Salve il mio nome è Sara io volevo qualche suggerimento su come affrontare un piccolo problema con i

23 risposte
Salve il mio nome è Sara io volevo qualche suggerimento su come affrontare un piccolo problema con il mio ragazzo... Il mio compagno ha 37 anni e da 5 anni soffre di una grave forma di incontinenza (mista). Quindi porta un pannolino costantemente. Quando l'ho conosciuto aveva già questo problema, ma per me non era e non è assolutamente un problema, anzi trovo molto eccitante tutto ciò che comporta la cura di quel lato di lui, cambiarlo, preoccuparmi di avere sempre un cambio e un pannolino pulito in borsa, mi fa sentire utile e più legata a lui. Il problema è che non ne parliamo mai approfonditamente è come un grande elefante rosa al centro della stanza, non so come iniziare il discorso. Lui si vergogna molto e si sente umiliato per ogni cosa, perdite del pannolino, incidenti di incontinenza fecale e questo mi spinge a non affrontare mail l'argomento. Io vorrei anche che lui fosse a suo agio a dirlo ai parenti e amici stretti, è snervante tenere tutto segreto quando, ad esempio andiamo a trovare i miei genitori. Ci ospitano in casa e noi nascondiamo pannolini ovunque per poi buttarli di nascosto., archittettiamo fuge strane per i cambi pannolino. Tra poco a natale andremo dai miei per due settimane e io già sono in ansia... Se si bagna i pantaloni davanti a tutti, se si sporca e gli altri se ne accorgono, anche se ha un pannolino l'odore si sente! Se scoprono i pannolini in borsa o peggio quelli sporchi nascosti sotto il letto. Come fare per farlo sentire a suo agio con la sua incontinenza, tanto da non vergognarsi a dirlo alla famiglia ristretta per vivevre tutto con più serenità?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve cara, È ammirevole il suo impegno nei confronti del suo fidanzato. Tuttavia ritengo importante che la persona in questione si rivolga ad uno psicologo per affrontare la situazione ed accettare le condizioni di salute in cui versa al fine di trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici. Sappia Dunque che per superare è necessario accettare e questo deve essere fatto dalla persona portatrice del disagio, difficilmente l'accettazione può arrivare mediante l'esterno.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, posso immaginare la grande difficoltà e imbarazzo nel gestire la situazione. Però mi sento di dirle che il suo fidanzato ha accanto una donna in grado di comprendere e accettare e quindi questa è già una grande risorsa che facilita il percorso. Il prossimo passo però, è che lui per primo affronti questa sua difficoltà magari con uno psicoterapeuta, per uscire allo scoperto con se stesso e di conseguenza migliorare la qualità della sua vita sociale.
Resto a disposizione anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Alessia Battista
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Catanzaro
Gentile Signora, credo, che il suo compagno, abbia bisogno di effettuare un percorso nel quale accettare la sua condizione, senza vivere la paura del giudizio degli altri per la sua differenza. E' importante che impari ad accogliere i limiti della sua condizione, tirare fuori nuovi adattamenti e risorse. Potrebbe essere importante un confronto, nel quale poter spiegare le sue emozioni, e superare il tabù
Cordialmente Dott.ssa Alessia Battista
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Psicologo, Psicologo clinico
Alessandria
Gent.ma Sara, mi colpisce molto l'impegno nei confronti del suo compagno.
La prima cosa che mi sento di dirle è che sarà
sempre molto complicato parlarne ai familiari se in primis è un tabù nell'intimità di coppia.
Credo sia fondamentale che il suo compagno lavori individualmente sul disagio che vive e che approfondiate la vostra comunicazione riguardo a questo aspetto della quotidianità anche eventualmente in un percorso di coppia.
Solo successivamente, quando voi sarete realmente preparati emotivamente a tutto questo sarà più facile un confronto con i familiari.
Un caro saluto
Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Dott.ssa Elisa Fedriga
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Iseo
Buongiorno,
Potrebbe aiutare il suo compagno, suggerendogli una psicoterapia.
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma, il problema che descrive non è piccolo come inizialmente scrive. Il disturbo è serio e verosimilmente collegato ad un problema organico di cui il suo fidanzato soffre. Evidentemente, è un problema di salute che intralcia gravemente la quotidianità: come per qualsiasi evento organico rilevante che impatta nella qualità di vita (es. problemi oncologici, cardiopatie, nefropatie, dolore cronico, ecc.), può essere meglio compreso all’interno di una prospettiva medica da cui un appropriato intervento psicologico non può prescindere. SG
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Buonasera,
Immagino che il suo compagno provi un grande disagio personale per la condizione di salute in cui versa, nonostante il suo modo ammirevole di stargli vicino e di prendersene cura.
Uno spazio personale all'interno del quale elaborare l'accettazione della sua condizione, potrebbe aiutarlo. EP
