Salve, io e mia moglie siamo preoccupati per nostro figlio di 3 anni e 10 mesi. La maestra del primo

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Salve, io e mia moglie siamo preoccupati per nostro figlio di 3 anni e 10 mesi. La maestra del primo anno di asilo (appena cominciato) lamenta il fatto che il bambino non voglia disegnare/colorare, fa molte bizze, anche se gioca e si diverte con gli altri bambini, però si atteggia come se fosse a casa sua si fa per dire (non gli piace colorare e la maestra lo fa giocare con il pongo che gli piace tantissimo, visto che l'ultima volta gli ha anche strappato i fogli alla maestra perchè si era impuntato che non voleva colorare). La maestra si è anche soffermata su come si rapporta con gli altri bambini, ci dice che tende ad avere felicemente molto contatto fisico (a suo dire infantile) nel mentre gioca con gli altri bambini, e spesso questo provoca un allontanamento involontario da parte di alcuni bambini (dove per altro nella classe in cui è sono più grandi di lui sulla media dei 5 anni). La maestra ci dice che lo vede molto indietro come se fosse molto più piccolo della sua età, anche nel modo di parlare e di porsi, spesso lo vede come un bambino di due anni, e nota anche di essere molto ripetitivo e saltellante nei giochi.
Sull'essere ripetitivo ho sempre notato che lui ha i periodi che si sofferma su dei cartoni e/o giochi, esempio quando aveva due anni e mezzo voleva fare sempre i puzzle piccolissimi, li finiva molto velocemente (quasi rimanevo sbalordito perchè io li avrei fatti molto più lentamente), li smontava e li rifaceva. Anche sui cartoni periodi in cui era focalizzato solo su alcuni, ma poi tutte queste abitudini cambiavano con altre cose nuove. Un altra cosa che fa sempre a casa, a lui piacciono molto gli animali (cosa che invece gli continua a piacere visto che li vuole sempre comprati), e fa per terra file chilometriche con tutti gli animali messi in fila o facendo anche dei quadrati, spesso rimango stupito in quanto rispetta anche l'ordine di dimensione.
Facciamo un passo indietro, e racconto brevemente la vita presente e passata di mio figlio: il bambino fin dalla sua nascita fino ai suoi 3 anni e 3 mesi ha sempre e solo giocato con bambini (coetanei) di amici di famiglia, in qualche sala giochi o parco e comunque poche volte al mese in tempi normali (per sfiga che non ha nemmeno cugini della sua etá). La cosa si aggrava quando nel periodo Covid come tutti i bimbi, totalmente isolato a casa insieme a noi genitori (solo io uscivo per lavoro) per molti mesi, specialmente nel primo lockdown. Volevamo mandarlo a scuola privata verso ottobre 2021, ma aspettavamo la seconda genita (nata a febbraio di quest'anno) e nel contempo abbiamo scoperto che mia moglie non era immune alla rosolia, quindi il ginecologo e la pediatra ci hanno praticamente vietato di vedere altri bambini per scongiurare il rischio di contagio del virus fino alla nascita della bambina. Arriviamo tranquilli a febbraio di quest'anno e nasce la piccola, dopo qualche giorno scopriamo di essere tutti positivi al covid (esclusa la piccola per fortuna). A parte questo questo brutto evento improvviso, il bambino si mostra affettuoso con la piccola anche se ovviamente ha mostrato penso normali atteggiamenti di gelosia, per esempio quando avevo in braccio la bambina lui si butta sopra (cercando molto contatto fisico) a me se sono nel divano perchè vuole essere anche lui partecipe, io e mia moglie abbiamo sempre cercato di compensare questa cosa e non fargli sentire alcuna minima mancanza, tenendo presente che fin dalla sua nascita ad oggi dorme nel lettone con noi, con la sua stanzetta che è in arrivo.
Finiscono brevemente questi tre mesi di scuola dell'infanzia dove il bambino ha imparato un sacco di cose, fra cui poesie, preghiere che ripeteva sempre a casa con molta gioia. Da quando è terminata la scuola, lui ci diceva ogni giorno che voleva andare a scuola a giocare con i bimbi, e notiamo che dallo stesso periodo, quando ha delle opposizioni da parte nostra di qualsiasi natura relativi a giochi, tv o magari perchè si sveglia nervoso, lui scarica la rabbia con autolesionismo a darsi pugni in testa o darsi dei morsi, noi poi cerchiamo di calmarlo e ci riusciamo dopo un poco. In tutta questa serie di eventi, arriviamo a luglio di quest'anno ed in occasione dell'estate, mia moglie ha cominciato lo spannolinamento, ci avevamo provato quando aveva 2 anni e mezzo senza successo ma non c'è stato verso, adesso ci siamo riusciti al 50%, in quanto fà la pipì regolarmente in bagno in maniera autonoma sia a casa che a scuola, ma succede anche che la fà ancora di sopra, e dopo averla fatta ci dice che ha fatto la pipi di sopra, oppure ci ripete la frase del nostro rimprovero "la pipì non si fà di sopra". Fino a quì diciamo ok, la cosa che ci preoccupa insieme a tutte le cose che ci dice la maestra e che ancora su 10 volte, 7 volte si fa di sopra e 3 volte nel bagno regolare (con il suo riduttore per wc). Certe volte ci dice che deve fare cacca e noi lo accompagniamo, altre volte se la tiene di sopra senza dire niente e lui gioca regolarmente, siamo noi ad accorgerci che si è fatto addosso notando che cammina in maniera buffa. Insieme alle nostre preoccupazioni, e a cosa ci dice la maestra lui ha molto paura dei cani (pur avendo avendo passione negli animali) e dell'aspirapolvere (anche se su questa è molto migliorato ora lo abbiamo convinto che non fà niente, e la tiene lui per mano per giocare, ma di tanto in tanto continua a mettersi sopra il divano appena viene accesa), ha terrore e vuole venire in braccio.
Rapporto da genitori nei confronti del bambino: io molto permissivo, e devo dire che mi sento in parte colpevole degli atteggiamenti di mio figlio, in quanto giochiamo spesso fisicamente (non so se per questo che si atteggia anche lui con i bambini) forse con troppe coccole, però è un qualcosa a cui mi non mi sono mai soffermato. Giusto per capire, se mia moglie molto più severa lo rimprovera, non si arrabbia molto con lei ma scarica in parte su di me.
Infine la maestra ci dice anche che in parte la colpa l'ha la scuola dell'infanzia, in quanto è stato poco scolarizzato, soffermandosi più sul gioco che su altre attività.
Penso di non essermi scordato niente, è il caso che aspetto l'evolversi dell'anno scolastico o di avere un consulto medico.
Spero in qualche prezioso consiglio, io e mia moglie siamo molto preoccupati.
Grazie mille in anticipo a tutti.
Salve, capisco e comprendo la vostra preoccupazione. Ritengo utile che voi possiate avere un'analisi il più possibile dettagliata delle situazioni che si verificano a scuola, verificando attentamente cosa succede subito prima e subito dopo un dato evento. Ritengo importante che in questo delicato processo di assessment vi facciate aiutare da un professionista.
Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, posso immaginare la vostra preoccupazione sia per gli aspetti segnalati dalla scuola sia per le difficoltà che riscontrate a casa con il toilet training (togliere il pannolino). L'isolamento durante il lockdown sicuramente non ha aiutato vostro foglio a migliorare le sue abilità relazionali ed alcuni aspetti descritti potrebbero risolversi spontaneamente con la frequenza della scuola dell'infanzia. Tuttavia, viste la presenza di alcune difficoltà e comportamenti rigidi e ripetitivi vi posso consigliare una valutazione neuropsichiatrica infantile. Contemporaneamente potrebbe essere utile un supporto psicologico per voi genitori in modo da utilizzare strategie più funzionali nell'ambiente domestico.

