattempo, riflettere su come puoi fare per trovare un equilibrio dentro di te potrebbe darti la chiarezza di cui hai bisogno per affrontare il momento. E se la situazione diventa troppo pesante da gestire, chiedere il supporto di un professionista, anche solo per te stessa, potrebbe essere una via importante per non sentirti sola in questo percorso.

Dott.ssa Ornella Prete
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve signora,
l'isolamento in questo caso di suo marito in seguito ad una profonda delusione, è il comportamento più preoccupante, non deve incolparsi se non ha saputo, secondo lei, affrontare il problema, ma in realtà continua a farlo, con delicatezza informi i suoi amici più cari, i suoi familiari dello stato in cui versa suo marito. Gli proponga se c'è la fa dei colloqui con esperti per aiutarlo a comprendere la situazione e affrontarla. Anche se nel rispetto della sua decisione di isolarsi, fate comunque in modo di comunicare per breve tempo o anche di più secondo quanto lui lo consentirà, aspettate che si conceda secondo i suoi tempi ma verificate sempre che tenga aperta la comunicazione.
Dott. Lucio Aucello
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Modena
Buongiorno, se lui non vuole essere aiutato è inutile insistere. Verifichi però che la sua volontà di farla finita sia solo una minaccia detta in un momento di debolezza. Colga piuttosto l'occasione per lavorare su se stessa e sui motivi che l'hanno spinta ad attivare i suoi meccanismi di difesa "non sentendosi abbastanza"...credo che possa farle del bene per il suo percorso di vita. Buon proseguimento di giornata. Dott. Lucio Aucello
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno, mi spiace per questa situazione delicata. Sicuramente non si può costringere una persona ad entrare in terapia, se non coglie dei segnali di debezza e momenti in cui ha bisogno di aiuto. Il consiglio è di risentirlo per vedere come sta e provare ad ascoltarlo. Credo che suo marrone si sia sentito solo in questo periodo di difficoltà.
Rimango disponibile per ulteriori consigli e per aiutarvi in questo momento particolare.
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott. Simone Festa
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Napoli
Buongiorno, non è facile stabilire se sia stata lasciata lei oppure lei è quella che ha mollato la presa (ovvero l'accudimento) e l'altro di conseguenza è andato via. Desiderio lavorativo e familiare (o di coppia) saranno sempre due facce di una stessa medaglia, fin quando non trovano il modo di andare d'accordo, di camminare insieme. Affinché ciò avvenga è necessario un legame autentico, altrimenti il progetto lavorativo potrebbe diventare un pretesto per interrompere il progetto di coppia. La invito pertanto a non provare sensi di colpa, poiché se lei avesse ripreso a supportarlo forse avrebbe sperimentato ancora più facilmente il suo non sentirsi abbastanza per lui. Per lei è fondamentale sapere quanto il suo compagno la desidera, altrimenti ciò che lei potrebbe fare per lui sarà gravato da questo dubbio e lei potrebbe percepirsi come un peso. Quindi il mio invito è all'autenticità di coppia, separando il più possibile il desiderio del lavoro da quello per il partner, in modo che possano essere due binari paralleli e non incrociarsi, ovvero scontrarsi.
Resto a disposizione per le sue necessità.

Dott. Simone Festa
Dott.ssa Anna Maria Inzerillo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Trapani
Mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo. Da un’ottica sistemico-familiare, possiamo provare a comprendere non solo la sofferenza di tuo marito, ma anche le dinamiche relazionali che si sono attivate tra voi e come poter intervenire in modo efficace.

1. Comprendere il dolore e la chiusura di tuo marito
La delusione lavorativa sembra aver scatenato in lui una crisi profonda, andando a intaccare non solo l’autostima, ma anche il senso di identità e di scopo. Per alcune persone, il lavoro non è solo un mezzo di sostentamento, ma una componente essenziale della propria autorealizzazione. Se sentono di aver fallito in quell’ambito, possono sviluppare sentimenti di inutilità e disperazione, fino a mettere in dubbio tutto il resto, inclusi i legami affettivi.

La sua decisione di allontanarsi potrebbe essere un modo per proteggerti dal proprio dolore, o un segnale della sua difficoltà nel gestire il senso di fallimento senza sentirsi giudicato. Il rifiuto dell’aiuto potrebbe derivare dalla vergogna o dalla paura di mostrarsi vulnerabile.

2. Il tuo ruolo nella dinamica di coppia
Il tuo senso di impotenza e il meccanismo di difesa che hai attivato (forse un distanziamento emotivo o la paura di non essere abbastanza) hanno contribuito all’allontanamento. Ma questo non significa che tu abbia sbagliato o che non possa ancora avere un ruolo importante nel processo di recupero.

