Salve! Ho 22 anni e sono perfezionista con abbastanza autocontrollo di me stesso(se non c’è ansia di

23 risposte
Salve! Ho 22 anni e sono perfezionista con abbastanza autocontrollo di me stesso(se non c’è ansia di mezzo), Da 2 anni circa quando ho risvegliato la mia coscienza con meditazioni e pratiche dell’autocontrollo sotto percorso dello psicologo, ho sviluppato una ansia sociale che mi limita molto con le mie attivita(palestra, lavoro, famiglia!!) vorrei tanto stare tranquillo.. ma in seguito vorrei precisare la mia paura fobia..
Ho paura del mio ego, detto così sembra assurdo ma nel dettaglio ho paura di criticare la gente o di mostrarmi criticone dal mio viso, addirittura penso di essere percepito da chiunque anche oltre lo sguardo insomma, per cui adesso mi ritrovo con ansia sociale quasi grave senza riuscire a guardare negli occhi le persone, inoltre paura costante di poter essere colto per esempio a guardare le parti intime ad una qualsiasi donna mentre si stenta a dialogare.... non sono io, e non voglio esserlo più. Cosa consigliate?
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo quanto possa essere difficile convivere con questa situazione riportata. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale connesso con la genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno e grazie per averci parlato della sua situazione che comprendo debba recarle un certo disagio e il senso di non potersi sentire padrone di se stesso e della sua vita. Quello che posso consigliarle è di ritagliarsi uno spazio in cui ascoltarsi sentendosi contemporaneamente ascoltato così da poter arrivare a dare un senso ed una comprensione più profonda al suo sentire. Fare questo e diventare più consapevole del significato sottostante al sintomo che lamenta potrebbe restiituirle la serenità necessaria per tornare pienamente padrone delle sue scelte e della sua quotidianità. Ciò che lamente è risolvibile, non si preoccupi. Per questo sarei molto felice di poterla aiutare e resto a disposizione anche per dei colloqui online. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Laura Castellino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, percepisco la sua sofferenza e il mio consiglio è di continuare con un percorso psicologico con un professionista. Stando a quello che ha scritto, riferisce di avere molto autocontrollo ma non tutto naturalmente si può controllare (e menomale!). L'obiettivo con cui utilizzo la pratica della meditazione con i miei pazienti è imparare ad ascoltare ciò che accade e prenderne consapevolezza. Durante la meditazione gradualmente ci si allena ad abbandonare la pretesa di poter controllare ciò che proviamo e ciò che ci circonda ma ci si limita ad accogliere quel che accade e a prendercene cura. Ho avuto diversi pazienti con un vissuto simile al suo e con cui abbiamo raggiunto ottimi risultati, rimango a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento e resto a disposizione per un colloquio. Cordialmente, dott.ssa Laura Castellino
Dott.ssa Elena Longari
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
San Giuliano Milanese
Buongiorno,
la ringrazio per la sua condivisione, dalle sue parole si evince la fatica che porta la sua situazione.
È possibile che dopo un percorso di terapia emergano nuove fatiche ed emozioni che si nascondevano o venivano protette dalle prime.
Nel suo caso le consiglio di non abbandonare l'idea della terapia e di continuare a lavorare su quanto di nuovo è emerso, soprattutto perchè è stato così bravo a lavorare su di sè fino adesso, sarebbe un peccato non continuare. Dal messaggio che ha lasciato mi verrebbe da consigliarle un percorso MCT (terapia metacognitiva) per lavorare sul processo alla base di questi suoi pensieri. Per prima cosa le consiglierei comunque di fare una valutazione e una diagnosi (se non l'ha ancora fatta), così da poter impostare un lavoro specifico; dalle sue poche parole penso che potrebbe esserci una matrice ossessiva oltre che fobica, ma appunto senza una valutazione vera e propria non mi permetto di confermarlo.
Spero di esserle stata utile. Rimango a disposizione.
Un saluto,
Dr.ssa Longari Elena
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Salve, mi spiace molto per la sua situazione. Ovviamente non è possibile tramite una chat fare una formulazione del suo caso. Tuttavia credo che del suo disagio debba parlare conlo psicologo che già la sta seguendo. Cordiali saluti
Buonasera, mi dispiace per il suo disagio. Credo che la strada giusta sia indagare sull'origine di questi pensieri ricorrenti e limitanti. Cosa la.spavw ta nello stare con gli altri? Cosa non vuole mostrare di sé? Da chi vorrebbe nascondersi? Queste sono giusto alcune domande alle quali dovrebbe cercare risposta. Credo ci sia qualcosa di profondo da esplorare con un buon terapeuta.
Resto a disposizione
Un saluto
Claudia m
Dr. Riccardo Bardone
Psicologo, Psicologo clinico
Voghera
Salve. Mi dispiace per il disagio che sta vivendo. Da quello che leggo è difficile comprendere quali potrebbero essere le origini della sua ansia e della sua paura. Sarebbe utile primariamente tentare di capire le situazione che innescano in lei tali stati d'animo, in modo tale da far luce sull'ansia di cui parla. Qualora volesse parlarne con qualcuno, non si faccia problemi a contattarmi.
Dott.ssa Silvana Zito
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, noto che le preoccupazioni di perdere il controllo della sua persona e trovarsi in situazioni di inadeguatezza sono ricorrenti. Inoltre, è frequente la paura e colpa di fare qualcosa per cui lei potrebbe sentirsi in colpa (come giudicare gli altri).La paura sociale non sembra a sè stante, ma derivante dallo stesso problema.
Mi sembra che ci sono dei pensieri ricorrenti che la condizionano nei comportamenti. Il percorso più appropriato potrebbe essere una psicoterapia cognitivo comportamentale. Resto disponibile
Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Buonasera,
non è chiaro se lei sia ancora in terapia oppure no. Nel caso, è importante che affronti queste sue paure con il terapeuta; altrimenti, riprendere con un percorso psicoterapeutico dove poter elaborare quella che sembra essere per alcuni aspetti una nuova fase della sua vita, può certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Dott. Felice Schettini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera. Mi spiace per il disagio che sta vivendo e che descrive. Non mi è chiaro se in questo momento sta ancora seguendo il percorso psicologico con lo psicologo insieme al quale, se ho ben capito, sta lavorando (o ha lavorato) da 2 anni circa; se si, credo sia importante confrontarsi direttamente con lui, esprimere in modo aperto e diretto le difficoltà che sta vivendo e valutare in che modo ed attraverso quali interventi è possibile affrontarle. In caso contrario, la mia indicazione è di rivolgersi ad un/a psicologo/a-psicoterapeuta per approfondire ulteriormente la sua esperienza e valutare l'inizio di un percorso attraverso il quale poter lavorare per trasformare in senso costruttivo le difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