Cordiali saluti
Dott.ssa Martina Gallo
Buongiorno, la sua preoccupazione è comprensibile però è importante ridimensionare la situazione. La scuola è iniziata da poche settimane in realtà ed è la prima esperienza extrafamiliare che suo figlio vive realmente. Probabilmente ha bisogno di più tempo per ambientarsi, conoscere gli altri, rispettare le regole e le routine che vivono quotidianamente.
Aver vissuto il lockdown e la seconda gravidanza a casa per il rischio rosolia ha posticipato per suo figlio la possibilità di reazionarsi agli altri e di crescere; frequentare la scuola adesso lo aiuterà a risolvere le sue difficoltà imparando a condividere con gli altri lo spazio e i giochi.
Anche io le consiglio di consultare un neuropsichiatra infantile per approfondire i comportamenti rigidi e ripetitivi. Consiglio anche di consultare uno psicologo per il parent training, per supportare voi genitori nella gestione dei comportamenti problematici che si verificano a casa.
Un caro saluto Dott.ssa Marina Colangelo
Gentile Utente,
traspare, da quanto scrive, tutta la preoccupazione che vi accompagna in questo momento di cambiamento e di crescita. Sono accadute molte cose in questo periodo, sia per tutti noi sia per voi come nucleo familiare. L'ingresso alla scuola dell'Infanzia è sicuramente un momento molto delicato per ogni bambino/a, poichè è per molti/e il primo approdo alla società, al "mondo fuori" da casa, in cui si deve imparare a relazionarsi con gli/le coetanei/e, i/le pari e con altre figure adulte diverse dai genitori, che rivestono il ruolo di autorità. E' dunque un momento di crescità molto importante e impegnativo, soprattutto per i/le bambini/e che non hanno frequentato il nido. Inoltre, l'arrivo di un nuovo membro all'interno della famiglia, che si allarga e che cambia, è un ulteriore momento delicato per tutti i/le componenti del nucleo familiare. Rispetto ai comportamenti di vostro figlio, segnalati dalle maestre e individuati da voi, la consulenza di un/una neuropsichiatra è sicuramente un passaggio che potrà aiutarvi a chiarire le vostre preoccupazioni e intervenire nel caso sia necessario intervenire. Per quanto invece riguarda le vostre preoccopazioni di genitori, stringere una relazione proficua con le insegnanti potrà aiutarvi ad affrontare al meglio questo momento importante per vostro figlio. Inoltre, richiedere la consulenza di uno/una psicologa potrà aiutarvi ad analizzare e prendervi cura della vostra preoccupazione, al fine di gestirla al meglio e trasformarla in un momento di supporto e di crescita sia per voi genitori sia per vostro figlio.
Restando a disposizione, vi auguro il meglio
Dott. Daniele Nicolosi
Gentile papa, non è facile sapere “dare un senso” ai comportamenti e alle richieste dei nostri figli, imparare a leggerli, capirli e soddisfare i loro bisogni sottostanti, in modo tale che si possano sentire felici, che siano più facile da gestire e che loro possano interiorizzare fiducia e sicurezza.
Il giusto equilibrio su come porre i limiti e cogliere quali sono i loro bisogni e l'assecondarli è un capolavoro.