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Lei già fa abbastanza. Con lei il suo ragazzo si sente a suo agio e si fa aiutare. Ma il problema resta suo ed è lui che deve affrontarlo e accettarlo. Può consigliargli un percorso psicoterapeutico per poter elaborare ed esprimere i vissuti emotivi collegati alla situazione vive, per stimolare la fiducia in se stesso che le permetterà di sentirsi a suo agio anche con il suo problema. Ma, la cosa più importante da fare, è rispettarlo, rispettare la sua vergogna, il suo timore, il suo imbarazzo. Non è semplice accettare una condizione simile. Si metta nei suoi panni e senta cosa proverebbe lei al suo posto. Distinti saluti.
Dott.ssa Lydia Chiovari
Psicologo, Psicoterapeuta
Padova
Gentile Signora, è veramente ammirevole la sua cura e la sua attenzione per questa situazione invalidante che sta coinvolgendo il suo ragazzo, ma più lei si prodiga, più il suo ragazzo invece di lavorare sull'accettazione di questa situazione dolorosa, si ritirerà di più in se stesso, vergognandosi e sentendosi sempre di più inadeguato e fragile. Quello che le consiglio di fare semmai è aiutarlo ad iniziare un percorso di terapia, che gli permetta di affrontare emotivamente questo suo stato cronico. In bocca al lupo! Cordialmente, Dott.ssa Lydia Chiovari
Dott.ssa Cristina Mitola
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Buonasera, purtroppo se non esce la volontà dal suo stesso ragazzo di cambiare e affrontare la verità della sua condizione è difficile che possiate vivere la situazione in maniera naturale. Gli parli con dolcezza facendogli capire che lei lo ama ed accetta per chi è e che vorrebbe che lui cominciasse ad accettarsi a sua volta.
Le consiglio un percorso psicologico serio affinché il suo ragazzo possa aprirsi ed accettarsi completamente.
A disposizione
Dr.ssa C.M
Dott.ssa Viola Barucci
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buonasera, mi sembra che “protegga” il
Suo fidanzato come se fosse un bambino. Mi chiedo però se forse per aiutarlo davvero non sia meglio affrontare insieme la questione. In primo luogo tra voi due di modo che non diventi un tabù e, successivamente con i familiari. Tuttavia ritengo importante che il suo fidanzato intraprenda un percorso di psicoterapia personale dove possa imparare ad accettare la sua situazione. Potreste eventualmente anche rivolgervi a un terapeuta di coppia che magari vi può guidare e accompagnare nella scelta delle strategie più adeguate per affrontare la situazione e dare voce ai vostri vissuti.
Saluti
Dott. ssa Viola Barucci
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per aver trattato con noi una questione molto personale. Penso che ciò che lei sta affrontando con tanta dedizione ed amore verso il suo compagno le faccia onore e penso anche che non debba essere facile per voi gestire la situazione ed i rapporti col mondo esterno. Quello che posso consigliarle è di aiutare il suo compagno a comprendere l'importanza di affrontare la situazione mettendosi lui in gioco in prima persona. Poter dar voce ai suoi vissuti ed al suo sentire riguardo la sua condizione attraverso un percorso psicologico, potrebbe giovare molto oltre a permettere al suo compagno di diventare maggiormente padrone della propria vita. Anche per quanto riguarda lei, che immagino regga sulle spalle il peso di una situazione non semplice, potrebbe essere d'aiuto avere uno spazio tutto suo in cui sentirsi ascoltata ed in cui poter dare sfogo al suo sentire. Resto a disposizione anche per dei colloqui online. Cordialmente, Andrea Brumana
Dott.ssa Marzia Sellini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Brescia
Buonasera,
il suo prodigarsi per aiutare il suo compagno è incomiabile, andrebbe approfondito con uno specialista, qualora non l'aveste già fatto, la causa di questo problema di incontinenza urinaria, se totalmente involontario, con noxa causale organica o se legato a fattori psicologici/relazionali. Talvolta alcune dinamiche relazionali e comunicative nella coppia possono influenzare il funzionamento fisiologico di un sistema psicocorporeo.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
Dott.ssa Arianna Maria Coglio
Psicologo, Psicologo clinico
Busto Arsizio
Buongiorno, il suo impegno e comprensione fa capire quando affetto nutre per questa persona. Capendo che per lui possa essere veramente imbarazzante, può comunque affrontare l'argomento sottolineando quanto per lei non sia un problema ma quanto possa essere liberatorio non dover più trovare un escamotage per nascondere questo problema, lui dovrà essere aiutato ad accettare che il problema medico non sia una sua colpa e quindi si possa sentire libero di gestire il suo problema con rispetto da parte degli altri. Sicuramente vi consiglio di approfondire il discorso con un professionista.
Dott.ssa Luciana Harari
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buonasera ,trovo ammirevole la sua amorosa condivisione.Credo che il suo ragazzo dovrebbe farsi aiutare da un bravo professionista.Comprendo l imbarazzo e la vergogna, ma se riuscisse a superare queste difficoltà, starebbe molto meglio sollevato da un ingombrante segreto .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera Sara, l'occasione di stare a casa dei suoi è motivo di prendere di petto la situazione per organizzarsi con il suo compagno. Chiarite cosa accade in termini organici perché ci sia tale incontinenza. Una probabile sindrome, disfunzione o altro potrebbe farvi vivere con più serenità la quotidianità e poterne parlare. Mi rendo a disposizione per un sostegno psicologico. Saluti dott.ssa Lombardo
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Salve Sara,