dal suo racconto si evince che sta facendo un percorso di psicoterapia con un collega. La invito a parlare di questi aspetti e di questo momento di difficoltà cosi intenso con lo specialista che la segue. Potreste trarre da quanto sta accadendo interessanti spunti di riflessioni su cui lavorare.
Continui il lavoro iniziato vedrà che con il tempo riuscirà a star meglio.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, provi ad approfondire ancora meglio la questione con lo specialista che lo sta seguendo.

Saluti

MT
Dott.ssa Anna Paolantonio
Psicologo, Psicoterapeuta, Posturologo
Roma
Salve. Un buon percorso psicoterapeutico può aiutarla a liberarsi dal mito del perfezionismo e dall'eccessivo autocontrollo che attivano l'ansia e la parte giudicante di sé, sia verso gli altri che verso se stesso. Comprendere perché si attivano, a cosa sono funzionali e da cosa la proteggono. Personalmente lavoro sull'integrazione mente corpo, aiutando a recuperare in modo chiaro le sensazioni e le percezioni corporee correlate ai pensieri e al modo di affrontare la vita, in modo che possano pian piano modificarsi attraverso l'apertura a diversi punti di vista e alla possibilità di dare spazio ai vissuti emotivi che si cercano di tenere sotto controllo: rabbia, paura, vergogna, disgusto, ecc. In questo modo si può attivare la fiducia in sé stessi che può permettere di ridimensionare i comportamenti difensivi che bloccano la vitalità e che impediscono di vivere serenamente. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, grazie per averci contattato. Mi dispiace per quello che sta attraversando, un nuovo percorso psicoterapeutico, preceduto da una psicodiagnosi accurata, potrebbe esserle di giovamento. Non perda le speranze. Resto a disposizione un caro saluto
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera

Se sta effettuando un percorso di psicoterapia , ha parlato con il suo terapeuta di queste idee ?
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amico,
quante cose ci racconta! non è chiaro come delle "pratiche" meditative possano aver "risvegliato" in lei questa paura del suo "ego", ossia di essere troppo critico o di essere colto a sbirciare le parti intime delle donne che incontra... Ho l'impressione che ci sia molta confusione su cosa sia la meditazione e cosa sia la psicoterapia.

Le consiglio di chiarire prima questo punto, perché come istruttore di mindfulness e praticante di meditazione ho l'impressione che questa sovrapposizione la stia sviando.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buonasera, non è ben chiaro se sta ancora andando da uno psicologo. In caso affermativo, ne parli apertamente con lui, in quanto gli sarà utile per poterla aiutare al meglio nel percorso.
L'ansia che manifesta certamente le crea disagio in quanto interferisce nella sua vita quotidiana: attraverso un percorso psicologico potrà, però, riuscire a ritrovare sicurezza in se stesso, imparare strategie utili a vivere le situazioni in modo più funzionale.
Resto a disposizione qualora ne avesse necessità, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, se sta seguendo un percorso con un collega psicoterapeuta deve rivolgere a lui queste domande e valutare l'andamento del suo percorso. Credo che prima dell'autocontrollo sia necessario ascoltare le parti del suo Sè che tenta di respingere e che proprio per questo tendono a venire fuori nei modi più disparati.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, come è proseguito il suo precedente percorso? Ha fatto presente quello che stava vivendo? Avete avuto modo di affrontarlo insieme?
Buongiorno, attualmente è ancora in cura da questo psicologo?
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, capisco quanto possa essere difficile vivere con questa forma di ansia sociale che, a quanto descrive, si è intensificata nel tempo e ora sta limitando diversi aspetti della sua vita. È evidente che lei abbia una forte consapevolezza di sé e della propria mente, il che è un grande punto di forza. Il problema che descrive sembra legato a un controllo eccessivo dei suoi pensieri e delle sue espressioni, al punto da farle percepire la sua stessa presenza come una possibile minaccia per gli altri. Un aspetto centrale di questa forma di ansia è l’iper-consapevolezza del proprio comportamento e delle proprie reazioni. Lei teme di essere percepito dagli altri come critico o inappropriato, e questa paura sembra spingerla a un costante monitoraggio di sé stesso. Questo può portare a un circolo vizioso: più cerca di controllare i suoi pensieri e le sue espressioni per evitare di apparire in un certo modo, più la sua ansia aumenta, rendendo l’interazione ancora più difficile. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, uno dei primi passi per affrontare questa situazione è lavorare sulla comprensione di come i suoi pensieri influenzano le sue emozioni e i suoi comportamenti. Potrebbe essere utile chiedersi: quali prove ho che le persone mi percepiscano davvero in questo modo? È possibile che il mio cervello stia amplificando questa paura? Spesso, quando si è in un forte stato d’ansia sociale, si tende a sopravvalutare il giudizio degli altri su di noi. In realtà, le persone sono generalmente molto più concentrate su sé stesse di quanto pensiamo. Un esercizio pratico potrebbe essere quello dell’esposizione graduale, ossia affrontare progressivamente le situazioni temute, permettendo alla mente di abituarsi all’ansia senza evitarla. Invece di evitare lo sguardo degli altri, potrebbe provare a mantenere il contatto visivo per qualche secondo in più ogni volta, osservando cosa accade realmente nella situazione, piuttosto che ciò che la sua mente le fa temere. Allo stesso modo, se teme di apparire critico, potrebbe provare a esporsi a conversazioni sociali senza cercare di controllare ogni espressione del suo volto, accettando che non possiamo mai avere il pieno controllo di come gli altri ci percepiscono. Un altro punto importante riguarda il concetto di pensieri intrusivi. La paura di guardare in modo inappropriato qualcuno è un classico esempio di pensiero ossessivo, che spesso si manifesta proprio nelle persone con un forte senso morale e un alto autocontrollo. Più cerca di evitare questo pensiero o di “bloccarlo”, più diventa insistente. Qui la chiave è accettare il pensiero senza giudicarlo, senza attribuirgli significati profondi. Un pensiero è solo un pensiero, non è un’azione né un’intenzione reale. Se lo osserva senza cercare di combatterlo, con il tempo perderà il suo potere su di lei. Dal momento che ha già avuto esperienze di lavoro su sé stesso con la meditazione e con un percorso psicologico, potrebbe essere utile riprendere quel percorso, magari con un approccio più focalizzato sulla terapia cognitivo-comportamentale. Tecniche come l’accettazione dei pensieri intrusivi, la desensibilizzazione all’ansia sociale e il rilassamento durante esercizi di esposizione potrebbero aiutarla a riprendere il controllo, senza dover esercitare un eccessivo autocontrollo. Lei ha già dimostrato di avere una grande capacità di introspezione e di lavorare su sé stesso. L’obiettivo non è eliminare completamente i pensieri o le paure, ma imparare a conviverci in modo più sano, senza lasciare che limitino la sua vita. Non è solo in questo percorso, e con il giusto supporto e le giuste strategie, potrà ritrovare la tranquillità che desidera. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dr. Matteo Selva
Psicologo, Psicologo clinico
Montecatini-Terme
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la sua esperienza.
Le consiglio di poter cominciare un percorso per normalizzare queste dinamiche che sta vivendo poiché, personalmente, ho la percezione che si sia posto in una posizione di " non umano" nei confronti della sua "umanità".