Però fortunatamente oggi ci sono dei programmi specifici che si occupano di orientare i genitori in questo senso. Prima di "patologizzare" i comportamenti dei bambini bisogna entrare nella loro logica, nel loro punto di vista, nel loro mondo. Questo vale per tutti quelli che si prendono cura dei bambini, insegnanti compressi. C'è un programma molto interessante che si chiama Circle of Security, Il Circolo della Sicurezza, che si occupa proprio di questo, di cui ora faccio una sintesi.

Il Circle of Security Parenting è un programma psico-educativo per genitori ideato da Glen Cooper, Kent Hoffman e Bert Powell. Nasce per rispondere a esigenze concrete e a problemi quotidiani di mamme e papà: a volte è facile sentirsi persi e senza indizi su cosa i propri bambini avrebbero bisogno da te, senza sapere cosa puoi fare per aiutarli a crescere sicuri. Questo intervento offre una mappa per orientarti nel “dare un senso” ai comportamenti e alle richieste dei tuoi figli, imparando a leggerli, capirli e soddisfare i bisogni sottostanti. In questo modo i bambini saranno più felici, quindi più facili da gestire.
Si distingue distingue perché:
• Si basa su 50 anni di ricerche sull’attaccamento e sulla relazione genitore-bambino;
• Traduce queste evidenze scientifiche in concetti semplici, anche attraverso l’uso di immagini e video;
• Quanto appreso nel percorso è direttamente spendibile nella relazione con i propri figli;
• I partecipanti sono invitati a riflettere sulle proprie relazioni come genitore e come figlio, attivando processi di pensiero ed emozioni (è ampiamente verificato come i processi di apprendimento siano più duraturi quando passano attraverso il coinvolgimento emotivo);
• Lo scopo non è quello di diventare “genitori perfetti” ma quello di imparare a leggere i bisogni del proprio bambino. Non si interviene sul comportamento genitoriale, si lavora per “ampliare” lo stato mentale del genitore, e per modificare le strategie relazionali in modo da rispondervi in modo adeguato.
• Struttura: Sono 8 incontri di 90 minuti circa per gruppi di 8-10 genitori.