lei è portatrice di una istanza di coppia, per tanto potrebbe esser opportuno affrontare in un setting terapeutico di coppia le problematiche da lei evidenziate. Lo specialista per eccellenza in questi casi è uno psicoterapeuta sistemico-relazionale. Potrebbe aiutare sia lei che il partner a convivere serenamente con la problematica da lei descritta e gli aspetti qui evidenziati. Nella speranza di aver orientato con queste poche righe la domanda di cui si è fatto portatrice.

Cordiali Saluti
Dottor. Diego Ferrara
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Ciao Sara,

Comprendo che la situazione che stai vivendo con il tuo compagno sia delicata e che tu desideri affrontare l'argomento dell'incontinenza in modo aperto e confortante. Per iniziare, cerca di creare un ambiente sicuro e privato per discutere di questo argomento. Sii sincera e aperta riguardo ai tuoi sentimenti, spiegando che il suo benessere è importante per te e che desideri supportarlo. Mostra comprensione, rispetto e amore incondizionato. Offri il tuo sostegno e incoraggialo a parlare apertamente dei suoi sentimenti e preoccupazioni. Potreste anche considerare la possibilità di coinvolgere un professionista della salute, come uno psicologo o un consulente specializzato in salute sessuale, per fornire un supporto aggiuntivo a entrambi.

Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Ciao Sara, hai provato a procedere per piccoli passi? Inizia magari a provare a metterlo a suo agio e a porterne parlare tra voi, senza sottolinerare troppo gli aspetti negativi (si sente l'odore, si sporca etc) in fondo a tavola per un motivo o per un altro ci si può comunque sporcare no? Solo quando potrà vivere in modo più sereno tra voi magari puoi provare ad allargare il discorso alla famiglia se lui se lo sente (in fondo può essere il vostro piccolo segreto).
Puoi anche proporgli di seguire un percorso con un professionista.
Dott. Valerio Borzi
Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, grazie della sua condivisione.
Immagino non sia agevole per lei gestire questo elefante rosa nella stanza che sente ci sia in questo momento nella vostra relazione.
Quello che può fare, a mio parere, è di sicuro continuare a sostenere il suo compagno senza fargli pesare questo aspetto, e al contempo sarà lui stesso che, se ne avrà voglia, deciderà di comunicare maggiormente con le persone a lui più stretta ciò che accade.
Ognuno di noi ha dei tempi interni di elaborazione di una propria difficoltà, i quali se vengono forzati, si rischia di ottenere un effetto di chiusura sull'argomento ancora maggiore.
A presto
VB
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Salve Sara, la scelta di divulgare questa informazione credo sia più del suo compagno, che non sua. Mi rendo conto di quanto possa essere difficile la gestione di questa incontinenza, sia per lui che per lei.
Provate a parlarne tra voi e a trovare la soluzione che ritenete più opportuna per entrambi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Sara, la ringrazio per aver condiviso con così tanta sincerità e delicatezza una situazione molto personale. Dalle sue parole emerge chiaramente quanto lei tenga profondamente al suo compagno, quanto sia empatica e accudente nel suo modo di stargli accanto, e quanto desideri che anche lui possa vivere con più serenità la propria condizione. Ciò che racconta non è affatto banale, perché tocca diversi aspetti emotivi, relazionali e pratici che spesso si intrecciano in modo silenzioso, e non sempre facile da sciogliere. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, possiamo iniziare riconoscendo che ciò che oggi mantiene il problema non è tanto la condizione fisica di lui, ma il significato che lui stesso attribuisce a questa condizione, e i comportamenti di evitamento e controllo che derivano da quella valutazione. Quando una persona si vergogna profondamente di una parte di sé, come in questo caso, spesso attiva una serie di strategie per evitare l’imbarazzo e lo sguardo degli altri: nascondere, fare finta di niente, evitare le situazioni potenzialmente rischiose. Queste strategie hanno una funzione protettiva a breve termine, ma a lungo andare contribuiscono a rinforzare l’idea che quella condizione sia davvero inaccettabile, impresentabile, qualcosa da nascondere a ogni costo. Lei, nel suo ruolo affettivo e di cura, è rimasta coinvolta in questo meccanismo in modo molto umano e coerente: per non farlo sentire ancora più a disagio, per non urtare la sua sensibilità, ha preferito evitare il confronto diretto sul tema. Questo atteggiamento, comprensibile e dettato da amore, però rischia di rafforzare ulteriormente il tabù, facendo sentire il problema ancora più isolato e opprimente. È per questo che oggi, con grande maturità emotiva, sente il bisogno di parlarne apertamente, per cercare uno spazio di autenticità e libertà nella vostra relazione. Il primo passo potrebbe essere proprio quello di aprire un dialogo in modo graduale, scegliendo un momento tranquillo in cui entrambi vi sentiate al sicuro. Non serve entrare subito nei dettagli più delicati. Potrebbe iniziare esprimendo ciò che ha scritto qui: che si prende cura di lui con piacere, che si sente più legata grazie a questo aspetto, e che desidera semplicemente alleggerire il peso di questo silenzio, perché capisce quanto possa essere faticoso per lui vivere nell’ansia e nella vergogna. È importante che lui senta che non viene giudicato, che non c’è da parte sua la minima intenzione di sminuire il suo disagio, ma piuttosto un desiderio di affrontarlo insieme, in un’ottica di condivisione. È altrettanto naturale che lui non si senta pronto, e che possa reagire con chiusura o imbarazzo. Lavorare sulla vergogna richiede tempo e piccole esperienze correttive. Da un punto di vista terapeutico, potremmo parlare dell'importanza dell'esposizione graduale: piccole azioni concrete che permettono alla persona di affrontare ciò che teme, senza sentirsi sopraffatta. In altre parole, non è necessario che lui annunci subito ai familiari la sua condizione, ma magari si può iniziare da qualcosa di più semplice, come parlare apertamente tra voi, normalizzare le difficoltà, trovare insieme strategie logistiche più serene per affrontare il soggiorno dai suoi genitori. Un altro elemento centrale sarà lavorare insieme sul significato che lui attribuisce all’incontinenza. L’idea di essere "umiliato", "inadatto", "sbagliato" può essere decostruita, passo dopo passo, con l’obiettivo di portarlo a vedere se stesso in una luce più compassionevole e realistica. Non è l’incontinenza a definire il valore di una persona, ma spesso è il modo in cui la persona pensa che gli altri la vedranno. Se riuscirà, anche solo in parte, a modificare questo dialogo interno, potrà pian piano fare spazio a un atteggiamento più accettante verso di sé. Infine, è importante che anche lei possa prendersi cura di sé in tutto questo. Il suo bisogno di autenticità, di vivere la relazione senza dover nascondere nulla, è legittimo. Essere la persona forte, accogliente e disponibile ha un valore immenso, ma può anche essere faticoso se non c'è reciprocità emotiva. Continuare a parlargli con amore, ma anche con sincerità rispetto a ciò che lei prova, sarà fondamentale per mantenere la qualità della relazione nel tempo. Quella che vive non è una situazione semplice, ma con il giusto equilibrio tra delicatezza e apertura, è possibile affrontarla. Le auguro di poter costruire, passo dopo passo, uno spazio in cui entrambi vi sentiate liberi, accolti e meno soli. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Gentile utente,
la sua sensibilità e la delicatezza con cui descrive questa situazione mostrano quanto tenga al suo compagno e al suo benessere. Non è semplice convivere con una condizione come l’incontinenza, perché tocca dimensioni molto intime dell’identità, della dignità personale e della coppia. Il fatto che lei riesca a viverla con naturalezza e premura è già una grande risorsa; tuttavia, come giustamente nota, il silenzio e la vergogna che circondano il tema finiscono per alimentare la tensione e rendere ogni situazione familiare fonte di ansia.