La saluto
Dott.ssa Cecilia Scipioni
Psicologo, Neuropsicologo
Casalgrande
Salve,

da quanto racconta, sembra che l’ansia sociale che ha sviluppato sia strettamente legata a un timore intenso di essere giudicato o percepito negativamente, insieme a pensieri intrusivi legati a comportamenti che considera inaccettabili. Non si tratta di un’indicazione che lei voglia davvero fare del male o che stia “mostrando” comportamenti pericolosi, ma di un’ansia che amplifica ogni piccolo gesto o pensiero, creando disagio e evitamento sociale. Questo può diventare molto limitante nella vita quotidiana e nelle relazioni.

Alcuni passaggi utili:

* rivolgersi a uno specialista esperto in ansia sociale e disturbi ossessivo-compulsivi: i sintomi che descrive hanno elementi simili a ossessioni, con forte senso di colpa e paura di giudizio, e necessitano di un percorso mirato, spesso integrando psicoterapia cognitivo-comportamentale focalizzata su esposizione graduale e ristrutturazione dei pensieri

* tecniche di grounding e mindfulness: continuare a usare pratiche di consapevolezza può aiutare a rimanere nel momento presente, riducendo la ruminazione sul come appaio agli altri

* esporsi gradualmente a situazioni sociali: piccoli passi, iniziando da contesti in cui si sente più sicuro, per ridurre la paura e ricostruire fiducia in se stesso

* accettazione dei pensieri intrusivi: comprendere che avere certi pensieri o timori non significa agire su di essi; imparare a lasciarli passare senza giudizio è fondamentale per ridurre l’ansia

Con un percorso psicologico personalizzato e strutturato, questi timori possono essere gestiti e ridotti, permettendole di vivere più serenamente le attività quotidiane e le relazioni sociali.

Resto a disposizione per aiutarla a impostare un percorso concreto di gestione dell’ansia e dei pensieri intrusivi.
Saluti

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