Imparare a riconoscere e soddisfare i bisogni di suo figlio crea una sicurezza più duratura per lui e, di conseguenza, una maggior soddisfazione per lei.


Non so dove lei abita, quindi non so se nella sua località lei lo può seguire, ma ve lo consiglio tantissimo. Io me ne occupo di questo programma per genitori di bambini da 0 a 6 a Milano. Per maggiore informazine al riguardo c'è la mia pagina Facebook o Istagram o mi può contattare direttamente da questo portale.
Gentile papà, si capisce da quello che ha scritto la sua preoccupazione, ma essendo un minore farei riferimento al territorio (asl/asp), per test ed eventuali certezze. Invece, per voi genitori potresti rivolgervi ad un professionista psicologo/ psicoterapeuta (anche privato) che vi supporti durante questi passaggi, cambiamenti ed evoluzioni.
Buongiorno, mi dispiace per il Vostro disagio e per quello del Vostro bambino.
La scuola materna è iniziata da poco, è sicuramente un grande cambiamento per Vostro figlio che per la prima volta si confronta con nuove regole, nuove figure educative e nuovi compagni, contemporaneamente si è trovato a dividere mamma e papà con la nuova arrivata, prima era lui al centro delle attenzioni di genitori e nonni, ora non più è quello che il famoso psicologo dell'università di Padova G. Petter e anche Lewin chiama "spazio psicologico di libero movimento" che nel caso di Vostro figlio si è ridotto invece di aumentare.
Può capitare che un evento o una situazione particolare generi nel bambino quello che viene comunemente definito ‘atteggiamento di regressione’. La nascita della sorellina come il passaggio alla scuola materna sono stati dei cambiamenti notevoli... possono aver agitato il piccolo, che può aver regredito in questo modo.
Quando avrà elaborato e "digerito" questi cambiamenti farà sicuramente un salto evolutivo di crescita.
In linea generale le bambine acquisiscono il controllo sfinterico all’incirca al secondo anno di età, mentre i maschietti al terzo anno. Queste “scadenze” devono essere però prese come linee guida generali: ogni bambino ha la sua storia di vita e i suoi tempi.... e Vostro figlio ha avuto una serie di cambiamenti, di frustrazioni da metabolizzare.
Spesso il bambino si vergogna di quello che ha fatto e tende a chiudersi in sé. Noi dobbiamo rassicurarlo senza fargli pesare l’accaduto.
In ogni caso il genitore non deve mai sgridare il bambino. «Il rimprovero di sicuro non incentiva il bambino a fare meglio e, se protratto nel tempo, potrebbe far nascere in lui sentimenti negativi fino a spingerlo a trattenere ancora la cacca.
Dal punto di vista cognitivo e psicologico, è importante:
– stabilire dei comportamenti ripetitivi per indurre il bambino ad acquisire una certa regolarità nella defecazione, nelle abitudini relative all’uso del gabinetto, nell’alimentazione e nel sonno;
– effettuare una sorta di addestramento, attraverso metodi comportamentali e tecniche basate sull’uso del rinforzo del comportamento corretto,
- dargli anche la giusta attenzione, che probabilmente con la nascita della sorellina ha avvertito meno, perchè in quel momento avevate altre priorità.
Io non vedo, sia come pedagogista che come psicologa" la necessità di patologizzare tali comportamenti, compresi i comportamenti ripetitivi che potrebbero essere un modo per auto-rassicurarsi. Può essere utile un supporto psicopedagogico per Voi genitori e per gli insegnanti, perchè insieme riusciate a supportare strategicamente il bambino, oltre a dargli il tempo tecnico per ambientarsi e metabolizzare. Solo in un secondo momento, se i comportamenti dovessero persistere dopo i primi 4-5 mesi di scuola d'infanzia, allora potrebbe essere utile un consulto da un neuropsichiatra infantile.
Saluti
dr. Germi
Salve, dovete rivolgervi a uno psicologo e parlarne per capire nel dettaglio. L'analisi di un comportamento infantile è cosa piuttosto complessa e non può essere soddisfacente un racconto di una maestra oppure di un post per avere risposte. Vi suggerisco vivamente di rivolgervi a un professionista. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Caro papà, grazie per aver richiesto il nostro parere sul portale, indice sia di una preoccupazione verso quanto riferito ma anche di scrupolo e di grande interesse per suo figlio. Ciò che sento di indicarle è di monitorare l'evolversi della situazione, verificando se i comportamenti segnalati tendano a ripresentarsi. Sicuramente, l'esperienza di isolamento non ha favorito l'esplorazione dell'ambiente esterno tipica dell'età di suo figlio, durante la quale si iniziano a stabilire le prime relazioni sociali esterne al nucleo familiare. Dunque un'osservazione dell'esperienza scolastica per un periodo può essere utile per comprendere se sia il caso, poi, di richiedere il parere di un neuropsichiatra infantile. Sento anche di consigliare a voi genitori un percorso in cui vi prendiate cura della vostra preoccupazione, delle paure, dei vostri dubbi e perplessità, uno spazio in cui possiate esplorare le vostre risorse genitoriali.
Un grande in bocca al lupo.
Un caro saluto
Simona
Buongiorno,
comprendo la vostra preoccupazione così come vi viene presentata dalle maestre. Credo che vi possa essere maggiormente utile rivolgervi ad un professionista, anche per evitare il rischio di incasellare il bambino come "problematico".
La pandemia COVID 19 non è stato sicuramente un elemento che ha favorito le relazioni e nei bambini l'utilizzo della mascherina ha creato delle difficoltà relazionali. L'impossibilità di vedere le espressioni facciali, che per un bambino sono molto importanti, può avere creato anche delle paure che il bambino per manifestarle utilizza la modalità che lui conosce meglio: ad esempio la rabbia.
Rimango a disposizione anche per una consulenza online.
Un caro saluto
Dr.ssa laura Chiuselli
Buongiorno,
le consiglierei innanzitutto di evitare di enfatizzare quelli che vi sembrano dei grandi problemi, perchè possono esser transitorio, quindi non ingigantite le cose, perchè se lo fate voi genitori poi lo farà anche vostro figlio.
Inoltre, dategli attenzione solo quando fa le cose per bene, quando sbaglia, privatelo dell'attenzione. Quello che cerca è proprio questo: attenzione! Per cui, più si fa la pipì addosso, più aumentano le attenzioni, più sbaglia, più attenzioni gli si danno. Dovreste cercare di sovvertire tale meccanismo.