Per affrontare l’argomento, può essere utile muoversi su due livelli: la comunicazione con lui e la gestione pratica delle situazioni sociali.

1. Parlare con lui

– Scegliere un momento tranquillo, non legato a un episodio spiacevole (come una perdita o un cambio d’urgenza). Può iniziare con una frase semplice: “Vorrei parlarti di una cosa che per me è importante, ma solo se te la senti.”
– Esprimere il suo punto di vista in modo affettivo, non pratico: non tanto “dobbiamo organizzare i cambi”, ma “mi piacerebbe che tu ti sentissi più libero e sereno, perché per me non è un problema e non voglio che lo sia per te”.
– Rassicurarlo sul fatto che lo ammira per come affronta la situazione, riconoscendo la fatica che può provare e quanto lo comprenda. L’obiettivo è fargli percepire che può parlarne senza sentirsi giudicato o messo in imbarazzo.
– Se lui tende a chiudersi, può proporre di parlarne insieme a un professionista (un sessuologo o uno psicologo di coppia), in modo da affrontare il senso di vergogna con un supporto neutro.

2. Gestire la visita dai suoi genitori

– Non serve affrontare subito una “rivelazione” completa. Potrebbe essere sufficiente spiegare, se si dovesse presentare una difficoltà pratica, che il suo compagno ha un piccolo problema medico che richiede accortezze: un modo discreto per alleggerire la tensione senza entrare nei dettagli.
– Porti con sé una borsa riservata con tutto l’occorrente e, se possibile, stabilite in anticipo uno spazio sicuro (una stanza o un bagno) dove lui possa sentirsi tranquillo.
– Se si sente a suo agio, può dirgli che per lei è più difficile “nascondere” tutto, ma che non vuole forzarlo: la sincerità, senza pressione, gli farà capire che può contare su di lei.

Nel tempo, la possibilità di parlarne apertamente potrebbe aiutarlo a ridurre la vergogna e a vedere la sua condizione non come un difetto da nascondere, ma come una parte gestibile della vita, che non compromette il suo valore né la relazione.

Il vero sostegno che lei gli offre non è “fare al posto suo”, ma aiutarlo a sentirsi accettato e rispettato anche nelle sue fragilità. Da lì, la serenità familiare verrà in modo naturale.

Dott.ssa Sara Petroni

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