In una prospettiva sistemica, la coppia è un sistema che si autoregola, e spesso, quando uno dei due partner è in crisi, l’altro cerca istintivamente un equilibrio reagendo in modi che, seppur involontari, possono creare ulteriore distanza. Capire questa dinamica può aiutarti a riposizionarti in modo diverso rispetto a lui.
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, la ringrazio per la sua condivisione, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Se crede che ci siano i presupposti per una depressione grave e quindi un elevato rischio di suicidio deve rivolgersi al più presto ai familiari e agli organi pubblici competenti.
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrivo poichè capisco quanto questa situazione possa avere un impatto sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa aiutarla soprattutto a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa essere utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott. FDL
Dott.ssa Sara Verzulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Colli del Tronto
Buonasera, il nostro cervello ci porta a sopravvivere attuando dei meccanismi che ha già appreso e che sono stati utili in quella circostanza, spesso non riuscendo a decifrare se le condizioni e i fattori sono gli stessi dell'esperienza avvenuta in passato.
Mi verrebbe da chiederle in che modo lei pensa all'aiuto e se questa idea corrisponde a quella del suo ex marito oppure no e come mai sta pensando solo all'aiuto verso suo marito dal momento che anche lei sta vivendo una fine della relazione.
Spero che gli spunti possano essere utili.
Dott.ssa Chiara Campagnano
Psicologo, Psicoterapeuta
Modena
Salve, in questi casi trovo utile sostenere la persona valorizzando ciò che sa fare bene (nella coppia, nel lavoro, in famiglia, col gruppo di amici) al fine di spostare il suo focus sui suoi valori costruttivi, anziché su quelli distruttivi. E ovviamente indirizzarlo appena possibile ad affidarsi ad uno psicoterapeuta.
Dott.ssa Veronica Bertoncelli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Verona
Capisco bene quanto sia difficile vedere una persona amata soffrire e allo stesso tempo sentirsi impotente e rifiutati, al punto da poter immaginare di sapere quale sia il problema senza averne la soluzione. Quando l’altro si chiude nel proprio dolore e rifiuta ogni forma di aiuto, è facile sentirsi respinti, inadeguati, bloccati.
E allo stesso tempo continuare ad aspettare che sia lui a cambiare idea non è una strategia efficace, come non lo è cercare di convincerlo a fare qualcosa.
Quando quello che facciamo e pensiamo non funziona e ci fa sentire fermi e impotenti, forse è perchè lo siamo, occorre quindi agire in modo nuovo.
Aspettare che sia lui a fare qualcosa o pensare di aiutarlo pertanto potrebbe essere , senza volerlo un modo per rimanere e peggiorare il problema, anche perchè la situazione di suo marito sta impattando anche su di lei.
Nel caso specifico la invito quindi a prendere in considerazione la possibilità di iniziare a fare qualcosa di diverso affiancata da un professionista che sia in grado di darle i giusti strumenti.
Resto a disposizione,
Dott.ssa Veronica Bertoncelli
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, posso solo immaginare la fatica ed il dolore che sente in questo momento. Non deve essere facile stare accanto ad una persona che soffre così intensamente. Lei è stata molta brava a riconoscere il suo pezzo, come ha reagito e cosa si è scatenato in lei. Tuttavia suo marito ha fatto una scelta, e fatica a chiedere aiuto. Non possiamo forzare nessuno a chiedere aiuto, ma possiamo rimanere in ascolto, con le braccia tese verso l'altro per il momento in cui l'altro se vorrà prenderà la mano che gli stiamo tendendo. Lei può rimandare a suo marito che è lì. ma non potrà fare più di questo ahimè. Se crede che lui sia in una condizione di rischio per la sua vita potrebbe avvisare altre persone care intorno a lui, familiari, amici; creare una rete di contenimento potrebbe essere un valido sostegno fintanto che lui non sarà pronto a chiedere aiuto. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Prof.ssa Laura Volpini
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Se lei prova ancora un sentimento nei suoi confronti, gli proponga di rivedervi. Parlare, confrontarsi è la cosa migliore, anche per elaborare una separazione.
Credo che per lei sia utile capire meglio se i motivi della separazione da parte di suo marito dipendano dalla sua delusione lavorativa o da aspetti inerenti la coppia. Lei faceva riferimento ad incomprensioni.
Se ci fosse un'apertura per riprendere il rapporto di coppia, potrebbe essere utile per voi una consulenza che vi aiuti a sciogliere quei nodi che potrebbero avervi allontanato.
Dott.ssa Lucia Taddei
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Se lei riconosce di non averlo supportato è questo il momento di farlo. Utilissima una terapia di coppia.
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
Gentile paziente, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza. È una situazione estremamente dolorosa, e capire come agire quando si è di fronte a una persona che soffre profondamente e sembra non voler ricevere aiuto è davvero difficile. Lei sta vivendo una sofferenza doppia: quella di vedere suo marito in un momento così critico e quella di sentirsi impotente, come se non fosse abbastanza per aiutarlo. Le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Brescia
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissima, grazie per la condivisione. Capisco la situazione che descrive, e posso solo immaginare il dolore provocato dalla decisione di suo marito, rispetto alla fine della vostra relazione. Credo che, da quel poco che ha condiviso, proporre a suo marito di intraprendere un percorso di terapia potrebbe essere un modo per aiutarlo a capire cosa sta succedendo dentro di sè, nonchè rispetto alle scelte di vita che sta intraprendendo.
Resto a disposizione!
cordiali saluti
AV

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.