A presto.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Gentilissimi Genitori,
vostro figlio ha vissuto dei grossi cambiamenti, non solo dal punto di vista sociale ma anche famigliare. I suoi comportamenti potrebbero essere l'espressione di questi cambiamenti che lui esterna, ma ovviamente vi consiglio una visita specialistica dove con con calma potete spiegare bene la vostra situazione e potervi far consigliare al meglio.
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Salve, capisco la preoccupazione di voi genitori rispetto il vostro bambino, soprattutto quando la situazione è rimarcata e segnalata da una persona esterna con cui non avete ancora un rapporto di buona confidenza. Prima di passare a conclusioni troppo affrettate, bisognerebbe conoscere con una buona raccolta dati la storia evolutiva del bambino e comprendere bene le tappe di sviluppo del piccolo. Alcuni comportamenti possono essere fisiologici, è però importante capirne la durata e l'intensità. Potrebbe essere utile inoltre per voi genitori una consulenza genitoriale rispetto delle strategie efficaci da adottare con il bambino riguardo ad alcuni comportamenti poco funzionali.
Cordialmente,
Martina
Gentile papà, comprendo che lei e la mamma siate preoccupati e probabilmente anche vostro figlio sta vivendo un disagio. Va a scuola in un ambiente nuovo con persone che non sono i suoi famigliari e nel quale si sta inserendo, ma anche a casa con l'arrivo della sorellina che tanto ama, ma che lo ha anche "spodestato" dal suo posto di figlio unico. Per questo motivo penso che sia meglio non aspettare la fine dell'anno scolastico, ma vi consiglio di rivolgervi a uno psicologo che si occupa di età evolutiva e che potrà chiedervi maggiori informazioni, ascoltarvi e capire insieme a voi che cosa stia accadendo. Vi potrà aiutare a dare una lettura di alcuni aspetti e valuterà se inviarvi a fare una visita neuropsichiatrica. Se vi è una grande preoccupazione, non aspettate. Cordiali saluti. Dott.ssa Enrica Grande
Mi dispiace sentire che tu e tua moglie state attraversando un periodo di preoccupazione per vostro figlio. Capisco che ci siano diverse situazioni che vi preoccupano riguardo al suo comportamento e al suo sviluppo. Tuttavia, posso darti alcune indicazioni generali che potrebbero aiutarti.

Prima di tutto, è positivo che abbiate notato alcuni interessi specifici e abilità nel vostro bambino, come il piacere per i puzzle, l'ordine degli animali e il suo sviluppo nel controllo della pipì. Questi sono aspetti positivi del suo sviluppo.

Tuttavia, se siete preoccupati per il suo comportamento a scuola, potrebbe essere utile considerare un consulto con un esperto, come uno psicologo o uno psicopedagogista, che possa osservare e valutare in modo più dettagliato il suo comportamento, le sue abilità sociali e le sue capacità cognitive. Questo tipo di valutazione professionale potrebbe aiutare a identificare eventuali difficoltà specifiche o fornire suggerimenti per supportarlo al meglio.

È anche importante comunicare apertamente con la maestra per comprendere meglio le sue preoccupazioni e lavorare insieme a una soluzione. Potreste chiedere alla maestra se ci sono aspetti specifici che potete incoraggiare o lavorare a casa per aiutare vostro figlio a svilupparsi in modo più equilibrato.

Infine, nel rapporto con vostro figlio, è importante cercare un equilibrio tra la permissività e la fermezza. Trovate un modo di stabilire regole e limiti chiari, senza però dimenticare di mostrare amore, affetto e sostegno. Un ambiente familiare che fornisce una combinazione di struttura e amore può aiutare il bambino a svilupparsi in modo sano ed equilibrato.

Ricorda che ogni bambino è un individuo unico e che il suo sviluppo avviene a ritmi diversi. Inoltre, i bambini possono attraversare fasi di comportamento che possono sembrare preoccupanti, ma che in realtà possono essere parte normale del loro sviluppo. Tuttavia, se le vostre preoccupazioni persistono o aumentano, è sempre consigliabile cercare il parere di un professionista qualificato.

Spero che queste indicazioni siano state utili .Vi auguro il meglio per voi e vostro figlio, e spero che riusciate a trovare le risposte e il sostegno di cui avete bisogno.
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bongiorno, oltre a essere una psicologa clinica sono madre di 3 ragazzi e posso comprendere i dubbi e le preoccupazioni; spesso le nostre scelte sono dettate proprio dalle paure, che non sappiamo decifrare e che ci fanno reagire in modo inconsulto e spesso disfunzionale.
Sarebbe molto interessante approfondire la vostra storia di coppia prima e di genitori poi, per trovare insieme i modi coerenti a ciascuno per muoversi all'unisono, sentendo fiducia e sostegno reciproco.
cordialmente
dott.ssa rogora chiara
Salve, grazie per la condivisione. Il bambino è ancora molto piccolo e potrebbero essere diverse le motivazioni del suo atteggiamento, vi consiglierei un consulto neuropsichiatrico per togliere qualunque dubbio. Su di voi che sicuramente state attraversando un momento di vita molto stressante invece, sarei disponibile a trovare uno spazio in cui poter capire come questo stress incida sulla vostra vita per comprendere se soprattutto questo influenza il comportamento dei bambini e come. Cordialmente, dott.ssa Nunzia Giustiniani
Buongiorno e grazie per il quesito. La sua domanda si riferisce ad un bambino molto piccolo che sta frequentando il primo anno di scuola d'infanzia - una scuola nuova e con un diverso obiettivo rispetto al nido, cioè l'impartizione di una educazione prescolare - che ha da poco avuto l'esperienza della nascita di una sorellina. Credo ci siano degli elementi per sostenere l'importanza di lasciargli tempo e spazio, congiuntamente alla possibilità. per voi, di avere uno spazio di riflessione sull'educazione e crescita dei vostri figli e della vostra famiglia, se lo riteniate necessario. Cordiali saluti,

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